Categoria: Economia

  • Coldiretti alla fiera di Alzate con il km zero e la fattoria didattica

    Coldiretti alla fiera di Alzate con il km zero e la fattoria didattica

    Entra nel vivo domani (domenica 8 settembre) la Fiera di Alzate, che vede rinnovata anche quest’anno la presenza di Coldiretti Como Lecco non solo con i propri allevatori, ma con i produttori di Campagna Amica e la Fattoria Didattica. Una “fiera secolare”, come cita il nome stesso, che però mantiene intatto il suo appeal e la sua centralità nel contesto rurale del circondario e non solo. Si tratta di un appuntamento per tutta la famiglia, e in questo contesto è particolarmente importante la presenza della Fattoria Didattica a cura dell’Azienda Agricola La Cascina del Sole di Asso (presenti Erica Gilera e Abramo Villa), che porterà sul posto i propri animali, dando altresì vita ai laboratori di “Grooming e coccole” e allestendo la piscina di fieno. Uno degli appuntamenti centrali sarà la mostra zootecnica, con la presenza dei nostri allevatori: all’AgriMercato sarà invece presente un’amplissima gamma di prodotti della tradizione rurale altolombarda, tra cui: frutta e verdura di stagione, miele e prodotti dell’alveare, formaggi, cosmetici agricoli a base di bava di lumaca e zafferano, Grana Padano, olio, agrigelato, confetture, pistilli di zafferano e derivati, mele, succhi di mela ecc.“Tutte le nostri allevatori sono pronti a presentarsi ai cittadini canturini con la grande passione con cui, da decenni, allevano i propri animali” commenta Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco.“Importante, quindi, la valenza didattica dell’iniziativa, che parla anche ai più piccoli: è l’agricoltura spiegata con i gesti, con la pratica quotidiana, e ciò vale molto più di mille racconti o nozioni. E’ quanto faremo domani, ed è quanto viene realizzato lungo tutto il corso dell’anno nelle numerose fattorie didattiche del territorio, che accolgono le scolaresche proponendo percorsi di approccio e conoscenza con le realtà rurali. Condividiamo dunque con piacere l’esperienza di un evento che richiamerà anche quest’anno un gran numero di partecipanti”.

  • Ecco la nuova banconota da 100 franchi

    Ecco la nuova banconota da 100 franchi

    Comincerà a circolare il prossimo 12 settembre la nuova banconota da 100 franchi svizzeri, sesto e ultimo biglietto della nona serie emessa dalla Banca Nazionale di Berna.Un po’ più piccola della precedente ma ugualmente blu, disegnata da Manuela Pfunder, ha come tema la tradizione umanitaria della Svizzera e l’acqua come elemento principale. Sul retro è infatti raffigurato il canale d’irrigazione – bisse – di Ayent, nel Vallese, Sulla striscia di sicurezza sono invece elencati i fiumi più lunghi della Svizzera ed è riprodotta la rete idrografica della Confederazione.

    Le vecchie banconote, entrate in circolazione tra il 1995 e il 1998, continueranno per ora a essere valide.

  • Forum Ambrosetti, tutto il mondo parla del Lario

    Forum Ambrosetti, tutto il mondo parla del Lario

    Nomi eccellenti ancora una volta calcano la scena del Lago di Como. Il Forum Ambrosetti, giunto alla sua 45.esima edizione, ha radunato a Cernobbio, nei saloni di Villa d’Este, imprenditori, politici, analisti, manager, docenti universitari provenienti da tutto il mondo.Un gigantesco spot per il Lario che per tre giorni rimarrà nelle aperture di tutti i maggiori canali televisivi: in Europa, in Asia, in America. Ovviamente, il Forum organizzato dallo studio milanese è soprattutto un momento di incontro e di riflessione sui fatti e sulle prospettive future del mondo. Ma è innegabile l’impatto che un evento simile ogni anno produce sul nostro lago. Una ricaduta in termini di visibilità che pochi altri eventi sarebbero in grado di produrre, almeno con la stessa intensità. D’altronde, basterebbe dare un’occhiata agli accrediti di stampa e Tv per capire di che cosa si sta parlando.

    E, allo stesso modo, sarebbe sufficiente dare uno sguardo alle rassegne quotidiane per intuire il valore aggiunto del Forum per il territorio lariano.Moltissimi pro, quindi. Ma anche qualche difficoltà. Come la blindatura di Villa d’Este e di tutta l’area circostante, che nei tre giorni dell’evento è accerchiata da un ingente dispositivo di sicurezza, con decine e decine di uomini e donne delle forze dell’ordine schierate a presidiare gli spazi esterni e interni dell’albergo di Cernobbio.

