Categoria: Notizie locali

  • Alberghi, bar e ristoranti chiusi anche per Natale

    Alberghi, bar e ristoranti chiusi anche per Natale

    «Bloccati gli spostamenti tra regioni» e Area Rossa in tutta Italia «nei giorni di festa: 25, 26 dicembre e 1° gennaio» ovvero spostamenti vietati anche tra comuni, coprifuoco, divieto per le feste, alberghi e ristoranti chiusi.Sono queste le principali misure che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato ieri in Parlamento e che verranno votate oggi per diventare il nuovo Dpcm in vigore da domani, 4 dicembre. La conferma di una stretta totale durante le feste, indipendentemente dal colore della regione. Con il calo dei contagi, tra una decina di giorni, anche la Lombardia, come gran parte del Paese potrebbe infatti diventare “Gialla”.Non si può dire che la decisione sia un fulmine a ciel sereno, anche per gli operatori del territorio comasco, che non vedono l’ora di chiudere l’anno peggiore di sempre.«Certo, dispiace a tutti trascorrere un Natale così – dice Giuseppe Rasella, albergatore e componente della giunta della Camera di Commercio con delega a Turismo e Cultura – Il dispiacere principale riguarda però il numero di contagi che non ci permettono di aprire e mettere sul mercato il prodotto Lago di Como. Siamo però altrettanto consapevoli che il nostro territorio, appena passata la pandemia, riprenderà ad attrarre turisti, ecco forse non subito con il tutto esaurito. Il Lago di Como si studia a scuola, è scritto nei libri».Anche in questo periodo Rasella spiega che sono stati programmati investimenti sulla promozione. «Visto che la gente non può uscire, metterà attenzione sulle destinazioni future e noi ci siamo – dice Rasella – Nel 2019 il 75% del turismo sul Lario veniva dall’estero, non possiamo aspettarci queste percentuali per il 2021, quando rimarranno alcune restrizioni negli spostamenti. Così ci stiamo muovendo sul turismo di prossimità, lo stesso che ci ha dato la scorsa estate due mesi di ossigeno, oltre che sulla Svizzera e altri Paesi continentali, come Francia e Germania».«Il settore della ristorazione è stato il primo a essere chiuso e l’ultimo a essere riaperto nel primo lockdown di marzo, abbiamo avuto 78 giorni di chiusura forzata, da ottobre bar e ristoranti sono di nuovo chiusi e non si conosce una data per quando potranno riprendere l’attività» dice Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como e per tanti anni referente anche dei pubblici esercizi.«Da subito è stato facile dare la colpa a bar e ristoranti, ma non si capisce perché lo stesso rigore non sia stato utilizzato per altre fonti di assembramento, i supermercati ad esempio – aggiunge Ciceri – Comprendiamo la difficoltà nell’effettuare controlli, ma i ristoratori, nei pochi mesi di apertura, hanno dimostrato il rispetto di tutti i protocolli. Ai tanti imprenditori restano soltanto il danno economico e il malumore. La categoria è una polveriera, ci sono situazioni al limite, decisamente preoccupanti. Hanno risposto subito e con serietà a tutti gli appelli alla responsabilità, ora si negano loro anche le feste. Non si tratta di giorni qualunque – ribadisce Ciceri – Ecco, uno dice, spostiamo il Natale a metà gennaio e il Capodanno ai primi di febbraio, così tutti possono festeggiare al ristorante? Ma fatemi il piacere. Il problema è che oggi nessuno è ancora in grado di dire quando potranno riaprire i bar e i ristoranti» conclude amaro.Tra le pieghe del nuovo Dpcm, intanto, premier e ministro alla Salute starebbero lavorando su una possibile (ma tutt’altro che scontata) deroga per consentire a un solo membro della famiglia di raggiungere un parente anziano residente in altro comune, provincia o regione. Per quanto riguarda le seconde case, si ipotizza la possibilità di spostamento, ma soltanto all’interno della regione ed entro il 20 dicembre. Il coprifuoco delle 22 resterà valido anche per Natale e Capodanno. Nessuna notte di San Silvestro all’aperto e niente messa di mezzanotte la vigilia di Natale, quindi. Proprio sulle celebrazioni religiose la Commissione europea ha diffuso delle linee guida che riguardano le messe in presenza e i canti.«Sulle indicazioni si è già espressa la Cei – spiega don Simone Piani, direttore dell’Ufficio liturgico della Diocesi di Como – In Italia siamo avanti e da maggio vengono già applicate tutte le direttive, compreso il distanziamento tra i cantori. Si cerca di fare di tutto affinché i fedeli possano partecipare in sicurezza alle celebrazioni». Riguardo il Natale, quest’anno mancherà però la messa di mezzanotte.«Andrà anticipata per rispettare il coprifuoco – spiega don Simone – la possibilità di partecipare ai riti resta molto ampia e tutte le nostre parrocchie possono offrire luoghi sicuri ai fedeli. Chi sarà impossibilitato per motivi di salute o dovrà vegliare un anziano o un malato potrà ritrovare a casa un momento di preghiera» conclude.

