Como obbligato a vincere il derby contro il Lecco per qualificarsi alle semifinali della poule scudetto, che decreterà il campione della serie D 2018-2019.Oggi alle 16, la squadra di mister Marco Banchini scende in campo al Sinigaglia per una sfida tradizionalmente molto sentita, che manca da nove anni.Il derby lariano Como-Lecco è l’ultima partita del girone di qualificazione della poule scudetto. La prima uscita per gli azzurri era stata sul campo dell’Arzignano ed era terminata 0-0. Poi i veneti sono stati superati 2-1 dal Lecco. I blucelesti hanno tre punti, azzurri e vicentini uno. Como senza alternative: una vittoria proietterebbe i padroni di casa al primo posto e darebbe quindi la qualificazione alle semifinali, dove sono ammesse le prime tre di ogni gruppo e la migliore seconda. Nel secondo gruppo, però, Cesena e Pergolettese hanno vinto con la Pianese e quindi con un pari i lariani di Banchini chiuderebbero la loro stagione (2 punti contro i 3 di una delle due avversarie, ipotizzando una sconfitta nel confronto diretto di oggi nello stadio della città romagnola). Per evitare troppi calcoli da parte delle contendenti, tutti gli incontri dei tre gironi si svolgeranno in contemporanea e al termine si conosceranno quindi le squadre che disputeranno le semifinali.Per assistere al derby, i biglietti costeranno 30 euro per la tribuna d’onore, 25 per la tribuna laterale (ridotto 15), 15 per la curva del Como, (ridotto 10). Possono acquistare il biglietto a tariffa ridotta gli over 65, le donne e i ragazzi fino a 16 anni. I biglietti possono essere comperati anche domani, ad eccezione di quelli della curva ospiti, dalle 9 alle 12 e poi prima della partita a partire dalle 13.30.
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Comaschi sempre più innamorati della bicicletta
Bella, green e anche economica. La bicicletta, dicono i comaschi, fa bene alla salute e al portafoglio. Il maggior risparmio? La riduzione della spesa per la benzina e l’uso dell’auto. Lo afferma l’82% degli abitanti di Como nell’indagine condotta dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni in occasione del Giro d’Italia 2019, di cui la compagnia è Top Sponsor. Un ulteriore 16% sostiene inoltre che qualche bella pedalata possa sostituire l’abbonamento in palestra. Ma che cosa rende speciale la bicicletta per gli abitanti di Como? La prima ragione, a detta di un comasco su due (50%), è il fatto che sia un mezzo ecologico, che offre la possibilità di spostarsi, e percorrere brevi o lunghe distanze, senza incidere sull’ambiente. Tra gli altri punti di forza, i benefici sul benessere individuale (26%). Sul fronte sicurezza va detto che quando i ciclisti salgono in sella vogliono pedalare senza ansia. Il vizio peggiore? Per oltre due comaschi su tre (68%), non rispettare le norme della strada, soprattutto andando contromano, procedendo a zig-zag nel traffico o, ancora, distraendosi e parlando al cellulare.
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Auto si ribalta in A9, un ferito
Un’auto si è ribaltata lungo l’A9, nel tratto che da Turate conduce verso Lomazzo in direzione Como. Paura alle 15 di ieri pomeriggio per un 47enne che era volante della vettura.L’uomo ha perso il controllo per cause che ora dovranno essere accertate dalle forze di polizia intervenute. L’allarme è stato lanciato in codice rosso. All’arrivo al Sant’Anna tuttavia l’automobilista pareva meno grave di quanto all’inizio ipotizzato. Sul posto anche i vigili del fuoco di Saronno.
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Alla guida con un tasso di alcol nel sangue sei volte oltre il limite
Uno viaggiava sbandando vistosamente con un tasso di alcol nel sangue sei volte oltre il limite consentito dalla legge (che è di 0,5). Un’altro, che ha pure tentato di aggredire gli uomini del Nucleo radiomobile della polizia locale di Cantù, con il tasso “solo” di cinque volte superiore a quanto ammesso.
