Categoria: Cultura e spettacoli

  • A Zelbio il Leopardi “primitivo” di Roberto Mussapi

    A Zelbio il Leopardi “primitivo” di Roberto Mussapi

    Cosa mettere in valigia per le vacanze estive? Un’antologia di Leopardi può farvi innamorare della vera poesia.L’occasione per discuterne sarà, sabato 18 agosto alle 21, l’incontro con il poeta Roberto Mussapi, ospite del festival “Zelbio Cult” nella località lariana, dove oltre a leggere alcuni versi editi e inediti presenterà l’antologia Amor là nel profondo, una selezione di diciannove canti per la collana “Poesie per giovani innamorati” edita da Salani. Da L’infinito a Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, da A Silvia a Il sabato del villaggio.Amare Leopardi nel nostro Paese dovrebbe essere un dovere civile, ma è soprattutto un piacere dell’anima e del cuore. E una sfida al tempo e alle convenzioni. Mussapi è convinto dell’anima ribelle e controcorrente del poeta, che con la sua storia tragica è quantomai attuale e sa parlare anche al distratto ed egocentrico popolo dei social, e si propone come modello alternativo a chi crede che scrivere versi sia un modo facile per esorcizzare il male di vivere.«Leopardi – dice Mussapi – è uno dei pochi grandi poeti che va diritto al centro delle cose, e che sa far rimare idealmente concetti che oggi sono banditi anche dal festival di Sanremo, come “cuore”, “amore” e “dolore”. Giacomo non ha l’amore perché non lo trova, ma disperatamente lo cerca e crea così una consonanza quasi insostenibile con il dolore vissuto».Un punto di arrivo che gli è costato molto, ma che era fondamentale raggiungere.«Leopardi è un poeta essenziale, che sa dire cose fondamentali pur con una base culturale straordinaria. La sua erudizione, indotta maniacalmente anche dal padre Monaldo, fu concausa della sua rovina. Giacomo però ha deciso di abbandonare la pura speculazione e ha fatto una scelta radicale, una nuova dimensione di semplicità. Il suo esempio è qualcosa di straordinario. Chi ha una cattiva e nociva idea della poesia, la stessa che imperversa oggi sui social, sostiene che essa sia l’espressione spontanea di qualunque sentimento, una sorta di evacuazione. Quando invece, e Leopardi lo fa capire chiaramente, è frutto di una esperienza spirituale e linguistica fortissima. Come pochi altri, Giacomo ha saputo affrontare argomenti complessi prefiggendosi un’assoluta semplicità, e ciò fa battere il cuore anche nel XXI secolo. Grazie a una lingua che ha una assoluta incisività e trasparenza e non sente il peso del tempo».Quale Leopardi suggerisce oggi Mussapi? «Quello che parla alla Luna e agli astri, che guarda le stelle, l’infinito. Un poeta religioso, ma non certo un credente come certa critica cattolica ha voluto disegnarlo, a mio avviso in modo erroneo. Piuttosto, una sorta di uomo primigenio, primitivo, il primo essere umano che esce dalla caverna e guarda l’universo. Leopardi è Neil Armstrong che posa il piede sulla superficie della Luna».Lorenzo Morandotti

  • A Zelbio tutti pazzi per Dürer

    A Zelbio tutti pazzi per Dürer

    Torna la serata dedicata al tema “arte”, ormai un classico della rassegna zelbiese “Zelbio Cult”, che ha ospitato – tra gli altri – Flavio Caroli, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Pietro Marani, Lea Vergine.  Sabato 25 agosto alle 21  al Teatro Comunale in Piazza della Rimembranza, sarà ospite Stefano Zuffi, che a partire della mostra che si è da poco conclusa a Palazzo Reale, intitolata “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, terrà una conferenza dal titolo “Il fascino irresistibile di Dürer. Vita, opere, passioni di un genio del Rinascimento europeo”, il professor Zuffi ci fa immergere nel mondo del pittore, disegnatore, incisore, artista grafico, matematico e trattatista più significativi di tutta l’arte europea. Albrecht Dürer (nella foto, il suo celebre autoritratto), infatti, portò l’arte dell’incisione a vette mai raggiunte prima, realizzando il primo libro pensato, illustrato, stampato ed edito da un artista occidentale. Fu il primo a realizzare opere senza che gli fossero state commissionate. Dipinse le prime vedute, i primi paesaggi autonomi, cioè non ridotti semplicemente a sfondi. Oltre alla sua opera, il professor Zuffi ci racconta anche l’affascinante quadro di rapporti artistici tra nord e sud Europa tra la fine del Quattro e l’inizio del Cinquecento, il dibattito religioso e spirituale della Riforma come “substrato culturale” delle sue opere.