  • Antologia leopardiana made in Como  in uscita nel 2021

    Antologia leopardiana made in Como in uscita nel 2021

    Como ha Leopardi nel suo Dna culturale: custodisce al Museo Giovio il manoscritto di un’opera d’esordio come “L’appressamento della morte”. Un testo che lo studioso Vincenzo Guarracino ha presentato in edizione critica e che andrebbe esposto al pubblico, Covid archiviato ovviamente. Proprio Guarracino, insigne leopardista di fama internazionale, firmerà l’anno prossimo l’antologia L’infinito dal Colle di Brunate edita da Pozzoni, con testi di poeti contemporanei ispirati ai versi dell’Infinito

  • Canottieri Moltrasio, il presidente Donegana disegna la società del futuro

    Canottieri Moltrasio, il presidente Donegana disegna la società del futuro

    «Quando ho ricevuto i primi messaggi pensavo che i miei interlocutori stessero scherzando. Invece ho poi controllato sul sito della Federazione e mi sono accorto che era tutto vero». Alessandro Donegana, presidente della Canottieri Moltrasio non nasconde la sua soddisfazione: il consiglio federale lo ha infatti proclamato “Dirigente dell’anno” 2020.Un riconoscimento che giunge in contemporanea a una ulteriore celebrazione, i 30 anni dello stesso Donegana – primo a destra nella foto – alla guida del sodalizio remiero.Una società, la sua, che ha da sempre puntato sul vivaio e che nel tempo ha raccolto i frutti di questo lavoro, con una lunga serie di atleti convocati nelle varie nazionali. Nel 2020 sono stati 8 i bianconeri che hanno indossato il body dell’Italia. La soddisfazione più importante, l’oro di Arianna Passini agli Europei Under 23.«Abbiamo creduto per anni a questo progetto e le soddisfazioni sono state molte – aggiunge Donegana, 66 anni – Ringrazio la Federazione per il riconoscimento, che voglio ovviamente condividere con tutti i miei collaboratori e gli amici della Canottieri Moltrasio».Presto, compatibilmente con il Covid e i protocolli, alla società del lago sarà tempo di elezioni del nuovo consiglio. Donegana si ricandiderà.«Avevo sempre detto che avrei lasciato nel momento in cui avrei visto un nostro atleta alle Olimpiadi. A Tokyo 2020 c’erano tutte le condizioni per vedere in gara Filippo Mondelli, poi e accaduta una cosa che nessuno si sarebbe potuto immaginare nemmeno lontanamente». All’inizio di quest’anno al forte canottiere comasco è stata infatti diagnosticata una patologia molto grave ad un gamba, che l’ha costretto a fermarsi.«Proseguirò dunque – spiega ancora il massimo dirigente – portando avanti una serie di progetti e cercando di far crescere una squadra di giovani che possa guidare la società dopo di me: è il compito di un buon presidente. Lasciare terra bruciata non sarebbe un buon risultato, non avrebbe senso».Lo stesso Donegana indica quello che potrebbe essere il suo successore alla guida del club, un ex atleta, ora negli Stati Uniti per ragioni di studio: «Guglielmo Carcano. Gli ho anche accennato qualcosa… Ma ci sono anche altri ragazzi che potranno avere un ruolo dirigenziale; sono bravi e motivati».Il patron parlava di progetti per il futuro. Uno riguarda l’intenzione di partecipare al bando per la riqualificazione della zona “Sette darsene” a Moltrasio: «Ho un disegno di stampo britannico – afferma – quella di creare un doposcuola sportivo dove i ragazzi potranno mangiare, studiare e allenarsi».Per Moltrasio si avvicina la festa dei 120 anni. «L’idea, con la speranza che venga superata l’emergenza Covid, è di proporre una gara internazionale per imbarcazioni in legno, coinvolgendo anche il centro remiero di Eupilio. Un evento che avrebbe una forte valenza per il turismo sul Lario».Alessandro Donegana, infine, intende portare avanti una sua vecchia battaglia. «Da anni chiediamo più rispetto per l’attività sportiva sul Lago di Como; purtroppo capita spesso che motoscafi, magari noleggiati da turisti, passino lanciati vicino ai nostri ragazzi. Ritengo che si debba trovare un equilibrio, tutelando tutti gli utenti. Le nostre barche in questo confronto sono più fragili. La mia proposta? Una maggiore regolamentazione con la creazione di aree in cui i mezzi motorizzati non possano entrare».Massimo Moscardi

