Categoria: Cronaca

  • Anche Guerra e Orsenigo replicano ai pentastellati

    Anche Guerra e Orsenigo replicano ai pentastellati

    Reazioni anche dal Pd dopo le dichiarazioni sulle grandi opere viabilistiche attese dal territorio rilasciate dai due esponenti del Movimento 5 Stelle, Erba e Aleotti, che di fatto affossano la variante della Tremezzina e il secondo lotto della Tangenziale di Como.

    Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina, già deputato del Pd è lapidario: «Per la Variante il progetto esecutivo è in fase di redazione, mi risulta che nel progetto approvato il cantieri duri 5-6 anni. Non nego che ci saranno disagi, ma ne vale la pena. La questione è politica: se non si vuole questo intervento lo si dica chiaramente a chi lo attende da anni. Interventi simili altrove sono già stati realizzati e non si sono avute le apocalissi che paventano i Cinquestelle».

    Dura anche la presa di posizione di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd: «I consiglieri M5S dovrebbero dirci cosa intende fare il loro ministro. Essere cioè chiari una volta per tutte sul futuro del secondo lotto perché non è un sogno, come dicono, ma una decisione del governo gialloverde, dove però il responsabile delle infrastrutture, e dunque anche della tangenziale comasca, è un pentastellato. Se il presidente della Regione Attilio Fontana dice che aspetta i soldi dal governo, facciano sapere ai comaschi se davvero il ministro intende impegnarsi a trovare le risorse».

  • Ancora un licenziamento in Comune: e c’è già un ricorso davanti al giudice

    Ancora un licenziamento in Comune: e c’è già un ricorso davanti al giudice

    Un’altra dipendente del Comune di Como è stata licenziata per una serie di presunte omesse timbrature e presenze sul posto di lavoro. Polverone che torna a sollevarsi quando il primo – che risaliva a gennaio, quando ci fu il primo licenziamento – non si era ancora placcato, visto che il prossimo 12 luglio la questione verrà affrontata davanti al giudice del lavoro di Como.

    L’avvocato che cura gli interessi della prima dipendente licenziata cui vengono contestati tre episodi, ha infatti presentato i motivi del ricorso che ruotano attorno a più punti. Un contrattacco che porterà il Comune di fronte al giudice del lavoro cui è stato chiesto l’annullamento del licenziamento con ordine di reintegro della lavoratrice e risarcimento di danno e spese legali.

    Ma se questo fronte, come dicevamo, è ancora discusso, nelle scorse ore se n’è aperto un secondo identico. Un’altra lavoratrice di Palazzo Cernezzi è stata licenziata per sette episodi di timbrature di cartellini e attestazioni di orari contestati dalla dirigente. Fatti che sarebbero avvenuti tra il 28 dicembre del 2017 e il 16 gennaio del 2018, sei a gennaio e uno solo a dicembre.

  • Andrea Manfredi, scomparso nell’incidente aereo in Indonesia, nel 2010 aveva vinto sul Ghisallo

    Andrea Manfredi, scomparso nell’incidente aereo in Indonesia, nel 2010 aveva vinto sul Ghisallo

    Aveva vinto la gara Cabiate-Ghisallo nell’ambito della Giornata nazionale della bicicletta nel 2018. C’è anche un ricordo legato al Comasco – di fatto uno dei suoi successi importanti – legato ad Andrea Manfredi, l’ex ciclista scomparso nell’incidente aereo in Indonesia. Nella caduta del Boeinf della Lion Air hanno perso la vita 189 persone.

    Il Centro spirituale del ciclismo di Sesto Fiorentino, che in precedenza lo aveva premiato, qual giorno aveva riportato la cronaca della gara, con una bella foto dell’arrivo. Ecco la cronaca dal sito castellinacentropritualeciclismo.it.

    Andrea Manfredi, 18 anni, toscano del Team Ambra-Cavallini-Vangi, con le lacrime agli occhi e le braccia alzate verso il cielo per dedicare questa sua ottava vittoria stagionale a Emilio Puccetti, suo direttore sportivo prematuramente scomparso nei giorni scorsi a causa di un male incurabile, taglia vittorioso il traguardo del“Trofeo Gr. Uff. Cav. Renato Conti ed Ezio Bellotta a.m.”organizzato dall’UC Cabiatese con partenza da Cabiate ed arrivo sulla vetta della Madonna del Ghisallo, salita scalata dalla parte più dura cio’è, provenendo da Bellagio per i 160 corridori che hanno preso il via per pedalare su di un circuito locale di circa 7 chilometri, ripetuto sei volte prima di puntare verso il Lago di Como in località Bellagio da dove inizia la scalata alla Madonna del Ghisallo.

