Categoria: Notizie locali

  • Insulti e minacce a bagnanti e agenti. Diciannovenne arrestato a Casate

    Insulti e minacce a bagnanti e agenti. Diciannovenne arrestato a Casate

    Il giovane ha anche colpito i poliziotti e danneggiato l’auto di servizioEpisodio decisamente movimentato, martedì pomeriggio, al centro sportivo di Casate. E il tranquillo pomeriggio di fine estate, per i molti frequentatori del solarium con piscina, è stato guastato da uno spiacevole intermezzo fatto di parolacce e colpi proibiti.Poco prima delle 18, infatti, una pattuglia della volante di Como è dovuta intervenire per mettere fine alle intemperanze di un diciannovenne.Stando alle ricostruzioni fornite da alcuni clienti del

    solarium gestito da Csu, infatti, il giovane da tempo aveva preso a infastidire la clientela con insulti e minacce.Un atteggiamento protratto nel tempo e, a detta dei presenti, senza alcun motivo particolare all’origine. A nulla sono valsi anche i richiami rivolti al 19enne dal personale del centro sportivo, nel tentativo di riportare la situazione alla normalità.Non appena visti gli agenti, infatti, lo scalmanato si è tutt’altro che calmato. Tanto che pure i tentativi di invitarlo a lasciare la struttura comunale senza aggravare la propria posizione si sono rivelati del tutto vani.Al contrario, il giovane si è subito rivolto ai poliziotti con toni e atteggiamenti decisamente aggressivi, tanto che in breve la situazione è letteralmente degenerata.Il 19enne, infatti, ha iniziato a insultare gli agenti. Poi, non contento, una volta arrivato all’uscita del solarium ha deciso di dare un tocco finale al pomeriggio. A quel punto, il giovane ha dapprima colpito i due agenti, salvo poi completare l’opera accanendosi contro lo sportello dell’auto di servizio, preso a calci e danneggiato in maniera vistosa.Inevitabile, a quel punto, l’arresto del giovane, processato ieri mattina per direttissima.Per l’autore della sfuriata è dunque arrivata la condanna a un anno di reclusione, anche se la pena è stata sospesa.

  • La Brianza dei caprioli

    La Brianza dei caprioli

    Tesori della fauna. Il leggiadro ungulato è al centro di una ricerca di biologi e naturalisti per ottimizzarne la gestione

    Il capriolo fa spesso la sua comparsa sui prati e nei boschi prealpini della nostra provincia, e non è raro incontrarlo mentre attraversa le strade di montagna nelle ore tranquille del primo mattino o della sera.Lo spazio vitale di questo leggiadro ungulato non supera i 200 ettari, e all’interno di esso un’area famigliare più ristretta occupa non più di 100 ettari. In inverno si registra la massima densità, mentre nella bella stagione vi è la massima dispersione.La vita del capriolo

