Como ed Ivrea gemellate in vista della tappa del Giro d’Italia 2019 che collegherà le due città. Le organizzazioni locali delle due città hanno già raggiunto l’accordo che prevede una serie di iniziative comuni nel cammino che porterà al prossimo 26 maggio.Quella domenica, infatti, la “Corsa rosa” arriverà sul Lario, con il finale che sarà simile – ma non uguale – a quello del “Lombardia”. Al posto che recarsi verso Monte Olimpino, negli ultimi chilometri i corridori passeranno in contromano per il girone della città con la volata finale in piazza Cavour.Como e Ivrea, dunque, hanno deciso di percorrere assieme il cammino verso una giornata che già si annuncia tra le più attese del prossimo anno. Momenti di scambio, eventi, convegni e altre iniziative coinvolgeranno le due città.Ivrea, capoluogo del Canavese, conta circa 23mila abitanti ed è la storica sede dell’Olivetti. Dallo scorso mese di luglio è diventata patrimonio mondiale Unesco come “città ideale nella rivoluzione industriale del Novecento”.Sul fronte comasco, dopo l’incontro di qualche giorno fa con i vertici di Rcs Sport, si sta lavorando su ogni fronte per far fronte alle esigenze necessarie per ospitare un evento di così grande rilevanza. In Comune a Como una serie di gruppi di lavoro sono operativi su tutti i fronti, dalla viabilità all’ordine pubblico, per arrivare alla logistica e all’organizzazione del villaggio del Giro e al quartiertappa, che sarà molto probabilmente ospitato a Villa Olmo, come del resto è accaduto per il “Lombardia”.Un Giro d’Italia che peraltro si annuncia di altissimo spessore, per i nomi dei ciclisti che hanno annunciato la loro partecipazione alla corsa. L’impressione è che l’edizione 2019 della gara sia stata preferita al Tour de France.Vincenzo Nibali – che vive a Lugano e abitualmente si allena sulle strade del Comasco – è sicuramente uno dei nomi più attesi. Ci sarà anche il campione del mondo Alejandro Valverde; hanno annunciato la loro presenza anche Tom Dumoulin (vincitore nel 2017), il britannico Simon Yates, il colombiano Egan Bernal Gomez, l’azzurro Gianni Moscon e lo spagnolo Mikel Landa.La “Corsa rosa” scatterà l’11 maggio da Bologna e terminerà a Verona il 2 giugno dopo 3.518 chilometri. La Cima Coppi sarà il Passo Gavia (2.618 metri), il 28 maggio, nella tappa Lovere-Ponte di Legno.
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Giro d’Italia 2019, niente Valfresca. La tappa sui viali Varese e Cavallotti
Sopralluogo in città per definire il finale della tappa del Giro d’Italia che domenica 26 maggio arriverà a Como dopo essere partita da Ivrea. Da una parte gli esponenti del comitato locale, capitanati dagli assessori Marco Galli e Simona Rossotti. Dall’altra, gli organizzatori di Rcs Sport – che organizza la “ Corsa rosa” – guidati dal direttore ciclismo, Mauro Vegni.Un incontro su più fronti, in cui, prima in riunione e poi in vari luoghi di Como, è stato analizzato ogni aspetto legato al grande evento.Non a caso, erano presenti gli esponenti di tutti gli uffici di Palazzo Cernezzi, visto che, al di là di un discorso puramente sportivo, l’analisi ha toccato vari aspetti, a partire da logistica, commercio, strade e ordine pubblico. Non va infatti dimenticato che quel giorno ci saranno le elezioni europee e a Cernobbio ci sarà il giorno di apertura del Concorso d’Eleganza, che comporta l’arrivo sul Lario di migliaia di appassionati di auto storiche per seguire la più importante manifestazione mondiale del settore. Rcs Sport ha raccolto ogni dato in un dossier e presto si confronterà di