Categoria: Notizie locali

  • Calcio Como, uno spiraglio per disputare eventuali playoff per la serie B

    Calcio Como, uno spiraglio per disputare eventuali playoff per la serie B

    La Lega Pro potrebbe aver trovato la soluzione per chiudere il campionato 2019-2020 con la disputa delle partite (anche se non tutte) come imposto dal consiglio della Federcalcio.Un progetto che in ogni caso dovrà essere approvato dalla Figc e che in teoria potrebbe rilanciare le azioni del Como, con l’ammissione in extremis agli spareggi per la serie B. Quale è l’idea della Lega Pro? Dichiarare comunque terminata la regular season e passare direttamente ai playoff per assegnare la quarta promozione in serie B, fermo restando il passaggio alla categoria superiore delle prime in classifica nei tre gironi, Monza, Lanerossi Vicenza e Reggina.Per quanto riguarda gli spareggi, si potrebbe anche optare per la soluzione prevista dal regolamento, con tutte le piazzate dal secondo al decimo posto, più la vincitrice della Coppa Italia di categoria, una fra Juventus Under 23 e Ternana.Con questa proposta, in caso vincessero i bianconeri, si potrebbe aprire uno spiraglio per il Como. L’eventuale successo della Juve, infatti, libererebbe un posto alle sue spalle, dove si trova, undicesima, la Pistoiese, a quota 33. I toscani sono a una lunghezza in più del Como (a 32), che però ha una gara in meno e quindi una migliore media punti. Si parla di uno scarto minimo: 1,23 per gli azzurri, contro 1,22 degli arancioni.Il Como in classifica è sì alla pari con la Pro Patria, ma rispetto ai bustocchi ha una migliore differenza reti.Un quadro che prevede tanti “se”: se venisse utilizzata questa formula, se la Juve trionfasse in Coppa Italia, se come criterio discriminante fosse scelto quello della media punti. Fattori che giocano tutti a favore dei lariani. Allo stato delle cose, dunque, non è così scontato che la stagione della squadra di mister Marco Banchini debba essere considerata conclusa. Anzi, la ripartenza potrebbe non essere con il campionato, ma addirittura con la disputa degli spareggi per la serie B. L’ultimo precedente è peraltro favorevole, con i lariani entrati in volata nei playoff del 2015 e poi capaci di andare a vincere e conquistare la promozione dopo la doppia finale con il Bassano.Peraltro, da quanto è emerso, per ragioni economiche e tecniche alcuni club potrebbero non essere in grado di disputare gli spareggi e quindi – ma si parla sempre in teoria – qualche posto si andrebbe comunque a liberarsi.La stessa Federazione potrebbe anche decidere, invece, di far disputare playoff più ristretti (magari con 8 squadre); a quel punto il campionato del Como sarebbe davvero terminato.Per ora non rimane che attendere le risoluzioni della Figc, poi si faranno tutti i calcoli del caso.

  • Primo lunedì di settembre

    Ricomincia in pieno l’attività dopo  la pausa estiva. Ma l’incertezza ristagna pesantissima nell’aria, complice una crisi senza precedenti. Tre autorevoli interlocutori spiegano quali sono  i timori e le aspettative sul Lario sotto il profilo politico ed economico.

  • Eagles e Curva Como firmano la petizione: «Il calcio non riparta»

    Eagles e Curva Como firmano la petizione: «Il calcio non riparta»

    Vi sono le firme anche degli ultras azzurri (Curva Como 1907) e della Pallacanestro Cantù (Eagles) sotto un documento che chiede di non far ripartire i campionati di calcio italiano ed europeo. «Prima di tutto va tutelata la cosa più importante che abbiamo, la salute – dice il comunicato – Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo. Chi lo gestisce ha invece manifestato solo il desiderio di ripartire, oltretutto a porte chiuse, senza il cuore pulsante dei tifosi. Chiediamo agli organi competenti di mantenere lo stop almeno fino a quando gli impianti non potranno tornare ad essere affollati». Tra i firmatari, oltre agli ultras di Como e Cantù, quelli di club europei come Anderlecht, Bayern Monaco, Siviglia, Valencia, Sporting Lisbona e Stoccarda.