    Ed è proprio sulle rampe del Colle tanto caro ai ciclisti che si scatena la battaglia tra i corridori più forti in gruppo che si contenderanno la vittoria proprio “pestando” sui pedali nelle ultime decine di metri della salita dove il toscano Andrea Manfredi replica la vittoria ottenuta poco prima dal suo corregionale Umberto Orsini tra gli allievi, staccando di ruota l’ex europeo Luca Wackermann, (Biringhello), battuto si ma che conferma il suo splendido stato di forma attuale.

  • Tangenziale, un’opera inutile e devastante» Associazioni ambientaliste schierate contro l’ipotesi secondo lotto

    Tangenziale, un’opera inutile e devastante» Associazioni ambientaliste schierate contro l’ipotesi secondo lotto

    «Un progetto inutile, costoso e devastante». Le associazioni ambientaliste brianzole non usano mezzi termini per “condannare” l’ipotesi di realizzare il secondo lotto della tangenziale di Como. Un’opera molto discussa ma che, allo stato attuale dei fatti, non è in alcun modo in programma. Da tempo infatti i politici ne parlano – specialmente quando si dibatte sulla possibile gratuità del primo lotto – anche se attualmente non solo non esistono i finanziamenti, ma non è stato scelto nemmeno il progetto da seguire. Due infatti sarebbero, ad oggi, i possibili tracciati dell’opera: uno dal costo di circa 800 milioni di euro con parte del percorso in galleria e il secondo – tornato d’attualità durante l’ultima riunione del Tavolo della Competitività che ha ospitato in città il presidente di Regione Lombardia Atilio Fontana e l’assessore ai Trasporti Claudia Maria Terzi – dal costo stimato di 670 milioni di euro e dall’impatto ambientale minore. «Non si deve realizzare l’opera – scrivono le associazioni ambientaliste (i firmatari sono Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Le Contrade – Inverigo, WWF Insubria, L’Ontano – Montorfano, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” – Alzate Brianza, Il Gambero – Capiago Intimiano, Sinistra e Ambiente – Meda, La Puska – Lentate sul Seveso, Circolo Legambiente di Cantù – Green Station) nè in superficie, nè in tunnel, sospendendo qualsiasi ulteriore spreco di soldi pubblici in nuovi o vecchi progetti. L’impatto dell’infrastruttura sull’ambiente naturale circostante sarebbe insostenibile. Il passaggio in superficie devasterebbe le ultime aree agricole e naturali della zona collinare brianzola, di alto pregio ambientale. Nel caso di passaggio sotterraneo avremmo un pesante impatto sul sottosuolo e sul delicato equilibrio idrogeologico del territorio, falde acquifere in particolare. In entrambi i casi, si avrebbe dunque la deturpazione della naturalità dei luoghi». Uno stop secco e definitivo che invita a guardare altrove per risolvere i problemi della mobilità. «Se ci sono i soldi pubblici (per il progetto del secondo lotto si parla addirittura di 700 milioni di euro), questi devono essere investiti anzitutto nel rilancio della mobilità ferroviaria, attraverso il potenziamento delle linee esistenti e, per quanto riguarda la direttrice ovest-est, in particolare della ferrovia Como-Lecco, il cui servizio versa in condizioni pietose. Deve essere contemporaneamente potenziato il trasporto pubblico tramite i bus e incentivata la “mobilità dolce”, attraverso la realizzazione di piste ciclo-pedonali», suggeriscono le associazioni che invitano anche a prendere in considerazione anche la situazione attuale di alcuni importanti collegamenti. «Per le strade esistenti possono poi essere previsti interventi mirati per sistemare le criticità locali, sia sulla statale Como-Bergamo che su altre strade provinciali e locali».

