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  • Cassa integrazione in calo nel 2017 ma il tessile soffre ancora

    Un’azienda tessile

    Cassa integrazione, nel 2017 diminuiscono le ore di cassa integrazione totale richieste dalle aziende della provincia di Como. A certificarlo il 12esimo rapporto della Uil del Lario. Una buona notizia a livello generale che viene però in parte limitata dal dato riguardante il comparto tessile.

    Questo perché in provincia di Como sono aumentate del 45% – sempre nel 2017 – le ore di cassa integrazione ordinaria. Percentuale che è salita principalmente per le richieste in arrivo dalle aziende tessili dove le ore di cassa integrazione ordinaria sono state 1.141.485, con un incremento addirittura del 143% in più rispetto al 2016 mentre le ore complessive di cassa integrazione richieste sono state 1.694.142 in diminuzione del 27,5% rispetto sempre al confronto con il 2016, grazie alla riduzione delle ore di cassa integrazione straordinaria (-71%) e di quelle in deroga (-49,7%). Un 2017 dunque con luci e ombre per le imprese e i lavoratori del settore tessile della provincia di Como con 830 dipendenti in cassa integrazione. A livello generale nel 2017 sono stati 2134 i lavoratori in cassa nel comasco.

  • Cade e si ferisce con l’utensile: grave operaio comasco 44enne

    Cade e si ferisce con l’utensile: grave operaio comasco 44enne

    Indagini della Polizia Cantonale

    Grave infortunio per un operaio comasco di 44 anni che lavora in Svizzera. L’uomo, secondo quanto riferito dalla polizia cantonale in un comunicato diffuso oggi, poco prima delle 12 stava effettuando dei lavori edili ad Arcegno, all’interno di una stalla danneggiata nelle scorse settimane da un incendio.

    L’operaio, secondo le prime informazioni trapelate, si trovava su una scala, ad un’altezza di circa un metro da terra. All’improvviso, per cause ancora in fase di accertamento e che toccherà alla polizia cantonale appurare, ha perso l’equilibrio cadendo a terra. Il danno sarebbe però stato causato non dalla caduta, da una altezza non eccessiva, bensì da un piede di porco che l’operaio teneva in mano e che gli ha causato una importante ferita al collo.

  • Bassone sovraffollato, la direttrice: «Le situazioni critiche sono quotidiane»

    Bassone sovraffollato, la direttrice: «Le situazioni critiche sono quotidiane»

    I numeri, come sempre, parlano in maniera chiara. Evidenziano, senza ombra di dubbio, le carenze e le difficoltà di chi lavora quotidianamente nel carcere del Bassone a stretto contatto con i detenuti. E la stessa direttrice della casa circondariale, Carla Santandrea, a esprimere, al di là delle cifre, ciò che si prova ogni giorno.«Quante volte, nel corso di questi anni, ci siamo guardati negli occhi e sentiti soli e in difficoltà, nell’affrontare le situazioni più critiche che non sono eccezionali ma quotidiane, ma non abbiamo mai cercato alibi, ci siamo sempre messi in gioco, abbiamo agito ognuno per la propria parte, fino in fondo, io come direttore e voi come poliziotti dimostrando spirito di servizio e capacità operativa». Tutto questo in un contesto molto difficile sia per la carenza di personale che per le caratteristiche della struttura.Come detto il Bassone è infatti una delle carceri più affollate d’Italia.A rivelarlo, ad esempio lo scorso dicembre, il report dell’associazione Antigone, da sempre in prima linea per i diritti nelle carceri. Il penitenziario di Como aveva un affollamento pari al 194,8%.«Ci sono poliziotti che ogni giorno negli istituti affrontano difficoltà enormi nella gestione dei detenuti che sono loro affidati e che alcune volte si sentono soli, ma non fanno mai un passo indietro e con spirito di servizio svolgono i loro compiti. Il vostro è un lavoro che è diventato sempre più difficile e per questo va ancor più apprezzato», ha infine aggiunto sempre la direttrice Carla Santandrea.

