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  • Cinque scultori in scena in viale Lecco

    Cinque scultori in scena in viale Lecco

    Tablinum Cultural Management torna ad indagare le declinazioni dell’arte attraverso “Le Cinque Anime della Scultura”. Da sabato 6 a domenica 21 ottobre 2018, nello spazio espositivo Officinacento5, v.le Lecco 105 Como, si terrà laquinta edizione della rassegna. Il concetto curatoriale da cui scaturisce tale rassegna è legato alla simbologia artistico – estetica del numero cinque: simbolo di una mente polimorfa, in costante mutamento, che ci spinge ad utilizzare ogni nostra competenza esteriore e interiore per raggiungere un’aliquid. Una simbologia intensa che permea tutto il percorso espositivo: armonia e contrasto, ricerca e sublimazione, si fondono in questo percorso espositivo ed emozionale che si concretizza in cinque diverse anime d’artista. La scultura riunisce in sé il concreto tentativo di plasmare il mondo che ci circonda e allo stesso tempo di infondere ad esso le suggestioni che s’imprimono con maggiore forza nell’animo umano. Un’interpretazione in cui l’artista si trasforma in medium privilegiato.  Gli artisti che esporranno sono Alexis Silk, Michal Jackowski, Esin Çakır, Cecilia Martin Birsa e il comasco Pantaleo Creti (nella foto, un suo lavoro).

  • Cinque notti di chiusura dell’autostrada

    Cinque notti di chiusura dell’autostrada

    Per lavori di manutenzione ordinaria in galleria, già programmati, per cinque notti consecutive da lunedì chiude l’Autolaghi tra Como e Chiasso (verso la Svizzera). Il provvedimento vale dalle 22 alle 5, fino a venerdì 18 gennaio e dalle 23 di venerdì 18 alle 5 di sabato.

    In alternativa, dopo l’uscita obbligatoria allo svincolo di Como Centro, si dovrà proseguire sulla Provinciale 17, fino a Via Bellinzona, seguendo le indicazioni per Chiasso;Negli stessi orari viene chiusa anche l’entrata dello svincolo di Como Centro, verso Lainate. In alternativa Autostrade consiglia di entrare alla stazione di Fino Mornasco.

  • Cinquanta sub puliscono i fondali del Lago di Como

    Cinquanta sub puliscono i fondali del Lago di Como

    I rifiuti e in particolare la plastica non inquinano soltanto il mare.

    Anche nel lago finiscono materiali di ogni tipo. Materiali che adesso offrono lo spunto per un’iniziativa di difesa dell’ambiente.

    Una decina di associazioni cittadine si è data appuntamento domenica mattina alla darsena di Villa Geno per una pulizia straordinaria dei fondali.

    La manifestazione è stata intitolataDifendiamo il Lario!

    Una cinquantina di sub si immergeranno nel lago tra i 5 e i 10 metri di profondità nella fascia compresa tra largo Ramelli e Villa Geno per recuperare i rifiuti gettati nel fondale.

    Il ritrovo è in programma alle 8,30 alla darsena, le operazioni di pulizia dalle 9 fino circa alle 11,30. A mezzogiorno appuntamento aperto a tutti nel salone della darsena, dove l’associazioneProteusspiegherà in quale stato di salute si trova il Lago di Como . Alle 13 si termina con un aperitivo con il ringraziamento a tutti i partecipanti.

    Partecipano: Como Sub, Circolo Annje Bonnje, Centro Sub Nettuno, Como Nuoto, Diving Center Como, AKC Associazione Kayak Como, A.na.co.n.d.a Como, Dna Sub Academy, Proteus, Soccorso Comasco Onlus.

    I rifiuti recuperati saranno smaltiti Aprica.

    Durante la pulizia alcuni sub scatteranno foto sott’acqua per documentare le condizioni del lago.