    dipende dalla presenza di cibo con elevato contenuto energetico, in quanto il suo rumine, il primo tratto dello stomaco, ha capienza modesta e impone la scelta di alimenti con molte proteine.Questo e altri aspetti della vita di questa caratteristica specie, con riferimento alla Riserva naturale regionale della Valle Bova – estesa sui monti di Erba e comprendente anche il complesso della grotta del Buco del Piombo – sono stati illustrati recentemente in un incontro sul tema “La fauna della riserva. Il capriolo. Aspetti ecologici e interventi gestionali”.Il tecnico faunistico Massimo Ragusa ha esposto i dati finora rilevati e le prospettive della gestione della specie, con proiezione di fotografie a cura di Salvo Fisicaro. Sono intervenuti fra gli altri il coordinatore della gestione fauna, Franco Reggiani, e Sergio Boccacci, ispettore del Corpo Forestale dello Stato.«La densità del capriolo, come quella degli altri ungulati, è un parametro biologico da tenere sempre sotto controllo – spiega Ragusa – perché con l’aumento della competizione alimentare diminuiscono parametri quali la produttività delle femmine, mentre aumenta la mortalità».Le dimensioni modeste del territorio della Riserva Naturale erbese rendono indispensabile estendere l’indagine ad aree più ampie, occupate dalla specie nella sua mobilità stagionale.Precisa lo studioso: «Le indagini sul campo hanno rilevato nel 2010 la presenza di 28 caprioli, nel 2013 di 32: ciò ha escluso una densità elevata tale da condizionare la sopravvivenza delle popolazioni, il rinnovamento degli ambienti forestali, l’integrità della vegetazione. Al monitoraggio primaverile andrebbero però aggiunti i dati autunnali di consistenza e densità post-riproduttive e del rapporto sesso/piccoli dell’anno, utili per stimare l’incremento annuo della specie».Le ricerche hanno dimostrato che l’area della riserva erbese, con un ricco strato di cespugli e la sua copertura arborea, presenta condizioni favorevoli alla vita del capriolo. Inoltre, durante la stagione venatoria, la zona protetta costituisce una sorta di rifugio, poiché il capriolo soffre la presenza del cane nella caccia al cinghiale.Ma quali comportamenti concreti mettono a rischio la tranquillità della vita di questo mite erbivoro? Sergio Boccacci, ispettore del Corpo Forestale dello Stato, precisa che spesso cani niente affatto randagi vengono lasciati liberi dai proprietari e invadono gli spazi vitali dei pacifici ungulati, che soffrono la presenza di cani vaganti. Altre volte questi animali selvatici vengono avvicinati dall’uomo come se fossero domestici, snaturando la loro identità. Inoltre, i piccoli eventualmente ritrovati non devono essere toccati, poiché questo compromette il riconoscimento da parte della madre.È al vaglio del Comitato di Gestione un Progetto di analisi faunistica sull’uso dello spazio da parte del capriolo nell’area vasta della Riserva Valle Bova, con lo scopo di mettere a punto linee guida e criteri di gestione della specie. Ci si prefigge di definire modalità e periodi di censimento, fenomeni migratori, barriere naturali/artificiali, corridoi naturali, aree di gestione, vocazionalità ambientale del territorio, miglioramenti possibili.Spiega il dottor Ragusa: «Vedo la Riserva Naturale della Valle Bova come un luogo di ricerca, formazione e sperimentazione per monitorare gli ecosistemi e i loro mutamenti».In questa ottica si colloca il coinvolgimento nella raccolta dei dati di altri istituti interessati, ad esempio l’amministrazione provinciale, i Comprensori Alpini di caccia, Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi (Uncza), Wwf, Lega Ambiente, l’Istituto zooprofilattico.Massimo Ragusa, oltre a collaborare da anni con alcuni Comprensori Alpini di caccia della Provincia di Bergamo nella gestione delle popolazioni di Galliformi e Ungulati, dal 2010 si dedica alla definizione della situazione faunistica della Riserva della Valle Bova.Le osservazioni compiute confermano la presenza di specie protette come il falco pellegrino, il gheppio, il nibbio bruno, la poiana, oltre a specie di chirotteri tipici delle caverne, al cinghiale e al capriolo.

    Giuliana Panzeri

  • La “Giornata internazionale della luce” celebra Volta

    La “Giornata internazionale della luce” celebra Volta

    Anche Fondazione Alessandro Volta collabora con De Agostini Scuola per celebrare la Giornata Internazionale della Luce, indetta e promossa dall’Unesco, con un’iniziativa nazionale di formazione gratuita rivolta a docenti e studenti della scuola secondaria di I e II grado. L’iniziativa, dal titolo “See the light”, si terrà venerdì 15 maggio dalle ore 11 alle ore 12.30.  “Da sempre Fondazione Volta partecipa alle celebrazioni per la giornata internazionale della luce Unesco –commenta Luca Levrini, presidente di Fondazione Alessandro Volta -. Il fatto di aderire anche a questo progetto diffuso, rivolto a docenti e studenti di tutto il territorio nazionale rende tale iniziativa unica e di altissimo valore. Raccontare il ruolo della nostra città nella evoluzione e nel progresso scientifico è cosa fondamentale, soprattutto grazie al genio di Alessandro Volta che fu in grado di rappresentare le scienze in tutti i suoi aspetti, sia umanistici sia tecnici. Questi possono entrambi creare il nuovo, guardare al futuro, alla crescita ed alla costruzione dell’uomo. In tal senso suggestiva la scelta di avere selezionato il liceo Alessandro Volta come sede della iniziativa, luogo dove egli stesso insegnò ma che, soprattutto, da secoli è punto di riferimento della istruzione classica ed oggi anche scientifica della nostra città”.

