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  • Mariano per tre giorni è la capitale della birra

    Mariano per tre giorni è la capitale della birra

    Il meglio della birra artigianale lombarda e probabilmente italiana, considerata la qualità e la concentrazione di birrifici nella nostra regione si dà appuntamento da domani a domenica a Mariano Comense per la terza edizione del Brianza Beer Festival, evento nato nel 2017 con l’obiettivo di essere la fiera di riferimento del mondo brassicolo artigianale sul territorio brianzolo.

    Birra artigianale, non una festa della birra una Oktoberfest o Aprilfest che dir si voglia, considerato il periodo dell’anno. L’evento di Palazzo delle Esposizioni, a Mariano Comense è la celebrazione della birra artigianale italiana, che vive un momento di grande crescita, vince premi internazionali, si beve anche oltre oceano.

    Negli ultimi anni il pubblico ha imparato a conoscere un diverso lato della “birra”, ovvero non una semplice bevanda ghiacciata da spiaggia, ma un prodotto dai mille volti, dai mille gusti, dai mille abbinamenti.

    La terza edizione del Brianza Beer Festival è ricca di novità, di nuove collaborazioni, di ospiti importanti a livello di produttori, publican pub, ristoratori e formatori.

    La location preposta a ospitare l’evento è il Palazzo Storico delle Esposizioni di Mariano Comense, un tempo sede dei maestri artigiani del legno e ora sede dei maestri del luppolo.

    Grande novità per la parte culturale, infatti il Brianza Beer Festival si avvalorerà della collaborazione di Unionbirrai, l’associazione di categoria che promuove da sempre la birra artigianale italiana e che
    organizzerà una serie di workshop gratuiti all’interno del festival. Grandi ospiti come Kuaska (il più famoso beer taster al mondo), Luca Casati di “Paneliquido”, Michele D’angelo “Beer Brain” e tanti altri.

    Grande importanza anche agli Home Brewers, con il concorso “Brianza Beer Factor” che premierà la migliore birra fatta in casa con una giuria composta da Unionbirrai, Mastro Birrai presenti e una giuria popolare.

    Orari del festival:

    Venerdì 5 dalle 18.00 alle 2.00 (chiusura ingressi h.1.00)Sabato 6 dalle 16.00 alle 2.00 (chiusura ingressi h.1.00)Domenica 7 dalle 11.00 alle 23.00 (chiusura ingressi h. 22.00)

    Modalità Ingresso:

    10€ comprensivo di: bicchiere serigrafato con tacche degustazione, 5 gettoni degustazione dal valore di 1€ ciascuno, brochure informativa.

