Un anno e quattro mesi per l’uomo sorpreso con la cocaina, un anno per l’amico che deteneva l’hashish. Si è concluso così, con un patteggiamento raggiunto dall’avvocato Paolo Camporini in nome dei propri assistiti, una vicenda di droga che aveva riguardato due erbesi arrestati dai carabinieri la scorsa settimana dopo una perquisizione domiciliare. Un piccolo quantitativo di stupefacente (4 grammi di coca, 50 di hashish) che ha consentito la concessione dei domiciliari (al primo) e dell’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria (ogni tre giorni) per il secondo.
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Arturo Brachetti, la magia della trasformazione
Arturo Brachetti è una leggenda vivente, è il maestro del trasformismo. Dopo il trionfale debutto in Francia, Italia e Svizzera con oltre 300mila biglietti venduti, Brachetti ritorna sui palcoscenici italiani.Al Teatro Sociale di Como previste ben due date, giovedì 5 dicembre e venerdì 6 dicembre, ore 20.30, per il suo one man show “SOLO. The legend of quick-change” che promette colpi di scena, numeri di illusionismo e incredibili effetti speciali.Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con MyNina, è un omaggio alla magia del teatro e della visual performing art. Brachetti si trasforma in sessanta personaggi, rappresentati nelle discipline artistiche in cui eccelle, come ombre cinesi, chapeaugraphie (una tecnica espressiva che si avvale della trasformazione di un unico cappello), sand painting e laser design.Un ritorno alle origini per Brachetti che in questo spettacolo apre le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui sopra e sotto si invertono e le scale si scendono per salire. Una casa segreta, senza presente, passato e futuro, che racchiude i sogni e i desideri.Arturo Brachetti, lo spettacolo che porta a Como è fatto di ricordi e fantasie raccontati con performance di mimo ma anche servendosi dei più innovativi linguaggi digitali.«Lo spettacolo è innanzitutto un varietà con una sorpresa ogni venti secondi, una serie di pezzi durante i quali mi introduco dentro sette stanze che raccontano storie di infanzia, sono stanze metaforiche che compongono un numero poetico. Sono mondi che raccontano le paure ma anche le fiabe dell’infanzia e io, di volta in volta, mi trasformo nei personaggi delle favole e del mondo Disney come Peter Pan, Biancaneve, Cappuccetto Rosso… ma anche in innumerevoli personaggi musicali da Elvis Presley a Beyonce».C’è anche un momento più introspettivo.«Sì, a un certo punto sulla scena compare la mia ombra che mi porta verso il basso, è come se mi dicesse: “tu, un 62enne, vuoi essere un eterno Peter Pan che non smette di volare e che non vuole crescere”; l’ombra è la metafora della razionalità che mi trascina verso la terra. In quel momento lo spettatore vive una sorpresa, dopo tutte le mie trasformazioni c’è un momento profondo e introspettivo, fino a quando io e la mia ombra non faremo pace e non troveremo una conciliazione delle due anime, quella poetica e quella razionale».Uno spettacolo fatto con scenografie complesse.«Viaggiamo con due Tir di 18 metri di lunghezza per trasportare tutto il necessario. Utilizzo video mapping, digital laser, abbiamo ben 270 lighting views, video con effetti speciali molto complessi da spiegare. Tutto questo va di pari passo con i miei classici come l’illusionismo, le ombre cinesi, la chapeaugraphie, c’è pochissimo parlato, tanta musica e soprattutto un continuo cambio di personaggi».Lei utilizza molto il corpo, come si tiene allenato?«Il problema non è cosa faccio nelle quasi due ore di spettacolo ma il mio stile di vita nei momenti di pausa. Devo seguire una dieta ferrea e non è facile; di recente, per esempio, sono stato in Sicilia e in Calabria e chiedevo porzioni ridotte, una cosa impossibile! È stato difficile rinunciare ai piatti che mi offrivano. Poi c’è la ginnastica quotidiana e, non ultimo, il Dna materno, ho una mamma super in forma».Il training mentale?«L’energia, la curiosità la passione non devono mancare, l’allenamento mentale si può riassumere nella mia convinzione che la vita è un viaggio che non finisce mai… spesso mi dicono che a 62 anni sto raccogliendo il massimo del riconoscimento, praticamente sono arrivato, ma guai a considerarsi arrivati, il passato è domani, neanche oggi, domani».Se dovesse definire il trasformismo?«L’illusione è parte della nostra vita, la fantasia e l’immaginazione sono necessari alla sopravvivenza; l’illusione è il motore della storia. Sui social ci sono persone che affittano costumi per farsi un selfie, non è ricerca di illusione? Le origini si possono vedere già nel mito, con Zeus che si trasforma continuamente per sedurre le sue prede… tutti nella vita abbiamo anche solo una volta sognato di essere qualcuno che non siamo. La magia dell’arte poi fa la differenza nella rappresentazione dell’illusione».
