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  • Plinio il Giovane protagonista in libreria con Mondadori

    Tornano i testi del comasco Plinio il Giovane in edizione tascabile. Gli Oscar Mondadori pubblicano una selezione di 50 delle sue lettere e il “Panegirico a Traiano” a cura di uno studioso formatosi alla Normale di Pisa e ora docente di Letteratura Latina all’Università per Stranieri di Perugia. L’epistolario di Plinio il Giovane è uno dei capolavori della prosa latina e una miniera di informazioni sul periodo a cavallo fra il I e il II secolo d.C. Delle oltre 350 lettere che lo compongono, il volume degli Oscar presenta una selezione che attinge sia alle missive private destinate a parenti, amici e colleghi, sia a quelle ufficiali indirizzate all’imperatore. Alcune sono pietre miliari della storia e della cultura dell’Occidente – come quelle sull’eruzione del Vesuvio o sui processi a carico dei cristiani, di cui costituiscono la prima testimonianza -, altre illuminano usi e costumi di Roma o i rapporti fra intellettuali e personaggi di spicco nella politica del tempo, e altre ancora sono, semplicemente, biglietti ancora oggi esemplari per gusto ed eleganza. Da non mancare anche il “Panegirico”. Il 1° settembre del 100 d.C., in occasione della sua nomina a console, Plinio pronunciò in Senato un discorso di ringraziamento all’imperatore Traiano. Capolavoro dell’oratoria antica, testo esemplare per lo stile ampio e ricercato, il “Panegirico” da un lato esalta le virtù e i meriti dell’imperatore contrapponendo loro i vizi e i difetti degli imperatori precedenti, in particolare del crudele Domiziano; dall’altro magnifica e accresce le virtù reali di Traiano fino a trasformarle in paradigmi ideali ai quali un imperatore dovrebbe conformarsi. L’elogio a Traiano diventa così un ritratto dell’”optimus princeps” destinato ad attraversare i secoli.

    Giulio Vannini è Professore associato di Lingua e letteratura latina presso l’Università per Stranieri di Perugia. Presso lo stesso Ateneo è Responsabile del Presidio della Qualità di Ateneo e membro del Collegio dei docenti del Corso di Dottorato di Ricerca in Scienze Letterarie, Librarie, Linguistiche e della Comunicazione Internazionale. Si è formato all’Università degli Studi di Firenze e alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha conseguito il diploma di perfezionamento nel 2006. È stato borsista della Fondazione “Giorgio Pasquali” presso la Scuola Normale e assegnista di ricerca presso l’Università di Firenze. Negli anni 2012-2014 ha svolto attività di ricerca presso la Humboldt-Universität di Berlino come Research Fellow della Alexander von Humboldt-Stiftung. Da alcuni anni svolge brevi periodi di insegnamento come visiting professor all’Università Juraj Dobrila di Pola (Croazia). La sua attività di ricerca si è sviluppata in diverse direzioni, che vanno dalla poesia di età augustea, alla storia della tradizione dei testi e alla loro fortuna in età medievale e moderna, e si è concentrata principalmente sulla narrativa latina e sul Satyricon di Petronio. Oltre a saggi pubblicati su riviste internazionali, su questi temi sono incentrati i volumi Petronius 1975-2005, Bilancio critico e nuove proposte, Göttingen, 2007; Seneca, Apokolokyntosis, Milano 2008; Petronii Arbitri Satyricon 100-115. Edizione critica e commento, Berlin-New York 2010; Storia di Apollonio re di Tiro, Milano, Fondazione Valla / Mondadori 2018. Altri suoi lavori sono in corso di stampa (Plinio il Giovane, Panegirico a Traiano, Milano, Mondadori; Plinio il Giovane, Cinquanta lettere, Milano, Mondadori). Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali ed è stato impegnato in progetti di ricerca nazionali e internazionali, alcuni dei quali attualmente in corso, su Petronio, sulla Storia di Apollonio e sulla storia della tradizione dei classici.

