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  • Inquinamento dell’aria: picco di ozono a Erba

    Il forte irraggiamento solare dei giorni scorsi ha favorito l’incremento delle concentrazioni di ozono che, per la la prima volta quest’anno, hanno superato la soglia di informazione dei 180 microgrammi/metrocubo in alcune stazioni lombarde. In particolare, il valore è stato oltrepassato l’11 giugno a Erba, dove si è raggiunto il picco massimo di 186. Soltanto a Sarezzo, nel Bresciano, si è registrato un numero più alto (188).

    In settimana, con un previsto aumento delle temperature, i valori dell’ozono sono destinati a rimanere alti. Il consiglio di Arpa Lombardia – l’agenzia di protezione dell’ambiente – per minimizzare gli effetti di questo inquinante sulla salute, specialmente nei soggetti più a rischio come bambini, anziani o persone con problemi respiratori, è di evitare il più possibile le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle 12 alle 16. Utile anche una dieta ricca di sostanze antiossidanti a base di frutta o verdura di stagione.

  • Incidenti lavoro: operaio muore nel Bresciano

    (ANSA) – BRESCIA, 07 GIU – Un uomo è morto sul lavoro a Nave, in provincia di Brescia. Dalle prime ricostruzioni pare che si tratti di un operaio caduto nella tromba di un ascensore mentre stava effettuando lavori di manutenzione. (ANSA).

  • Incidente mortale di Carimate, non si farà l’autopsia

    Incidente mortale di Carimate, non si farà l’autopsia

    Ha perso il controllo dello scooter, un’Aprilia Sr, mentre percorreva la via della Stazione, a Carimate. Una caduta purtroppo fatale per un uomo di 34 anni residente a Figino Serenza, morto domenica sera nonostante il rapido intervento dei soccorsi.In sella alla sua moto, Ismail Masoud Mohamed Labib, pizzaiolo di origini egiziane, stava andando al lavoro quando è avvenuto il tragico incidente, poco prima delle 20 di domenica.

    L’uomo, per cause ancora da chiarire, ha perso il controllo del mezzo ed è caduto, riportando ferite e traumi gravissimi che hanno reso impossibile ogni tentativo di salvargli la vita. Sono intervenute l’automedica del 118 e un’ambulanza, ed è stato chiesto l’invio anche dell’elisoccorso. Purtroppo però per Ismail non c’è stato nulla da fare.I carabinieri della compagnia di Cantù, intervenuti per i rilievi, stanno lavorando per chiarire esattamente la dinamica dello schianto, anche se pare ormai certo che non ci sarebbero altri veicoli coinvolti. Resta da chiarire cosa possa aver provocato la sbandata risultata purtroppo fatale al 34enne.

    Ismail, sposato e padre di famiglia, gestiva una pizzeria a Figino Serenza, dove abitava.Sconvolti i familiari e i colleghi, alcuni dei quali sono arrivati a Carimate dopo aver saputo dell’incidente appena capitato.

    Come da prassi, è stata informata la Procura della Repubblica di Como. Il pubblico ministero di turno, il dottor Mariano Fadda, ha però scelto di non affidare l’incarico per l’autopsia restituendo il corpo dalla famiglia per permettere l’ultimo saluto.Una decisione figlia anche del fatto che paiono non esserci dubbi sulle circostanze della tragedia: non sarebbero coinvolti altri veicoli nello schianto del 34enne egiziano.

  • In Usa i nuovi francobolli sul caffè parlano italiano

    (ANSA) – ROMA, 17 APR – L’associazione tra il caffè, con le sue varianti, e la lingua italiana sembra essersi ormai consolidata negli Stati Uniti. In questi giorni il servizio postale statunitense ha infatti distribuito (in libretti da 20 esemplari) quattro diversi francobolli dedicati al caffè e validi ‘forever’ (cioè anche in caso di cambiamento della tariffa postale). Attualmente costano 55 cent ma l’aspetto più rilevante sono le scritte che rimandano esplicitamente alla lingua italiana: vi campeggiano infatti, in uno stile art-decò, le scritte CAFFELATTE, ESPRESSO, CAPPUCCINO e CAFFE’ MOCHA. A segnalarlo è il sito filatelico italiano ‘Vaccarinews’. (ANSA).

  • Immigrati, Lega contro il prefetto

    Emergenza Nordafrica –  Intanto i richiedenti asilo in Ticino sono aumentati del 60% nel giro di tre mesiIl no all’utilizzo della Caserma De Cristoforis accende la protesta del CarroccioÈ scontro tra la Prefettura di Como e la Lega Nord su dove ospitare i profughi attesi sul Lario. Il Carroccio, come noto, propone, nel capoluogo, la caserma De Cristoforis, mentre il prefetto ha ribadito ieri da queste colonne che l’unica strada al momento percorribile è quella della struttura di Capiago. L’urgenza di una soluzione è comprovata dai numeri registrati nella vicina Svizzera: i richiedenti asilo in Ticino sono aumentati del 60% nel giro di tre soli mesi.Leggi l’articolodiBarabesiinPRIMO PIANO

  • Il palasport di Muggiò diventa un magazzino per cucine e attrezzi

    Nel Palazzetto di Muggiò – lo stesso nel quale, secondo il Comune di Como – con i giornalisti “non ha senso entrare perché è chiuso dal 2013”, ha senso però entrare – senza telecamere – per depositare le cucine di Sant’Abbondio.

