Categoria: Cultura e spettacoli

  • “Festate”, la musica etnica invaderà Chiasso nel segno dell’Africa

    “Festate”, la musica etnica invaderà Chiasso nel segno dell’Africa

    L’Africa è chic. Con questo slogan, in barba a qualsiasi razzismo presente o passato, si terrà a Chiasso il 29° festival di culture e musiche dal mondo “Festate”, in calendario in piazza del Municipio nella località ticinese di confine il 14 e 15 giugno prossimi. I dettagli del cartellone saranno svelati martedì prossimo alla stampa nel foyer del Cinema Teatro di via Dante a Chiasso, la cui programmazione è curata dal comasco Armando Calvia.È una tradizione ormai consolidata (nella foto, una delle scorse edizioni), un appuntamento immancabile che dà avvio all’estate vissuta con gioia negli spazi urbani, pacificamente occupati dai suoni, dai colori, dai profumi del mondo. Festate che già lavora alla grande edizione del trentennale si è costruita una solida fama nel novero dei festival musicali legati alle tradizioni etniche del mondo. La ventinovesima edizione porterà a Chiasso alcuni fra i migliori interpreti e gruppi della World Music internazionale. Come detto per il 2019 il tema scelto è “L’Afrique c’est chic!”, espressione che intende rimandare all’importanza e alla classe della musica africana: Festate 2019 si propone come scopo quello di valorizzare la cultura di questo grande continente, capovolgendo uno stereotipo di questi tempi difficili in cui l’Africa viene percepita principalmente come problema. Non si tratta assolutamente di camuffare la realtà, la situazione socio-politica in Africa rimane estremamente grave per molte nazioni e per molti popoli; tuttavia, per questi due giorni a Chiasso si vuole porre l’accento sulla positività e sull’energia creatrice di popoli, culture e persone che resistono nonostante le difficoltà.

  • Due opere per il Sant’Anna dall’artista Germana Bedont

    Due opere per il Sant’Anna dall’artista Germana Bedont

    L’artista comasca Germana Bedont ha donato due opere all’ospedale Sant’Anna a completamento della galleria nell’area di attesa del Pronto soccorso Ostetrico Ginecologico che ospita altri quattro suoi lavori.I quadri (100×70, olio su tela) si intitolano “Calle di Villa Melzi” e “Sognare fa bene”. All’incontro con la pittrice per la consegna delle tele sono intervenuti il primario Paolo Beretta, la caposala Roberta Stefanel, alcune ostetriche e l’architetto Enrico Tanhoffer, presidente del Circolo Cultura e Arte.

  • Ballerini a Varese con “Amleto”

    Ballerini a Varese con “Amleto”

    Poliedrico, istrionico, provocatorio. Marco Ballerini, versatile attore comasco, è in scena giovedì 23 maggio a Varese dalle 21 (ingresso 10 euro) presso lo spazio teatrale “Cantine Coopuf” in via De Cristoforis 5 con la sua versione di Amleto.Da sempre a proprio agio con i classici di ogni tempo, Ballerini matura una personale versione del capolavoro di Shakespeare che rappresenta per lui una sfida nella sfida, un corpo a corpo con un testo epocale, che ha voluto intitolare Amleto solo: «William Shakespeare scrisse Amleto in cinque atti – spiega l’attore – Mettendo in scena tra l’altro una pièce che parla proprio del teatro. Il mio è un solo atto. Un Amleto espresso. 65 minuti. In cosa si differenzia? Beh, innanzitutto dalla verbosità e dalla parola aulica, non che in Amleto solo non ci sia ma è decisamente e appositamente rivisitata. Tutte le traduzioni, anche le più attuali, l’ultima è del 2018, prendono la parola di Shakespeare e appunto la si traduce in altissimo italiano andando a riprendere il nostro italiano del 1600. Risultato, un testo del 1600 con logicamente parole del 1600, tradotte. In Amleto solo di Ballerini la parola è più semplice e immediata, è sempre quella di Shakespeare, nulla è stato aggiunto e questo è un dato importantissimo da sapere. Altra piccola differenza con l’originale sono gli attori; 24 gli attori in battuta cioè parlanti, più svariate comparse che variano in base al portafoglio del produttore, nel testo di Shakespeare; mentre nel monologo di Amleto solo ci sono solo io. E il resto del cast è impersonato dal pubblico stesso».Insomma una grande riflessione sul senso del teatro oggi: «Mi metterò come sempre in gioco, interrogandomi e interrogando il pubblico – commenta Marco Ballerini – sul significato dell’esperienza drammaturgica così come la concepiamo ai giorni nostri. Lo spettacolo parte da Varese ma mi auguro che ottenga successo e che abbia in futuro numerose repliche».

