Categoria: Economia

  • L’anteprima del salone dell’edilizia Meci al Politecnico di Lecco

    L’anteprima del salone dell’edilizia Meci al Politecnico di Lecco

    Un pre opening da trenta e lode per la 36esima edizione di Meci, il salone dell’edilizia, di scena a Erba dal prossimo venerdì 29 fino a domenica 31 marzo.

    Il tema centrale dell’anno 2019 riguarda la rigenerazione urbana e le opportunità nel settore “Casa”. La combinazione di questi due aspetti trattati oggi al Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, con la presentazione alla presenza dei rappresentanti di ANCE Como, ANCE Lecco – Sondrio, e una guest star di tutto rispetto: l’ingegner Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it.

    Come non scegliere il Polo di Lecco: da ex ospedale cittadino a centro di studio e ricerca, con laboratori di altissima qualità e studenti provenienti da tutto il mondo. Ed è infatti la professoressa Giuliana Iannaccone che fa gli onori di casa, ricordando che il Politecnico è collegato alle aziende del territorio e da area di rinnovamento territoriale è divenuto un vero e proprio distretto di innovazione.

    Ma la parte da leone la fa però l’ingegner Giordano, che brillantemente riporta i dati riguardanti il mercato immobiliare. Prima un passaggio sulle criticità demografiche e i grandi cambiamenti che la società ha subito e come questa sta mutando: si individua infatti un “disallineamento tra offerta fisica e famiglia, in quanto l’offerta non è in grado di rispondere alla domanda”. Con dati incoraggianti del ritorno all’acquisto e all’investimento nel mattone, Giordano fa notare come i nuovi acquirenti siano i Millennials, che hanno caratteristiche completamente diverse e priorità differenti rispetto a chi acquistava una casa qualche decennio fa. Sorge evidente dai dati che la tendenza sarà quella di un aumento della locazione con una riduzione della compravendita, soprattutto per la prima abitazione. I Millennials infatti desiderano “maggiore flessibilità, minori pensieri. Vogliono infatti avere tutto pronto, una casa già arredata, e sono disposti anche a pagare di più”.

    Ma
    quali sono i fattori che dovremo tenere in considerazione per i prossimi
    decenni?

    Il territorio è ricco di un patrimonio immobiliare che non è in grado di corrispondere alle necessità della domanda; a tal proposito, i nuovi acquirenti e quelli del prossimo futuro daranno maggiore importanza alla qualità della vita e all’efficienza pratica della casa, piuttosto che della dimensione o della classificazione energetica. A tal proposito, Giordano cita il fatto che una casa con due bagni e due stanze viene venduta più facilmente – e ad un prezzo più alto – rispetto che ad una con un solo bagno e uno sgabuzzino, oppure con la cucina separata dal soggiorno. Cambiano le abitudini, cambiano le famiglie, cambiano le necessità e i tempi in cui si usa la casa. Inoltre, aggiunge che nel futuro non ci saranno più le portinerie, sostituite da spazi per delivery, o la gestione del condominio e le relazioni con l’amministratore passeranno da una app. un futuro non troppo lontano forse.

    Giordano lancia qualche provocazione, confrontando il comportamento del mercato nel Nord Europa rispetto a quello nazionale: la maggior parte delle famiglie opta per soluzioni in locazione. In Italia invece la locazione, come formula di investimento e di reddito diversificato, è percepita dal proprietario come rischiosa e non protetta. Su tale punto devono entrare in gioco i legislatori, favorendo quindi gli interventi di ammodernamento delle strutture esistenti, favorendo l’accesso al credito e tutelando anche i proprietari.

    Giordano
    infine confronta i mercati immobiliari di Como e Lecco con le altre province
    lombarde – eccetto Milano, che ottengono risultati migliori rispetto altri, ma
    si legge comunque un abbandono del territorio per concentrarsi verso poli
    urbani con maggiori servizi ed opportunità.

    La collaborazione tra ANCE e Immobiliare.it riguarda soprattutto lo studio dei fenomeni d’acquisto: i Big Data, quantità di dati quali-quantitativi che il portale possiede, combinati con le informazioni provenienti dal territorio, permettono di definire gli scenari del prossimo futuro e quindi le azioni da mettere in campo.

    Da questo preambolo che ha illustrato il mercato di ieri, di oggi e probabilmente di domani, la parola passa a Paolo Valassi, coordinatore della commissione RET ANCE Lombardia, che sui dati di crescita esponenziale del capoluogo lombardo, afferma che Como e Lecco “possono diventare una boutique di Milano, quartieri di qualità, dove si può vivere bene in un paesaggio impareggiabile”.

