quello che potrebbe essere già il big-match del campionato. Domenica, invece, le “Rane Rosa” della prima squadra (serie A2 donne) volano a Cagliari per affrontare la Promogest in una inedita partita dal pronostico incerto. L’inizio sarà alle 13.30.
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Como, l’assessorato al turismo organizza 30 visite guidate e gratuite
L’assessorato al Turismo organizzando un ciclo di 30 visite guidate gratuite in città per favorire la ripresa del settore e sostenerne gli operatori, insieme alle attività che vivono dell’indotto.A partire dal mese di giugno e fino a dicembre, ogni domenica saranno proposti itinerari tematici che promuoveranno la conoscenza del patrimonio storico, artistico e naturalistico di Como, valorizzando monumenti, musei e luoghi di interesse naturalistico (parchi, passeggiate botaniche, punti panoramici), e toccando elementi dei diversi periodi storici, dall’epoca romana, al medioevo, passando dall’età classica al rinascimento, fino al razionalismo.L’iniziativa nasce dalla volontà di incentivare il ritorno di visitatori in città e, in questo modo, di contribuire alla ripartenza dell’indotto economico di cui vivono tante attività comasche, offrendo opportunità di svago e di conoscenza anche in un momento di generalizzata difficoltà economica.
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Cna Lario e Brianza, è Diodato il nuovo presidente
Dopo 22 assemblee elettive per i rinnovi delle cariche di mestiere e di zona, si è insediato ufficialmente il nuovo consiglio direttivo di Cna del Lario e della Brianza (la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa).
È l’investitura ufficiale di 61 imprenditori, appartenenti ai vari settori e provenienti dalle province di Como, Lecco e Monza, e del nuovo presidente, Pasquale Diodato che raccoglie il testimone di Enrico Benati, alla guida dell’associazione – che associa 4mila piccole imprese – nell’ultimo decennio.Il nuovo numero uno è titolare di un’azienda di famiglia, fondata nel 1987 e giunta alla terza generazione, che si occupa di imbiancature, facciate e ristrutturazioni. In Cna ha maturato una lunga esperienza come responsabile del settore costruzioni ed è stato membro del recente consiglio direttivo.
Diodato guiderà l’organizzazione per i prossimi quattro anni. «Sono un imprenditore che ha iniziato a lavorare a 18 anni e che si sveglia tutti i giorni alle 6, come tutti voi – ha detto il nuovo presidente di Cna nel suo discorso d’insediamento – Sollecito chiunque all’interno della compagine dirigenziale abbia progetti e idee a farmene partecipe perché la collaborazione deve essere il motore dei prossimi anni. Il nostro obiettivo? Lavorare insieme per migliorare la condizione degli artigiani».
Diodato sarà operativo con al suo fianco il consiglio direttivo neo eletto e la presidenza, composta da 14 imprenditori. Nel corso dell’assemblea sono intervenuti il presidente e il segretario di Cna Lombardia, Daniele Parolo e Stefano Binda. Ha lasciato il suo saluto il past president, Enrico Benati, che ha tracciato un bilancio della sua gestione.
La fondazione di Cna Como risale al 1° dicembre del 1957; la decisione fu presa in una riunione al Circolo di piazza Parini a Cantù, una località di riferimento per il mondo dell’artigianato. Quel giorno, davanti al notaio Giorgio Giuriani, il primo atto fu firmato da 27 componenti.
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Chiusi i test a Sepang. Corti al 23° posto
. La sua moto è una Crt, classe decisamente meno competitiva rispetto alle MotoGp ufficiali. Per il centauro comasco, quindi, non sarà facile lottare per le parti alte della classifica. Ma con un po’ di fortuna e polso destro Corti potrà togliersi qualche soddisfazione.
