(ANSA) – ROMA, 25 MAG – La pandemia di coronavirus ha spinto il sistema sanitario del Cile “molto vicino al limite”: lo ha detto il presidente del Paese, Sebastián Piñera, secondo quanto riporta la Bbc. “Siamo molto consci del fatto che il sistema sanitario è sotto una grande pressione”, ha detto ieri Piñera: “Siamo molto vicini al limite perche’ abbiamo avuto un grande incremento del bisogno e della richiesta di cure mediche, così come di letti e di ventilatori nei reparti di terapia intensiva”, ha proseguito. Il Cile, secondo i dati dell’Università Johns Hopkins, registra ad oggi 69.102 casi di coronavirus, inclusi 718 decessi. E la capitale Santiago, che è stata posta in rigido lockdown, registra il maggior numero di casi rispetto a qualsiasi altra città del Paese. Nonostante il lockdown, Santiago è stata teatro negli ultimi giorni di scontri tra dimostrati e polizia per la mancanza di cibo.
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Ciclismo: Milano-Sanremo, salta passaggio su costa Savona
(ANSA) – GENOVA, 28 LUG – Salta il passaggio della Milano-Sanremo nella zona del Savonese. Dopo la presa di posizione dei sindaci locali per i problemi legati al Covid e alla viabilità che, in un territorio interessato da un nuovo cluster di Coronavirus, hanno chiesto 600 steward per assicurare il distanziamento sociale durante il passaggio della Classica di ciclismo, l’organizzazione della corsa, RCS Sport/La Gazzetta dello Sport, ha deciso di ‘tagliare’ per la prima volta nella storia il percorso nella riviera ligure di ponente. (ANSA).
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Chiude il reparto Covid-19 del Sant’Anna: finalmente una buona notizia dal fronte
All’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia viene chiusa oggi la Degenza Chirurgica 3, che ha ospitato in questi mesi i pazienti Covid. Ieri ne sono rimasti soltanto due, mentre un terzo si trova a Mariano Comense. Eventuali nuovi malati che necessitassero di ricovero saranno accolti nel reparto di Malattie Infettive.
L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola venerdì 10 luglio
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Chiasso sprona Como a non abbandonare il Politeama
Politeama di Como e Cinema Teatro di Chiasso, un destino analogo e poi due strade che si sono decisamente divaricate: come Marte e la Terra che 4 miliardi di anni fa erano praticamente pianeti identici e poi la massa critica ha fatto la differenza, uno è morto e l’altra è viva. Fuor di metafora, ecco una storia di confine che permette di capire il presente e il possibile futuro dell’ex cineteatro Politeama di Como.La ticinese Nicoletta Ossanna Cavadini, che da dieci anni dirige il M.a.x. museo di Chiasso, conosce bene da storica dell’architettura il Politeama – a lei si deve la più argomentata monografia su Villa Olmo, altra incognita di Como – e invita i comaschi a tenere duro sullo storico edificio di piazza Cacciatori delle Alpi, “Ticosa” della cultura a un passo dall’estinzione.«Ho insegnato in Cattolica “Linguaggi e forme espressive dei luoghi dello spettacolo” – dice Nicoletta Ossanna Cavadini – e conosco bene come varia la sensibilità nei confronti del patrimonio culturale al variare dei tempi. Gli italiani però hanno una tradizione importante nell’aver saputo creare luoghi adatti alle varie tipologie di spettacolo, sono stati antesignani e proprio la vocazione polifunzionale del vostro teatro di piazza Cacciatori delle Alpi, il nome stesso lo indica, “Politeama”, è una ricchezza da non vanificare. I vostri architetti, e Federico Frigerio autore del Politeama ne fu un esempio, hanno saputo trovare la forma architettonica adeguata ai vari generi di intrattenimento. Non dimentichiamoci che sul glorioso palcoscenico di piazza Cacciatori si sono alternati l’avanspettacolo e spettacoli circensi con tanto di elefanti in platea. Insomma, il Politeama è un caposaldo della cultura architettonica dedicata al teatro».Come uscire dallo stallo che dura ormai da 15 anni col passaggio delle quote al Comune per via ereditaria, con una quota residuale del 18% ai privati? Anche il cineteatro di via Dante a Chiasso era in mano ai privati e il Municipio di Chiasso è intervenuto per liquidare vent’anni fa la società che lo aveva in carico, poi, con circa 3 milioni di franchi – teniamo conto che Chiasso ha appena 8mila abitanti – e una gestione virtuosa dei restauri pensati come laboratorio didattico per formare nuove forze lavoro nel settore, lo si è rifatto funzionare come proprietà pubblica.