  • Concorrente comasco in semifinale a “La prova del cuoco”, persa la prima sfida

    Concorrente comasco in semifinale a “La prova del cuoco”, persa la prima sfida

    Oggi è ripartita l’avventura in tv dello chef comasco Piergiorgio Ronchi, giovane originario dello Sri Lanka che per tutta la settimana partecipa, fino a venerdì alle semifinali della gara culinaria in tv condotta da Elisa Isoardi “La Prova del Cuoco”. In lizza la partecipazione alla finale. Oggi Ronchi ha perso la prima sfida nella squadra del “Peperone verde” a fianco del cuoco Pasquale Rinaldo, si attende la sfida di domani. Il giovane lariano era già stato ospite lo scorso ottobre nella stessa edizione del programma e abita a San Fermo della Battaglia. In occasione di una precedente puntata aveva portato in scena anche una pietanza tipicamente comasca come i missoltini, agoni lasciati essiccare al sole, utilizzati come ingrediente per il piatto composto e preparato al momento in diretta su RaiUno.

  • “Histoire du soldat”, concerto al liceo Volta

    “Histoire du soldat”, concerto al liceo Volta

    Il terzo appuntamento dellaPrimavera Musicalea Como il 25 maggio alle 21 nella sala Benzi del liceo Volta di via Cantù a Como nasce da una bella collaborazione con il Liceo Classico Scientifico “Volta” di Como, già frequentato dai tre soci fondatori dell’Associazione Gino Marinuzzi jr, Anna Bottani, Federico Mario e Giorgio Mentasti, con l’Istituto Superiore di Studi Musicale “A. Peri” di Reggio Emilia e con la prestigiosa Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola. Il programma del concerto è già stato eseguito dallo stesso ensemble al Teatro Comunale di Bologna e all’Auditorium Masini di Reggio Emilia.

    Un concerto quello comasco, a ingresso libero, che invita a riflettere sul ruolo dell’artista nella società. In programma tre pezzi per clarinetto solo di Igor Stravinskij (1882 – 1971) con il solista Nevio Ciancaglini, tre madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa con il violinista Francesco Gaspari e la suiteHistoire du soldatdi Igor Stravinskij, 1918.

    “A differenza dei primi due concerti della stagione “Primavera Musicale – Nel tempo e nello spazio”, ambientati fra il Settecento mozartiano e il Seicento del Barocco italiano e inglese, con questa serata – dice Anna Bottani – la nostra attenzione verrà spostata al XX secolo, fino ad arrivare al contemporaneo. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di intitolare “Nel tempo e nello spazio” questa rassegna concertistica: essa presenta cinque secoli e l’intera Europa.Histoire du Soldatdi Stravinskij è una delle opere più particolari del secolo XX, sia dal punto di vista musicale sia da quello teatrale. L’opera completa vede, oltre alla partecipazione dei musicisti, anche quella degli attori, che recitano il libretto di Charles – Ferdinand Ramuz, raccontando la storia di un soldato che, tornando a casa per una licenza, viene blandito dal Diavolo, che, geloso della sua capacità di suonare il violino, glielo sottrae in cambio di un libro che realizza ogni desiderio. Tre giorni di sogni fatti realtà, solo tre giorni, ma quando il Soldato, senza il violino, arriva a casa, trova che sono passati tre anni, la sua donna s’è sposata, il suo posto non c’è più. A che serve il denaro senza affetti? Tornato povero, il Soldato riprende la strada del profugo, arriva nella terra governata da un re, che dice che darà in sposa sua figlia, malata, a chi riuscirà a guarirla. Il Soldato ha di nuovo il suo violino, riconquistato al Diavolo con vodka e astuzia. La Principessa è sedotta, danza un tango, un valzer e un ragtime, e cade fra le sue braccia. Sembra l’epilogo bello di una fiaba. Ma, quando i due giovani si metteranno in strada per raggiungere la patria del Soldato, il Diavolo li aspetterà all’incrocio del destino per riprendersi violino e anima, e al Soldato non resterà che seguirlo a capo chino. L’opera è stata composta a Morges nel 1918, da uno Stravinskij squattrinato ed esule in Svizzera, a causa della durissima Rivoluzione Russa, che prese piede proprio in quegli anni. L’idea era scrivere uno spettacolo da baraccone, povero, dal momento che l’arte iniziava, dagli anni della guerra, a non portare più né soldi né fama”.