  • Cinghiali, il nuovo allarme della Coldiretti. Rischi anche per la viabilità provinciale

    Cinghiali, il nuovo allarme della Coldiretti. Rischi anche per la viabilità provinciale

    «I cinghiali rappresentano un grave pericolo per le imprese agricole, ma anche per la sicurezza dei cittadini. L’incidente mortale avvenuto sull’A1 ci riporta a parlare di un problema drammatico: incidenti gravi non sono mancati, purtroppo, nemmeno sulle strade dell’area lariana». Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco, riporta l’attenzione su una questione più volte dibattuta.Viene richiesta «una nuova fase di confronto per risolvere una volta per tutte il problema – si legge nella nota di Trezzi – ormai non è più possibile procrastinare, i selvatici sono diventati un flagello e un pericolo». Danni e cinghiali sarebbero «aumentati a dismisura».Anche durante le festività erano stati colpiti i prati montani dell’Intelvese, nonché le zone di Menaggio e Porlezza (nell’area intorno al lago di Piano è esponenziale anche la presenza invasiva dei cervi), oltre a Lecchese e Altolago, con invasioni anche in pianura.C’è poi il fronte della sicurezza stradale: «L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici» dice Trezzi. Sono diverse centinaia gli incidenti causati da animali nelle province di Como e Lecco negli ultimi anni. In particolare la sera e la mattina presto. «Una gran parte di sinistri non viene nemmeno segnalata dagli automobilisti. Siano censite le zone e le strade più a rischio e si intervenga con decisione, una volta per tutte» chiude il presidente.

  • Cinema, sale pubbliche e visioni private

    Cinema, sale pubbliche e visioni private

    Di Agostino Clerici

    Confesso di non essere un cinefilo. È da un po’ di anni che non entro in una sala cinematografica. E non sono nemmeno abbonato ad alcun canale tematico che manda in onda film on demand. Guardo saltuariamente qualche pellicola trasmessa in chiaro dalla televisione generalista. Scrivo da non esperto di cinema, dunque.

    Immagino che anche in questo campo, però, a guidare le scelte di un carrozzone immenso e variegato ci siano i soldi. E non lo dico da scandalizzato. La cultura ha bisogno di danaro per sopravvivere e, invece, è la cenerentola e riceve le briciole. Il problema, semmai, è stabilire dove finiscono gli affari e dove inizia la cultura, e il confine non è sempre così facile da individuare.

    Alla recente Mostra del Cinema di Venezia il premio più prestigioso – il Leone d’Oro – è andato ad un film in bianco e nero del regista messicano Alfonso Cuaròn. Mi dicono che non è stata una sorpresa e che il premio è stato assegnato all’unanimità dai nove giurati. Eppure qualcuno si è lamentato. Sono tre associazioni del settore: Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) e Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema).

    Non hanno espresso riserve sull’alta qualità del film “Roma”, ma sui criteri con cui verrà distribuito e potrà, quindi, essere fruito dal grande pubblico. Le tre associazioni hanno espresso la loro contrarietà circa la scelta di aver inserito nel concorso di Venezia alcuni film (tra cui quello vincitore del Leone d’Oro) non destinati alla visione in sala, in quanto appartenenti alla piattaforma Netflix «che con risorse ingenti – così recita il comunicato – sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinematografiche italiane ed europee».

    Le tre associazioni vorrebbero che la Mostra del Cinema di Venezia – come già ha fatto il Festival di Cannes – non accetti film in concorso che appartengono a piattaforme digitali e che comunque un film debba essere destinato alle sale cinematografiche e solo dopo tre anni possa approdare in streaming. Mi pare di sentire la eco di una eguale polemica che qualche anno fa attraversò il mondo del calcio, quando le televisioni giunsero a svuotare gli stadi. Magari qualche valore vagamente culturale c’è in queste rivendicazioni. Magari è giusto invocare una regolamentazione circa i tempi dello streaming. Ma… tu chiamala, se vuoi, nostalgia. E, comunque, è una guerra di soldi e privilegi tra chi vorrebbe ancora le sale cinematografiche piene e chi insegue il pubblico nella inarrestabile privatizzazione del consumo digitale.

    Hanno forse qualche ragione le tre associazioni, ma non ha torto il direttore della Mostra Alberto Barbera, quando dice che «bisogna guardare avanti e prendere atto delle nuove realtà come Netflix, Amazon e altri operatori analoghi che verranno». Siamo al solito problema: la rivoluzione digitale non può essere certo arrestata, ma deve essere governata e i fruitori devono essere educati. Purtroppo abbiamo tante persone che comandano e tante che protestano, ma poche sono in grado di governare e hanno voglia di educare.