    Ricordiamo che a Como opera l’Accademia pliniana il cui scopo è restituire una consapevole e produttiva memoria dei due Plinii (il vecchio e il giovane) ed esplorare le vie per un rinnovato impegno – in particolare della città di Como, del Ticino e della Lombardia – a rivalutare il messaggio pliniano anche in vista delle celebrazioni del 2023/2024 per il duemillesimo anniversario della nascita di Plinio il Vecchio.

  • Perizia da brivido sul Viadotto dei Lavatoi: «Lacune, superficialità ed errori macroscopici»

    Perizia da brivido sul Viadotto dei Lavatoi: «Lacune, superficialità ed errori macroscopici»

    I tecnici del Tribunale hanno depositato questa settimana la consulenza sullo stato del ponte«Lacune inammissibili», documenti mancanti o non firmati, «superficialità», addirittura «errori costruttivi macroscopici» e interventi (da compiere) ritenuti «urgenti e doverosi», in quanto l’opera è «potenzialmente pericolosa». È un viaggio da brividi lungo oltre cento pagine la relazione definitiva – per conto del Tribunale di Como – degli ingegneri Bernardino Chiaia e Fabrizio Mario Vinardi sul “Viadotto dei Lavatoi”, consulenza d’ufficio che si è resa necessaria dopo la richiesta di accertamento tecnico preventivo promossa dal Comune di Como. La perizia è stata depositata questa settimana, dopo un lavoro di oltre un anno con più sopralluoghi sul ponte e scambi (più che altro richieste) di documentazione in alcuni casi mancante e mai consegnata da parte degli uffici competenti. Quello che ne esce – e che verrà ora valutato dal Tribunale – è uno spaccato desolante su quella che avrebbe dovuto essere (ed è) l’opera viabilistica più importante della città e che invece viene dipinta come una (im)perfetta sintesi di inadempienze che coinvolgono tutti, da Palazzo Cernezzi a chi materialmente ha eseguito i lavori.I documenti scomparsiLe prime “bordate” arrivano quando viene affrontato il tema della Variante al progetto originale, definita «un progetto ex novo» dove però manca «la relazione di calcolo di progetto esecutivo delle nuove opere». Le ragioni per cui sia stato necessario «apportare modifiche strutturali tanto radicali» per i periti «non appaiono del tutto evidenti». Ma tutta la documentazione del viadotto, da qui in avanti, si fa «confusa, priva di firme, con datazioni contraddittorie… tali da rendere impossibile una lettura tecnica chiara e univoca del progetto». «La documentazione completa relativa al progetto di Variante non risulta presente negli uffici del Comune… ed essendo inesistenti buona parte degli elaborati previsti per legge, ne consegue che essi non sono stati oggetto di approvazione». La conclusione è la seguente: «Il Comune potrebbe aver consentito la realizzazione di un’opera priva in parte degli elaborati progettuali necessari». Opera che, per tutti questi motivi, è «difficilmente verificabile a posteriori». Ma a mancare sono anche il giornale dei lavori, il verbale di visita del collaudatore statico, e addirittura il piano di manutenzione, documento che è obbligatorio per legge.Tre ispezioni in 14 anniI periti del Tribunale chiamano in causa pesantemente «la superficialità del controllo da parte del Comune e delle figure tecniche nominate». I due ingegneri sottolineano come «alla data del 18 settembre 2018 – ultimo sopralluogo – non risultano ancora assunte azioni correttive». E soprattutto, «complessivamente in 14 anni si ha evidenza certa di solo 3 ispezioni, dalle quali sono sempre emersi gravi vizi in grado di compromettere potenzialmente le condizioni statiche». Secondo le normative, le ispezioni minori – giusto per fare un esempio – dovrebbero essere programmate con frequenza almeno trimestrale, mentre i controlli tecnici approfonditi devono essere fatti una volta all’anno. A Como, come detto, sono stati fatti tre volte in 14 anni. Un po’ poco, soprattutto in un’opera costruita – sempre secondo gli ingegneri del giudice – con «errori costruttivi macroscopici».L’innesto con la PedemontanaUna sezione della consulenza è dedicata anche alle opere di adeguamento del viadotto alla Pedemontana. Innesto – con il Viadotto del Lavatoi – che si caratterizzerebbe per una «non corretta progettazione», elemento che (seppur non al centro dell’attenzione dell’accertamento tecnico preventivo) «dovrà essere sanato».Un’opera pericolosaInsomma, a parere dei periti del Tribunale di Como l’opera è «potenzialmente molto pericolosa», con la nota conseguenza «di aver da tempo inibito» il passaggio dei mezzi pesanti. La funzionalità di «gran parte degli appoggi è compromessa» e la «messa in opera di interventi definitivi di adeguamento non solo è assolutamente necessaria, ma è anche doveroso che venga effettuata con la massima urgenza».Un milione di euro di costiIn merito alla valutazione dei costi, questi si aggirerebbero attorno al milione di euro, (971.133,76), «senza quantificare i costi derivati dalla chiusura del viadotto».Il rischio occultoNon è finita. Come non bastasse il quadro fin qui descritto, i periti individuano anche quello che – pur non essendo tema all’ordine del giorno per la consulenza – viene definito un «grave rischio occulto». «Si ritiene doveroso segnalare in questa sede – scrivono – un ulteriore aspetto. Si rileva la presenza su alcune travi di segni di colore scuro che potrebbero essere ricondotti a segni di degrado (corrosione) dei cavi per presenza di acqua nella guaina. Tale aspetto deve essere urgentemente e accuratamente indagato».