    L’agenda di quest’anno è stata condizionata un po’ inevitabilmente dalla crisi del governo italiano, risolta soltanto due giorni fa con il giuramento del nuovo esecutivo. Sul Lario era atteso il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha dato però forfait. Allo stesso modo non è riuscito ad arrivare il commissario europeo designato Paolo Gentiloni, il quale non prenderà quindi la parola nella sessione di domani, sabato, incentrata proprio sull’Europa.

    Ci saranno invece, tra gli altri, il ministro del governo inglese con delega alla Brexit Steve Barclay e l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton, presente già ai lavori della sessione di oggi assieme a due ex premier italiani – Romano Prodi ed Enrico Letta, all’ex ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi – in carica sino a pochi giorni fa – e all’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, oggi deputato del Partito Democratico.

  • Giovanni Pontiggia ai vertici del Mediocredito friulano

    Giovanni Pontiggia ai vertici del Mediocredito friulano

    Nominato vicepresidente dell’istituto su indicazione del gruppo Iccrea

    Nuovo, importante incarico per Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi.L’Assemblea di Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia lo ha infatti nominato vicepresidente dell’istituto, su indicazione e in rappresentanza del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Pontiggia, ingegnere e imprenditore, vanta una lunga esperienza nel settore bancario, e proprio in ragione di ciò è stato designato per questo delicato ruolo.Oltre al ruolo di vertice nella Bcc, ricopre infatti da anni diversi incarichi nel Credito Cooperativo, sia in ambito associativo che imprenditoriale.Con le nuove nomine, grazie al contributo operativo del Gruppo Iccrea e della partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia, dopo la fase di riavvio, continuerà per la Banca un percorso di crescita funzionale allo sviluppo e al sostegno delle imprese e di tutta la imprenditorialità regionale, coerentemente con la missione dell’Istituto.Per Pontiggia, la nomina rappresenta «una stimolante e interessante nuova esperienza nell’ambito bancario».La Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia nasce nel 1957 come istituto di credito a medio termine per il finanziamento di piccole e medie imprese della Provincia di Udine.Oggi l’Istituto, anche alla luce della presenza della Regione (che per statuto indica il presidente), è la Banca per lo sviluppo del territorio regionale e si propone di supportare il sistema economico del territorio facilitando la disponibilità di servizi e risorse finanziarie a soggetti pubblici e privati del Friuli Venezia Giulia, in una prospettiva di crescita di valore, anche attraverso la consulenza e assistenza alle imprese nella gestione dei Fondi Europei.A giudizio di Pontiggia, «vuole e deve rappresentare un punto di riferimento per le imprese, sia quelle con sede nella Regione sia quelle con sede altrove ma che hanno avviato, o desiderano avviare , un’attività in Friuli Venezia Giulia».«Il territorio offre importati opportunità di sviluppo che non vanno trascurate – continua Pontiggia – Rappresenta uno snodo fondamentale di interscambio all’interno dell’Europa, grazie allo sviluppo delle infrastrutture portuali, ferroviarie e autostradali, attorno a cui dovranno crescere realtà imprenditoriali diversificate».«Grazie al contributo del Gruppo Iccrea e delle varie società del sistema – prosegue Giovanni Pontiggia – penso che il Mediocredito possa essere sempre meglio al fianco delle imprese del Friuli Venezia Giulia, che necessitano di un partner finanziario con cui condividere un percorso; fatto questo che anche tutte le Bcc del Friuli aderenti al Gruppo Iccrea hanno sempre fatto e continueranno a fare».«Una occasione – conclude Pontiggia – per crescere personalmente e professionalmente in altre realtà territoriali a cui dedicherò e non farò mancare la mia esperienza, soprattutto con la convinzione del grande valore che una realtà come una Banca di questo tipo può avere per il territorio e convinto che il credito, specie quello locale e di comunità, è un elemento di cui non può fare a meno un territorio, ma soprattutto le realtà economiche che vi operano. Una considerazione, questa, che penso debba essere fatta e condivisa da tutte le realtà istituzionali associative ed economiche territoriali, fra le quali in primis le Camere di Commercio».

  • Fiera secolare di Alzate Brianza. Oggi in edicola uno speciale di 16 pagine

    Fiera secolare di Alzate Brianza. Oggi in edicola uno speciale di 16 pagine

    Uno speciale di 16 pagine dedicato alla Fiera secolare di settembre di Alzate Brianza, manifestazione in calendario dal 7 al 9 settembre. L’appuntamento è oggi in edicola con il Corriere di Como. Interviste, il calendario degli eventi, le celebrazioni religiose, curiosità storiche sulla fiera stessa e sulla località che la ospita: questi i contenuti di un inserto che sarà un’utile guida per una manifestazione sempre molto sentita e che ogni anno richiama nel paese brianzolo migliaia di persone.Tre giorni intensi, in cui culmineranno anche i riti religiosi dedicati alla Beata Vergine Maria di Rogoredo, il cui Santuario, da sabato scorso, è al centro del pellegrinaggio dei fedeli e anche della festa “profana”.