    Tutte le informazioni suwww.brianzabeerfestival.it

  • L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    «C’è un esempio che faccio sempre. Tutti noi, oggi, rischiamo più volte la vita, consapevolmente, usando lo smartphone in auto. Ecco, se nonostante siamo consapevoli del rischio che corriamo, lo continuiamo a fare – io, lei e tante altre persone civili, per bene, acculturate – forse vuol dire che le auto sono progettate male». Inizia così la chiacchierata con Joseph di Pasquale, comasco, 50enne, archistar internazionale.«Archistar lo dice lei – corregge subito il professionista dal suo studio milanese – fino a cinque sei anni fa, forse, era la mia ambizione. Ora sono semplicemente uno spacciatore di concept architettonici, un pusher di soluzioni dal grande potenziale emotivo per le aree urbane».Di Pasquale, architetto, è sicuramente una delle menti più brillanti e in vista del settore. Alcuni suoi lavori in Cina gli hanno dato popolarità internazionale, come la Guangzhou Circle, inaugurata nel 2013. Oggi teorizza la perdita di identità nell’architettura contemporanea globalizzata, si definisce un “architectural storyteller”, un cercatore di nuove chiavi di lettura per la città contemporanea.Alla recente Meci (il Salone dell’edilizia), dove l’argomento era la rigenerazione urbana, hanno fatto di tutto per averlo tra i relatori. Lui, con grande disponibilità, ha detto sì. E ora, con altrettanta disponibilità e semplicità, si mette a disposizione della sua Como. «Ho una soluzione per la Ticosa» annuncia.«Mi piacerebbe molto incontrare il sindaco Landriscina e l’assessore all’Urbanistica Butti per parlarne».Joseph di Pasquale, del resto, ha firmato quello che è destinato a diventare un modello di riqualificazione di un intero quartiere. “Chorus Life”, a Bergamo, nell’area ex Ote (Officine trasformatori elettrici). Quante analogie con la Ticosa: un grandissimo complesso industriale nell’area urbana, dismesso da anni, una bonifica non semplice da realizzare…Tra fine 2021 e inizio 2022 diventerà Chorus Life, più di ogni descrizione scritta di cosa sarà il nuovo quartiere, con mobilità dolce sopraelevata, senza auto, valgono i rendering di questa pagina. Quello che potrebbe stupire sono i tempi di realizzazione: 5 anni dalla firma del primo documento, ovvero un protocollo del 2017 tra Comune di Bergamo, Provincia e Regione Lombardia.Certo, a Bergamo una bella spinta l’ha data un imprenditore tosto, come il cavaliere Domenico Bosatelli, classe 1933, fondatore dell’impero Gewiss. «È stato il cavaliere il vero iniziatore e a cui va tutto il merito di questo approccio – spiega Di Pasquale – Parlo però di approccio, perché Choruslife mette in primo piano la visione della rigenerazione sociale e della ricomposizione delle relazioni di prossimità anche tra le diverse generazioni. Da questa visione viene costruita la sostenibilità economica, finanziaria e gestionale del modello di quartiere».Quindi, in parole povere, ci vuole dire che non è una speculazione edilizia? Un investimento immobiliare per vendere case, appartamenti? Anche i campi di golf vengono fatti per vendere le ville…«Chorus Life è un unico organismo urbano, e come tale va pensato e gestito. Non vengono venduti appartamenti, neppure affittati, sono in abbonamento. Si tratta di un concetto del tutto nuovo – spiega Di Pasquale – Ci sono già abbastanza case in giro, i modelli real estate sono obsoleti. Noi dobbiamo pensare a come vive la gente. Per questo la Ticosa sarebbe perfetta per un Chorus Life. Appena il cantiere sarà a buon punto, l’idea è proprio andare in giro per l’Italia e per il mondo a proporre un nuovo modello abitativo e finanziario. Un sistema che ha portato in un anno e otto mesi a mettere in fila le fasi complicatissime della burocrazia».In Chorus Life avete un grande palasport, cinema, attività commerciali, bar, ristoranti, un hotel; a Como e a Cantù manca il palasport ad esempio, da diversi anni.«Sa che dopo l’ultimo lavoro in Cina ho avuto una crisi professionale ed esistenziale. Ho chiuso lo studio e mi sono rimesso a studiare. Un dottorato di ricerca sui nuovi comportamenti abitativi. L’architetto oggi deve andare incontro alle esigenze dell’uomo. Così sono ripartito da zero – spiega l’architetto – Lei mi continua a parlare di contenuti, di palasport, ma per il nostro progetto su Bergamo, la vera novità è l’aspetto gestionale. Siamo partiti da un modello di rigenerazione sociale, prima che urbana. In Chorus Life ci sarà un direttore generale a gestire il quartiere, sa come è stato scelto? Tra chi aveva gestito grandi parchi di divertimento».«Chorus Life dovrà vivere, le persone dovranno spostarsi nel quartiere perché lì avviene qualcosa in quel momento – aggiunge – Tante operazioni oggi falliscono perché hanno una impostazione solo finanziaria, che tiene conto dei profitti della vendita al metro quadrato. Non voglio dire che Chorus Life non sia redditizio, ma la sua filosofia è all’opposto delle altre operazioni immobiliari».«Oggi ne parliamo con dei rendering – dice ancora – ma quando il quartiere sarà realizzato sarà molto più semplice convincere altre amministrazioni. Il format sarà a disposizione e non è detto che l’intervento debba essere per forza legato a un unico imprenditore illuminato. Si tratta di un progetto svincolato. Noi lo abbiamo fatto, allora si può fare. Questa sarà la filosofia futura per replicare questo progetto ovunque, a Como, a Lecco, in Lombardia, in Italia e nel resto d’Europa» conclude l’architetto comasco.