  • “Aree di confine”, Varese e Como unite. Obiettivo, evitare la fuga in Svizzera

    “Aree di confine”, Varese e Como unite. Obiettivo, evitare la fuga in Svizzera

    Formare i dipendenti, fargli acquisire competenze specifiche per poi vederli migrare, in molti casi, verso la vicina e ben più remunerativa Svizzera. È questo il rischio, sempre più concreto, con il quale convivono ormai da tempo gli imprenditori che operano a ridosso della dogana.Una realtà che ha spinto, ormai un anno fa Confartigianato Varese a studiare un progetto per cercare di invertire la rotta. Non si tratta – come detto più volte dai protagonisti – di dichiarare “guerra” alla vicina confederazione ma di un progetto di legge apposito. E proprio ieri mattina è stato formalizzato l’accordo di collaborazione com Confartigianato Como per allargare il consenso e il perimetro del progetto di legge “Aree di Confine”. L’intento è quello di aumentare il netto in busta a favore dei dipendenti italiani occupati nelle imprese con sede entro i venti chilometri dal confine con il Canton Ticino. E, di conseguenza, limitare il dumping salariale elvetico e la fuga delle professionalità nel cantone svizzero di lingua italiana. «Un segnale importante di condivisione degli obiettivi e del senso stesso di una norma che punta a tutelare il tessuto produttivo locale, frenando la pericolosa china della desertificazione aziendale che riscontriamo in tutte e due i territori» ha detto Marco Galimberti, presidente di Confartigianato Imprese Como. Il progetto di legge si concentra su un regime fiscale incentivante e, in particolare, il reddito da lavoro dipendente prodotto nel territorio dello Stato Italiano da lavoratori residenti in Italia e dipendenti di aziende con sede legale entro i 20 chilometri dal confine con Svizzera, Austria, Francia e Slovenia, concorre alla formazione della base imponibile nella misura che va dal 70 al 50%. «Con Confartigianato Como alziamo l’asticella e contiamo di coinvolgere un numero sempre maggiore di imprese a sostegno di un intervento che, a questo punto, il legislatore non potrà più trascurare», dice Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese. Il peso specifico di questa intesa ne estende l’azione a un territorio che conta quasi un milione e 500mila abitanti e un numero di imprese – 118mila – non trascurabile. «Stiamo parlando di due tra i territori a più alta trazione produttiva dell’intero Nord Italia, con un Pil pro capite stimato in 25mila euro circa e un numero di aziende per chilometro quadrato tra i più elevati del Paese» conferma Galimberti. «Nei prossimi giorni Confartigianato Como prenderà contatto con le aziende locali per segnalare l’iniziativa e lo stesso farà nei confronti delle amministrazioni comunali – prosegue Galimberti – Al contempo solleciteremo gli esponenti politici comaschi».

  • Argegno, dopo 9 mesi “liberata” la statale Regina

    Argegno, dopo 9 mesi “liberata” la statale Regina

    Argegno, la statale Regina è libera. Dopo 9 mesi dalla frana del settembre 2017 è finalmente arrivata, nelle ore passate, l’ora “x”. Nella notte tra venerdì e sabato infatti il cantiere delle polemiche, i lavori tanto attesi per ripristinare la viabilità resa difficoltosa dalla frana di un muro sulla strada sono finiti e tutto è tornato alla normalità.Intorno alle 2 del mattino infatti il semaforo posizionato per regolare il flusso dei mezzi in prossimità dell’area di lavoro, è stato rimosso. E con lui se ne sono andate anche le polemiche infinite che hanno costellato questo intervento tanto atteso.«Siamo naturalmente molto contenti. Finalmente siamo tornati alla situazione precedente alla frana e questo non può che farci piacere. Ridiamo respiro alla viabilità lungo un’arteria fondamentale per il lago e per chi vive e lavora in questi paesi – spiega il sindaco di Argegno Roberto De Angeli, in prima linea fin dalle ore immediatamente successive allo smottamento – Positivo anche il fatto che il cantiere è stato chiuso con 2 settimane di anticipo sulla data conclusiva prevista in origine che era fissata per il 4 luglio». Sono dunque stati smontati i ponteggi necessari ai lavori ed è stato portato via il semaforo, facendo così “ripartire” il doppio senso di marcia. «Rimane il disappunto per il troppo tempo perso prima di far partire i lavori ma ora dobbiamo pensare al futuro», dice il sindaco. E a giorni ci sarà un altro passaggio importante per la Regina. E infatti previsto, verso la fine della prossima settimana, la firma in Prefettura dell’accordo che prevede – grazie a uno stanziamento regionale da 200mila euro – la creazione del sistema di videosorveglianza da accendere sulle strettoie presenti lungo la Regina, che da sempre rappresentano gli snodi critici della viabilità. «Saranno installati apparecchi video a Colonno e Sala Comacina, tanto per citare alcuni dei passaggi delicati – spiega il sindaco – Serviranno per monitorare il traffico e sostituiranno i semafori intelligenti oggi presenti, con maggiore affidabilità e precisione». Il sistema dovrebbe avere una fase di sperimentazione all’inizio del prossimo anno per poi entrare in servizio la prossima estate. Questo il futuro, nel presente invece c’è ancora un piccolo intoppo sulla Regina. «Niente di preoccupante ma la prossima settimana è prevista la chiusura a senso unico alternato per poter asfaltare 400 metri di strada che vanno risistemati dopo i lavori. Anas interverrà nella notte tra lunedì e martedì. Lungo la Regina sono stati fatti diversi interventi in questi ultimi mesi. Ciò è positivo, vista l’importanza di questa strada». Il tutto in attesa dell’avvio della variante della Tremezzina.

