(ANSA) – ROMA, 27 MAR – L’allenatore della Bosnia-Erzegovina Ivaylo Petev è risultato positivo al Covid a pochi giorni dalla partita di qualificazione per i Mondiali 2022. Lo ha reso noto la federcalcio bosniaca. Il 45enne bulgaro è stato sottoposto mercoledì a un tampone, di ritorno dalla Finlandia, dove mercoledì la Bosnia ha pareggiato 2-2 nella prima partita di qualificazione. Petev “si sente bene e non mostra sintomi della malattia”. Anche tutti i giocatori e i membri della squadra sono stati sottoposti a test e risultati negativi, afferma la federazione. Mercoledì prossimo, 31 marzo, la Bosnia affronterà la Francia a Sarajevo in una partita valida per il girone di qualificazione D del quale fanno parte anche Finlandia, Ucraina e Kazakistan. Dalla sua indipendenza nel 1992, la Bosnia si è qualificata solo una volta per le finali della Coppa del Mondo, nel 2014 in Brasile. Il paese è alle prese con un aumento dei casi di Covid-19 negli ultimi giorni e ha uno dei tassi di mortalità pro capite più alti al mondo. Ha registrato più di 6.100 morti su una popolazione di 3,5 milioni di abitanti. (ANSA).
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Covid: barista s’incatena a dehors, ristori insufficienti
(ANSA) – TORINO, 27 MAR – Il titolare di un bar di via San Secondo, a Torino, è incatenato da ieri al dehors del suo locale, per protesta contro il governo dopo l’ingiunzione di un avvocato che gli intima di pagare due mesi d’affitto. “Ho perso in mancati incassi 65 mila euro a causa dei vari lockdown”, denuncia Salvatore Chiarello, che gestisce il bar insieme alla moglie e ha chiesto un incontro al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. “Lo Stato ci abbandona con ristori insufficienti – si legge su un cartello alle sue spalle – rischiamo di perdere la nostra attività”. Sul posto è intervenuta la polizia. Il primo commento a quanto accaduto è dell’esponente di Fratelli d’Italia, Paola Ambrogio: “Un altro ristoratore denuncia l’immobilismo del governo – scrive sul Facebook – chiediamo un intervento immediato per impedire che ulteriori famiglie perdano la loro attività”. “Inaudito e preoccupante dover assistere a scene di disperazione che vedono un commerciante incatenarsi perché messo in ginocchio dalla pandemia. La disperazione sta raggiungendo livelli altissimi – aggiunge Eugenio Bravo, segretario generale provinciale del sindacato di polizia Siulp di Torino – Siamo per il rispetto delle regole, ma siamo anche per il rispetto dei tanti lavoratori economicamente piegati da questa pandemia e privi dei necessari mezzi di ristoro. Questa situazione alimenta il pericolo di rivolte e di tenuta dell’ordine pubblico”. (ANSA).
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Covid, 10 morti e 321 nuovi positivi nel Comasco
Dieci morti e 321 nuovi positivi in Provincia di Como. È il triste bollettino diffuso oggi dal Ministero della Salute che conferma l’alto numero di vittime e la persistenza nella diffusione del virus degli ultimi giorni. Si alza anche il tasso di positività sul Lario, dall’8,54% all’8,59%. Il numero totale dei contagiati in provincia di Como è 51.479, quello dei morti 1.935.Cresce anche il numero dei ricoverati negli ospedali di Asst Lariana. Erano 344 secondo il bollettino di ieri, oggi sono 4 in più, per un totale complessivo di 348 persone in cura a causa del Covid. Di questi pazienti, 240 sono ricoverati all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia e 19 sono in Rianimazione. All’ospedale di Cantù ci sono 55 pazienti, di cui 5 in rianimazione e in quello di Mariano Comense sono 21. In attesa al Pronto Soccorso Covid oggi c’erano 17 persone al Sant’Anna e 15 a Cantù.
In Lombardia oggi ci sono stati altri 102 morti. Il totale dei deceduti dall’inizio della pandemia in tutta la regione è di 30.387.A fronte di 61.469 tamponi effettuati, sono 4.884 i nuovi contagi. Il tasso di positività è al 7,9 %. In terapia intensiva ci cono 852 pazienti, 4 in più rispetto all’ultima rilevazione. I ricoverati con sintomi sono 7.124 (+13 persone in cura in reparti non intensivi). La provincia di Brescia è, dopo quella di Milano, quella con il maggior numero di nuovi casi: 941.Oltrefrontiera, nel Canton Ticino, si sono registrati oggi 96 nuovi positivi. Ci sono 10 nuovi ricoveri con 8 pazienti in cura nelle terapie intensive. Il trend settimanale dei contagi è in leggera ma costante crescita e nella settimana trascorsa si è registrato un solo decesso.