  • Automobilisti svizzeri indisciplinati e multe non pagate in Italia. Striscia la notizia a Como. Il filmato

    Automobilisti svizzeri indisciplinati e multe non pagate in Italia. Striscia la notizia a Como. Il filmato

    Valerio Staffelli

    Automobilisti svizzeri indisciplinati sulle strade italiane e ben ligi rispetto ai limiti di velocità nel loro Paese. Lo hanno documentato le telecamere diStriscia la notiziacon filmati girati in autostrada fra la A9 e il Canton Ticino.  E c’è poi il problema della difformità di trattamento dopo il rilevamento dell’infrazione.

    Automobilisti svizzeri disciplinati a casa loro

    Nella Confederazione si rischia anche di essere arrestati, in Italia c’è il problema di riscuotere la multa.

    L’inviato di “Striscia” Valerio Staffelli con il comandante della polizia locale di Como Donatello Ghezzo

    Alla fine l’inviato Valerio Staffelli ha intervistato Donatello Ghezzo, comandante della Polizia locale di Como: “Nel 2016 è stato pagato il 40% delle multe da parte dei cittadini svizzeri. Si parla dunque di un valore di 350mila euro rimasto impagato. Purtroppo non abbiamo strumenti per recuperare questi soldi e la cosa mi preoccupa perché non possiamo dare effettività alla sanzione e la norma perde la sua efficacia”.

    Svizzeri lanciati sulle autostrade italiane

    “Bisogna rivedere i patti tra Italia e Svizzera – ha concluso Staffelli – perché ci sono in ballo milioni di euro e perché il nostro Stato deve avere i soldi che gli automobilisti della Confederazione non vogliono pagare per le multe prese in Italia”.

    PER VEDERE IL FILMATO CLICCARE QUI

  • Auto d’epoca a Campione d’Italia

    Auto d’epoca a Campione d’Italia

    La sfilata dello scorso anno

    Campione d’Italia ospiterà domenica 22 aprile  dalle  ore 12 una tappa della “Lions in classic”,   raduno di  auto d’epoca giunto alla sesta edizione. L’iniziativa è del Lions Club  Monteceneri e prevede una sfilata di auto storiche  sul Piazzale Maestri Campionesi . Seguirà un concorso per decretare l’auto più elegante  del ritrovo.

    L’evento propone ogni anno un percorso diverso, unendo la riscoperta di luoghi suggestivi del  territorio con la volontà di trascorrere del tempo  in compagnia , senza dimenticare ovviamente l’aiuto al prossimo. Il ricavato andrà infatti  in beneficenza a Sos Infanzia, Water is life, Telethon e all’Istituto di Ricerca in Biomedicina (Irb).Il programma   dettagliato è  sul sito www.lionsinclassic.ch.

  • Anniversario della strage di via D’Amelio. Fiammetta Borsellino richiama il Paese alla memoria

    La strage di via D’Amelio è datata 19 luglio 1992. Sono passati 26 anni dall’attentato mafioso che spazzò via le vite di sei persone tra cui quella del magistrato Paolo Borsellino. Un tema delicato da trattare, soprattutto nel giorno della triste ricorrenza.

    Ed è la stessa Fiammetta Borsellino, figlia del giudice antimafia, gentilissima nel rispondere subito alla chiamata, a sottolineare un aspetto che suscita in lei – ma che dovrebbe accomunare tutti – un velo di tristezza, oltre al dolore personale. «Ormai da diversi anni, il 18 luglio, ovvero il giorno prima delle diverse commemorazioni e cerimonie in memoria di mio padre e degli agenti della scorta, ricevo tantissime chiamate per avere un pensiero o un ricordo di quella tragedia. È giusto e doveroso che ciò avvenga – spiega colma di umanità Fiammetta Borsellino, che parla facendo avvertire chiaramente con il timbro della voce la preoccupazione che tutto ciò si possa però ridurre, anno dopo anno, a una vuota ricorrenza, ovviamente non per lei ma per il Paese – Purtroppo però col passare del tempo mi accorgo che ci si sta sempre più limitando a parlare di quanto accadde e di tutto ciò che ci fu e c’è ancora alle spalle, ovvero la mafia, solo in queste giornate».

