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  • Montano Lucino: uomo di 69 anni cade dal tetto e perde la vita

    Montano Lucino: uomo di 69 anni cade dal tetto e perde la vita

    Tragico incidente nel tardo pomeriggio di ieri a Montano Lucino. Un uomo di 69 anni, Attilio Ferrari, residente in Svizzera, titolare di un maneggio in via Cantalupo è precipitato dal tetto della stalla, riportando ferite e traumi risultati purtroppo fatali.

    L’uomo era salito sul tetto per sistemarlo dopo i danni causati dal vento forte dei giorni scorsi. Ancora da chiarire la dinamica di quanto avvenuto. Il 69enne potrebbe aver perso l’equilibrio oppure potrebbe essere stato colto da malore prima della caduta fatale.

  • Monito del sindaco Landriscina in diretta Tv. «Basta con i veleni o me ne vado»

    Monito del sindaco Landriscina in diretta Tv. «Basta con i veleni o me ne vado»

    «Non ho intenzione di rinunciare al mio impegno, se però ne vale la pena per la città». A ora di cena, in diretta tv, il sindaco di Como Mario Landriscina lancia un avvertimento che rischia di scuotere le fondamenta della politica cittadina. La sostanza è chiara: basta «polemiche», basta «veleni e insulti». Perché diversamente, sono pronto ad andarmene.Le parole del sindaco sono arrivate in risposta a una sollecitazione del giornalista di Etv Andrea Bambace sul possibile scenario del dopo Rossotti.L’assessore alla Cultura e al Turismo è in procinto di andarsene, almeno così sembra. E a uno spazio che si svuota deve necessariamente, prima o poi, corrispondere un tassello che lo riempie. «Nel momento in cui Simona Rossotti confermasse la sua decisione, volentieri mi siederò a un tavolo per discutere con le forze politiche e decidere il da farsi».A quel tavolo il convitato di pietra, al momento, è Forza Italia, partito che è uscito dalla giunta di centrodestra alcuni mesi fa. «Non escludo nulla – ha detto ancora Landriscina, facendo capire chiaramente di essere pronto a discutere anche con gli azzurri – si tratta però di capire se Forza Italia sia disponibile e quali siano le sue richieste». Perché, ha aggiunto il sindaco, «vorrei dire la mia sulle persone, sulle deleghe, sulle posizioni da assumere e sui numeri».In altre parole: se trattativa dev’esserci, allora bisogna parlare di tutto. Del nome che si vuole proporre, della delega che viene chiesta, dei motivi che dovrebbero portare a un eventuale rimpasto. Fermo restando, ha detto sempre Landriscina, «che non sono avvezzo a cambiare le persone così facilmente. E non sono nemmeno disponibile a farmi tirare da una parte all’altra».Alle forze politiche, ha aggiunto il sindaco, «chiedo di individuare una figura che sia rappresentativa. Ma non posso negare di vivere una situazione di sofferenza. Gli attacchi alle persone sono stati deplorevoli. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non così. Non con questi insulti, con questi veleni».Già altre volte Landriscina è sembrato stanco e disilluso, ma le parole di ieri sera sono forse state per la prima volta più dure ed esplicite. Il livello di sopportazione del primo cittadino pare essere giunto a un punto limite.Il gelo di Forza ItaliaIl rientro di Forza Italia in giunta a Palazzo Cernezzi, però, non sembra così ravvicinato. Tutt’altro. Il coordinamento provinciale del partito si è riunito ieri sera a Como per discutere – almeno formalmente – di elezioni provinciali e di elezioni amministrative. Inevitabilmente, però, il gruppo dirigente azzurro ha trattato anche l’argomento esecutivo.Se è vero che l’imminente uscita di scena di Simona Rossotti ha riaperto concretamente i giochi su un possibile ritorno dei forzisti nell’esecutivo, è altrettanto vero che questa ipotesi non è gradita a tutti dentro Forza Italia. E in particolare non sarebbe gradita a chi ricopre incarichi di vertice.Stando a quanto è stato possibile apprendere, la risposta più probabile al sindaco sarà quella attendista. Non c’è alcuna fretta, lasciano trapelare da Forza Italia. Facendo capire che un rientro in giunta sarebbe comunque subordinato a una trattativa di tipo politico. La stessa trattativa su cui Landriscina, in tv, ha posto condizioni precise.Le distanze dalla LegaNiente scambi, insomma. E discussione che si annuncia comunque complicata. Lo strappo di qualche mese fa ha sancito una certa distanza soprattutto tra la Lega e Forza Italia. Uno strappo che si è ripetuto ancora in queste ore, dopo che il Carroccio ha deciso di andare da solo alle provinciali.Il clima interno al centrodestra è pesante. E di questo si è reso conto perfettamente proprio Landriscina, che non volendo rimanere ostaggio dei veti contrapposti ha deciso di uscire allo scoperto. E ha fatto capire che è pronto ad andarsene.