    L’evento “See the Light” è stato pensato come un viaggio affascinante in cui esperti e ricercatori accompagneranno docenti e studenti in una visita guidata ai luoghi fondamentali della ricerca scientifica sulla luce, dall’Osservatorio di Brera, all’Osservatorio di Roque de los Muchachos sull’isola di La Palma, dalla dimora di Galileo Galilei a Firenze al Liceo Alessandro Volta a Como. Un’esperienza con un approccio nuovo dove i docenti, collegandosi via webinar, potranno coinvolgere anche i loro studenti invitandoli a partecipare alla diretta su Youtube.

    I partecipanti virtuali saranno condotti da un team di guide speciali. L’attenzione su Como, su spunto della Fondazione Alessandro Volta, verrà focalizzata attraverso il contributo del prof. Dario Zucchello che racconterà la figura importantissima del grande fisico comasco Alessandro Volta. Uomo curioso, studioso, sperimentatore e inventore, Volta presentò al mondo – nel 1800 – l’invenzione della pila, primo generatore artificiale di elettricità che portò una svolta epocale per la vita moderna. Un tour virtuale condurrà i partecipanti nei luoghi più significativi di Volta: dalla Torre Gattoni dove effettuò i primi esperimenti, al Museo permanente “Tempio Voltiano” dedicato alla sua memoria e al riconoscimento del suo importante lavoro scientifico, fino al Faro Voltiano, costruito nel 1927 nella località San Maurizio a Brunate come omaggio al genio del suo cittadino più illustre, Alessandro Volta.

    Rimanendo sempre a Como e tenendo come filo conduttore i luoghi Voltiani, la prof.ssa Roberta Marelli spiegherà poi – concentrandosi sul Liceo Alessandro Volta – il ruolo fondamentale dell’educazione e della formazione. Ex monastero di monache agostiniane realizzato attorno al1250, il liceo ginnasio fu intitolato adAlessandro Voltanel 1865. Al suo interno, il busto a lui dedicato scolpito in marmo carrarese daGaetano Monti, la splendida biblioteca risalente al 1811, l’aula magna e molto altro ancora. Il collegamento da Como si chiuderà con le immagini del Mausoleo di Alessandro Volta, tempietto di stile neoclassico a pianta circolare eretto per volontà della moglie e dei figli di Volta su progetto di Melchiorre Nosetti nel 1831.

    Ma il viaggio della giornata sarà aperto dal noto astrofisico e divulgatore Luca Perri dalle cupole dell’Osservatorio di Merate, con cenni storici sull’idea di luce nell’antichità con un’incursione a Milano nella cupola di Schiaparelli dell’Osservatorio Astronomico di Brera.

    In collegamento dall’Osservatorio di Arcetri a Firenze, gli scienziati del CNR Alessandro Farini ed Elisabetta Baldanzi parleranno della luce e della visione con un approccio multidisciplinare, accompagnando i partecipanti in un tour virtuale della storica dimora del padre del metodo scientifico, Galileo Galilei.Il testimone passerà poi al ricercatore INAF Adriano Ghedina, in collegamento dal Telescopio Nazionale Galileo di La Palma alle Canarie: un’occasione unica per osservare a distanza ravvicinata il più grande telescopio italiano nel mondo e per aggiornarsi sulle più recenti ricerche in ambito astrofisico. L’eventoonlineproseguirà con un video-esperimento dal progetto “Science in a box” a cura del CNR, per comprendere perchè il cielo 7/8di giorno è azzurro e al tramonto si colora di rosso.