  • Castellucci e Ridout in scena ad “Arti Liberali”

    Castellucci e Ridout in scena ad “Arti Liberali”

    Domenica 6 dicembre alle 18 Romeo Castellucci, figura di riferimento del teatro contemporaneo internazionale, e Nicholas Ridout, professore alla Queen Mary University di Londra, saranno i protagonisti del terzo appuntamento di “Arti Liberali”, ciclo di incontri culturali dedicato al linguaggio. L’incontro si terrà esclusivamente in modalità diretta streaming su www.luganolac.ch e il canale Facebook del Lac, il centro polifunzionale luganese di piazza Luini, affacciato sulle rive del Ceresio. Si tratta di un format di successo che ha già ospitato i dialoghi tra Fabiola Gianotti e Paolo Giordano e tra David Quammen e Telmo Pievani. Condurrà la serata Sandra Sain, responsabile di produzione della Rete Due della Radiotelevisione Svizzera.

  • Cinema e palcoscenici chiusi, polemiche e proteste in città

    Cultura in ginocchio anche a Como. Cinema e teatri chiusi a causa del decreto d’emergenza della presidenza del consiglio per arginare la pandemia sul Lario: chi vuole assistere a uno spettacolo o godersi un film deve andare nella vicina Svizzera italiana (finché potrà farlo, dato l’impennarsi della diffusione del virus).La presidente del Teatro SocialeFedora Sorrentino, in un lungo messaggio ai comaschi, ha ricordato l’ultimo spettacolo in scena domenica prima dello stop. La replica del Werther di Massenet, e quegli «occhi lucidi di tutti in un pomeriggio che doveva essere la giornata mondiale dell’Opera e che è diventata, nostro malgrado, l’epilogo che abbiamo tentato di scongiurare in ogni modo».E rimane l’amarezza dell’impotenza: «Noi siamo più grandi, di età, di esperienza, e dobbiamo avere le spalle larghe e il pensiero lucido per immaginare il futuro, ma non sappiamo come spiegarlo ai giovani, a chi sta investendo tutta la propria vita in un mestiere già difficile e rischioso di per sé, dove a volte non basta neanche il talento per vincere le sfide importanti». Si ha la consapevolezza, condivisa da tutto il mondo dello spettacolo lariano, di avere fatto il possibile per mettere in sicurezza pubblico e artisti: «Il Teatro è senso civico, coscienza, responsabilità a partire dalla vita e non dal palcoscenico» dice Fedora. Ma non è bastato. Proprio sotto il colonnato del Sociale ieri mattina è andata in scena una protesta pacifica del mondo dello spettacolo organizzata dal gruppo autonomo “Palestra Teatranti Como”. «Non è stata una chiamata alle armi – ha spiegato uno dei partecipanti, l’attoreStefano Annoni– Semplicemente ci siamo trovati a fare training teatrale, come avevamo preventivato da tempo al chiuso, ma all’aperto seguendo il distanziamento». E se c’è chi come l’attriceMiriana Ronchettilancia già i suoi appuntamenti di teatro on line come avveniva durante la precedente quarantena, c’è chi comeLaura Negrettiha appena debuttato sabato a Canzo con un nuovo spettacolo, “Like”, guarda caso sul distanziamento sociale e l’abuso dei social, e fa amare considerazioni: «Per il momento è game over, solo per il momento. Perché non potrei arrendermi nemmeno se lo volessi. Mi è impossibile. La parola “annullare” non è nel mio vocabolario. Mi rifiuto di accettare supinamente una politica che rende sacrificabile un settore, quello dello spettacolo dal vivo, che secondo tutte le evidenze scientifiche è in assoluto tra i più sicuri e virtuosi». Stessa lunghezza d’onda per la protesta su Facebook della scuola di danza comasca TBallet dell’étoilePaola Beltraminirivolta direttamente all’esecutivo: «La nostra scuola torna a essere vuota. Noi abbiamo fatto la nostra parte, Chi ci governa può dire lo stesso? Dovete provare vergogna. Noi per voi la proviamo»,