  • Ats Insubria, «Como provincia vassalla». I medici di base contro la riforma Maroni

    Ats Insubria, «Como provincia vassalla». I medici di base contro la riforma Maroni

    Tutti contro la legge di riforma, che a questo punto sembra essere diventata il capro espiatorio di un’emergenza comunque mal gestita. Ma molti anche contro il burosauro dell’Ats Insubria, un “mostro” con due corpi ma una sola testa. Che pensa, agisce e decide a Varese. La pandemia – e tutto ciò che ne è conseguito – hanno riportato alla luce il problema della gestione della sanità nelle province pedemontane gemelle. Una gestione, ha denunciato lunedì scorso il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, che troppo spesso «dimentica Como e si occupa unicamente di Varese».Le parole di Orsenigo sono rimbalzate ieri tra gli addetti ai lavori e il primo a rilanciare il tema è stato Giovanni L’Ala, componente del consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Como e sindacalista dello Snami (una delle sigle più rappresentative tra i camici bianchi).«Il territorio di Como è ormai vassallo di Varese – dice L’Ala – siamo stati svuotati e annichiliti. È del tutto lampante che ogni decisione, ogni scelta ruota attorno a Varese. Dicono che le due province pari sono, ma non è vero. Basta vedere le condizioni in vui versano le nostre strutture: via Pessina, dove ci sono enormi spazi vuoti, il poliambulatorio del Sant’Anna, San Martino in parte abbandonato».L’Ala ricorda la battaglia condotta per «riportare il Centrolago e la Valle Intelvi con Como» e la «difesa dell’ospedale di Menaggio, che la Regione voleva chiudere mentre venivano ipertrofizzati gli ospedali privati». E sottolinea tutti gli errori della Legge Maroni di riforma della sanità lombarda. «L’emergenza Covid ha denudato la medicina territoriale, che di fatto non esiste più, svuotata di significato e di risorse. Nei fantomatici distretti oggi ci sono soltanto gli sportelli per la scelta e la revoca del proprio medico di base».Una visione del tutto negativa, quella di Giovanni L’Ala. Su cui concorda soltanto in parte Giancarlo Grisetti, segretario della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) di Como. «C’è un dato obiettivo – dice Grisetti – Varese è più grande, ha più abitanti e due Asst, noi una sola. Non vedo quindi una scelta strategica intesa a privilegiare una provincia rispetto all’altra. Certo, servirebbe maggiore attenzione per valorizzare un territorio che altrimenti rischia di essere penalizzato. Devo anche dire che a Varese c’è una maggiore sindacalizzazione, i medici sono più organizzati e attivi e quindi contano anche di più».Se Grisetti vede un bicchiere mezzo pieno, Matteo Mandressi, responsabile del settore Sanità nella segreteria della Camera del Lavoro di Como, osserva invece un bicchiere del tutto vuoto. «L’Ats Insubria è totalmente assente a Como ma non funziona nemmeno a Varese – dice – in questo periodo di pandemia non c’è mai stato un riferimento. Abbiamo provato a interloquire ma senza ottenere alcun risultato. Certo, il direttore generale, il direttore sanitario e il direttore socio-assistenziale sono a Varese, è difficile anche soltanto incontrarli. Ma il vero problema è un altro: l’assenza di politiche, il vuoto di prospettiva. Le questioni si inseguono e non si anticipano, manca un confronto vero, periodico e serrato. In tre mesi abbiamo fatto due incontri. Avevano promesso di girarci i numeri della pandemia tutte le settimane, ma chi li ha visti?».Mandressi elenca le mancanze: «i presidi ospedalieri territoriali sono inesistenti; non sono tracciati i contagi; le annunciate Unità Speciali di Continuità Assistenziali (Usca) sono un fantasma: dovevano attivarne una ogni 50mila abitanti e ne hanno fatte soltanto 2 dicendo che sarebbero state sufficienti; i tamponi e i test sierologici sono pochissimi; nelle Rsa si è intervenuti quando ormai il virus si era diffuso. Che altro dire?».

