Categoria: Cronaca

  • Giallo a Torno: corpo senza vita tra le barche. Era scomparso da 10 giorni

    Giallo a Torno: corpo senza vita tra le barche. Era scomparso da 10 giorni

    I carabinieri di Pognana Lario e i colleghi della compagnia di Como stanno indagando sul rinvenimento di un corpo senza vita, avvenuto nei pressi del pontile di Torno. A lanciare l’allarme un signore del paese che stava raggiungendo la propria barca e ha notato il corpo che galleggiava. Le verifiche immediate effettuate dai militari, hanno permesso di attribuire una identità al cadavere: si tratta di un marocchino di 60 anni residente a Nesso con moglie e un figlio. L’uomo era scomparso da lunedì della scorsa settimana. Mercoledì 16 ottobre la moglie aveva formalizzato la denuncia di scomparsa alla stazione dei carabinieri di Pognana Lario. Il 60enne non aveva lasciato messaggi che potessero spiegare la ragione del suo allontanamento. Il medico legale non avrebbe evidenziato alcun segno esterno che possa far pensare ad una colluttazione o comunque ad una morte violenta. Le altre piste rimangono tutte aperte: sia quella del gesto estremo, sia quella di una tragedia. Secondo una prima valutazione, il 60enne era in acqua da non meno di quattro o cinque giorni. A Torno, per aiutare nelle operazioni di recupero della salma, sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

  • Coppia di italiani fermata in dogana a Chiasso: avevano 50mila euro nelle mutande

    Fermati in dogana con 50mila euro non dichiarati. E nascosti nelle mutande. Si tratta di una coppia di italiani, casalinga lei e imprenditore lui, da tempo residenti nella Repubblica Dominicana e che rientrava in Italia dal valico ferroviario internazionale di Chiasso con un’ingente quantità di denaro contante non dichiarato.

    La somma di 50mila euro, importo superiore a quanto previsto dalle vigenti normative in materia di circolazione transfrontaliera di valuta, era equamente divisa tra la coppia.

    I soldi erano stati nascosti all’interno degli indumenti intimi indossati da lei e nelle calze indossate da lui.

    La coppia si è mostrata nervosa durante il controllo del bagaglio a mano e i finanzieri hanno così deciso di proseguire con controlli più specifici.

    Colti sul fatto, hanno affermato di aver appena prelevato le banconote dal loro conto corrente svizzero per far fronte a spese personali, omettendo però di presentare la prevista dichiarazione valutaria. Per i due è scattata una multa di 4.500 euro.

  • Investimento mortale a Fino Mornasco: un 85enne ha perso la vita

    Investimento mortale a Fino Mornasco: un 85enne ha perso la vita

    Investimento mortale questa mattina, attorno alle 7 a Fino Mornasco. Un uomo di 85 anni, per cause ancora da chiarire, mentre attraversava la strada in paese in via Garibaldi è stato travolto da un camion. L’impatto è stato violento e le condizioni del pensionato sono apparse subito disperate.

    Soccorso dall’automedica del 118 e dall’ambulanza, l’85enne è morto durante il trasporto in ospedale. Accertamenti dei carabinieri di Cantù. Per i soccorsi sono intervenuti anche i vigili del fuoco

  • Erba, il tetto di un’abitazione prende fuoco

    Erba, il tetto di un’abitazione prende fuoco

    Incendio al tetto di un’abitazione. È accaduto nella tarda serata di mercoledì a Erba, in via Dante. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che sono riusciti a spegnere il rogo e mettere in salvo i condomini dello stabile. Al vaglio delle autorità le cause che hanno scatenato il rogo

  • Camper pieno di droga nell’area dell’ex Ticosa. Arrestata per spaccio una giovane di 29 anni

    Camper pieno di droga nell’area dell’ex Ticosa. Arrestata per spaccio una giovane di 29 anni