    Esattamente: l’ex palasport di Muggiò viene utilizzato come magazzino di deposito. Le cucine e le attrezzature utilizzate per preparare le gustose e tipiche pietanze comasche, cucinate dai cuochi alla fine di agosto per la tradizionale sagra dedicata al santo patrono cittadino, a settembre vengono riposte nell’ex palazzetto dello sport di Muggiò, chiuso dal lontano 2013 e oggi trasformato in un rudere. L’amministrazione attuale ha ereditato questa situazione ma, fino a questo momento, non è stato spostato un singolo mattone in via Sportivi Comaschi. Se ne occupano due assessori, Pierangelo Gervasoni (Lavori Pubblici) e Marco Galli (Sport).

    Nei giorni scorsi, come detto, il Comune ha respinto la richiesta di poter visitare l’interno dell’ex palasport, inaugurato nel 1972 dal sindaco Antonio Spallino e abbandonato dal 2013. Chissà se l’amministrazione degli anni Settanta, che all’epoca tagliava il nastro di quella palestra moderna e funzionale, avrebbe mai immaginato che cinquant’anni dopo il palasport sarebbe diventato un rudere trasformato in magazzino per cucine e attrezzatura da sagra.

    “La mancanza di agibilità della struttura riguarda persone ed eventi sportivi, la presenza di eventuale attrezzatura quindi non è incompatibile con la situazione attuale”, precisa il Comune di Como. In altre parole: il palazzetto può tranquillamente diventare un magazzino per cucine. Nessun problema.

  • Il Carducci celebra Marilyn

    Un recital dedicato a una donna della quale si sa tutto e nulla. Marilyn Monroe, nata Norma Jeane Baker il 1° giugno del 1926 a Los Angeles, California. Di lei si conoscono vita privata, successi cinematografici e cadute. Pochi conoscono la sua produzione poetica.«Lettere, appunti, pagine di diario, poesie sono i contenuti che desideriamo trasmettere, per far conoscere davvero l’anima di una donna che con tutte le fragilità, le paure e le sofferenze, ha lasciato un’impronta indelebile». Così spiega il suo progetto di “testo a tre voci” Miriana Ronchetti che, con Corrado Bega nelle interpretazioni dei pensieri di Marilyn, e Stefania Butti come cantante di alcune celebri canzoni della famosa diva di Hollywood, darà vita allo spettacolo “About Marilyn” in programma venerdì 18 giugno, alle 18.30, all’Istituto Carducci, in viale Cavallotti 7 a Como.Un’immersione nell’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta che hanno visto lo splendore di grandi divi del cinema con Marilyn Monroe in primo piano. Una donna intelligente, non solo la bomba sexy bionda e provocante, amante di artisti e politici, la donna oca con le gonne sollevate. Arthur Miller di lei scrisse: «Per sopravvivere avrebbe dovuto essere sia più cinica sia più lontana dalla realtà di quanto non fosse. Invece era una poetessa all’angolo della strada, che provava a recitare le sue poesie a una folla che le strappava i vestiti». Ingresso: 10 euro (5 euro soci). Prenotazione obbligatoria: 329.38.17.686; www.associazionecarducci.it.

  • Il Biancospino in campo per l’educazione digitale

    Il 28 aprile il primo incontro formativo con gli studenti

    Il tema dell’educazione digitale è divenuto di stretta attualità in quest’epoca di dadattica a distanza e di smart working.Il Biancospino, storica cooperativa di Confcooperative Insubria, ha avviato da qualche tempo un percorso di trasformazione digitale dei propri servizi alla persona e ha investito sull’inserimento di nuove risorse, giovani e motivate, che stanno realizzano app e applicativi web con utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Ma “Il Biancospino” pone l’attenzione anche sui pericoli legati alla digitalizzazione: «Il rischio del digitale è quello di essere estremamente intuitivo e facile da utilizzare: nessuno ci ha insegnato ad utilizzarlo e nessuno ci ha mai educato a delle regole».È per questa esigenza di educazione che “Il Biancospino”, in collaborazione con l’Istituto Superiore Starting Work e l’ente di formazione Cias, ha organizzato una serie di incontri di formazione realizzati e promossi insieme all’associazione nazionale “Social Warning – Movimento Etico Digitale”.«Per avere maggiore consapevolezza avviamo una serie di iniziative in grado di informare e sensibilizzare al tema – spiegano gli organizzatori – offriremo attività per le scuole che saranno gestite da giovani volontari in un approccio peer to peer, preparati a trasferire conoscenze e consapevolezza ad altri giovani, nella speranza che siano loro stessi a diffondere l’iniziativa».Il primo appuntamento si intitola “Nuove professioni digitali, reputazione online, rischi da evitare e opportunità da cogliere” e si svolgerà sul canale Twitch il giorno 28 aprile dalle 10 alle 12.Sarà un intervento formativo che ha come target principale mille studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado. Oltre agli studenti, coinvolti direttamente dalle scuole, si cercherà di raggiungere quanti più ragazzi possibile grazie al particolare format e all’audience dei personaggi coinvolti.Il link per accedere direttamente all’evento sarà disponibile sulla pagina facebook de “Il Biancospino”.L’intervento verrà condotto da Dario D’Elia, giornalista di Repubblica e Wired che modererà l’intervento con gli influencer Virginia Gambatesa, Federico Rognoni, Gianandrea Muià e Giulia Premi.

