Venerdì, al Tavolo per la competitività della provincia di Como, il presidente della Regione Attilio Fontana e l’assessore lombardo ai Trasporti Claudia Maria Terzi hanno lanciato l’allarme: il progetto della variante della Tremezzina dev’essere completato subito, altrimenti si rischia di perdere il finanziamento statale di 220 milioni di euro. Panico. E dichiarazioni a valanga sulla necessità di evitare questo clamoroso autogol, che vedrebbe ancora una volta la terra lariana uscire sconfitta da una partita nazionale.Il giorno dopo le parole preoccupate degli esponenti del governo regionale logica avrebbe voluto che al coro si aggiungesse anche il sindaco di Tremezzina, l’ex deputato Pd Mauro Guerra, probabilmente l’artefice principale della variante.Ma la reazione di Guerra è stata diversa. Nessuna polemica, «come forse qualcuno vorrebbe», dice. Ma un’indicazione di metodo. Condita con un’osservazione – questa sì tutta politica – sui motivi che stanno alla base di quanto sta succedendo.«Ormai siamo arrivati alla fine di un percorso che è stato lungo, complicato e tortuoso. Bisogna soltanto completarlo. Ovvio, chiediamo ai tecnici e ai dirigenti dell’Anas di concludere la progettazione esecutiva e di pubblicare il bando prima possibile. Ma se serve un minuto in più oltre la scadenza del 2018, la politica non deve lanciare allarmi. Deve agire».Guerra è molto chiaro: «Si faccia una proroga. E tutto è risolto. Sempre che non vogliano mettere i soldi da un’altra parte. Perché in quel caso il discorso, ovviamente, cambia».Il sindaco di Tremezzina ricorda come i 220 milioni di euro stanziati per la variante della Tremezzina nella legge obiettivo dovessero essere “spesi” entro il 2017.«Il ministro Graziano Delrio, con decreto, prorogò quel termine di un anno a causa della necessità di rivedere il progetto. Adesso si può fare la stessa cosa. L’Anas ha ormai praticamente concluso l’iter della progettazione. Se non sarà dicembre, sarà gennaio. Gli allarmi non servono. Basta una proroga».Se tutti sono concordi sulla necessità di realizzare la variante, sembra sottolineare l’ex deputato Pd, non c’è alcun bisogno di creare ulteriori problemi. «Non serve metterla in polemica – aggiunge Guerra – ma chi governa ha il dovere di agire, non di commentare i ritardi altrui».Una volta concluso il progetto esecutivo, l’ente strade potrà procedere con l’appalto dei lavori. I tempi sono già stati calcolati: tra 6 e 9 mesi per l’aggiudicazione, quindi 1 o 2 mesi per la verifica delle offerte e la cantierizzazione. Anche con il ritardo di cui si è parlato al Tavolo per la competitività, i lavori della variante potrebbero partire all’inizio del 2020.Il territorio si mobilitaIntanto, mercoledì prossimo il presidente della Comunità montana intelvese, Ferruccio Rigola, ha convocato un direttivo per prendere una posizione ufficiale sulla questione. «La variante è una necessità, non una questione di appartenenza politica – dice Rigola – noi lo vediamo tutti i giorni viaggiando sulla Regina. Prenderemo posizione per far capire che costruire la variante non è importante ma indispensabile. Soprattutto se vogliamo che la gente viva meglio, il turismo cresca e il territorio non torni indietro di 50 anni».
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Il sindaco di Como: «L’assessore Pettignano si dimetta»
«Sarebbe meglio che nelle prossime ore l’assessoreFrancesco Pettignanosi dimettesse».
Il sindaco di Como,Mario Landriscina, intervistato stasera in diretta suEtv, ha annunciato un’imminente verifica interna alla maggioranza e ha chiesto in modo esplicito all’assessore uscito da Forza Italia di lasciare il suo incarico.
Approfondimenti e analisi domani sulCorriere di Comoche dedica tre pagine alla crisi di Palazzo Cernezzi.
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Il Setificio si racconta con una mostra
Proseguono gli eventi per celebrare l’anniversario dell’istituto Paolo Carcano – Setificio (foto) a 150 anni dell’apertura. Sabato 3 novembre alle 18 nell’ex chiesa di San Pietro in Atrio in via Odescalchi a Como aprirà una mostra fotografica con gli scatti degli allievi che sono stati guidati nel percorso dal fotografo comasco Gin Angri e coordinati dagli insegnanti di Grafica e Comunicazione.