«Era nato – ricorda Nicoletta Ossanna Cavadini – perché un gruppo di chiassesi voleva un teatro dopo l’abbattimento del Politeama di Chiasso a metà anni Trenta per ampliare la chiesa locale. Alla base di questi edifici c’è la voglia di condividere il tempo insieme, il piacere di stare insieme, e salvare questi beni deve essere motivato dallo stesso spirito. Questo mi auspico che i comaschi di oggi possano fare, pensando ai comaschi e ai loro amministratori di ieri, lungimiranti, che vollero il Politeama per ampliare l’offerta di spettacoli a Como. Quei chiassesi sentivano la mancanza di un polo aggregativo importante, e tanto più lo si avverte oggi con la parcellizzazione pazzesca dei rapporti sociali che viviamo a causa dei social e delle nuove tecnologia. Dimostrare la capacità di compartecipazione economica della società civile come vuol fare la Società Politeama per progettare il futuro del vostro teatro significherebbe al contempo dimostrare la vostra capacità effettiva di stare insieme».Ci sono problemi economici enormi: quasi 10 milioni di euro tra acquisto sulla base della recente perizia sul valore dell’immobile e soldi necessari al ripristino della struttura.«La cifra non è impossibile – afferma Nicoletta Ossanna Cavadini – serve però aprire un tavolo di dialogo condiviso e serio tra le personalità notabili locali. Non bastano le buone intenzioni però, la concertazione deve essere concreta e portare a un progetto di recupero e a un relativo cronoprogramma che sia impegnativo e risolutivo. Alla base di tutto, il Politeama deve uscire dalla crisi della liquidazione ed essere una entità giuridica capace di futuro. A Como – sottolinea la direttrice del M.a.x. museo – avete tante forze, compresa un’accademia come la “Aldo Galli” che potrebbe dare una mano forte nel restauro pensando il Politeama come un laboratorio aperto. Pensiamo al destino inglorioso toccato al Teatro Cressoni in via Diaz: è importante che il Politeama non sia lasciato morire di una morte lenta nell’indifferenza generale».
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Cermenate, quattrocento persone in campo per i funerali di Andrea Rinaldi
Quattrocento persone, unite ma distanti, come previsto dalle normative anti-contagio durante la pandemia da coronavirus.Amici, calciatori, rappresentanti delle istituzioni, ragazzi, forze dell’ordine, dirigenti sportivi.Allo stadio di Cermenate, ieri pomeriggio, sono stati celebrati i funerali di Andrea Rinaldi, calciatore 19enne, la cui vita è stata spezzata lunedì 11 maggio da un aneurisma cerebrale.Una cerimonia straziante e commovente, che ha reso omaggio alla grande passione di Andrea Rinaldi: il pallone.La bara, posizionata al centro del campo, è stata coperta da maglie di diverse società e dalla sciarpa del Legnano Calcio. Particolarmente toccante il saluto della sorella di Andrea: «Sono qui per prometterti che sarò forte. Darò forza alla mamma e al papà, alla nostra famiglia, agli amici. Prometto che ti porterò sempre con me».Il giovane calciatore di soli 19 anni in forza al Legnano, era stato colpito da un aneurisma cerebrale, mentre si trovava nella sua casa di Cermenate.Classe 2000, nato a Carate Brianza, cresciuto nella giovanili del Monza, poi passato nella Primavera dell’Atalanta, Rinaldi militava nella prima squadra dei lilla, impegnato nel campionato di serie D; per via delle disposizioni anti Covid si allenava a casa, e proprio mentre era impegnato nella seduta di preparazione ha accusato il malore.Per tre giorni ha lottato all’ospedale di Varese dove si trovava ricoverato nel reparto di rianimazione, prima di spegnersi, lunedì 11 maggio.Ieri come detto l’ultimo saluto al calciatore comasco. Il funerale era stato posticipato in previsione di un largo afflusso che non avrebbe permesso il rispetto delle norme anti-Covid-19.Di qui la decisione di rinviare alla giornata di ieri la cerimonia in un luogo dove gli spazi ampi hanno permesso di dare l’estremo saluto al giovane calciatore in condizioni di sicurezza.
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Celebrati insieme funerali ragazzi Terni
(ANSA) – TERNI, 13 LUG – Celebrati nel Duomo di Terni i funerali di Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari, i due adolescenti di 15 e 16 anni trovati morti nel sonno nei loro letti martedì scorso. Centinaia le persone che, nel rispetto delle misure anti-Covid, hanno partecipato alle esequie, celebrate congiuntamente. Tra loro tanti amici e compagni di scuola dei due ragazzi. La folla che non è potuta entrare in chiesa ha assistito sul sagrato. “Ci turba profondamente che due splendidi ragazzi, accolti con gioia alla vita dalle loro famiglie, e amati da tanti amici e conoscenti, siano stati oggetti da parte di alcuni di sguardi malefici, pronti a danneggiarli solo per bramosia di una manciata di soldi e di un’illusoria esperienza di potere e dominio su di loro” ha detto don Luca Andreani, che ha celebrato il funerale insieme a don Alessandro Rossini. “Erano dei ragazzi buoni”, di buon cuore, “fregati’ dal male” ha aggiunto il religioso. Lunghi applausi e il lancio di palloncini bianchi ha accompagnato l’arrivo e l’uscita dei feretri.