Sono i due risultati più clamorosi – tra l’altro registrati in pieno giorno, il primo alle 14.45 del 7 maggio, il secondo alle 16 di martedì – del servizio specifico messo in strada dagli agenti della “Città del Mobile” proprio per prevenire gli eccessi alla guida.
Nei due casi appena citati, l’auto è stata confiscata, la prima patente ritirata e la seconda revocata. Entrambi gli automobilisti sono stati denunciati. Il primo – un 40enne di Cucciago – era stato sorpreso in via Como in direzione di Cantù. Viaggiava sbandando vistosamente e per questo una pattuglia della polizia locale l’aveva in seguito e fermato. L’alcoltest aveva poi dimostrato la quantità incredibile di alcol nel sangue, ben sei volte oltre il lecito. L’automobilista aveva percorso in questo stato tanti chilometri, arrivando dalla Svizzera. Una volta fermato, non era nemmeno riuscito a trovare le chiavi per spegnere il motore.
Il “collega” è stato invece fermato martedì: si tratta di un 40enne di Cantù che avrebbe anche tentato di aggredire gli agenti. Ma nel corso dei controlli della polizia locale brianzola è stato controllato e denunciato anche un terzo automobilista, identificati nei pressi della piscina comunale di Cantù alle 14.30 del 20 maggio. Anche per lui il tasso era oltre il consentito di tre volte. Per tutti e tre i casi, specifica il comando di Cantù, «sono previste le pene dell’ammenda compresa tra i 1.500 e i 6.000 euro e l’arresto da 6 mesi ad un anno».
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Agenzia delle Entrate, l’appuntamento si prende online
Parte a Como il nuovo servizio “Prenota ticket” per fissare un appuntamento allo sportello di Agenzia delle entrate-Riscossione e ricevere assistenza su cartelle, avvisi e procedure di riscossione, senza attese.Il servizio è accessibile dal sito dell’Ente di riscossione e dall’App Equiclick. Permette di scegliere giorno e ora in cui si desidera andare allo sportello di Como in via Sant’Elia 11, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 8.15 alle ore 14.15. Il servizio “Prenota ticket”, partito già nel secondo semestre dell’anno scorso in alcune città, è stato esteso gradualmente sul territorio nazionale, con l’attivazione di ulteriori 97 sportelli.Finora il 45% dei contribuenti che ha utilizzato il “Prenota ticket”, lo ha fatto per avere informazioni su cartelle, avvisi e sulle attività svolte dall’Agenzia delle entrate-Riscossione, il 37% ha fissato un appuntamento per richiedere una rateizzazione mentre il restante 18% ha scelto il servizio di pagamenti alla cassa. La procedura è semplice e consente con pochi click di selezionare lo sportello desiderato e il tipo di operazione.
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Rapina di Mozzate, tre arresti dei carabinieri
Tre uomini di 22, 23 e 32 anni sono stati arrestati dai carabinieri di Mozzate con l’accusa di essere i responsabili della rapina messa a segno il 16 febbraio scorso al supermercato Md, che si trova in viale Varese.I militari dell’Arma hanno identificato i banditi al termine di un’indagine partita dai rilievi effettuati dopo il colpo e dall’analisi delle immagini di videosorveglianza.L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita domenica. Due dei tre arrestati, in base a quanto ricostruito dai carabinieri, attorno alle 18 del 16 febbraio scorso avevano fatto irruzione al supermercato.Uno dei banditi era armato di pistola e, minacciando una cassiera, si era fatto consegnare il denaro contenuto in una delle casse, circa 400 euro.I malviventi erano poi fuggiti, allontanandosi a bordo di una Volkswagen Polo di colore rosso.L’autovettura era risultata di proprietà del terzo dei fermati, che era alla guida del mezzo. L’uomo, nel tentativo di sviare le indagini, aveva denunciato il furto della macchina.