Ai ragazzi è stato chiesto di raccontare con le immagini e la propria creatività una giornata ordinaria all’interno dell’istituto. Un diario in pubblico informa di immagine, un film che racconta la vita quotidiana nell’istituto.
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Il romanzo giallo di Simona Bennardo in via Milano
Ansie e manie sul lettino della psicologa, che diventano – complici drammi familiari, pillole antidepressive, memorie sopite e rapporti parentali non lineari, ossa di un grande scheletro fatto di azione e soprattutto suspense: stavolta chi sarà il colpevole, e che movente ha?Il primo indizio del giallo della comasca Simona BennardoLa vendetta mi renderà feliceedito lo scorso novembre da “Il Seme Bianco” di Roma è una breve nota, in gergo giornalistico una flash, che la protagonista legge sul “Corriere di Como”, il nostro quotidiano.È l’avviso della prossima conferenza – siamo nel 2007 – di un celebre psicologo che parlerà dei ferri del proprio mestiere in biblioteca. Psicologa e psicoterapeuta è la stessa autrice, che giovedì presenta il libro alle 19 nello spazio espositivo “L’Arte” in via Milano 202 a Como. Con lei Andrea Di Gregorio (docente di scrittura che firma la postfazione), Beatrice Canton, la concorrente comasca diBake Off Italiae le artiste Simona Doneda e Sharon Cassisi.Protagonista di questa storia gialla molto femminile – la copertina è veridica solo in parte: in gioco ci sono più i neuroni che gli sprizzi di sangue – è Susanna Sogni, appunto psicologa come Simona (e il cognome è già tutto un programma). La sua vita di professionista single che pratica sul placido lago di Como, città dove la storia è ambientata, svolta decisamente quando nel suo studio viene trovata morta l’anziana proprietaria dell’appartamento.Fra arresti, inseguimenti e fughe rocambolesche, l’inchiesta sarà soprattutto un viaggio nelle circonvoluzioni della mente umana. È nata un nuova autrice che sa avvincere il lettore con una eroina noir credibile perché umana, fragile, tridimensionale e meritevole di serialità: la attendiamo alla prova del fuoco del giallo bis.
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Il ritorno del detective svizzero Contini
Ci ha insegnato da anni a guardare alla Svizzera in modo diverso, attraverso i suoi gialli divertenti, ironici e a volte anche malinconici. Ma, soprattutto, sempre capaci di far pensare il lettore, ed è forse per questo che restano dentro a lungo, non si fanno consumare come un bene effimero, di puro intrattenimento.
Lo scrittore ticinese Andrea Fazioli torna finalmente il prossimo settembre, sempre per i tipi della milanese Guanda, a raccontare l’altra faccia della confederazione rossocrociata, e in particolare del Canton Ticino. Lo fa con il suo alter ego e protagonista preferito, il detective davvero sui generis Elia Contini. Il titolo della sua nuova avventura saràGli svizzeri muoiono felici.
L’editore Casagrande ha appena pubblicato il suo nuovo libroSuccede sempre qualcosache è una raccolta di racconti, reportage narrativi e divagazioni mentre per l’editore Tea, è uscito da poco il romanzoL’arte del fallimentoin edizione tascabile (la prima edizione Guanda risale al 2016.
Cosa succede se un narratore decide di recarsi, una volta al mese e per un anno intero, in un’anonima piazzetta di periferia? E se la temuta responsabile del personale di una grande azienda licenzia un giovane appassionato di tigri? Come si sopravvive a una discesa negli inferi del celebre Carnevale di Bellinzona o a una spedizione nel centro commerciale più grande d’Europa?
Forse per uno scrittore, come per ogni autentico lettore, il regno del possibile e il mondo reale sono più vicini di quanto si tenda a credere. Così, nei racconti che compongono il nuovo libro realtà e finzione convivono felicemente, e può capitare che un personaggio inventato sia più vero di un io narrante di nome Andrea. Ciò che importa, dopo tutto, sono la freschezza delle loro voci e la commovente imponderabilità dei loro destini.