nuovo con Como per rifinire ogni situazione. Quindi per ora si parla di ipotesi di lavoro, più che di decisioni, anche se la strada è tracciata.E la prima notizia di rilievo riguarda proprio la parte finale del tracciato. Non ci sarà il passaggio sulla Valfresca e nemmeno dalle vie Bixio e Bellinzona. Una scelta presa non per la questione della frana che blocca la Valfresca stessa, ma per sgravare il traffico in quella zona. Di fatto, in una giornata ad alto tasso di traffico per tanti motivi, si è scelto di avere un corridoio libero.Quindi il finale ricalcherà il percorso del Giro di Lombardia con l’arrivo dei corridori dal Triangolo Lariano, la salita del Colle di Civiglio, la discesa attraverso Ponzate e Camnago e il rientro nella Convalle. Dopo aver costeggiato il Cosia la gara entrerà sì in Tangenziale, ma in via Lucini non andrà diritta – come avviene nella “classica autunnale” – ma svolterà a destra. Poi ci sarà il passaggio in viale Varese in contromano, idem per viale Cavallotti e poi nuova svolta a destra verso il traguardo di piazza Cavour dove ci sarà l’arrivo. E questa è una prima importante novità che va a chiudere i discorsi rispetto alla possibilità di passare o meno sulla Valfresca.Una scelta fatta anche considerando che si tratta della tappa più lunga del Giro d’Italia; di fatto, nell’economia della “Corsa rosa” – che si disputa su tre settimane – la salita o meno di via XXVII Maggio non ha poi questa grande rilevanza.Ma non solo: tre gruppi di lavoro, dopo la riunione generale, hanno girato per la città, ognuno con un compito specifico.Uno ha valutato la situazione di piazza Cavour per studiare la logistica del traguardo, peraltro già ben nota a Rcs Sport, visti i recenti precedenti con il “Lombardia”. Ma non solo, sono state studiate anche le vie adiacenti, e la zona di piazza Volta, per la collocazione del villaggio del Giro e delle attività di sponsor e comitato locale.Una seconda delegazione è stata a Villa Olmo, che dovrebbe ospitare il cosiddetto quartier tappa, con la direzione gara e la sala stampa. In pratica come qualche settimana fa per il “Lombardia”.Il terzo gruppo, infine, è stato ai Giardini a lago per una valutazione riguardo alla collocazione dei mezzi legati a corsa e squadre.Di fatto sono state poste le basi per tutto il lavoro che andrà fatto fino al prossimo 26 maggio.
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Giro d’Italia 2019. L’assessore Galli: «La Valfresca potrebbe rimanere chiusa»
Un piccola strada per una grande figuraccia (del Comune). La Valfresca, passaggio tradizionale delle gare ciclistiche in terra comasca, rimarrà con ogni probabilità inaccessibile per la tappa del Giro d’Italia 2019 che si concluderà a Como. Quello che stona – e tanto – è che l’arrivo della maglia rosa in città è previsto per il prossimo 26 maggio. Sette mesi prima che la carovana del Giro faccia il suo ingresso a Como, il Comune sembra dunque aver già alzato bandiera bianca sulla Valfresca. La strada, interessata da due smottamenti lo scorso mese di maggio a seguito delle abbondanti piogge, è attualmente chiusa tanto che anche in occasione dell’ultimo Giro di Lombardia (svoltosi lo scorso 13 ottobre), i ciclisti in origine destinati a transitare per questa via sono invece poi stati dirottati lungo via Bellinzona prima dell’arrivo sul lungolago.Si tratta di disagi che possono ovviamente verificarsi, specialmente lungo piccole stradine sicuramente molto spettacolari e da sempre capaci di fare la selezione tra i corridori ma d’altra parte soggette a problemi legati