Nuovo dormitorio a Como, il Comune cerca uno stabile e fa appello ai privati. In questi giorni l’amministrazione sta incontrando le associazioni e gli enti comaschi attivi nel sociale per capire quali strutture in città siano in grado di ospitare in maniera permanente le persone senza fissa dimora.La mozione per l’istituzione di un nuovo dormitorio, che ha incassato il via libera a luglio scorso da un consiglio comunale decimato dalle ferie estive con soli 14 voti favorevoli e 8 contrari, prevede che la struttura non sia ricercata soltanto tra gli immobili comunali, ma anche tra i soggetti terzi coinvolti direttamente dal Comune.Sembra infatti che Palazzo Cernezzi si stia muovendo proprio in questa direzione. Poco prima della pausa estiva era stato il sindaco Mario Landriscina a far sapere che gli edifici che rientrano nella disponibilità del Comune di Como «sono strutture che hanno bisogno di lavori e quindi non sono pronte all’uso», aggiungendo che «nel piano degli interventi urgenti, le scuole comasche restano la priorità».Resta dunque l’incertezza sui tempi di realizzazione del nuovo dormitorio mentre continuano con crescente assiduità, a quanto pare, gli incontri tra Comune, associazioni ed enti che si occupano della grave marginalità.
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De Sfroos scrittore protagonista a Tradate
De
Sfroos protagonista con il premio letterario intitolato a Piero
Chiara a Tradate venerdì 20 settembre alle 21 alla Biblioteca Frera,
in via Zara 37. Cantastorie e menestrello tra due laghi sarà
intervistato da Riccardo Pellegrini e Diego Pisati in un incontro a
ingresso libero. La Sezione Segnalati del Premio Chiara Editi intende
così premiare un libro di racconti non giunto in finale, di un
autore felice interprete del territorio insubre. Ecco perché la
giuria ha indicato il volume di Davide Van De SfroosLadri di
foglieLa Nave di Teseo, con la motivazione: “Canta-autore di
grande talento, capace di tratteggiare con maestria luoghi e persone
tra neorealismo e visioni oniriche”. Quindici storie dove sfilano
protagonisti imprevedibili e nostalgici, paesaggi poetici e
fantasmagorici, vicende romantiche e ribelli. Cantautore e
scrittore, Davide è una delle voci più originali della scena
musical – letteraria italiana. -
Concerto benefico al Don Guanella per l’Unitalsi
Questa sera alle 20.45, a Como nel Santuario del Sacro Cuore (Opera don Guanella, via T. Grossi 18), Gabriele Marinoni sarà interprete di una sinfonia per organo con musiche di Charles-Marie Widor (“Allegro vivace” dalla Sinfonia n. 5 op. 42/1), César Franck (Prelude, Fugue et Variation op. 18), Alexandre Guilmant (“Scherzo” dalla Sinfonia n. 2 op. 91), Louis Vierne (“Adagio” dalla Sinfonia n. 3 op. 28) e Maurice Duruflé (“Toccata” dalla Suite op. 5).Gabriele Marinoni, che si è laureato con il massimo dei voti e la lode nel 2007 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Como, ha poi conseguito al Conservatorio di Stoccarda il master di organo, il master di clavicembalo e il master in kirchenmusik, nonché, nel 2017 con il massimo dei voti e la lode, il diploma Solistenklasse.