    Sostava con un camper pieno di droga nei pressi dell’area dell’ex tintostamperia Ticosa. Una donna di 29 anni, già nota alla giustizia per reati contro il patrimonio e legati agli stupefacenti, è stata arrestata mercoledì dagli uomini delle Volanti della questura di Como, dopo essere stata colta in flagranza con un ingente quantitativo di droghe sintetiche destinate allo spaccio. I poliziotti, insospettiti da un camper parcheggiato nell’area dell’ex tintostamperia, hanno trovato al suo interno la giovane, che aveva con sé 46 compresse e circa 10 grammi in polvere di MDMA, un involucro in cellophane contenente Ketamina e un altro con degli oppiacei, oltre a 550 euro in contanti. La ragazza si è subito mostrata nervosa e incapace di fornire spiegazioni plausibili per la sua presenza agli agenti. Solo in un secondo momento avrebbe detto agli investigatori di essere tornata da un rave party in una città ligure e di essere in procinto di ripartire per Verona, dove risiede abitualmente. La droga è stata dunque sequestrata e la donna è invece stata portata al carcere di Como del Bassone dove si trova in attesa di convalida dell’arresto. Si tratta dell’ennesimo episodio di degrado e criminalità segnalato nella zona che si sviluppa intorno all’ex Ticosa. Un’area cittadina che a lungo, prima della chiusura della Santarella, si era trasformata in un rifugio per disperati e senza tetto e che oggi, sigillati gli accessi all’ex centrale termica della Ticosa, rimane comunque un’ampia area degradata e mal frequentata. Un primo passaggio che si potrebbe rivelare utile per rendere meno degradata la situazione nei dintorni dell’ex Ticosa, potrebbe consistere nella realizzazione di nuovi parcheggi, per la precisione si dovrebbe intervenire davanti alla Santarella con la creazione tra i 70 e i 100 posti auto e poi lungo l’asse viale Roosevelt – via Grandi.Un’operazione utile per la città, da sempre in cronica assenza di posti auto, ma sicuramente anche di rilancio della zona e decisiva per renderla meno desolata e buia.

  • Carte di credito clonate, romeno patteggia due anni

    Carte di credito clonate, romeno patteggia due anni

    Carte di credito clonate, ha patteggiato due anni un romeno di 22 anni che era stato arrestato dagli agenti della questura di Como con l’accusa di truffa telematica e indebito utilizzo di carte di pagamento. Il giovane era stato fermato dopo la segnalazione alle forze dell’ordine degli addetti di un supermercato di una spesa online anomala, da oltre mille euro. Gli agenti sono intervenuti per le verifiche del caso e hanno poi bloccato il presunto truffatore, già denunciato per un episodio analogo. Il 21enne ha scelto la via del patteggiamento.

  • Casa in montagna usata per spacciare: arrestato albanese

    Casa in montagna usata per spacciare: arrestato albanese

    Aveva affittato un appartamento a Madonna di Campiglio, nel cuore delle Dolomiti, e lo aveva trasformato in una centrale dello spaccio di droga.È quanto hanno accertato i carabinieri della stazione locale, che con i colleghi comaschi hanno eseguito nelle scorse ore un ordine di custodia cautelare per un 36enne albanese, residente nel comune di Erba, accusato di spaccio di stupefacenti.L’uomo ha ottenuto gli arresti domiciliari. L’albanese, residente come detto nel Comasco, era finito nel mirino delle forze dell’ordine del Trentino già nello scorso mese di agosto.I carabinieri di Madonna di Campiglio avevano sequestrato nell’abitazione affittata dall’uomo 130 grammi di marijuana e 100 di hashish, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi.La droga sequestrata a Madonna di Campiglio, secondo quanto emerso nelle ultime ore, è stata analizzata da un laboratorio specializzato di Bolzano. E gli esperti hanno così accertato che con quel quantitativo di sostanze stupefacenti rinvenuto sarebbe stato possibile ricavare circa 3mila dosi di droga.Completate le indagini, la procura di Trento ha chiesto e ottenuto una misura cautelare.Il giudice delle indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per l’albanese nella sua casa di Erba. Nei prossimi giorni è previsto l’interrogatorio, che dovrebbe essere effettuato a Como.