    Prima di proseguire con il ragionamento, c’è spazio anche per una digressione sulla città di Como. «In passato ho avuto contatti con il “Centro Studi Sociali contro le Mafie – Progetto San Francesco” di Cermenate – ricorda la figlia del giudice Paolo Borsellino – E mi hanno anche informato che ha avuto esito positivo la loro richiesta di intitolare la Biblioteca di Como a mio padre. Non posso ovviamente che essere molto grata e contenta per questa iniziativa, che deve essere un invito a non dimenticare mai e a porsi degli interrogativi».

    Un invito chiaro dunque a porsi sempre delle domande, anche se scomode. «Queste giornate ormai devono sempre più essere accompagnate dalla ricerca di risposte tangibili sui temi che rimangono aperti. Tutti dobbiamo farcene carico, non solo noi come familiari, perché quello che è successo ha offeso l’intelligenza e la buona fede di tutto il popolo italiano – racconta Fiammetta Borsellino – E se c’è mai stato qualche depistaggio nelle indagine va scoperto. Deve sempre essere forte la richiesta di verità. Tutti se ne devono fare carico, non solo i giudici».

  • Alessandro Borghese sul Lario: stamattina le riprese in idrovolante

    Alessandro Borghese sul Lario: stamattina le riprese in idrovolante

    Il passaggio del furgone di “4 ristoranti” ieri sera verso le 23 davanti alla frana di Argegno

    Alessandro Borghese e “4 ristoranti” sul Lario, nuovo capitolo. Ieri la giornata ad Argegno, con le ricognizione, le registrazioni al “Belvedere” e il paese lasciato in tarda serata dalla troupe (proprio mentre iniziavano i lavori di sistemazione della frana caduta in settembre).

    Alessandro Borghese questa mattina all’hangar di Como prima di salire sull’idrovolante

    Oggi il popolare chef e conduttore è stato avvistato, dopo un giro in centro città,  all’hangar dell’Aeroclub Como, come documentano le immagini del nostro fotografo Antonio Nassa, poi è partito in idrovolante,  verso il centro o altolago.

    Nella puntata lariana di “4 ristoranti” – in realizzazione in queste ore – il protagonista sarà  proprio il Lago di Como con il suo pesce e le sue specialità. Magari il piatto che darà il bonus ai concorrenti in gara – previsto da questa stagione – potrebbe essere il risotto con il pesce persico, una delle più gettonate specialità lariane.

    Massimo Moscardi

    Borghese stamattina all’hangar di Como

    Il furgone di “4 ristoranti” ieri ad Argegno

  • Albergatori in ansia per i cantieri di Argegno e Carate Urio. Imminente l’avvio della stagione turistica

    Un suggestivo scorcio del lago di Como

    «Il problema non è più la frana di Argegno, ma come risolvere questo intoppo. Si sono sprecate fin troppe parole. Per chi lavora in questa fantastica zona è sempre più difficile dover convivere con simili disagi». Le parole son di Whieldon Ross Stacey , albergatore di Griante che ha fatto del lago la sua casa e il suo splendido luogo di lavoro. «Purtroppo il traffico è già di per sè difficoltoso lungo la Regina se in più si aggiunge il tappo di Argegno e anche un nuovo cantiere a Carate, allora diventa sempre più arduo per noi e per i turisti arrivare a destinazione. Personalmente, visti i disagi continui sulla Regina, abbiamo studiato alternative per i nostri clienti», dice Whieldon Ross Stacey che racconta di come «abbiamo, ad esempio, studiato degli orari di partenza sfalsati per i bus turistici con i comuni di Griante e Tremezzina per evitare una congestione di mezzi pesanti sulla Regina. Oppure dei percorsi alternativi via Lugano. Chi lavora nel turismo, chi da ospitalità deve studiare ogni evenienza soprattutto se si opera in un territorio tanto bello quanto problematico sul fronte stradale», chiude l’albergatore di Griante. Preoccupato per il protrarsi delle operazioni ad Argegno anche Flavio Tagliasacchi, figura di spicco del turismo lariano con base a Menaggio. «Ormai non si riesce a capire se siamo di fronte a incuria o mancanza di volontà. Impossibile tener in ballo un cantiere quasi per otto mesi – dice Tagliasacchi – I turisti e chi vive sul lago non deve essere penalizzati». L’ultima voce è del vicepresidente dell’associazione turistica tremezzina, Davide Bordoli. «Davanti a un simile scandalo è ora di fare qualcosa. Comuni e istituzioni devono pensare alle conseguenze per noi di queste situazioni. Imprenditori, associazioni e cittadini devono fare fronte comune e chiedere interventi tempestivi», dice Bordoli.