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Chef tra speranza e prudenza: «La gente avrà meno ansie»
Voglia di tornare al lavoro a pieno regime, sorrisi di speranza ma anche prudenza sui volti dei ristoratori lariani. Speranze di uscire definitivamente dal tunnel a riveder le stelle e tante ferite da rimarginare. Ma anche possibili, nuove modalità per fare impresa in una epoca per molti aspetti inedita e nuova, anche se imposta da una immane tragedia collettiva.
Mauro Elli, chef stellato del ristorante “Il Cantuccio” di Albavilla e vicepresidente della Fipe, Federazione italiana dei piccoli esercenti di Confcommercio Como, rimarca luci e ombre che il suo comparto, strategico per l’economia lariana, vive anche in zona bianca. «Dobbiamo mettercela tutta per uscire da una situazione davvero drammatica – dice – Io personalmente dovrei lavorare da qui alla fine dell’anno tenendo aperto a pranzo e a cena, solo per sperare di fare metà del fatturato abituale. Questo per dare un’idea della mazzata che abbiamo preso».«Le novità della zona bianca sono soprattutto un toccasana psicologico per i nostri clienti. La gente avrà meno paura di uscire e più voglia di osare, concedersi un pranzo e una cena con, si auspica, molte meno ansie. Un modo più sereno di tornare e sperare in una riconquistata normalità e socialità. Non dovremo abbassare la guardia, questo mai, dobbiamo essere cauti e prudenti per non tornare indietro. Ma guardiamo al futuro con maggiore serenità, vista la gradualità con cui si è transitati dall’arancione al bianco, anche se come detto dovremo mettercela tutta anche solo per puntare a un fatturato dimezzato rispetto all’ordinario. Siamo comunque realisti. Mi sembra che l’approccio agli allentamenti delle restrizioni sanitarie sia più ordinato e razionale e questo credo che la gente lo abbia capito».
C’è poi un altro risvolto positivo ed è nella richiesta di qualità. «Anche su questo la gente sta imparando in fretta, specie sul fronte della sostenibilità e spero che il discorso possa sempre più attecchire. Per la ristorazione è un invito a sostenere sempre più le filiere del territorio e a sostenere l’economia locale. Ci sarà sempre tempo in futuro, se tutto andrà bene, per viaggiare all’estero, ora è tempo di godersi il turismo di prossimità, visto che dietro ai piatti che serviamo c’è un indotto enorme, di prodotti, di saperi, di competenze, di tradizioni».
Intanto gli ambulanti di Confersercenti Como con il presidente Massimo Maiorano chiedono certezze: «Fiere e sagre siano autorizzate da subito dai comuni in zona bianca e in ogni caso non oltre il 15 giugno, la nostra categoria ha il vantaggio di lavorare all’aria aperta e questo è stato riconosciuto anche dal governo. I comuni devono attrezzarsi per consentirci di lavorare dopo quasi 18 mesi di stop».
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Cazzaniga alla Biennale di Sgarbi
ArteL’arte del comasco Enrico Cazzaniga è sul trampolino di lancio: il pittore e performer da ieri sera e fino a lunedì prossimo è protagonista in uno dei luoghi più esclusivi di Milano, le “Sale del Re” della Galleria Vittorio Emanuele 11/12, per la tappa milanese della 54ª Biennale di Venezia intitolata “L’arte non è cosa nostra” e curata da Vittorio Sgarbi.La stessa mostra, che ha carattere itinerante e ospita anche il Nobel Dario Fo in veste di pittore (la sua opera è visibile attualmente al Museo Max di Chiasso), è poi attesa a Torino. Il tour è in occasione dei festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia. Per questa mostra il cabiatese Cazzaniga – che non è l’unico comasco, a esporre è stato chiamato da Sgarbi anche Marco Minotti, di Novedrate – ha presentato un’originale installazione tra pittura, scultura e fotografia, “Togliere al cubo”, che è summa della sua esperienza di ricerca. L’opera è stata già proposta alla mostra “Allarmi” alla caserma De Cristoforis di Como cinque anni or sono ed è realizzata da 12 cubi le cui facce possono con varie combinazioni dar vita a sei opere diverse dell’artista realizzate intervenendo con la candeggina o la pirografia su materiali tessili come il fustagno o su stampe fotografiche. In realtà le permutazioni sono ben di più e a sottolineare il carattere “concettuale” dell’installazione Cazzaniga con un informatico ha studiato un programma ad hoc per vedere tutti i 15 miliardi di combinazioni. Ma occorrerebbero cinquant’anni per farlo, con una full immersion di 24 ore su 24 e concedendo a ogni soluzione non più di un secondo.Cazzaniga esporrà tra poco anche alla prestigiosa galleria Colossi di corsia del Gambero a Brescia in una collettiva a cura di Ivan Quaroni.