  • Mister Banchini e la vittoria con la Pro Sesto. “Premiati carattere e solidità del gruppo”

    Mister Banchini e la vittoria con la Pro Sesto. “Premiati carattere e solidità del gruppo”

    Mister Marco Banchini, tecnico del Como, non nasconde la sua soddisfazione per la quinta vittoria consecutiva della sua squadra. “Sapevamo che quella con la Pro Sesto sarebbe stata una gara difficile – sostiene – Detto questo, fin dall’inizio ho visto grande determinazione fra i miei ragazzi. Il gol subito a freddo ha complicato le cose, poi abbiamo visto uno dei migliori primi tempi al Sinigaglia. Abbiamo espresso una grande molte di gioco che ha portato a due soli tiri in posta”.

    “Nel primo tempo la Pro Sesto non è praticamente mai uscita dalla metacampo, non ha fatto tre passaggi di fila – aggiunge Banchini – ma non siamo riusciti a segnare l’1-1. E’ stata una grande delusione che però dimostra quanto questi ragazzi meritino di stare in vetta alla classifica. Perché a livello caratteriale andare negli spogliatoi sotto per 0-1 poteva essere una mazzata incredibile. Invece siamo stati bravi a reagire; a livello nervoso abbiamo trovato la carica per lasciarci tutto alle spalle e continuare a giocare e muovere palla. Ci siamo guadagnati la rete del pari e quella del 2-1 in maniera strameritata.Questo è un successo che la squadra si deve ricordare. Noi abbiamo gestito completamente il gioco e abbiamo trovato sicurezza nelle giocate, anche quando stavamo perdendo. I tre punti alla fine hanno premiato la solidità di questo gruppo”.

  • Migranti, sul confine pattuglie miste italo-svizzere. L’accordo operativo dal 13 marzo

    Migranti, sul confine pattuglie miste italo-svizzere. L’accordo operativo dal 13 marzo

    Poliziotti comaschi e guardie di confine elvetiche fianco a fianco, sugli stessi mezzi, con pattuglie congiunte italo-svizzere al lavoro nella fascia di confine per gestire insieme i flussi migratori e contrastare il traffico illegale di esseri umani. È il risultato di un accordo tra Italia e Svizzera siglato ieri mattina, che diventerà effettivo dal 13 di marzo, quando entreranno ufficialmente in servizio le prime pattuglie.Gli agenti coinvolti, 28 complessivamente in questa prima fase, hanno seguito un percorso di formazione mirato. Il protocollo d’intesa è stato firmato dal Massimo Bontempi, direttore della direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e dal Direttore dell’Amministrazione Federale delle Dogane Christian Bock per la Confederazione Elvetica. «Era necessario avere un linguaggio comune, poter disporre di procedure operative comuni e di lavorare in sinergia con una visione unitaria del compito da sostenere – ha detto Bontempi – Si tratta di uno passaggio molto importante nella collaborazione tra Italia e Svizzera. E perchè no speriamo magari in futuro di poter allargare la collaborazione di simili pattuglie miste anche ad altri settori». Una novità assoluta dunque sulla fascia di confine. «Il focus di queste nuove pattuglie sarà sul controllo dei flussi migratori. Nostra intenzione non è quella di sostituirci alle forze di polizia territoriali sia italiane che svizzere, impegnate a eseguire le abituali operazioni di controllo. Noi controlliamo i flussi migratori irregolari e i reati connessi», aggiunge sempre Bontempi. «Le pattuglie lavoreranno nella fascia di confine, nelle province di Como e Varese. Gli agenti italiani che lavoreranno in Svizzera saranno di ausilio e supporto ai colleghi elvetici e viceversa», conclude Bontempi. Le pattuglie, dal 13 marzo in poi, saranno attive lungo tutta la fascia di confine, lavorando indistintamente sul versante italiano e su quello svizzero.