  • Cinema d’essai all’Uci di Montano Lucino

    Cinema d’essai all’Uci di Montano Lucino

    Lunedì prossimo all’Uci Cinemas  di Montano Lucino prosegue in un doppio spettacolo alle 18 e alle 21 la rassegna “Essai” dedicata al cinema d’autore, conLe Fidèle. Il prezzo delle proiezioni è di 5 euro.Protagonista di questa settimana è il film noir di Michaël R. Roskamambientato nella Bruxelles dei primi anni ‘90.  Il film racconta la storia d’amore tra Gino e Bénédicte, una passione travolgente messa però a rischio da un pericoloso segreto.

    È possibile acquistare i biglietti presso le casse delle multisale aderenti, tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple, Android e Windows Phone e sul sitowww.ucicinemas.it.  In alternativa contattare il call center al numero 892.960.

  • Cimiteri, ordinanza del sindaco contro le zanzare “da virus”

    Cimiteri, ordinanza del sindaco contro le zanzare “da virus”

    Zanzare portatrici di malattie, ordinanza anche a Como. Il sindaco Mario Landriscina ha firmato un’ordinanza per il controllo della diffusione degli insetti vettori di malattie. Anche sul territorio lariano infatti si è verificato nelle scorse settimane un caso di West Nile Virus,il paziente, un pensionato di Carugo, è stato dimesso dall’ospedale Valduce giovedì. Così se da una parte al Comune spetta soltanto in questi casi l’obbligo di intervenire con trattamenti adulticidi e larvicici (eliminazione di insetti adulti e delle larve), nelle aree pubbliche, il sindaco di Como ha disposto per tutti i privati una serie di interventi preventivi. In particolare, si devono evitare gli accumuli di acqua stagnante. Anche nei cimiteri è vietato lasciare vasi portafiori pieni d’acqua. Controlli ed eventuali multe vengono effettuati dalla polizia locale di Como.

  • Cigno ferito al becco da una lenza: salvato dai vigili del fuoco a Cremia, in Altolago

    Cigno ferito al becco da una lenza: salvato dai vigili del fuoco a Cremia, in Altolago

    I vigili del fuoco sono intervenuti oggi a Cremia, in Altolago, per il salvataggio di un cigno in difficoltà.

    Ai pompieri era stata segnalata la presenza in acqua di un cigno ferito al becco, probabilmente da un amo da pesca.

    Dopo aver portato a riva l’animale, i vigili del fuoco hanno rimosso l’amo.

    Subito dopo hanno rimesso in acqua il volatile.

    Non è la prima volta che sul lago un cigno si ferisce con una lenza. Mesi fa era accaduta la stessa cosa a Menaggio.

  • Ciclocross a Lurago d’Erba, le sfide davanti ai Vip del pedale

    Ciclocross a Lurago d’Erba, le sfide davanti ai Vip del pedale

    Oltre 300 atleti in gara, tanto pubblico e volti noti del ciclismo. Successo a Lurago d’Erba per il Cross della Vigilia, tradizionale gara di ciclocross che da oltre due decenni viene organizzata nel paese brianzolo. In un tracciato disegnato nella zona delle scuole, si sono sfidate tutte le categorie, maschili e femminili. Organizzazione era a cura della società Smo – con in testa Paolo Pioselli e Fabio Perego – che ha ricevuto il testimone da Giovanni Bartesaghi, scomparso nel 2017.Tra gli spettatori, l’iridato 1991 e 1992 Gianni Bugno, il direttore sportivo Giuseppe Martinelli, che in questa occasione seguiva il figlio Davide.C’erano poi ex ciclisti Paolo Rosola e Paola Pezzo, che hanno applaudito il podio del figlio Kevin, secondo nella gara degli Junior. Pezzo è stata campionessa olimpica di Mtb, Rosola nel 1987 vinse in volata la tappa del Giro d’Italia sul lungolago di Como. L’ultima volta della “Corsa rosa” sul Lario in attesa dell’arrivo del 26 maggio 2019.I vincitori delle competizioni più importanti sono stati Gioele Bertolini negli Elite-Under 23, Chiara Teocchi nelle donne Elite, Tommaso Bettuzzi negli Junior e la promessa Alessandra Grillo nella prova Junior femminile. Quest’ultima ha 17 anni, è di Mariano e in ogni categoria ha vinto il tricolore di ciclocross, anche se il suo obiettivo è diventare professionista nella corse su strada. Gli altri a transitare per primi sul traguardo sono stati Lara Torresani (Donne Master), Samuele Mazzucchelli (Master fascia 1), Graziano Bonalda (Master fascia 2), Anita Baima e Nicholas Travella (G6), Alessandro Dante e Federica Venturelli (Esordienti), Martina Sanfilippo, Filippo Borello e Riccardo Sgarzi (Allievi).

