Allerta sulle acque del lago. Sono iniziate nel corso della giornata di martedì le operazioni di pulizia dello specchio d’acqua antistante il capoluogo lariano dal tappeto di rifiuti e detriti creato dal maltempo degli ultimi giorni.È entrato in azione il battello spazzino, l’unico attualmente funzionante, che ha ripulito il primo bacino del Lario.Gli addetti hanno iniziato le operazioni di rimozione di foglie, rami e detriti trasportati dalle correnti partendo dalla zona davanti a piazza Cavour, il salotto buono della città, e proseguendo poi in direzione di Villa Olmo in via Cantoni e in particolare nell’area di viale Puecher. Nella giornata di martedì il vento ha spinto i detriti allontanandoli dalle rive e ieri il battello spazzino della amministrazione provinciale, messo in azione in virtù di una specifica convenzione dall’Autorità di Bacino del Lario e dei Laghi minori, ha continuato l’intervento di pulizia al largo, nella zona della pista di decollo degli idrovolanti che fanno capo all’Aero Club che ha sede sempre in viale Puecher.Fino alla giornata di ieri le acque sul lungolago, da piazza Cavour, fino all’hangar dell’Aero Club, proseguendo per la passeggiata di Villa Olmo, risultavano pulite. Gli addetti hanno raccolto in giornata oltre 100 quintali di detriti.Il meteo non dà però rassicurazioni per i prossimi giorni e quindi non è detto che l’emergenza non si possa ripresentare. Pioggia è infatti prevista fino a sabato, con un miglioramento atteso per domenica. Probabile, quindi, che il maltempo torni a portare fogliame e residui nel Lario. E torna l’allerta per il livello del lago, rientrata soltanto pochi giorni fa. Ieri, infatti le acque hanno superato quota 83 centimetri, l’afflusso è risultato notevolmente superiore rispetto al deflusso, con tendenza a salire.La Protezione civile ha diramato l’allerta gialla di ordinaria criticità per rischio idrogeologico su Lario e Prealpi occidentali, che è destinato a rimanere in vigore sul nostro territorio almeno fino alla mezzanotte di oggi.
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Dal Dariosauro arriva l’ex grillino Tommaso Currò
Un nuovo lunedì sera con la politica nazionale per “Il Dariosauro” il programma del giornalista Dario Campione in diretta dalle 21.25 su Etv.
© A.Nassa | Dario Campione “Il Dariosauro”
Dopo Flavio Tosi e Antonio Razzi, ecco un altro ex di lusso dell’agone politico italiano, un “fuoriuscito” al pari di Tosi. Si tratta di Tommaso Currò, ovvero il parlamentare eletto con il Movimento Cinque Stelle alle politiche del 2013 e autore di un clamoroso passaggio alla vigilia del Natale successivo, prima nel gruppo misto alla Camera e poi, dal 1° aprile 2015, nel Pd.
Currò aveva criticato pesantemente Grillo e Casaleggio dopo la disfatta delle elezioni europee 2014. Fu così uno dei 40 transfughi (19 senatori e 21 deputati) tra i grillini nella precedente legislatura.
Nell’ultima tornata non è stato candidato per il Pd, anche se è stato molto attivo nella campagna elettorale a favore di Giorgio Gori in Lombardia.Nei giorni del tentativo di un accordo di governo proprio tra i pentastellati e il Partito democratico, quello del 45enne Currò, siciliano, che si avvicinò ai grillini nel 2011 per poi finire nella braccia di Renzi è sicuramente un osservatorio privilegiato.