    Storico dell’arte nato a Milano, Stefano Zuffi si dedica alla divulgazione culturale attraverso l’editoria (ha pubblicato oltre 100 libri con editori come Electa, Skira, Mondadori, Guanda, Longanesi, 24ore Cultura, alcuni dei quali tradotti in diverse lingue) e attraverso la collaborazione con mostre e musei. Come curatore ha seguito diverse mostre di arte antica e moderna a Milano, Torino, Genova, Verona, Catania e altre città. Collabora con programmi radiofonici e riviste specializzate; è consigliere degli Amici di Brera, degli Amici del Museo Poldi Pezzoli e degli Amici dei Musei Liguri.

    Ingresso libero.

  • Abele Vadacca espone nel Battistero di Galliano

    Abele Vadacca espone nel Battistero di Galliano

    Nel Battistero di Galliano, gioiello dell’architettura religiosa lombarda, l’artista  Abele Vadacca di Bellagio terrà una performance  sabato 1 settembre alle ore 18, inaugurazione di una personale che  proseguirà per 15 giorni all’interno del mistico Battistero risalente all’anno 1000 nel complesso della Basilica di Galliano  a Cantù. In mostra alcune opere pittoriche e scultoree inedite , non mancherà un tributoalla città di Cantù nel imponente opera “ Omnia Mutator”, più l’opera religiosa dal titolo “Sing of Crist” mai esposta, che i proprietari, illustri committenti australiani consentiranno di esporre solo per questa occasione in Italia. Infatti, chiuso l’evento l’opera troverà la sua collocazione definitiva in St Mary’s Cathedral di Perth. Il 14 settembre alle 21 a Bellagio presso Il museo degli strumentidi Navigazione di Gianni Gini, Abele Vadacca sarà ospite presso il Caffè Letterario di ‘Plinio il Giovane’ per una performance d’eccezione dal titolo “I mestieri del lavoro dello scultore”.  Ingresso libero.

  • Adam Sandler ad Argegno: «Ti amo davvero»

    Adam Sandler ad Argegno: «Ti amo davvero»

    «Hanno finito di girare. Tutto bene e grande soddisfazione». Così il sindaco di Argegno Roberto De Angeli oggi attorno alle 16 ha voluto annunciare in modo sintetico la fine dell’ultimo set sul Lario per la troupe di Netflix, ospite del Comasco per le riprese del filmMurder mysteryche andrà online sul canale di streaming dedicato alla fiction alla fine della primavera, al massimo la prossima estate.Un’avventura intensa per tutti quella lariana di Netflix, dal cast ai tecnici al territorio che li ha ospitati, mobilitando amministratori locali, forze dell’ordine, società private, alberghi di lusso e ristoranti. Un mese vissuto all’ombra di Hollywood, con i divi Jennifer Aniston e Adam Sandler protagonisti del film a tenere con il fiato sospeso cacciatori di autografi, fan e fotografi.

    «A Sandler abbiamo donato un libro dell’ amministrazione comunale di Argegno – ha detto  il sindaco De Angeli (nella foto Nassa, durante l ‘incontro con l’attore) – che rappresenta tutta la storia del paese, ha molto apprezzato e su un altro libro mi ha scritto questa dedica: “I really love your town”».

  • Addio al pittore Gianni Betta, il circolo “Mira” piange il suo maestro

    Addio al pittore Gianni Betta, il circolo “Mira” piange il suo maestro

    Lutto nella cultura comasca. Sabato 8 dicembre è morto Gianni Betta, pittore di Cernobbio e anima del circolo “Carlo Mira” della località lariana. Nato nel 1937 a Maslianico, Betta insegnava al centro culturale e artistico  erede della tradizione della gloriosa scuola d’arte di Rovenna. Autodidatta, Betta ha sempre avuto passione per il mondo artistico, e ha iniziato a dipingere all’età di 18 anni. Si è però dedicato professionalmente alla pittura solo  negli anni Settanta. I funerali si svolgono oggi alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Maslianico.