Andrea Fazioli ha pubblicato per l’editore Guanda ancheIl giudice e la rondine(2014),Uno splendido inganno(2013),La sparizione(2010, premio La Fenice Europa),Come rapinare una banca svizzera(2009) eL’uomo senza casa(2008, Premio Stresa, premio Selezione Comisso). Per l’editore Dadò ha pubblicato nel 2005Chi muore si rivede. Per le edizioni San PaoloLa beata analfabeta(2016). In edizione tascabile, i suoi romanzi sono offerti dalla casa editriceTEA. Del 2015 è l’opera teatraleTeoria e pratica della rapina in banca, mentre nel 2014 ha sceneggiato la web serieNotte noir(premiata al Roma Web Fest e all’Efebo d’Oro di Palermo). Le sue opere sono tradotte in varie lingue. Nel 2017 il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito, per la sua opera letteraria, l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia.
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Il rapimento di Aldo Moro: un intrigo internazionale che coinvolge il Comasco
Affiorano risvolti comaschi nella vicenda del rapimento di Aldo Moro, sequestrato dalle Brigate Rosse a Roma in via Fani il 16 marzo 1978 con lo sterminio della sua scorta, ucciso dopo cinquantacinque giorni di prigionia e il cui corpo fu fatto ritrovare in via Caetani all’interno del bagagliaio di una Renault rossa. Due elementi che collegano al Lario quei tragici fatti emergono dal recente libro “Moro il caso non è chiuso. La verità non detta” (ed. Lindau), scritto a quattro mani dalla giornalista Maria Antonietta Calabrò e da Giuseppe Fioroni, docente universitario ed ex ministro. Il volume dà conto di quanto emerso dal lavoro della nuova Commissione d’inchiesta Moro 2.Soldi fascettati da Tel AvivMolti aspetti sono inediti e aprono scenari sconcertanti. I riferimenti al territorio comasco aggiungono, da un lato, particolari a ciò che già si sapeva e di cui questo giornale ha scritto anche nello scorso mese di marzo, in occasione del quarantennale dell’agguato allo statista Dc; dall’altro accennano invece a una novità assoluta.Si sapeva che un prete comasco, monsignor Cesare Curioni, nativo di Asso nel Triangolo Lariano dove spesso tornava, all’epoca Superiore generale dei cappellani carcerari d’Italia, era stato incaricato direttamente dall’allora pontefice Paolo VI di esplorare ogni via utile per salvare la vita dell’uomo politico che era anche amico personale del Papa. Si disse che il Vaticano mise a disposizione di don Cesare una somma di svariati miliardi di lire per tentare un riscatto dell’ostaggio. Nel libro si racconta quanto ha dichiarato nello scorso mese di dicembre alla Commissione Moro 2 monsignor Fabio Fabbri, che fu braccio destro di Curioni deceduto nel 1996. «I soldi recavano la fascetta di una banca estera, precisamente israeliana, di Tel Aviv», ha rivelato Fabbri.Una montagnetta alta mezzo metroLo stesso aiutante del sacerdote di Asso ha aggiunto: «Il denaro era in una sala della residenza di Castel Gandolfo, ricordo sotto una coperta di ciniglia azzurra, e mi fu mostrato direttamente dal Santo Padre, era una bella montagnetta alta almeno mezzo metro. Questa somma, a quanto mi riferì don Curioni, fu ottenuta grazie all’impegno personale di un imprenditore israeliano».Curioni attivò molteplici contatti, sia con brigatisti in carcere sia con un misterioso intermediario e gli incontri del prelato di Asso con quest’ultimo avvenivano almeno una volta alla settimana, quasi sempre a Napoli. Fino alla sera del 6 maggio, quando monsignor Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI, ricevette a Castel Gandolfo una telefonata, sbiancò in volto e disse che tutto era andato a monte. Lo stesso Curioni, secondo Gianni Gennari, all’epoca dei fatti sacerdote e assistente spirituale del segretario della Dc Benigno Zaccagnini, avrebbe confidato di aver anche partecipato materialmente alla stesura della lettera del Papa “agli uomini delle Brigate Rosse”.Le carte d’identità rubate a SalaLa novità assoluta che emerge dal libro è però un’altra e riguarda il furto di uno stock di moduli in bianco di carte d’identità rubati nel 1972 a Sala Comacina. Ebbene, due di quei moduli furono ritrovati nell’aprile del 1978 nel famoso covo Br di via Gradoli frequentato da Mario Moretti e da Barbara Balzerani. E un altro risultò essere stato utilizzato per la carta d’identità falsa di Elisabeth von Dyck, che faceva parte dell’organizzazione terroristica tedesca Raf. Gli autori del libro ipotizzano che la terrorista tedesca uccisa a Norimberga il 4 maggio 1979 durante un conflitto a fuoco con la polizia aveva una carta d’identità italiana perché questa le era servita per entrare nel nostro Paese. “Era lei – si chiedono – la donna che è stata vista in via Fani da almeno tre testimoni?”.Dunque il caso davvero non è chiuso e vengono svelati risvolti che tendono a farne un giallo non solo italiano, un intrigo internazionale. Como ne è toccata in più modi.