Il concerto di questa
sera viene proposto come elevazione musicale d’intesa con l’Unitalsi di Como:
le offerte raccolte nell’occasione – l’accesso alla manifestazione è libero e gratuito
– contribuiranno a sostenere i costi del pellegrinaggio a Lourdes di ammalati
in stato di indigenza. -
Cinema Gloria, riparte la campagna di salvataggio
Dopo la pausa estiva riapre lo Spazio Gloria e riparte la campagna di raccolta fondi “Manchi tu nell’aria” per l’acquisto collettivo del cinema. Riprende dunque la corsa contro il tempo per poter mantenere attiva l’unica sala con uno schermo in città. A maggio 2020 scadrà infatti il contratto con la proprietà dell’immobile che ha deciso di metterlo in vendita.«La campagna di primavera è stata una palestra, un banco di prova in cui abbiamo preso le misure al progetto che abbiamo messo in piedi, ci permette di valutare, oggi, i punti critici, come proseguire e come affinare il percorso e ripartire con una cognizione di causa più chiara», ha spiegato Vincenzo D’Antuono, presidente del Circolo Xanadù gestore della sala, nella conferenza di presentazione degli eventi a sostegno della campagna autunnale.«Siamo a 55mila euro, l’obiettivo è arrivare a 350mila euro – ha precisato D’Antuono – a fronte di un costo complessivo di 600mila euro; alla proprietà chiediamo una rateizzazione che ci permetterebbe di lavorare sul medio periodo. Il contratto scade a fine maggio 2020, quindi, comunque vada, non disporremo dei 350mila; a breve formuleremo una proposta di dilazione che ci darà un po’ più di respiro; arrivare, a fine anno, a 120mila euro come cifra cuscinetto è lo scopo indicato già all’inizio della campagna».Venerdì 20 settembre, lo Spazio Gloria, ospiterà una festa-incontro durante la quale soci e sostenitori verranno aggiornati sulle novità progettuali e sulle iniziative previste. Sarà anche una serata di grande musica con il maestro serbo Jovica Jovic e l’Alex Gariazzo Trio.«Abbiamo lavorato per costruire relazioni con associazioni di categoria e per allargare l’area di contatti – ha concluso D’Antuono – lo spazio è polifunzionale e la campagna sta proprio mostrando tutte le potenzialità del Gloria facendolo scoprire a tanti che non lo conoscevano; il percorso è in salita ma non impossibile “Il locale ce la può fare” è il nostro motto».Oltre alla serata di avvio della campagna in programma il 20 settembre, il 27 settembre il Gloria ospiterà Biagio Bagini e Gian Luigi Carlone, fondatore della banda Osiris, formazione che ha accompagnato, tra gli altri, star della tv come Serena Dandini e Claudio Bisio. Info: www.spaziogloria.com.
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Cimice asiatica, allarme regionale
Allarme a livello regionale per la diffusione della cimice asiatica: «Chiediamo un intervento immediato del governo per istituire un fondo nazionale. Questo insetto sta devastando le coltivazioni della pianura padana e dell’arco alpino».
Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi in merito alla diffusione della cimice asiatica.
La Regione Lombardia negli ultimi tre anni ha investito 9 milioni di euro per la prevenzione di danni calamitosi di tipo biotico, principalmente contribuendo all’installazione di reti protettive alle colture.
Il finanziamento è andato a 298 imprese, tra cui rientrano 28 aziende di Como.
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«Campione d’Italia venduta alla Svizzera? Non siamo l’Alaska dell’Impero russo»
C’è attesa a Campione d’Italia, dopo il giuramento dei nuovi sottosegretari e viceministri del governo Conte bis, per conoscere l’esatta divisione delle deleghe. Molti interlocutori sono cambiati ed è necessario identificare chi, da oggi, si occuperà del dossier del casinò e prenderà in mano la “relazione Bruschi” sulle ipotesi di riapertura.«C’è da aprire un partita con nuovi giocatori – spiega Vincenzo Falanga, segretario provinciale della Uil Funzione pubblica – Aspettiamo l’insediamento e la pubblicazione degli atti, poi verranno avviati i rapporti». Falanga interviene anche sulle dichiarazioni rilasciate davanti alle telecamere di Etv dal consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi.Gobbi ha annunciato che la Svizzera potrebbe «riscattare» il paese, «ricomprare» insomma Campione d’Italia, annetterla.«Chiaramente si tratta di una provocazione fatta in campagna elettorale – dice Falanga – Un anno fa avrebbe avuto un significato, ora ne ha un altro. C’è stato grande lassismo sulla vicenda Campione, ma è l’Italia che deve risolvere il problema. Il governo italiano. Nessun altro».«Si tratta di una chiara boutade pre-elezioni – dice anche Massimo D’Amico, presidente dell’associazione degli operatori economici di Campione – Certo, sono parole che hanno riaperto speranze tra una fascia del paese. Però non si devono sottovalutare i tempi eventualmente necessari per un simile passaggio. Una procedura che non si potrebbe chiudere prima di una decina d’anni, iniziando con un referendum. O forse qualcuno pensa di essere ancora ai tempi dell’Impero russo, quando venne venduta l’Alaska agli Stati Uniti per poco più di sette milioni di dollari?».Diverso il discorso “romano”. «Stiamo aspettando la definizione delle deleghe tra sottosegretari e viceministri – dice D’Amico – È vero che si conoscono i nomi, ma la questione di Campione riguarda sia il Ministero dell’Interno sia il Mef. Al Ministero dell’Economia è tornato Pier Paolo Baretta del Pd, che in passato ha già avuto la delega al gioco. Ma è anche rimasto Alessio Villarosa del Movimento 5 Stelle, che aveva la delega al gioco durante il primo Governo Conte. Chi la manterrà? All’Interno, c’è stato il passaggio da Matteo Salvini a Luciana Lamorgese. Carlo Sibilia, del Movimento 5 Stelle, resta sottosegretario, ma sarà affiancato da Achille Variati (Pd), ex sindaco di Vicenza e componente dell’Anci che in più occasioni si è occupato anche di gioco. Ora possiamo fare qualsiasi ragionamento, ma è indispensabile avere prima gli interlocutori. Poi c’è la questione del regolamento doganale di Campione – conclude – da discutere su un altro piano ancora. Serve la sospensione per due anni, ma ci si dovrà poi sedere al tavolo anche con la Svizzera».
