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  • Mondiali di scherma, Arianna Errigo  crolla in semifinale: è bronzo

    Mondiali di scherma, Arianna Errigo crolla in semifinale: è bronzo

    Alla fine tornerà a casa con la medaglia di bronzo nella gara individuale di fioretto femminile, anche se per Arianna Errigo le aspettative erano sicuramente differenti. Ma un clamoroso crollo in semifinale dell’atleta cresciuta nella Comense ha spento le sue ambizioni. Ai Mondiali di scherma di Wuxi, in Cina,  l’azzurra ha conquistato, appunto, la semifinale dove però è stata sconfitta nettamente dalla francese Ysaora Thibus per 15-2. Decisivo un parziale iniziale di ben 10-0 per la transalpina, con l’ex nerostellata che poi non è più riuscita a recuperare. “Ero partita bene e con buone sensazioni – ha commentato Errigo – Mi accontento di un bronzo che al momento ha un sapore davvero amaro”.

    Per l’Italia la gara è stata comunque trionfale, visto che l’oro  è stato vinto dalla senese Alice Volpi, che in finale ha avuto la meglio per 15-12 proprio contro Thibus. Il fioretto femminile termina quindi con un oro, Volpi, e un bronzo, Errigo. Medaglie che si aggiungono all’altro oro della friulana Mara Navarria nella spada.

  • Mondiali di ciclismo in Austria. Il comasco Fancellu punta a un ruolo da protagonista

    Mondiali di ciclismo in Austria. Il comasco Fancellu punta a un ruolo da protagonista

    Conto alla rovescia per Alessandro Fancellu: il 18enne di Binago, portacolori del Club Ciclistico Canturino domani sarà infatti in gara ai Mondiali di ciclismo di Innsbruck, in Austria, nella gara degli Juniores.La prova in linea si disputa sulla distanza di 134 chilometri, con partenza alle 14.10.La squadra azzurra schiera sei atleti. Oltre a Fancellu saranno al via Gabriele Benedetti, Marco Frigo, Andrea Piccolo, Samuele Rubino e Antonio Tiberi.Fancellu arriva in buona condizioni di forma e con la “benedizione” del grande Gianni Motta, l’ex corridore che pochi giorni fa, ospite a Como, lo ha incontrato in una delle serate organizzate in vista dell’arrivo in città a Como del Giro di Lombardia che si disputa il 13 ottobre.C’è peraltro un segnale incoraggiante in vista della gara di domani. Ieri, nella prova Juniores a cronometro, per l’Italia è arrivato il bronzo di Andrea Piccolo, corridore che in questa stagione ha spesso battagliato con il portacolori del Canturino, finendo anche alla sue spalle.Non è un caso che domani mattina presto da Cantù parta un pullman con i dirigenti della società brianzola, capitanata dal presidente Paolo Frigerio, e tanti appassionati pronti a incoraggiare il 18enne atleta di Binago.«Nel ciclismo, si sa, nulla è scontato – spiega il presidente Frigerio – ma non nascondiamo l’entusiasmo per questa avventura mondiale. Siamo pronti a partire per Innsbruck con la convinzione che Alessandro possa rivestire un ruolo da protagonista».Fancellu è un passista-scalatore, che non ha un grande spunto nel finale, ma che in questa stagione ha saputo vincere gara con azioni di forza e fughe.Caratteristiche che potrebbero essere adatte al circuito della città austriaca, definito tra i più difficili dei Mondiali in tempi recenti. Poi, come sempre, molto dipenderà dall’evoluzione della corsa e dalle strategie delle varie squadre.

  • Mondiali di ciclismo. Alessandro Fancellu convocato per la gara Juniores

    Mondiali di ciclismo. Alessandro Fancellu convocato per la gara Juniores

    Chiamata azzurra per Alessandro Fancellu: il 18enne di Binago, portacolori del Club Ciclistico Canturino sarà infatti in gara ai Mondiali di ciclismo di Innsbruck, in Austria, nella gara degli Juniores.La prova in linea è in programma giovedì 27 settembre sulla distanza di 134 chilometri, con partenza alle 14.10.La squadra azzurra schiera sei atleti. Oltre a Fancellu saranno al via Gabriele Benedetti, Marco Frigo, Andrea Piccolo, Samuele Rubino e Antonio Tiberi.

