Il Consorzio dell’Adda ha reso noto ieri sera l’apertura completa del sistema di dighe di Olginate, per permettere il più abbondante deflusso possibile delle acque del lago. Tutto questo sembra paradossale, visto che solo due giorni fa il livello del Lario era sempre ad un passo dal minimo storico, ma allo stesso tempo è anche la dimostrazione dell’enorme quantità di acqua che è piovuta dal cielo nelle ultime ore.Il grafico con le quote del Lago di Como parla da solo. Il 27 ottobre, ovvero sabato, l’idrometro segnava -23 centimetri dalla quota zero, con una media di questo periodo dell’anno posta a +44 centimetri. In due soli giorni siamo passati da quel -23 citato prima all’attuale +41, vicino dunque alla media di fine ottobre, anche se ancora ben lontano dal rischio esondazione. L’incremento in appena 48 ore è stato di 64 cm.Alle 18.30 di ieri sera l’afflusso al Lago di Como era di 1.189 metri cubi al secondo, mentre il deflusso era di appena 364 metri cubi al secondo. Da qui la decisione di aprire completamente le dighe di Olginate per limitare il più possibile l’onda di piena.
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Il grande ciclismo sul Lario con “Il Lombardia” e la “Gran Fondo”. Oggi in edicola uno speciale di 12 pagine
Uno speciale di 12 pagine dedicato al grande weekend di ciclismo che Como e il suo territorio stanno per vivere. L’appuntamento è in edicola oggi, venerdì 12 ottobre, con ilCorriere di Como. Uno inserto che servirà agli appassionati per conoscere tutto su “Lombardia” e “Gran Fondo Lombardia”, ma che più in generale sarà utile per tutti i comaschi (quindi anche chi non è interessato agli eventi), con le tabelle di marcia, le cartine, le chiusure delle strade e i provvedimenti viabilistiche riguarderanno la città e le zone toccate dalle competizioni. Tra gli articoli, una intervista a Vincenzo Nibali, vincitore della “classica delle foglie morte” nel 2015 e nel 2017 e le curiosità storiche sul Giro di Lombardia, con le foto più belle degli arrivi degli ultimi anni.
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Il governo ticinese: “No alla chiusura dei valichi”
I valichi secondari tra l’Italia e il Canton Ticino non chiuderanno di notte. Lo ha ribadito ieri il Consiglio federale (governo ticinese) per voce del ministro Ueli Maurer dell’Udc.Il consigliere Maurer ha risposto al quesito presentato da Roberta Pantani, esponente della Lega dei Ticinesi e vicesindaco di Chiasso. La sperimentazione effettuata nell’autunno del 2017 su tre valichi, ha precisato Maurer, non ha infatti avuto impatto sul tasso di criminalità transfrontaliera.I valichi secondari sono già dotati di sbarre che possono essere utilizzate solo in caso di necessità. La videosorveglianza consente inoltre di schedare tutti i passaggi di mezzi.Un no secco quindi alla proposta, nonostante Udc e Lega dei Ticinesi siano alleati. Maurer si è detto anche preoccupato sulle possibili ripercussioni negative di una eventuale chiusura su rapporti con l’Italia in materia di «sicurezza dei confini e migrazione».
