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  • Domani i fuochi all’Isola Comacina: dalle 20 la chiusura della Regina tra Argegno e Lenno

    Domani i fuochi all’Isola Comacina: dalle 20 la chiusura della Regina tra Argegno e Lenno

    Un evento tra i più attesi dell’anno, con il “tutto esaurito” nei paesi della Tremezzina e nelle località della sponda orientale del lago di fronte a Ossuccio. Domani il momento clou della Sagra di San Giovanni, con la rievocazione storica dello sbarco all’Isola Comacina e lo spettacolo dei fuochi d’artificio sul Lago di Como.Un momento che richiamerà un numero altissimo turisti che comunque dovranno muoversi per tempo, visto che la statale Regina sarà chiusa al traffico tra le 20 e la mezzanotte nel tratto tra Argegno e Lenno. Il percorso alternativo prevede il giro dalla Valle Intelvi e da Menaggio. Il discorso vale anche per chi vorrà seguire i fuochi d’artificio da Lezzeno; in questo caso non ci saranno chiusure, ma l’affollamento sarà piuttosto alto in una zona dove i parcheggi scarseggiano. Servirà massima attenzione verso i pedoni, che sono soliti camminare in tratti non illuminati per raggiungere i punti con buona visuale sull’Isola Comacina.L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola sabato 23 giugno

  • Domani i funerali di Roberto Draghi, morto sabato in Toscana

    Domani i funerali di Roberto Draghi, morto sabato in Toscana

    Saranno celebrati giovedì nella chiesa di Cabiate i funerali di Roberto Draghi, 54 anni, presidente del Moto Club Galliano Cantù, morto sabato scorso in un tragico incidente avvenuto sulle strade della Toscana, ad Arezzo, dove il centauro stava partecipando a un raduno con altri appassionati. Dopo un problema alla sua moto, era salito sulla due ruote di un amico che poi ha avuto il tragico incidente. Alle 14.30 è prevista la recita del rosario e alle 15 l’ultimo saluto.

  • Domani ad Alzate Brianza il funerale di Livia Mandruzzato

    Verrà celebrato domani pomeriggio (sabato 22 dicembre) alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Alzate Brianza, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, il funerale di Livia Mandruzzato, figura notissima nel mondo del volontariato e della solidarietà.

    La funzione viene preceduta dal rosario alle 14 e si concluderà al cimitero di Fabbrica Durini. Scomparsa a 96 anni, Livia Mandruzzato era stata fin dagli anni Settanta, l’anima della Fondazione Clotilde Rango di Alzate Brianza. La struttura, nella frazione di Fabbrica Durini, ospita donne con lesioni cerebrali gravi.

    La Fondazione era dedicata alla figlia, scomparsa nel 1989 e affetta da una grave disabilità. Nel 2014 alla signora Livia era stata conferita la “Rosa Camuna”, la benemerenza assegnata da Regione Lombardia.

  • A Montesolaro i funerali dell’imprenditore Silvano Bettio

    Caduto giovedì scorso dal tetto dell’abitazione del figlio, dove stava facendo un semplice intervento di controllo sulla copertura della casa, è morto in ospedale al Sant’Anna di San Fermo della Battaglia il noto imprenditore canturino di 71 anni Silvano Bettio, socio con i fratelli della Lattonedil spa.L’uomo, che risiedeva a Carimate, era l’altro giorno con il figlio a casa di quest’ultimo a Cantù, in via Pompei. Per cause ancora da chiarire, mentre stava facendo un controllo per un problema al tetto, ha perso l’equilibrio ed è caduto. Un volo di alcuni metri che gli è stato purtroppo fatale.Subito soccorso e ricoverato al Sant’Anna in condizioni molto gravi, il 71enne non si è mai ripreso ed è morto in ospedale dopo una breve agonia.Silvano Bettio lascia la moglie Martina, i tre figli Fabrizio, Marco e Federica e tanti nipoti.La notizia ha scosso e colpito il mondo imprenditoriale e associativo della Brianza, di cui Bettio era parte attiva. Un sincero cordoglio è stato espresso da molti colleghi e dal mondo dello sport. Silvano Bettio, con la sua Lattonedil, era infatti in prima linea come sponsor di diverse discipline. Ormai da alcuni anni aveva legato il suo nome alle attività agonistiche di importanti società del Canturino.I funerali dell’imprenditore di Carimate si svolgeranno domani pomeriggio, lunedì, alle 14.30, nella Chiesa parrocchiale di Montesolaro. La funzione sarà preceduta dalla recita del Rosario alle 14, sempre nella stessa chiesa.

