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  • Davide Boosta Dileo, dopo i trionfi con i Subsonica, la serata  a Como all’insegna del silenzio. LE FOTO

    Davide Boosta Dileo, dopo i trionfi con i Subsonica, la serata a Como all’insegna del silenzio. LE FOTO

    “Solo una richiesta, vi chiedo di ascoltare in silenzio dall’inizio alla fine”. E’ stata questa la domanda al pubblico di Davide Boosta Dileo, fondatore e tastierista dei Subsonica, che sabato sera in città, nella sede di Tballet, ha dato vita un particolare evento: oltre che musicista, Boosta è infatti anche un apprezzato scrittore e l’incontro era basato proprio sulle favole che Davide Dileo ha scritto nel suo ultimo libro “C’era una volta il silenzio e altre favole per innamorati”.

    Per un’ora Boosta ha proposto dieci fiabe lette da una attrice e registrate su una piattaforma digitale, un po’ come negli anni ’70, quando nelle edicole si trovavano le storie sulle cassette.

    L’artista ha accompagnato la lettura al pianoforte e dopo la decima storia, alla conclusione dello showcase, è scattato uno scrosciante applauso. La serata si è conclusa con una fiaba recitata dai giovani allievi di Tballet e con un disponibilissimo Dileo che ben volentieri si è sottoposto al rito degli autografi e dei selfie. Non mancavano i fan dei Subsonica che di recente lo hanno seguito con la sua band nel recente trionfale tour, che comprendeva anche due tappe da “tutto esaurito” al Forum di Assago. C’è anche, infatti, chi si è fatto autografare un biglietto del concerto milanese.

  • Dante e la visione di Dio, lezione al liceo Volta

    Dante e la visione di Dio, lezione al liceo Volta

    Poesia, scienza, luce, visioni, intrecci tra letteratura e storia in un testo centrale della cultura occidentale, la Divina Commedia, che gli studiosi continuano a interrogare e che sono un collante identitario nazionale grazie anche al successo delle letture pubbliche degli ultimi anni, quelle di Vittorio Sermonti e Roberto Benigni. L’iniziativa 2018: Odissea nello Spazio al liceo Volta di Como nasce nell’ambito di un progetto di Alternanza Scuola Lavoro, attivato nell’anno scolastico 2017-2018 e che vede coinvolti un gruppo di studentesse e studenti dell’attuale classe quarta B del corso scientifico. Si articola nell’allestimento di una mostra allo Spazio Natta a carattere divulgativo che vuole essere un racconto a più voci sull’astronomia e in tre conferenze che orbitano attorno a questo tema. Oggi nel liceo di via Cesare Cantù 57 a Como alle 15.30 è ospite il professor Donato Pirovano, comasco, docente di Filologia e critica dantesca all’Università di Torino, che tiene la conferenza Dante e il luogo di Dio.«La visione paradisiaca dantesca diventa un viaggio interstellare – dice Pirovano – che rende possibile non solo il dinamismo narrativo della terza e più difficile cantica, ma anche salva la sua simmetria, pure numerologica, rispetto ai regni oltremondani precedenti. Si ascende velocissimi dal cielo della Luna al cielo delle Stelle fisse e le distanze siderali sono percorse attraverso wormhole, scorciatoie spaziotemporali che hanno la grazia e il sorriso di Beatrice, sempre più fulgidi fino a diventare insostenibili». Scienza e letteratura che dialogano incessantemente, quindi.Un Dante «astronauta» quello che viene messo in scena oggi, ma un astronauta letterario: «Dante sa che con il suo poema «al quale ha posto mano e cielo e terra» sta staccandosi da ogni altra tradizione poetica e sta spiccando il volo verso l’intentato e l’inespresso. È, infatti, la prima volta nella storia della poesia umana che si osa andare oltre il cosmo sensibile» dice Pirovano.E il motore di questa esperienza è l’amore, inteso come amore terreno ma soprattutto come amore divino. «Negli occhi di Beatrice – dice Pirovano – Dante vede un punto che irradia una luce così intensa da abbagliare l’osservatore. È così minuscolo che al suo confronto la stella più piccola vista dalla Terra sembrerebbe una luna, se posta accanto a esso come una stella sta vicino a un’altra nella volta celeste. Il punto luminoso è circondato da nove cerchi concentrici fiammeggianti. Il primo gli è vicinissimo e velocissimo». E l’obiettivo del viaggio è la visione di Dio, tema su cui Pirovano propone una nuova interpretazione: l’immagine del Cristo inserita nel cerchio nel XIV canto del Paradiso rimanda all’ostia consacrata. «Gli studi specifici che ho consultato – dice Pirovano rivelano che le particole non erano molto diverse da quelle odierne. Lo rivela, per esempio, il Rationale divinorum officiorum di Guillaume Durand, diffusissima enciclopedia liturgica scritta probabilmente intorno al 1280. Il prelato visse a lungo in Italia (dove tra l’altro morì ed è sepolto) e nel 1283 fu nominato da papa Martino IV governatore della Romagna e della Marca Anconetana.