  • Mondiali di canottaggio: storico successo del comasco Mondelli. Ruta d’argento

    Mondiali di canottaggio: storico successo del comasco Mondelli. Ruta d’argento

    Mattinata densa di soddisfazioni per lo sport lariano, con allori iridati che hanno fatto da contraltare alla negativa vicenda del Como, che non ha ottenuto il ripescaggio in serie C. Ma per fortuna c’è chi con impegno e perseveranza riesce a ottenere risultati di spicco. La menzione d’obbligo è per gli azzurri del canottaggio. Ai Mondiali di Plovdiv, in Bulgaria, sono infatti arrivati l’oro del cernobbiese Filippo Mondelli (portacolori della Canottieri Moltrasio e Fiamme Gialle) e l’argento di Pietro Ruta (Fiamme Oro, cresciuto e lanciato dalla Canottieri Menaggio).

    Lo storico successo di Mondelli è arrivato nella gara del “Quattro di coppia senior maschile”. A fianco del comasco Andrea Panizza (Fiamme Gialle-Moto Guzzi), Luca Rambaldi (Fiamme Gialle) e Giacomo Gentili (Fiamme Gialle-Bissolati). Una gara in cui la partenza migliore è stata dell’Ucraina, ma con l’Italia che è passata al contrattacco dopo il primo intertempo e di fatto ha rintuzzato gli attacchi degli avversari (Olanda in particolare) fino al traguardo. Per Mondelli e i compagni di squadra una finale strepitoso, senza concessioni altri contendenti.

    Ma di assoluto rilievo è anche l’argento del “Doppio pesi leggeri maschile” (si sta pur sempre parlando di barche olimpiche). Per il lariano Pietro Ruta e Stefano Oppo (Gruppo Sportivo Carabinieri) è stata battaglia dall’inizio alla fine e hanno ceduto solo nel finale all’armo composto da Gary O’Donovan e Paul O’Donovan.

  • Mondelli campione del mondo: Cernobbio prepara i festeggiamenti

    Cernobbio festeggia Filippo Mondelli, il suo campione iridato. Reduce dal successo ai Mondiali in Bulgaria, l’atleta comasco mercoledì alle 19.45 è atteso a Villa Bernasconi in una cerimonia voluta dal sindaco Marco Monti e condivisa dalla Canottieri Moltrasio, la società in cui Mondelli è cresciuto e che lo ha lanciato ad alti livelli.È stata una impresa storica, quella di Mondelli – tesserato per Moltrasio e Fiamme Gialle – e dei compagni del “Quattro di coppia Senior maschile”, che ha contribuito a far chiudere al primo posto l’Italia nel medagliere assoluto per nazioni. In Bulgaria per il Lario è giunto anche un prestigioso argento per Pietro Ruta (con Stefano Oppo) nel “Doppio Pesi leggeri”.

  • Molto attenti ai diritti, pochissimo ai doveri

    Molto attenti ai diritti, pochissimo ai doveri

    di Giorgio Civati

    La pace fiscale? Un risultato sembra averlo già ottenuto, ed è che sono in molti, in previsione della novità, ad avere quanto meno sospeso i pagamenti. Gira voce, infatti, che una posizione diffusa tra gli italiani sia quella di aspettare sperando in colpi di spugna, agevolazioni, sconti. Una voce che gira nelle chiacchiere al bar o al supermercato ma anche tra gli addetti ai lavori. Qualche dipendente dell’Agenzia delle Entrate, anche a Como, dai contribuenti in fase di trattativa per definire tasse pregresse e mancati pagamenti si è sentito dire più o meno: adesso non pago, magari fra qualche settimana lo Stato mi cancella tutto, o mi chiede al massimo un quarto della cifra.

    Il condono dell’attuale governo  – chiediamo scusa, ci dicono che va chiamato pace fiscale ma ci viene difficile… – avrebbe insomma addirittura rallentato le entrate. Esattamente il contrario di quanto Salvini e Di Maio si aspettavano. Tralasciando di valutare l’opportunità o meno di una simile iniziativa, dimenticando per questa volta norme e cavilli, soglie e paletti vari, resta una considerazione che merita di essere fatta. Non su questo o quel governo, ma su di noi. Su quelle chiacchiere magari da bar che però nascondono, anzi evidenziano, un atteggiamento tutto furbesco, una coscienza sociale pari a zero, un modo di intendere lo Stato sempre e comunque come “altro”, da fregare se possibile.