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“Amici di Monsignor Pirovano”, cena sociale con la nuova presidente
Un nuovo statuto per indirizzare meglio il futuro, una serata nel segno della memoria e della festa. Per l’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano si avvia così alla conclusione il 2019, anno segnato dalla scomparsa di Enrica Sangiorgio – che ha guidato il sodalizio dalla fondazione (1997) fino alla sua scomparsa, il 29 agosto scorso – e dalla nomina della nuova presidente, Rosanna Pirovano. Eventi che hanno caratterizzato i due appuntamenti svoltisi in settimana. Martedì 26 novembre, all’Istituto San Vincenzo di Erba, si è svolta l’assemblea annuale. Enrica Sangiorgio è stata ricordata nella relazione di accompagnamento al bilancio consuntivo 2018, approvato all’unanimità nella prima parte, svoltasi in sede ordinaria. Dopo il saluto e l’intervento della nuova Presidente, l’assemblea ha cooptato nel Direttivo il consigliere Alessandro Mauri e si è poi riunita in sede straordinaria, alla presenza del notaio Stefano Leoni, per l’adozione del nuovo statuto, legata alla riforma del terzo settore. Lo statuto – che recepisce le prescrizioni legislative, ma non apporta significative modifiche al profilo dell’Associazione – è stato approvato all’unanimità. Venerdì 29 novembre, all’Hotel Leonardo da Vinci di Erba, si è invece svolta la cena prenatalizia. Erano presenti oltre un centinaio di persone, alcuni delle quali provenienti da fuori Erba. Impossibilitato a partecipare per un impegno decanale, il responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia monsignor Angelo Pirovano ha comunque portato il suo saluto. L’amministrazione comunale era rappresentata dall’assessore alla Cultura Francesco Vanetti. Reduce da Marituba, dove ha partecipato a un congresso che ha riunito le realtà sanitarie che fanno riferimento ai Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’Opera Don Calabria (responsabili della missione fondata da monsignor Aristide Pirovano e Marcello Candia), Rosanna Pirovano ha descritto quanto ha visto: i bambini curati, alimentati e istruiti nelle scuole e negli asili, l’Ospedale Divina Provvidenza («un autentico gioiello») e la commovente accoglienza dei lebbrosi. E ha poi rivolto un appello ai presenti: «Ho molte idee e molto entusiasmo, vi chiedo di accompagnarmi con il vostro affetto e il vostro appoggio, morale e materiale». Il prossimo appuntamento degli Amici sarà la tradizionale commemorazione di padre Aristide in prossimità dell’anniversario della sua morte (3 febbraio 1997): sabato 1 febbraio, nel tardo pomeriggio, concerto nella chiesa di Sant’Eufemia; domenica 2, in mattinata, Messa in suffragio nella chiesa di Santa Maria Nascente.
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Leotta, prosegue la maratona al Sociale
Lunedì
9 dicembre, alle ore 18.00, il Teatro Sociale di Como ospiterà di
nuovo il pianista Christian Leotta per il terzo appuntamento del
ciclo “Le Sonate per pianoforte di Franz Schubert”.Un appuntamento importante, che unisce la grande musica alla solidarietà: il ricavato di questo concerto verrà devoluto all’Associazione Comocuore Onlus. In programma laSonata in Sol maggiore D 894(Op.78), una delle opere più significative della maturità del compositore austriaco, la giovanile e raffinataSonata in Si maggiore D 575(Op. 147), di rara esecuzione, e la celebreSonata in Do minore D 958, capolavoro di straordinaria espressività drammatica, composta solo due mesi prima della morte. Con questo concerto Leotta si avvicina alla conclusione del ciclo – composto da quattro serate in tutto – al termine del quale avrà eseguito integralmente le 11 Sonate per pianoforte “compiute” di Franz Schubert. Un’impresa e una rarità: per la loro complessità e per l’impegno che richiedono, infatti, solo alcune Sonate di Schubert sono entrate nel repertorio pianistico e sono pochissimi i pianisti nella storia che si siano cimentati nell’esecuzione dell’intero corpus.