a diversi fattori come, in questo caso, il meteo. Ciò che proprio sembra incredibile è avere la pressoché totale certezza di non riuscire a intervenire in maniera risolutiva su pochi metri di strada avendo a disposizione sette mesi di tempo.L’assessore all’Ambiente e sport di Palazzo Cernezzi, Marco Galli, fa innanzitutto sapere che è in atto un contenzioso con i privati che rallenta le operazioni e poi analizza la situazione. «La strada con ogni probabilità resterà chiusa anche per il Giro d’Italia», dice l’assessore, che di fatto preannuncia uno stop alla Valfresca.E ciò che sembra confermare ulteriormente questa previsione è quanto aggiunto in seguito. «Stiamo già valutando percorsi alternativi. Non possiamo infatti farci trovare impreparati all’interno di una macchina organizzativa così precisa come è quella del Giro d’Italia».Così come accaduto per il Giro di Lombardia e prima ancora per il Giro della Provincia di ciclismo riservato agli Allievi (gara spostata ad Appiano Gentile) e per il Rally Aci Como-Etv (shakedown trasferito ad Asso), anche per la “Corsa Rosa” dunque non si passerà dalla Valfresca. Intanto tra dieci giorni è previsto un nuovo sopralluogo proprio per fare il punto della situazione.«Siamo già all’opera anche in collaborazione con la polizia locale per approfondire l’analisi di tracciati alternativi che dovranno bypassare la Valfresca prima di arrivare a fine tappa», chiude sempre l’assessore allo Sport Galli.E su questo problema lo stesso Mauro Vegni, direttore Rcs Ciclismo, è intervenuto proprio a margine della presentazione del Giro d’Italia. «Il passaggio lungo la Valfresca è un’incognita – ha detto – Questa strada ha posto all’attenzione un problema già per il Lombardia che sarà monitorato anche in futuro. D’altronde il vero punto di domanda di tutti i giri è rappresentato dalle condizioni meteorologiche e quindi da eventuali danni causati al territorio».La frazione lariana sarà la 15esima tappa con partenza da Ivrea. I corridori in arrivo dal Piemonte, attraverseranno la Brianza e saliranno da Asso verso il Triangolo Lariano per poi inserirsi sul finale del Giro di Lombardia con il gran finale sul lungolago. Il giorno dopo è previsto un riposo, mentre martedì 28 maggio l’appuntamento è con la terribile Lovere-Ponte di Legno, che prevede la scalata dei passi Mortirolo e Gavia.
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Giro d’Italia 2019, la settimana prossima ricognizione in città
Appuntamento alla prossima settimane in città. Una delegazione di Rcs Sport sarà a Como per impostare sul campo la logistica in vista della tappa del Giro d’Italia, che giungerà sul Lario domenica 26 maggio. Più che sulla parte finale del percorso, con gli assessori Marco Galli e Simona Rossotti – responsabili del comitato locale – l’attenzione sarà concentrata sugli spazi dove ospitare i mezzi, il villaggio del Giro e sul coordinamento delle attività in vista dell’arrivo della “Corsa rosa”.
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Giro d’Italia 2019 con arrivo a Como. Ci sarà anche Vincenzo Nibali
Anche Vincenzo Nibali sarà al via del Giro d’Italia 2019; la conferma è arrivata dal campione siciliano (nella foto) che nella prossima stagione ha deciso di partecipare anche al Tour de France. Un Giro che toccherà anche Como, con l’arrivo in piazza Cavour della tappa che domenica 26 maggio scatterà da Ivrea. Proprio sul traguardo nel salotto della città, Vincenzo Nibali – che vive a Lugano e spesso si allena sul Lario – ha vinto il Giro di Lombardia nel 2015 e nel 2017.