Il programmaDario Campione conduce “Il Dariosauro” tutti i lunedì sera, alle 21:25 su Etv. Si può comunicare in diretta con il programma telefonando allo 031.33.00.655 oppure scrivendo su Facebook e Twitter #dariosauro. E infine via Whatsapp al numero 335.70.84.396
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Dacia Maraini ospite domani a Como
“Tre donne intorno al cor mi son venute”, è l’incipit stilnovistico della celebre “canzone dell’esilio” di Dante Alighieri. Anche Dacia Maraini ha tre donne nel cuore: una nipotina, una nonna e una madre, tutte e tre sgangherate e appassionate. Tre destini, tre solitudini modernissime nell’era che ci vorrebbe tutti connessi, tre età della vita, tre flussi di coscienza che si attraggono e respingono al contempo e nel farlo si completano e grazie ai quali Dacia intona un inno all’eterno femminino come macchina generatrice di senso e all’amore come energia dominante nell’universo. Ma anche alla parola come possibilità di racconto, “materia oscura” che nella specie umana unisce le esperienze e dà loro un’impalcatura di significato. Tutto questo è nel libro di Dacia Maraini “Tre donne” edito da Rizzoli. L’autorevole membro della giuria del premio letterario “Città di Como”, punta di diamante della narrativa italiana contemporanea, sarà domani a Como per presenziare alla cerimonia di premiazione del concorso dalle 16 in Sala Bianca al Teatro Sociale (ingresso libero). E in mattinata, alle 11, firmerà le copie del libro alla libreria Ubik di piazza San Fedele a Como. Tre donne simbolo, nella loro individuale esistenza e negli intrecci che le uniscono: una nonna ex attrice che flirta via chat con uomini più giovani, una figlia scapestrata che rimane incinta, una madre sognatrice e traduttrice dal francese (Madame Bovary), che vive un amore a distanza e nel culto del sapere e della bellezza (Van Gogh, il nazismo, Flaubert) e sarà preda di un tunnel che le cambierà la vita. “Sono contenta del successo che da mesi sta avendo questo mio romanzo – dice Dacia Maraini – E’ la storia di tre donne molto diverse fra loro e al tempo stesso molto unite, una nonna, una figlia e una nipote, in cui ho voluto sintetizzare le ansie e le problematiche della società contemporanea ma anche far capire quanto sia importante appunto la parola, scritta o anche solo pensata, per il genere umano”. Un libro che con la tecnica del flusso di coscienza ma non senza riferimenti a maestri del passato (si pensi alle “Tre sorelle” di Cechov) mette in scena tre età della vita, tre modi di intendere la passione, il rapporto con la vita, l’amore, il desiderio. Un libro in cui Dacia Maraini si conferma abile tessitrice di storie e profonda indagatrice dell’animo umano, specie dalla parte di lei. “Non avevo pensato al parallelo con Cechov” sottolinea Dacia Maraini “ma in effetti nel mio libro c’è anche la sua influenza nella costruzione del rapporto fra tre temperamenti femminili così speciali”.
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Da Villa Erba alle pagine di gossip: scoppia l’amore tra Jonathan e Bianca Atzei
Jonathan Kashanian e Bianca Atzei a Villa Erba
Quella che poteva sembrare – per così dire – una normale partecipazione al matrimonio di amici a Villa Erba(QUI L’ARTICOLO)potrebbe essere invece l’annuncio di un nuovo amore Vip che già sta tenendo banco fra programmi, pagine e siti di gossip. La coppia del momento potrebbe essere quella composta dai due reduci dall’Isola dei FamosiBianca AtzeieJonathan Kashanian,che, appunto, hanno partecipato alla cerimonia di nozze sulle rive del Lario.
Lo stesso Jonathan, già vincitore delGrande Fratello, ne ha parlato: «Io provo nei confronti di Bianca un affetto speciale, un bisogno di averla vicino. Mi godo questo momento a cui non voglio dare un nome. Amore? Non lo so. Ma abbiamo dormito tre mesi fa mano nella mano: a lei non devo dare spiegazioni».
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Da San Francesco al Cardinal Ferrari. L’emergenza freddo non cambia sede
Gli accessi della Santarella sono murati, ma sotto i portici di San Francesco le persone continuano a dormire tutte le notti.Almeno ancora per qualche settimana. La situazione continua a essere gestita dai volontari. L’annunciato sgombero non è avvenuto. Ora, con l’arrivo delle temperature basse, verrà organizzato il progetto “Emergenza Freddo”. La Caritas diocesana aveva chiesto di utilizzare i container dell’ormai ex campo di via Regina Teodolinda. Come è andata a finire?«Il servizio sarà come l’anno scorso nel Centro Cardinal Ferrari – spiega Roberto Bernasconi, direttore della Caritas. La nostra richiesta non ha avuto seguito. Non discuto sulla chiusura degli accessi della Santarella, era pericoloso. Non si dovevano fare entrare prima le persone. C’è una grande parte della città che in questi anni si è impegnata nell’accoglienza. Risorse che non vanno disperse. I messaggi che arrivano ogni giorno sono di chiusura. Io sono persona positiva, ma è difficile essere positivi di questi tempi», conclude.I temi di marginalità gravi, sostegno dei minori e disabilità, saranno affrontati lunedì a Palazzo Cernezzi dalla Commissione III. «L’unica cosa che posso dire è: era ora», attacca Fulvio Anzaldo, componente della commissione e consigliere di Rapinese Sindaco. «L’ultima volta che si è parlato di servizi sociali in commissione è stato dopo la tragedia dei quattro bambini, più di un anno fa. Non solo non si vogliono risolvere certi problemi, ma si ha anche paura di coinvolgere altri consiglieri e avviare un dialogo».Anzaldo anticipa anche l’esito della commissione: «qualcuno verrà a raccontarci quello che è stato fatto finora – dice – Abbiamo un assessore e vicesindaco (Alessandra Locatelli ndr) troppo assente a causa degli impegni romani. Non si possono trascurare questi temi. La scelta sull’Emergenza freddo o su via Regina, condivisibili o meno, sono sintomi del non voler affrontare i problemi».