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L’assessore alla Sicurezza della Lombardia Riccardo De Corato ospite questa sera del “Dariosauro” su Etv
Puntata speciale, questa sera, delDariosauro, settimanale d’informazione e di attualità politica in onda tutti i lunedì in diretta suEspansione Tv(tasto 19 del digitale terrestre) a partire dalle 21.20.
Il tradizionale faccia a faccia condotto dal giornalista delCorriere di ComoDario Campione, per una volta, lascia il posto a un confronto a distanza.
Gli ospiti della serata, infatti, saranno due: in collegamento video da Milano l’assessore alla Sicurezza della LombardiaRiccardo De Corato, storico esponente di Fratelli d’Italia; in studio, invece, il consigliere regionale del Partito DemocraticoMatteo Piloni.
La presenza dei due interlocutori non cambia comunque la regola aurea della trasmissione diEtv, che la settimana scorsa ha superato la boa delle 300 puntate.
I telespettatori potranno infatti liberamente intervenire con i loro commenti, le loro opinioni e le loro domande agli ospiti chiamando lo studio al numero031.3300655e inviando messaggi scritti o vocali suWhatsAppal numero335.7084396.
Sui social è sempre attivo l’hashtag #dariosauro.
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Il Carducci rende omaggio a Piero Collina
Venerdì prossimo, 6 dicembre, alle ore 18 presso il Salone Musa
della Associazione Carducci, in viale Cavallotti 7 a Como, quale
ultimo appuntamento del ciclo “Quattro comaschi in cerca d’autore”,
Alberto Longatti parlerà dell’opera e della personalità di Piero
Collina come “poeta della nostalgia”, coadiuvato
dall’interpretazione di alcuni attori della compagnia dialettale
della Famiglia Comasca. Il relatore si soffermerà sullo spirito che
ha animato l’impostazione delle creazioni letterarie di Collina e
in genere le sue iniziative come originale animatore culturale a
Como, presentando alcune delle sue poesie fra le più significative,
recitate per l’occasione dagli attori Ornella Favini, Enrico
Locatelli, Luigi Marelli, Pierluigi Mascetti. Come è noto, Piero
Collina è stato anche il principale organizzatore della Famiglia
Comasca, fondata il 29 marzo 1969, della quale in serata alle 20,30,
presso l’auditorium del Collegio Gallio, verrà festeggiato il
cinquantesimo di fondazione. Due eventi prenatalizi che si completano
a vicenda nel rinsaldare l’importanza della tradizione nella storia
comasca. Soffermarsi sull’aspetto di poeta della nostalgia o di
quello di poeta dialettale, aggettiva maggiormente la posizione di
Collina, a tutti gli effetti poeta italiano, la cui opera più famosa
è la traduzione in vernacolo comasco de “I Promessi Sposi” di
Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1978. Alberto Longatti,
giornalista, critico e scrittore, è un veterano in seno alla
Associazione Carducci: frequentava l’istituto già nel 1947, a 16
anni d’età, ed entrava nel Consiglio Direttivo nel 1962. Ha
partecipato pertanto a oltre mezzo secolo di storia della
Associazione. -
Crolla un muro dell’ex Albergo “La Salute”: chiusa per ore la strada che porta all’Alpe del Vicerè