    Siamo, mediamente, attentissimi ai nostri diritti e poco o niente ai doveri. Siamo pronti a chiedere, spesso a pretendere, qualche volta magari anche a scambiare un voto con una agevolazione qualunque. Se è vero, e ci pare probabile, verosimile, che al solo annuncio di una qualche forma di condono parecchi si autosospendono tasse e tributi in attesa di offerte speciali, sconti e ribassi, allora non è solo una certa classe politica che non va. Non è solo il fisco esoso e contorto a non funzionare. Siamo anche noi, se non tutti una buona parte di noi.

    Sarà una storia di dominazioni straniere e un’unità d’Italia tutto sommato recente. Sarà che questo nostro Stato come contribuenti ci ha spremuto, gabbato, sfruttato in cambio di servizi spesso schifosetti. Sarà tutto questo e molto altro ancora, ma un popolo senza coscienza civile, senza senso di appartenenza e di responsabilità, va poco lontano. Le critiche al sistema restano tutte valide: la burocrazia strangola, le tasse sono esagerate, lo Stato fa acqua da tutte le parti. Eppure, a fronte di questa situazione, un po’ di colpa è anche nostra.

    Si dice che i governanti siano l’espressione del popolo che li ha votati. Beh, forse se nella storia della Repubblica abbiamo avuto pochi statisti e tanti politicanti, qualche colpa è di chi, tra noi, di fronte a un regalino sbandierato sotto il naso – oggi il condono, ieri magari l’assunzione in qualche ente pubblico – dimentica doveri e responsabilità e passa all’incasso.

  • Molteni: “Campo profughi di via Regina chiuso entro fine anno”

    Molteni: “Campo profughi di via Regina chiuso entro fine anno”

    Si è tenuta oggi al Viminale una riunione, presieduta dal Sottosegretario canturino, Nicola Molteni, sul centro per migranti di Como di Via Regina.Alla riunione hanno partecipato il Capo dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, il prefetto di Como Ignazio Coccia, il sindaco di Como, Mario Landriscina, e il vicesindaco Alessandra Locatelli.

    “Nel corso dell’incontro – si legge nella nota diffusa dalla Lega – si è concordato di procedere alla chiusura del centro migranti di via Regina e di non rinnovare il contratto di gestione dei servizi in scadenza il prossimo 31 dicembre, tenuto conto che non sussistono più le esigenze di interesse pubblico al mantenimento della struttura essendo fortemente diminuiti gli sbarchi e ridotto sensibilmente il numero dei respingimenti dalla Svizzera. Sarà quindi attivato un percorso condiviso con gli Enti istituzionali per la progressiva dismissione del centro che avverrà entro la fine dell’anno”.

  • Molestie ai giardini: due le violenze contestate. Domani l’interrogatorio

    Molestie ai giardini: due le violenze contestate. Domani l’interrogatorio

    Si terrà domani nel carcere del Bassone l’interrogatorio del 21enne del Gambia accusato di violenza sessuale e tentato furto per aver aggredito due turiste tedesche che passeggiavano (con un’altra amica che non ha subito molestie) nell’area tra la diga foranea e il Tempio Voltiano. Fatto sconcertante avvenuto in piena luce, ovvero nel tardo pomeriggio di mercoledì.

    Rispetto a quanto emerso in un primo momento, tra l’altro, gli episodi di violenza (palpeggiamenti nelle parti intime) sarebbero due e non uno solo. Anche la seconda turista tedesca sarebbe stata presa di mira. Una aggressione che ha provato le vittime, impaurite e in lacrime per quanto accaduto.

    Una scena cui avrebbe assistito anche una donna italiana che avrebbe già raccontato nel dettaglio quanto avvenuto. Le sue parole – assieme ai racconti delle tre turiste – sono contenute nel fascicolo ora in Procura e che porterà oggi, come detto, all’interrogatorio dell’arrestato da parte del giudice delle indagini preliminari di Como.

  • Molestie a una bimba di soli 4 anni: la Procura chiede il processo

    È accusato di aver molestato una bambina di appena 4 anni, figlia di amici dei tempi dell’università. In arresto, nei mesi scorsi, era finito un 50enne del Bresciano. Manette che erano state messe ai suoi polsi dopo una indagine della squadra Mobile di Como coordinata dal pm Daniela Moroni.

    Ora, quella bruttissima storia arriverà davanti a un giudice nel processo con rito Immediato chiesto dalla pubblica accusa. L’appuntamento è per pochi giorni prima di Natale. Nell’ottobre del 2017 un padre e una madre si erano presentati in Questura per raccontare cosa stava avvenendo. Da tempo si vedevano con una coppia di amici della provincia di Brescia, conosciuti ai tempi dell’università.