  • Acsm Agam, via libera a fusione e scissione

    Acsm Agam, via libera a fusione e scissione

    Acsm Agam dice sì al progetto di aggregazione tra multi-utilities. Via libera ieri, durante l’assemblea straordinaria dei soci tenuta nella sede legale di Monza, a una nuova grande realtà nel settore dell’energia nel Nord Lombardia. All’assemblea di ieri pomeriggio erano presenti 125 azionisti di Acsm Agam per oltre l’86% del capitale sociale. La nuova realtà si inquadra in un contesto di evoluzione delle “local utilities” italiane che, a fronte dell’apertura del mercato alla concorrenza, vanno verso la formazione di un numero ristretto di operatori, di dimensioni maggiori, conservando allo stesso tempo un forte radicamento territoriale. L’azionista di riferimento rimane A2A, partner industriale di rilevanza nazionale e a partecipazione pubblica.Il progetto di aggregazione coinvolge il gruppo A2A, il gruppo Aevv e il gruppo Lario Reti Holding. La comasca-monzese Acsm Agam è la realtà principale, ovvero l’ente aggregatore. Nell’operazione rientrano inoltre A2A Idro4, Acel Service, Aevv Energie, Aspem (attiva nella provincia di Varese), Aevv (attiva nella provincia di Sondrio), Lario Reti Gas e A2A Energia.Per le prime sette realtà si tratta di una fusione in Acsm Agam, mentre per A2A Energia l’operazione è di scissione del ramo d’azienda costituito dai clienti energia della provincia di Varese.Approvato dall’assemblea di ieri pomeriggio anche l’aumento di capitale di oltre 120 milioni di euro, attraverso l’emissione di 120.724.700 azioni ordinarie e la modifica di alcune clausole statutarie della società.Se si parla di tempi, la fusione e la scissione avranno effetto già dal prossimo 1° luglio, ovvero in linea con le previsioni fatte prima dell’assemblea. L’operazione comporta, alla data di efficacia della fusione e della scissione, anche l’obbligo di promuovere un’Opa (offerta pubblica di acquisto) prevista per legge. A2A verrà infatti a disporre di oltre il 30% dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea di Acsm Agam, ovvero in misura superiore alla soglia dell’Opa. A2A dovrà così promuovere un’offerta pubblica di acquisto totalitaria sulle azioni di Acsm Agam. Lo stesso obbligo ricade, il prossimo 1° luglio – in via solidale con A2A – sui Comuni di Como, di Monza, di Sondrio e di Varese. Come già comunicato al mercato azionario, il prezzo dell’Opa unitario coinciderà con il valore attribuito a un’azione di Acsm Agam, ovvero 2,47 euro. La delibera approvata ieri ha anche definito il diritto di recesso da parte dei soci di Acsm Agam che non hanno approvato la delibera. Il valore di liquidazione da corrispondere ai soci che hanno intenzione di recedere è stato determinato in 2,33 euro per ogni azione.P.An.

  • Acqua pubblica, i 5 Stelle spingono per la società unica

    Dopo il capogruppo di Svolta Civica in Comune a Como, Vittorio Nessi, anche il Movimento 5 Stelle fa sue le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dalComitato Comasco Provinciale per l’Acqua Pubblicasul mancato avvio della società unica di gestioneComo Acqua.

    In un comunicato congiunto, gli eletti grillini della provincia lariana chiedono ai sindaci di Como, Erba e Cantù di chiarire la direzione che hanno deciso di intraprendere paventando che il ritardo possa essere un pretesto per poi aprire ad una gestione privata dell’acqua.

    Il documento è stato firmato dal deputato Giovanni Curró, dal consigliere regionale Raffaele Erba e dai consiglieri comunali Fabio Aleotti (Como), Giampaolo Tagliabue (Cantù), Carmen Colomo e Roberto Tagliabue (Mariano Comense).