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Il governatore Fontana: «La tangenziale sarà gratis solo dopo il secondo lotto»
Il bicchiere è mezzo vuoto, se lo si guarda dal punto di vista della viabilità, e mezzo pieno se invece si parla di riforma sanitaria.È stato un confronto schietto e concreto quello tra il governatore di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Dariosauro e i comaschi.Ospite lunedì sera della trasmissione di Etv condotta dal nostro giornalista, Dario Campione, il governatore lombardo ha toccato temi di politica nazionale e territoriale, tra i quali quelli della Tangenziale di Como, della Pedemontana e della riforma sanitaria, che ha spezzato la provincia lariana in due.Il progetto di completamento dell’Autostrada Pedemontana rimane nell’agenda del Pirellone, come ha spiegato Fontana. Compreso il secondo lotto della Tangenziale di Como.«Se questo governo vorrà schierarsi contro le grandi opere infrastrutturali e quindi anche contro Pedemontana non potrò che esprimere la mia contrarietà – ha spiegato il presidente della Regione Lombardia – Per noi è una infrastruttura fondamentale, che permette di evitare il nodo di Milano e mi batterò con tutte le mie forze per realizzarla», ha poi aggiunto.Incalzato da Dario Campione, Fontana ha risposto anche sullo spinoso argomento della gratuità del pedaggio, promessa a più riprese in campagna elettorale per le tangenziali di Como e di Varese.«Sono convinto che le tangenziali di Varese e di Como dovranno diventare gratuite», ha spiegato Fontana.Riguardo la tempistica, che porterà a passare sui tronconi autostradali come sul raccordo anulare di Roma, ovvero senza pagare, arriva però la doccia gelata.«Prima si dovrà impostare il lavoro di finanziamento del secondo lotto, arrivati a questo punto si potrà dare la gratuità», ha concluso.Notizia positive pure in tempi ridotti invece per quanto riguarda la sanità. Rispondendo a un telespettatore, il presidente si è detto convinto che a «Menaggio rimanga un presidio ospedaliero, fondamentale». Il presidente ha inoltre aperto la possibilità di far passare l’ospedale Erba – Renaldi sotto Como, ovvero non più nell’Ats Montagna, che ha come base Sondrio. Il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi, proprio al Dariosauro aveva assicurato il suo impegno in materia.«Credo si debba avere anche la capacità di cambiare se qualcosa non funziona – ha detto ancora Fontana – l’Ats Montagna aveva un senso, ma ora l’assessore farà le sue valutazioni».L’assessore Giulio Gallera aveva la delega al Welfare (che comprende il sistema sanitario) anche nel mandato di Roberto Maroni e dopo questi mesi di applicazione potrebbe intervenire anche sul discorso Menaggio.P.An.
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Il Giro d’Italia sul Lario. Urbano Cairo: «Como è una città bellissima, una ottima scelta»
E’ ufficiale: la quindicesima frazione del Giro d’Italia 2019 partirà da Ivrea e terminerà a Como dopo 237 chilometri. «Sarà sicuramente una tappa molto affascinante – afferma Mauro Vegni, direttore di Rcs Ciclismo – Anche se quello sarà un fine settimana molto delicato, visto che ci saranno anche le elezioni europee e quindi ci dovremo coordinare con Prefettura e Questura e tutte le istituzioni locali. Ci vorrà un lavoro di squadra di tutte le componenti per garantire la buona riuscita dell’evento».Ieri a Milano, nel corso della presentazione ufficiale della più importante competizione ciclistica della Penisola, sono state confermate le indiscrezioni trapelate in questi giorni sulla tappa comasca. «Il Giro d’Italia a Como ricalcherà il tracciato finale Giro del Lombardia» ha spiegato lo stesso Vegni .
La frazione lariana sarà la 15esima e andrà in scena domenica 26 maggio, con partenza da Ivrea. I corridori, in arrivo dal Piemonte, attraverseranno la Brianza e saliranno da Asso verso il Triangolo Lariano. Da qui, scendendo verso Onno, il percorso proseguirà lungo la strada che costeggia il Lago di Como per poi affrontare da Bellagio la scalata al Ghisallo, come avviene appunto al “Lombardia”. Vi sarà poi la salita verso Sormano, che non passerà dal Muro – che viene giudicato non compatibile con una gara a tappe – e la discesa su Nesso, con il passaggio sulla Lariana verso la città. La conclusione sarà con il Colle di Civiglio, il passaggio a San Fermo della Battaglia – dalla Valfresca, con la speranza che venga riaperta dopo la frana che l’ha colpita nello scorso maggio – e il traguardo in piazza Cavour, nello stesso punto dove ormai dal 2004 termina il Giro di Lombardia. «Como è una città bellissima, a cui sono molto legato. Mauro Vegni non l’ha fatto per me, ma sicuramente la sua è stata senz’altro una ottima scelta». Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, ha così commentato la decisione di far approdare la “Corsa rosa” sul Lario.
