Categoria: Economia

  • Fisco e imprese a Como, il Free tax day arriva l’8 agosto

    Fisco e imprese a Como, il Free tax day arriva l’8 agosto

    Né sfigati né particolarmente fortunati. Secondo gli analisti della Cna, in fatto di tasse i comaschi possono sì lamentarsi, ma meno di altri.

    Como, infatti, si trova al 66.simo posto della classifica “Comune che vai, fisco che trovi”. Una graduatoria che comprende 137 località considerate in relazione alla pressione fiscale sulle piccole imprese.

    L’osservatorio della Cna calcola ilTotal tax rate, ossia l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese. Un ammontare espresso in percentuale sui redditi.

    A Como questa cifra è pari al 60,4%. A fronte di una pressione fiscale media in Italia salita nel 2017 dello 0,3%, al 61,2% (e destinata nel 2018 a crescere ancora, sino al 61,4%, se non interverranno i dovuti correttivi).

    Cna individua inoltre ilTax free day, cioè il giorno della liberazione dalle tasse, che per il Lario è stato fissato l’8 agosto, appena 72 ore prima del giorno medio a livello nazionale (l’11 agosto).

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  • Forum Ambrosetti a Cernobbio: sabato ospite il premier  Conte. Buona parte del Governo e personalità internazionali a Villa d’Este

    Forum Ambrosetti a Cernobbio: sabato ospite il premier Conte. Buona parte del Governo e personalità internazionali a Villa d’Este

    Il presidente del consiglio Giuseppe Conte sabato alle 17.45 interverrà al Forum Ambrosetti, in programma a Villa d’Este a Cernobbio. La presenza del premier è stata confermata dallo stesso Conte, che chiuderà i lavori della giornata dell’8 settembre. L’inizio dell’evento – che comporterà ingenti misure di sicurezza da parte delle forze dell’ordine e limitazioni nella zona, comprese quelle per la navigazione  –  è fissato per venerdì mattina: al centro dell’attenzione il tema “Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive”. Giuseppe Conte è il nome di spicco ma, come da tradizione, sulle rive del Lario saranno numerosi i personaggi di livello mondiale che si confronteranno nelle varie sessioni. Tra gli argomenti “Le sfide globali del futuro”, “Le buone notizie di cui il mondo ha bisogno”, “L’agenda per cambiare l’Europa”, “L’Europa e il Mediterraneo”, “L’Italia nel quadro globale” e “Ricette per rilanciare il Paese”.

    L’elenco delle personalità che saranno a Cernobbio comprende anche il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, gli ex premier Enrico Letta, Mario Monti  e Paolo  Gentiloni, gli attuali  ministri Matteo Salvini, Elisabetta Trenta, Giovanni Tria, Enzo Moavero Milanesi, Giulia Bongiorno, Marco Bussetti (Italia), David Lidington (Inghilterra), Bruno Le Maire (Francia), Josep Borrell Fontelles (Spagna), Mevlut Cavusoglu (Turchia), Denis Manturov (Russia), i giornalisti Luciano Fontana, Gianni Riotta, Ferruccio de Bortoli, Guido Gentili, Gerard Baker, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il senatore americano Lindsey Graham, i commissari europei Carlos Moedas e Gunter Oettinger e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

  • Futuro nelle comunicazioni: ecco il Tavolo TV4.0. Giunco: «Confronto finalizzato a una transizione indolore»

    Futuro nelle comunicazioni: ecco il Tavolo TV4.0. Giunco: «Confronto finalizzato a una transizione indolore»