    Tornando poi espressamente su M.E.C.I., ricorda che il salone si è trasformato, creando un vero e proprio spazio di incontro e relazione tra aziende, associazioni e istituzioni. Uno strumento tra tutti è proprio il Convegno Inaugurale in programma venerdì 29 marzo dalle 9.30 alla presenza di Pietro Foroni, Assessore al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia, promotore della legge sulla rigenerazione urbana. Infatti, prosegue Filippo Pontiggia, vice presidente di ANCE Como e coordinatore del tavolo di lavoro di M.E.C.I., “la fiera è un laboratorio trasversale della filiera, dove il tema della rigenerazione urbana convoglia il settore edile, le opportunità a livello di servizi al cittadino per l’incremento della qualità della vita e l’uso degli strumenti più innovativi – big data – per individuare le nuove frontiere.

    Chiudono
    poi i saluti di Francesco Molteni, presidente di ANCE Como, che rinnova
    l’invito alla manifestazione, che completa il palinsesto con una serie di
    convegni e seminari destinati ai professionisti, proprio perché la MECI è
    l’occasione di collaborazione con tutte le associazioni di settore.

    Il pre opening è proseguito con la visita del polo territoriale di Lecco e dei laboratori di ricerca, alcuni dedicati espressamente all’innovazione nel campo delle costruzioni, del cemento e della sicurezza sui cantieri.

    M.E.C.I., organizzata e promossa da ANCE Lombardia, ANCE Como e ANCE Lecco e Sondrio, in collaborazione con gli Ordini, i Collegi Professionali, le associazioni di categoria delle Province di Como, Lecco, Sondrio e Monza-Brianza, il Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco è giunta al 36esimo anno e mantiene il suo ruolo centrale per il settore edile, soprattutto nei momenti di maggior criticità del comparto. Sarà aperta a Lariofiere per 3 giorni con ingresso gratuito.

    Dettagli manifestazione:

    M.E.C.I.
    – Edilizia | Lariofiere, Erba

    Ingresso
    Gratuito previa registrazione suwww.fierameci.it| infoline +39 031 637414

    Apertura: Venerdì 29 Marzo 2019 – 9 – 19

    Sabato 30 Marzo 2019 – 9 – 19

    Domenica 31 Marzo 2019 – 9 – 18

  • Le priorità delle categorie: «Turismo e manifatturiero devono viaggiare veloci»

    Le priorità delle categorie: «Turismo e manifatturiero devono viaggiare veloci»

    «Il timore più grande è sempre legato alla lentezza della burocrazia, agli intoppi che si frappongono inevitabilmente sul percorso che dovrebbe portare all’avvio di un’infrastruttura dilatandone i tempi. I turisti e le merci devono viaggiare rapidi», sostengono le categorie compatte. Anche perchè i casi non mancano in provincia di Como. Dall’anno di attesa, tra infinite discussioni, per rifare un piccola parte di muro franata ad Argegno che ha reso la viabilità molto difficoltosa lungo la Statale Regina, fino al ponte crollato ad Annone Brianza che dopo due anni ancora non è stato rifatto. Situazioni estreme che inquadrano bene il timore di chi sulle strade deve muoversi per lavoro, di chi ha necessità di far viaggiare le merci senza dover mettere in conto ore o giorni di ritardi dovuti alla scarsità delle infrastrutture. Ecco allora che l’elenco emerso dal documento presentato ieri nella sede dell’Ance, sulle situazioni da risolvere con urgenza in provincia di Como, è lungo. «Le opere di interesse sono il secondo lotto della tangenziale di Como, il tracciato definitivo della Varese-Como-Lecco, la Variante della Tremezzina, l’attuazione della Pedemontana nei lotti mancanti, il proseguimento del tracciato della Canturina bis, l’adeguamento della Sp32 Novedratese (tra Carugo e Arosio), la variante Olgiate-Solbiate sulla SS 342. Oltre alla manutenzione e alla messa in sicurezza di viadotti e ponti», questa la specifica del documento che entra poi nel dettaglio ribadendo come siano strategiche, per lo sviluppo, l’occupazione e la tutela dell’ambiente, la Tav (Torino-Lione, Brescia Venezia, Terzo valico Mi-Ge) e il raddoppio della linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso. Le linee Tav, per il territorio lombardo e comasco, caratterizzato da un alto tasso manifatturiero sono decisive. La tratta Torino-Lione che rientra nel corridoio Lisbona-Kiev e che consentirebbe di connettere Milano con Parigi in 4 ore e mezzo, sostituirebbe la linea ferroviaria più vecchia della Alpi, obsoleta e non funzionale rispetto agli attuali standard di trasporto delle merci. Inoltre va ricordato come la Germania, la Francia e la Svizzera rappresentino proprio i Paesi principali di destinazione dei prodotti manifatturieri. E migliorare le infrastrutture, potenziare il ferro e creare collegamenti più rapidi e sicuri avrebbe indubbiamente dei vantaggi anche a livello turistico. Questo in considerazione del fatto che Como, ad esempio, si posiziona al terzo posto tra le provenienze italiane, con una quota di turisti stranieri superiore a città come Venezia e Firenze. E le principali provenienze di stranieri evidenziano l’interesse che per Como rappresenta il miglioramento dell’accessibilità internazionale: infatti il primo paese è la Germania, il quarto la Svizzera, il quinto i Paesi Bassi e il sesto la Francia. I numeri generali, relativi al 2017, parlano di 1.260.000 arrivi per 3.270.000 notti trascorse in provincia.