  • Fiera secolare di Alzate Brianza. Oggi in edicola uno speciale di 16 pagine

    Fiera secolare di Alzate Brianza. Oggi in edicola uno speciale di 16 pagine

    Uno speciale di 16 pagine dedicato alla Fiera secolare di settembre di Alzate Brianza, manifestazione in calendario dal 7 al 9 settembre. L’appuntamento è oggi in edicola con il Corriere di Como. Interviste, il calendario degli eventi, le celebrazioni religiose, curiosità storiche sulla fiera stessa e sulla località che la ospita: questi i contenuti di un inserto che sarà un’utile guida per una manifestazione sempre molto sentita e che ogni anno richiama nel paese brianzolo migliaia di persone.Tre giorni intensi, in cui culmineranno anche i riti religiosi dedicati alla Beata Vergine Maria di Rogoredo, il cui Santuario, da sabato scorso, è al centro del pellegrinaggio dei fedeli e anche della festa “profana”.

  • «Carne carissima in Svizzera? Ticinesi, venite a Como»

    «Carne carissima in Svizzera? Ticinesi, venite a Como»

    Fiere zootecniche lariane di eccellenza come quella in arrivo lunedì a Como per la festa del patrono Sant’Abbondio e la imminente fiera di Alzate Brianza sottolineano che la filiera lariana della bistecca è solida e di qualità.Un dato da rimarcare alla luce di una statistica recente che riguarda la vicina Svizzera, dove la carne in vendita risulta la più cara d’Europa. Costa 2,3 volte di più rispetto alla media dell’Unione europea, secondo l’istituto Eurostat.Questo comporterà un aumento dei frontalieri della spesa con targa ticinese sul Lario? «Me lo auguro – dice il presidente della Coldiretti lariana, Fortunato Trezzi – Spero che questo fenomeno sia un toccasana per la nostra economia. Il nostro settore è stato sotto i riflettori negli ultimi anni per l’impegno che abbiamo profuso a tutela della qualità del prodotto e per il mantenimento di standard elevati negli allevamenti di bestiame, in primis per quanto riguarda l’alimentazione degli animali. È chiaro che tutte queste attenzioni portano a costi che finora non sono stati remunerati a sufficienza, il gap del costo della carne tra i nostri negozi e le macellerie svizzere potrebbe favorire la nostra filiera e questo è un bene. Anche se accanto alla grande distribuzione che spesso non garantisce purtroppo margini di redditività significativi ai nostri allevatori, auspico il ritorno alle macellerie di quartiere e di prossimità. Su questo i vicini svizzeri sono stati molto attenti, creando marchi per la tutela delle loro carni che hanno però comportato costi maggiori, e questo spiega il dato statistico di cui si parla. Va detto altresì che l’allevatore elvetico è sovvenzionato, dovendo lavorare in condizioni sfavorevoli come l’alpeggio. Le stesse tutele che auspichiamo, inascoltati purtroppo, siano applicate anche da questo versante del confine. Dove i nostri allevatori svolgono una preziosa azione di tutela ambientale».A riprova della loro qualità, sottolinea Fortunato Trezzi, c’è poi il fatto che specie nelle aziende che praticano la vendita diretta si hanno tutti vantaggi del “chilometro zero”: «Garantiamo standard molto alti e la facoltà di acquisto a filiera corta è un vantaggio in termini di tracciabilità immediata della qualità delle carni, con il valore aggiunto della possibilità di avere consigli su come cucinarle direttamente dagli allevatori. Se riuscissimo a far tornare molte più razze autoctone sui nostri alpeggi avremmo implementato una biodiversità che è già ora molto ampia».

  • Cresce la Cassa integrazione a Como

    Cresce la Cassa integrazione a Como

    «Una situazione difficile e preoccupante sia per l’economia sia per il mercato del lavoro nel territorio lariano». Il rapporto mensile della Uil di Como sulla Cassa integrazione, diffuso ieri dai dirigenti di via Torriani, traccia purtroppo un quadro non molto positivo. Il dato di crescita della stessa Cassa integrazione, +55,7% tra gennaio e luglio 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. Nel dettaglio, aumenta del 19,8% la richiesta delle ore di Cassa integrazione ordinaria e addirittura del 132,3% la richiesta di Cassa integrazione straordinaria. Come spiega il segretario generale della Uil Salvatore Monteduro nel report pubblicato ieri, «a pesare sulla crescita della richiesta di cassa integrazione nel periodo gennaio-luglio 2019 a Como è ancora e soprattutto il settore tessile con 1.327.922 ore totali, pari a un +39,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. Ma è anche il settore metalmeccanico a farsi sentire, con 882.006 ore, +74,8% rispetto ai primi sette mesi del 2018». Lo studio della Uil del Lario rileva infine come la situazione di difficoltà sia maggiore a Como che nel resto della Lombardia, dove la cassa integrazione diminuisce in media del 5,2% nel periodo gennaio-luglio 2019 rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno.