    Un vertice sul futuro della tv e della comunicazione. È stato il vicepremier Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico, ad aprire e presiedere ieri a Roma il neonato Tavolo TV4.0, attorno al quale si sono seduti i rappresentanti delle istituzioni competenti in materia, gli operatori televisivi e le associazioni di categoria.Al tavolo anche il comasco Maurizio Giunco, vicepresidente di Confindustria Radio Tv, insieme con il presidente Franco Siddi. Confindustria Radio Tv e AgCom (Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni) sono state chiamate alla vicepresidenza dei lavori del nuovo organismo, presieduto – come anticipato – dal vicepremier.«La principale finalità del Tavolo – ha dichiarato il ministro Di Maio – è accompagnare questo processo di transizione digitale del sistema radiotelevisivo, coordinando le attività di rilascio della banda 700 per assicurare che il trasferimento delle frequenze avvenga senza ritardi rispetto alle scadenze stabilite e per garantire un uso efficiente dello spettro radioelettrico. Le frequenze sono infatti un asset fondamentale e indispensabile per lo sviluppo del 5G. È tempo che in Italia si inizi ad anticipare il futuro e a fare investimenti che vadano nell’ottica delle nuove tecnologie: la prossima Netflix – ha concluso Di Maio – può essere italiana se sviluppiamo a casa nostra le piattaforme del futuro».«Occorre immediatamente – ha aggiunto Maurizio Giunco, vicepresidente di Confindustria Radio Tv – porre rimedio alle incongruenze di una roadmap pensata dal precedente governo senza alcun dibattito con gli stakeholder, che sono grati al ministro per aver dato l’opportunità di un confronto finalizzato a una transizione indolore».

  • Gardini: «Non è il porto d’armi a dare sicurezza». Pontiggia: «L’importanza strategica delle Bcc, istituti di comunità»

    Gardini: «Non è il porto d’armi a dare sicurezza». Pontiggia: «L’importanza strategica delle Bcc, istituti di comunità»

    «La sfida per il futuro del Paese passa dall’inclusione e dalla coesione sociale. Se vogliamo costruire sicurezza non dobbiamo pensare a distribuire il porto d’armi a tutti o ad alzare barriere e chiudere frontiere. Dobbiamo tentare di dare a tutti i cittadini identiche possibilità di costruire il futuro facendo in modo che abbiano un lavoro».Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative e numero uno di Conserve Italia, la più grande azienda nazionale di trasformazione alimentare, ha spiegato ieri in poche e semplici parole il senso e lo spirito della cooperazione. E i motivi per i quali politiche di sussidio non bastino a cambiare l’italia.«Il lavoro esalta la dignità delle persone e le riposiziona al centro del contesto sociale – ha detto Gardini parlando alla platea dell’assemblea annuale di Confcooperative Insubria – ecco perché dobbiamo rimettere il lavoro al centro di ogni azione politica».Le aree più deboli del Paese, ha aggiunto Gardini, rischiano di restare «tagliate fuori dalle direttrici infrastrutturali, tecnologiche e sociali dello sviluppo». Motivo per cui il «messaggio del reddito per tutti» ha un senso se serve a ridistribuire lavoro. Altrimenti, «le differenze sono destinate ad aumentare. Non soltanto tra chi può e chi non può, tra ricchi e poveri», ma tra chi sarà in grado di avere un futuro e chi, invece, dovrà sempre dipendere dagli altri. Integrazione e coesione, dunque, come sfide per il futuro.Un tema, il futuro, di cui ha parlato anche Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi, una delle banche associate a Confcooperative Insubria.«Al di là dei risultati interni, che pure sono molto importanti, va sottolineato un punto: il ruolo della cooperazione non è ancora completamente considerato nel suo valore pieno. Il nostro modello può rappresentare, nel momento economico che stiamo vivendo, un modo per affrontare e risolvere i problemi occupazionali».Questa «diversità», ha spiegato ancora Pontiggia riferendosi alle altre banche locali, è «netta. Noi siamo banche di comunità, non di prossimità. Dobbiamo essere considerate in primo luogo strumento per creare nuove imprese e nuovo lavoro. Per il futuro del territorio, anche in questo contesto difficile, siamo quindi assolutamente essenziali».

  • Gli ingegneri: «Sì alla prevenzione sismica, ma attuata diversamente»

    Gli ingegneri: «Sì alla prevenzione sismica, ma attuata diversamente»

    «Gli ingegneri sono attenti e sensibili nella cultura e prevenzione del sisma». Lo ribadisce il presidente dell’Ordine professionale di Como, Mauro Volontè, dopo la diffusione delle notizia della mancata adesione alla campagna “Diamoci una scossa” in programma il prossimo 30 settembre.

    «L’iniziativa è meritevole – spiega – ma abbiamo rilevato molteplici criticità in merito alle modalità di attuazione delle visite ispettive».

    «Proprio per l’importanza della prevenzione sismica, infatti, riteniamo che serva grande competenza e professionalità da parte dei tecnici e un’analisi puntuale che arrivi da sopralluoghi approfonditi nelle abitazioni – conclude il presidente degli ingegneri comaschi – Questa attività si chiama incarico professionale e deve essere remunerata con un equo compenso».