  • I tesori dimenticati del capoluogo dal Medioevo al Razionalismo

    Una città che si sgretola, che cade letteralmente a pezzi. In un momento storico già gravoso per gli abitanti e con in fondo al tunnel la prospettiva di tornare a essere città turistica. Ma con quali biglietti da visita?Il degrado è lampante su molti dei monumenti più insigni della città di Como, non tutti per fortuna. Ma quel che è gravato da problemi di varia natura (incuria, scarsa manutenzione, rifiuti, graffiti) spicca per quantità e qualità. “Degrado” non è solo una pietra che cade da decine di metri o una massa di erbacce o mucchi di rifiuti come documentano la cronaca di questa settimana e il nostro reportage fotografico: va compresa nel concetto e anzi lo sostanzia anche la mancata o comunque parziale e non compiuta pianificazione di quella “conservazione programmata” che fu il tema cardine di un sontuoso convegno comasco promosso dal Comune di Como con tanto di volume dei relativi atti che ebbe luogo nell’ormai lontano 2009 alla Casa del fascio, capolavoro del razionalista Giuseppe Terragni.Che se tornasse in vita oggi inorridirebbe di fronte alla situazione in cui versano i tesori dell’architettura razionalista in città, una città a due velocità che lo osanna in Pinacoteca con mostre temporanee e allestimenti permanenti ma fuori lascia emergere il lato oscuro della medaglia. La cittadella razionalista a lago ad esempio, con i marciapiedi crivellati accanto al Novocomum, lo stadio Sinigaglia che grida vendetta, e l’Asilo Sant’Elia di via Alciato progettato nel 1935 e realizzato nel 1936-1937 con il cantiere annoso tuttora visibile e sul capo la spada di Damocle di un contenzioso per le criticità emerse durante gli ultimi adeguamenti.

    Una brutta figura a livello planetario, con tanto di petizione sottoscritta anche dal pronipote di Terragni, Attilio e articoli su riviste specializzate tra cui quella diretta da Paolo Portoghesi, che sul restauro dell’Asilo Sant’Elia ha gridato allo scandalo con tanto di foto in prima pagina. Como ha molte eredità del passato che meritano e chiedono per essere a loro volta tramandate a chi verrà dopo. Il rapporto conflittuale tra Como e i suoi gioielli non si ferma purtroppo all’Asilo Sant’Elia, per fermarsi al XX secolo basti citare lo stato di un monumento vincolato e proprietà comunale all’82% come l’ex cineteatro Politeama, all’epoca dell’inaugurazione (1910) sugli altari per l’uso virtuoso e pionieristico dei cementi armati e con tanto di tetto apribile nella bella stagione. E ora percorso da crepe e infiltrazioni di umidità e senza un futuro certo.

    Ma la storia del degrado “monumentale” dei monumenti di Como parte da lontano, e ne è emblema lo stato del complesso di San Lazzaro in via Teresa Rimoldi, nella foto, dove sorge ciò che rimane dell’antica chiesa annessa all’ospizio di San Lazzaro dei lebbrosi, fondato al tramonto del XII secolo per dare accoglienza e assistenza ai malati di lebbra abitanti nella convalle; la chiesa risale anch’essa a fine XII-inizio XIII secolo ma fu ristrutturata 300 anni più tardi, ricostruendo la volta e sollevando il pavimento, e si caratterizza per avere le navate poste su due livelli diversi; sconsacrata fin dal 1779 e trasformata in abitazione e magazzini. Una struttura essa pure vincolata dal ministero per i Beni culturali nel 2001, ossia vent’anni fa e dotata di fascia di sicurezza edilizia ma ormai cadente. A volte la tanto e spesso giustamente bistrattata burocrazia fa più e meglio di tante promesse della politica.

  • Hamas, ‘abbiamo sparato 130 razzi su Tel Aviv’

    (ANSAmed) – GAZA, 11 MAG – “Come promesso, abbiamo sferrato un attacco contro Tel Aviv. Abbiamo lanciato 130 razzi in reazione alla distruzione di un grande edificio a Gaza”. Lo annuncia l’ala militare di Hamas, brigate Ezzedin al-Kassam. (ANSAmed).