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Calendari 2019: Il Rally Aci Como-Etv esce dal Tricolore Wrc e diventa finale nazionale Acisport Cup
Il Rally Aci Como-Etv esce dal Campionato italiano Wrc (al suo posto il Rally di Alba); nel 2019 sarà finale nazionale della nuova serie Acisport Cup Italia. Una decisione che era attesa – il turn-over con la corsa piemontese doveva in realtà già avvenire nel 2018 – e che ora è stata confermata dalla riunione della Giunta Sportiva della federazione Acisport, che ha comunicato le linee guida per la prossima stagione, che riguardano tutti i campionati.
CAMPIONATO ITALIANO RALLY– Il format del CIR 2019 si svilupperà su 8 gare, che metteranno a disposizione 9 risultati, dei quali 7 utili. La prossima stagione sarà segnata in particolare dal rientro nel calendario del Rally Italia Sardegna. La gara valida per il Fia World Rally Championship torna infatti ad avere validità anche per la serie tricolore e si disputerà all’interno della prova iridata. L’appuntamento in Sardegna sarà articolato su Gara 1 e Gara 2 e metterà quindi a disposizione 2 risultati. Una novità è poi rappresentata dall’inserimento tra le gare titolate del CIR del Rally del Friuli Venezia Giulia e del Tuscan Rewind (subordinato al rapporto ispettivo positivo, successivo al prossimo svolgimento della gara in programma per il 24/25 novembre).
CAMPIONATO ITALIANO RALLY TERRA– Cambia il format che si articolerà su 4 gare in calendario, che metteranno a disposizione 5 risultati, dei quali 3 utili. Il Rally Italia Sardegna avrà validità anche per il Cirt, con la stessa formula del Cir: Gara 1 e Gara 2, quindi 2 risultati. Escono dalla serie il Rally dei Nuraghi e Vermentino e il Liburna Terra.
CAMPIONATO ITALIANO WRC– Il format rimane pressoché invariato, mantenendo 6 gare con 5 risultati utili. Entra nel CIWRC il Rally Alba in sostituzione del Trofeo Aci Como (che diventa finale nazionale Acisport Cup Italia) e il Rally Elba, proveniente dal Cir.
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Il punto in serie D. Poker azzurro, ma il Mantova non perde colpi
Meno uno. Poi sarà davvero tempo di un primo bilancio, visto che il girone B è ad una giornata dalla conclusione della fase di andata.Il Como si trova al secondo posto a 2 punti dal Mantova e nel girone di ritorno disputerà allo stadio Sinigaglia lo scontro diretto.L’ultimo turno di campionato non ha portato variazioni; mentre i virgiliani hanno superato il Sondrio, gli uomini di mister Marco Banchini si sono imposti sul campo della Virtus Bergamo. Tre punti che valgono molto, contro una formazione molto determinata, che fino all’ultimo ha fatto faticare gli ospiti.Dato positivo, il terzo successo in altrettante gare disputate in otto giorni, ed il quarto consecutivo (1-0 con Caravaggio, 0-1 a Sondrio, 3-1 con il Villafranca, 0-2 domenica ad Alzano).Ma l’attenzione è già sulla prossima gara, perché al Sinigaglia è attesa la terza della classe, la Caronnese, la squadra varesina che nello scorso campionato contese ai lariani e al Gozzano il primo posto finale.Il Mantova guida con 41 punti, il Como è a quota 39, la Caronnese a 36.«Tutti stiamo rispondendo bene – dice Simone Dell’Agnello, autore della prima rete nel match con la Virtus, la seconda è stata di Federico Gentile – Dobbiamo continuare così perché è un torneo in cui si lotterà fino all’ultima giornata. Dobbiamo continuare a vincere, a partire dalla prossima partita con la Caronnese; un avversario forte e determinato. Ma noi non possiamo permetterci passi falsi, anche perché siamo ancora secondi e il nostro obiettivo è chiudere primi».«Le indicazioni dell’ultimo match sono state positive – aggiunge l’allenatore Marco Banchini – Sul campo di Alzano ho visto una squadra che, al di là di organizzazione, aggressività e qualità, ha messo sul campo il cuore. I ragazzi hanno dimostrato di crederci e di meritare un successo voluto, come piace dire a me, a tutti i costi».