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Arte sacra, incontri sull’iconografia in Pinacoteca
Dopo la pausa estiva riprendono le conferenze promosse dagli Amici dei Musei dell’ “Itinerario iconografico – Il significato delle immagini religiose nelle opere d’arte”. Dopo gli incontri primaverili sulla Croce come simbolo e le Varie e diverse raffigurazioni e interpretazioni mariane, i prossimi 5 appuntamenti riguarderanno le rappresentazioni dei Santi. Ecco le date: giovedì 26 settembre: Apostoli ed Evangelisti. Alle radici della Fede; mercoledì 9 Ottobre: I Martiri. Il sangue che vivifica la Chiesa; giovedì 7 novembre: I Protettori. I Santi e le sofferenze del quotidiano.; giovedì 14 novembre: I Santi religiosi. Gli Ordini e i loro Fondatori.; giovedì 21 novembre: I Santi comaschi. La diocesi di Abbondio. La prima lezione, mercoledì 26 settembre, è dedicata agli “Apostoli ed Evangelisti. Alle radici della Fede”. I personaggi vissuti a più diretto contatto con Gesù sono naturalmente fra i primi ad essere raffigurati, a partire dalle Catacombe, dalle lucerne e dai vetri paleocristiani. Si elaborano poi due iconografie distinte: quelle dei singoli apostoli, o degli accostamenti (Pietro e Paolo, i Primi Chiamati, Giacomo e Giovanni, Pietro e Andrea, i quattro Evangelisti …); e quelle con la loro presenza ai fatti della vita di Gesù, con il caso tipico dell’Ultima Cena. Il ciclo di lezioni sarà tenuto dal professor Andrea Spiriti, Ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi dell’Insubria, e si svolgerà presso la Pinacoteca civica di Palazzo Volpi, dalle ore 18.00 alle ore 19.30. Ingresso libero.
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Alessandro Zaccuri ospite a Como
Il Magazzino d’Arte Contemporanea di Milly Pozzi, in collaborazione con la libreria Plinio il Vecchio e l’associazione The Art Company, ospiterà la presentazione del libro di Alessandro Zaccuri “Nel nome” (Enne Enne Editore). Appuntamento venerdì 27 settembre alle 18.30 in via Giovio 44, angolo via Diaz, Como. L’autore dialogherà con Roberto Borghi. “Nel nome” è il quarto titolo di “CroceVia”, una serie di libri attorno al senso e al significato di alcune parole fondamentali della nostra cultura e della nostra storia. Sono parole antiche, che usiamo tutti i giorni, e che cerchiamo di addomesticare disabitandole di una parte del loro significato, che continua a riverberare come un’eco sommessa. Alessandro Zaccuri ha scelto il nome di Maria. «Cercavo una cura, un presagio. Cercavo un nome, perché è sempre un nome che si cerca. E un volto che gli corrisponda».Maria è un nome segreto, un gioiello fuori dal tempo. Mettersi sulle tracce di un nome è sempre un’avventura, non esistono mappe né percorsi prestabiliti. Alessandro Zaccuri inizia questo viaggio da solo, punta il suo compasso sulle Marie dei Vangeli e da lì si muove per scrivere la sua preghiera del nome. Parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Maria di West Side Story, incrocia Borges, Giotto, Lippo e poi Kurtz e Achab, per arrivare infine alla Marie di Le Corbusier sulle vetrate della Notre-Dame-du-Haut. E mentre invoca e ripete questo nome, vive il dubbio, lotta contro i sette demoni e dissemina il suo rosario in luoghi imprevedibili, trasformando il suo e nostro viaggio in una benedizione, invisibile e leggera.Alessandro Zaccuri è nato nel 1963 a La Spezia, vive a Milano, scrive di letteratura e cultura sul quotidiano “Avvenire”. Ha pubblicato saggi (i più recenti sono Come non letto, Ponte alle Grazie, 2017, e Alexander Calder, Sillabe, 2019) e romanzi, tra i quali Il signor figlio, Mondadori, 2007, Premio Selezione Campiello, e Lo spregio, Marsilio, 2016, Premio Comisso e Premio Mondello Giovani. È il curatore della serie “CroceVia”.