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Como, vittoria scacciacrisi contro il Pontedera
Il Como è tornato al successo dopo gli stop con AlbinoLeffe e Piacenza: nella gara giocata oggi allo stadio Sinigaglia, gli azzurri hanno battuto per 4-2 il Pontedera (reti lariane di Alvin Daniels, Lorenzo Rosseti, Alessandro Gabrielloni e Massimiliano Gatto).
Una affermazione che l’allenatore Giacomo Gattuso ha dedicato ad Angelo “Pucci” Frigerio, storico tifoso della squadra lariana scomparso ieri all’età di 82 anni. Uno striscione di fronte alla tribuna lo ha ricordato: “Hai scritto la nostra storia… Ciao Pucci”.
Con questa vittoria i lariani salgono a 62 punti in classifica e ora attendono le sfide domenicali delle altre squadre che lottano per il vertice del girone A. Alla vigilia la Pro Vercelli ha 58 punti, l’Alessandria 56 e il Renate 55 (alla pari con il Lecco, che ieri ha vinto per 1-0 a Pistoia). La Pro Vercelli scende in campo a Livorno, il Renate a Gorgonzola con la Giana Erminio. L’Alessandria riceve la Lucchese.
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Cnel, l’effetto pandemia è stato dirompente sui servizi pubblici
(ANSA) – ROMA, 27 MAR – La pandemia “ha avuto un effetto dirompente su tutti i servizi pubblici, sia a livello centrale che locale, accentuandone le criticità e facendo emergere la ‘fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni”. E’ questo in sintesi – spiega una nota – il dato che emerge dalla relazione 2020 del CNEL al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche centrali e locali alle imprese e i cittadini’, che sarà presentata martedì prossimo. “Si evince – commenta il presidente del Cnel, Tiziano Treu – come l’aumento della povertà e il peggioramento delle condizioni di vita degli italiani, certificato di recente dall’Istat, ma anche la bassa crescita dell’economia, siano connesse ai livelli e alla qualità dei servizi pubblici a cittadini e imprese e dipendano dai mancati investimenti dell’ultimo ventennio nei servizi sociali e nella sanità, innanzitutto, nella scuola e università, nelle infrastrutture e nella digitalizzazione e informatizzazione, dalla mancanza di una visione a lungo termine e la conseguente programmazione soprattutto da parte dei ministeri di riferimento”. (ANSA).
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Cina annuncia sanzioni verso statunitensi e canadesi
(ANSA) – PECHINO, 27 MAR – La Cina ha annunciato l’imposizione di nuove sanzioni, questa volta verso “individui ed entità” statunitensi e canadesi. Nei giorni scorsi analoghe misure erano state prese da Pechino contro europei e britannici dopo la tornata di sanzioni occidentali verso la Cina per la violazione dei diritti umani della minoranza uigura nello Xinjiang.I provvedimenti presi da Pechino consistono nel divieto di ingresso in territorio cinese, di Hong Kong e Macau, per due componenti della commissione Usa per la libertà religiosa internazionale, Gayle Manchin e Tony Perkins, oltre al deputato canadese Michael Chong e ad una commissione parlamentare canadese per i diritti umani, ha specificato il ministero degli Esteri cinese. (ANSA).
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Ciclismo:domani con Gand-Wevelgem, via a classiche primavera
(ANSA) – ROMA, 27 MAR – Con la Gand-Wevelgem comincia domani il tour delle classiche di primavera del ciclismo internazionale. La gara belga fa infatti tradizionalmente da apripista alle gare più importanti della stagione. Domenica 4 aprile si correrà il Giro delle Fiandre, il 18 l’Amstel Gold Race, il 21 la Freccia Vallone e il 25 la Liegi-Bastogne-Liegi. Grande favorito per la vittoria è il corridore belga Wout van Aert, 26enne della Jumbo Visna, ex star del ciclocross (più volte iridato) e argento mondiale su strada, deciso a togliere il titolo al danese ex campione del mondo Mads Perdersen, trionfatore nell’edizione 2020. Fra gli outsider più accreditati il ceco Zdeněk Štybar , il belga Yves Lampaert e il belga Jasper Styven, fresco di trionfo della Milano-Sanremo. Altri concorrenti con buone chance sono gli italiani Davide Ballerini, Sonny Colbrelli, Giacomo Nizzolo e Matteo Trentin, e poi ancora il tedesco John Degenkolb e il francese Arnaud Demare. La Gand-Wevelgem è giunta all’83ma edizione e dopo la insolita edizione disputata nell’autunno del 2020 a causa del rinvio per la pandemia, torna quest’anno alla sua consueta collocazione: 254 km da Ypres a Wevelgem, con un tracciato molto irregolare, e abbastanza duro soprattutto nella parte centrale. (ANSA).
