Categoria: Notizie locali

  • «Como, il virus cresce 8 volte più del valore di riferimento»

    «Como, il virus cresce 8 volte più del valore di riferimento»

    Nella prima settimana della pandemia, quella iniziata il 2 marzo scorso, la provincia di Como fece registrare 11 contagi. E nella settimana peggiore della prima ondata, tra il 13 e il 19 aprile, quando tutti eravamo chiusi in casa e le strade erano davvero vuote, i positivi furono sul Lario 628. Numeri che allora facevano tremare le gambe, anche per le tragiche notizie che giungevano dalle province di Bergamo e Brescia, dove le bare dei morti di Covid venivano portate via sui camion dall’Esercito. Numeri che oggi farebbero tirare un sospiro di sollievo a molti.

    Sì, perché nelle ultime 4 settimane l’incubo del Coronavirus ha assunto proporzioni inimmaginabili. Messi in sequenza, uno accanto all’altro, i dati dei contagi sono terrificanti: 321, 1.216, 2.081 e 4.114. Ogni sette giorni si raddoppia. Altro che protestare contro le restrizioni imposte dal governo. Qui bisogna portare a casa la pelle.

    E tutto perché abbiamo vissuto un’estate fuori da ogni regola. La curva dei contagi settimanali sul Lario è stata elaborata da Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd, ricercatore universitario e docente di Innovazione digitale alla Liuc di Castellanza. Nei primi mesi dell’epidemia Astuti ha descritto, ogni giorno, l’evoluzione del Covid-19. Sul suo sito Internet sono stati riversati migliaia di dati. Ora il consigliere Dem analizza le cifre della seconda ondata. E traccia una situazione a dir poco tragica.

    «Nell’ultima settimana, le province lombarde dimostrano tutte un andamento crescente e si possono dividere in gruppi a seconda della velocità della crescita rispetto al valore registrato quattro settimane fa – dice Astuti – tra il 400% e il 600%, cioè 4/6 volte il valore di riferimento sono Bergamo, Lodi, Milano e Pavia; tra il 600% e l’800%, cioè 6/8 volte il valore di riferimento troviamo Brescia, Cremona, Lecco, Monza e Mantova; oltre l’800%, cioè più di 8 volte il valore di riferimento si situano invece Como, Sondrio e Varese».

    Le tre province a Nord dell’area metropolitana – Como, Varese e Monza – sono poi in una situazione «particolarmente critica» perché hanno «un numero assoluto di contagi molto elevato». Ma più in generale, prosegue Astuti, preoccupa «la percentuale di casi positivi rispetto al numero di tamponi effettuati nelle persone “nuove”, percentuale che è arrivata a superare il 35%. Questo dimostra l’ampiezza del contagio. È stato detto più volte e da più parti (Oms in primis) che la situazione è sotto controllo quando questo dato rimane sotto il 5%».

    Sui ricoveri, Astuti nota come «in terapia intensiva e negli altri reparti si sia arrivati a quasi la metà del livello di marzo-aprile». Purtroppo, «continuano a crescere, come pure i decessi. Con un andamento di questo tipo, potremmo trovarci presto in condizioni peggiori di quelle dell’inizio di aprile, quando è stato raggiunto il massimo dei ricoveri. E la Regione Lombardia – conclude il consigliere regionale del Partito Democratico – continua a non fornire i dati provinciali senza così permettere un’analisi più puntuale della situazione in cui si trovano i diversi territori».

  • Covid, in Svizzera limite di 30 persone in cinema e teatri

    Covid, in Svizzera limite di 30 persone in cinema e teatri

    Altri 151 casi positivi ieri anche in Canton Ticino, ovvero il 27% dei 1.211 tamponi effettuati. Il cantone di lingua italiana conta anche 19 nuovi ricoveri e 4 decessi. Ieri nella Svizzera italiana sono entrate in vigore misure maggiormente restrittive che rimarranno in vigore fino al 30 novembre. Oggi sono state introdotte significative modifiche ai provvedimenti per dare ossigeno al settore spettacolo e allo sport.