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Da Lecco a Lariofiere: la pioggia non ha fermato la marcia delle vetture classiche. Le foto
La pioggia non ha fermato le “vecchie signore”. Con partenza da Lecco e arrivo a Lariofiere, questa mattina si è svolta regolarmente la sfilata di vetture classiche promossa dalla categoria degli Autoriparatori Confartigianato Lecco, e inserita negli eventi nell’ambito della Mostra dell’Artigianato, che si è aperta ieri a Erba.“L’idea di questa sfilata nasce dal voler trovare un momento di incontro tra colleghi – spiega Maurizio Mapelli, presidente categoria Autoriparatori Confartigianato Imprese Lecco – e mettere in mostra il lavoro che tanti di noi fanno con passione attraverso il restauro, ma i cui risultati restano impolverati in qualche angolo dei nostri garage. Il mondo dei motori è molto affascinante e merita lustro. Abbiamo mostrato al pubblico uno spettacolo speciale. È la prima volta che l’arrivo della sfilata, alla quinta edizione, è collocato all’interno della Mostra; questo perché nel 2018 siamo protagonisti della kermesse e vogliamo dare l’opportunità ai partecipanti al corteo e ai visitatori di vedere poi anche all’interno di Lariofiere cosa ha preparato la categoria degli autoriparatori”.
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Da gennaio il Politeama sarà sul mercato
Il Conservatorio torna a bussare alle porte del Comune per risolvere la questione Politeama. La “Ticosa” culturale di Como, l’ex cineteatro Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi, giunto in eredità al Comune nel 2005 e privo tuttora di un piano di recupero, potrebbe rinascere. Il condizionale è ancora d’obbligo, la strada in salita, servirebbero uno scatto d’orgoglio per fare uscire i comaschi dal torpore su questa questione e far partire una ricerca fondi collettiva, magari una sorta di azionariato popolare.L’istituto musicale di via Cadorna intitolato a Giuseppe Verdi che oggi ha presentato la nuova stagione e una partnership importante con la Cina è tornato a fare appello alla città chiedendo spazi dove proporre l’offerta didattica e spettacoli. E punta proprio all’ex Politeama gestito da una società di cui Palazzo Cernezzi ha l’81,6%. Deve quindi fare i conti con il restante 18,4% in mano a privati.L’aprile scorso il Conservatorio si è detto pronto a ristrutturarlo per adibirlo alla formazione e a eventi musicali. La struttura rimarrebbe di proprietà pubblica e il Conservatorio dovrebbe finanziare l’intervento di rifacimento e poi avere in comodato d’uso gratuito gli spazi.Oggi il presidente Enzo Fiano artefice della nuova collaborazione con l’Estremo Oriente non ha voluto commentare la situazione Politeama. Ma da via Cadorna trapela che i fondi necessari all’operazione (entro due anni e mezzo raccogliere 4 milioni di euro) potrebbero essere un obiettivo concreto. Sempre che il Comune si muova. Esplicito invece il direttore del “Verdi” Carlo Balzaretti: «Abbiamo allievi sempre più preparati e pronti alla sfida professionale, siamo un’istituzione sempre più orientata all’alta formazione. La città ci ascolti, deve darci spazi adeguati».Oggi il liquidatore della Società Politeama Francesco Nessi (è in carica da luglio) ha annunciato che in gennaio terrà una nuova assemblea dei soci «per sottoporre loro il piano di liquidazione, il bene è oggi in sicurezza ma il manto di copertura presenta infiltrazioni che mettono a rischio l’interno. Non sono state fatte manutenzioni oltre a quelle fondamentali per la messa in sicurezza, e non ci sono utenze da pagare perché lo stabile è chiuso e inattivo da tempo. Il mio compito come legale rappresentante a tutti gli effetti è adesso mettere in vendita quanto prima l’immobile e attuare le procedure di alienazione, ascoltando le manifestazioni d’interesse che si faranno avanti in concreto in uno o più esperimenti d’asta, dopo aver rivisto la perizia che valuta lo stabile 5 milioni di euro. È datata, e nel frattempo il bene, che è sottoposto a vincolo e che il Comune ha voluto mantenere con destinazione