  • Come nel dopoguerra: i comaschi affittano le stanze di casa

    Come nel dopoguerra: i comaschi affittano le stanze di casa

    Il fenomeno – Secondo i dati diffusi da “Immobiliare.it”, nell’ultimo anno questa forma di locazione è cresciuta del 14%. Negli ultimi 24 mesi del 26,5%Costi di gestione e manutenzione alle stelle: torna la moda di ospitare studenti e turistiStudenti, single, qualche volta turisti. Sono sempre più frequenti i casi di comaschi disposti ad avere un inquilino in casa propria, affittando una o più stanze dell’abitazione di residenza. L’obiettivo principale è fare cassa, anche se, soprattutto per gli anziani, spesso c’è anche il desiderio di

    sentirsi meno soli. Un’indagine resa nota ieri da “Immobiliare.it” ha rivelato la forte crescita delle famiglie che affittano una porzione dell’immobile in cui esse stesse risiedono. Secondoi dati diffusi dal portale, nell’ultimo anno questa forma di locazione è cresciuta del 14%, mentre analizzando gli ultimi 24 mesi la crescita è del 26,5%. La rendita mensile può variare da 170 fino a oltre 500 euro.«L’offerta in aumento è un volano per la crescita della domanda – precisano da Immobiliare.it – passata nel 2012 dal 9% al 18%. Per la prima volta, i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso. Il fenomeno degli affitti “parziali” coinvolge anche gli uffici. A concedere in locazione stanze ad uso lavorativo sono soprattutto imprenditori o piccole società. Si punta alla condivisione di spazi, di tecnologie o di personale per avere una riduzione dei costi operativi».I dati resi noti da “Immobiliare.it” sono confermati sul Lario. Silvana Brenna, segretaria provinciale del Sunia, sindacato degli inquilini, registra da tempo un’impennata di questa tendenza.«Il fenomeno riguarda soprattutto gli anziani che hanno una casa grande e sono rimasti soli o in coppia, con i figli che sono andati a vivere altrove – spiega – In questi casi, i pensionati affittano una o più stanze, in genere prediligendo gli studenti o i single. Capita che lo facciano non solo per guadagnare qualcosa e pagare le spese, ma anche per avere compagnia». «Le formule possibili sono due – aggiunge Brenna – dividere l’appartamento, destinando una parte all’inquilino, oppure ospitarlo proprio condividendo alcuni locali». Il fenomeno, come spiega Claudio Bocchietti, presidente di Confedilizia, riguarda anche la destinazione turistica. «C’è un forte aumento sul Lario delle persone che utilizzano parte della propria abitazione come bed and breakfast – dice Bocchietti – I proprietari di un immobile, per far fronte a costi sempre più alti di mantenimento e gestione, tendono a rinunciare a qualche comodità e spazio, condividendo parte dei locali e mettendoli a disposizione dei viaggiatori». «È un modo per non rinunciare definitivamente ai propri spazi – conclude Bocchietti – scegliendo un procedimento “a fisarmonica”: quando posso affittare mi restringo, altrimenti utilizzo personalmente gli spazi».