  • Bozza di calendario del canottaggio, regata il 13 settembre a Pusiano

    Bozza di calendario del canottaggio, regata il 13 settembre a Pusiano

    Una gara sulle acque del Lago di Pusiano fissata per il 13 settembre, che possa essere preparatoria per i successivi appuntamenti tricolori.È uno dei punti che è stato valutato nel corso dell’ultimo consiglio della Federcanottaggio lombarda, che ha come presidente il comasco Fabrizio Quaglino. Una serata di aggiornamento rispetto alla situazione che si è venuta a creare per l’emergenza Coronavirus. Subito si è parlato della possibile ripartenza del remo lombardo.Le linee operative – è stato sottolineato – nel rispetto dei nuovi protocolli nazionali, richiederanno l’adozione di nuove strategie e il relativo adeguamento delle strutture.Nell’occasione è stato analizzato anche il nuovo calendario nazionale, una bozza che dà qualche spiraglio per poter ripartire allo sport del remo, con il pensiero anche alla preparazione per le Olimpiadi 2021.Appena arriveranno le certezze sarà sviluppato anche un programma di prove regionali, appuntamenti in preparazione, come detto, alle kermesse tricolori. E la prima conferma è stata proprio la gara a Pusiano.Il consiglio è proseguito con la approvazione del rendiconto e gli aggiornamenti dei nuovi progetti messi in campo durante questo periodo di quarantena. In particolare è stata sottolineata l’efficacia di “Giocando con i campioni”, evento che vede protagonisti Allievi C e Cadetti del movimento giovanile regionale che si confrontano on line con campioni dello sport del remo.

  • Pian del Tivano, due speleologi ancora bloccati in una grotta: recupero complesso

    Pian del Tivano, due speleologi ancora bloccati in una grotta: recupero complesso

    Due speleologi sono tuttora bloccati in una grotta del Pian del Tivano, sui monti comaschi del Triangolo Lariano, nella zona di Sormano. Un terzo speleologo è uscito nel primo pomeriggio, mentre è molto complesso l’intervento di recupero degli altri due, uno dei quali sarebbe in difficoltà per un problema legato a una distorsione a un ginocchio che si sarebbe procurato nel corso dell’attività. Un infortunio che gli ha impedito di risalire nei tempi che erano stati previsti in origine.

    Domenica pomeriggio, un gruppo di sei speleologi era arrivato a Sormano per un’esplorazione nella grotta chiamata “Abisso dei Giganti”.

    Nella serata di domenica, mentre metà della squadra è tornata in superficie, gli altri componenti del gruppo hanno deciso di passare la notte in un campo base interno alla grotta, a circa 220 metri di profondità. Tutti, fino a quel momento, erano ancora in buone condizioni.

    Questa mattina, non vedendoli uscire, i tre compagni di spedizione, preoccupati, hanno dato l’allarme e hanno chiesto l’intervento dei soccorsi.

    Sono scattate le ricerche, coordinate dagli operatori della IX delegazione speleologica lombarda del Soccorso alpino, con la collaborazione dei vigili del fuoco, dei carabinieri e del personale del 118.

    In serata i due speleologi rimasti nella grotta sono stati raggiunti dal personale sanitario del Soccorso alpino, che ha iniziato a lavorare per organizzare il recupero dei due, difficoltoso soprattutto per l’uomo con problemi al ginocchio.

  • Pian del Tivano, due speleologi ancora bloccati in una grotta: recupero complesso

    Pian del Tivano, due speleologi ancora bloccati in una grotta: recupero complesso

    Due speleologi sono tuttora bloccati in una grotta del Pian del Tivano, sui monti comaschi del Triangolo Lariano, nella zona di Sormano. Un terzo speleologo è uscito nel primo pomeriggio, mentre è molto complesso l’intervento di recupero degli altri due, uno dei quali sarebbe in difficoltà per un problema legato a una distorsione a un ginocchio che si sarebbe procurato nel corso dell’attività. Un infortunio che gli ha impedito di risalire nei tempi che erano stati previsti in origine.

    Domenica pomeriggio, un gruppo di sei speleologi era arrivato a Sormano per un’esplorazione nella grotta chiamata “Abisso dei Giganti”.

    Nella serata di domenica, mentre metà della squadra è tornata in superficie, gli altri componenti del gruppo hanno deciso di passare la notte in un campo base interno alla grotta, a circa 220 metri di profondità. Tutti, fino a quel momento, erano ancora in buone condizioni.