  • Dall’inizio dell’anno 20 giorni senza respirare. Il Comasco messo sotto assedio dalle Pm10

    Dall’inizio dell’anno 20 giorni senza respirare. Il Comasco messo sotto assedio dalle Pm10

    Una media di Pm10 pari a 44 microgrammi per metro cubo e 20 giorni di superamento dei limiti.Il 2019 è un anno iniziato decisamente molto male per il territorio lariano sul fronte dell’inquinamento atmosferico. Lo conferma il dossier di Legambiente Lombardia pubblicato ieri a poche ore dall’entrata in vigore della rivoluzionaria Area B di Milano. «In Lombardia continua imperterrita l’ascesa dei livelli di polveri sottili nell’aria e il clima non aiuta, in assenza di precipitazioni: nei prossimi giorni solo i rinforzi di vento potrebbero portare sollievo all’aria ammorbata della conca padana, ma per ora siamo a livelli di inquinamento molto superiori a quelli raccomandati dall’Ue – dicono i dirigenti dell’associazione ambientalista – L’emergenza smog da inizio anno è divenuta una condizione di ordinaria amministrazione, dimostrando il fallimento del Piano Aria delle Regioni del bacino padano».Sulla questione è intervenuto ai microfoni di Etv anche il portavoce regionale dei Verdi, Aldo Guastafierro. «Questo è un problema che riguarda tutta la pianura padana – ha detto – È evidente che bisogna attivare i necessari progetti strutturali, perché con i palliativi del blocco delle auto e i provvedimenti temporanei conseguenti all’aumento degli inquinanti non si risolve nulla. Bisogna agire con politiche attive a partire dai territori. Oggi (ieri, ndr) c’è vento, quindi probabilmente la Regione non prenderà alcun provvedimento perché il vento aiuta a disperdere gli inquinanti, ma non possiamo aspettare ogni volta che il vento arrivi in aiuto e ci dia una mano».Il vento di venerdì non ha ripulito totalmente l’aria dall’inquinamento. In provincia di Como i valori di polveri sottili sono quindi rimasti superiori alla soglia limite di 50 microgrammi per metro cubo, per il quinto giorno consecutivo.La media delle Pm10 sul Lario, l’altroieri, ha toccato quota 51 microgrammi. In calo rispetto alla giornata di giovedì, 86,3 microgrammi, ma sempre sopra la soglia d’allarme. Scongiurate, al momento, le misure temporanee di primo livello, che prevedono anche uno stop ai diesel Euro 4. Le limitazioni potrebbero però scattare nella giornata di lunedì se le polveri sottili dovessero continuare a superare i 50 microgrammi.Soltanto a Como città il vento ha aiutato la dispersione delle polveri sottili, abbassando la concentrazione di Pm10 nell’aria passata da quota 94 di giovedì a quota 45 microgrammi di venerdì. Sopra la soglia d’allarme, invece, sono rimasti i valori di Pm10 a Cantù e a Erba, le altre due città del Comasco monitorate dall’Arpa.Venerdì a Cantù la centralina di via Meucci ha registrato una concentrazione di 57 microgrammi per metro cubo, con valori sopra la soglia limite per il terzo giorno consecutivo (mercoledì 52 microgrammi, giovedì 82); a Erba è stata superata la soglia limite e la colonnina ha fatto registrare 51 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, in calo comunque rispetto a giovedì, quando la concentrazione di polveri sottili nell’aria era schizzata a 83 microgrammi per metro cubo.

  • Dal Museo del Ghisallo al Comune di Como: Carola Gentilini nuovo assessore alla Cultura

    Dal Museo del Ghisallo al Comune di Como: Carola Gentilini nuovo assessore alla Cultura