    La cifra distintiva dell’arte pittorica di Gianni Betta era l’uso del colore nella rappresentazione del paesaggio lariano. Che restituisce atmosfere placide, soffuse e sognanti, immutabili nel tempo,  quasi metafisiche (Sirio Marcianò  ha parlato in un testo critico di «pacata trascendenza»), anche se non mancano riferimenti a precisi spunti storici come le vicende legate al Baradello e le gesta garibaldine nel Comasco.«Mi è sempre piaciuto molto colorare – aveva dichiarato al nostro giornale presentando i propri lavori – Anche se all’inizio è nato  quasi come uno svago, via via ha preso sempre più piede nella mia mente e nella mia vita il gusto del dipingere. Ho trovato nella pittura un angolo veramente mio, in cui posso liberamente  essere me stesso».Un esercizio senza obblighi, quindi. Potremmo dire anche: senza padrini né padroni. Suffragato, tra l’altro, da una formazione totalmente libera da condizionamenti.

    “Il circolo era la sua passione e la sua vita, come la pittura – ha dichiarato il presidente dell’associazione “Carlo Mira” di Cernobbio Mario Minatta – intendiamo continuare nel segno del suo esempio, dando ancora più spazio a tanti giovani di talento che vogliono cimentarsi nella pittura, Quest’anno abbiamo già organizzato cinque mostre e l’anno prossimo ricorderemo Gianni con un evento speciale”.

  • Adriano Celentano compie 81 anni. Il ricordo dei suoi trascorsi comaschi: film, ma non solo

    Adriano Celentano compie 81 anni. Il ricordo dei suoi trascorsi comaschi: film, ma non solo

    Adriano Celentano compie 81 anni. Un compleanno che in queste ore giornali, radio e televisioni stanno celebrando con pagine, trasmissioni e ricordi speciali. Per chi volesse approfondire il Celentano “comasco”, riproponiamo l’articolo pubblicato un anno fa, in occasione dell’80° del “Molleggiato”, in cui si parla dei trascorsi lariani e dei film girati nella nostra zona. I più famosi, “Innamorato pazzo” e “Il bisbetico domato”.

  • “Ah, che bel vivere…”, Rossini a tavola

    “Ah, che bel vivere…”, Rossini a tavola

    Si intitola Ah, che bel vivere – Guida ai piaceri della tavola e ai luoghi del grande Rossini (edizioni Eurarte, pp. 184, 15 euro) il saggio che l’organista comasco  Ennio Cominetti dedica al maestro e compositore Gioacchino Rossini.Musicista, compositore, direttore di coro e d’orchestra, l’autore (foto) ripercorre la biografia del maestro mettendone in luce aspetti familiari e privati, compresa la sua grande passione culinaria. Gioachino Rossini, infatti, non fu solo un grande musicista: fu anche amante dei piaceri della tavola e del mangiar bene, che considerava un vero e proprio rito.Le sue opere girarono i più grandi teatri d’Italia e del mondo. E proprio nei suoi viaggi Rossini ebbe modo di conoscere tradizioni gastronomiche diverse. Il saggio di Cominetti racconta i piatti amati da Rossini e i luoghi a lui più cari come la villa di Passy, nei dintorni di Parigi, il Lario dove fu ospite della cantante lirica Giuditta Pasta a Blevio e della famiglia Belgiojoso, proprietaria di Villa Pliniana a Torno.Tra i piatti più celebrati dall’autore de Il barbiere di Siviglia quello che da lui prende il nome, il famoso “filetto alla Rossini” dove alla carne bisogna aggiungere foie gras, tartufo nero e vino di Madera, o i “Maccheroni alla Rossini”, i pasticci d’oca e i numerosi dolci.Chi fosse interessato può ricevere il libro sino al 31 agosto senza spese di spedizione. Per informazioni scrivere una mail a: info@eurarte.it.