  • La Mostra Mercato dell’Artigianato compie 40 anni

    La Mostra Mercato dell’Artigianato compie 40 anni

    Ieri la presentazioneDal 26 ottobre l’evento capace di attirare 180 espositori e 50mila visitatori a LariofiereLa “Moma”, Mostra Mercato dell’Artigianato, compie quarant’anni e si rilancia a Lariofiere di Erba, ossia nel polo espositivo cresciuto in parallelo all’evento. Sono 180 gli espositori che animeranno i 4.400 metri quadrati di stand dal 26 ottobre al 3 novembre prossimi. Un’edizione nel segno della tradizione e dell’innovazione. Un ritorno al passato testimoniato dalla stessa location scelta per la presentazione dell’evento, l’Opificio Zappa, oggi showroom della Falpe Serramenti. L’azienda

    della famiglia Zappa è una presenza fissa per la Mostra Mercato dell’Artigianato. Il vicepresidente di Lariofiere Roberto Galli ha definito la “Moma” come l’evento di «maggiore importanza del quartiere fieristico, in grado ri chiamare espositori e pubblico non solo da Como e Lecco, ma anche da Monza Brianza e da altre province d’Italia».L’inaugurazione è prevista per sabato 26 ottobre alle 18.30, un orario che favorisce la presenza di chi lavora, hanno sottolineato i presenti. L’apertura verrà impreziosita dalla presenza del presidente nazionale di Confartigianato Imprese, Giorgio Merletti. È stato Giorgio Galimberti, presidente di Confartigianato Imprese Como, a spiegare le peculiarità dei prodotti handmade e dei servizi comaschi e lecchesi.«È il momento di mettere le nostre peculiarità in vetrina – ha detto – La situazione di mercato e il forte cambiamento in atto non ci devono piegare. Noi mettiamo l’anima e la passione nei nostri prodotti».«Una passione, che – ha spiegato Galimberti – ben è incarnata nella famiglia Zappa. Ricordo il padre di Giorgio, era un pezzo da novanta e trasmetteva la sua passione a tutti in associazione. Oggi i figli scommettono su tradizione e innovazione, cercano soluzioni nuove. E per noi è indispensabile far capire che ci siamo, che il territorio spinge l’artigianato».Ad Ilaria Bonacina, presidente del Comitato promotore della 40esima edizione della Mostra Mercato dell’Artigianato, è toccato il compito di presentare in modo sintetico il ricco programma di iniziative che animeranno la manifestazione per tutta la sua durata. Due i convegni di approfondimento in calendario, promossi in collaborazione con le Camere di Commercio delle due province: domenica 27 e lunedì 28 ottobre saranno affrontati i temi legati alle potenzialità energetiche dell’impiego dell’acqua in territorio lariano e alle prospettive di offerta economico-turistico-culturale eco-intelligente in vista dell’Expo. Spazio anche alla cultura (con la mostra di disegni e opere dell’illustratore Leopoldo Metlicovitz e il concorso letterario Mondo Artigiano), al sociale (con gli stand di Aism, Cuore in Erba Onlus e La Nostra Famiglia e al Natale (con stand di prodotti artigianali sul tema).Due architetti gireranno tra gli stand per il servizio “su misura”. Le scuole professionali di Como e di Lecco si sfideranno per mostrare le proprie abilità e competenze in diverse professioni artigiane.Per i visitatori il concorso “Visita & vinci”, mentre lo stand più votato si aggiudicherà il premio dedicato a Mauro Cazzaniga, giovane imprenditore artigiano di Mariano Comense recentemente scomparso e già presidente della Mostra Mercato dell’Artigianato, la cui figura è stata ricordata da Marco Galimberti.Appuntamento, dunque, a Lariofiere di Erba per sabato 26 ottobre, dalle ore 10.La mostra proseguirà con i seguenti orari: il sabato e venerdì 1 novembre dalle 10 alle 22,30, la domenica dalle 10 alle 20 e i giorni feriali dalle ore 17 alle 21,30. Costo del biglietto: 4 euro. Promozioni speciali per l’ingresso alle famiglie con figli fino a 18 anni.