  • Gli edili: «Il Comune di Como sia capofila per il recupero delle aree dismesse»

    Gli edili: «Il Comune di Como sia capofila per il recupero delle aree dismesse»

    Il Mipim è la fiera del mercato immobiliare considerate leader nel mondo. Si svolge dal 12 al 15 marzo al Palais des Festivals in Boulevard de la Croisette, a Cannes. Istituito nel 1990, è un evento di 4 giorni che riunisce gli operatori più influenti di tutti i settori dell’industria immobiliare internazionale. Vi si ritrova ogni anno l’intera catena del valore e offre un accesso ineguagliabile a innumerevoli progetti di sviluppo e ricerca di capitali in tutto il mondo. La scheda sintetica che descrive l’evento parla di 26.000 partecipanti, 3.100 aziende espositrici da 100 Paesi, oltre 5.400 investitori coinvolti.Ance Como, l’associazione degli edili lariani, aveva proposto alla città lariana di essere presente a questa fiera con il suo ampio portfolio di aree dismesse da ripensare: Ticosa, ex Sant’Anna, San Martino, area Lechler-Albarelli. Ma l’edizione di quest’anno ormai alle porte non ne vede traccia. Ci sono invece città come Brescia e Mantova e naturalmente Milano che vive una fase di espansione edilizia e attrae capitali e investitori.«Peccato per l’occasione persa – dice il presidente di Ance Francesco Molteni – Alla fiera Mipim convergono tutti i territori di interesse edilizio e in particolare le città che hanno da proporre luoghi significativi perchè possano essere attrattivi per investimenti immobiliari, e vi convergono anche i fondi che hanno la disponibilità liquida per investire nelle città. Con la nostra proposta puntavamo a far partecipare il sistema Como con l’obiettivo di far capire quanto esso sia strettamente sinergico rispetto a Milano che oggi è un luogo dove i finanziamenti internazionali stanno arrivando. Avremmo giocato una carta importante per far capire quanto Como è attrattiva per gli asset internazionali. Como ha enormi potenzialità da sfruttare, offriamo benefit in termini di turismo, accoglienza e natura che la stessa Milano non ha».Due velocità diverse, però. Milano è “sexy”, edifica, e con qualità. E attrae capitali. A Como siamo ancora ai preliminari o a come sarebbe bello attuarli. «Il dato che emerge fortissimo in questo panorama – dice Molteni – è che Milano sta tirando moltissimo, da dopo l’Expo è diventata catalizzatrice e avrà una trasformazione significativa. Si è stati capaci di attuare e realizzare le infrastrutture oltre agli edifici, perché non può esserci disconnessione tra le due cose. I fondi internazionali partono da un principio molto banale ma solido: quanto dista l’area per fare l’investimento dal primo centro nevralgico? Se il tempo oltrepassa la mezz’ora l’investimento diventa meno appetibile. Quindi avere infrastrutture efficienti è una precondizione fondamentale»La proposta di Ance era modulare: arrivare a Cannes con una presentazione di Como come luogo di per sé meritevole di investimenti, affidando all’edizione successiva della fiera la presentazione delle singole aree su cui si è già determinata una specifica destinazione. Tutto rimandato, se va bene, al 2020. Ance aveva avuto dal Comune ampie garanzie che ci sarebbe stata una partecipazione al Mipim, ma nulla di fatto.«Un peccato perché si parla di recuperare alcune aree di Como – dice Molteni – valorizzando il loro collegamento con assi ferroviari e per Milano la carta che ha giocato alla fiera sulla Croisette è stata propria questa: presentare gli scali ferroviari come occasioni di investimento. Como ha un pregio rispetto ad altre città, ed è la presenza di aree di sostanziale disponibilità pubblica, dove l’amministrazione comunale è il motore delle idee di quello che potrebbe essere la como del 2030. Punterei sul settore del turismo e della cultura, visto che l’economia tende a quella direzione».Questo vuole dire più metri cubi, più cemento? «Oggi le opportunità di investimento vedono nell’approccio multidisciplinare la carta vincente, l’importante sarà ascoltare le esigenze della città, le sue effettive capacità di attrazione. Occorreranno quindi architetture di qualità che siano in grado di dare risposte significative per il turismo, ad esempio alberghi, o musei come quello del Razionalismo di cui tanto si parla. L’importante è che queste nuove realtà urbane siano pensate non tanto e non solo per la funzione che svolgono ma per la loro capacità di attrarre interesse. Devono essere iconiche di per sé. E solo il Comune può innescare questo percorso virtuoso, il Comune deve essere capofila per la rinascita delle aree dismesse. Che non può essere solo nutrito di idee e dibattiti: alla fine ci vogliono i soldi e il Mipim era la fiera ideale per trovarli. Ripensare le aree dismesse significa più cemento? Non per forza tutte le aree devono essere costruite. Anche un polmone verde di dimensioni significative di cui Como ha sete è una delle funzioni urbane del futuro. Una riqualificazione sensata non si fa solo con il costruito».