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Giro d’Italia 2019 a Como. L’entusiasmo di Andrea Monti, Davide Cassani e Renato Di Rocco
Como sede di tappa nel Giro d’Italia 2019. Tra le parole di apprezzamento, ieri alla presentazione ufficiale a Milano, sono giunte quelle diAndrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport.«Milano e Como sono parte di una stessa storia ciclistica, culturale ed umana – ha spiegato – Sono molto felice: andare a recuperare il circuito del “Lombardia” e farne un pezzo del Giro d’Italia è secondo me un recupero storico importantissimo per il ciclismo e per Como, che è una città che merita tutto il nostro affetto».Davide Cassani, commissario tecnico della Nazionale, ha ricordi lariani come corridore. Lui era in gara nel 1987, l’ultima volta in cui una tappa terminò sulle rive del lago. «Ed è anche un bel ricordo – spiega – visto che la mia squadra alla fine vinse con l’irlandese Stephen Roche. Per quanto riguarda l’appuntamento per il 2019, devo dire che si tratta di un percorso bello, spettacolare e difficile perché è il finale del “Lombardia”. Un tratto con salite e discese, una tappa che non deve essere presa sottogamba, dove ci potrebbero essere distacchi importanti per quanto riguarda la classifica generale della corsa».Parole di elogio per la scelta di Mauro Vegni anche daRenato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica italiana.«Abbiamo ancora negli occhi l’ultimo Giro di Lombardia e gli arrivi degli scorsi anni, con le vittorie di Vincenzo Nibali e Paolo Bettini, sono ricordi bellissimi. Si tratta di una località storica per il ciclismo, di riferimento non soltanto nazionale ma anche mondiale. Una meta ambita per ogni ciclista per e il fascino del percorso, compreso il suo bellissimo rettilineo d’arrivo».Qualche numero sulla gara. In collegamento televisivo ci saranno 198 Paesi, con un pubblico di 850 milioni di persone. Sulle strade, è stato calcolato, almeno dieci milioni di appassionati.
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Giro di vite su auto e furgoni in centro. Nuove telecamere ai varchi della Ztl
Palazzo Cernezzi ha scelto di mettere mano agli accessi di auto, moto e furgoni in centro storico all’interno della Ztl, la Zona a traffico limitato. Nei mesi scorsi è stato infatti più volte dimostrato come alcuni varchi non siano affatto presidiati e come anche le regole per l’accesso di fornitori e corrieri vengano ogni giorno violate.Sono così in arrivo nuove telecamere per completare e sostituire quelle già esistenti che delimitano il perimetro della Città murata. Il Comune di Como presenterà in giunta, la prossima settimana, un’informativa sul sistema elettronico di controllo automatico degli accessi tramite telecamere in città. Oltre a sostituire quelle già esistenti con nuove telecamere l’amministrazione comunale è pronta ad ampliarne il raggio d’azione.La Ztl comprende tutta la Città murata, le aree di piazza Roma-piazza Verdi e di piazza Volta, via Grassi e via Garibaldi.In tutta quest’area vige, durante tutto l’anno, la limitazione del traffico cittadino che consente l’accesso al centro storico ai residenti, ai titolari di attività e a particolari categorie di utenti. Resta spenta invece almeno fino al 15 gennaio la telecamera di via Milano alta con il via libera alle auto anche dalle 7 alle 9 del mattino.Dalla viabilità alla sosta in città. Il 31 dicembre scadranno infatti i permessi temporanei di posteggio per i residenti e la procedura per le nuove assegnazioni partirà un mese prima.La richiesta va presentata entro il 1° dicembre. Occorre compilare i moduli che si trovano sul sito di Csu (csusrl.it), consegnarli agli uffici della stessa società in via Giulini insieme con una marca da bollo da 16 euro e copia fronte/retro del libretto di circolazione dell’auto. Il sorteggio in caso di richieste superiori alla disponibilità avverrà il 6 dicembre in Comune.Il risultato del sorteggio potrà essere visualizzato sul sito Internet di Csu.Sono tre le soluzioni di parcheggio riservate ai residenti. La principale e la più richiesta è rappresentata dai “posti gialli” nei settori numero 1, 2, 10 e 11 (Sant’Agostino/via Torno, Ztl/piazza Roma, piazza Volta e viale Rosselli). I posti sono 378, il costo annuo è di 374 euro.Vi sono poi gli abbonamenti agevolati per i “posti blu”. In tutto 1.513 permessi al costo annuo di 170 euro. L’ultima possibilità per il settore 11 riguarda la sosta interrata al civico 163 di via Borgovico. Ci sono 28 posti a 660 euro l’anno.