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Il primo incontro del Tavolo della Legalità
Nella Sala Stemmi del Comune di Como, si è svolto il primo Tavolo della Legalità.
Il Tavolo della Legalità, istituito in seguito alla delibera di giunta di Palazzo Cernezzi sull’intitolazione della Biblioteca comunale al Giudice Paolo Borsellino, si pone l’obiettivo di ampliare il dibattito sul tema della legalità, della trasparenza, dell’anti corruzione e del contrasto al fenomeno delle mafie nel nostro territorio.
«E’ indispensabile partire da una riflessione su questi temi che coinvolga tanto le istituzioni, quanto le associazioni che, con costanza e molte energie, operano sul nostro territorio – dichiara il vicesindaco Alessandra Locatelli – Possiamo fare di più come amministrazione perché, come ha ben detto il prefetto di Como e come hanno ben sottolineato alcuni consiglieri comunali presenti all’incontro, è proprio quando tutto sembra silenzioso che la mafia si infiltra e si annida, per operare indisturbata fintanto che qualcuno non inizia a porsi dei dubbi».
All’incontro ha partecipato il prefetto di Como Ignazio Coccia che ha approfondito il tema delle indagini portando significativi esempi ed esperienze personali, e spronando l’amministrazione a fare sempre di più.
Erano presenti le seguenti associazioni con i loro rappresentanti:
– Libera Como – Stefano Tosetti– Circolo Ilaria Alpi – Roberto Fumagalli– Fondazione San Francesco – Giuseppe Madonia e Claudio Ramacini
Hanno partecipato i consiglieri comunali Andrea Valeri, Ivan Noseda, Alessandro Molteni, Fabio Aleotti, Patrizia Lissi, Patrizia Maesani, Vittorio Nessi, Fulvio Anzaldo, Alessandra Bonduri.
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Il presidio della Lega a Cantù. Molteni: «Moschee abusive ed illegali»
Il presidio della Lega in via Milano
Presidio della Lega questa mattina a Cantù, in via Milano, per protestare contro quella che il Carroccio definisce una «moschea abusiva». Il riferimento è al capannone acquistato dall’associazione islamica Assalam. Qui viene celebrato il Ramadan, con una ratifica ufficiale del Tar: contro questa decisione si oppone fermamente il Carroccio, che ieri è stato attivo nel territorio con i suoi gazebo dedicati all’approvazione o meno del contratto di governo con il Movimento 5 Stelle.
Al presidio ha partecipato Nicola Molteni, deputato canturino e presidente della Commissione Speciale, che ha già annunciato un’interrogazione parlamentare per impedire che il capannone sia usato come moschea. «Credo che la sentenza sia gravissima – ha detto il parlamentare – perché legittima e autorizza a svolgere il culto islamico in un luogo che dovrebbe essere una attività produttiva».
«Parliamo di moschea abusiva – ha aggiunto Molteni – perché si tratta di una violazione alle regole regionali e delle destinazioni urbanistiche del Comune di Cantù». L’onorevole della Lega ha poi fatto una considerazione più generale. «Il Comasco è già un territorio a rischio – ha spiegato – A Fenegrò sono stati arrestati due presunti terroristi e in città c’è stata una inchiesta che ha portato allo smantellamento di una cellula che mandava finanziamenti in Siria».
«Autorizzare un ulteriore luogo di culto in una fase in cui questi centri diventano anche riferimenti di proselitismo e radicalizzazione rappresenta un grande pericolo per il nostro territorio», ha sottolineato ancora Molteni. «Fino a quando le comunità islamiche – ha concluso – non sottoscriveranno l’intesa con lo Stato italiano accettandone le regole, i principi e i valori costituzionali, non ci può essere spazio per queste moschee che, lo ribadisco, sono luoghi abusivi e illegali».