  • Crisi di governo, l’economia presenta il conto

    Crisi di governo, l’economia presenta il conto

    Un territorio potenzialmente ricco di opportunità, il Lario, che attende con ansia profilarsi all’orizzonte una soluzione della crisi di governo in atto nella capitale.In sintesi è questo lo scenario che traccia l’avvocato comasco Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como, che di recente è stato anche nominato nel consiglio di amministrazione di Fondazione Fiera Milano, ed è membro del consiglio direttivo di Lariofiere a Erba, di cui è stato presidente.«La nostra preoccupazione di fronte alla crisi di governo è grande viste le notevoli sfide che abbiamo in agenda con la ripresa di settembre dopo le vacanze – dice Ciceri – L’impressione che ho è di una grande incertezza da tutti i punti di vista: il futuro ha contorni poco chiari, e il nostro territorio ha emergenze da risolvere come ad esempio la situazione della viabilità sia su terra che via acqua, e penso in particolare allo sviluppo della mobilità e del turismo sul nostro lago».«Come categoria inoltre al mondo della politica riteniamo sia giunto il momento di presentare il conto, da sempre sosteniamo – aggiunge il presidente di Confcommercio Como – che è al pettine un nodo centrale, è cioè il momento di trovarsi a discutere seriamente del costo del lavoro e di quanto comporta sul nostro tessuto economico e produttivo l’imposizione fiscale. Ancor più centrale ritengo però sia la semplificazione di tutte le normative che gravano sul nostro comparto, tematica che non è mai stata minimamente sfiorata dalla politica. È ora di una svolta in questo senso».La situazione contingente agita di fronte a noi una spada di Damocle enorme: l’aumento dell’Iva.«Non vi ho accennato perché diamo per scontato che non ci si arrivi e che si faccia ogni sforzo possibile per evitare una sciagura simile, sarebbe veramente un danno enorme», dice Ciceri. Che aggiunge: «Di fronte a scogli così imponenti da affrontare il cittadino ha l’impressione che ci sia grande incertezza e smarrimento. E questo danneggia fortemente l’economia che ha bisogno per prosperare di un clima più sereno e pacato. Per questo in uno scenario così ancora indefinito mi consola una cosa, che è però l’unica ma sostanziale: non abbiamo di fronte per espressa richiesta del presidente Sergio Mattarella tempi lunghi, dilatati come quelli che hanno portato l’anno scorso alla nascita del governo Conte. Ma lo ribadisco con forza: i mercati hanno bisogno di sicurezza, chiunque vada al governo auspichiamo che sia saggio e non abbia in mente di fare colpi di testa».Una recente statistica del “Sole 24 Ore” rimarca che il Lario ha molti turisti ma è poco attraente per carenza di eventi. «Il nostro territorio è ricco di potenzialità, che però vanno sviluppate al meglio – dice Ciceri – Non è più tempo di iniziative di corto respiro o fine a se stesse come le tante fiere o sagre che abbiamo visto sbocciare anni addietro. Serve qualcosa di più solido, con finanziamenti adeguati. Questo è un altro nodo sul terreno di non poco conto».

  • Export, il franco sempre più forte mette in difficoltà l’industria

    Export, il franco sempre più forte mette in difficoltà l’industria

    La corsa del franco spaventa l’industria svizzera. Le incertezze economiche e geopolitiche rafforzano la moneta elvetica, vista anche come bene rifugio. Il cambio franco euro al di sotto della soglia psicologica di 1.10 destabilizza l’economia svizzera, che si basa sulle esportazioni. Il problema, però, è che con una moneta interna molto forte le aziende svizzere perdono competitività sul terreno dell’export, perché i prodotti elvetici diventano più costosi per i clienti internazionali. Una situazione analizzata a fondo dal Corriere del Ticino.Il quotidiano del cantone di lingua italiana parla anche del rischio di delocalizzazione. Per ora si tratta solamente di un rischio, ma se la moneta svizzera dovesse continuare a rafforzarsi, alcune aziende considererebbero la possibilità di spostare altrove la produzione, in un mondo in cui la concorrenza asiatica con costi di produzione più bassi è molto agguerrita. Una difficoltà che potrebbe incidere, di riflesso, anche sull’economia di frontiera italiana. Ogni giorno più di 66mila lavoratori (perlopiù italiani) passano il confine per andare a lavorare in Ticino. Se le aziende rossocrociate soffrono un calo nell’export e riducono i posti di lavoro, il prezzo della crisi viene pagato anche dai frontalieri, che in questi giorni invece beneficiano di stipendi più “pesanti” al cambio.