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Personaggi comaschi. Lorenzo Spallino, il ministro galantuomo che ritirò il “Gronchi rosa”
Lorenzo Spallino fu uno dei pochi ministri comaschi del Novecento: comasco d’elezione, perché era nato a Cefalù, in provincia di Palermo, il 24 settembre 1897. Convinto e innamorato, però, della città in cui aveva scelto di vivere e da essa ricambiato perché, come ebbe a dire il senatore Giovanni Maria Cornaggia Medici, essa «non l’adottò, ma l’assunse come uno dei suoi figli».Sul Lario era approdato giovanissimo e nel 1926 era già iscritto al locale Ordine degli Avvocati. Veniva dall’esperienza della Prima guerra mondiale, nella quale aveva combattuto come ufficiale di fanteria. Ferito, era stato decorato al valor militare con la “Croce al Merito”. Fin da ragazzo aveva maturato la passione per la politica. Seguace di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, anch’egli siciliano, però di Caltagirone, fu tra gli animatori del giornale “L’Idea”, creato nel 1920 come foglio della sinistra cattolica.Su quel periodico, dopo l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, rapito e ucciso da membri della polizia politica fascista nel giugno 1924, ma i cui resti furono ritrovati il successivo 16 agosto, Spallino scrisse: «Dopo il 1870 l’Italia non ha avuto per fatti e idee politiche tanti morti quanti in questi ultimi tempi in cui tanto si parla di rigenerazione, grandezza, amore di Patria. Ora la misura è colma. Noi invochiamo pace, giustizia e libertà. Tutte cose che non ci sono neanche apparentemente, perché per avere pace occorre sottomettersi, per avere giustizia occorre passare dall’altra sponda, per avere libertà occorre confrontarsi con i seguaci di Farinacci (segretario del Partito Nazionale Fascista, nda). Non esistono nazionalisti e antinazionalisti. Esistono dei cittadini a cui fu elargita una Costituzione che garantiva loro la libertà di riunione, di opinione, di stampa». Pochi mesi dopo, nel 1925, il regime fascista sospese le pubblicazioni del giornale.Di che pasta fosse fatto il futuro ministro, tuttavia, fu subito chiaro. E se ciò non bastava, quel giovane di Cefalù era anche iscritto all’Azione Cattolica, al Partito Popolare e divenne avvocato del sindacato delle “Leghe Bianche”. Un pedigree di impegni e di ideali che, dopo l’8 settembre 1943, si completò con l’attività di propaganda antifascista per la quale, nel 1944, Lorenzo Spallino fu deferito al Tribunale speciale militare di Milano e arrestato. Continuò a far parte della Resistenza, divenne membro del Comitato di Liberazione Nazionale, e nel ’45 venne fatto il suo nome per trattare la resa della Questura di Como.Liberata l’Italia, al II congresso della Democrazia Cristiana, tenuto a Napoli nel 1947, fu nominato consigliere nazionale e iniziò una rapida ascesa politica. L’anno seguente venne eletto senatore nel Collegio di Cantù, carica che gli sarà confermata a suon di voti nel ’53 e nel ’58.Dal Senato al governo, il passaggio avvenne nel 1957 con l’esecutivo guidato dal cesenate Adone Zoli, di cui Spallino fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e sincero ammiratore. Sottosegretario anche al ministero di Grazia e Giustizia nei gabinetti Fanfani (II), Segni (II) e Tambroni, divenne infine ministro delle Poste e Telecomunicazioni nei governi Fanfani III e Fanfani IV.La morte lo colse all’improvviso, in un tragico incidente, mentre era in carica per la seconda volta da appena tre mesi. Quel giorno, domenica 27 maggio 1962, l’uomo politico era in autostrada, tornava verso casa, a Como, dove abitava con la moglie Linda Fogliano. In mattinata aveva inaugurato un ufficio postale a Turate e la nuova sede dell’Automobile Club a Varese, dove aveva