  • Mendrisio tra mare e cielo,  la primavera punta su Guccione

    Mendrisio tra mare e cielo, la primavera punta su Guccione

    La mostra Piero Guccione. La pittura come il mare terrà banco al Museo d’arte Mendrisio dal 7 aprile al 30 giugno prossimi. Pittore antico, arcaico, di potenza primitiva Guccione, capace come pochi di dare voce all’energia della natura.Nato nel 1935 a Scicli, ultima propaggine meridionale della Sicilia e recentemente scomparso, per oltre quaranta anni, ogni mattina, Guccione ha guardato il mare cercando di coglierne le vibrazioni.«Mi attira l’assoluta immobilità del mare, che però è costantemente in movimento». È questa la grande impresa, «quasi ossessiva» – annoterà il critico Michael Peppiatt – che Guccione ha affrontato quotidianamente. Il rischio sarebbe stato l’astrazione, ma mediante i suoi oli l’artista siciliano recupera la strada della figuratività contemplando la natura.Nel dipingere il mare e il cielo, Guccione è stato attratto, come forza e come colore dall’impercettibile differenza che c’è tra la parte alta dei suoi dipinti dove c’è il cielo e la parte bassa dove c’è il mare al limite della terra. Ne coglieva bene l’essenza già lo scrittore Alberto Moravia che scriveva: «Guccione non illustra figure e situazioni ma cerca anzi di ridurre il più possibile il riferimento illustrativo…si è messo fuori dalla storia, si è tenuto alla passione che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi e a quella soltanto».Il Museo d’arte di Mendrisio celebrerà Guccione esponendo circa 60 opere tra oli e pastelli che hanno per tema il mare e la natura arida dell’estremo lembo della Sicilia orientale a partire dai primi anni settanta fino al 2012. La scelta delle opere è curata da Simone Soldini, direttore Museo d’arte Mendrisio, e dall’Archivio Piero Guccione. Un catalogo di circa 130 pagine, edito dal Museo d’arte Mendrisio, documenterà con fotografie e schede tutte le opere in mostra, introdotte dai contributi di studiosi e curatori.

  • Medici di base, altri tre cambi. Lascia Frusciante

    Medici di base, altri tre cambi. Lascia Frusciante

    Proseguono i tanti cambi sul fronte dei medici di base sul territorio lariano. Dal 1° febbraio è andato in pensione il dottor Luigi Frusciante che operava tra Como, Brunate e Senna Comasco, i suoi assistiti dovranno rivolgersi al medico con incarico provvisorio Pasquale di Paola e non dovranno effettuare nessuna operazione agli sportelli degli Uffici Scelta e Revoca di Asst Lariana.

    E’ stato invece trasferito il dottor Lillo Foti, medico di medicina generale, e dopo il periodo di assistenza garantita con incarico temporaneo dalla dottoressa Chantal Caprani, tra i Comuni di Bene Lario, Colonno, Grandola e Uniti, Griante, Menaggio, Plesio, Sala Comacina, San Siro e Tremezzina prenderà servizio dal 1° marzo il nuovo medico, Andrea Guffanti. Gli assistiti dovranno presentare domanda (anche online) per la scelta del nuovo medico.

    Dal 1° marzo lascia il suo ambulatorio di medicina generale anche la dottoressa Cristina Peverelli che opera tra i Comuni di Como, Brunate e Senna Comasco. Tutti gli assistiti della dottoressa dovranno effettuare la scelta del nuovo medico.

  • «Massacrato di botte per un panino. Sono stato costretto a lasciare Cantù»

    Aula blindata al palazzo di giustizia di Como in occasione dell’udienza di ieri sui presunti fatti di malavita che ruotarono attorno ai locali di piazza Garibaldi a Cantù.Dopo le tensioni della scorsa settimana, con il presidente del Collegio, Valeria Costi, costretta a sgomberare l’aula dopo gli applausi e le urla del pubblico, ieri la situazione è tornata alla normalità. Nell’atrio, a presidiare l’ingresso, c’erano comunque i carabinieri della compagnia di Como e in aula erano presenti uomini della polizia giudiziaria. Anche il pm, Sara Ombra, era scortato. Scene non usuali, nel tribunale lariano, che hanno però permesso all’udienza di procedere senza problemi.Il socio della discotecaA parlare come testimone è stato chiamato un barista poi – dal 2015 – diventato uno dei quattro soci della discoteca “Spazio” in centro a Cantù. «Ma gli episodi di violenza avvenivano soprattutto all’esterno del locale, in piazza», ha tenuto a precisare, toccando poi i temi delle contestazioni. «A Cantù c’era una situazione di disagio, lo sapevano tutti – ha commentato il ragazzo, un 30enne di Carimate – Anche oggi la situazione non è tranquilla, ma almeno non si picchiano più a sangue… dopo gli arresti si è notata la differenza». Gli arresti cui faceva riferimento erano quelli dei ragazzi – definiti dal testimone come «i famosi calabresi» – che sono poi stati colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare perché accusati a vario titolo, di spadroneggiare nei locali della piazza cercando di controllarli con intimidazioni e angherie. Il socio della discoteca ha anche raccontato della gambizzazione di un buttafuori, che era il nipote del boss della famiglia Muscatello. «Si mise a gridare, “andate via”… aveva capito che stava succedendo qualcosa. Non vidi quello che accadde, stavo scappando». Una settimana prima all’interno della discoteca «era volato di tutto, tavolini, sedie e bicchieri». Episodi che per l’Antimafia sarebbero collegati. «Mentre ero in Spagna – ha proseguito il testimone – mi dissero che un ragazzo era stato ferito con un fucile a canne mozze a ridosso della piazza. Non nego che un po’ di timore nel riaprire il locale l’avevo». E sulle consumazioni non pagate da una parte degli indagati: «Il mio socio mi disse che era meglio qualche consumazione non pagata che avere problemi». Gli stessi soci che, commentando al telefono la notizia degli arresti, dicevano: «Finalmente hanno portato via un po’ di gente, speriamo ci siano dentro quei “tamarri” che passano da noi».Il ristoranteIn apertura di giornata a testimoniare si era seduto il titolare della licenza di un ristorante vicino alla piazza frequentato dal gruppo di indagati. Deposizione «molto diversa dalle dichiarazioni che erano state fatte ai carabinieri», ha tenuto a precisare il pm che ha poi chiesto al Collegio di acquisire i verbali raccolti in fase di indagine, ritenendo il teste intimorito e spaventato. Il pm ha anche depositato una relazione sempre dei carabinieri in cui l’uomo, che già alla scorsa udienza non si era presentato, avrebbe affermato ai militari: «Io vengo lì e mi faccio ammazzare dai calabresi? Cosa devo dire che non c’ero mai? Lei li conosce meglio di me brigadiere, non glielo devo dire io…». Il collegio – su questa richiesta dell’accusa – si è riservato di decidere.I 47 giorni di prognosiToni forti nella deposizione di un ulteriore testimone, un ragazzo dominicano di 29 anni ora trasferito a Lecco dopo i fatti che lo videro suo malgrado protagonista: «Quando uscii dall’ospedale (con 47 giorni di prognosi, ndr) mi consigliarono di non tornare a Cantù dai miei genitori». «Stavo aspettando un panino, mi colpirono con un pugno in faccia e persi i sensi. Erano in tanti, almeno 8. Finii al Sant’Anna con la mandibola rotta, mi operarono e porto ancora delle placche. Dicevano: “Da noi in Calabria si fa così”, ma non è vero, e lo so perché ho un padrino calabrese».