  • Museo della Seta “british”

    Museo della Seta “british”

    Giovedì 8 agosto visita guidata in lingua inglese alle 11 al Museo della Seta di via Castelnuovo 9 a Como. Domenica 11 agosto invece visita guidata in italiano alle 15. Sono iniziative previste con un minimo di 5 partecipanti. Per tutto agosto il museo è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Nel museo è in corso la mostra ‘Waterhome’ dell’artista di fiber art Inga Liksaite, in collaborazione con Fondazione Bortolaso Totaro Sponga, ed è esposta anche l’opera “Dissociazione dal bordo” di Franco Grignani grazie alla collaborazione con Max Museum di Chiasso.

  • La polemica comasca sull’arbitro donna e la meritocrazia

    La polemica comasca sull’arbitro donna e la meritocrazia

    «Nulla contro Stephanie #Frappart ma la scelta di designarla per la Supercoppa Europea #LiverpoolChelsea distrugge anche in UEFA il basilare concetto di meritocrazia. Non mi accodo al populismo spicciolo: le auguro il meglio ma non posso essere d’accordo». La tocca piano, come si dice in gergo, in un tweet l’avvocato ed ex arbitro di serie A, Luca Marelli. L’oggetto del contendere è una designazione arbitrale destinata a fare la storia del calcio, una donna (la 35enne francese Stephanie Frappart) chiamata a dirigere una finale europea.Una novità assoluta per il livello della partita, anche se, oltre un decennio fa, la collega Nicole Petignat aveva già diretto tre match di qualificazione alla Coppa Uefa. Ma torniamo alla polemica in salsa comasca. Marelli, che nel suo profilo Twitter si descrive come “Libero professionista, nel tempo libero commentatore per radio e tv, con la divisa arbitrale tatuata sul corpo”, non ha digerito la scelta del collega Roberto Rossetti, designatore Uefa, che ha sostituito proprio un anno fa il dimissionario Pierluigi Collina.E la voce di Marelli si è fatta decisamente sentire. Il comasco, con studio legale in città, è commentatore di vicende calcistiche per Radio24 e ha anche un seguito blog. La scelta della Uefa, che sicuramente avrà effetti positivi sulla promozione del calcio in rosa, nell’anno che ha consacrato anche l’Italia tra le migliori nazionali femminili, secondo Marelli cancella i criteri di meritocrazia che dovrebbero decidere chi può arbitrare una partita così importante.«Frappart non ha mai diretto una gara internazionale maschile in campo europeo» scrive Marelli in un altro tweet. Ma lo farà il 14 agosto a Istanbul.

