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  • Commissione sicurezza a Como.  Allarme spaccio fuori dalla scuole e ai giardini a lago

    Commissione sicurezza a Como. Allarme spaccio fuori dalla scuole e ai giardini a lago

    Giovani a rischio, degrado e sicurezza: sono questi i temi principali discussi nella seduta di questo pomeriggio della commissione speciale per la sicurezza urbana, presieduta dall’ex pm Vittorio Nessi.L’audizione del comandante della polizia locale Donatello Ghezzo e dell’assessore alla Sicurezza Elena Negretti ha infatti permesso di capire e fotografare la realtà attuale che si vive in città.E il primo, forte campanello d’allarme riguarda i giovani. Sono infatti segnalati in crescita i casi di spaccio in particolare all’esterno delle scuole di Como e nella zona dei giardini a lago, da sempre uno dei punti più “caldi” della città. «Anche nell’ultima riunione del Tavolo dell’ordine e della sicurezza pubblica è stato affrontato il tema – spiega l’assessore Negretti – E in effetti le situazioni più a rischio riguardano proprio casi di spaccio nei dintorni degli edifici scolastici».Sulla realtà ai giardini a lago sono invece arrivate – come detto da alcuni esponenti della commissione – segnalazioni da parte dei residenti per un calo nei servizi di controllo da parte delle forze dell’ordine che nei mesi scorsi, invece, dopo il susseguirsi di diversi episodi criminosi, si erano intensificati.Passando inoltre a tratteggiare una mappa delle altre criticità cittadine, sono state segnalate realtà degradate e prive di decoro in altri punti della città, già in passato sotto la lente di ingrandimento della polizia locale e delle altre forze dell’ordine «a partire dai giardini di via Anzani e quelli di via Leoni», ha spiegato il comandante «da sempre luogo di ritrovo e di assembramento di persone senza fissa dimora e senza occupazione», precisa sempre il comandante. Ulteriore caso di area degradata anche quella di Ponte Chiasso più che per il famoso “turismo alcolico”, per le conseguenze inevitabili, dagli schiamazzi alla sporcizia abbandonata in conseguenza di un flusso molto intenso di giovani specialmente nei week end.Infine un’ultima segnalazione arriva dalla zona a ridosso del Luna Park, in città da alcuni giorni a Muggiò.Nelle aree dove vengono parcheggiate le auto e gli altri mezzi sono infatti stati segnalati diversi casi di furto, soprattutto di motorini e biciclette. E anche da parte dei residenti sono arrivate segnalazioni per i rumori continui che proseguono incessantemente fino a tarda notte in tutta la zona circostante.

  • Pontiggia: «Sbloccare i cantieri senza le polemiche e le liti tra i poteri»

    Tre giorni di dibattiti, 80 relatori, 18 panel, decine di giovani protagonisti con le loro imprese innovative, sostenibili e inclusive e più di 1.500 partecipanti, ma non solo: il Festival Nazionale dell’Economia Civile a Palazzo Vecchio ha avuto un’anteprima proprio sul Lario, a Lecco, con un convegno sponsorizzato dalla Bcc Brianza e Laghi con il sostegno degli enti territoriali.

    «Per il Paese Italia, in questo momento alla ricerca di crescita e di innovazione, servono nuovi modelli economici e sociali – spiega il presidente della Bcc Brianza e Laghi, Giovanni Pontiggia – A livello nazionale queste premesse e nobili motivazioni hanno creato il terreno fertile per l’organizzazione del Festival di Firenze».

    La componente associativa del credito cooperativo non poteva certo mancare a un tavolo sull’economia sociale. Federcasse, la Federazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (Bcc), ovvero 270 banche di comunità, presenti in tutto il Paese, che da oltre 130 anni svolgono il loro ruolo di sostegno ai territori, è tra gli organizzatori del Festival di Firenze.

    «Le Bcc più delle altre banche svolgono la funzione di sostegno anche nei momenti difficili per la società civile – spiega ancora Pontiggia – L’obiettivo dei nostri istituti è proprio studiare e pensare modelli di sostenibilità per il Paese».