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Quello strano rapporto tra paziente e farmaco
di Mario Guidotti
“Dottore, mi hanno imbottito di medicine” oppure “mi hanno gonfiato di cortisone” o ancora “mi hanno riempito di antibiotici”. È un classico, il rapporto con i farmaci è molto spesso conflittuale nelle vicende tra medici e pazienti. Al contrario, ci sono malati che prendono (“tirano giù” o anche “bevono” sono modi più comaschi di dire) un sacco di medicine con grande disinvoltura senza neppure dirlo ai propri curanti. Esempi? Per il mal di testa, per l’intestino (chi troppo e chi troppo poco), per digerire e per finire, trattasi di una vera moda, i magici integratori. Quindi chi si lamenta del troppo, che sono magari due pillole, chi invece ci sguazza. Primo punto: grazie a Dio ci sono i farmaci. Certo, bisogna usarli nei modi e tempi corretti, cosa apparentemente scontata ma che non lo è per niente. Un paziente cui abbiamo prescritto una pastiglia al giorno della medicina A e tre volte al giorno della B, ha assunto per settimane tre volte al dì la A e una la B. Eppure era stampato da computer, quindi non c’è neppure l’alibi della brutta calligrafia del dottore. Misteri. Ma comunque è chiaro che la cronicizzazione delle malattie, l’invecchiamento della popolazione e quindi il sommarsi di più patologie nelle persone ha fatto sì che la mattina taluni individui abbiano l’impressione di assumere pillole a manciate. Ma se sono corrette va bene così. Il punto è che tutti i farmaci che si prendono non siano la risultante della somma aritmetica di tanti specialisti che prescrivono in autonomia. Spieghiamo: a volte un anziano va dall’urologo, cardiologo, neurologo, gastroenterologo, oculista, diabetologo, pneumologo e ciascuno prescrive la propria terapia. È possibile, anzi quasi certo, che vi siano interazioni tra le prescrizioni. Facciamo un esempio: il cardiologo vuole sempre tenere la pressione arteriosa il più bassa possibile mentre il neurologo ha bisogno che la “spinta” cardiocircolatoria sia tale da irrigare il cervello, oppure, tante medicine per la prostata agiscono anche sul sistema circolatorio, quelle per il respiro sul battito cardiaco e così interferendo. È quindi fondamentale che vi sia un medico “collettore” di tutte le proposte terapeutiche, che conosca il malato in maniera “longitudinale”, cioè per buona parte della sua vita conoscendone anche aspetti che i vari specialisti che intervengono “trasversalmente” in un momento particolare del soggetto non possono conoscere. Chi meglio del Medico di Medicina Generale per questo ruolo? C’ è poi lo strano fenomeno dell’auto-medicazione, che non va per forza censurata, ma gestita correttamente. Quindi attenzione a farmaci apparentemente banali presi senza consultare il medico. Infine invece è del tutto reprensibile la pratica di far prescrivere terapia per conto terzi. Chi lo fa? Alzino la mano le mogli che non sono mai andate dal medico, ma spesso anche dal farmacista, a farsi dare qualche medicina per sintomi o segni osservati (da loro) sul marito.
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Politeama, costi e limiti Idea per non vendere
di Marco Guggiari
La questione del cineteatro Politeama, chiuso dal 2005 e in progressivo stato di degrado, dura da troppo tempo. Va affrontata e risolta, possibilmente con atteggiamento improntato a realismo. In altri termini, non ha molto senso ed è improduttivo limitarsi al rammarico per la mancata soluzione del problema, o al reiterato fervorino perché qualcuno metta mano al portafoglio. Questo è uno dei due punti decisivi. L’assemblea dei soci un mese fa ha accolto la proposta del liquidatore di porre sul mercato lo storico edificio di piazza Cacciatori delle Alpi. Il Comune ne detiene ormai la stragrande maggioranza delle quote: l’82%. Secondo la più recente perizia il valore dell’immobile è di 4,5 milioni di euro e chissà quanti ne servirebbero per rimetterlo in sesto, si dice 6. Fin qui l’aspetto finanziario, che non è cosa di poco conto.