  • Dolce & Gabbana, indotto di 12 milioni di euro

    Dolce & Gabbana, indotto di 12 milioni di euro

    Giusto il tempo per tagliare il nastro sabato, perché  Villa Olmo è stata chiusa, consegnata nelle mani degli organizzatori del grande evento di Dolce & Gabbana. Il parco è recintato con passaggio consentito a lago fino al 4 luglio e poi il 9 e il 10 luglio. Chiusura totale dal 5 al 9 luglio. Un prezzo da pagare per quello che si annuncia come un evento unico per il territorio lariano. In Italia vi è un solo precedente, a Palermo: la maison si affidò anche nel 2017 all’organizzazione della FeelRouge Worldwide Shows di Milano. Vennero investiti complessivamente 26 milioni di euro, con un notevole indotto per la città siciliana. Parlando solo di indotto, anche per il Lago di Como, si parla di una cifra tra i 10 e i 12 milioni di euro, ha spiegato il sindaco di Como, Mario Landriscina. «A differenza di altre situazioni, qui l’impatto si può misurare – ha detto il primo cittadino  – parliamo di 400 camere di albergo prenotate, di noleggio di imbarcazioni, di impiantistica, dell’affitto delle location e di rimborsi. Posso capire chi ha manifestato riserve, un po’ meno chi fa polemica. Per Como e Villa Olmo, è pesato un po’ anche a me chiudere il transito pedonale sull’asse del lago, ma pensiamo all’immenso ritorno di immagine sulla città».

    Landriscina ha spiegato che per Villa Olmo, tutti i proventi derivanti dalle giornate di Dolce & Gabbana verranno «reinvestiti in opere per la Villa. Sulla fontana e altri aspetti. Posso poi dire che abbiamo già una coda, con altri soggetti che vorrebbero affittare la Villa, ma dovremo affrontare il discorso nel contesto della riorganizzazione gestionale», ha concluso. L’evento Dolce & Gabbana, ricordiamo, non riguarderà soltanto Como, Villa Olmo e il piroscafo Patria, ma anche Cernobbio, Bellagio, Tremezzina con il parco Olivelli e Villa Carlotta, Villa Pliniana a Torno.

  • “Divorzio all’italiana” con Laura Negretti al circolo “Pirandello”

    “Divorzio all’italiana” con Laura Negretti al circolo “Pirandello”

    Replica speciale, anzi specialissima allo Yacht Club di viale Puecher per  “Il divorzio”, fortunato omaggio teatrale al cinema italiano e alla commedia tra le commedie: quel “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi grazie al quale l’Italia vinse il Festival di Cannes nel 1962 come miglior commedia e ottenne l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. La pièce va in scena nell’adattamento dell’attrice e regista Laura Negretti  e della sua compagnia “Teatro in Mostra”.

    Un ironico e godibilissimo ritratto della mentalità di una certa Sicilia di provincia dell’inizio degli anni ’60 che prende di mira, con ironia e sarcasmo la mancanza di una legge sul divorzio, che arriverà solo nel 1970, e soprattutto l’anacronistico articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d’onore. L’originalità è data dalla sede, il circolo dei siciliani lariani intitolato al premio Nobel Luigi Pirandello, che riproporrà la pièce offrendola all’intera cittadinanza a ingresso libero domenica prossima, 14 ottobre, come detto allo Yacht Club. Sipario alzato alle 19, poi alle 20.30 ci sarà la cena conviviale del sodalizio. Appuntamento quindi da non mancare.