Lorenzo Morandotti
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Cassa integrazione in calo sul Lario. Male tessile ed edilizia: Cig in aumento nel primo trimestre
Tessile in affanno anche nel primo trimestre di quest’anno, con un incremento del 60% nelle ore di cassa integrazione ordinaria richieste dalle imprese comasche nei primi tre mesi di quest’anno rispetto al medesimo periodo del 2017. In difficoltà anche il settore dell’edilizia, che ha incrementato del 61% il ricorso alla cassa integrazione a inizio anno.Tessile ed edilizia sono le due uniche note stonate in un quadro che risulta invece in miglioramento per l’economia comasca.Secondo l’ultimo rapporto della Uil del Lario, infatti, nel primo trimestre 2018 l’utilizzo complessivo della Cig è calato del 40,9%, passando da 1 milione e 446mila ore richieste nei primi tre mesi del 2017 alle 855mila ore di inizio 2018.In diminuzione risultano in particolare le ore di cassa integrazione straordinaria (-60,8%) e di quella in deroga (-99,6%), mentre le ore di Cig ordinaria sono risultate in aumento del 5,7%. «Ancora una volta – afferma Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario – è il settore tessile a condizionare l’aumento della richiesta di Cig ordinaria sia nella provincia di Como (+60,2%) che in quella di Lecco (+906,5%). Per le aziende della meccanica e metallurgia, invece, la Cig ordinaria diminuisce sia nel Comasco (-87,6%) sia nel Lecchese (-43,1%)».Secondo le stime della Uil, i lavoratori comaschi coinvolti nei vari provvedimenti di Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) erano 2.835 nel primo trimestre 2017 contro i 1.676 alla fine del marzo scorso, con un calo di ben 1.159 addetti. Nel tessile, però, i lavoratori interessati sono aumentati, passando da 878 a 1.048 (+170 unità).«Se si può parlare di una ripresa economica più marcata per le imprese metalmeccaniche – dice Monteduro – non altrettanto si può dire per quelle tessili, che continuano a vivere una situazione negativa».Per quanto riguarda Como, infine, la Cig è in calo nell’industria nel suo complesso (-39,3%) e nel commercio (-58,6%), mentre cresce nell’edilizia (+61,2%).
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Caso AstraZeneca, ecco cosa cambia. La Lombardia riprogramma il piano
Dopo lo stop ad AstraZeneca a livello nazionale per chi ha meno di sessant’anni, la Lombardia riprogrammerà le seconde dosi per consentire il cosiddetto “richiamo eterologo”, ossia l’utilizzo di un farmaco differente.La notizia arriva dopo ore concitate, con le nuove indicazioni sul vaccino AstraZeneca diffuse dal Comitato Tecnico Scientifico. Il Cts ha deciso che il vaccino AstraZeneca potrà essere somministrato soltanto a chi ha più di 60 anni. Per la seconda dose – sempre per gli under 60 – dovrà invece essere utilizzato Pfizer o Moderna. Le nuove indicazioni hanno causato immediate e forti conseguenze sulla campagna vaccinale. Un primo effetto è oggettivo e misurabile: nelle ore passate, tutti gli under 60 – si pensi ad esempio ai docenti – che attendevano il richiamo con AstraZeneca, sono rimasti in stand by. In provincia di Como sono circa mille.