  • International Rally Cup al via: Re, Porro e Roncoroni ambiziosi a Reggio Emilia

    International Rally Cup al via: Re, Porro e Roncoroni ambiziosi a Reggio Emilia

    Scatta in questo fine settimana, con la disputa del Rally Appennino Reggiano, il campionato International Cup, una serie da sempre molto gettonata dai piloti lariani. E anche l’edizione 2019 non fa eccezione. Al via, pronti a lottare per piazzamenti nei primi posti, ci saranno Paolo Porro (Ford Fiesta Wrc Bluthunder, nella foto, navigato da Paolo Cargnelutti), Alessandro Re (Skoda Fabia Scuderia La Superba, con Mauro Turati) e Marco Roncoroni (Skoda Fabia Val Senagra Corse, affiancato da Paolo Brusadelli). La corsa parte sabato da Reggio Emilia alle 15 e si conclude domenica a San Polo d’Enza alle 18.45. In programma dieci prove speciali per un totale di 144 chilometri di tratti cronometrati.

  • Gio Ponti inedito, lo stile “Andrea Doria” in una raccolta comasca

    Gio Ponti inedito, lo stile “Andrea Doria” in una raccolta comasca

    In una collezione privata comasca il “Corriere di Como” ha scoperto due documenti storici importanti.Si tratta di due disegni, su carta da lucido e colorati a pastello, inediti del grande architetto e designer Gio Ponti. Rappresentano gli interni del primo transatlantico “Italian Style”, l’Andrea Doria, varato nel 1951.Il progetto della nave parte nel 1946, quando la Società Italia decide la costruzione di tre nuove navi passeggeri: saranno le motonavi Giulio Cesare (II) e Augustus (II), progettate da Niccolò Costanzi e la “costruzione 918”, da realizzarsi a Sestri Ponente, presso i Cantieri Ansaldo.Diventerà, a poche settimane dal varo, l’Andrea Doria. Irresistibile per eleganza e stile, l’Andrea Doria fu arredata dagli architetti più importanti e con maggiore esperienza nell’arredo navale dell’epoca. Un allestimento arricchito da opere d’arte di maestri insigni come Salvatore Fiume e Lucio Fontana. A Gio Ponti, maestro del design protagonista anche sul Lario, fu destinata la progettazione della “Suite dello Zodiaco”, realizzata dalla ditta Enrico Monti di Milano. Di Ponti anche il Giardino d’inverno, sul Ponte Passeggiata.Concepita per la Sunny Southern Route, la rotta che da New York portava a Gibilterra e da qui al Mediterraneo, l’Andrea Doria era pensata per una rotta in climi più miti. Un sogno che verrà interrotto con l’affondamento del transatlantico nel 1956: il 25 luglio, mentre era diretta a New York, l’Andrea Doria fu speronata ed affondata dal mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line al largo della costa di Nantucket, in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. I disegni comaschi di Gio Ponti sono quindi un documento ancor più rilevante.I legami con cantùGio Ponti fu molto legato a Como, fu lui il talent scout che lanciò su “Domus” Ico Parisi e i suoi mobili.Della collaborazione di alcune aziende canturine con Gio Ponti, Emilio Lancia, Franco Albini, Tommaso Buzzi e altri progettisti lombardi di primo piano si era a conoscenza da tempo, ma soltanto recentemente si è potuto appurare la precocità, la portata e la loro importanza nel rinnovamento della manifattura del mobile, riconoscendo a questi rapporti, peraltro contrassegnati dai primi tentativi di produzione in piccola serie, l’atto preliminare di un percorso lungo il quale già si intravvedeva il terreno su cui, più tardi, si sarebbe sviluppato il design italiano. L’importanza di queste collaborazioni – se si accetta il giudizio di “Domus” secondo cui negli anni Trenta Cantù poteva essere considerato il principale centro mobiliero italiano – superano la ristretta sfera locale per assumere una ben più ampia dimensione. Centrale, in questo rinnovamento, è proprio la figura di Gio Ponti, che nel 2017 è stata valorizzata da Tiziano Casartelli in una mostra,Gio Ponti e Cantù 1923-1973, design e artigianato del mobile, dalla rinascente alla Selettiva, al Palazzo Permanente Mobili in piazza Garibaldi proprio a Cantù. Principale interlocutore di Ponti è la ditta Paolo Lietti e Figli, ai vertici dei produttori canturini: riconosciuta l’accuratezza del lavoro svolto, la perizia esecutiva e, nondimeno, la capacità nell’interpretazione dei disegni, Ponti se ne giovò per la realizzazione dei suoi primi progetti d’arredo: dai mobili di lusso per singoli committenti, alla produzione di piccola serie per La Rinascente, sino agli arredi per le sue abitazioni. Otto anni di proficua e intensa collaborazione.Quello dedicato a Gio Ponti è il terzo capitolo di un progetto iniziato nel 2015 con la mostra Il nome di Cantù. Il primato nella fabbricazione del mobile, e proseguito nel 2016 con la pubblicazione della monografia La Selettiva del mobile. 1955-1975