    Lo spettacolo in poco più di un’ora senza intervallo è ormai rodato da un paio di anni ed è  di fatto la prima trasposizione teatrale di un film considerato l’archetipo della commedia all’italiana. «Un capolavoro – dice l’attrice Laura Negretti – L’idea di proseguire questa tradizione di teatro di ispirazione civile che guarda con amore alla commedia all’italiana è nata con il successo della “Spartizione” tratta dal libro del luinese Piero Chiara nel 2013: ci interessa molto l’atmosfera di comicità elegante che è eredità di quel cinema ed è stato naturale andare alle origini, ossia a Germi. Mai nessuno aveva chiesto i diritti per la trasposizione teatrale e abbiamo ottenuto un sì entusiasta da parte della figlia Marilinda che cura con passione l’eredità culturale paterna. Al testo ha lavorato Magdalena Barile, che ha il dono di mantenere l’anima dei testi plasmandoli sulle necessità del pubblico di oggi. Antonio Grazioli è il Fefè che fu di Mastroianni».E Laura Negretti? «Non farò la parte di Stefania Sandrelli che sarà di Silvia Ripamonti, ma sarò la moglie Rosalia. Rispetteremo il bianco e nero originale, che incarna la luce abbagliante degli scenari “pubblici” della Sicilia e l’ombra delle case dove si nascondono i segreti più inconfessabili. Non useremo termini dialettali: come nel film di Germi, la pièce è specchio della provincia italiana come categoria culturale. Si vuole denunciare, sorridendo, una situazione di degrado comune in tutta Italia».

    E se pensiamo alla società maschilista di oggi, il messaggio è quantomai attuale. Domenica però si giocherà in un’arena particolare, tutta siciliana. Come vive questa esperienza Laura? E che significato ha per lei l’opera di Pirandello cui è dedicato il circolo? “Pirandello ha lasciato una frase bellissima che trovo fondamentale ho fatto mia, mi accompagna da una vita. Diceva:  incontrerai ogni giorno milioni dimascheree pochissimivolti.Ecco, io ho fatto mia questa frase e l’ho cambiata di prospettiva: grazie al teatro, imparo a conoscere e a riconoscere tutte le maschere che incontro nella vita vera”.

    “Noi proveremo a creare un “bianco e nero teatrale” e a rappresen-tare una sicilianità grottesca e paradossale che diventa quasi l’arche-tipo di una realtà atavica e fuori dal mondo che però è vicina in maniera inquietante – dice Laura – Una pièce pungente dove i protagonisti assoluti sono i cliché del perbenismo e del maschilismo di un’Italia d’altri tempi; in quella Sicilia di provincia si accentrano infatti, come sotto una lente caricaturale, i connotati di un’intera nazione, ancora oppressa, nelle leggi e nei costumi, da retaggi culturali arcaici. Ma nel contempo anche una partitura teatrale ironica, godibilissima e divertente come lo sono stati i capolavori di una certa “cinematografia all’italiana”. Il divorzio è un omaggio che il teatro fa a quel cinema che adesso non c’è più!”. E Magdalena Barile aggiunge: “Divorzio all’italianadi Pietro Germi (1961) è una delle pietre miliari della commedia del dopoguerra. Il mio Divorzio ne ripercorre con una scrittura originale i nodi principali della trama, nel racconto di una società di cinquant’anni fa, che sembra lontanissima negli usi e nei costumi, ma che invece svela molti tratti inquietanti di somiglianza con il presente. Il delitto d’onore è stato derubricato solo pochi anni fa, con la legge n. 442 del 5 settembre 1981. Prima di allora gli uomini, e in casi rari le donne, che ritenevano di essere stati offesi nella loro dignità, avevano praticamente diritto di uccidere i fedifraghi, subendo pene lievissime e ottenendo il plauso dei benpensanti. Fefè Cefalù, barone decaduto di provincia osserva la rovina della propria famiglia e sogna l’eliminazione spietata della molesta moglie Rosalia, per convolare con la giovane cugina Angela che scatena il suo desiderio. L’immaginazione, in questa commedia nera, gioca infatti un ruolo determinante. L’arrivo in città de La dolce vita di Federico Fellini scatena le pulsioni di un intero borgo agreste. Il luogo è inventato, Agramonte, ma nella realtà si trattava di Ispica, Ragusa. Le donne sono segregate in casa, a parte durante il passeggio della domenica per andare in chiesa e gli uomini tutti smaniosi di vedere “orge come quelle del tempo di Tiberio”. Proprio in quella notte di visioni tanto desiderate, quanto si immagina frustranti, comincia una clamorosa e divertente sequenza di colpi di scena in cui i sogni diventano realtà ma come al solito in modo molto diverso da quello che ci si aspettava. Oggi il divorzio esiste nella società italiana da oltre un quarantennio, ma i femminicidi, sempre più cruenti sono in aumento: la commedia esorcizza nella risata, ma rappresenta senza trucchi né orpelli i fatti del tempo. La Sicilia “antica” narrata da Germi risuona con certi echi minacciosi di oggi, rievocando gli amati classici del nostro cinema”.