    Anche in questa direzione la Bcc Brianza e Laghi ha promosso un incontro territoriale a Lecco. «A Firenze per la nostra banca erano presenti il vicepresidente Carlo Maria Beretta e l’ingegnere Luigi Sabadini, componente del nostro comitato esecutivo e presidente di Api Lecco – dice ancora Pontiggia – L’economia civile vuole proporre una nuova visione del Paese. Al conflitto, alla rabbia e alla paura si vuole sostituire il senso vero della vita – spiega sempre il presidente della Bcc Brianza e Laghi – Una vita intesa come ricchezza, da spendere senza rancore, con serenità e felicità. Il benessere o bene vivere, va messo a disposizioni anche delle categorie più fragili. Occorre mettere l’uomo al centro dell’azione politica a livello nazionale, regionale e locale. Esiste solo una direzione di sviluppo possibile che unisca il valore economico e la dignità del lavoro o la tutela dell’ambiente».

    «La sfida riguarda ora il come fare? Personalmente – conclude Pontiggia – dico che si devono al più presto sbloccare tutti i cantieri. Si tratta di un modo per creare occupazione, liberare risorse per miliardi. Ma i cantieri non si muovono con le polemiche continue e le conflittualità tra i poteri, ma creando un rapporto virtuoso tra il mondo economico e il mondo amministrativo e quello della giustizia».

  • Nuova discarica a cielo aperto nella periferia di Como

    Nuova discarica a cielo aperto nella periferia di Como

    Ancora rifiuti abbandonati, le discariche a cielo aperto sono diventate una piaga per la periferia di Como. Il comune non fa in tempo a ripulire le aree che di nuovo tornano nel mirino dei vandali.

    Se ad Albate, in via del Baco da Seta nulla si è mosso a distanza delle prime segnalazioni di dieci giorni fa, i frigoriferi sono sempre lì così come il resto dell’immondizia, un altro spazio che continua ad essere usato per scaricare i rifiuti si trova nel quartiere di Casate percorrendo la strada sotto la piscina verso la vecchia centrale elettrica.

    Moltissimi sacchi, trappole per topi, quello che resta di un lavandino, borse, ramaglie. Una situazione che si ripete, un problema che non si riesce a risolvere, nonostante sia noto e monitorato. Forse sarebbe opportuno posizionare anche in questo caso delle telecamere per poter risalire a chi arriva, scarica e va via.

  • ‘Ndrangheta in centro a Cantù, chiesti 113 anni

    ‘Ndrangheta in centro a Cantù, chiesti 113 anni

    Richieste di condanna per complessivi oltre 113 anni, da un minimo di 9 anni e 4 mesi per Luca di Bella a un massimo di 18 anni per Giuseppe Morabito.

    Al termine di una requisitoria proseguita per l’intera giornata, il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia Sara Ombra ha presentato il conto ai
    nove imputati nel processo per il presunto controllo della ‘ndrangheta sui bar e sui locali del centro di Cantù, in particolare di piazza Garibaldi.

    Per il magistrato, l’aggravante del metodo mafioso è indiscutibile ed è fondamentale per spiegare quanto accaduto nel cuore della Città del Mobile nei mesi successivi alla gambizzazione, il 10 ottobre del 2015, di Ludovico Muscatello, nipote del boss Salvatore.

    Approfondimenti sulla giornata di oggi nell’edizione del Corriere di Como in edicola domani, mercoledì 3 aprile

  • Marco Simone in Thailandia: allena il Ratchaburi

    Marco Simone in Thailandia: allena il Ratchaburi

    Marco Simone allenatore in Thailandia. Un altro ex giocatore del Como – Stefano Maccoppi recentemente si è accasato a Malta – è stato chiamato all’estero. Simone, 50 anni, da pochi giorni è alla guida del Ratchaburi, formazione della serie A thailandese che è a rischio retrocessione. Marco Simone, attaccante cresciuto nel vivaio del Como, fu protagonista proprio trent’anni fa, nella stagione 1988-1989 con la squadra lariana in serie A e con la Nazionale Under 21. A suon di gol si conquistò il successivo ingaggio al Milan. Poi ha anche giocato con Paris Saint-Germain, Monaco e Nizza.Da tecnico è stato un giramondo: prima del Ratchaburi ha infatti allenato, senza grandi risultati a dire il vero, Tours, Laval e Monaco (Francia), Losanna (Svizzera) e i tunisini del Club Africain.