  • Argegno liberata dal cantiere dopo 9  mesi di passione

    Argegno liberata dal cantiere dopo 9 mesi di passione

    L’incubo di molti automobilisti potrebbe finire domani, ma il condizionale resta d’obbligo quando si parla di Argegno e della Regina.Nove lunghi mesi di polemiche hanno accompagnato il tratto della Regina colpito dalla frana caduta lo scorso 10 settembre. L’intervento dei movieri a singhiozzo nei weekend, tavoli di confronto con il prefetto di Como, rassicurazioni da parte Anas e la rabbia di residenti, frontalieri e operatori turistici, intrappolati per ore nelle traffico.Dieci i chilometri di coda che si sono formati la scorsa domenica ad Argegno.Da oggi questo potrebbe diventare solo un brutto ricordo. Tolti i ponteggi, resta solo l’intervento di riempimento della parte posteriore al nuovo muro. La Regina tornerà finalmente libera da lavori e semafori entro domani mattina fa sapere prudenzialmente l’Anas. Il cantiere sarà in questo modo chiuso in anticipo rispetto alla data prevista per la fine dei lavori, il 4 luglio e la strada potrà essere restituita ai cittadini e ai lavoratori.

  • Variante della Tremezzina, via libera del M5S. Il consigliere Erba: «L’opera deve procedere»

    Variante della Tremezzina, via libera del M5S. Il consigliere Erba: «L’opera deve procedere»

    Variante della Tremezzina, cade anche l’ultima barriera, in questo caso di natura politica, per la realizzazione dell’opera. Oggi è infatti arrivata da Raffaele Erba, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, una sorta di lasciapassare pentastellato all’infrastruttura. Solo un mese fa il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) aveva giudicato la Variante della Tremezzina come un “infrastruttura minore” per il Governo, accendendo polemiche nel territorio comasco che da decenni aspetta di vedere realizzata l’opera che mai come in questi mesi, è a un passo dal diventare realtà. Inoltre da sempre l’atteggiamento del Movimento grillino su opere a così forte impatto ambientale è di massima cautela e di verifica delle reali necessità per un territorio dell’intervento previsto. Da ieri queste posizioni sembrano essere state definitivamente superate. «La variante della Tremezzina, allo stato attuale di avanzamento della progettazione, è un’opera che deve procedere anche se presenta ancora delle criticità su cui ragionare. Negli anni passati, abbiamo sollevato, insieme alle varie associazioni, i nostri dubbi sull’opera e sulle lacune progettuali che aveva nella prima stesura e questo percorso, a oggi, ha portato ad un miglioramento della Variante – ha dichiarato Raffaele Erba – In questi mesi è in corso l’ultima fase progettuale ovvero la stesura del progetto esecutivo». Va infatti ricordato come entro il 31 dicembre Anas debba presentare il progetto definitivo pena il rischio di veder sfumare lo stanziamento di 220 milioni dello Stato. Situazione che sta spingendo Regione Lombardia a premere sull’acceleratore per fare in modo che venga rispettata la tempistica prevista per non correre inutili rischi. Chi della Variante si è occupato da sempre, sia come amministratore locale che in veste di deputato Pd è il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra. «È sicuramente una dichiarazione che accolgo con favore. Si sono resi conti, nel mondo 5Stelle, che la Variante è un’opera fondamentale e non più rinviabile. Spero dunque che questo intervento a livello regionale del consigliere Erba rifletta il medesimo orientamento anche a livello nazionale», ha commentato Mauro Guerra. «Questo è il momento e l’occasione per risolvere le ultime lacune di impatto ambientale e paesaggistico dell’opera – ha poi aggiunto Raffaele Erba – Stiamo parlando di zone di pregio su cui va usata la massima delicatezza e la posizione della associazioni ambientaliste non deve rimanere inascoltata». Il riferimento è a un recente documento di 5 associazioni ambientaliste comasche (Italia Nostra Como, Chiave di Volta, La Cruna del Lago, Territori Natura Arte Cultura, Legambiente Como), che hanno sottolineato come «l’unica scelta realmente sostenibile sia la realizzazione dell’intera opera in galleria naturale, suddivisa eventualmente in tratti intervallati da viadotti. A fronte degli effetti devastanti sull’integrità del territorio, non si riconosce alcuna motivazione di ordine tecnico-normativo ed economico sufficiente a giustificare la scelta progettuale attuale, di cui si richiede per tanto una profonda revisione», questa la nota che chiede poi di ipotizzare una mobilità alternativa. «Abbiamo individuato la fase di cantierizzazione e la conseguente mobilità, come ulteriore punto critico su cui riflettere», ha chiuso Erba.