parlato dell’impegno del governo proprio in favore dell’Autolaghi, che doveva essere raddoppiata, anche in funzione del turismo.Poi era stato a Milano, a casa degli eredi del pittore Mario Sironi, da poco scomparso, per acquistare due oli su tela raffiguranti contrabbandieri. Spallino era grande appassionato d’arte e collezionista e quel tema gli stava particolarmente a cuore.Alle 18.05, a un chilometro dal casello di Saronno, tra Origgio e Uboldo, la Lancia Flavia blu di cui era alla guida, improvvisamente, sbandò verso sinistra, saltando la corsia. Il conducente, da solo a bordo, fece un disperato tentativo di rientro sulla destra, riuscito però solo in parte a causa dell’asfalto bagnato. A quel punto l’auto si schiantò frontalmente contro una Fiat 1100 che stava terminando un sorpasso. Spallino venne colpito con violenza al petto dal piantone del volante e fu sbalzato dalla vettura. Soccorso da un giovane di passaggio, che l’adagiò sui sedili della sua auto e si avviò di corsa verso l’ospedale di Saronno, il ferito morì durante il trasporto.Quando, l’indomani, il presidente del Senato Cesare Merzagora prese la parola per commemorare lo scomparso, disse tra l’altro: «Finì solo: non aveva con sé staffette o scorte e neppure quel seguito di ammiratori non disinteressati che sovente accompagnano i nostri personaggi politici nelle loro numerose celebrazioni. Morì raccolto da un umile contadino, e in quell’ultimo abbraccio semplice, povero ma umano, è tutta la sintesi della sua vita».La moglie e i figli di Spallino, Antonio (olimpionico di scherma, avvocato e futuro sindaco di Como) e Angelo (medico oculista), affranti, allestirono la camera ardente nell’abitazione di via Binda, all’incrocio tra le vie Fiume e Zezio. Davanti alla residenza vigili urbani e poliziotti assicurarono il servizio d’onore.All’indomani del grave lutto, “l’Unità” titolò: “È morto un galantuomo”. Sullo scrittoio del defunto c’era un libro di Giovanni Spadolini sui cattolici in politica. E nel testamento spirituale era scritto: «Ho cercato nella vita la giustizia: so già di non esserci riuscito, non però per difetto di buona volontà, ma perché le mie deboli forze non sono capaci di tanto. Come senatore, avvocato, uomo di governo, ho fatto tutto il bene che ho potuto».Tra gli atti del suo ufficio va ricordato l’impegno per limitare l’uso delle armi nella lotta al contrabbando, spesso svolto da povera gente e con finalità di pura sopravvivenza. Quando, nel 1952, gli fu respinta una proposta di legge in tal senso, venne visto piangere. Spallino aveva assistito alla sparatoria contro un’auto che tentava di fuggire a Moltrasio. Da avvocato conosceva tante storie di contrabbandieri. Gli capitava di assumerne la difesa e, se il processo non andava a buon fine, aiutava le famiglie dei condannati inviando loro denaro. Ripropose ogni anno l’iniziativa legislativa. Finalmente, nel 1958, riuscì a vederla approvata. Da allora non si potè più sparare ai contrabbandieri con licenza di uccidere.L’uomo politico comasco fu relatore di vari altri progetti di legge, uno dei quali relativo all’istituzione del Consiglio Superiore della Magistratura.Toccò inoltre a lui, da ministro – nella foto durante una visita alla Fiera di Milano – disporre il ritiro del cosiddetto “Gronchi rosa”, il francobollo italiano tuttora più famoso, emesso con un disegno sbagliato il 3 aprile 1961, lunedì di Pasquetta, e a causa del quale si rischiò un incidente diplomatico con il Perù.Il presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, stava per recarsi in visita di Stato in tre Paesi sudamericani: Argentina, Uruguay e Perù. Per celebrare l’evento era stata autorizzata un’emissione filatelica. Quella per il Perù, da 205 lire, aveva il disegno di