    Anna Campaniello

  • Como, in quattro settimane contagi calati del 50%

    Como, in quattro settimane contagi calati del 50%

    La Lombardia non è ancora uscita dalla fase di emergenza. Ma gli indicatori – tutti, tranne il numero dei decessi, l’ultimo a calare – continuano a dare segnali incoraggianti. «Il numero dei casi positivi negli ultimi sette giorni – scrive nel suo report il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, ricercatore della Liuc di Castellanza e autore di analisi periodiche sull’andamento della pandemia in regione – è pari a 28.306, quasi il 40% meno di quanto rilevato nella settimana precedente (erano 45.969) e quasi il 50% in meno di quella prima (erano 56.323): il trend del contagio è in diminuzione da tre settimane».Finalmente, prosegue Astuti, anche «il numero degli ospedalizzati (sia in terapia intensiva sia nei reparti) inizia a diminuire rispetto alle settimane precedenti: siamo oggi a 855 ricoverati in terapia intensiva, rispetto ai 942 della settimana scorsa e ai 903 di quella precedente».Pure il tasso di positività, vale a dire il rapporto tra tamponi effettuati e tamponi positivi, è sceso sotto la soglia del 10%: ieri, con 3.425 su oltre 36mila, il tasso di positività è stato del 9,4%.Tutto questo può indurre verso un cauto ottimismo, sebbene la provincia di Como rimanga tra le più colpite. Nelle ultime 24 ore, con l’eccezione di Milano e di Varese, il territorio lariano è quello in cui è stato registrato il maggior numero di nuovi contagi: 316, per un totale, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, di 28.864, pari al 4,82% della popolazione residente.Anche il dato delle vittime è in crescendo. Ormai siamo giunti nel Comasco a 1.167 morti per Covid-19, di cui 12 tra martedì e mercoledì.«Osservando l’andamento delle ultime quattro settimane – scrive ancora Samuele Astuti – la provincia di Como mostra comunque una diminuzione tra il 25 e il 50% dei contagi rispetto al valore di riferimento».A questo punto, sottolinea il consigliere regionale del Pd, a fronte di un «trend discendente», occorrerebbe «potenziare il tracciamento dei contatti dei positivi, allineare le Unità sanitarie di continuità assistenziale (Usca) alle direttive governative che ne prevedono una ogni 50mila abitanti e predisporre un piano di medicina territoriale efficiente».