  • Armi illecite comprate in Polonia: quattro comaschi denunciati

    Armi illecite comprate in Polonia: quattro comaschi denunciati

    Compravano armi, per corrispondenza, dalla Polonia, eludendo così i divieti previsti dalle normative italiane.Perquisizioni e denunce anche a Como nell’ambito dell’operazione Lethal Weapon, eseguita a livello nazionale dagli agenti della polizia di Stato.Quattro i comaschi denunciati e sei le armi sequestrate sul Lario. L’operazione, scattata il 13 giugno scorso, ha coinvolto le squadre mobili di 48 Questure d’Italia. Complessivamente, sono state effettuate 78 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, accusati di acquisto di armi per corrispondenza e detenzione illegale di armi.L’attività della polizia è stata coordinata dal Servizio centrale operativo, mentre l’inchiesta fa capo alla Procura di Enna, in Sicilia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il 2016 e il 2017 gli indagati avrebbero acquistato dalla Polonia, utilizzando carte di credito clonate, armi ad aria compressa con potenza superiore ai limiti consentiti dalla legge italiana e quindi considerate armi da fuoco.Nell’ambito dell’operazione, in tutta Italia sono state sequestrate ottanta carabine e dodici pistole ad aria compressa di fabbricazione straniera.La squadra mobile di Como ha perquisito quattro abitazioni e ha scoperto e sequestrato sei carabine. I proprietari – uomini di 38, 51, 45 e 60 anni – sono stati denunciati a piede libero per acquisto per corrispondenza di armi. Gli accertamenti delle forze dell’ordine proseguono per verificare se le armi sequestrate facciano parte del catalogo nazionale armi e per verificare se si tratti eventualmente di armi clandestine.

  • Arrestato in centro a Cantù un presunto spacciatore: ha 20 anni

    Arrestato in centro a Cantù un presunto spacciatore: ha 20 anni

    Addosso gli hanno trovato anche un foglio dove con diligenza appuntava le cifre attese e quelle dovute. Prova ultima, ritengono i carabinieri della stazione di Cantù, dell’attività che il marocchino stava compiendo, quella di spaccio di stupefacenti. Lo straniero, senza fissa dimora (di appena 20 anni) è stato controllato mentre di trovava in auto a Cantù, in via Risorgimento, a pochi passi dalla centralissima piazza Garibaldi.

    Una attività, quella del monitoraggio per prevenire le attività di spaccio, che ha dato i suoi frutti visto che i militari dell’Arma hanno rinvenuto, addosso al ragazzo, un po’ di tutto. Cocaina, ad esempio, divisa in quattro involucri per un totale di 6,6 grammi, poi hashish (per un altro grammo e 78) e un po’ di marijuana (0,26 grammi).

    Il 20enne è stato arrestato e condotto al Bassone. I carabinieri, nell’ambito dell’indagine, hanno anche sentito alcuni clienti che avrebbero confermato l’attività di spaccio del giovane fermato.