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Cantù, 30 anni dall’ultimo successo europeo, la Coppa Korac 1991: ricordo di una notte magica
Una città in festa come Napoli quando ha vinto i suoi scudetti con Diego Armando Maradona. Per una sera la di solito compassata Brianza diventò come Fuorigrotta.Esattamente 30 anni fa, il 27 marzo del 1991, Cantù era in festa per la vittoria della sua squadra in Coppa Korac. Di fatto l’ultimo successo europeo della società brianzola che – è bene ricordarlo – rimane ancora oggi una delle società più titolate a livello continentale.Il trofeoLa Coppa Korac nel basket all’epoca equivaleva alla Coppa Uefa nel calcio, quella che oggi si è trasformata in Europa League.Il trofeo era dedicato a Radivoj Korac, grande cestista jugoslavo nato nel 1938 e morto nel 1969 in un incidente stradale. All’epoca era tra i migliori atleti del suo Paese. Il disegno della coppa – che andò in scena dal 1972 al 2002 – con un pallone spezzato, rappresentava la vita del giocatore, terminata prematuramente. Nella sua carriera anche un anno in Italia, nel Petrarca Padova, per il torneo 1968-1969, l’ultimo della sua carriera. Il giorno della sua morte, il 2 giugno, in Serbia in sua memoria non vengono disputate partite di pallacanestro.Cantù nella storia è la squadra che ha vinto più volte la Korac, esattamente in quattro occasioni, 1973, 1974, 1975 e, appunto, 1991.La doppia finaleLa doppia finale con il Real Madrid fu epica e anche, purtroppo, tragica. L’allenatore degli spagnoli Ignacio Pinedo, infatti, si sentì male per un problema cardiaco durante il match d’andata, senza più riprendersi, e sarebbe scomparso pochi mesi dopo, il 16 di agosto.La sfida iniziale nella capitale spagnola terminò con la vittoria degli ospiti di due punti (71-73). Un incontro in cui la compagine canturina – che all’epoca era ribattezzata Shampoo Clear – era stata in vantaggio anche di 9 punti. Quel minimo margine si rivelò fondamentale perché al ritorno, in un Pianella gremito in ogni ordine di posti – quella sera non c’era spazio libero nemmeno per uno spillo – nei tempi regolamentari Madrid era avanti proprio di due punti (77-79) e si rese necessario un tempo supplementare. Una partita in cui Cantù era stata sotto di 18 punti e in cui tutto sembrava perduto. Ma ci pensò l’americano Pace Mannion, con ben quattro realizzazioni consecutive da tre, a riportare la formazione allenata da Fabrizio Frates in carreggiata.Si rese quindi necessario l’overtime con i due tiri liberi di Davide Pessina che regalarono il trionfo ai padroni di casa (95-93 il finale) nel tripudio del Pianella, con una invasione vecchio stampo, di quelle che oggi – anche se pacifiche e festose – non sono più possibili.
Il cammino dei brianzoliIl percorso della Clear nella competizione continentale 1990-1991 era iniziato non troppo lontano dalla Brianza. La prima compagine superata nel turno preliminare era ticinese, il Sam Massagno (Svizzera). Poi era stata la volta del Vojvodina Novi Sad (Jugoslavia) nel primo turno; nella fase a gironi Cantù terminò al primo posto nel suo gruppo davanti al Real Madrid, al Panathinaikos (Grecia) e al Trane Castors Braine (Belgio). Nei quarti di finale fu superato il Cibona Zagabria (ancora Jugoslavia); in semifinale i francesi del Mulhouse.I protagonistiLa rosa di quella squadra era composta da Pierluigi Marzorati (capitano), Giuseppe “Beppe” Bosa, Roosevelt Bouie, Silvano Dal Seno, Andrea “Rambo” Gianolla, Angelo Gilardi, Pace Mannion, Davide Pessina, Alberto Rossini, Alessandro Zorzolo. Il tecnico era Fabrizio Frates, con assistente Bruno Arrigoni; direttore sportivo Gianni Corsolini, che ci ha lasciato poche settimane fa, e presidente Aldo Allievi, scomparso nel marzo 2011.Le testimonianze«Non era stata una vittoria facile – spiega Roberto Allievi, figlio di Aldo e attuale presidente della Pallacanestro Cantù – La nostra formazione era stata costruita attraverso la cessione di Antonello Riva, nel 1989, che ci aveva consentito di sistemare il bilancio, che era in deficit, e di avere nel tempo importanti contropartite tecniche. Fu un ottimo lavoro di tutti, a partire dall’allenatore Fabrizio Frates. Alla fine fu una grande festa a Pianella, con scene che speriamo un giorno di poter rivedere».«La conquista della Coppa Korac 1991 fu in pratica la conclusione della mia carriera – dice Pierluigi Marzorati – Avrei voluto smettere un paio di stagioni prima, ma mi era stato chiesto di rimanere per favorire la crescita di Alberto Rossini nel mio ruolo. Cantù aveva vinto molto in Europa negli anni ’70 e all’inizio degli ’80, poi c’era stata una pausa. Quel trofeo fu come la chiusura di un cerchio. Il ricordo di quella sera? Una lotta fino all’ultimo secondo, con i canestri decisivi di Pace Mannion nel momento più difficile».«Fa solo piacere ripensare a quel successo – dice Davide Pessina – Fu una enorme soddisfazione vincere in Europa, soprattutto con una maglia importante e di tradizione come quella di Cantù».