  • Como Nuoto, incognita piscina per la nuova stagione

    «Parlare soltanto di sport? Mi piacerebbe. Ma alla fine prevalgono purtroppo i problemi». Mario Bulgheroni, presidente della Como Nuoto, non nasconde la sua preoccupazione.L’attualità dice che la Federazione ha definito i gironi dei prossimi campionati di serie A2, che vedranno al via, dal 16 gennaio, la formazione maschile di viale Geno e dal 24 quella femminile.Ma il pensiero va alla piscina di Muggiò ancora chiusa e al fatto che di fatto il club di viale Geno non sappia ancora la sede delle gare interne.Per la cronaca, la Recoaro Como Nuoto maschile, allenata da Predrag Zimonjic, è stata abbinata a Brescia Waterpolo, Padova, Torino 81, De Akker Bologna e Sori.Per quanto riguarda le donne di coach Stefano “Tete” Pozzi le avversarie delle “Rane rosa” saranno Aquatica Torino, Rapallo Pallanuoto, Imperia 57 e Locatelli, Genova.I tornei sono stati spezzettati territorialmente in modo da ridurre i costi ed evitare troppi spostamenti. Poi, dopo la regular season, ci saranno gli spareggi per la promozione con l’incrocio tra le squadre dei vari gruppi.«Sulla formula dei gironi non ho grandi valutazioni – dice ancora il presidente Bulgheroni – Si tratta della soluzione meno dolorosa in questa fase e l’accettiamo a prescindere. L’importante è partire».Ma rimane il problema dell’impianto destinato ad ospitare gli incontri interni. «Le piscine nei dintorni sono tutte chiuse – spiega il presidente della Como Nuoto – non soltanto per le questioni del Covid, ma anche per qualche vicenda legata alla gestione. E questa è una difficoltà oggettiva. In questo momento gli allenamenti di tutti i nostri atleti, non soltanto quelli della pallanuoto, si svolgono a Legnano».Gli impianti disponibili sono praticamente tutti prenotati e la struttura di Legnano non ha mai ospitato gare di pallanuoto e andrebbe omologata a questo scopo. «Ci rimane la speranza che possa riaprire Monza – conclude il presidente – Altrimenti ci sarebbe l’opzione Lodi, che ci ha dato la disponibilità; ci sono venuti incontro anche gli amici di Brescia, offrendoci la loro piscina, per questo li ringraziamo. In qualche modo troveremo una soluzione, anche se per l’ennesima volta ci si trova a che fare con una situazione che toglie entusiasmo e voglia di fare».

  • Da venerdì il nuovo Dpcm Conte per il Natale, la minoranza chiede di salvare locali e turismo

    Da venerdì il nuovo Dpcm Conte per il Natale, la minoranza chiede di salvare locali e turismo

    Sono ormai state definite le tappe che porteranno alla firma del nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte e che entrerà in vigore da venerdì 4 dicembre.Ieri, l’incontro con Regioni e province autonome, oggi riunione Stato-regioni con il ministro della Salute, Roberto Speranza, poi il confronto in Parlamento e la firma, entro la mezzanotte di giovedì. Come durante il primo lockdown, giorno dopo giorno, trapelano intanto indiscrezioni sul documento. Spostamenti tra le regioni vietati anche tra territori in area gialla, negozi aperti fino alle 21, possibile divieto di sciare, rientri a casa solo per i congiunti. Possibilità di raggiungere le seconde case solo fino alla settimana precedente il Natale.E ancora, ristoranti chiusi ovunque, il 25 e il 26, coprifuoco a Capodanno, possibile anticipo delle messe di mezzanotte e un massimo di 6 commensali a tavola anche nelle case. Nei quindici giorni tra il 19 o 20 dicembre e il 6 gennaio la stretta sarà molto rigida, per evitare la terza ondata. Anticipazioni che hanno avuto immediate reazioni politiche, anche tra gli esponenti comaschi in Parlamento.«Credo che la cosa più importante sia che gli sforzi fatti fino ad oggi non vengano vanificati – commentaGiovanni Currò, deputato comasco del Movimento Cinque Stelle – Siamo di fronte a un bivio, tra esigenza di vicinanza con le nostre famiglie e la necessità di proseguire con restrizioni per far diminuire la curva dei contagi. Dal punto di vista economico, il Natale sicuramente ricopre un aspetto rilevante, è necessario che il Dpcm sia accompagnato da misure di sostegno economico come lo è stato con i quattro decreti ristori», conclude Currò.Meno benevolo il giudizio delle minoranze. «Prima di tutto un incoraggiamento ai negozianti, ai cittadini, alle famiglie che in sicurezza hanno il diritto di trascorrere un Santo Natale che sia il più possibile sereno e normale – dice il deputato della Lega,Eugenio Zoffili– Sempre grazie di cuore per il lavoro dei nostri sanitari e un pensiero per chi soffre e non c’è più. Ci sarà tempo per chiedere conto delle colpe del Governo che non ha predisposto le necessarie contromisure. Non è polemica, le mancanze sono evidenti. Ora però prevalgano coesione, buonsenso e coraggio per permettere ai nostri imprenditori e lavoratori di tornare a guardare al futuro con fiducia».«Servono sostegni economici veri e regole chiare per poter lavorare in sicurezza anche nelle aree montane – dice ancora Zoffili, riferendosi al previsto divieto di apertura della stagione sciistica – In Parlamento abbiamo portato con i colleghi della Lega le voci e il grido di dolore dei nostri territori attraverso proposte concrete, purtroppo inascoltate con arrogante incoscienza dal Governo Conte che preferisce aprire i porti e portare in aula i provvedimenti per cancellare i decreti sicurezza dell’ex Ministro Salvini a scapito anche dei comaschi».«Non consentire ai ristoratori di lavorare, nel pieno rispetto delle norme, a Natale mi sembra assurdo – commenta il deputato comasco di Fratelli d’Italia,Alessio Butti– Vanno negati gli assembramenti, non la sopravvivenza di migliaia di imprese, spesso familiari». Butti dice la sua anche riguardo la questione della stagione sciistica. «Sullo sci, Conte chiude impianti italiani senza negoziare con i paesi confinanti che invece terranno aperto – sottolinea sempre Butti – Il rischio terza ondata, atteso che la seconda non è in ritirata, non dipende da queste attività che potrebbero essere controllate, ma da altri settori, primo fra tutti quello del trasporto. Non si vedono all’orizzonte contromisure assunte per tempo».