    «Ho concepito la prima idea dell’Histoire du Soldat nella primavera del 1917 – racconta Stravinskij-ma non ho potuto approfondire quell’argomento perché intento alla stesura de Les Noces e a realizzare il poema sinfonico Le Rossignol. Il pensiero di comporre uno spettacolo drammatico per un teatro ambulante m’era venuto parecchie volte alla mente fin dall’inizio della Prima Guerra Mondiale. Il genere di lavoro cui pensavo doveva esigere un organico di esecutori semplice e modesto al punto da permettere una serie di allestimenti in una tournée nelle piccole cittadine svizzere, ed essere altrettanto chiaro nel suo intreccio, in modo che se ne afferrasse facilmente il senso. Il soggetto mi venne dalla lettura di quella novella di Afanasiev, che racconta del soldato e del diavolo: in quella novella, quel che mi aveva colpito particolarmente era il modo in cui il soldato adescava il diavolo a bere molta vodka per poi dargli da mangiare una manciata di piombo, convincendolo che era caviale, così che il diavolo avidamente lo mangiava e tirava le cuoia. In seguito trovai altri episodi fiabeschi sul medesimo tema e cominciai a elaborare un soggetto: soltanto lo schema del lavoro è da attribuirsi ad Afanasiev e a me, perché il testo definitivo è opera di Ramuz, mio grande amico e collaboratore, a fianco del quale lavorai attentamente, traducendogli riga dopo riga il mio testo».

    “Storia simile – prosegue Anna – è vissuta da Carlo Gesualdo da Venosa, autore rinascimentale, da cui moltissimi compositori del XX secolo presero spunto. I suoi madrigali, di cui ascolteremo una trascrizione durante il concerto, sono un esempio di anticipazione melodica e armonica del secolo XX: cromatismi, dissonanze e continui cambi di tempo sono la linfa della sua musica. Non venne mai perfettamente capito fra i suoi contemporanei, vista la provocatorietà della sua musica, ma fu molto apprezzato dai musicisti del ‘900, tanto che lo stesso Stravinskij scrisse delle trascrizioni per orchestra di alcuni suoi madrigali. Qui assisteremo sempre ad una trascrizione, ma per lo stesso organico per cui fu scritta Histoire du Soldat. Interessante il suono che, da strumenti a fiato, vuole il più possibile imitare la voce umana”.

  • Il Conservatorio protagonista in San Cassiano a Breccia

    Il Conservatorio protagonista in San Cassiano a Breccia

    Si avvia a conclusione il ciclo partito domenica 5 maggioI Concerti di Maggio, rassegna di musica classica internazionale organizzata dagli “Amici dell’Organo di Como-Breccia”, con il patrocinio del Comune di Como e della Regione Lombardia, ed in collaborazione con il Conservatorio cittadino “Giuseppe Verdi.Gli artisti si sono alternati in San Cassiano dove è presente il monumentale organo Balbiani-Vegezzi-Bossi che proprio quest’anno celebra i cinquant’anni dalla straordinaria inaugurazione avvenuta il 4 novembre 1969 ad opere al più grande organista italiano Fernando Germani sono molti. Di straordinario interesse artistico il concerto di chiusura del 26 Maggio, organizzato in collaborazione con il Conservatorio Verdi di via Cadorna a Como. Il Coro da Camera diretto da Domenico Innominato proporrà una prima parte interamente dedicata a Mendelssohn con il coro da camera e Luca Ratti all’organo mentre la seconda parte proporrà la straordinaria esecuzione deiVespri, op. 37di Sergej Rachmaninov. Ingresso libero. Inizio concerto alle 21.