A ciò si aggiunge un altro elemento altrettanto cruciale costituito dalle restrizioni sulla struttura. Lo stabile, costruito tra il 1909 e il 1910, è vincolato dalla Soprintendenza per le sue caratteristiche e Palazzo Cernezzi vuole, giustamente, che conservi una funzione culturale. Questo combinato disposto riduce a zero o quasi il mercato e le invocate manifestazioni d’interesse. Quale privato vorrebbe accollarsi un onere economico tanto importante per l’acquisto e per la successiva ristrutturazione, senza poi poter di fatto mettere a reddito i locali, pur ubicati in una zona centralissima e, di per sé, appetibile?
Con la cultura, che a tutti noi piace, non recupererebbe mai le risorse investite. Il sentiero è quindi stretto e sostanzialmente obbligato. Bisogna pensare a una squadra locale che collabori con uno scopo superiore, quasi filantropico. Occorrerebbe che i progettisti degli Ordini professionali comaschi di architetti e ingegneri e il Collegio delle imprese edili, auspice attivo il Comune, unissero gli sforzi per gli indispensabili restauri nell’interesse della città.
Magari una convenzione con Palazzo Cernezzi potrebbe essere la via per raggiungere l’obiettivo: un uso di pubblico interesse. Se si riesce a prescindere dalla vendita, forse si potrebbe trovare una diversa formula giuridica. Sarebbe una bella pagina per chi decidesse di intervenire e per Como.
Un Politeama rinnovato servirebbe a tanti, al Conservatorio che chiede più spazi, alla città per disporre di un polo culturale. Si potrebbe avere una sala concerti, un auditorium, un teatro… Sarebbe un tassello decisivo per un polo della cultura ubicato tra piazza Cacciatori delle Alpi e viale Cavallotti, dove c’è la sede dell’Associazione Carducci, dove ci sono tuttora spazi dell’Università. È un’idea. Forse dell’ultimo dei romantici.
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L’intervento Confcooperative, una storia lunga un secolo
di Mauro Frangi
Confcooperative compie 100 anni. Li abbiamo celebrati martedì incontrando il Presidente della Repubblica. Dopo l’udienza del 16 marzo con Papa Francesco. Con decine di iniziative su tutto il territorio nazionale, a cominciare dall’assemblea di Confcooperative Insubria a Como, l’11 gennaio scorso.
L’Italia dei primi del Novecento era un Paese ancora più fragile e disuguale di oggi. Un Paese che viveva una fase di transizione epocale e difficile. In quella stagione, le donne e gli uomini, soprattutto dei ceti più popolari, hanno scoperto e praticato l’esperienza del mutualismo. Hanno pensato e sperimentato che mettersi insieme ed organizzarsi in imprese mutualistiche e democratiche era il modo migliore per soddisfare i propri bisogni in un tempo difficile. Nel consumo, nel credito, nella valorizzazione del proprio lavoro e dei propri prodotti. E hanno capito che per dare forza e continuità a quelle esperienze servisse dare corpo ad un loro coordinamento nazionale.
Diverse realtà cooperative di ispirazione cristiana hanno scelto di dare vita alla Confederazione delle Cooperative Italiane. Unendo in un’unica associazione esperienze e soggetti molto diversi tra loro, ma accomunati dalla fedeltà alla dottrina sociale cristiana e dall’impegno a servire le comunità e i territori. Da quella scelta è nata, nel 1919, Confcooperative.
Oggi celebriamo una storia lunga un secolo. Una storia che ha attraversato e superato il fascismo, una guerra mondiale, due grandi crisi economiche.
In questi 100 anni Confcooperative è stata sempre al fianco delle imprese cooperative. Le ha promosse, tutelate, accompagnate. Confcooperative – per un secolo – ha contribuito a far sì che le cooperative perseguissero al meglio la loro missione: consentire a ceti popolari, alla parte più debole della società italiana, che altrimenti ne sarebbe stata esclusa, di accedere all’esperienza dell’impresa, di produrre reddito, occupazione, solidarietà. Aspetti inscindibili del progresso economico e sociale di un Paese civile.