  • Industria, si vede qualche luce, ma altrettante sono le ombre

    Industria, si vede qualche luce, ma altrettante sono le ombre

    Attività produttiva e fatturato hanno rallentato del 2%Qualche luce all’orizzonte, ma altrettante ombre. Con il concreto rischio, come spiega bene il presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian, che le aspettative positive siano disattese.I risultati dell’Osservatorio congiunturale semestrale (relativo al periodo gennaio-giugno di quest’anno), diffusi ieri da Confindustria Como, confermano il persistere di un periodo di incertezza. Momento che per il settore manifatturiero sembra rallentare ancora l’agognata ripresa del post crisi. I risultati comaschi sono allineati con quelli delle vicine province di Lecco e Sondrio. Gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato mostrano, da un lato, un rallentamento tendenziale del 2% e, dall’altro, una modesta fase di ripresa congiunturale che interessa in modo particolare ordini e produzione (in media +0,6%) mentre nel caso del fatturato è riscontrabile una decelerazione (-1%).La variazione congiunturale, misurata rispetto al semestre luglio-dicembre dello scorso anno, periodo per il quale nella precedente edizione dell’Osservatorio era stato rilevato un rallentamento di oltre quattro punti percentuali (-4,2%), non consente di recuperare il terreno, disattendendo le previsioni formulate a inizio anno dalle aziende di Como, che stimavano una crescita del 3,5% per i tre indicatori.Dopo i modesti risultati della prima parte dell’anno, le previsioni per il periodo luglio-dicembre 2019 indicano la prosecuzione di una fase di ripresa, seppur a ritmi limitati, con domanda, attività produttiva e fatturato che dovrebbero crescere in media dell’1,2%.«Uno scenario che non possiamo ancora definire positivo – commenta il presidente Manoukian – D’altronde non possiamo dipendere unicamente dai mercati internazionali che, pur rappresentando uno degli asset strategici delle nostre imprese, presentano troppo spesso una volatilità e un’incertezza dovute a guerre commerciali, come quelle sui dazi, che ci costano troppo. Serve, quindi, una politica industriale espansiva, in grado di aumentare la domanda interna e la competitività delle nostre imprese e, soprattutto, di restituire quella fiducia che deve rappresentare la nostra ossessione in quanto è alla base di crescita e benessere», conclude Manoukian.All’interno del campione esaminato la situazione non è omogenea, le imprese al di sopra dei 50 occupati (77,5%) evidenziano un maggior tasso di impiego degli impianti rispetto alle più piccole. Per quanto rugy scenario occupazionale dei primi sei mesi dell’anno risulta caratterizzato da una fase di conservazione dei livelli per l’81,3% delle industrie dello studio.

  • In ospedale per un malore: dimessa, muore due giorni dopo

    In ospedale per un malore: dimessa, muore due giorni dopo

    La donna abitava a Como. La Procura ha aperto un’indagine. Affidato l’incarico per l’autopsia

    La Procura di Como, in un fascicolo aperto sul tavolo del pubblico ministero Giuseppe Rose, sta indagando sulla morte di una donna di 64 anni residente in città. Decesso avvenuto il 30 luglio dopo una inutile e disperata corsa all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.La signora era stata trovata a terra priva di sensi dalla figlia, accorsa dopo aver sentito un tonfo provenire dal bagno di casa. Il pubblico ministero ha nel frattempo disposto l’autopsia – il cui incarico verrà affidato oggi – e sequestrato l’intera cartella clinica della paziente e gli esami che la stessa, solo due giorni prima della tragedia, aveva effettuato al pronto soccorso, sempre del Sant’Anna.A segnalare l’accaduto – al posto di polizia del nosocomio di San Fermo – sono stati i parenti della vittima. Già la mattina del 28 luglio, dunque due giorni prima del decesso, la 64enne aveva accusato un malore con sudorazione e un dolore al petto. Si era quindi recata in bus dalla guardia medica di via Carso dove era stata visitata.Il personale medico della struttura l’aveva però indirizzata presso il Sant’Anna, chiedendo nel referto accertamenti di tipo cardiaco. Cosa che la signora fece, chiamando un’ambulanza e raggiungendo San Fermo della Battaglia. In ospedale la paziente rimase tutto il giorno, con diversi esami che le vennero fatti prima della dimissione – intorno alle 20 della sera – con la prescrizione di un analgesico e tre giorni di prognosi per i dolori avvertiti al costato.Ora, ovviamente, tutto questo incartamento è stato sequestrato dal pubblico ministero titolare del fascicolo ed è confluito nell’incartamento al vaglio della Procura cittadina. La donna, infatti, due giorni dopo, accusò come detto un nuovo malore cadendo in bagno e venendo soccorsa dalla figlia. Vano tuttavia fu il trasporto d’urgenza al Sant’Anna.La famiglia però vuole vederci chiaro e, con una denuncia presentata direttamente al posto di polizia del nosocomio, ha chiesto al sostituto procuratore di turno di verificare se il decesso avrebbe potuto essere evitato e se vi sono eventuali responsabilità nell’accaduto. Il primo passo dell’indagine, ovviamente, partirà dall’autopsia.