    Oltre alle mascherine obbligatorie in classe anche per le medie, in tutti gli spazi pubblici in un primo momento era stato vietato l’assembramento con oltre 5 persone.

    Le uniche eccezioni riguardavano assemblee politiche e celebrazioni religiose, funerali e matrimoni, con un massimo di 30 partecipanti.

    Ora questo limite è stato esteso dal Consiglio di Stato anche a cinema e teatri, spettacoli, concerti, rappresentazioni culturali e partite di sport professionistici che potranno accogliere un massimo di 30 spettatori (escluso il personale) – e non più solo 5 come detto prima – nel rispetto dei rispettivi piani di protezione. Sul fronte sanitario, sono stati previsti altri letti di terapia intensiva, mentre a livello economico continuano a essere in vigore le misure del lavoro ridotto.

  • Covid, inarrestabile la risalita dei contagi in provincia di Como

    Covid, inarrestabile la risalita dei contagi in provincia di Como

    Non si ferma, purtroppo, la crescita dei contagi in provincia di Como. Dopo i quasi mille casi registrati venerdì, nelle ultime 24 ore i nuovi positivi sono stati 891. Un numero sempre altissimo, che fa comprendere la gravità della situazione anche sul Lario.Tutta la Lombardia, diventata zona rossa, è in realtà preda dell’epidemia. L’ultimo bollettino della Regione, diffuso ieri pomeriggio, segnala 46.099 tamponi processati e 11.489 positivi, pari al 24,9%. Praticamente, uno su quattro. Un vero e proprio record (ovviamente in negativo), che forse giustifica più di ogni altra considerazione la decisione del governo di imporre ai lombardi un nuovo lockdown.I guariti e dimessi, dopo il picco di venerdì – quasi 5mila – sono 1.118 in più. Nelle ultime 24 ore, invece, altri 108 lombardi hanno perso la vita. La situazione dei ricoveri resta molto critica. In terapia intensiva i pazienti salgono a 610 (+40), mentre nei reparti ordinari sono ricoverati 5.813 pazienti (+ 250 nelle ultime 24 ore).Come sempre, la provincia di Milano è la più colpita: 4.520 i nuovi positivi, dei quali 1.758 in città. Crescono di nuovo i numeri anche a Monza e Brianza, che registra 1.638 contagi in più, e a Varese (1.222).

  • “Forno degli orrori” di Biella, le famiglie comasche: «Siamo vittime, vogliamo la verità»

    “Forno degli orrori” di Biella, le famiglie comasche: «Siamo vittime, vogliamo la verità»