    «Il professionista deve dare al committente un’informazione approfondita e specifica – prosegue Volontè – assumendosi le proprie responsabilità. Le ispezioni gratuite della campagna “Diamoci una Scossa”, essendo appunto meramente informative, prevedono da parte del cittadino di dichiarare di aver compreso i limiti di responsabilità del professionista derivanti dalla mera visita tecnica informativa».

    «Per questo motivo l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como non vuole sottrarsi nel dare il supporto al cittadino e in alternativa ai sopralluoghi informativi, nei quali risulta inutile spiegare il meccanismo del “Sisma Bonus”, organizzeremo incontri sul territorio per informare tutta la cittadinanza. Si tratta di tematiche complessi che vanno approfonditi nelle giuste sedi e con le dovute modalità – dice sempre il presidente – Il cittadino avrà così tutte le informazioni necessarie in materia e potrà decidere di affidarsi ad un professionista per meglio capire e valutare le condizioni del proprio edificio».

  • Industriali duri: «Un’ora da Como a Lecco, e lo stesso per Sondrio, sono quasi un muro»

    Industriali duri: «Un’ora da Como a Lecco, e lo stesso per Sondrio, sono quasi un muro»

    Una forte affermazione della cultura rivolta al futuro e le dure critiche alla politica del governo gialloverde. È qui l’impronta più marcata dell’assemblea degli industriali di Como, Lecco e Sondrio. Un’assise tenuta per la prima volta dalle due organizzazioni (la comasca e la lecchese-sondriese) che rappresentano tre diversi territori per un totale di 9.500 imprese con oltre 100mila addetti. E, quasi a sottolineare visivamente l’impegno a lavorare insieme, la relazione dei presidenti Fabio Porro e Lorenzo Riva è stata scritta a quattro mani e letta a voci alternate.L’assemblea di ieri ha portato a Lariofiere una platea di almeno 500 imprenditori, oltre che di studenti degli istituti tecnici superiori: i giovani ai quali sono stati dedicati molti spunti.L’evento è stato introdotto dagli inni nazionale ed europeo, con il pubblico in sala tutto in piedi. È quindi seguito il discorso dei presidenti, intitolato “L’elogio del capitale umano nella quarta rivoluzione industriale”. Parola d’ordine, il futuro: «È ciò che manca al nostro Paese – ha detto Porro – Nessuno ne parla più», con il rischio di arretrare e di scivolare in una recessione che potrebbe diventare strutturale.Forte la sottolineatura dei due relatori sul gap infrastrutturale dei territori rappresentati: «Un’ora da Como a Lecco e altrettanto per Sondrio – è stato scandito – rappresentano una vera e propria separazione fisica. Quasi un muro. Strade vecchie, lente, insicure, per le quali gli interventi recenti si contano sulle dita di una mano…».Poi l’attacco al governo sul cosiddetto decreto dignità e sul reddito di cittadinanza, definito «un terribile errore concettuale e culturale». E l’orgogliosa rivendicazione: «Noi non vogliamo anteporre l’assistenzialismo al lavoro, un calo di aspettative indegno di un Paese come il nostro. E questo – è stato sottolineato con forza – è ancora più vero nelle nostre province, dove il lavoro è sempre stato cercato e creato».Porro e Riva sono stati interrotti più volte dagli applausi dei presenti. Hanno insistito sulla spinta al cambiamento e sulla necessità di investire nella formazione 4.0.Proprio questo tema, il supporto al 4.0, che è incentivo economico, ma anche alternanza scuola-lavoro e apprendistato è l’altro fronte polemico nei confronti del governo. Lo ha sviluppato Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio 24, con gli ospiti di una tavola rotonda: Sangiovanni Vincentelli (University of California), Delladio (presidente e ceo dell’azienda “La Sportiva”), Pontremoli (ceo della “Dallara”), Tiraboschi (ordinario di Diritto del lavoro) e Brugnoli (vicepresidente di Confindustria per il capitale umano).Barisoni ha citato i numeri: il governo ha ridotto l’alternanza scuola-lavoro negli istituti tecnici da 400 a 100-150 ore e a sole 90 nei licei. I partecipanti alla tavola rotonda hanno a loro volta ribadito che si tratta di un grave errore. Hanno raccontato la peculiarità delle loro esperienze nelle quali, tutte, il capitale umano è risultato il fattore vincente.Bello l’appello di Sangiovanni Vincentelli: «Ai giovani dico: ricordate che dovete fare ciò che vi rende felici, non necessariamente ciò che vi fa guadagnare tanto. Mai sentirsi obbligati a seguire un modello. Guardatevi dentro e chiedetevi chi siete e cosa volete fare».La chiusura è stata del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. Davanti a lui, a significare l’importanza dei territori in gioco, i vertici delle associazioni industriali di tutte le province lombarde.