È stato per tanti anni uno dei simboli del turismo nel Triangolo Lariano, l’Albergo “La Salute”, chiuso ormai da decenni e ridotto a un rudere, nonostante alcuni progetti anche recenti di rilancio, l’ultimo, poi naufragato, con la realizzazione di un nuovo “parco avventura”.Ieri mattina, dopo il novembre delle piogge, un muro del vecchio albergo che si affaccia sulla strada in via Partigiana è in gran parte caduto. Le macerie hanno invaso la strada.Fortunatamente nessuno era in transito al momento del crollo e non ci sono dunque persone ferite né vetture danneggiate.Dopo il crollo, sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco e i volontari della protezione civile per rimettere in sicurezza l’area. La strada che porta all’Alpe del Vicerè è stata temporaneamente chiusa per motivi di sicurezza.L’ordinanza è stata firmata dal vicesindaco di Albavilla, Roberto Ballabio, giunto sul luogo del crollo insieme con i tecnici del Comune e la polizia locale.Il capo squadra dei vigili del fuoco di Erba dopo un esame della situazione ha evidenziato «un rischio concreto di crollo di una parete dell’immobile rimasta in piedi, con un concreto rischio per la circolazione» si legge nell’ordinanza comunale.Uno dei proprietari dello stabile, erede della famiglia Parravicini, si è reso immediatamente disponibile a ripristinare le condizioni di sicurezza. Nel pomeriggio un mezzo ha provveduto ad abbattere il manufatto pericolante. Attorno alle 17, così, sono state ripristinate le condizioni necessarie per la riapertura della strada. Via Partigiana, in precedenza chiusa ai veicoli, ai pedoni e ai tanti ciclisti, che avevano approfittato della giornata serena per una gita, è stata così nuovamente aperta. Pedoni e ciclisti anche durante la chiusura avevano in realtà potuto bypassare lo sbarramento percorrendo i diversi sentieri presenti.
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Como, via Carso riaperta a senso unico alternato
Dopo qualche giorno di chiusura ieri pomeriggio a Como è stata riaperta, a senso unico alternato, via Carso dove sono in corso i lavori conseguenti a un cedimento del manto stradale.
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Cernobbio, sono in anticipo i lavori sul ponte. Il sindaco: «Mi piacerebbe aprire tra mercoledì e giovedì»
Oltre cinquanta persone, tra volontari genieri e volontari della protezione civile provinciale, sono stati impegnati anche ieri nel montaggio del ponte militare che renderà di nuovo percorribile la strada che conduce alla frazione di Rovenna a Cernobbio, isolata lo scorso 20 novembre da una frana.Le operazioni, iniziate venerdì, sono state quasi completate. Il ponte modulare di metallo, noto anche come ponte Bailey, dal nome dell’ingegnere britannico che lo progettò per un utilizzo militare già durante la seconda guerra mondiale, consentirà di riaprire a senso unico alternato un passaggio da via Libertà, via XXIV Maggio e via Noseda.«Siamo circa all’80 per cento del lavoro – ha spiegato ieri a Espansione Tv il primo cittadino di Cernobbio Matteo Monti, che sta seguendo passo a passo le operazioni – Il ponte è stato in precedenza assemblato sul tratto di strada sottostante e poi, con l’ausilio di due gru, è stato posizionato nel tratto della via superiore interrotto dalla frana. Tutto procede secondo i programmi».La tempistica di dodici giorni annunciata in precedenza proprio dal primo cittadino per il ripristino parziale della viabilità lungo via Libertà potrebbero perfino ridursi.«Lunedì si proseguirà con i lavori e poi ci sarà il collaudo – spiega ancora il sindaco Monti – Vorrei riaprire il collegamento con la frazione Rovenna a 15 giorni dalla frana, quindi contiamo di ripristinare il passaggio tra mercoledì e giovedì».La struttura permetterà una viabilità a senso unico alternato.Il cantiere per ristabilire la normalità sulla strada colpita dal dissesto dovrebbe invece durare circa quattro mesi. Ma nel frattempo tutti i residenti di Rovenna non si sentiranno più isolati.