    Carola Gentilini, attualmente direttrice del Museo del Ghisallo, è il nuovo assessore a Cultura, Turismo e Grandi eventi del Comune di Como. È questo il nome scelto dal sindaco del capoluogo, Mario Landriscina, per il ruolo rimasto vacante dopo le dimissioni di Simona Rossotti, l’ex assessore che ha lasciato Como ormai alcune settimane fa.E proprio Carola Gentilini (42 anni, originaria di Trento), aveva di recente collaborato fianco a fianco con l’ ex assessore alla Cultura per gli eventi legati all’arrivo in città del Giro d’Italia nel mese di maggio.L’indicazione della sostituta non si è fatta dunque attendere molto. In una nota inviata nella serata di ieri dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi i primi dettagli sul cambio in giunta. «Il sindaco comunica che domani (oggi, ndr), previa conferma da parte degli uffici preposti sulle eventuali incompatibilità e fatta salva la formale accettazione dell’interessata, provvederà a nominare assessore l’architetto Carola Gentilini che gestirà le stesse deleghe in precedenza affidate a Simona Rossotti». Nei giorni scorsi il sindaco Landriscina aveva incontrato a Milano la coordinatrice regionale di Forza Italia, nonché capogruppo alla Camera dei Deputati, Mariastella Gelmini per cercare – con ogni probabilità, visto che i contenuti del vertice non sono emersi – di rafforzare la maggioranza del capoluogo lariano, indebolita dalla decisione forzista di lasciare la giunta; in tale occasione Landriscina e Gelmini potrebbero aver discusso anche del nuovo assessore.

  • “Cucine da incubo”: Cannavacciuolo ha risvegliato un locale di San Fermo e sanato  i litigi fra padre e figlio

    “Cucine da incubo”: Cannavacciuolo ha risvegliato un locale di San Fermo e sanato i litigi fra padre e figlio

    Un agriturismo da far ripartire con un rapporto fra padre e figlio da ricostruire. E’ stato questo il tema della puntata comasca di “Cucine da incubo”, la popolare trasmissione che vede protagonista chef Antonino Cannavacciuolo. Ieri sera la nuova serie sul canale Nove è stata inaugurata con la trasmissione girata mesi fa a San Fermo della Battaglia, nell’agriturismo El Paso Ranch.

    Cannavacciuolo, ispirandosi al nome del locale che stava andando a salvare, è stato subito ironico. Inquadrato al volante con alle spalle il Lari, ha subito ironizzato: “Per trovare l’America dovevo venire sul Lago di Como” ha esordito. Poi l’arrivo a San Fermo e l’incontro con Tuccio, il proprietario, ex campione di arti marziali e il figlio Ruben. Subito sono emersi i pesanti contrasti fra i due, con ripercussioni su gestione e cucina.

    Poi, dopo il dialogo, il tradizionale pranzo, con il pane congelato che si è sbriciolato malamente e un risotto immangiabile. Prime critiche al cuoco Gigi, che si è definito “addestratore di cavalli prestato alla cucina”. Poi è arrivato in tavola lo stracotto con una inquietante salsina verde che Cannavacciuolo si è rifiutato di mangiare. “Non voglio andare in ospedale” ha detto lo chef stellato. Il successivo stinco di maiale è giunto in tavola praticamente crudo. La successiva cena aperta al pubblico, come da tradizione del programma, è stata disastrosa.

    Una situazione pessima su ogni fronte con i continui litigi tra padre e figlio che, come primo atto della ricostruzione, Cannavacciuolo ha pensato di sanare chiudendo entrambi in un bunker fino a che non si sono chiariti.

    Successivamente lo chef ha ricostruito il menu e ha regalato qualche utile insegnamento al cuoco fino a giungere alla sistemazione completa del locale “che fino a prima sembrava una mensa” (parole del conduttore). Nella nuova lista – decisamente ristretta rispetto al passato – sono stati involtini di carne, crema di parmigiano, tartare manzo e carciofi, spaghetti all’anatra, tagliatelle al ragù, brasato, stinco, una terrina zucchina, provola e basilico e il dolce del giorno. Semplice e rustico, come è giusto per un posto che si chiama “Ranch”.

    Poi il gran finale con la cena di riapertura in cui tutto è filato liscio con i complimenti alla proprietà da parte del pubblico.

    Ora si tratta di vedere nel lungo periodo come andranno le cose, al di là dell’impulso immediato dato da un personaggio come Antonino Cannavacciuolo, che era alla sua seconda uscita lariana. Qualche anno fa aveva visitato per la sua trasmissione una pizzeria di Albese con Cassano.