Secondo Vegni peraltro, «Como potrebbe essere una buona candidata anche il campionato del mondo di ciclismo».I dettagli del 102° Giro d’Italia – competizione sportiva organizzata da Rcs Sport – sono stati illustrati come detto ieri pomeriggio, durante una cerimonia che si è svolta nella sede Rai di via Mecenate a Milano. La corsa scatterà sabato 11 maggio da Bologna con un cronometro che terminerà al Santuario di San Luca. La conclusione all’Arena di Verona il successivo 2 giugno.Due giorni dopo la frazione Ivrea-Como ci sarà una delle tappe più difficili, la Lovere-Ponte di Legno, che prevede la scalata dei passi Gavia e Mortirolo.
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Il Giro d’Italia 2019 sul Lario. Niente Muro di Sormano, potrebbe tornare la Valfresca
Il finale del Giro di Lombardia, senza Muro di Sormano, ma con passaggio comunque dalla Colma, e il transito sulla Valfresca, con la speranza che per la primavera del prossimo anno venga riaperta.Il 31 ottobre alla presentazione ufficiale a Milano, si conoscerà il disegno definitivo del Giro d’Italia 2019, con la tappa Ivrea-Como, fissata per domenica 26 maggio.Tra pochi giorni arriverà in città una commissione degli organizzatori di Rcs Sport per valutare esattamente il finale della frazione. Una idea di massima, comunque, ci sarebbe già.I corridori, in arrivo dal Piemonte, potrebbero attraversare la Brianza e salire da Erba verso il Triangolo Lariano. Da qui, scendendo verso Onno, il percorso proseguirebbe sulla strada che costeggia il Lago per poi affrontare da Bellagio la scalata al Ghisallo, come avviene tradizionalmente al “Lombardia” appunto.Poi la salita verso Sormano, evitando il Muro – giudicato non compatibile con una gara a tappe – e la discesa verso Nesso e il passaggio sulla Lariana verso la città.In teoria la conclusione dovrebbe essere con il Colle di Civiglio, San Fermo della Battaglia – dalla Valfresca appunto, con la speranza che venga riaperta dopo la frana che l’ha colpita nello scorso maggio – e traguardo in piazza Cavour, sullo stesso punto dove ormai dal 2004 termina il Giro di Lombardia. L’ultima edizione della “classica”, pochi giorni fa, ha premiato il francese Thibaut Pinot, davanti a Vincenzo Nibali. Il siciliano, peraltro, potrebbe essere fra gli annunciati protagonisti della “Corsa rosa” del 2019; suo principale avversario Geraint Thomas, vincitore del Tour 2018.L’ultima volta di un arrivo del Giro d’Italia a Como risale al giugno 1987, esattamente all’11 giugno. Partenza da Madesimo e arrivo sul lungolago di Como, dopo 156 chilometri e un circuito finale fra due ali di folla.Una frazione risolta in volata con la vittoria del velocista bresciano Paolo Rosola, che superò un deluso Alberto Volpi (il saronnese avrebbe infatti voluto vincere sulle strade vicino a casa). In maglia rosa l’irlandese Stephen Roche, che poi avrebbe conquistato il Giro 1987.Molti appassionati il giorno dopo affollarono piazza Cavour, alla partenza della frazione da Como a Pila (in Valle d’Aosta), con affermazione decisiva dello scozzese Robert Millar; Roche, in fuga con il britannico, consolidò il primato mentre il suo compagno di squadra e avversario Roberto Visentini cadde, si fratturò un polso e fu costretto al ritiro. Quel 1987 fu magico per Roche, che conquistò anche il Tour de France e il Mondiale di Villach, in Austria.Il Giro d’Italia è giunto per la prima volta nel Comasco, proprio in città, nel 1937, alla 25ª edizione. La tappa fu vinta da Matteo Cimatti, il successo finale della corsa andò a Gino Bartali.