  • Al Sociale tocca a “Rinaldo”

    Al Sociale tocca a “Rinaldo”

    Arriva a Como “Rinaldo”, l’opera di Georg Friedrich Händel ultimo titolo della “Stagione lirica 2018/2019”.L’opera andrà in scena venerdì 11 alle 20 domenica 13 gennaio alle 15.30, con la regia di Jacopo Spirei. Ispirata alla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, l’opera fu il trampolino di lancio sulla scena londinese per Georg Friedrich Händel, all’epoca maestro di cappella del principe elettore di Hannover. Con la prima rappresentazione di “Rinaldo” al Queen’s Theatre di Haymarket presso Londra nel 1711 e le repliche successive, il compositore di Halle raccolse un successo artistico e sociale strepitoso e aprì le porte per una carriera quarantennale.

  • “Alessandro Borghese-4 Ristoranti”, la reunion comasca

    “Alessandro Borghese-4 Ristoranti”, la reunion comasca

    Una reunion a poche settimane dalla messa in onda della trasmissione per confrontarsi su come siano andate le cose dopo il passaggio comasco di “Alessandro Borghese-4 ristoranti”. Ad Argegno si sono ritrovati i quattro ristoratori: Massimo (il vincitore), Tiziano, Umberto e Jean Christoph. Per tutti un giudizio unanime: “L’indotto della trasmissione è stato altissimo”. Per tutti sono aumentati notevolmente i clienti, le persone che hanno manifestato interesse a prenotare, le visualizzazioni su Internet e sui social da tutta Italia. Massimo parla di clienti “quasi raddoppiati” dopo la vittoria e del suo sito Internet andato in tilt

    Non mancano aneddoti e curiosità: in molti chiedono i piatti mangiati da Alessandro Borghese durante la trasmissione;  è aumentato anche il numero degli avventori “critici”, che vanno nei locali pronti  a cercare qualcosa che non vada; è anche capitato, ha spiegato Jean Cristoph, che siano arrivati clienti che abbiano chiesto di lui e che se ne siano andati una volta constatata la sua assenza. Notevole la popolarità per tutti e quattro: “Ci riconoscono e ci chiedono selfie, come è la trasmissione dietro le quinte e anche qualche autografo. Abbiamo anche saputo che si sono creati gruppi di ascolto con persone che hanno seguito tutti assieme il programma” spiegano.

    Nel loro incontro non è mancata qualche riflessione sulla cucina lariana e anche in questo caso i pareri sono concordi: “Noi puntiamo sui prodotti locali – hanno spiegato – ma sarebbe bello che questa abitudine fosse più diffusa. Bisognerebbe osare: non è possibile che sul lungolago, in location bellissime, vengano offerti penne alla panna e al prosciutto e scaloppine”. A proposito di produzione, Massimo (Crotto del Sergente), Tiziano (La cucina della Marianna), Umberto (Imperialino) e Jean Christoph (Villa Belvedere) sperano che possano essere fatte operazioni strutturali – e chiamano in causa le amministrazioni – per aumentare gli allevamenti di pesce del Lario, visto che il problema della scarsità di materia prima è molto sentito.

    Nel salutarsi i quattro hanno poi lanciato un progetto, un menù comune e la possibilità di ospitarsi a vicenda ai fornelli nei rispettivi ristoranti per serate speciali. Da una possibile rivalità, dunque, è invece nata una proficua collaborazione.

    Massimo Moscardi

  • Alessandro Preziosi è Van Gogh al Lac di Lugano

    Alessandro Preziosi è Van Gogh al Lac di Lugano

    Prosegue la ricca programmazione del cartellone “LuganoInScena”. Alessandro Preziosi è il protagonista di Vincent Van Gogh (l’odore assordante del bianco), un lavoro ricco di spunti poetici scritto da un drammaturgo di razza come Stefano Massini. Martedì 22 gennaio alle 20.30 (replica 23 gennaio, ore 20.30, Sala Teatro del centro Lac di piazza Luini), Preziosi ricreerà le atmosfere che Vincent Van Gogh visse in occasione del suo ricovero forzato avvenuto in seguito al grave atto di autolesionismo che lo portò a tagliarsi un orecchio. Informazioni sul sito www.luganoinscena.ch, mail a info@luganoinscena.ch.