  • Federazione Motonautica, tributo a Stefano Casiraghi. A Milano premiati Cappellini, Yacht Club e Special Team Abbate

    Federazione Motonautica, tributo a Stefano Casiraghi. A Milano premiati Cappellini, Yacht Club e Special Team Abbate

    «Non è un premio alla memoria, ma il ricordo di un momento bello, un importante successo per lo sport italiano». Con queste parole Vincenzo Iaconianni, comasco e presidente della Federazione Motonautica, ha introdotto il riconoscimento dedicato a Stefano Casiraghi, ieri alla annuale cerimonia di premiazione nazionale a Milano. La Fim ha voluto ricordare i 30 anni dalla vittoria di Casiraghi del Mondiale 1989 Offshore Classe 1. Il pilota lariano – marito di Carolina di Monaco – avrebbe poi perso la vita un anno dopo in un incidente di gara.

    Il premio è stato ritirato da Fulvio Maria Ballabio, pilota di automobilismo e motonautica. «Stefano fu per me un amico, un collega e un rivale in mare – ha ricordato – Voglio ricordare lo sforzo che ha fatto l’uomo per arrivare a vincere un Mondiale, le sue determinazione, passione e lealtà sportiva».«Merita questo ricordo perché in molti si sono forse dimenticati dell’uomo e del pilota ha aggiunto Ballabio – è giusto tramandare la sua memoria anche sotto questo profilo e farlo conoscere agli appassionati di oggi, che magari non erano nati quando lui correva. Ha iniziato a correre con Tullio Abbate, ha fatto la sua gavetta e ha iniziato a vincere. Sia io che lui siamo nell’albo d’oro di importanti gare: tutto ciò mi rende particolarmente orgoglioso. È stato un valoroso “collega d’armi”».Il ricordo di Casiraghi ha aperto la cerimonia di premiazione che ha avuto come ospiti, tra gli altri, l’ex presidente di Federazione ed Inter Massimo Moratti e il numero uno del Coni Giovanni Malagò. Quest’ultimo ha avuto parole di elogio per il lavoro svolto della Federmotonautica «basato prima di tutto sulla passione – ha detto – Sono grato a chi contribuisce a tenere alti i colori dello sport italiano e del Coni, anche se magari spesso le luci della ribalta sono rivolte ad altre discipline».

    Un premio speciale è andato anche al comasco Guido Cappellini – già 10 volte campione del mondo di Formula 1 – che come team manager del team Abu Dhabi nella F1 2018 ha monopolizzato il podio della classifica finale: 1°, 2° e 3° posto. Cappellini nell’occasione non ha escluso la sua partecipazione alla Centomiglia del Lario del 2019, gara alla sua settantesima edizione; il pilota lariano vorrebbe ripetere l’exploit dopo che aveva vinto la cinquantesima.