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Il Giro 2019 a Como: eventi e gran festa. Lunga serie di iniziative legate all’arrivo della tappa
Como è già proiettata a domenica 26 maggio del 2019, quando sul Lario arriverà la quindicesima tappa, che scatterà ad Ivrea terminerà sul Lario dopo 237 chilometri.Un fine settimana in cui oltre al Giro di dovrà essere una gestione coordinata degli eventi, visto che in quel weekend si svolgeranno le elezioni europee e a Cernobbio è stato programmato il “Concorso d’eleganza”, che (soprattutto alla domenica con l’apertura al pubblico a Villa Erba) richiama migliaia di spettatori.Ma, al di là della gestione logistica degli eventi, il dato di base è che il Giro d’Italia è soprattutto una grande festa e come tale va interpretata.Al di là dell’arrivo ci sarà un vasto contorno di iniziative ed eventi che contribuiranno a scaldare l’atmosfera, non soltanto nelle ore che precedono il finale di tappa, ma anche nei mesi e nelle settimane precedenti.Il primo passo, a livello locale, sarà la costituzione ufficiale di un comitato di tappa, che farà capo all’amministrazione comunale, che di fatto è l’istituzione che ha chiesto e ottenuto di portare la “Corsa rosa sul Lario”.Sicuramente ne farà parte Paolo Frigerio, di CentoCantù, l’associazione che già si occupa dell’organizzazione locale del “Lombardia”.«Ovviamente siamo lieti di poter dare il nostro apporto – commenta Frigerio – per un evento di questa portata. Il nostro compito sarà di dare il meglio per il Giro stesso e per la città, il lago e tutto il territorio che sarà coinvolto».Iniziative, dunque, del comitato locale e dell’organizzazione di Rcs Sport, che andranno ad incrociarsi in vista del grande evento del mese di maggio.Sarà sicuramente coinvolto il Museo del Ghisallo, capitanato da Antonio Molteni, presidente dell’omonima Fondazione.L’ipotesi più plausibile è che una parte dei cimeli abitualmente custoditi nella struttura di Magreglio possa essere trasferita in città per una esposizione nei locali del Broletto nelle settimane che precederanno l’arrivo della tappa.«Abbiamo avuto questa richiesta – conferma Molteni – La proposta ci piace; poi vedremo come attuare e portare avanti in concreto il progetto».In occasione della presentazione a Milano, il presidente della Fondazione ha parlato con Chris Froome, vincitore del Giro d’Italia 2018, e lo ha invitato al Ghisallo, ricevendo una disponibilità di massima. «Sarebbe bellissimo avere con noi un personaggio del suo calibro» sottolinea ancora Molteni.Ci saranno poi le iniziative di Rcs Sport, concatenate all’evento e che di fatto saranno proposte in ogni tappa del Giro 2019.La prima è il Giro E, gara a tappe per E-Bike, le biciclette elettriche e che si corre sulle strade della “Corsa rosa”. partecipano più di cento fra appassionati, ex professionisti, atleti e ospiti vip.C’è poi Giro d’Italia-Ride green, che punta a promuovere la raccolta differenziata, avviare a riciclo i materiali raccolti durante la corsa, sensibilizzare e comunicare su questo aspetto.A Como, al pari delle altre sedi di fine tappa, sarà aperto dalle 14 il villaggio della competizione, allestito in attesa del’arrivo, che dovrebbe essere verso le 17. In questo ambito sono previste le animazioni degli sponsor, premiazioni di progetti riservati ai giovani, altre iniziative dei comitati di tappa oltre alla festa con il vincitore della tappa e con la consegna delle maglie rosa (al capoclassifica), ciclamino (graduatoria a punti), azzurra (miglior scalatore) e bianca (al giovane meglio piazzato). Tra le iniziative, la collaborazione con la Polizia stradale per sensibilizzare i giovani sul tema della sicurezza. Tra l’altro il coordinamento della Polstrada al Giro è affidato a Roberto Campisi, ex comandante a Como, ora dirigente del compartimento regionale. «Saranno schierate una quarantina di persone, 28 motociclisti e 12 al coordinamento» spiega Campisi. Una parte di loro arriverà anche dalla sede di Como, visto che gli uomini che opereranno alla “Corsa rosa” saranno messi a disposizione solo da città lombarde.