un aeroplano nello spazio dell’emisfero e rappresentava in tonalità più scura il nostro Paese e quello latino-americano, la cui sagoma, tuttavia, era sbagliata perché per disegnarla ne era stata usata una del 1939 con il “Triangolo amazzonico”, conteso tra Ecuador e Perù, non ancora assegnato a quest’ultima nazione. L’incaricato d’affari di Lima a Roma scoprì l’errore lo stesso 3 aprile. Contattò il ministro degli Esteri Antonio Segni. Spallino sospese con telegramma urgente la vendita del francobollo e dispose che le direzioni provinciali restituissero tutte le rimanenze e che quelle non distribuite, conservate nel magazzino centrale, fossero distrutte. Poi, il Poligrafico dello Stato fu incaricato di stampare un altro francobollo commemorativo dell’evento, di colore grigio, anziché lilla rosa.In circolazione rimasero meno di 80mila esemplari di “Gronchi rosa” che, nonostante il giorno di festa, erano stati messi in vendita a beneficio di operatori filatelici e collezionisti. Sempre in tema di francobolli, Spallino tolse di mezzo anche gli annulli speciali, considerati pubblicitari e poco vantaggiosi per le casse postali.L’esponente democristiano scomparso all’improvviso e prematuramente aveva vissuto in modo sobrio e riservato. Nel poco tempo libero gli piaceva giocare a bocce. Amava leggere i libri dello scrittore cattolico Georges Bernanos. Era lieto di trascorrere qualche giorno di vacanza in Alto Adige.La sua vera e grande passione era l’arte moderna. Acquistò quadri di Campigli, Carrà, Casorati, De Chirico, Frisia, Guttuso, Manzù, Soffici, Tosi, litografie di Chagall e di Mirò, incisioni di Morandi, una scultura del comasco Francesco Somaini. Il figlio Angelo, nel 2004, prestò per cinque anni alla Pinacoteca di Como la collezione di venticinque capolavori di cui, disse, il padre «fu laborioso e saggio artefice».Pasquale Valsecchi, segretario provinciale della Dc comasca e consigliere nazionale della Cisl, subentrò in Senato a Lorenzo Spallino. Il presidente del Consiglio dell’epoca, Amintore Fanfani, intervenne a Palazzo Madama ricordando lo scomparso ministro come esempio raro «per le alte virtù spirituali, religiose, morali, umane e civiche, che lo resero sempre particolarmente caro». Il presidente di Palazzo Madama, Cesare Merzagora, parlò del carattere dell’uomo: «Sensibilissimo sino all’ombrosità, nascondeva alle volte la sua intima timidezza con calde esplosioni verbali, che erano un po’ la valvola di sicurezza del temperamento in perenne pressione e dell’animo nel quale il tormento subiva spesso il moltiplicatore della sua non perduta passionalità isolana. La sua amicizia, espansiva e gelosa ad un tempo – concluse – non conosceva dubbi o eclissi, sapeva giustificare e perdonare generosamente, se occorreva, anche l’imperdonabile, ed era intesa da lui come un’intima disciplina, come un rigido dovere».
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Patrick Cutrone, gol al Chelsea. Ma il Wolverhampton è sconfitto nettamente
Patrick Cutrone in gol contro il Chelsea. La rete del comasco, che gioca nella Premier League inglese, è stata però inutile: il suo Wolverhampton è stato infatti sconfitto in casa dal Chelsea con il punteggio di 5-2.L’attaccante lariano all’84’ ha insaccato il gol del momentaneo 2-4, quando già i sostenitori della sua squadra, delusi per il risultato, stavano abbandonando lo stadio. Cutrone era entrato all’inizio del secondo tempo al posto del centrocampista difensivo Leander Dendoncker.Magra consolazione per Cutrone e la sua squadra, visto che il Wolverhampton rimane nelle parti basse della classifica della Premier League. Un risultato peraltro in contrasto con le buone prove in Europa League, dove la formazione inglese ha eliminato il Torino.