Un secondo effetto è più che altro un rischio. Il rischio che anche gli over 60 vaccinati alla prima dose con AstraZeneca e che quindi riceverebbero lo stesso farmaco al richiamo, rimangano disorientati dall’evoluzione delle ultime ore. Inizialmente infatti la Lombardia aveva sospeso in via cautelare il richiamo eterologo, poi nel pomeriggio l’ha autorizzato, dopo aver ricevuto le indicazioni da Governo e Agenzia Italiana del Farmaco. «Alla luce della circolare del Ministero della salute e del collegato parere Aifa, Regione Lombardia – si legge nella nota ufficiale – provvederà alla somministrazione della seconda dose di vaccino ai cittadini under 60 vaccinati con AstraZeneca in prima dose, alla somministrazione eterologa, ossia con vaccino Pfizer o Moderna. La riorganizzazione del programma vaccinale – prosegue la nota – avverrà negli stretti tempi necessari sulla base delle dosi di vaccino disponibili».
Come detto nel Comasco sono un migliaio gli under 60 che attendono il richiamo con AstraZeneca. Immediato l’intervento di Asst Lariana. «A seguito delle decisioni assunte dal Comitato Tecnico Scientifico e delle conseguenti comunicazioni di Regione Lombardia e di Ats Insubria – scrive la Asst Lariana – è stata sospesa la somministrazione della seconda dose di Vaxzevria (ossia il vaccino di AstraZeneca) ai soggetti under 60. Per tali soggetti il ciclo vaccinale sarà completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (vale a dire, Pfizer o Moderna) a una distanza di 8/12 settimane dalla prima dose. La somministrazione di Vaxzevria resta indicata unicamente per persone di età uguale o superiore ai 60 anni che non presentino condizioni di estrema vulnerabilità o di disabilità grave. Per quanto riguarda Asst Lariana, i soggetti al di sotto dei 60 anni che dovevano ricevere la seconda dose di Vaxzevria, sono stati ricontattati e la loro vaccinazione riprogrammata nei prossimi giorni».
Infine, i numeri comaschi: su un totale di 1.249 persone che devono ricevere la seconda dose di Vaxzevria da qui al 18 giugno, sono 192 le persone che potranno ricevere lo stesso vaccino mentre le restanti riceveranno una seconda dose di vaccino a mRNA. Ossia, Pfizer o Moderna.
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Casinò di Campione, la Corte d’Appello accoglie i reclami sul fallimento
Clamoroso colpo di scena nella vicenda del casinò di Campione d’Italia, secondo quanto riportato dal portale specializzato gioconews.it la Corte d’Appello di Milano avrebbe infatti accolto il reclamo presentato contro il fallimento da parte del Comune di Campione d’Italia, della stessa società del casinò e della Banca Popolare di Sondrio, tra i principali creditori.
I giudici milanese hanno ritenuto che sia stato “violato il principio di contradditorio, nel decreto e nella conseguenza sentenza di fallimento disposti dal tribunale di Como”.
Come si legge nel dispositivo – riporta il sito gioconews.it – la Corte “dichiara la nullitàdel decreto del Tribunale di Como, pubblicato in data 27/7/2018, che ha dichiarato inammissibile la domanda ex articolo 161 comma 6, L.F., presentata dal Casinò di Campione Spa,nonchè della coeva sentenza n. 92/2018,emessa dallo stesso Tribunale, con la quale è stato dichiarato il fallimento di Casinò di Campione Spa”, Inoltre, “rimette le parti avanti al Tribunale di Como perché, previa rinnovazione dell’atto nullo, si pronunci sulle domande dalle medesime proposte nei termini di cui in motivazione, con onere di riassunzione ex. articolo 353 c.p.c.”.
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Caro-gita a Como. Scatta la polemica dei consumatori contro il turismo «troppo elitario»
Dopo l’inchiesta del nostro giornaleLeggi l’articolo…Fabrizio Barabesiin PRIMO PIANO