    Per vedere la puntata cliccare su:https://it.dplay.com/nove/cucine-da-incubo-italia/stagione-4-episodio-1-san-fermo-della-battaglia-como-antonino-cannavacciuolo/

  • Crisi politica a Senna, maggioranza in frantumi:   si dimettono sei consiglieri tra cui il vicesindaco

    Crisi politica a Senna, maggioranza in frantumi: si dimettono sei consiglieri tra cui il vicesindaco

    Maggioranza a pezzi a Senna Comasco dove oggi sei consiglieri comunali si sono dimessi. Tra loro anche il vicesindaco, Bruno Galati, e l’assessore Enrico Arighi. Un terzo componente della giunta, l’assessore esterno Marta Fionda, ha annunciato di voler lasciare l’incarico. «Il gruppo che sosteneva il sindaco Francesca Curtale non condivide più da tempo il modo di gestire la cosa pubblica» ha detto alCorriere di ComoBruno Galati.Insieme con Galati e Arighi si sono dimessi pure Francesco Incarnato, Silvano Pelanconi, Ivan Perlini e Paola Sinagra.I dimissionari hanno chiesto con una lettera al prefetto lo scioglimento del consiglio e il conseguente commissariamento del Comune.

    L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola domani, mercoledì 27 febbraio

  • Crisi di  Campione, doppio vertice in Prefettura

    Crisi di Campione, doppio vertice in Prefettura

    La crisi di Campione d’Italia, le incertezze sulla riapertura del casinò e la disperazione dei cittadini. Tutti temi che verranno affrontati – anche se purtroppo non è la prima volta che ciò accade – in due riunioni urgenti in Prefettura. Una in programma domani e la seconda mercoledì.Incontri voluti dai cittadini nel primo caso e dai sindacati nel secondo, che puntano sempre a un solo obiettivo: ottenere finalmente un intervento del Governo e della politica a livello nazionale. La situazione infatti sembra deteriorarsi sempre di più. Sabato una manifestazione di cittadini ha bloccato per ore l’accesso al paese e sul fronte della casa da gioco, la recente decisione della Corte d’Appello di Milano che ha annullato la sentenza di fallimento del Casinò, stanno creando sempre più confusione in una comunità allo stremo. Oggi dal Prefetto si presenterà una delegazione di cittadini, di quanti sono scesi in piazza sabato mattina. «Faremo presente ancora una volta la delicata situazione che sta vivendo la nostra comunità sempre più stritolata da una crisi economica e sociale che mostra ormai segnali allarmanti di reale degenerazione – spiega Caterina Ferrari, ex dipendente della casa da gioco, in prima fila sabato scorso alla manifestazione e oggi in Prefettura – Il Governo deve intervenire. Sempre più famiglie mangiano solo grazie alle donazioni fatta dalle associazioni svizzere (solo una è italiana) al banco alimentare operativo da mesi a Campione». E domani si replica in Prefettura con la presenza dei sindacati. «Ci sono i presupposti per riaprire il casinò di Campione ma deve esserci anche la volontà politica capace di dare una risposta concreta ad una situazione di disagio e sconforto che sta vivendo la comunità campionese – annuncia Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario – i giudici nelle motivazioni della sentenza hanno sottolineato il ruolo sociale che ricopre il casinò nel territorio e la doppia funzione: una esclusivamente commerciale, l’altra che richiama al motivo per cui è nata la stessa casa da gioco, cioè una società che recupera risorse economiche da destinare al sistema campionese». Questi i presupposti. «La nostra richiesta al Prefetto – conclude sempre Monteduro – è di chiedere alla Presidenza del Consiglio la formazione di tavolo istituzionale per riaprire la casa da gioco». Intanto prosegue, ormai da settimane, anchel’attesa per la nomina del commissario straordinario da parte del Governo.

  • Corruzione e favori nell’edilizia. La vicenda dell’arresto del sindaco di Valsolda

    Corruzione e favori nell’edilizia. La vicenda dell’arresto del sindaco di Valsolda