  • Como, domenica alle 18 Damiano Cunego star a “LarioBook”

    Como, domenica alle 18 Damiano Cunego star a “LarioBook”

    «Mi fa sempre piacere tornare in una città in cui mi sono tolto tante soddisfazioni, con la vittoria di tre Giri di Lombardia proprio in riva al lago. Sicuramente i ricordi a Como sono belli e sarò lieto di incontrare gli appassionati lariani».Parola di Damiano Cunego, domenica 19 maggio alle 18 star nella nostra sede di via Sant’Abbondio. Nell’auditorium di “Corriere di Como” ed Espansione Tv in via Sant’Abbondio 4 viene presentata la sua autobiografia nell’ambito della rassegnaLarioBooka cura di Lorenzo Morandotti. Damiano Cunego (nel suo palmares tre “Lombardia” a Como e il Giro d’Italia 2004) sarà in città con Tiziano Marino con cui ha scritto “Purosangue – Il Piccolo Principe, un campione a pane e acqua”, l’autobiografia dell’ex corridore veronese con prefazione di Davide Cassani, commissario tecnico della Nazionale. Il libro è pubblicato da Baldini+Castoldi.Cunego scrive nella sua autobiografia: «Finché sono stato in sella ce l’ho messa tutta, allenandomi duramente e sempre onestamente. Di certo sono un uomo che può camminare a testa alta e guardarsi allo specchio senza vergogna. Ho dimostrato che si può vincere a pane e acqua. Credetemi, anche se ho vinto “solo” un Giro d’Italia».Un evento, quello diLarioBook, che sarà coordinato dal giornalista sportivo del nostro quotidiano, Massimo Moscardi, e che è a pochi giorni dall’arrivo in città del Giro d’Italia, con la tappa Ivrea-Como che nel pomeriggio di domenica 26 maggio si concluderà in piazza Cavour.«Sono molto contento. I riscontri sono tutti positivi – afferma Cunego a proposito del suo libro – Agli incontri è venuta sempre tanta gente con cui è bello ricondividere i ricordi di una carriera e della mia vita. Mi fa piacere ritrovare gli appassionati e chi ha fatto il tifo per me».La cosa bella è che la gente ama ancora l’asso del pedale Cunego. Tanti hanno vinto gare, ma non sono rimasti nel cuore della gente. Lui sì: «Ringrazio per l’annotazione… Che dire? Io ho sempre cercato di essere me stesso, senza nascondermi. Evidentemente le persone lo hanno apprezzato».E a proposito della imminente tappa del Giro d’Italia dice: «Sicuramente mi sarebbe piaciuta, visto che riprende il finale del Giro di Lombardia. Sono convinto che sul traguardo di Como vincerà un campione, sia perché è sempre stato così quando le gare sono terminate sul Lario, considerata la difficoltà del percorso, sia perché a quel punto gli uomini di classifica non si potranno nascondere. Mi sento di escludere l’exploit di giornata di un corridore di seconda fila. In piazza Cavour – conclude – arriverà a braccia alzate un uomo importante, ne sono convinto, come da tradizione».

  • A Como la moda incontra l’etica e il diritto

    A Como la moda incontra l’etica e il diritto

    Una sfilata e un convegno che pongono un accento diverso e di grande attualità sulla moda: l’accento etico. Succede a Como, anche grazie a competenze messe in campo dall’Università dell’Insubria, che proprio in questi giorni sta lanciando un nuovo focus su Moda e diritto nel corso di laurea in Giurisprudenza del Didec, il Dipartimento di Diritto, economia e culture diretto da Barbara Pozzo.

    Il primo evento è la sfilata «Mappe. Avventure di creatività femminile» a cura di Francesca Gamba, in programma domani, domenica 19 maggio alle ore 17 nel Chiostro di Sant’Abbondio con il patrocinio di Unindustria Como. Una sfilata inusuale, che merita l’attenzione della cattedra Unesco per le due donne eccezionali da cui prende ispirazione: Ellen Swallow Richards, chimica, la prima donna che ottenne una laurea al Mit nel 1873 e che è oggi considerata fondatrice dell’ecologia e dell’ingegneria ambientale; e Rosa Parks, famosa attivista dei diritti civili degli Afro-americani.

    Ha un taglio originale anche il convegno proposto dall’Università dell’Insubria e dal Centro speciale di scienze e simbolica dei beni culturali, lunedì 20 maggio dalle 14 alle 18 nell’Aula Magna del Chiostro di Sant’Abbondio, a Como. Si intitola «Africa & Moda. I wax, i cotoni stampati d’Africa specchio di una nuova cultura dell’abito e del dinamismo africano».

    Il convegno si apre con i saluti di Stefano Serra Capizzano, prorettore vicario dell’Università dell’Insubria, di Andrea Taborelli, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como, e di Paolo Bellini, direttore del Centro speciale di scienze e simbolica dei beni culturali. Davide Alesina Maietti, direttore dell’Accademia Aldo Galli Ied di Como, modera gli interventi di: Anne Grosfilley, antropologa e autrice del volume «Wax. Antologia dei cotoni stampati d’Africa» che viene presentato nell’occasione; Francina Chiara, storica del tessuto e della moda e docente dell’Università Cattolica di Brescia; Francesco Paolo Campione, docente di Antropologia culturale all’Insubria; Barbara Pozzo, direttrice del Didec; Anna Pozzi, giornalista; Daniele Brigadoi Cologna, docente di cinese all’Insubria.