    «Siamo anche noi vittime di quanto successo. E chiediamo che qualcuno faccia giustizia. Non siamo di serie B, vogliamo sapere la verità».A parlare è una donna comasca di Albate, che dopo aver perso il marito l’aveva portato (era il 2018) a cremare in quello che poi si rivelerà (e verrà definito) il “forno degli orrori” di Biella. I responsabili della ditta che lo gestiva in quegli anni, infatti, furono arrestati e indagati (e nei giorni scorsi condannati in primo grado) per i sospetti di gravi irregolarità nella gestione delle cremazioni. Si ipotizzava addirittura che le ceneri dei defunti fossero state confuse, mischiate o persino gettate tra i rifiuti, il tutto per velocizzare le operazioni e intascare più soldi.Non tutte le vittime però – ed è questo il punto – sono state comprese tra le parti civili del fascicolo principale del processo. Per decine di familiari infatti – tra cui molti comaschi, visto che Biella era uno dei forni alternativi a quello del Cimitero Monumentale di Como fuori servizio – la Procura di Biella aveva concluso con la richiesta di archiviazione. Un atto che ha però portato tutti in aula in questi giorni per discutere, di fronte al Gip e al procuratore Teresa Angela Camelio, l’opposizione all’archiviazione.Buona parte dei familiari delle vittime si sono presentati con il legale del Codacons, altri – come la donna di Albate – con un proprio avvocato. «Abbiamo affrontato il tema della riunione dei fascicoli rimasti e divisi da quello principale – ha commentato l’avvocato Jacopo Maioli – Ma secondo noi mancherebbero anche atti di indagine rimasti nel fascicolo principale».La questione è stata per ora rinviata a gennaio, quando le parti si ritroveranno di nuovo di fronte, verosimilmente non in presenza (ma ognuno davanti a un pc, per motivi legati alla pandemia) anche se al momento non è escluso nemmeno che l’udienza possa svolgersi (visto l’alto numero di persone interessate) in una palestra. Secondo la Procura che aveva chiesto l’archiviazione, i fatti esaminati rientrerebbero «in uno schema operativo sicuramente ricorrente, ma non esclusivo… come emerso nelle dichiarazioni degli indagati». Che però, avrebbero avuto tutto l’interesse (ovviamente) nel diminuire il più possibile il numero di eventuali parti lese. E tuttavia, sempre secondo la Procura, gli stessi fatti «non sarebbero suscettibili di essere estesi» in base a «meri sillogismi», anche per «l’impossibilità scientifica del relativo accertamento».Secondo il consulente, infatti, dalle ceneri non sarebbe stato possibile estrarre il Dna per attribuire con certezza il ruolo di parte lesa. Rimane però il fatto altrettanto innegabile che tutte queste vittime «non indicate come parti offese», i propri cari a Biella li hanno portati per la cremazione, e nei giorni indicati dall’accusa. E, almeno per quanto riguarda la moglie di Como, nessuna ispezione è mai stata effettuata tra i frammenti ossei dell’urna. «Peraltro – scriveva ancora il legale Maioli, nella sua opposizione all’archiviazione – non è stato rinvenuto il verbale di cremazione e consegna dell’urna cineraria».

  • Fugge all’alt della polizia stradale sull’A9. Denunciato per resistenza

    Fugge all’alt della polizia stradale sull’A9. Denunciato per resistenza

    Inseguito sull’autostrada e bloccato dopo una folle corsa e un incidente, fortunatamente senza feriti. Giovedì sera attorno alle 22, una pattuglia della polizia stradale impegnata nei controlli sull’A9, tra Como e Lainate, ha intimato l’alt a una Mercedes Classe A. Il conducente del veicolo, alla vista della pattuglia, anziché fermarsi ha accelerato e ha cercato di fuggire, subito seguito dagli agenti. Nel tentativo di seminare gli agenti, il conducente dell’auto, che durante la corsa è uscito dall’autostrada, ha viaggiato a velocità folle, facendo manovre pericolose e cercando di speronare la macchina della polizia. Dopo un inseguimento di 15 minuti, il conducente della Mercedes, in territorio di Lainate ha bloccato all’improvviso la macchina ed è fuggito a piedi in un campo. La vettura senza controllo ha colpito la macchina della stradale. Illesi, gli agenti sono scesi e hanno inseguito a piedi il fuggitivo, raggiungendolo e bloccandolo poco dopo. L’uomo è un 42enne di Gallarate, nel Varesotto, che ha spiegato di essere fuggito perché alla guida di un’auto senza assicurazione. I poliziotti hanno accertato che all’uomo era già stata revocata in passato la patente. Dopo averlo fermato, visti i suoi atteggiamenti sospetti, hanno anche accertato che aveva appena assunto cocaina. È stato denunciato per resistenza.

  • Addio a Stefano D’Orazio, il dolore di Filadelfo Castro

    Addio a Stefano D’Orazio, il dolore di Filadelfo Castro

    “Stefano era un grande professionista, un esempio di dedizione alla musica e alla sua band”. Così Filadelfo Castro, musicista e produttore comasco, ricorda il batterista dei Pooh Stefan D’Orazio, scomparso ieri. “Era una persona di un’intelligenza e di una correttezza disarmante dotata di rara visione e proiezione verso il futuro. Ricordo con lui un bellissimo viaggio a Sofia (Bulgaria) dove gli presentai una mia carissima amica e manager Yana Yancheva che organizzò la promozione e realizzazione di alcuni show dei Pooh, compagno di viaggio divertente e pieno di vita. Sono vicino ai suoi colleghi, in particolare Dodi e Riccardo che stanno attualmente lavorando con me, che so essere davvero distrutti per questa incredibile perdita” dice Filadelfo, che sta lavorando con Dodi Battaglia al suo nuovo album.