Una lunga storia di cui Confcooperative continua a essere protagonista ancora oggi. Le imprese cooperative nascono e crescono per rispondere ai bisogni insoddisfatti delle persone e dei territori. Per generare nuovo lavoro per i giovani, le donne, i tanti “espulsi” dal mercato del lavoro, i “nuovi italiani”. Per generare nuova e diversa imprenditorialità. Per costruire comunità più coese e più inclusive.
Coinvolgono donne e uomini di una comunità, perché riescano a costruirsi, con il proprio lavoro e con la propria impresa, soddisfazione dei bisogni, dignità economica, inclusione sociale. È la prova che il pluralismo delle motivazioni imprenditoriali fa bene all’economia e alla società: contribuisce allo sviluppo e genera coesione sociale. In un tempo in cui di sviluppo e coesione abbiamo tanto bisogno.
Imprese mutualistiche, prive di finalità speculative, aperte e democratiche. Imprese nelle quali a tutti è data l’opportunità di essere imprenditore e a nessuno è concesso di diventare padrone. Imprese nelle quali non è possibile “arricchire uno solo a danno di tutti gli altri”. Imprese dalle quali non si ricaveranno mai plusvalenze o “capital gain”, ma in cui gli utili generati saranno per sempre reinvestiti nello sviluppo dell’impresa stessa, a garanzia della sua capacità di continuare nel tempo a soddisfare i bisogni dei propri soci e della comunità in cui operano.
È questa la “funzione sociale” della cooperazione, sancita e tutelata dall’articolo 45 della nostra Costituzione.
Confcooperative – 100 anni dopo la sua nascita – continuerà a sostenerne la nascita, lo sviluppo, il successo. Perché il successo delle imprese cooperative contribuisce allo sviluppo economico e sociale delle comunità e del Paese che abitiamo.
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L’assessore Negretti: «Regolamento di Polizia locale. Vado avanti sulla mia strada»
«Io sul regolamento vado avanti». Conferma con questa dichiarazione perentoria il suo piglio decisionista, l’assessore alla Polizia locale Elena Negretti che non ha tentennamenti davanti alla pioggia di ben 120 emendamenti presentati dalle diverse forze politiche al “suo” regolamento. E non è neanche preoccupata dalla brusca frenata dei lavori in aula che si è rivelata necessaria per consentire la fase istruttoria da approntare sulla mole di emendamenti. Lavoro preparatorio che ha portato al rinvio di due sedute di consiglio comunale già previste e alla riformulazione del calendario dei prossimi appuntamenti con l’aula di Palazzo Cernezzi.«La scelta di rinviare la discussione è stata condivisa dal presidente del consiglio Anna Veronelli e dal segretario comunale», ha spiegato l’assessore Negretti. Per verificare i singoli emendamenti «vista la delicatezza dell’argomento e visto che l’obiettivo è quello di avere uno strumento valido, è necessario concederci del tempo. Gli uffici poi, questa settimana, con il passaggio del Giro d’Italia e soprattutto con le elezioni sono oberati di lavoro – prosegue Elena Negretti – Raccoglieremo ora gli emendamenti, valuteremo quelli corretti in maniera tale da avere un regolamento valido. Spero di riuscire a dare alla città uno strumento utile». Un modus operandi molto chiaro che però potrebbe generare nuove tensioni all’interno della maggioranza come già accaduto in passato. A partire dalle vicende legate alla creazione della commissione consiliare sulla sicurezza che hanno indebolito i rapporti tra i componenti della maggioranza o al caso dell’uscita in un primo momento dalla giunta dell’assessore Francesco Pettignano poi rientrato in Comune dopo aver cambiato casacca (da Forza Italia a Fratelli d’Italia). Infine comunque arriva un giudizio forse più politico e meno tecnico su 120 emendamenti. «Il confronto è sempre utile e deve essere positivo e costruttivo ma sul regolamento vado avanti», dice la Negretti.