  • Ciclista infortunato al “Piccolo Lombardia”, recupero delle gambe difficile: brutte notizie per l’olandese Edo Maas

    Ciclista infortunato al “Piccolo Lombardia”, recupero delle gambe difficile: brutte notizie per l’olandese Edo Maas

    Arrivano aggiornamenti dall’ospedale Niguarda, dov’è ricoverato Edo Maas. E sono notizie purtroppo drammatiche: il giovane ciclista olandese, vittima di un incidente stradale durante il Piccolo Giro di Lombardia domenica 6 ottobre, è rimasto paraplegico, e al momento sembra molto difficile che possa recuperare la funzionalità delle gambe, secondo l’ultimo bollettino medico fornito dalla squadra Team Sunweb su richiesta della stessa famiglia.L’incidente si era verificato tra Asso e Canzo. Il giovane corridore, alla fine della discesa del Ghisallo, era finito contro un’automobile che si trovava lungo il percorso di gara tra via Verza e via Rosmini. Il 19enne era stato portato all’ospedale di Erba e poi trasferito con l’elicottero al Niguarda di Milano.«Le fratture alla schiena e le lesioni al viso hanno richiesto diversi interventi chirurgici intensivi nell’ultima settimana, tutti riusciti – si legge nella nota – Edo sta attualmente elaborando la diagnosi che la frattura alla schiena ha portato alla paraplegia, una perdita della sensazione nervosa nelle gambe. Ad oggi è improbabile che la funzionalità delle sue gambe tornerà mai, ma prevale la forza di lottare e la speranza».

  • Indagine della Procura: ancora ricoverato l’ex sindaco di Lomazzo

    Indagine della Procura: ancora ricoverato l’ex sindaco di Lomazzo

    Inizia a giungere l’esito degli interrogatori per rogatoria, all’indomani della serie di arresti di guardia di finanza e squadra Mobile nell’ambito della maxi inchiesta che a vario titolo ha ruotato su presunte finte cooperative, false fatture, bandi pubblici e bancarotte.Operazione che ha destato clamore perché ha finito con il coinvolgere anche due commercialisti molto noti in città. Le due persone ritenute essere al vertice del giro di presunte false cooperative, ovvero il commercialista di Gioia Tauro (Massimiliano Ficarra, 50 anni) e Cesare Giovanni Pravisano (Lomazzo, 61 anni) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, come pure l’ex sindaco di Lomazzo, Marino Carugati, che è ancora ricoverato in ospedale dopo il malore che l’ha colpito al momento della notifica dell’ordinanza. Venerdì al via gli interrogatori di chi è agli arresti domiciliari.

  • Finte cooperative, le pesanti valutazioni finite nelle pagine dell’indagine

    Finte cooperative, le pesanti valutazioni finite nelle pagine dell’indagine

    «Deve ritenersi attendibile l’esistenza di idonei e specifici elementi di fatto, obiettivamente sintomatici e rivelatori di concrete connessioni con la criminalità organizzata tali da condizionare le scelte dell’impresa in questione». È questa, con data 6 aprile 2016, la valutazione della Prefettura di Milano sulla Unico Milano srl, la società formalmente con sede a Lazzate ma che, per la Procura di Como, agiva nel nostro territorio e i cui documenti contabili furono trovati in un garage di Cermenate.Le parole appena riportate furono inviate a Expo (che aveva chiesto informazioni antimafia) e alla stessa società che aveva stipulato un contratto per la gestione della ristorazione all’interno del sito espositivo e che ha poi continuato a operare al 20° piano della Word Join Center Tower del Portello. Almeno fino a quando il Comune di Milano, il 13 giugno 2018, emise un provvedimento di revoca del titolo abilitativo. La srl destinataria dell’interdittiva antimafia era partecipata per il 55% da una società che aveva come amministratore unico Cesare Giovanni Pravisano, 61 anni di Lomazzo, uno dei principali indagati della maxi inchiesta della Procura di Como sul giro di presunte finte cooperative usate per essere fatte fallire (dopo aver emesso fatture per operazioni ritenute inesistenti) dopo essere state “svuotate”.La Prefettura di Milano per arrivare all’interdittiva antimafia si era basata su approfondimenti della Dia.Così scriveva proprio l’Ente meneghino nel 2016, considerazioni poi alla base della già citata interdittiva a carico della Unico Milano srl per il «concreto rischio di infiltrazioni». «Si può anche ragionevolmente presumere – era la chiosa – che la Unico Milano srl sia espressione delle vocazioni speculative nell’economia legale della mafia calabrese che attraverso operatori di specchiata fiducia e comprovata esperienza, ha reinvestito beni e proventi di provenienza illecita nella ristorazione di altissimo livello». Parole, inutile anche sottolinearlo, pesantissime.