    Una frequentazione nata sia dall’amicizia, sia dall’età delle rispettive figlie coetanee. Tutto bene, fino a quando l’amico fu sorpreso in atteggiamenti un po’ troppo equivoci con la figlia della coppia comasca. Papà e mamma decisero quindi di parlare alla bambina, raccogliendo una testimonianza che è poi confluita nelle pagine del fascicolo aperto in Procura.

  • Mobilità, il “manifesto” di Nini Binda scatena il dibattito

    Mobilità, il “manifesto” di Nini Binda scatena il dibattito

    Quello che ormai è diventato, a buon diritto vista la provenienza, il “Manifesto della Mobilità”, firmato dall’imprenditore ed ex assessore Nini Binda, si sta trasformando, giorno dopo giorno, nel punto di riferimento per discutere del futuro della viabilità cittadina. La pagina pubblicata pochi giorni fa sul Corriere di Como continua infatti a fornire spunti costruttivi per ipotizzare il destino del territorio sul quale si dovrà cercare di allentare la morsa del traffico, sviluppando soluzioni alternative e coinvolgendo la società intera.

    E nel dibattito interviene anche l’ex presidente di Asf Autolinee, Cesare Coerezza, esperto dunque del settore mobilità. «Non si può restare indifferenti all’ennesimo appello dell’ex assessore Nini Binda al capezzale della nostra città che di traffico soffoca – è l’esordio di Coerezza – Mobilità e traffico per quale città? Per una Como piccola e sonnolenta città di provincia, o capoluogo di una Vasta Area di oltre 110 mila abitanti?

    Quali sono le nostre concrete possibilità? Quando mi sorgono questi interrogativi non posso fare a meno di pensare alla risposta di Antonio Spallino, quando gli chiesi come aveva fatto a prendere decisioni tanto significative per la città. “Prima studiavo, poi studiavo, poi ancora studiavo e mi avvalevo dei migliori sulla piazza, poi, solo poi decidevo”. Da anni in questa città non si studia. E non basta un bravo urbanista o un town designer per rispondere alle domande di Binda, ma una equipe di economisti ed esperti di marketing urbano come ormai fanno le più avvertite città del mondo».

    Una sollecitazione chiara e forte dunque. Nini Binda infatti nel suo “manifesto” ha sottolineato come oggi «Como abbia il dovere di mettere a punto un nuovo piano del traffico che possa durare altri 20 anni. Parola d’ordine è fare squadra». Questa la filosofia di Binda che, quasi 20 anni fa, fece approvare il piano tuttora vigente. Fa riflettere, tra i vari spunti, la sua proposta di una «Area C» da istituire sul modello milanese. E proprio su ciò interviene Coerezza.

    «Arrivo ad azzardare di sperimentare perfino un’Area C, se non ci fosse altro modo di dissuadere l’accesso alle auto nel centro. Riprendiamo gli esperimenti festivi del blocco delle auto fuori dalla convalle con offerta combinata dei parcheggi di corona (Sant’Anna nuovo, Grandate, Esselunga di Lipomo) treno, navette dedicate, battelli nel primo bacino. Sperimentare è meglio che l’immobilismo di fronte a un malato cronico in peggioramento. Studiare, sperimentare e gioco di squadra, come dice Binda».

    E gli esempi sono molteplici. «In una media città europea di uno Stato mediamente ricco, Como avrebbe già una variante in galleria del Borgovico, una bretella in galleria dalla convalle diretta a San Fermo con parcheggio terminale in città, una galleria per superare le strozzature di via Torno, magari una cabinovia ad alta capacità verso Lora e Lipomo, certamente una significativa rete ciclabile, una corona di parcheggi di corona ad alta capienza, pedonalizzato l’intero centro con un asse di trasporto pubblico in sede propria o protetta, il sognato bypass del Lungolago. Il libro dei sogni? Sognare in grande per realizzare il possibile», dice Coerezza. Intanto anche il Circolo Willy Brandt ha immediatamente ripreso l’invito di Binda a ragionare tutti insieme sul tema e ha organizzato per il prossimo 15 settembre un evento dedicato. Un incontro al quale, oltre ovviamente all’ex assessore Binda, sono stati invitati anche undici sindaci del territorio, da quelli della cintura urbana di Como ai paesi confinanti sul lago, proprio per immaginare un sistema unico e condiviso di gestione del problema viabilità.