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Catalfo, altre 18 settimane Cig, prosegue stop licenziamenti
(ANSA) – ROMA, 23 LUG – “Il nuovo decreto conterrà un pacchetto di misure per il lavoro che comprende la proroga della cassa integrazione di ulteriori 18 settimane” . Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, al tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali con Cgil, Cisl e Uil. La cassa partirebbe dal 15 luglio. Per le settimane di Cig si adotterebbe la formula 9+9. In alternativa ci sarebbe “uno sgravio per quelle aziende che decidono di far rientrare i propri dipendenti al lavoro”. Catalfo ha anche spiegato che nel prossimo decreto ci sarà la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, e “la prosecuzione del blocco dei licenziamenti, con alcune eccezioni come la cessazione di attività”. (ANSA).
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Cassa integrazione, numeri contrastanti
Il sesto rapporto Uil del Lario sulla cassa integrazione nelle province di Como e Lecco rileva che la richiesta delle ore di Cig da parte delle imprese nel mese di giugno è diminuita rispetto al mese precedente. Ma se si considera invece il confronto tra giugno 2020 e giugno 2019 l’incremento delle ore è notevole. Numeri dai quali si evince lo tsunami emergenziale economico e sociale che sta vivendo il Paese a seguito del Covid-19.
A Como le cifre parlano di un -62% di ore di cassa integrazione totali nel confronto tra giugno e maggio 2020 ma addirittura di un +394% nel paragone tra il mese di giugno del 2020 e quello del 2019.
«Anche se è in frenata la richiesta della cassa integrazione nel mese di giugno rispetto al mese precedente, fatto dovuto alla ripartenza delle attività produttive, si conferma la drammatica situazione economica. A rischio ci sono numerosi posti di lavoro», dice il segretario Uil del Lario,Salvatore Monteduro.
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Casinò, la soluzione passa dal Parlamento. Possibile l’ingresso dei privati ma bisogna cambiare le norme
«Il dossier sul Casinò di Campione è stato riattivato». Le certezze sul futuro della casa da gioco più grande d’Europa, al momento, sono pochissime. E le parole del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, confermano in qualche modo tutto lo stato d’incertezza che grava sull’enclave, fino a pochi anni fa paese più ricco d’Italia e oggi fantasma pieno di debiti.La settimana scorsa, in coda a un’intervista rilasciata ad Agipro, il sottosegretario aveva parlato della situazione dei Casinò italiani dopo la pandemia. Assicurando che Campione avrebbe presto riaperto le sue porte ai giocatori. AlCorriere di Comol’esponente Pd spiega ora il senso di quelle parole.«Prima del lockdown – dice Baretta – era iniziato un lavoro interministeriale per trovare una soluzione in vista della riapertura della casa da gioco. Il problema è legato alle modalità di assegnazione della gara per la gestione dei tavoli verdi».Bisogna infatti decidere se sia possibile «lavorare sulla società attuale, che però è in liquidazione e sottoposta a un procedimento fallimentare, oppure muoversi in direzione di una nuova soluzione legislativa».La dichiarazione ottimistica sulla riapertura ad Agipro, dice ancora Baretta, «era legata al fatto che la discussione, sospesa a causa del Covid, è ripresa. Il nostro obiettivo è uno solo: trovare la soluzione giusta. Dopodiché, è vero che non ci sono particolari novità, ma è anche vero che dobbiamo rifare alcuni passaggi molto importanti».Quale possa essere, questa soluzione, il sottosegretario non lo dice. «Non ho mai parlato nel merito della vicenda – spiega infatti Baretta – so che le opinioni sono diverse tra loro, penso tuttavia che si dovrà fare un passaggio in Parlamento». Bisogna insomma cambiare qualche norma, anche in vista di un ingresso dei privati. Altro argomento su cui il sottosegretario non intende sbilanciarsi: «Ho letto anch’io le notizie apparse sulla stampa e il presunto interesse di privati ma noi dobbiamo rispettare il nostro percorso e sciogliere prima il nodo legislativo. L’emergenza ci ha messi in situazione di difficoltà ma ora il dossier è stato finalmente riattivato».
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Casellati, basta con Dpcm dall’alto
(ANSA) – ROMA, 22 MAG – “Si risolvono in Parlamento i problemi: ritengo che si debba dire basta con i Dpcm calati dall’alto. Il Parlamento è aperto, il Senato è aperto. Sono qui da quasi tre mesi per garantirne la funzionalità. Il Senato non è in quarantena e sa rispondere ai cittadini in tempi brevi e meglio”. Così il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati a Tgcom24