    Paolo Annoni

  • La nuova piazza Roma svuota anche le messe in Duomo

    La nuova piazza Roma svuota anche le messe in Duomo

    Intanto ieri pomeriggio è piovuta sulle auto in sosta una raffica di multe

    Sacro e profano. Parcheggi e funzioni religiose in Duomo. La contestata rivoluzione viabilistica in piazza Roma, con la cancellazione degli spazi per la sosta a pagamento in favore dei posti auto “gialli” per i soli residenti, sembra stia avendo pesanti ripercussioni anche sulla presenza dei fedeli in Cattedrale.Ieri intanto, sulle auto in sosta abusiva sono fioccate le prime multe, almeno una ventina stando alle prime informazioni.Da settimane, nonostante la sosta in piazza Roma sia

    riservata ai residenti, in ogni momento del giorno è facile vedere auto senza il tagliando apposito. Così, ieri, numerosi irregolari sono stati sanzionati.La difficoltà di trovare posti auto nelle vicinanze della piazza avrebbe nel frattempo convinto molti frequentatori abituali delle liturgie a preferire altre chiese. Molti fedeli si sono resi conto personalmente di quella che ormai è molto più che una sensazione. Non c’è bisogno di fare indagini né sondaggi infatti per accorgersi che, dal momento dell’eliminazione dei posti auto in piazza Roma, il numero di persone presenti alle celebrazioni in Duomo, soprattutto nel fine settimana ma anche nei giorni feriali, è visibilmente diminuito.L’arciprete del Duomo, almeno per il momento, preferisce non rilasciare alcun commento sulla situazione. Sembra tuttavia che i sacerdoti e la stessa Diocesi stiano valutando l’opportunità di prendere ufficialmente posizione sul tema.Del resto, già una decina di giorni fa, il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, aveva espresso solidarietà nei confronti dei commercianti di piazza Roma, preoccupati per il grave danno economico subìto a causa della cancellazione dei parcheggi nella stessa piazza.«I commercianti devono far sentire la loro voce e sottolineare l’importanza dei loro diritti soprattutto quando si tratta della sopravvivenza della propria impresa – ha dichiarato il vescovo rispondendo alla domanda di un cronista – Le ragioni di una categoria di persone che si trova penalizzata da determinate scelte devono essere comprese».L’opposizioneSul tema parcheggi è tornato a parlare anche Marco Butti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. «Attendiamo il parere che verrà dato alla richiesta di indizione di un referendum sulla zona a traffico limitato e sulla destinazione di piazza Roma – ha detto Butti facendo riferimento alla proposta del consigliere Alessandro Rapinese (Adesso Como) – Evidentemente appoggeremo l’iniziativa che rispecchia i contenuti della mozione presentata a suo tempo dalla minoranza, oltre che certificare l’assoluta assenza di dialogo tra la giunta e gli attori interessati».

    Anna Campaniello

  • La Protezione Civile soccorre un 92enne

    La Protezione Civile soccorre un 92enne

    LOMAZZO(l.o.) Un 92enne di Lomazzo è caduto violentemente a terra mentre camminava da solo lungo via Pace. Ha battuto la testa sull’asfalto, rimediando un ematoma sul viso ed escoriazioni. Fortunatamente, in quel momento, alcuni volontari della Protezione Civile stavano transitando da via Pace e sono subito intervenuti in suo soccorso. Un atto che probabilmente gli ha salvato la vita. L’anziano è stato poi trasportato al Sant’Anna dalla Croce Rossa di Lomazzo per tutti gli accertamenti.