  • Canturina Bis, “no” dei Cinquestelle, meglio il Cantunnel

    Canturina Bis, “no” dei Cinquestelle, meglio il Cantunnel

    «Inutile, costosa e non risolverà l’annoso problema del traffico all’ingresso della città». Così il Movimento 5 Stelle di Cantù definisce la “Canturina Bis”, il cui cantiere secondo il cronoprogramma fissato nell’accordo di programma appena siglato tra Comune della città del mobile, provincia di Como e Comune di Cucciago, dovrebbe partire nella seconda metà del 2020 per terminare entro il 2022.L’infrastruttura, per cui ci sono già fondi stanziati da Regione Lombardia (200mila euro, e il Comune di Cantù ne metterà altrettanti l’anno prossimo), prevede una bretella di circa un chilometro tra Cucciago e Corso Europa.Il costo previsto è di 2,6 milioni, meta dei quali a carico della Regione, 900mila euro dalla Provincia e 400mila euro dal Comune di Cantù.«Già in sede di votazione al Pirellone, quando era in discussione lo stanziamento per la Canturina Bis, il Movimento 5 Stelle aveva deciso di astenersi», scrivono in una nota i grillini.«Sarebbe stato più opportuno eseguire uno studio approfondito sulla viabilità del nostro territorio per capire da dove arriva il traffico e come riuscire smaltirlo» sottolinea Ruggero Bruni, consigliere comunale dei Cinque Stelle a Cantù. Che propongono un’alternativa, il “Cantunnel”. «Questa famosa bretella taglierà dei prati, creerà consumo di suolo e comunque la Canturina Bis è un’opera assolutamente inutile per risolvere il problema del traffico perché tra una decina di anni rischieremmo di ritrovarci nella stessa situazione – aggiunge Bruni – La soluzione migliore sarebbe un tunnel della lunghezza di meno di un chilometro a basso impatto ambientale o almeno puntare su una ferrovia che potrebbe collegare la stazione di Cantù alla Valtellina in vista dell’importante appuntamento delle Olimpiadi Invernali del 2026».«Il tunnel quanto costerebbe? Non lo dicono. La bretella invece è necessaria – dice il sindaco di Cantù Alice Galbiati – Consentirà di snellire il traffico di attraversamento per chi proviene da Fino Mornasco e punta su Mariano, permettendogli di circoscrivere il centro della città del mobile senza entrare nel centro cittadino. Una infrastruttura che riteniamo fondamentale. Ne abbiamo avuto la prova durante la chiusura della Novedratese a Carimate in seguito al danneggiamento del ponte: le nostre strade sono entrate nel caos».Intanto sulla sua pagina Facebook il Movimento 5 Stelle di Cantù ha lanciato un sondaggio sull’opportunità dell’opera: i cittadini possono votare con un clic.