  • Magia e superstizione in età romana al Museo Giovio

    Magia e superstizione in età romana al Museo Giovio

    Nuovi reperti sono ospitati nella Sezione Archeologica
    Romana del Museo “Paolo Giovio” di Como che vanno ad aggiungersi ai tanti
    significativi oggetti e opere d’arte delle già ricche collezioni. Visitarle è
    fare un viaggio nel tempo dentro un intero quartiere della città, attraverso
    gli utensili di una locanda, i gioielli custoditi nella tomba di una “maga” e i
    molti altri reperti freschi di restauro. L’esposizione è frutto di uno scavo
    urbano effettuato nel 1999 in viale Varese, angolo via Benzi, in occasione
    della costruzione della sede comasca di Regione Lombardia, che ha portato alla
    luce un intero quartiere e due necropoli di epoca romana. «L’allestimento della
    Sala Romana risale a 17 anni fa – ha raccontato la Conservatrice del Museo
    Isabella Nobile all’inaugurazione – ma lo scavo eccezionale di via Benzi ha
    aperto uno sguardo nuovo sulla Como romana, e dunque ecco il motivo di questo
    riallestimento». Per l’esattezza, sono stati rinvenuti una strada di quattro
    metri di larghezza, due necropoli, di cui una monumentale di Età augustea e una
    più tarda, una locanda e un grande edificio pubblico di 66 metri di lato.

    La locanda del III secolo d.C. si è conservata grazie al
    crollo del tetto che ha sigillato tutto ciò che si trovava all’interno:
    attrezzi da cucina (mortai, una graticola e uno spiedo per cuocere le carni),
    strumenti legati alle attività nei campi, utensili per lavori di manutenzione,
    oltre a una bellissima applique in bronzo che raffigura il dio Dioniso semisdraiato
    su una roccia, con in mano un vaso da cui fuoriesce il vino e una pantera stesa
    al suo fianco. Ritrovata sempre in via Benzi, ancora infissa verticalmente nel
    terreno, è anche una commovente stele funeraria del II secolo d.C. in marmo di
    Musso. Vi è incisa un’epigrafe con una dedica che la mamma Onesime fa al figlio
    Criserote vissuto “tre anni tre mesi tre giorni”. Di particolare suggestione è
    poi la cosiddetta “tomba della maga”, datata IV secolo d.C., contenente un
    ricco corredo di gioielli e recipienti in vetro, tra cui una fiala,
    quest’ultima piuttosto rara, che probabilmente custodiva unguenti o balsami.

    Tra i gioielli della “maga” (cui sarebbe bello poter dare un nome come per Isiuret, la mummia della sacerdotessa egizia) una laminetta in oro con un’iscrizione recante simboli magici indossata come amuleto a scopo protettivo. La lettura della laminetta in oro ha dimostrato che l’iscrizione presente è costituita da una serie di simboli (detti, in greco, charakteres) che rappresentavano divinità la cui origine va ricondotta alle credenze orientali. L’esame antropologico ha rivelato che la defunta, di 25-29 anni d’età, aveva nelle ossa un’elevata concentrazione di arsenico: ciò ha portato gli esperti ad avanzare l’ipotesi che la donna esercitasse un’attività nella quale era previsto l’uso di coloranti o pigmenti contenenti arsenico, come l’ocra. Oltre a quelli di via Benzi tanti altri reperti sono stati riletti alla luce degli ultimi studi archeologici e molti oggetti sono stati fatti restaurare così da comprenderne meglio l’uso. Proprio Isabella Nobile farà da guida sabato 6 aprile alle ore 16.30 della visita “Magia e superstizione in età romana. Testimonianze archeologiche dall’area lariana” nell’ambito di un ciclo in cui dopo il rinnovato allestimento della sezione romana, verranno presentati nuovi oggetti del Museo Archeologico e Storico abitualmente non esposti al pubblico. Gli oggetti saranno illustrati da un esperto che racconterà la loro storia, mettendoli in relazione con altre opere del patrimonio museale. Si parte il 6 aprile con il tema della magia e della superstizione nel mondo romano, tema che è salito alla ribalta con l’esposizione della “tomba della maga”, dalla necropoli di viale Varese angolo via Benzi, contenente una laminetta incisa con simboli magici. Per l’occasione saranno esposte anche altre laminette magiche provenienti dal territorio lariano. Per info: tel. 031.252550 Appuntamento: biglietteria
    dei Musei Civici di Como, piazza Medaglie d’Oro 1.

  • Liliana Segre a Como, incontro con gli studenti. Un lungo applauso ha salutato la senatrice a vita

    Liliana Segre a Como, incontro con gli studenti. Un lungo applauso ha salutato la senatrice a vita

    «Io da nonna incontro i ragazzi molto volentieri perché i loro sguardi sono significativi e per questo ho accettato l’invito a Como. Mentre gli sguardi degli adulti sono ormai privi di significato». Sono le parole della senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana, che questa mattina al Teatro Sociale ha incontrato gli studenti dell’Isis Setificio “Paolo Carcano” di Como. Si è trattato di un “Dialogo sulla memoria”. «Racconto, guardo i ragazzi e mi sento la loro nonna ideale. Una ragazza mi ha chiesto come ho fatto a ritornare alla vita normale dopo le mie esperienze passate e io in questi casi sento la necessità di raccontare come sono andate le cose, anche perché il presente mi preoccupa», ha detto Liliana Segre.

  • Landriscina risponde al collega Galimberti: «I turisti scelgono Como e non Varese»

    Landriscina risponde al collega Galimberti: «I turisti scelgono Como e non Varese»

    Non ci sta il sindaco di Mario Landriscina a fare recitare a Como un ruolo di “Cenerentola” del Nord Lombardia, in particolare se paragonata a Lecco e a Varese.Il sindaco reagisce con decisione al duro paragone tra la città di Volta e la vicina Varese.Un parallelo che ha evidenziato – in particolare su alcuni temi – tante criticità in riva al lago. Una doppia velocità che il collega di Varese, Davide Galimberti, non ha certo nascosto, in una lunga intervista, parte di due pagine di Focus pubblicate domenica su queste colonne.«Stiamo lavorando e molto e non accetto che questo non sia riconosciuto – attacca Mario Landriscina – Sulla Caserma De Cristoforis ad esempio (messa a confronto con l’ex caserma Garibaldi a Varese, dove verrà creata una polo culturale), abbiamo avviato colloqui con il Demanio per creare una cittadella dei servizi».«Abbiamo analizzato anche le possibili ricadute su traffico e viabilità nell’area. Ovviamente la struttura è del Demanio e ci vorrà del tempo», spiega il sindaco che, commentando l’arrivo a Varese dell’archivio del Moderno di Mendrisio, è ancora più chiaro: «Non siamo riusciti in quel caso a ottenere il risultato, ma stiamo lavorando per altri obiettivi culturali altrettanto di prestigio», spiega Landriscina, che rivendica la spinta inarrestabile del turismo in città, ben più forte che a Varese.«Como nel fine settimana era piena – dice sempre il sindaco – Vorrà pur dire qualcosa. E oltre al settore turismo stiamo lavorando molto per la città. Per il recupero delle aree dismesse, passando per la Ticosa».«Stiamo lavorando al sistema di illuminazione pubblica (a Varese è in corso la sostituzione di tutti i punti luce) che verrà sistemato il prima possibile», chiude il sindaco che difende i punti di forza di Como e assicura il massimo impegno sul resto delle criticità.Sulla stessa linea difensiva anche il presidente della Fondazione Volta, Luca Levrini.«Prima di tutto si deve uscire da questa logica di campanile – dice Levrini – Se dei vicini di casa sono in grado di fare meglio di noi in qual cosa io credo che possa soltanto essere un bene per Como. Dobbiamo iniziare a pensare a un territorio integrato, con un asse orizzontale tra Varese-Como e Lecco. Il nostro territorio vive su due grandi assi, uno, quello orizzontale con le due città vicine e l’altro è verticale e passa dalla metropoli e arriva in Svizzera, quindi nel resto d’Europa».«Posso comprendere un paragone tra Como e Zurigo – aggiunge il presidente della Fondazione Volta – ma non con Varese». Levrini entra poi nel merito dell’immobilismo denunciato sulle aree dismesse.«Riguardo al fatto che vi sia a Varese una maggiore rigenerazione urbana non si tratta di paragoni semplici – dice ancora Levrini – Posso anzi dire che la politica dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Como, Marco Butti, sta andando proprio nella direzione di sbloccare alcune zone della città e della periferia che sono rimaste nell’oblio per anni».«Si stanno muovendo i primi passi per la Ticosa – dice Levrini – Oggi si devono aumentare la qualità dei servizi per rendere migliore l’abitare. Questa è la scommessa per le città del futuro. Abbiamo chiesto ai comaschi la loro idea di sviluppo della Ticosa. Personalmente la vedo come uno spazio di accesso a Porta Torre, al Tempio Voltiano e alla Spina Verde con il Castello Baradello. Un luogo di cultura e di testimonianza della Como della seta, con la Santarella, ma legato anche a Sant’Abbondio».

  • La Provincia di Como approva il bilancio, 10 milioni di euro per le strade

    La Provincia di Como approva il bilancio, 10 milioni di euro per le strade

    Villa Saporiti ha approvato oggi il suo bilancio, il primo degli ultimi anni non gravato dal “contributo” chiesto dallo Stato per concorrere al mantenimento degli equilibri di spesa.

    Nel 2019, come ha spiegato il presidenteFiorenzo Bongiasca, «la Provincia punterà soprattutto sulla manutenzione del patrimonio esistente, vale a dire su interventi sulle scuole e sulle strade».

    Più in dettaglio, saranno investiti 3,2 milioni di euro nella messa in sicurezza delle strade provinciali, 2 milioni di euro per le riasfaltature e 4,9 milioni di euro per nuove opere. Per ciò che riguarda le scuole, 2,7 milioni saranno investiti per la messa in sicurezza degli edifici, 1,8 milioni di euro per gli adeguamenti anti-sismici e 2,6 milioni per la prevenzione incendi.

    «Rimane irrisolto il nodo sui costi delle funzioni delegate da parte della Regione Lombardia, ovvero cultura, protezione civile, turismo, servizi sociali, vigilanza ittico-venatoria e politiche attive del lavoro – dice ancora Bongiasca – Per il 2019 è stata confermato un contributo di 1,32 milioni di euro con il quale la Provincia finanzia in pratica soltanto il costo del personale. Si tratta di risorse economiche insufficienti. Nei settori delle politiche del lavoro e della protezione civile potremmo non riuscire a garantire servizi efficienti».

  • La Passione va in scena al Sacro Monte di Ossuccio

    La Passione va in scena al Sacro Monte di Ossuccio

    Sacra rappresentazione della Passione nel comune di Tremezzina sabato prossimo lungo il viale del Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco (nella foto, alcune statue lignee in una delle capelle), alla presenza del vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni. L’accompagnamento musicale dell’evento sarà garantito dal Coro “Pieve d’Isola”. Partenza alle ore 20,30 dalla quarta cappella del Sacro Monte di Ossuccio. In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata a domenica 7 aprile.