SOTTO, IL DOWNLOAD DELLA PAGINA USCITA SUL CORRIERE DI COMO, CON LE IMMAGINI DELLA VITTORIA E IL BIGLIETTO ORIGINALE DI QUELLA SERATA AUTOGRAFATO DAI PROTAGONISTI
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Birmania: oltre 90 morti, ‘è il giorno della vergogna’
(ANSA) – ROMA, 27 MAR – Sarebbero più di 90 le persone uccise oggi in Birmania, in una repressione delle proteste contro il golpe militare sempre più sanguinosa, nel giorno in cui l’esercito celebrava la Giornata delle Forze Armate. Lo riferisce il Guardian, citando notizie dirette di testimoni sul posto. “Oggi è un giorno di vergogna per le forze armate”, ha detto a un forum online il dottor Sasa, portavoce del CRPH, un gruppo anti-giunta costituito da legislatori deposti. (ANSA).
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Basta toni bellici, non siamo in guerra
di Mario Guidotti
Questa pandemia è stata tale anche sul versante della comunicazione. Ricordate il termine infodemia? Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non verificate. Siamo stati martellati da frasi storiche, di incoraggiamento, di consolazione. Vi ricordate: “Andrà tutto bene”? “Ne usciremo migliori”? Ma anche “è una guerra”.
Biden ha rilanciato indirettamente questo concetto ricordando un dato impressionante: negli Stati Uniti il Covid ha fatto più morti delle ultime guerre insieme. Mah, forse più corretto dire che molti sono morti “con” il Covid e non solo “per” il Covid. Anziani fragili con pluripatologia, malati neoplastici, bronchitici cronici, tra questi abbiamo contato non tutti ma i maggiori defunti, anche se il dato non alleggerisce il carico di dolore né il lutto. Ma, a parte la mimetica del Generale Figliuolo (perché la indossa?), non è una guerra.
Non solo per la mancata repressione dell’evasione delle norme anti-contagio. Amici della forza pubblica raccontano di sberleffi, alzate di spalle e marameo all’ingiunzione di non assembrarsi: voi l’avreste visto fare in guerra? Ma vorremmo stare, per rimanere sulla similitudine bellica, sull’argomento vaccini. Bene, in guerra, e sono dati storici oltre che racconti di famiglia, la prima (o seconda) azione di un governo, democratico e non che sia, è quella di requisire industrie e riconvertirle alle necessità appunto della guerra: armi, munizioni, navi, carri armati, ma anche vestiario per i soldati, medicine. Appunto farmaci.
Non vi sareste aspettati che se fosse una guerra (e i morti, per parole del Presidente Usa, sono stati anche di più) i governi nazionali ed anche sovranazionali avrebbero requisito o comunque commissariato le industrie farmaceutiche inducendole a produrre vaccini e farmaci anti-Covid? Nei modi, costi e volumi che servivano. Cosa che attualmente abbiamo visto mancare totalmente. Quella che si è invece palesata è stata una totale libertà di mercato, legittima badate bene, anzi democraticissima, sia nei modi sia nelle tariffe. Se invece guerra fosse, la Nato, per fare un esempio, proteggerebbe chi ne fa parte. Non esisterebbe che i vaccini vadano a chi li fa prima, o a chi li compra rapidamente o a chi li paga di più. Perché le armi e le munizioni sarebbero appunto i vaccini.
Aggiungiamo, per stare al caso Como e provincia: i punti vaccinali sarebbero a costo zero per la comunità, non a prezzi di mercato.
Continuiamo quindi con gli attuali comportamenti nazionali, anzi campanilistici (vedi le decine di sistemi sanitari regionali del nostro Paese, dove c’è chi ha vaccinato il 31% e chi il 14%, nota bene, solo di alcuni gruppi), ma per favore due cose. Prima: aboliamo o rendiamo più leggeri, e meno costosi, organismi come appunto Nato, Onu, Oms e compagnia inutile. Seconda: dateci una comunicazione più essenziale, meno ampollosa e retorica, nonché carica di metafore che non solo non incoraggia ma, visti i risultati, innervosisce anche.