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Il giovane comasco sparito a Chiesa Valmalenco, ricerche senza esito
È trascorso un altro giorno senza significative novità sulla scomparsa di Mattia Mingarelli, il 30enne di Albavilla del quale si sono perse le tracce venerdì scorso a Chiesa Valmalenco (Sondrio). Le ricerche proseguono senza sosta con decine di operatori e volontari impegnati a perlustrare una vasta zona attorno al rifugio nel quale Mattia sarebbe stato visto per l’ultima volta. Sulla scomparsa indaga anche la Procura di Sondrio e per i rilievi sono intervenuti nei giorni scorsi i Ris di Milano. L’ultimo segnale è una foto del cane, pubblicata sui social dallo stesso Mattia alle 16 di venerdì. Poi il silenzio. Il cane del giovane è stato trovato il giorno successivo tra la baita e il ristoro, mentre il cellulare era nella neve.
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Il giardino di Villa Olmo trasformato in un solarium. Ma non mancano gli esempi virtuosi
Il parterre, o giardino a lago di Villa Olmo, trasformato in un solarium. Accade ormai da giorni, in particolare nel weekend. Il primo proprietario, il marchese Innocenzo Odescalchi, uomo di raffinata cultura, e l’architetto Simone Cantoni, che progettò Villa Olmo nel 1782, non approverebbero.Del resto nei cartelli posizionati da poche ore nella villa viene indicato solo il divieto di “estirpare e calpestare aiuole fiorite”. Sull’erba si può così camminare e, perché no, anche mettere un asciugamano e prendere il sole. Il gioiello della città diventa così un lido. Anche perché il lido di Villa Olmo, quello vero, resta chiuso.Difficile pensare di arrendersi a un possibile declino dell’area, quando non sono ancora stati aperti il parco con l’orto botanico e il collegamento con il chilometro della conoscenza.A Palazzo Cernezzi, consapevoli della questione, si cerca di accelerare i tempi.«Abbiamo ereditato lo scorso anno un cantiere in drammatico ritardo – dice l’assessore all’Urbanistica, Marco Butti – Stiamo correndo. Dobbiamo realizzare un modello di gestione del compendio, che ad oggi è una cosa indispensabile. Al progetto di riqualificazione era allegata solo una tabellina in Excel con i possibili visitatori dell’orto botanico. Siamo ripartiti da capo. Peccato per il ritardo dei lavori».