    Questa mattina, non vedendoli uscire, i tre compagni di spedizione, preoccupati, hanno dato l’allarme e hanno chiesto l’intervento dei soccorsi.

    Sono scattate le ricerche, coordinate dagli operatori della IX delegazione speleologica lombarda del Soccorso alpino, con la collaborazione dei vigili del fuoco, dei carabinieri e del personale del 118.

    In serata i due speleologi rimasti nella grotta sono stati raggiunti dal personale sanitario del Soccorso alpino, che ha iniziato a lavorare per organizzare il recupero dei due, difficoltoso soprattutto per l’uomo con problemi al ginocchio.

  • Apre un nuovo presidio nel vecchio Sant’Anna:  fino a 31 posti letto per i pazienti Covid-19 in guarigione

    Apre un nuovo presidio nel vecchio Sant’Anna: fino a 31 posti letto per i pazienti Covid-19 in guarigione

    Venti posti letto (che possono aumentare fino a 31) in via Napoleona, nell’area dell’ex ospedale Sant’Anna, per far fronte all’emergenza Covid-19. L’Asst Lariana ha messo in atto una riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali e creato una rete di interventi per una dimissione dei pazienti in sicurezza, anche nei confronti dei familiari e della rete sociale comunitaria. All’apertura di una degenza di transizione nel presidio Felice Villa a Mariano Comense si affianca da oggi un’analoga degenza a Como, in via Napoleona.«Con la riattivazione del vecchio Sant’Anna, ci sarà finalmente un presidio in più anche contro il Covid-19. È il coronamento di uno sforzo corale compiuto da sanità e politica e un primo passo importante verso una medicina territoriale al servizio del cittadino». È il commento del consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo.«Impossibile però non sottolineare la lentezza di Ats Insubria che ha permesso l’apertura della struttura solo ora, quando ormai i contagi sono al minimo e dopo mesi caratterizzati da un trattamento di sfavore per Como rispetto a Varese – aggiunge Orsenigo – In tutte queste settimane quanti anziani soli avrebbero potuto affrontare la quarantena in via Napoleona? Quante persone impossibilitate a isolarsi in case troppo piccole avremmo potuto aiutare? L’esperienza del vecchio Sant’Anna deve funzionare da guida per il futuro della sanità comasca e lombarda che deve necessariamente partire dal territorio, con una revisione della riforma del 2015 sponsorizzata al tempo con grande entusiasmo dagli stessi partiti che oggi ne chiedono lo smantellamento».Il reparto si trova nell’edificio che ospitava la Radioterapia. È al primo piano ed è idoneo all’identificazione di un percorso dedicato Covid.«Queste degenze di transizione – sottolinea il direttore generale della Asst Lariana, Fabio Banfi – consentono di rendere disponibili posti letto in ospedale e allo stesso tempo aumentare la capacità di risposta per i bisogni espressi dal territorio».In tale presidio si intende inoltre implementare un progetto di telemedicina, con il monitoraggio dei parametri personalizzato già durante il ricovero, da proseguire al domicilio del paziente. «La fase del miglioramento clinico per molti pazienti risulta prolungata e caratterizzata da debilitazione psicofisica – osserva Raffaella Ferrari, direttore socio-sanitario di Asst Lariana – Alcuni soggetti, inoltre, permangono a lungo positivi al tampone ed è necessario prevedere una situazione di accoglienza più strutturata in attesa della loro negativizzazione per poter così assicurare l’attività assistenziale nelle massime condizioni di sicurezza possibile per utenti e familiari».