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Giro di Lombardia sul Lario: a Como un traguardo riservato alle grandi firme
Il Giro di Lombardia numero 112 torna in piazza Cavour, ad un anno di distanza dalla gara conclusa con la seconda grande impresa di Vincenzo Nibali, primo in solitaria, che ha concesso il bis dopo l’affermazione del 2015 nella “classica delle foglie morte”. Alle sue spalle si sono piazzati il francese Julian Alaphilippe e l’italiano Gianni Moscon.Quello di piazza Cavour è stato un traguardo ritrovato dal Lombardia nel 2004 e scelto per il gran finale fino al 2010. In quegli anni si sono registrati i trionfi di campioni del calibro di Damiano Cunego, Paolo Bettini e Philippe Gilbert.Di fatto quello lariano si è mostrato un arrivo che ha sempre escluso risultati a sorpresa; i favoriti, i grandi nomi del momento, hanno sempre saputo esporsi. Difficile che sul Lario si possa registrare l’exploit di un outsider in un finale duro che prevede la scalata di Ghisallo, Muro di Sormano e Civiglio.Dopo le tre stagioni con il percorso Milano-Lecco (2011, primo lo svizzero Oliver Zaugg) e Bergamo-Lecco (2012 e 2013, successi di Joaquim Rodríguez), Como e la città orobica si sono accordate per interscambiarsi partenza e arrivo.Nel 2014, dunque, con il via dal Lario, si è imposto l’irlandese Daniel Martin; nel 2015, a Como è salito sul gradino più alto del podio Vincenzo Nibali. Nel 2016 la corsa conclusa nel centro storico di Bergamo vide il successo del colombiano Esteban Chaves, mentre nel 2017, a imporsi sul Lario è stato di nuovo Nibali.Quella del Giro di Lombardia è una lunga storia, iniziata nel 1905. Da quell’ anno fino al 1960 la corsa è stata disputata sul percorso Milano-Milano, poi, dal 1961 al 1984, ha avuto come traguardo Como, prima all’interno dello stadio Sinigaglia, dove c’era un velodromo ora smantellato, e poi sul lungolago.In quella fase, oltre che da Milano, il via è stato dato da Seveso (nel 1977, una scelta solidale dopo il disastro dell’Icmesa) e da Brescia. Poi, per un po’, l’arrivo lariano è stato abbandonato.Tra 1985 e 1989 il via è stato dato da Como, poi i poli della corsa curata da Rcs Sport-La Gazzetta dello Sport sono stati in altre località.Il ritorno nella nostra provincia come base di partenza è stato nel 2002, con il percorso disegnato sul tratto tra Cantù e Bergamo. L’anno dopo, invece, fu la volta del percorso da Como al capoluogo orobico. Poi, come detto, il ritorno alla grande nel 2004, dopo lo star da Mendrisio, in Canton Ticino, con l’affermazione in piazza Cavour di Damiano Cunego, il corridore veronese che proprio quest’anno ha dato l’addio al ciclismo agonistico.Qualche ulteriore curiosità sulla gara. La prima edizione fu organizzata nel 1905 su idea del giornalista Tullo Morgagni e si chiuse con il successo di Giovanni Gerbi davanti a Giovanni Rossignoli e Luigi Ganna.Fausto Coppi è il corridore che è salito per più volte sul gradino più alto del podio, con cinque affermazioni (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954); in questa speciale classifica è al secondo posto Alfredo Binda (1925, 1926, 1927 e 1931). Sono invece sei gli atleti che possono contare tre vittorie: Damiano Cunego (2004, 2007 e 2008); gli altri sono il francese Henri Pellissier, l’irlandese Sean Kelly e gli altri italiani Gino Bartali, Gaetano Belloni e Costante Girardengo.Il migliore piazzamento di un corridore comasco? Il terzo posto di Costantino “Tino” Conti, che nel 1974 terminò dietro i belgi Roger De Vlaeminck ed Eddy Merckx.Tra i grandi nomi che hanno fatto loro la “classica delle foglie morte”, Felice Gimondi (1966 e 1973), Eddy Merckx (1971 e 1972), Roger De Vlaeminck (1974 e 1976), Francesco Moser (1975 e 1978), Gianbattista Baronchelli (1977 e 1986), Michele Bartoli (2002 e 2003) e, in tempi più recenti, Paolo Bettini (2005 e 2006) e Philippe Gilbert (2009 e 2010).L’Italia è la nazione che vanta più successi, in totale 69. Seguono Belgio (12), Francia (11), Svizzera (5), Irlanda (4), Paesi Bassi (3) e Spagna (2).Dal 2009 il Giro di Lombardia fa parte dell’Uci World Tour. La corsa fa parte del ristretto gruppo delle cinque “classiche monumento” con Milano-Sanremo. Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi.