  • Analfabetismo artistico, gli Amici dei Musei corrono ai ripari

    Analfabetismo artistico, gli Amici dei Musei corrono ai ripari

    L’Associazione degli Amici Dei Musei – Luoghi d’arte e di storia comaschi in collaborazione con la Pinacoteca civica propone un ciclo di conferenze dal titolo “Itinerario iconografico – Il significato delle immagini religiose nelle opere d’arte”. L’iconografia è una disciplina legata alla storia dell’arte che esprime e indaga il significato delle immagini, identificando i soggetti e le fonti da cui derivano: miti, storie sacre, fatti storici, tradizioni, leggende, racconti. Il nuovo ciclo di conferenze intende fornire alcuni strumenti utili alla comprensione delle figurazioni sacre. Può capitare di non riconoscere un santo rappresentato in pittura o scultura senza l’identificazione e individuazione dei suoi simboli tradizionali o ricorrenti. Si intende perciò affrontare i grandi temi iconografici relativi alla figura di Cristo, di Maria e dei Santi: la Croce come simbolo, il Crocefisso e l’evoluzione della sua rappresentazione nella storia (dal Christus triumphans al Christus patiens); – le varie e diverse raffigurazioni e interpretazioni mariane (dalla Madonna nera, a quella della Cintola, della neve, alla Virgo lactans, ecc.); le rappresentazioni dei Santi, con le caratteristiche tipiche importanti per il loro riconoscimento. Dato il loro indefinito numero saranno trattati e richiamati, con gli attributi più consueti, normalmente correlati con la vita o la leggenda stessa del personaggio (Apostoli, Martiri, Eremiti, Papi e Vescovi, Dottori della Chiesa, Fondatori di Ordini religiosi, ecc.).

    Questi appuntamenti saranno cadenzati nel tempo, aperti alla cittadinanza presso la Pinacoteca civica alle ore 18. Dopo il primo incontro, giovedì 11 aprile 2019 sulla Croce come simbolo, il Crocefisso e l’evoluzione della sua rappresentazione, relatore l’architetto Mario Di Salvo, è in programma il secondo incontro dal titolo ” Le varie raffigurazioni ed interpretazioni mariane ” con lo storico dell’arte Alberto Rovi. Si terrà giovedì 23 maggio nella Pinacoteca civica alle 18. Ingresso libero.

  • Cinema Gloria, raccolti 40mila euro

    Cinema Gloria, raccolti 40mila euro

    Un rudere che è una ferita aperta, l’ex Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi, chiuso dal 2005, sul mercato e comunale per oltre l’80%; un punto di domanda, l’Astra della parrocchia di San Bartolomeo, tuttora chiuso; e una sfida, il Gloria gestito dall’Arci Xanadu.In questa triade si riassume, senza contare il solo schermo porno ancora in attività nella provincia, a Ponte Chiasso, la situazione delle sale cinematografiche dotate di un solo schermo nel capoluogo.La voglia di cinema dei comaschi viene soddisfatta dal multisala di Camerlata con nove schermi, e come detto anche dal cinema Gloria che è a due passi, in via Varesina. Una struttura che combatte strenuamente contro la chiusura. E ha attivato una raccolta fondi popolare per acquisire lo stabile, che è in vendita. Finora sono stati raccolti circa 40mila euro dei 700mila necessari, e si sta preparando una grande campagna autunnale per incentivare la scalata alla vetta.Altra questione è l’Astra di viale Giulio Cesare, l’altra monosala cittadina chiusa da mesi per ristrutturazione (qui il prolungarsi dell’inattività ha tra l’altro impedito il varo dell’edizione 2019 del festival comasco dedicato al cinema italiano. La parrocchia di San Bartolomeo proprietaria dell’immobile e la Diocesi di Como fanno sapere che «ringraziano per la sensibilità e l’attenzione che in tantissimi esprimono per lo storico cinema Astra. Al momento non ci sono aggiornamenti o informazioni da comunicare. Non appena ci saranno novità Parrocchia e Diocesi assicurano che le condivideranno prontamente con tutti».