    Dice il presidente del circolo, Mimmo Dato: “Trasporre un film d’indiscusso ed immortale successo in commedia teatrale non sembrò per anni facile ne forse possibile… Ma, una volta fatta, anche questa trasposizione è un successo… Chi non ricorda il barone di una ipotetica cittadina siciliana Ferdinando Cefalù, detto Fefè, sposato a Rosalia, donna un “po’ bruttina”, ma che “mantiene” gli occhi addosso alla cugina, giovane e bella, della quale è perdutamente innamorato in un tempo in cui la legge non ammette il divorzio ma prevede ancora il delitto d’onore. Chi non ricorda il Fefè con interprete Marcello Mastroianni vincitore del Golden Globe quale miglior attore di commedia, e poi Stefania Sandrelli, Lando Buzzanca e lo stragrande Odoardo Spadaro. Un patrimonio di modernità (siamo negli anni sessanta) di costume e linguaggio, e adesso una commedia sul filo del grottesco ma che  continua a generare empatia pur nella trattazione di una “singolare questione d’onore”. Gran bel lavoro a noi dedicato per l’ottima regia di Luca Ligato con partecipi attorialità di livello espresse da Laura Negretti, Antonio Grazioli e dall’intera Compagnia Teatro in Mostra”.

  • Dito incastrato: un 15enne perde la falange al campo sportivo di Pusiano

    Dito incastrato: un 15enne perde la falange al campo sportivo di Pusiano

    I carabinieri di Erba hanno effettuato una rapida indagine dopo la segnalazione della presenza di una parte di un dito sulla pista del campo sportivo di Pusiano. I militari dell’Arma hanno accertato che la falange appartiene a un ragazzino di 15 anni che venerdì sera, probabilmente scavalcando la rete per recuperare un pallone, è rimasto incastrato nella recinzione con un anello che portava. Nell’incidente ha subito l’amputazione di una falange, poi ritrovata da altre persone che hanno dato l’allarme. Il giovane era stato subito soccorso e trasportato al Fatebenefratelli di Erba.

  • Distretto tessile fra bilanci e scenari futuri. L’alta moda in aiuto delle aziende comasche

    Distretto tessile fra bilanci e scenari futuri. L’alta moda in aiuto delle aziende comasche