  • Briantea e oratori, progetto di successo

    Briantea e oratori, progetto di successo

    È cambiata la modalità, ma nella sostanza il progetto della Briantea84 Cantù ha ancora una volta colto nel segno. L’inedita versione online de “Non si limita il talento” (nato nel 2018) si è chiusa con successo dopo due mesi dal suo debutto. Lo scopo: diffondere la cultura paralimpica ed i messaggi ad essa collegati.Un cammino lungo due mesi che ha toccato 55 tappe e ha raggiunto 2700 tra giovani, educatori e familiari. Una iniziativa portata avanti grazie alla collaborazione tra la stessa Briantea, Centro sportivo italiano, Fondazione oratori milanesi e il Servizio sport dell’Arcidiocesi del capoluogo lombardo. In campo dodici “ambasciatori sportivi” e una piattaforma web con gli incontri che, a causa dell’emergenza Coronavirus, sono stati virtuali.Obiettivo di queste riunioni on-line con i ragazzi è diffondere una cultura paralimpica abbattendo pregiudizi, educando con lo sport grazie ai racconti dei 12 atleti della Briantea84 Cantù di basket in carrozzina, che si sono prestati come testimonial e relatori d’eccezione.Tutti in gioco, ognuno dalla propria abitazione, addirittura oltre i confini dell’Italia: Sebastiao Nijman si è collegato dall’Olanda raccontando in inglese la sua storia, mentre Marcos Sanchez in portoghese direttamente dal Brasile.Con la somma dei numeri prodotti dalla versione virtuale (aprile-giugno 2020) sono quasi 6.000 i giovani raggiunti tra scuole, oratori e società sportive nella sola stagione sportiva 2019-2020.«Siamo felicissimi delle numerose adesioni al progetto – sostiene Alfredo Marson, presidente Briantea84 -. Il cammino è stato un successo, abbiamo avuto voglia di sperimentare e siamo stati premiati. L’obiettivo principale era non fermarsi: la grande collaborazione del team di lavoro e di tutti i 12 giocatori della UnipolSai Briantea84 Cantù ha permesso di raggiungere obiettivi che consideriamo straordinari. La nostra idea: seminare oggi, per raccogliere domani, continuare a costruire guardando avanti».«Mi auguro di poter rivedere dal vivo tutti i giovani che abbiamo incontrato virtualmente in questo ultimo periodo. Credo molto in questo progetto – conclude il presidente – come quello che da cinque anni ci lega a “Io Tifo Positivo”, la curva ufficiale delle partite casalinghe della Briantea84 Cantù».«Non sono meravigliato da questo grande successo – commenta don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi – Il periodo di lockdown ha messo in risalto la forza di questa iniziativa. In questi mesi ci siamo confrontati con il limite, gli incontri hanno avuto una carica emotiva maggiore. L’opportunità di incontrare in questa circostanza i campioni della Briantea84 Cantù ci ha permesso di guardare avanti e capire i valori dello sport e della vita, per continuare a camminare».

  • Cantieri, in città sono tornate le  code. Rallentamenti per le potature in via Napoleona

    Cantieri, in città sono tornate le code. Rallentamenti per le potature in via Napoleona

    Cantieri e lavori in diverse zone della città da un lato e i maggiori spostamenti dall’altro dopo l’eliminazione della gran parte delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria hanno riportato il traffico a Como.Un mix che ha causato code e rallentamenti sabato in città, tornati all’ordine del giorno dopo mesi. È accaduto anche ieri mattina, nel primo fine settimana dalla riapertura dei confini regionali.Traffico a rilento in particolare nella zona di Albate per due distinti cantieri in via Muggiò e in via Canturina. Nel primo caso, Comocalor ha avviato il piano di rinnovamento del teleriscaldamento, con la sostituzione di una conduttura per circa 400 metri, con la chiusura di una corsia e inevitabili rallentamenti.Al contempo, in via Canturina è aperto un altro cantiere, non rinviabile, di 2i Rete Gas, per l’ammodernamento della rete di distribuzione, già avviato nelle scorse settimane. La concomitanza dei due interventi ha causato disagi destinati a proseguire anche la prossima settimana.Sempre ieri mattina intanto, rallentamenti anche per la potatura dei cespugli nella scarpata compresa tra la via Napoleona e via Teresa Rimoldi. La ditta ha occupato una corsia in uscita dal capoluogo con un cantiere mobile.Va ricordato infine che da oggi fino al 30 giugno, sull’autostrada A9 Lainate-Como-Chiasso, sono previste chiusure notturne nel tratto fra Como Centro e Chiasso. Da oggi al 12 giugno il tratto sarà chiuso in direzione della Svizzera dalle 22 alle 6, poi le chiusure saranno comunicate settimanalmente. Per ridurre i disagi, Autostrade fa sapere che «verranno impiegate contemporaneamente più squadre di società esterne specializzate».