  • «A Villa Olmo sono passati i vandali»

    «A Villa Olmo sono passati i vandali»

    (f.bar.) «I locali di Villa Olmo dove sorgeva il ristorante sono stati riconsegnati in condizioni pietose». Il duro atto d’accusa è dell’assessore al Patrimonio di Palazzo Cernezzi, Marcello Iantorno. «I danni all’interno sono ingenti. Sembra che siano passati i vandali. E ora dovremmo decidere come muoverci», spiega.Il Comune di Como, lo scorso 1° ottobre, ha ripreso possesso degli spazi della struttura affacciata sul lago. La concessione era infatti scaduta e i gestori «avevano

    un debito pregresso non del tutto saldato e così abbiamo ripristinato una situazione di legalità», spiega l’assessore al Patrimonio. Il braccio di ferro con i gestori si trascinava da tempo. Le polemiche erano esplose nell’agosto scorso, quando lo stesso Iantorno aveva minacciato per la prima volta lo sfratto degli ormai ex titolari della concessione. L’esponente della giunta aveva contestato ai ristoratori un debito di 17mila euro. La situazione, però, sembrava poi rientrata con l’annuncio del pagamento delle somme non versate.Così non è stato e si è proceduto con lo sfratto che però – ribadisce l’assessore – ha lasciato l’immobile in gravi condizioni.

  • L’amarezza di Mario Di Salvo: «Quella fontana non è più mia. Oggi è  una pietraia senza senso»

    L’amarezza di Mario Di Salvo: «Quella fontana non è più mia. Oggi è una pietraia senza senso»

    Ma per il progettista «oggi Como toglie un po’ troppo»«Quella non è più la mia opera. Non è più il mio progetto». Reagisce così il progettista comasco, Mario Di Salvo, alla notizia che il Comune ha intenzione di far sparire da via Cairoli, come ha annunciato al “Corriere di Como” l’assessore al Commercio Gisella Introzzi, quella che dal 1998 era la fontana davanti alla gelateria, per far posto a