  • Due articoli del decreto rilancio salvano Campione d’Italia

    Due articoli del decreto rilancio salvano Campione d’Italia

    Ci sono due articoli nel Dl rilancio ormai di prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale che lanciano un salvagente alle imprese di Campione d’Italia. Modifiche sostanziali alle norme su imposte dirette e accise attese da tempo e che equiparano ora, in materia di tassazione, le imprese dell’enclave a quelle del Canton Ticino. Un aspetto non di poco conto anche per le realtà svizzere che volessero trasferirsi a Campione d’Italia e che manterrebbero un regime fiscale simile a quello rossocrociato con il vantaggio di essere in Unione Europea e di goderne tutti i vantaggi commerciali.«Il risultato è frutto di un lavoro certosino finalizzato dal senatore del Pd, Alessandro Alfieri grazie alla stretta collaborazione tra la nostra associazione e l’ex vicesindaco di Campione, Florio Bernasconi» spiega Massimo D’Amico, presidente degli operatori economici dell’enclave. Un gioco a tre, senza sosta, fino ai due articoli sul decreto, il 146 e il 147. Il primo interviene con benefici decennali sulle imposte dirette per tutte le imprese, il secondo sul sistema delle accise.«Abbiamo lavorato un anno e mezzo sul provvedimento – prosegue D’Amico – I vantaggi per chi vuole investire a Campione sono immediati. Il prolungamento delle misure da cinque a dieci anni consente anche di fare programmazione. Finalmente siamo allineati al Canton Ticino in tema fiscale. Con i vantaggi di essere in Europa».Una buona notizia in un momento non certo semplice per l’enclave.«Abbiamo cercato di lavorare dal primo giorno per uscire dalla crisi, mentre altri, anche di recente, con uscite pubbliche e prese di posizioni hanno rischiato di fare saltare completamente l’impianto legislativo che era stato studiato» sottolinea sempre D’Amico.I decreto potrebbe favorire anche un’eventuale riapertura del Casinò?«Su questo tema la situazione rimane molto complessa. Ora si sono sommati ai problemi legali i problemi provocati dal Coronavirus. Ma oggi godiamoci questo successo, con gli abbattimenti delle tasse e la possibilità di scontare il credito di imposta a fronte degli investimenti».