soprattutto culturale preservandone il ruolo storico e simbolico, si è deteriorato».La posizione strategica dell’immobile ne garantisce il valore da un lato, ma dall’altro la presenza di una forte destinazione culturale con una parte residua destinata a finalità ricettive e commerciali ne mortificherebbe la redditività immobiliare. Staremo a vedere le offerte in campo. Ivi compresa la carta che vuole giocare il Conservatorio che come si sa è a corto di spazi e ha stretto un accordo strategico con la Cina.Ha attivato un “Ufficio orientale” per gli studenti asiatici e avviato una collaborazione con la Società Shanghai Fine Culture Co. Ltd., rappresentata per l’occasione da Wang Ruiguang, direttore dell’Art Abroad Program della China Association of Education for International Exchange. «Como è un gioiello e per noi grazie a questa prestigiosa esperienza il Verdi può essere il cuore della collaborazione e degli scambi culturali fra Cina e Italia» ha commentato nell’istituto di via Cadorna 4.
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Da domenica aeroporto di Malpensa più vicino in treno
Aeroporto di Malpensa più vicino per i comaschi che non vogliono usare l’auto per raggiungere lo scalo varesino. Da domenica 10 giugno la linea S40 Varese-Mendrisio-Como di Trenord sarà prolungata da Varese all’aeroporto internazionale di Milano Malpensa. Con 18 corse giornaliere, il nuovo collegamento permetterà di raggiungere i Terminal 1 e 2 dello scalo ogni due ore tra le 7 e le 23 senza cambi da Varese, Mendrisio, Como e con un solo cambio da Lugano e Bellinzona.
Grazie all’attivazione del nuovo raccordo, sarà possibile raggiungere il Terminal 2 di Malpensa in treno senza cambi in 1 ora e 34 minuti da Como, 1 ora e 14 minuti da Mendrisio e in 47 minuti da Varese. Nell’aeroporto le stazioni ferroviarie sono situate all’interno dei Terminal 1 e 2, permettendo ai viaggiatori che raggiungono lo scalo in treno di evitare problemi e costi di parcheggio.
Con la fine degli importanti lavori di ammodernamento che hanno interessato la linea nell’ultimo anno e con il prolungamento della linea S40 fino a Malpensa Aeroporto, da domenica 10 giugno la linea S30 Bellinzona Cadenazzo-Luino-Gallarate-Malpensa circolerà ogni due ore fino a Gallarate. A Gallarate i viaggiatori in direzione Malpensa Aeroporto si potranno servire della linea S40.
Per maggiori informazioni sul servizio, consultare i siti trenord.it e tilo.ch.
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“Frontaliers” torna su Etv: quattro appuntamenti al giorno per gli sketch in dogana
Dopo il successo di aprile, torna a grande richiesta la striscia quotidiana diFrontalierssu Etv. Quattro appuntamenti al giorno: alle ore 7.40, alle 12.25, alle 20 e alle 00.40, a partire da domani.Da venerdì, dunque, risate garantite con i due protagonisti della fortunata serie prodotta dalla Rete 3 della Televisione Svizzera: il doganiere Loris Bernasconi (impersonato dall’attore Paolo Guglielmoni), quadrato e inflessibile, in special modo nei confronti degli italiani che attraversano il confine, e il frontaliere Roberto Bussenghi (interpretato da Flavio Sala), originario di Usmate Carate e impiegato in una ditta svizzera.Ogni giorno Bussenghi passa – o, meglio, tenta di passare – il confine per andare a lavorare. E puntualmente, ogni giorno si scontra con il doganiere Bernasconi e con le sue puntigliose richieste.Al posto che assecondare lo zelo della guardia, il frontaliere reagisce con ironia: uno spirito che spinge il doganiere a trattenere per ore alla frontiera Bussenghi.Una caricatura nella quale molti frontalieri e molti svizzeri si riconoscono e sulla quale sorridono, al punto cheFrontaliersè diventata una serie culto a cavallo del confine. Tanto è vero che la maratona dedicata agli episodi di Bussenghi e Bernasconi andata in onda a metà maggio su Etv ha tenuto incollati alla tv migliaia di telespettatori comaschi e lombardi. In base ai dati Auditel, sono stati circa 200mila i telespettatori che domenica 13 maggio hanno visto la “maratona Frontaliers”.