    Il riconoscimento dedicato a Sara Bartolini, figlia del compianto collega Franco per anni firma della motonautica del nostro giornale è stato invece assegnato al giovane Samuele Basile, campione italiano di Formula Junior.Per i successi ottenuti con i loro piloti in tutte le discipline, gli speciali diplomi della Fim sono andati anche allo Yacht Club Como e allo Special Team Guido Abbate.

  • Eleonora Anna Giorgi, successo a Podebrady nella 20 chilometri di marcia

    Eleonora Anna Giorgi, successo a Podebrady nella 20 chilometri di marcia

    Ancora un successo della comasca Eleonora Anna Giorgi sulla 20 chilometri di marcia a Podebrady, nel tradizionale incontro internazionale in Repubblica Ceca. La 29enne di Cabiate ha vinto per il secondo anno di fila e convince, realizzando un notevole risultato con il riscontro cronometrico di 1h27’46’’. L’atleta comasca ha tolto più di un minuto al primato della competizione, 1h28’49’’ da lei stessa ottenuto nel 2018, e ha firmato il suo miglior tempo delle ultime quattro stagioni.

  • Cantù batte Brescia e tiene vivo il sogno-playoff. Primo successo per il presidente Davide Marson

    Cantù batte Brescia e tiene vivo il sogno-playoff. Primo successo per il presidente Davide Marson

    Successo nel derby con Brescia e zona playoff riagganciata. L’Acqua S.Bernardo Cantù è risalita all’ottavo posto – alla pari con Sassari e Trieste, anche se i giuliani hanno una partita in meno – e ha dato un segnale importante dopo due stop consecutivi, regalando la prima volta al nuovo presidente Davide Marson. Una sconfitta avrebbe compromesso le ambizioni dei brianzoli; questa affermazione (82-76 il finale) rilancia invece le azioni dei canturini, che continuano a sognare un piazzamento fra le prime otto al termine della regular season. Tra gli spettatori del match due grandi ex come Stefano “Pino” Sacripanti e Antonello Riva oltre a Gianmarco Pozzecco, allenatore di Sassari, reduce dalla clamorosa vittoria del Forum contro Milano.

    Nel prossimo turno gli uomini di coach Nicola Brienza sono attesi dalla trasferta di Venezia con l’Umana Reyer seconda in graduatoria, reduce dal passo falso di Brindisi (71-65 per i pugliesi).

    «Quando mancano sei partite alla fine del campionato – ha detto al termine del match Nicola Brienza, allenatore dell’Acqua S.Bernardo – tutte le squadre vogliono dare qualcosa di più. Nessuna partita è facile e scontata. A maggior ragione, le ultime saranno sei battaglie dove si può perdere e vincere con chiunque. Ci sono tante formazioni che se la stanno giocando; per noi questa volata non deve essere una ossessione ma un piacere, dopo tutto quello che abbiamo passato in questa stagione. Dobbiamo crederci.  Ora continuiamo a guardare al nostro sogno playoff e guardiamo a Venezia con ottimismo».

  • Polizia locale di Cantù in festa per il 150° anniversario di fondazione

    Due ricorrenze in un solo giorno e una mostra celebrativa aperta a Villa Calvi dall’11 al 14 aprile. Stanno per iniziare i festeggiamenti per il 150° anniversario di fondazione del corpo della Polizia locale della città di Cantù, e per il 25° della Protezione civile.Appuntamento clou per la mattina di sabato 13 aprile in piazza Garibaldi, a partire dalle ore 10, con lo schieramento dei veicoli e dei reparti.Il programma prevede i discorsi del vice sindaco della “Città del Mobile”, Alice Galbiati, e del comandante della polizia locale Vincenzo Aiello.Nel corso della mattinata verranno anche consegnati gli encomi agli agenti che si sono particolarmente distinti in servizio nell’anno 2018.La mattinata di festa verrà conclusa con un concerto della banda che inizierà alle 11.30.In caso di brutto tempo le celebrazioni del doppio anniversario di fondazione dei vigili e della protezione civile si svolgeranno all’interno del Salone Convegni di piazza Marconi.Dall’11 aprile inoltre, come detto, sarà anche visitabile una mostra celebrativa e rievocativa che verrà inaugurata alle ore 10 di giovedì.