  • Ciclisti dimenticati nella settimana della Mobilità. Il servizio di bikesharing non è mai decollato

    Ciclisti dimenticati nella settimana della Mobilità. Il servizio di bikesharing non è mai decollato

    Si è chiusa la 17ª “Settimana della Mobilità Sostenibile”. Si svolge dal 16 al 22 settembre di ogni anno, dal 2002. Il ministero dell’Ambiente la considera “un appuntamento fisso e irrinunciabile per le amministrazioni e per i cittadini che si vogliono impegnare sulla strada della sostenibilità”. A Como la settimana si chiude senza eventi firmati dal Comune. Peccato, anche perché nel 2017 erano state messe in campo delle risorse.

    Il problema della “mobilità dolce”, nella città del Giro di Lombardia, capoluogo della provincia del Ghisallo e del Muro di Sormano è purtroppo annoso. Anche il bikesharing non è mai decollato, nonostante l’afflusso turistico e l’inserimento di Como nel circuito “Bicincittà”, il più diffuso d’italia. Sul Lario è stato inaugurato nel 2013. Sono attive 16 stazioni nella convalle. Nel 2017 sono state prelevate 65 biciclette al giorno. Un dato praticamente invariato nel 2018. Erano 64,7 prelievi medi al giorno nel 2017, sono 65,6 nei primi otto mesi del 2018. Gli abbonamenti sono calati: erano 314 alla fine dell’anno scorso, sono 289 quest’anno.

    Sabato pomeriggio, secondo il sito che fornisce la situazione delle stazioni in tempo reale, c’erano ben 57 bici disponibili negli stalli, mentre erano 12 quelle “non attive”, ovvero inservibili. In altre città il bikesharing è invece una realtà consolidata da tempo. Da Milano a centri minori d’Italia e d’Europa. Un problema solo di conformazione del territorio o c’è dell’altro? Tanti residenti ormai vivono fuori dalla convalle, da Nord a Sud, tra Camerlata e Sagnino, Rebbio e Monte Olimpino, per loro usare la bici per arrivare a Como è un’impresa da Vincenzo Nibali.

    Ma gli altri? E i turisti? Secondo l’architetto, Giulio Sala, presidente di Fiab-BiciAmo (Federazione italiana Amici della bicicletta) i problemi sono diversi. «La situazione non viene gestita – spiega Sala – ci sono poche stazioni e mancano percorsi ciclabili sicuri. Il bikesharing anche altrove ha avuto problemi. In alcune città anche per via di vandalismi. Da noi è diverso, non è mai decollato». «Sembra un progetto che qualcuno ha iniziato e nessuno vuole portare a termine – dice Sala – Avevamo subito evidenziato alcuni problemi. Io mi sono abbonato, ma la mattina alla stazione di Como Borghi non trovavo mai una bici. Erano tutte alla Funicolare. Altre volte trovavo una bicicletta, ma non si staccava dalla rastrelliera».

    Altri utenti hanno segnalato i problemi della App. Per i turisti poi, i tempi di registrazione sono troppo lunghi e farraginosi, la procedura andrebbe semplificata, come peraltro già avviene in molte città. «Il problema vero è anche l’assenza di una rete ciclabile – dice ancora Sala – Ora aspettiamo tutti la realizzazione di questa “Dorsale dei Pellegrini”che dovrebbe collegare il territorio comunale da Nord a Sud». Progetto di cui non si sente però più parlare da mesi. Così la “Settimana della Mobilità Sostenibile” viene mestamente archiviata nella città e nella provincia in cui molti potrebbero vivere solo di cicloturismo. «Ci contattano continuamente da tutta Europa, ci sono società inglesi specializzate, ma chiedono percorsi sicuri. Qui continuiamo a muoverci tutti in macchina, quando basterebbe creare anche in centro delle zone 30, ridurre la velocità per fare convivere auto, pedoni, bambini, passeggini e biciclette.