    panchine e tavolini.«Se fosse possibile, la rimetterei in funzione. Ma così come è oggi è solo una pietraia senza senso. E poi ha subito nel tempo vari vandalismi, come il versamento massiccio di detersivi che con la loro schiuma ridondante non hanno certo favorito la salute delle piante», dice ancora Di Salvo. Sì, perché il progetto originario lanciato durante la prima giunta Botta, subito dopo il riassetto di piazza Volta firmato dallo stesso progettista, prevedeva giochi d’acqua, illuminazione soffusa e salici piangenti a carezzare i ciottoli di lago su cui si basa la struttura. Oggi rimangono solo quelli.«Tutto per replicare idealmente la presenza dell’acqua secondo quelle che erano in origine le caratteristiche morfologiche delle sponde lariane – spiega Di Salvo – Lo spunto era riportare la memoria del lago all’attenzione dei comaschi, visto che l’elemento “acqua” era di fatto stato separato dalla città con la passeggiata a lago nata con l’Esposizione Voltiana. Mi avvalsi per la parte botanica della consulenza del compianto Alfredo Ratti».Una situazione, la separazione dal lago, che sembra vocazione nel Dna dei lariani, visto che è stata replicata a caro prezzo con la vicenda “paratie” negli anni Duemila. Ma l’architetto Di Salvo, sulla falsariga del “caso” fontana di via Cairoli, torna con la memoria anche all’altro suo progetto del 1998, piazza Volta. Per lui ogni città è un palinsesto dove si stratificano varie realtà, nei confronti delle quali bisogna porsi con coerenza e proprio per questo ha voluto valorizzare il “cannocchiale visivo” realizzato dalla posizione asimmetrica della statua del fisico che unisce via Garibaldi e piazza Roma con linee luminose nella pavimentazione, pensate come intervento di arte contemporanea degno del padre della pila. Ma anche quell’elemento è stato cancellato. «È una città, questa Como di oggi, che leva un po’ troppo», commenta amareggiato. E ha un altro motivo di tristezza: «Sempre per piazza Volta avevo pensato a una serie di sedie girevoli come motivi di aggregazione modulari, molto più efficienti di una panchina che obbliga a voltarsi per guardarsi negli occhi. Ma nell’indifferenza generale, pur essendo state regolarmente pagate con soldi pubblici, sono state eliminate». Per Palazzo Cernezzi le sedie girevoli erano insicure, dato che si staccavano ripetutamente pezzi metallici. «Peccato che intanto ne abbia realizzate sullo stesso mio disegno 25 in una sua piazza Goppingen, città a 42 chilometri da Stoccarda, nel Baden-Württemberg», conclude Di Salvo.E proprio sul tema dell’opportunità che il pubblico amministratore privi la città di qualcosa che ha fatto pagare ai cittadini, s’innesta un “caso” politico all’interno della maggioranza di governo a Como. Sì, perché – «senza fare polemica, come contributo al dibattito» – l’assessore al Patrimonio di Palazzo Cernezzi Marcello Iantorno non manda giù quanto proposto dalla collega Introzzi e di cui è venuto a conoscenza dal nostro stesso giornale. «Obiettivo principale dovrebbe essere il ripristino e la valorizzazione dell’intervento a suo tempo realizzato, per curarlo con una migliore tecnica. Se si pensa a un intervento migliorativo diverso, occorrerebbe conoscerne i contenuti o quantomeno le idee e anche sapere da dove si prendono i mezzi, nella certezza che le pubbliche finanze oggi impongono altre urgenti priorità», spiega Iantorno. Che prosegue, rincarando la dose sull’opportunità di rinunciare a un’opera pagata dai contribuenti: «Non ritengo praticabile la astratta e ipotetica soluzione di reperire le risorse necessarie all’intervento dai commercianti, interessati alla rimozione dell’opera pubblica per un uso commerciale dello spazio. La rimozione di un’opera pubblica che a suo tempo comportò una spesa dovrebbe essere giustificata da superiori e motivate ragioni pubbliche, che non mi sembrano sussistere nella mera occupazione commerciale del suolo».

    Lorenzo Morandotti

  • Lario senza castagne per la vespa killer

    Lario senza castagne per la vespa killer

    L’allarme di ColdirettiGuerra al cinipide, l’insetto giunto dalla Cina che ha fatto crollare le produzioni di marroni in tutta Italia

    È una guerra senza esclusione di colpi quella in corso per salvare le castagne. Ormai da anni si combatte contro un killer spietato: il cinipide. Una piccola vespa, in arrivo dalla Cina, sbarcata in Piemonte nel 2002 e da lì partita alla conquista dell’Italia.Un’invasione perfettamente riuscita che ha provocato danni enormi alla produzione di marroni, precipitata nel 2012 di oltre il 50%. Una previsione confermata pure per quest’anno.E anche nel nostro territorio – come è facile