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Binda: «Conobbi Gianni Versace negli anni Ottanta, Santo mi telefonò poco dopo la tragedia». Il ricordo dello stilista ucciso a Miami
Compirebbe 73 anni Gianni Versace, nato il 2 dicembre 1946, se non fosse stato assassinato con due colpi di pistola sparati alla nuca da Andrew Cunanan sulle scale della sua villa di Miami il 15 luglio 1997. L’omicida, un serial killer, fu a sua volta trovato morto in una casa galleggiante e il movente di quel delitto non è mai stato chiarito in modo definitivo.La vita del grande stilista si è a lungo intrecciata con il Lago di Como, che Versace aveva eletto a suo buon ritiro scegliendo Villa Fontanelle a Moltrasio. Ne parliamo con l’imprenditore serico comasco Nini Binda, al quale il fratello di Gianni, Santo, si rivolse con una drammatica telefonata dagli Stati Uniti poche ore dopo la tragedia.«Ricordo bene quella terribile chiamata, Santo era disperato – ricorda Binda – All’epoca io ero assessore nella prima giunta di Alberto Botta. Conoscevo da tempo la famiglia Versace e il fratello di Gianni mi lanciò un grido d’aiuto: “Mi rivolgo a te perché so che eravate amici. Gianni, in caso di morte, aveva espresso il desiderio di essere seppellito sul Lago di Como».In breve, la famiglia cercava una soluzione prima del mesto rimpatrio. Binda avvisò il sindaco Botta e si diede subito da fare, ma la disponibilità di una cappella cimiteriale comportava una lunga lista d’attesa a causa delle numerose richieste anche da parte di illustri comaschi.Si ipotizzò dunque che l’urna con le ceneri di Gianni fosse ospitata temporaneamente nella cappella di famiglia dello stesso Nini Binda. Poi, però, Santo Versace richiamò l’imprenditore lariano avvisandolo che lui e la sorella Donatella avevano deciso per la sepoltura nel cimitero di Moltrasio dove, tra l’altro, in seguito sarebbe avvenuto un assurdo tentativo di vandalismo.Quella intrattenuta da Binda con la famiglia Versace è stata una lunga consuetudine che parte da lontano. «Avevo conosciuto Gianni negli anni Ottanta – spiega ancora l’imprenditore – Era il periodo delle festività natalizie e lui venne a Como, visitò la mia azienda. Era un disegnatore della famosa Genny. Pranzammo assieme, poi facemmo quattro passi e infine andammo in auto al Pizzo di Cernobbio, da dove gli mostrai Villa Fontanelle, che era in vendita. Si innamorò follemente del nostro lago, acquistò la villa e mi riceveva lì per scegliere i disegni per la sua maison».Versace crebbe sempre di più e divenne uno stilista di fama internazionale, una vera e propria star. L’azienda di Nini Binda era specializzata in accessori d’abbigliamento da uomo e gli lanciò l’idea di distribuirli. «Un giorno – prosegue il racconto – mi trovavo a Parigi da Dior e mi raggiunse una telefonata del mio stretto collaboratore Pierluigi Mascetti. Mi informava che aveva chiamato Gianni Versace e mi invitava ad andare direttamente a Milano da lui. Qui mi disse che aveva due offerte, la mia e quella di Sergio Bini, ma voleva avvertirmi che nel caso in cui si fossero equivalse, avrebbe privilegiato Bini perché sarebbe stato il suo regalo in vista dell’imminente matrimonio di quest’ultimo. E così fu».A Binda, tuttavia, non mancarono le occasioni per collaborare ancora con i Versace. Ed è di soli due mesi fa la soddisfazione di aver visto rinnovare alla Settimana della Moda di Milano i fasti del Jungle Dress, abito disegnato nel 2000 dalla Tjss, azienda che faceva parte del gruppo Binda, e indossato da Jennifer Lopez in occasione dei Grammy Award. Quell’abito divenne un autentico mito, fasciante, verde smeraldo, stampa giungla. L’evento, rinnovato nello scorso mese di settembre a Milano dalla stessa Jennifer Lopez che è salita in passerella per sfilare con il Jungle Dress rivisitato da Donatella Versace, scatenò a tal punto le ricerche su Google da indurre il colosso informatico a creare proprio in quell’occasione la sezione di Google Immagini.Durante gli anni da assessore, inoltre, all’inizio del nuovo millennio Binda organizzò a Palazzo Cernezzi, sede del Comune di Como, la cena degli stilisti a cui partecipò anche Santo Versace. Lo stilista donò alla città la Statua della Medusa, proveniente dalla collezione d’arte di Gianni Versace e conservata in precedenza a Villa Fontanelle di Moltrasio, poi collocata nel parco di Villa Gallia.Altre interazioni positive furono la magia del balletto del coreografo Béjart, allestito a Villa Erba con costumi disegnati dal grande couturier e lo spettacolo notturno con palloni a Villa Olmo in occasione della mostra-esposizione dei bozzetti dell’archivio Versace.