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La diocesi ricorda il vescovo Maggiolini a dieci anni dalla scomparsa
La diocesi comasca ricorda uno dei vescovi che hanno più inciso nella storia recente, non senza suscitare polemiche e discussioni. Domenica 11 novembre ricorrono i 10 anni dalla morte di monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como dal marzo 1989 al dicembre 2006.Già da giorni è possibile visitare, in Cattedrale, a Como, una mostra fotografica, dal titolo La mia vita è per voi. Sono in tutto otto pannelli verticali di grande formato che ripercorrono alcuni aspetti della vita e dell’attività pastorale di monsignor Maggiolini, dall’impegno nella Chiesa ambrosiana all’episcopato in diocesi di Carpi, il ruolo di primo piano nella stesura del Catechismo della chiesa cattolica (fu l’unico italiano chiamato da Giovanni Paolo II nel comitato di redazione), l’episcopato lariano e l’impegno nel ministero del confessionale nelle ultime fasi della sua vita.Sempre la Cattedrale, proprio domenica 11 novembre, ospiterà dalle 15.15 un ricordo ufficiale. Dopo il saluto da parte del Capitolo del Duomo, sarà Daniele Premoli, ricercatore all’Università Cattolica di Milano e curatore della mostra nonché autore, presso Ancora, del volume Alessandro Maggiolini – Un Vescovo fuori dagli schemi, a tratteggiare il profilo umano, pastorale e biografico del presule. Porterà la sua testimonianza Maria Carla Buzzi, che seguì e fu di sostegno a monsignor Maggiolini dal 2004 fino al giorno della sua morte. Don Guido Calvi, a seguire, presenterà il volumetto, edito nella collana “Memoria Cathedralis”, che ripropone la “Lauda” composta da Maggiolini per la Cattedrale.Il Centro Studi Nicolò Rusca, infine, illustrerà l’inventario in corso e in parte già realizzato dell’archivio privato del presule nonché la catalogazione della sua biblioteca. Alle 17 il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, presiederà la messa di suffragio.Un evento, insomma, per riscoprire «il Maggiolini “privato”, non solo quello “pubblico” , che tante etichette contrastanti si è attirato», afferma Premoli.Un vescovo che non mancò nel suo lungo episcopato lariano di lanciare messaggi forti e decisi. Nel dicembre 2006 ad esempio, quando il governo Prodi annunciò un’apertura ai Pacs (unioni civili), Maggiolini tuonò: «In questo modo si scardina il disegno di Dio nella creazione e nella redenzione. Dio aveva pensato il mondo in un certo modo, che tutto sommato sembrava ben fatto, e i nostri legislatori hanno pensato di cambiarlo». Poi attaccò anche alcune frange del femminismo, definendole «movimenti lerci» che «non rispettano più l’architettura di Dio».Nel 2005, pochi giorni prima di Natale, disse in un Duomo stracolmo (anche di bambini) che «Gesù Bambino esiste, Babbo Natale no e non porta nemmeno i doni». E aggiunse: «Non esiste neppure la Befana, che tra l’altro è anche brutta». L’anno successivo rincarò la dose: «I regali non servono a nulla, costano e fanno spendere tutta la tredicesima. Chi è vero? Gesù Bambino o Babbo Natale?». E a proposito dei migranti: «Un fattore che può scalzare o contaminare la cultura e la civiltà del nostro Paese – disse in un’omelia – è il flusso incontrollato di extracomunitari, soprattutto di religione musulmana. Potrebbe essere arrivato il momento in cui la cultura e la civiltà del nostro Paese vengano spazzate via in gran parte».