  • Inps, immobili vuoti: è un caso politico

    Inps, immobili vuoti: è un caso politico

    Diventa un caso politico in Regione e in Parlamento la notizia pubblicata ieri dal “Corriere di Como” della quarantina di unità immobiliari tra appartamenti e garage di proprietà dell’Inps e inutilizzati.

    Una denuncia lanciata dall’ex consigliere comunale di Como Vittorio Mottola che ha definito «realtà imbarazzante» i non pochi appartamenti sfitti da anni e una villa di via Varesina a Como, pure proprietà del’ente previdenziale, in abbandono da decenni.Del caso si occuperanno presto a livello nazionale i Cinque Stelle: ieri il parlamentare lariano del movimento grillino Giovanni Currò ha definito «degno di nota» il caso e si è subito mobilitato dopo la lettura del nostro articolo per approfondire cifre e dati.Stessa cosa sta fa il gruppo del Pd in Regione: «La notizia è un insulto per chi cerca casa», ha detto ieri il consigliere regionale Angelo Orsenigo, riservandosi nei prossimi giorni di pubblicare una nota ufficiale sull’argomento sollevato dalla denuncia di Mottola.Intanto è arrivata in redazione la replica dell’ente, diretto interessato. Per Giorgio Fiorino, direttore centrale del patrimonio Inps, «i vincoli e la stratificazione normativa che regolamentavano il patrimonio pubblico hanno per lungo tempo impedito di riavviare la vendita del patrimonio immobiliare dell’Istituto rimasto invenduto dopo che si è esaurita la fase delle cosiddette cartolarizzazioni (avviate agli inizi degli anni 2000 e proseguite per circa un decennio) nonché di procedere a nuove locazioni o al rinnovo dei contratti di locazione in essere. Solo con l’approvazione dell’art.38 comma 2 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito nella legge 21 giugno 2017, n. 96, è stato possibile riavviare le attività finalizzate alla completa dismissione del patrimonio immobiliare dell’Inps non destinato a finalità strumentali».Va sottolineato però che i «piani di disinvestimento» sono pluriennali e che, aggiunge il dirigente dell’Inps, «considerata la ancora cospicua dimensione del patrimonio da reddito e le complesse attività preliminari alla vendita (tra cui principalmente la necessità di procedere a una nuova stima del valore dell’immobile da alienare) la dismissione avverrà in maniera graduata nel tempo».

  • Invasione dei coleotteri asiatici, la Regione finanzia 12 imprese comasche

    Invasione dei coleotteri asiatici, la Regione finanzia 12 imprese comasche

    Ammonta a oltre 410mila euro il contributo stanziato dalla Regione Lombardia a favore di 12 imprese comasche del comparto ortofrutticolo e florovivaistico per combattere la diffusione di insetti nocivi.

    Con questi fondi le imprese potranno sviluppare sistemi, strumenti e metodi non tradizionali per limitare le popolazioni degli organismi nocivi (in particolare i coleotteri asiatici, che stanno creando al momento seri problemi agli agricoltori), nel rispetto dell’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e privilegiando i metodi non chimici.

    In totale, i contributi stanziati dalla Regione ammontano a 3,4 milioni di euro; le imprese beneficiare dei contributi sono invece 87.

  • Aniston e Sandler gireranno un film a Como

    Aniston e Sandler gireranno un film a Como

    Non solo George Clooney, o i tricolori Massimo Boldi e Christian De Sica. Adam Sandler, attore comico americano protagonista di decine di pellicole di successo e la sempre splendida Jennifer Aniston, che conobbe il successo con Friends, sposò Brad Pitt e anche da ex continua a sbancare il botteghino dei cinema, gireranno un film a Como e sul suo lago.