  • Acqua “made in Lario” per il Madagascar

    Acqua “made in Lario” per il Madagascar

    I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il pianeta. In Madagascar, Paese con 27 milioni di abitanti, solo il 25% della popolazione ha accesso all’acqua potabile.La ditta Ronchini Grandi Impianti di Faloppio è impegnata dal 2004 in Madagascar con l’associazione Unico Sole di Seriate per migliorare le condizioni di vita della popolazione con progetti di accesso all’acqua sia in campo civile che agricolo.Ad esempio ad Ankafina Tsarafidy, comune rurale nella parte centrale del Madagascar, si lavora all’impianto idrico del liceo nato 10 anni fa e sostenuto come la maggior parte degli edifici scolastici non dall’amministrazione pubblica ma dai genitori e da associazioni di volontariato. Tra poco la scuola avrà l’acqua potabile, grazie alla ditta comasca. I lavori sono iniziati il 14 giugno scorso.Lo scavo dove passerà la tubazione profondo un metro è stato scavato a mano dagli studenti.Solo il cemento, il ferro e le tubazioni per l’acquedotto sono acquistati. L’inaugurazione è prevista per il prossimo mese di novembre, quando finalmente gli studenti potranno usufruire di 4 rubinetti di acqua sorgiva nel loro liceo, due nel cortile e due nelle latrine.«I bagni delle nostre scuole in Italia – dice padre Giangi Colombi di “Unico Sole” – sono ancora un sogno per gli alunni del Madagascar».

  • Frontale a Lurago d’Erba

    Frontale a Lurago d’Erba

    Tre feriti, uno è grave

    Grave incidente venerdì pomeriggio, intorno alle 15.45, a Lurago d’Erba lungo la strada provinciale 41. Una Bmw e un furgone si sono scontrati frontalmente. Un impatto violento che ha letteralmente distrutto i due mezzi. Sono tre i feriti. Il più grave, in codice rosso, è un 80enne di Bollate che è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Circolo a Varese. È in prognosi riservata. Serie le condizioni anche della consorte, portata al Sant’Anna. Lesioni lievi invece per il 40enne albanese che era alla guida del furgone per conto di una ditta di Brescia. Sul posto i vigili del fuoco per estrarre le vittime dell’incidente dagli abitacoli, il 118 e anche i carabinieri della compagnia di Cantù. Secondo una prima ricostruzione, alla base dell’accaduto vi sarebbe lo scoppio di uno pneumatico del furgone (proveniente da Erba) che ha poi sbandato coinvolgendo nell’impatto la Bmw.

  • Reddito di cittadinanza a un disoccupato su otto

    Reddito di cittadinanza a un disoccupato su otto

    Uno su otto. È decisamente bassa la percentuale dei disoccupati residenti nella provincia di Como che si sono visti riconoscere il reddito di cittadinanza.La misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle continua a rivelarsi uno strumento di sostegno per pochi, quantomeno sul Lario. Soltanto il 12,5% dei disoccupati ha infatti avuto il benestare all’assegno mensile.Il rapporto tra il numero di pratiche accettate sul Lario e le persone in cerca di occupazione è stato analizzato in uno studio diffuso ieri dalla Uil del Lario. Il sindacato ha messo a confronto le domande accolte nel periodo aprile-giugno 2019 relative Reddito di cittadinanza e i disoccupati.Per quanto riguarda la provincia di Como si contano 2.591 nuclei familiari che percepiscono il sussidio governativo. Questa cifra è stata messa in relazione dalla Uil con chi non ha lavoro in provincia. Guardando al territorio comasco si tratta di ben 20.649 disoccupati.In questo modo lo studio rileva come vi siano quindi circa 18mila disoccupati esclusi dalle politiche attive e sociali previste dalla misura recentemente introdotta dall’esecutivo gialloverde, ovvero l’87,5%. Se si preferisce, su 8 disoccupati, uno soltanto ha avuto il via libera al reddito di cittadinanza, mentre per gli altri sette non è cambiato nulla nella condizione sociale ed economica. «Il dato di fondo che si rileva nella nostra analisi – commenta Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario – è una forte domanda di lavoro, ma che senza un’offerta di lavoro altrettanto sostenuta difficilmente potrà trovare soluzione».«Offerta di lavoro che – aggiunge Monteduro – può avvenire sostenendo la ripresa economica attraverso politiche di investimenti pubblici in infrastrutture, politiche sociali e ambientali. È necessario infine – conclude il sindacalista – sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati».