Ben 321 persone identificate, tra le quali 34 extracomunitari, otto espulsioni, 24 posti di blocco effettuati, 173 veicoli controllati, tre contravvenzioni: sono i risultati dei controlli straordinari del territorio per la prevenzione di furti e spaccio voluti dal prefetto di Como Ignazio Coccia. Il servizio coordinato vede la collaborazione di tutte le forze dell’ordine, compresi gli agenti di polizia stradale e polizia locale. Dal 22 al 28 dicembre, dalle 13 all’una di notte, le pattuglie hanno presidiato il territorio e organizzato posti di blocco e attività di controllo, prevenzione e repressione nel Canturino. Impegnati 75 operatori delle varie forze di polizia, ripartiti in 31 unità. Particolare attenzione è stata rivolta al fenomeno della prostituzione e al controllo di stranieri irregolari. Sono stati inoltre controllati quattro locali pubblici e identificati 28 clienti.
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Presunte violenze sulle pazienti: il medico è stato sospeso dall’ordine
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, di fronte al giudice che lo interrogava, il 47enne medico del Porlezzese accusato dalla Procura di Como (pubblico ministero Valentina Mondovì) di sette presunti episodi di violenza sessuale su pazienti di studi in cui operava in sostituzione di tre suoi colleghi.
L’indagato – accompagnato dal suo avvocato Roberto Rallo – si è presentato in Tribunale a Como giusto il tempo di riferire della propria intenzione. Poche parole anche dal legale: «Non abbiamo nulla da dire in questo momento – ha commentato – Attendiamo lo sviluppo delle indagini difensive che faremo a breve».
Intanto il presidente dell’ordine dei medici, Gianluigi Spata, ha comunicato ieri che «come previsto dal nostro ordinamento, non appena c’è stata la conferma degli arresti domiciliari, il medico è stato temporaneamente sospeso e non può dunque esercitare la professione».
Maggiori dettagli sulCorriere di Comoin edicola domani, mercoledì 21 agosto
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Presunta violenza sessuale al Lido di Menaggio. Il giudice libera i tre sospettati
«Non vi sono gravi elementi di responsabilità», e tanto meno è presente il «pericolo di fuga». Il giudice delle indagini preliminari di Como nel pomeriggio di oggi, dopo essersi preso alcune ore per valutare gli elementi a propria disposizione dopo gli interrogatori della mattina, ha deciso di non convalidare il provvedimento di fermo a carico di tre ragazzi ritenuti responsabili di una violenza sessuale di gruppo su due giovani turiste, una delle quali minorenne. Svolta a sorpresa dell’indagine su quanto avvenuto all’interno del Lido di Menaggio nella notte tra l’8 e il 9 agosto.
La Procura, dal canto suo, fa presente che «pur rispettando la decisione assunta dal giudice (comunque non equiparabile a una pronuncia di assoluzione)», si riserverà «di effettuare ulteriori approfondimenti investigativi».
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Prestiti, Como è in testa alla classifica lombarda con una media di 8.777 euro
I comaschi non esitano a chiedere un prestito, anche consistente, se in ballo c’è l’acquisto di un bene. Sia esso una moto, una macchina, un viaggio o l’ultimo oggetto del desiderio in ambito elettronico. Il territorio lariano fa segnare, infatti, l’importo medio più consistente in tutta la Lombardia: ovvero 8.777 euro. Milano e Varese si collocano all’estremo opposto della classifica, con i valori più contenuti, rispettivamente pari a 7.172 e 7.420 euro. E questo solo uno dei dati contenuti nell’ultimo aggiornamento del Barometro Crif, che rileva l’andamento delle richieste di prestiti e mutui (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) raccolte da Eurisc – il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi ad oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
E analizza, ad esempio, anche la domanda di presti finalizzati. Sul fronte dei mutui, in Lombardia, emerge come nel primo semestre 2018 – periodo preso in esame dall’analisi – il numero di richieste di nuovi mutui e surroghe risulti in calo del -5,1% rispetto allo stesso periodo 2017, allineandosi alla performance negativa registrata a livello nazionale (-4,4%). A livello provinciale si registra una crescita, seppur limitata, solo a Mantova (+1,3%) mentre tutte le altre province risultano in calo, con le contrazioni più marcate a Cremona (-14,6%) e Sondrio (-11,3%). Milano replica la dinamica rilevata a livello regionale, con un -4,5%. Relativamente all’importo medio dei mutui richiesti, invece, con oltre 138mila euro la Lombardia di colloca al di sopra della media nazionale. E anche in questo contesto la provincia di Como si piazza tra i valori più altri. L’importo medio infatti risulta essere pari, sul Lario, a 138mila euro. Seconda in Regione solo dietro alla provincia di Milano che fa segnare l’importo più alto, con 151.239 euro mediamente richiesti, mentre a Mantova si rileva il valore più contenuto, pari a 108.603 euro.
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Presìdi e fiaccolate, i campionesi scendono in piazza
Un intero paese in piazza. Da giorni, la comunità di Campione d’Italia vive praticamente per strada. Davanti al municipio è in atto un presidio continuo. Così come fuori dal Casinò, dove non si contano i capannelli dei dipendenti in cerca di notizie sul proprio futuro. Venerdì sera, una fiaccolata di centinaia di persone ha invaso l’anello stradale che dalla porta ad arco – all’ingresso dell’enclave – conduce sino al lungolago. Il serpentone silenzioso si è snodato per oltre un’ora e mezza testimoniando, con la forza dei gesti più che con quella delle parole, l’ansia e la preoccupazione che in questo momento hanno invaso Campione d’Italia. Se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi ragionevolmente brevi il paese rischia davvero la catastrofe. «Basti pensare alla questione sanitaria – dice Fiorenzo Dorigo, consigliere comunale e dipendente del Casinò – i residenti in Ticino e gli stessi residenti a Campione pagano ogni mese l’assistenza alle casse malati svizzere. Senza stipendio non c’è più copertura. Centinaia di persone saranno costrette a tornare in Italia, perdendo tutto quello che hanno conquistato con il loro lavoro».
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Presepi, immigrati e furbate ideologiche
di Agostino Clerici
Anche quest’anno in prossimità del Natale non sono mancate le polemiche sul presepe. Stucchevoli come sempre, perché nascono sul terreno dell’ideologia e dell’ignoranza. E fa ancora più specie trovare all’origine di queste polemiche preti o insegnanti, i quali dovrebbero avere il compito di istruire se non proprio di educare. Sono sempre più convinto che la libertà religiosa – un bene che deve essere garantito a tutti – si eserciti aggiungendo semmai un simbolo e non togliendone uno come il presepe, che non provoca alcun fastidio nemmeno a chi non è cristiano. Anzi, l’invenzione ideologica di un conflitto, che nei fatti è inesistente, è ancora più grave, perché va a manipolare bambini e ragazzi che, invece, sono ben contenti di condividere un simbolo così bello e creativo come il presepe.
Ma quando l’ignoranza sale in cattedra – o parla dal pulpito – il danno è ancora più grave, soprattutto se si brandisce il presepe come una clava per discettare di argomenti che sono d’attualità nel circo mediatico della politica nostrana. Quest’anno c’è chi ha voluto incrociare malamente il tema del presepe con quello degli immigrati. Una furbata ideologica per trasformare un simbolo culturale e religioso in uno strumento di consenso o dissenso politico. Una cosa che, sia chiaro, non mi impensierisce più di tanto, perché non funziona affatto e serve solo a segnalare quanta ignoranza vi sia in chi la utilizza, da una parte e dall’altra.
Il presepe si presta naturalmente a tante variazioni, più o meno azzeccate, e si può discutere su alcune attualizzazioni che da decenni imperversano nell’arte presepistica. La presentazione di Gesù come profugo fa parte dell’inventario moraleggiante che serve a legare più strettamente il Natale al presente. In fondo, la Natività rappresentata sul canotto è solo l’ultima versione dell’icona classica della povera famigliola rifiutata, che ha il suo fondamento in uno dei due racconti da cui è nato il presepe, quello dell’evangelista Luca (l’altro è il racconto dei Magi di Matteo). Poco più di mezzo versetto, in cui si dice che Gesù fu deposto in una mangiatoia – quindi presumibilmente in una stalla – «perché per loro non c’era posto nell’alloggio».
Con queste poche parole l’evangelista intendeva sottolineare che Gesù nasce nel disagio di una povertà comunque dignitosa (perché non mancano un padre e una madre) e nella distrazione dei suoi, quelli della sua gente. Giuseppe non è uno straniero che giunge da profugo in un’altra nazione, ma è un ebreo che torna nel suo paese natale, là dove è nato e cresciuto e – si presume – conosciuto. È a casa sua che non viene accolto! E questo è un dato evangelico su cui si dovrebbe riflettere di più: è l’indifferenza tra vicini il vero nodo del Natale, e spostare l’attenzione sui lontani può anche essere un ottimo espediente per non fare i conti con quelli della tua casa.
Forse proprio per questo gesto di inospitalità da cui si forma la scena, nel presepe c’è posto per tutti. Anche per il dormiglione, che dei distratti (o dei delusi) è l’incarnazione più eloquente. Com’è possibile essere intolleranti con un simbolo così tollerante come il presepe, in cui c’è posto anche per uno che dorme?
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Presentato il libro su Spallino con finale a sorpresa. Un dipendente della Biblioteca: «Ora c’è solo la cenere»
Tutti insieme nel ricordo diAntonio Spallino: rappresentanti delle istituzioni, degli enti economici, dello sport e personaggi della cultura comasca si sono ritrovati nella Biblioteca cittadina alla presentazione del libro edito dal Panathlon provinciale “Lo sport non è un’isola”. Un’opera pubblicata ad un anno dalla scomparsa dell’ex sindaco di Como, campione olimpico di scherma e già presidente del Panathlon mondiale.
Un libro, che, come ha spiegatoClaudio Pecci, ex numero uno del club comasco: “E’ una raccolta di aneddoti, storie, momenti di vita, passioni e successi”. Non una biografia pura – del resto era già stata pubblicata con Spallino ancora in vita con il critico letterario Vincenzo Guarracino – ma racconti legati al Panathlon, prima di tutto, e alla storia della città. Senza dimenticare momenti difficili, come quando fu nominato commissario speciale della Regione Lombardia per l’incidente all’Icmesa di Seveso.
Dopo i saluti diAchille Mojoli, che da attuale presidente del Panathlon Como ha fatto gli onori di casa, ha preso la parolaAmbrogio Taborelli, presidente della Camera di Commercio, che di Spallino era tra l’altro parente, che nel suo ricordo ha detto: “Como è capace di avere figli di straordinaria levatura”. Sono poi intervenuti il giornalistaGiorgio Gandola– che ha ricordato la passione dell’ex sindaco nel creare cocktail, citata anche nel libro – e l’assessore allo sport di Palazzo CernezziMarco Galli.
Il giornalistaGiacomo Santini, past president del Panathlon internazionale, oltre che ex senatore e parlamentare europeo ha parlato del “carisma di un personaggio che nessuno potrà eguagliare. Spallino ha saputo trasformare il Panathlon da una associazione di sportivi a riferimento internazionale per chi interpreta lo sport come mezzo di crescita etica, culturale e morale”.
Parole di stima daMaria Rita Livio, presidente della Provincia di Como: “In tutte le manifestazioni della sua vita, Spallino è stato un esempio straordinario e lungimirante. Il suo è il ritratto di etica, rettitudine, onestà e fair-play. Un uomo che ha insegnato molto sia a chi ha visto direttamente il suo operato, sia per i giovani che lo possono prendere ad esempio”.
Il figlio,Lorenzo Spallino, ha portato i ringraziamenti da parte della famiglia mentreMonica Molteni, che ha curato il libro, si è soffermata sul lavoro svolto e sull’abbondanza di materiale che le è stato messo a disposizione dalle tante persone che hanno voluto dare una mano. Il finale è stato affidato ai ricordi diRenata Soliani(past president del Panathlon Como),Vincenzo Guarracinoe di un dipendente della Biblioteca che, intervenendo a sorpresa nel finale, a Spallino ha dedicato un commosso e nostalgico ricordo: “Con lui c’è stata una grande crescita. Ora a nessuno sembra che interessi questa struttura: quando spiego ai più giovani come erano le cose una volta, mi guardano come se stessi raccontando qualcosa di incredibile e inesistente. Questa biblioteca ha grandi potenzialità, con Spallino venivano valorizzate, ma adesso c’è solo la cenere”. Per la cronaca, dopo questo sfogo gli applausi sono stati scroscianti.
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Presentato il libro su Spallino con finale a sorpresa. Un dipendente della Biblioteca: «Ora c’è solo la cenere»
Tutti insieme nel ricordo diAntonio Spallino: rappresentanti delle istituzioni, degli enti economici, dello sport e personaggi della cultura comasca si sono ritrovati nella Biblioteca cittadina alla presentazione del libro edito dal Panathlon provinciale “Lo sport non è un’isola”. Un’opera pubblicata ad un anno dalla scomparsa dell’ex sindaco di Como, campione olimpico di scherma e già presidente del Panathlon mondiale.
Un libro, che, come ha spiegatoClaudio Pecci, ex numero uno del club comasco: “E’ una raccolta di aneddoti, storie, momenti di vita, passioni e successi”. Non una biografia pura – del resto era già stata pubblicata con Spallino ancora in vita con il critico letterario Vincenzo Guarracino – ma racconti legati al Panathlon, prima di tutto, e alla storia della città. Senza dimenticare momenti difficili, come quando fu nominato commissario speciale della Regione Lombardia per l’incidente all’Icmesa di Seveso.
Dopo i saluti diAchille Mojoli, che da attuale presidente del Panathlon Como ha fatto gli onori di casa, ha preso la parolaAmbrogio Taborelli, presidente della Camera di Commercio, che di Spallino era tra l’altro parente, che nel suo ricordo ha detto: “Como è capace di avere figli di straordinaria levatura”. Sono poi intervenuti il giornalistaGiorgio Gandola– che ha ricordato la passione dell’ex sindaco nel creare cocktail, citata anche nel libro – e l’assessore allo sport di Palazzo CernezziMarco Galli.
Il giornalistaGiacomo Santini, past president del Panathlon internazionale, oltre che ex senatore e parlamentare europeo ha parlato del “carisma di un personaggio che nessuno potrà eguagliare. Spallino ha saputo trasformare il Panathlon da una associazione di sportivi a riferimento internazionale per chi interpreta lo sport come mezzo di crescita etica, culturale e morale”.
Parole di stima daMaria Rita Livio, presidente della Provincia di Como: “In tutte le manifestazioni della sua vita, Spallino è stato un esempio straordinario e lungimirante. Il suo è il ritratto di etica, rettitudine, onestà e fair-play. Un uomo che ha insegnato molto sia a chi ha visto direttamente il suo operato, sia per i giovani che lo possono prendere ad esempio”.
Il figlio,Lorenzo Spallino, ha portato i ringraziamenti da parte della famiglia mentreMonica Molteni, che ha curato il libro, si è soffermata sul lavoro svolto e sull’abbondanza di materiale che le è stato messo a disposizione dalle tante persone che hanno voluto dare una mano. Il finale è stato affidato ai ricordi diRenata Soliani(past president del Panathlon Como),Vincenzo Guarracinoe di un dipendente della Biblioteca che, intervenendo a sorpresa nel finale, a Spallino ha dedicato un commosso e nostalgico ricordo: “Con lui c’è stata una grande crescita. Ora a nessuno sembra che interessi questa struttura: quando spiego ai più giovani come erano le cose una volta, mi guardano come se stessi raccontando qualcosa di incredibile e inesistente. Questa biblioteca ha grandi potenzialità, con Spallino venivano valorizzate, ma adesso c’è solo la cenere”. Per la cronaca, dopo questo sfogo gli applausi sono stati scroscianti.
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Presentati “Lombardia” e Gran fondo 2018. Niente Valfresca, sarà percorsa tutta via Bixio
Partenza da Bergamo e gran finale sul lungolago di Como. Ritorna il grande ciclismo sulle strade del Lario. Il 13 ottobre si svolgerà infatti la 112esima edizione del Giro di Lombardia, presentata questa mattina a Villa Olmo. La “corsa delle foglie morte”, ultima “classica-monumento” della stagione, ricalca il percorso del 2017, con una modifica nel finale, dovuta alla chiusura della Valfresca. Tra gli intervenuti alla presentazione, Mauro Vegni, direttore ciclismo Rcs Sport, Stefano Allocchio, direttore di gara e Andrea Trabuio, di Rcs Active Team. Si è parlato solo del Giro di Lombardia; “no comment” generalizzato rispetto alla candidatura di Como per ospitare un arrivo di tappa del Giro d’Italia 2019. Segno che forse non tutto stia andando per il verso giusto, come testimonia anche la clamorosa assenza alla conferenza stampa, programmata da tempo, di Simona Rossotti, l’assessore che in tempi recenti ha portato avanti la proposta.
Il percorso conta circa 4mila metri di dislivello in totale. La prima salita da affrontare nel Comasco è quella della Madonna del Ghisallo, il colle sacro dei ciclisti, e subito dopo il durissimo Muro di Sormano. Superata la Colma si scende a Nesso per proseguire fino all’ingresso di Como dove verrà affrontato il colle di Civiglio. Al rientro in città nel 2017 si scalava la Valfresca verso San Fermo della Battaglia; ora, invece si proseguirà da via Nino Bixio fino alla rotatoria di via Camozzi dove si incontrerà la discesa del percorso originario, via Bellinzona. Da qui l’arrivo, come lo scorso anno sul Lungo Lario Trento e Trieste e l’apoteosi in piazza Cavour: un traguardo dove in tempi recenti hanno trionfato campioni del calibro di Paolo Bettini, Damiano Cunego, Philippe Gilbert e Vincenzo Nibali, primo nel 2015 e nel 2017.
Il giorno dopo il “Lombardia” andrà invece in scena l’omonima Gran fondo, che scatterà da Como e si chiuderà a Civiglio, per non impattare troppo sulla città: a un mese dal via, gli iscritti sono già pari a quelli dello scorso anno, circa 1.400, con il 47% di stranieri. In queste ultime settimane ci sarà dunque un incremento, con numeri ancora più importanti.
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Prende a pugni il mendicante in piazza Volta: 45enne comasco denunciato
Ha aggredito il questuante albanese che chiedeva l’elemosina. Un 45enne di Como è stato denunciato a piede libero dalla polizia per lesioni e minacce. Il fatto nella serata di lunedì in piazza Volta.
Il comasco, infastidito dall’uomo che chiedeva qualche spicciolo, ha reagito colpendolo con pugni al volto. Violenza proseguita anche dopo l’intervento di due camerieri che avevano assistito alla scena.
Su posto sono arrivate le volanti che hanno individuato l’aggressore denunciandolo. Il ferito è stato medicato sul posto dal 118 ma non ha voluto farsi trasportare al pronto soccorso. Le indagini hanno appurato che il comasco deteneva anche tre pistole che gli sono state ritirate.