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Gipsoteca Giudici, visita alla collezione permanente
Come omaggio ai visitatori della Gipsoteca Giudici di Luganoin Riva Caccia 1A, intitolata al grande scultore lariano Gianluigi Giudici, sabato 22 dicembre nel biglietto di ingresso al costo di 5 franchi, sarà compresa una visita guidata alla collezione permanente e alla mostra temporaneaDialoghi di scultura Murer / Pedrazzini / Selmoni.Visite guidate alle ore 15 e alle ore 17. Si consiglia la prenotazione scrivendo a gipsotecaggiudici@gmail.com.
La Gipsoteca, dedicata a Gianluigi Giudici (Casanova Lanza 1927, Valmorea 2012) e alla sua opera, raccoglie diverse centinaia di gessi di lavori poi fusi in bronzo, realizzati in oltre cinquant’anni di attività (nella foto, particolare dell’allestimento).
Il linguaggio utilizzato dall’artista spazia dal figurativo all’astrazione, nella sua variante organica. Particolarmente apprezzata nel tempo è stata la sua scultura religiosa, collocata presso chiese delle province lombarde e del Canton Ticino, con una eccezione per l’ampio intervento compiuto a Vienna, tra 1966 e 1992, presso la Chiesa del Buon Pastore.
L’allestimento presso la sede della Gipsoteca, è stato realizzato con lo scopo di evidenziare la varietà e peculiarità dei linguaggi utilizzati, attraverso la creazione di “isole” ossia raggruppamenti di opere che meglio inquadrano aspetti del suo lavoro. Da segnalare inoltre altri due interessanti spazi: il deposito gremito di gessi di varia epoca e di vario interesse e l’atelier giovanile dell’artista con gli strumenti per la realizzazione di lavori a cesello e a sbalzo.
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Giovanni Lischio, poesie per neonati
La copertina del libro
Acrostici per neonati sul Lario. Due incontri a Onno (venerdì sera alle 20 presso la biblioteca di piazza Roma) e a Pontelambro (sabato in biblioteca alle ore 16 in piazze Puecher) per lo scrittore lariano Giovanni Lischio.
Presenterà il suo libro “Cara mamma, caro papà. Voglio nome bello e speciale” edito da Macchione di Varese. A Onno la presentazione sarà in occasione di un pigiama party con le maestre della scuola che faranno letture dal libro e da una fiaba ambientata nel mondo delle lettere dell’alfabeto, intitolata “C’era l’acca”.
Il libro che esce in occasione della festa della mamma racconta il mondo in una culla ed un alfabeto poetico per neonati. Ospita in tutto 250 nomi – maschili e femminili – di cui 50 stranieri: cinesi, giapponesi, ebrei, arabi eccetera, raccontati con la tecnica antica dell’acrostico. Ingresso libero.