    La sempre maggiore richiesta di tessuti di qualità per la moda di alta gamma potrà essere un supporto fondamentale per sostenere il settore tessile lariano in una fase in cui non mancano le turbative di mercato come la Brexit e il protezionismo. Senza sottovalutare la concorrenza di altri distretti. È stato calcolato che nel 2021 ci sarà un livello di domanda di circa 42 miliardi di dollari superiore a quello del 2016.È uno dei dati che emerge dalla ventisettesima edizione dell’Osservatorio Distretto Tessile di Como, presentata ieri, che si è concentrata sull’analisi dei bilanci delle imprese nel 2017, su una lettura delle informazioni preliminari disponibili per il 2018 e sull’analisi degli scenari che riguardano il settore.La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha valutato un campione rappresentativo della realtà locale (150 imprese). Emerge una situazione di relativa stabilità del fatturato complessivo 2017 delle aziende monitorate (-0,2% la variazione tendenziale). Situazione equilibrata fra le aziende: metà sono in crescita, l’altra registra invece un calo.Si registra una contrazione dei ricavi di vendita più accentuata per torciture e tessiture, e una situazione molto polarizzata nei converter, che vede imprese medio- grandi in crescita, mentre la piccole sono più in difficoltà. In aumento moderato le tinto-stamperie, anche in termini di margini e redditività.Per quanto concerne il 2018, l’inchiesta condotta da Sistema Moda Italia e dal Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como, ha evidenziato una crescita del fatturato pari al 4,8% nel primo semestre, pur in presenza di una stabilità dei quantitativi venduti.Il tessuto per abbigliamento femminile, che rappresenta la componente prevalente, ha fatto registrare un incremento di poco inferiore al 5%. L’accessorio tessile (foulard, scialli, sciarpe, stole, parei, bandane) si è confermato il più dinamico, con una crescita del 7,5%. La cravatteria ha chiuso il periodo con un dato leggermente positivo (+1,3%), che giunge, però, dopo una lunga serie di trimestri sfavorevoli.Le informazioni preliminari disponibili per la seconda parte dell’anno suggeriscono una evoluzione ancora positiva del fatturato distrettuale nel terzo trimestre 2018, viene spiegato nel dossier economico.«Il Distretto Tessile, pertanto, conferma la sua capacità di stare efficacemente sui mercati globali e di affrontare la competizione internazionale» spiega Unindustria Como.Come detto, fa ben sperare l’aumento della richiesta di tessuti per la moda d’alta gamma. Uno stato di luci e ombre. È stato infatti osservato che, ancor più che nel 2017, si sta verificando la coesistenza di aziende in forte espansione e di imprese che perdono quote di mercato, a parità di tipologia produttiva.Lo sviluppo del fatturato distrettuale è sostenuto, più che altro, dal successo del tessuto stampato, mentre quelli tinti in filo e in pezza stanno subendo una calo di attenzione da parte del mondo dello stile.

  • Dissequestrato il battello “Bisbino”. La motonave può tornare a navigare

    Dissequestrato il battello “Bisbino”. La motonave può tornare a navigare

    La Procura ha dissequestrato il “Bisbino”, la motonave della Navigazione coinvolta in un incidente la sera del 4 aprile. Il battello, mentre si avvicinava in manovra al molo numero 4 all’interno del porto di Como, andò a impattare contro la diga foranea affondando un motoscafo, danneggiando la passeggiata che conduce al monumento di Libeskind e, soprattutto, causando tre feriti tra le persone che erano a bordo. Il “Bisbino” era poi stato posto sotto sequestro e in queste settimane è stato interessato da operazioni peritali per ricostruire la dinamica dell’accaduto e verificare eventuali responsabilità. Nel frattempo è stata anche riparata ed è dunque in condizione di riprendere il servizio.

    L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola sabato 23 giugno

  • Disperso in montagna: salvato nella notte di Capodanno

    Disperso in montagna: salvato nella notte di Capodanno

    Un uomo di 56 anni di Lurate Caccivio è stato salvato nella serata dell’ultimo dell’anno dal Soccorso Alpino della VII Delegazione della Valtellina e della Valchiavenna, e dagli uomini della guardia di finanza.

    Il disperso non era rientrato dopo un’escursione effettuata con le ciaspole in Valfurva, dopo essersi diretto verso i Forni, zona Pizzini . L’allarme è scattato intorno alle 19. Il mancato rientro aveva infatti allarmato la moglie, che ha chiesto aiuto.

    Una ventina i soccorritori impegnati. Soccorsi resi complicati dal buio e da una tormenta. L’uomo è stato poi individuato (grazie all’uso dei fari) in un dirupo, cosciente ma in stato di ipotermia.

    E’ stato raggiunto, messo in sicurezza e caricato su una barella per essere poi trasportato fino a Santa Caterina Valfurva, dove ad attenderlo c’era l’ambulanza per il trasporto in ospedale.