  • Mariano Comense, è ancora gravissimo il giovane  caduto dal tetto mentre faceva parkour

    Mariano Comense, è ancora gravissimo il giovane caduto dal tetto mentre faceva parkour

    Ore di angoscia e di attesa per i familiari e gli amici del 16enne di Mariano Comense ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Sant’Anna dopo essere caduto ieri pomeriggio dal tetto di un capannone di via Sant’Ambrogio, sul quale era salito per dedicarsi al parkour. Il ragazzo è in rianimazione e la prognosi resta riservata, senza particolari variazioni rispetto a ieri.I carabinieri della compagnia di Cantù coordinano le indagini. La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento, ma sembra che l’adolescente fosse salito sul tetto per esercitarsi con salti e acrobazie. Forse durante un salto o un passaggio da un punto all’altro, il 16enne avrebbe sfondato un lucernario del tetto, cadendo all’interno del capannone. Il ragazzo è precipitato nel vuoto da un’altezza di circa 6 metri e nell’impatto ha riportato ferite e traumi gravissimi.

    A Mariano sono intervenute l’ambulanza e l’automedica del 118 ed è stato poi chiesto l’intervento dell’elisoccorso. In via Sant’Ambrogio anche i vigili del fuoco e i carabinieri della tenenza cittadina e della compagnia di Cantù.

    Proseguono gli accertamenti dei carabinieri per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente e sull’eventuale coinvolgimento di altri ragazzi.

  • Mannheimer parla di elezioni europee al Sociale

    Mannheimer parla di elezioni europee al Sociale

    Il noto sondaggista e analista delle tendenze elettorali, Renato Mannheimer sarà ospite mercoledì della conviviale del Soroptimist Como.Nel corso della conviviale, in programma nella Sala Bianca del Teatro Sociale di Como, Mannheimer, personaggio notissimo per le sue partecipazioni ai maggiori talk show della politica, da Porta a Porta ai programmi della “7”, nel recente passato anche sondaggista del Corriere della Sera e del Giornale, parlerà di “Europa ed elezioni europee”.

    La serata si apre alle 19.45 con il benvenuto della presidente del Soroptimist l’imprenditrice Simona Roveda.

  • Maltrattamenti in famiglia: 32enne tunisino portato in carcere

    Maltrattamenti in famiglia: 32enne tunisino portato in carcere

    Un uomo arrestato per maltrattamenti in famiglia dopo che la moglie aveva chiamato il 112 per chiedere aiuto. In manette è finito un 32enne tunisino residente in provincia di Como. Sul posto i carabinieri di Turate hanno trovato l’uomo in evidente stato di ebbrezza e la moglie, che era stata appena colpita da un pugno, sanguinante sul pavimento. La donna è stata soccorsa e portata all’ospedale di Cantù per le cure del caso. Il 32enne è stato trasferito al carcere del Bassone.