Non mancano sul Lario esempi di gestione in modo virtuoso e pure con profitto, di aree del valore di Villa Olmo. Un esempio? Villa Carlotta.«Da comasca ho Villa Olmo nel cuore – spiega la direttrice di Villa Carlotta (museo e giardini), Maria Angela Previtera – A fine anni Novanta mi occupai anche di un progetto di catalogazione di tutti gli arredi della villa. Si potrebbero recuperare. Si tratta di un luogo di cultura in grado di fare numeri molto grandi, ma è vero, prima di tutto serve un modello puntuale per la gestione».La direttrice di Villa Carlotta vede un grandissimo potenziale sia per l’esterno della villa sia per l’edificio Ottocentesco.«Pensate che in Pinacoteca a Como ci sono in deposito 300 opere che potrebbero essere esposte – spiega – Una parte della villa dovrebbe poi mostrare come si viveva all’epoca. Vediamo a Villa Carlotta quanto al visitatore piaccia immedesimarsi in queste esperienze». Poi c’è l’are esterna, naturalmente.«Va pensata in continuità con Villa Gallia e Villa del Grumello. E i visitatori vanno educati. A Villa Carlotta nessuno si sognerebbe di mettersi in costume e prendere il sole. Ogni spazio deve avere una sua prerogativa. Sarà il modello di gestione a stabilire ad esempio se si deve fare pagare un biglietto solo per la visita in villa o anche per il parco, ma servono regole, altrimenti si vanifica ogni sforzo».Ammesso che le regole si possano scrivere in fretta, poi si apre il dibattito dei controlli. La proposta in tal senso arriva dall’ex assessore Nini Binda.«Quando avevo la delega alla polizia locale, avevamo 149 vigili, oggi sono meno della metà – spiega Binda – Ma le soluzioni non mancano. Basta vedere cosa si fa in altre parti d’Italia. A Forte dei Marmi, ad esempio, il sindaco Bruno Murzi ha assunto 20 vigili urbani sponsorizzati dai privati. Le risorse sono arrivate da albergatori, commercianti, ma anche singoli cittadini. Ma senza andare in Toscana, anche a San Fermo si fa qualcosa di simile. Le soluzioni ci sono», conclude Binda.Paolo Annoni
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Il futuro di Pedemontana, arriva l’interrogazione di Pd e Movimento 5 Stelle
Una tratto della Pedemontana
Il futuro della Pedemontana è uno dei nodi da sciogliere da parte del nuovo Governo, quando nascerà. Le recenti dichiarazioni dell’onorevole Nicola Molteni (Lega), che ha ribadito la necessità di portarla a compimento e le dichiarazioni volte alla prudenza di Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, hanno riacceso i riflettori sull’opera.E, nel futuro di questa infrastruttura vitale per il territorio, c’è il completamento della tangenziale di Como, della quale per ora è stato realizzato solamente il primo lotto. Un mix di elementi che hanno spinto i consiglieri regionali Angelo Orsenigo (Pd) e Raffaele Erba (M5s) a preparare un’interrogazione a risposta scritta sulle tangenziali di Como e Varese che verrà illustrata lunedì mattina nella sede del Pirellino. L’intenzione è quella di «chiedere lumi al presidente del Consiglio regionale sulla gestione dell’arteria, sulla sbandierata gratuità, mai raggiunta finora, sul secondo lotto, sulle opere di mitigazione e compensazione ambientale, sul tavolo tecnico-politico», si legge nel documento predisposto.Chi dal 2011 segue le alterne vicende della Pedemontana è il sindaco di Casnate con Bernate Fabio Bulgheroni i cui cittadini hanno convissuto a lungo con i cantieri e i lavori dell’infrastruttura. «L’opera deve essere conclusa. Così è inutile, non ha alcun senso – spiega il sindaco – a prescindere dal pedaggio». E rispunta anche un’idea di vecchia data in materia proprio di pedaggio. «Si poteva anticipare il casello di Grandate e fare un’uscita normale al posto di quella che è oggi la tangenziale. In ogni caso l’infrastruttura va assolutamente terminata perchè è vitale sull’asse est ovest, perennemente intasata. Ovviamente uno dei nodi cruciali è quello economico. E se dei privati eseguono una simile operazione è normale che vogliano rientrare dei costi. Adesso inoltre c’è anche la variante della Tremezzina che farà “concorrenza” al secondo lotto della tangenziale. Bisognerà vedere a livello governativo e regionale a quale delle due opere si vorrà dare priorità visto che i fondi non sono illimitati».