    Le riprese sono previste alla fine del mese. La pellicola, nuovo film originale del colosso Netflix, è intitolata “Murder Mystery”.Le riprese sono iniziate in giugno a Montreal, in Canada, ma sono previste tappe in tutta Europa, Como compresa.La storia è quella di un viaggio tra marito e moglie. Un poliziotto di New York (Adam Sandler) e sua moglie (Jennifer Aniston) volano alla scoperta dell’Europa. Sul volo di andata conosceranno uno strano personaggio. La storia prosegue con una serie di colpi di scena anche a sfondo giallo, come suggerisce il titolo “Murder Mystery” ovvero omicidio misterioso.

    Nel cast internazionale anche Luke Evans, Gemma Arterton, Luis Gerardo Mendez, Shioli Kutsuna, David Walliams, Adeel Akhtar, John Kani, Ólafur Darri Ólafsson, con il premio César Dany Boon e il nominato al premio Oscar Terence Stamp.

    La regia è di Kyle Newacheck. Il film sarà disponibile su Netflix nel 2019.

    L’assenso alle riprese e alla logistica necessaria per le riprese nella città di Como ha avuto ieri sera l’assenso formale della giunta di Palazzo Cernezzi.

  • La cravatta fa sempre più fatica ma resiste al tempo. Il rilancio con i giovani

    La cravatta fa sempre più fatica ma resiste al tempo. Il rilancio con i giovani

    La cravatta, icona dell’eleganza maschile e simbolo della seta “Made in Como”, non gode di ottima salute.Si tratta di una realtà difficile che purtroppo perdura da tempo. Anche se – da oggetto che pareva ormai destinato a scomparire definitivamente – con un colpo di coda sta invece iniziando timidamente a riaffermarsi. E a rilanciarla sono, dettaglio non da poco, i giovani. Questo il trend che emerge dall’analisi dei numeri e, soprattutto, dalle parole degli esperti del settore. Necessario ovviamente partire dalle cifre. Ecco allora che quello dell’accessorio tessile (ad esempio foulard, scialli, sciarpe, stole, parei, bandane) si è confermato il settore più dinamico, con una crescita del 7,5%. La cravatteria invece ha chiuso il primo semestre del 2018 con un dato leggermente positivo seppur più contenuto (+1,3% di fatturato alla voce tessuti serici per cravatte). I numeri emergono dalla XXVII edizione dell’Osservatorio Tessile di Como, che ha analizzato i bilanci di 150 imprese tessili attive nel 2017, ha inoltre eseguito una lettura delle informazioni preliminari disponibili per il 2018 (concentrandosi appunto sul primo semestre) e ha infine analizzato gli scenari che riguardano il settore per “capire” il futuro. Innanzitutto va detto che il fatturato complessivo del 2017 – per le imprese analizzate – è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, con una lieve contrazione dello 0,2%. Il 2018 ha invece evidenziato una crescita non ancora quantificabile in maniera definitiva. Entrando nel dettaglio della cravatta bisogna innanzitutto dire che nel primo semestre del 2018 il settore dei tessuti serici per cravatte è cresciuto dell’1,1% in tema di vendite. E il dato complessivo degli ordini fa registrare un +10% sempre nel primo semestre del 2018 rispetto al -2,5 del 2017. Numeri che servono a capire l’andamento di un settore che tratta un accessorio moda che vanta una storia antichissima. L’origine della cravatta si perde infatti nella notte dei tempi. Fin dagli albori dell’umanità, la popolazione ha avvertito l’esigenza di avere qualcosa intorno al collo: gli antichi egizi, ad esempio, legavano un lembo di stoffa con il nodo di Iside intorno al collo dei defunti, in segno di protezione. L’origine della parola “cravatta” rimanda al XVII secolo: deriva dal francese “cravate”, proveniente a sua volta dal croato “hrvat”, che significa appunto “croato”. Infatti i cavalieri croati portavano al collo una sciarpa antifreddo, detta “croatta”. È attorno al 1650 che l’accessorio con il nome attuale compare al collo dei signori: siamo sotto Luigi XIV. Alla cravatta si aggiungono merletti e nastri di seta, e intanto la moda si diffonde in Europa. Nella seconda metà del XIX secolo, con la rivoluzione industriale, compare una cravatta più funzionale, più lunga e più stretta. Battezzata “cravatta alla marinara” entra nella Storia e resta ancor oggi la base delle cravatte moderne.