  • Basket mercato: Jordan Bayehe in arrivo a Cantù

    Basket mercato: Jordan Bayehe in arrivo a Cantù

    La notizia è stata confermata da fonti della Pallacanestro Cantù. La società brianzola è vicina a chiudere la trattativa per l’arrivo dell’italo-camerunense Jordan Bayehe alla corte di coach Cesare Pancotto.Classe 1999, cresciuto nella Stella Azzurra Roma, ala grande, Bayehe nell’ultima stagione ha militato con gli abruzzesi di Roseto ed è risultato uno tra i giocatori più interessanti del torneo di serie A2. Da tempo nel mirino di Cantù e di altre società di A, il giocatore avrebbe scelto Cantù, una squadra che gli consentirebbe di crescere e di valorizzarsi ulteriormente. Un cammino già fatto con successo da Andrea Pecchia, che proprio un anno fa lasciò la A2 per passare alla S.Bernardo-Cinelandia, formazione che gli ha consentito di mettersi in luce fino a meritare la convocazione in Nazionale.

  • Città sporca e biciclette abbandonate. Per Como Pulita ancora al lavoro

    Città sporca e biciclette abbandonate. Per Como Pulita ancora al lavoro

    Una città sempre più preda del degrado e della sporcizia. Complice anche l’inciviltà di molte persone, sono ormai sempre di più le zone abbandonate e sporche. E tra rifiuti di ogni tipo non si contano più le decine di biciclette rotte e abbandonate ovunque, anche davanti all’ingresso del Comune di Como. Proprio per cercare di contenere questo deterioramento ancora una volta, si sono messi all’opera nelle ore scorse, gli uomini di “Per Como Pulita”, l’associazione di volontari impegnata per rendere decorosa la città.

    E l’ultimo viaggio per le vie del centro, ma non solo, ha portato alla luce delle situazioni indecenti. A partire, come detto, dall’altissimo numero di biciclette rotte e abbandonate. «Ogni volta che andiamo in giro troviamo decine di due ruote. È incredibile come vengano abbandonate in ogni punto della città – diceGianluca Vicini, portavoce dell’associazione – Mi domando perché non ci sia la volontà di disfarsene seguendo le regole. Spesso sono appoggiate ai cestini dei rifiuti, in mezzo ai sacchi di pattume». E purtroppo «in generale non si salvano molte vie di Como. Dalla città murata alle strade meno battute raccogliamo montagne di rifiuti. Viale Varese ad esempio è una vera discarica», dice Vicini. Dal Comune l’assessore all’AmbienteMarco Galliribadisce come «Aprica stia lavorando bene. Certo il livello di inciviltà delle persone è senza eguali – spiega l’assessore – La gente butta tutto per terra anche con cestini vuoti a pochi metri».

  • Elettrificazione della ferrovia Como-Lecco, lettera di Legambiente

    Elettrificazione della ferrovia Como-Lecco, lettera di Legambiente

    L’elettrificazione della linea ferroviaria Como-Lecco è un’opera indispensabile che però non è stata inserita nella proposta di decreto relativa alle opere infrastrutturali per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2020. Legambiente scrive una lettera per ribadire la crucialità dell’opera: «È una linea importante all’interno del sistema intermodale Pedemontano e della rete di trasporti trans-frontaliera e per sostituire un trasporto su gomma che, di fatto, sta paralizzando un intero territorio». Il Coordinamento territoriale Legambiente con i presidenti dei Circoli di Cantù, Como, Erba, Lario orientale, Lecco e Primalpe, ha inviato una lettera al Ministero dei Trasporti, al presidente della Regione Lombardia e agli assessorati competenti, ai presidenti delle province lombarde e ai sindaci dei comuni interessati chiedendo una riflessione a tutti i rappresentanti territoriali.