    notare dando un’occhiata ai banchi dei fruttivendoli o andando per boschi – delle castagne neanche l’ombra. Ma non solo: un allarme analogo arriva dal Canton Ticino. Anche oltreconfine, infatti, i boschi sembrano essersi improvvisamente svuotati. Il timore è che il cinipide possa aver varcato la dogana.«Benché nella nostra provincia non ci siano castagneti da coltivazione, le piante cresciute spontaneamente nei boschi sono spoglie. I ricci sono vuoti. I castagni sono assolutamente scarichi – spiega il presidente di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi – La situazione non è certamente delle migliori. E le cifre della crisi ben si addicono al territorio comasco pur non essendoci da anni una produzione sistematica di castagne come invece avviene altrove in Italia».Il cinipide provoca la formazione di “galle”, ovvero di escrescenze anomale causate dalla deposizione delle larve, che deturpano le foglie e gli organi floreali compromettendo lo sviluppo dei germogli intaccati.«È un danno incredibile quello provocato da queste vespe. In aggiunta va anche detto che sulla progressiva scomparsa delle castagne ha influito pesantemente anche l’andamento del meteo – aggiunge Trezzi – La stagione climatica caratterizzata da una siccità prolungata specialmente tra giugno e luglio, momento clou della fioritura, ha inferto il colpo di grazia causando la situazione che oggi ci troviamo di fronte. Su ciò sicuramente avranno influito anche le piogge acide. La nostra realtà non è critica come altrove, ma basta concedersi una passeggiata nei boschi, come capita spesso anche a me, per vedere come non ci sia più traccia di castagne».Emanuele Bezzi, responsabile dell’ufficio tecnico di Coldiretti Como-Lecco, quantifica il fenomeno. «In base alle analisi e ai dati più recenti – afferma infatti l’esperto – posso confermare come nelle due zone della nostra provincia in cui è maggiore la presenza di castagni, ovvero il Triangolo Lariano e l’Altolago, quest’anno di castagne neanche l’ombra: non se ne trovano proprio».Per contrastare questa situazione d’emergenza si è ovviamente cercato di correre ai ripari. E così dal 2008 è stato progressivamente introdotto un’antagonista del cinipide.«Si tratta di un’altra piccola vespa, chiamata Torymus sinensis Kamijo, originaria sempre della Cina, che dovrebbe funzionare come una specie di controllore biologico», spiega Alessandro Rapella di Ersaf Lombardia, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Una sorta di vespa “sceriffo” in grado di stoppare gli effetti devastanti del cinipide. Il primo esperimento è stato eseguito ad Albino (in Val Seriana) nel maggio del 2008. L’operazione di “ambientamento” è riuscita. Infatti, dalle “galle” raccolte nel mese di marzo 2009 e tenute in laboratorio, sono cominciati a nascere i primi adulti della “vespa sceriffo” in grado, appunto, di contrastare il cinipide.«E in questi anni la situazione è lievemente migliorata anche qui da noi – aggiunge Alessandro Rapella – Si intravede uno spiraglio. Ciò non toglie che la situazione sia sempre allarmante. Questo antagonista naturale dà buoni risultati anche se ci vorrà molto tempo per ottenere un adeguato contenimento delle vespe che danneggiano i castagneti». La comparsa del cinipide ha dunque messo in ginocchio un intero settore. «Questa vespa è stata ed è talmente dannosa che, dopo il suo avvento, il cancro del castagno, un tempo considerato una vera sciagura per queste piante, è passato in secondo piano», conclude Rapella.E intanto c’è chi, proprio in questi gironi, in Parlamento si sta occupando del problema. Il Movimento 5 Stelle ha infatti presentato in Commissione agricoltura alla Camera una proposta di legge sul tema. Dove, tra le principali misure proposte per contrastare la crisi del comparto, c’è il blocco dei trattamenti chimici sulla chioma dei castagneti, che si sono rivelati inutili – secondo quanto indicato nel documento – e deleteri per l’ecosistema e per la salute delle persone, favorendo invece la lotta biologica con l’introduzione di insetti antagonisti. La sfida, dunque, è aperta. E, a detta di esperti, agricoltori, politici e “castagnari” della domenica, riportare i castagneti alla situazione precedente all’infestazione sarà un processo lungo, che richiederà molto tempo.

    Fabrizio Barabesi

  • L’assessore regionale al Sacro Monte

    L’assessore regionale al Sacro Monte

    A OSSUCCIO«Il Sacro Monte di Ossuccio, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità dal 2003, e l’Isola Comacina sono elementi chiave per ribadire che l’Expo sarà una vetrina mondiale per tutta la Lombardia». Lo ha detto l’assessore alle Culture, identità e autonomie di Regione Lombardia, Cristina Cappellini, durante la visita di ieri al Sacro Monte di Ossuccio. Al suo fianco c’erano il sindaco Giorgio Cantoni e il consigliere delegato al Sacro Monte e all’Isola Comacina Ferruccio Fasoli.