    «Farò intervenire un attimo il Farina con il suo peso da sindaco». Il Farina è all’anagrafe Giuseppe Farina, classe 1950, detto “Peppi”, sindaco di Valsolda dal 2011.A parlare è Silvio Lamberti, 61enne di Porlezza, il suo socio nello studio associato “Lamberti-Farina” (il terzo socio è completamente estraneo a quanto stiamo per scrivere). Entrambi ieri mattina sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Erba, su esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pubblico ministero Pasquale Addesso e concessa dal giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto.Sono ritenuti i due perni attorno a cui sarebbero ruotati episodi di corruzione (sei quelli contestati) nell’ambito delle attività edilizie del piccolo comune del Porlezzese. In pratica, stando alle contestazioni formalizzate dalle fiamme gialle, dove le leggi ponevano dei paletti e dei vincoli, il sindaco e il suo socio di studio intervenivano per levarli, nell’ambito di quello che il procuratore di Como, Nicola Piacente, ha definito un «palese conflitto di interessi tra il ruolo di titolare di uno studio professionale di progettazione e direzione dei lavori e la funzione di sindaco, quindi di pubblico ufficiale responsabile del rilascio delle concessioni edilizie». L’inchiesta della guardia di finanza è ben più ampia, e riguarda altre sette persone che sono state colpite dall’ordinanza di custodia cautelare ai “domiciliari”.Tra di loro un tedesco 71enne che è stato arrestato mentre si trovava a Valsolda in vacanza. Sarebbero i soggetti che avevano chiesto favori (pagati spesso in contanti e in nero) al primo cittadino per sistemare pratiche altrimenti difficili da mettere a posto. Persone che – secondo l’accusa – ben sapevano che «il Farina con il suo peso da sindaco» poteva risolvere i problemi. I fatti contestati riguardano solo il 2018.Ma, come ha ammesso il colonnello della guardia di finanza, Alberto Catalano, nel corso della conferenza stampa di ieri al palazzo di giustizia di Como, «le indagini sono ancora in corso» e altre attività sarebbero al vaglio.«Il paese è piccolo, ma le azioni erano sistematiche», ha aggiunto Catalano.Le indagini erano iniziate nel gennaio del 2017, dopo che i carabinieri forestali avevano rilevato anomalie nel territorio comunale di Valsolda che facevano capo a pratiche redatte dallo studio del sindaco. Le violazioni urbanistiche e paesaggistiche sono poi state alla base dell’inchiesta portata avanti dalla guardia di finanza.Le contestazioni riguardano la costruzione di un terrazzino nel centro storico di Castello (frazione di Valsolda) dove si potevano al massimo effettuare interventi di recupero, la modifica di destinazione d’uso di un terreno non edificabile per realizzare un edificio residenziale di tre piani, il via libera ad un box auto, una sanatoria per dei lavori abusivi, l’acquisto di un terreno di un privato su cui si sapevano esistere rischi idrogeologici e da ultimo l’approvazione del Comune di Valsolda del progetto di trasformazione dell’ex Caserma di Dasio in nove unità abitative.Curiosa anche l’analisi dei fatturati dello studio “Lamberti Farina” da quando il “Peppi” si era seduto sullo scranno di sindaco di Valsolda: i compensi dichiarati nel 2010 – prima della vittoria alle elezioni – erano di 75mila euro («eventuale nero escluso, ovviamente», è stato detto ieri in conferenza stampa), mentre negli anni successivi aumentarono progressivamente: 99mila nel 2011, 168mila nel 2012, 198mila nel 2013, per poi ridiscendere a 163mila e 131mila negli ultimi anni. Ben sopra, tuttavia, quel 75mila euro di partenza. Perché la Procura ritiene che si sapesse bene, del resto, che con il Farina e il suo «peso da sindaco» tutto era possibile.Ora però – nelle prossime ore – gli indagati avranno modo di fornire al gip di Como che li interrogherà la loro versione di quanto accaduto in quel di Valsolda.

  • Controlli delle forze di polizia nel Comasco: nove espulsioni

    Controlli delle forze di polizia nel Comasco: nove espulsioni

    Nove espulsioni, 798 persone identificate, 50 posti di blocco, 428 veicoli controllati e 6 sequestrati o sottoposti a fermo amministrativo, 15 multe per violazioni al codice della strada, 3 patenti ritirate, 7 persone segnalate per consumo di stupefacenti, 6 esercizi commerciali controllati: sono i dati relativi ai controlli straordinari coordinati tra tutte le forze di polizia del territorio, effettuati nel periodo compreso tra il 9 e il 15 marzo in provincia. L’attività è stata avviata dallo scorso novembre dal prefetto di Como, Ignazio Coccia, allo scopo di prevenire e contrastare soprattutto i furti in abitazione e lo spaccio di stupefacenti. Particolare attenzione è stata rivolta anche al fenomeno della prostituzione e al controllo dei cittadini stranieri irregolari.

  • Congiuntura, momento difficile per Como

    Congiuntura, momento difficile per Como

    Segno più, sebbene a volte inferiore alla media regionale, per il comparto meccanico e il legno arredo, ma il tessile è ancora in calo. Sono questi i dati essenziali della congiuntura economica dell’ultimo trimestre del 2018 secondo l’analisi della Camera di Commercio di Como.

    Le imprese manifatturiere dichiarano un fatturato stabile contro una media regionale in crescita. Bene l’export mentre il mercato interno è in contrazione. L’occupazione cresce dello 0,9%. Le aspettative degli imprenditori per il 2019 descrivono un quadro di diffusa preoccupazione. Tra i settori in maggiore difficoltà, il commercio, che registra un calo del volume d’affari dell’1,3%.