  • Elezioni amministrative nel Comasco, in 26 cercano la poltrona di sindaco: 5 sono donne

    Elezioni amministrative nel Comasco, in 26 cercano la poltrona di sindaco: 5 sono donne

    Sono 10 i comuni comaschi in cui, domani e lunedì, si eleggono sindaco e consiglio comunale. Alle urne sono chiamati 31.292 elettori, il 6,68% del totale provinciale.

    Anche in questo caso, le donne sono in maggioranza, seppur di poco: 15.871 (pari al 50,7%) contro 15.421 uomini (49,3%). I candidati che cercano di conquistare la poltrona di primo cittadino sono in tutto 26. Di questi, soltanto 5 sono donne, il 19,2%.

    Il paese più piccolo chiamato al voto è Plesio, in Val Sanagra (936 elettori), il più grande invece Turate (7.784 aventi diritto).

    AdAsso, Roberto Melchiorre, consigliere uscente della maggioranza (Insieme per Asso), se la vedrà con Tiziano Aceti (Rinnoviamo Asso), Maria Grazia Masciadri (Cittadini indipendenti) e Ivano Corà (Giovani per Asso).

    Dopo un commissariamento lunghissimo, durato oltre due anni e mezzo, torna una competizione elettorale aCampione d’Italia, dove si fronteggiano due ex assessori: il commercialista Roberto Canesi (Campione rinasce) e l’avvocato Simone Verda (Campione 2.0).

    ACasnate con Bernate, governata negli ultimi 10 anni da Fabio Bulgheroni, la sfida sarà a 5 tra Anna Seregni (Costruiamo insieme il futuro), Filippo Ballatore (CambiAmo Casnate con Bernate), Guido Corti (Futuro Insieme), Alberto Magistro (Per il bene comune), eletto 5 anni fa in consiglio comunale e l’assessore uscente Antonella Girardi (Vivere Casnate con Bernate).

    Domasoè l’unico dei 10 comuni al voto nei quali si candida invece una sola lista, capeggiata dal sindaco uscente Pietro Angelo Leggeri (Domaso nel cuore). In questo caso, affinché le elezioni siano valide, dovrà recarsi alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto.

    ALambrugo, comune commissariato nell’ottobre dello scorso anno dopo le dimissioni in blocco di 7 consiglieri, ci riprova Giuseppe Costanzo (Progetto per Lambrugo) il quale se la dovrà vedere con Andrea Sala (Vai Lambrugo Uniti si riparte).

    Gara a tre, invece, aLipomodove per la carica di sindaco sono in campo Laura Comollo (Cambiamento e futuro), eletta nel 2015 con la Lega, Giordano Molteni (Uniti per Lipomo) e il sindaco uscente Alessio Cantaluppi (L’idea per Lipomo).

    AMontorfanoil sindaco uscente Giuliano Capuano (Amare Montorfano) se la vedrà con Francesco Frigerio (Noi con Montorfano). Cinque anni fa le liste in lizza erano 3, motivo per cui stavolta la corsa elettorale non viene data per scontata.

    Dopo un commissariamento durato un anno (nel 2019 nessuno si era candidato), aPlesiocercano l’elezione a sindaco Maurizio Fraquelli (Uniti per Plesio) e l’ex senatore della Lega Celestino Pedrazzini (Per un futuro), originario del piccolo paese della Val Menaggio.

    ATuratesi sfidano il sindaco uscente Alberto Oleari (Tu come Turate), Renzo Carnelli (Turate Viva) e Leonardo Calzeroni (Democratici per Turate).

    AValsolda, infine, comune terremotato da uno scandalo edilizio, sono in corsa l’ex vicesindaco Mario Bonacina (Progetto Valsolda) e Laura Romanò (La nuova Valsolda Voltiamo pagina).