  • Picchiò e inseguì la moglie con un coltello: patteggia in tribunale

    Ha ottenuto di patteggiare due anni e un mese di pena. Si tratta del 28enne tunisino che era stato arrestato dai carabinieri dopo aver aggredito la moglie, una 50enne di Lezzeno, mandandola al pronto soccorso del Sant’Anna con il naso rotto e una prognosi di 25 giorni. Il tutto dopo averla inseguita con un coltello. Il fatto risale all’inizio di gennaio. L’accordo sulla pena (già ratificato dal giudice) è stato raggiunto dall’accusa e dall’avvocato che assiste l’indagato, Massimo Guarisco. L’uomo era stato colpito da una ordinanza di custodia cautelare notificata dai carabinieri della stazione di Bellagio. L’accusa, formalizzata dalla Procura e accolta dal giudice delle indagini preliminari, era stata quella di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Il giovane straniero, che era in attesa del permesso di soggiorno, era così finito in cella. La moglie – dopo le cure prestate dal Sant’Anna – era stata collocata per sicurezza in una struttura protetta. L’aggressione avvenne nella notte del 13 gennaio a Lezzeno. L’uomo, pare alterato dall’alcol e da un precedente litigio con un fratello, si sarebbe avventato sulla consorte colpendola con violenza dopo averla minacciata con un coltello. Importanti le lesioni rimediate dalla donna, quantificate dai medici in 25 giorni di prognosi.

  • Perché il 54° uomo più ricco al mondo ha comprato il Como? L’intreccio tra sport e intrattenimento

    Perché il 54° uomo più ricco al mondo ha comprato il Como? L’intreccio tra sport e intrattenimento

    Perchè un miliardario di origini cinesi, Robert Budi Hartono, un uomo che secondo Forbes possiede un patrimonio stimato di 18,2 miliardi di dollari ed è il 54esimo uomo più ricco al mondo, si compra il Como?La passione calcistica, l’amore per il gioco più bello del mondo, sono argomenti che non reggono nemmeno un istante. I motivi sono altri. Business. Affari. Da sviluppare in più direzioni.Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore, si occupa di questi argomenti ormai da anni. La sua voce è la più autorevole quando si discute del rapporto tra pallone e finanza. Lo scorso anno ha pubblicato per Feltrinelli La fine del calcio italiano, analisi tanto spietata quanto lucida sul fenomeno della “colonizzazione” delle squadre italiane da parte di grandi gruppi stranieri.«Il Como è stato comprato a un prezzo elevato, ma in realtà molto basso rispetto alla potenzialità della città e della squadra. Una realtà di tradizione che traghettata di nuovo in serie A potrebbe fruttare, di soli diritti Tv, una trentina di milioni di euro all’anno».Investendo tra i 15 e i 20 milioni di euro, dice Bellinazzo, si può ipotizzare «di tornare in A, senza nemmeno troppe difficoltà visto lo stato comatoso del calcio minore». Un percorso in qualche modo «agevolato se hai alle spalle un colosso».Il punto è: quale interesse spinge questo colosso a investire nel calcio? «Forse non è un caso che si parli del Como. La natura della società rende evidente l’operazione sottostante, una sorta di fusione tra sport ed entertainment. Due modelli di business che in futuro saranno sempre più intrecciati tra loro».Secondo Bellinazzo, c’è poi da aggiungere «il grado di notorietà del lago e della città, che negli ultimi anni è esploso. Per chi si occupa di comunicazione può essere suggestivo avere una squadra che abbia nel suo brand il nome Como».Nessuna illusione, però, che il miliardario sino-indonesiano si sieda la domenica al Sinigaglia con il cappellino azzurro in testa. «Chi ha comprato forse conosce Como – dice Bellinazzo – ma certamente mette una fiche su un investimento che sarà gestito da altri. Da chi vuole sfruttare un blasone importante per promuovere lo sport business e attrarre investimenti».