  • Apre Milano Unica: partecipano 41 aziende comasche

    Apre Milano Unica: partecipano 41 aziende comasche

    Sono in totale 41 le aziende comasche che parteciperanno a “Milano Unica”, la manifestazione dedicata al tessile che scatta domani a Rho Fiera Milano.Oggi alle 11 la cerimonia di inaugurazione con il presidente dell’evento Ercole Botto Poala, Masahiko Miyake, presidente di Japan Fashion Week, e il sottosegretario Michele Geraci.La 28ª edizione di “Milano Unica” registra la conferma delle presenze di espositori di febbraio 2018: 421, di cui 80 stranieri (pari al 20%). A questi si aggiungono le aziende presenti negli Osservatori Giappone (31) e Corea (15) per un totale complessivo di 467 imprese partecipanti.L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola martedì 5 gennaio

  • Il caso Campione. Il Comune paga metà tredicesima. Del 2017

    Il caso Campione. Il Comune paga metà tredicesima. Del 2017

    Una fidejussione di 500mila euro, incassata dal Comune di Campione d’Italia nei giorni scorsi, permetterà di pagare metà della tredicesima 2017 ai dipendenti del municipio. Gli stessi che lavorano da 10 mesi senza prendere lo stipendio.La novità è contenuta in una delibera (la numero 15) firmata mercoledì scorso dalla commissaria liquidatrice Angela Pagano.Pressata dalle richieste dei lavoratori, definite – nelle motivazioni dell’atto – «meritevoli di accoglimento, al fine di scongiurare conseguenze anche sul piano dell’ordine pubblico», Pagano ha deciso di pagare, considerato pure il fatto che «il credito vantato dai dipendenti comunali è assistito da privilegio al 100%».In buona sostanza, nonostante i 500mila euro fossero gli unici fondi disponibili in cassa, la commissaria ha scelto di utilizzarli per dare una boccata d’ossigeno a oltre 100 persone rimaste senza salario dal marzo di quest’anno.«Le difficoltà sono talmente tante che anche una piccola cifra aiuta le famiglie in queto momento – dice Antonio Falanga, sindacalista Uil che da mesi segue il caso Campione – tutti sperano che sia un inizio e che si possa sanare al più presto le spettanze pregresse». Una speranza al momento vana, anche perché con la casa da gioco chiusa a causa del fallimento della società di gesione le entrate comunali sono azzerate.

  • Campione, appello al presidente Mattarella. «La nostra situazione è ormai drammatica»

    Campione, appello al presidente Mattarella. «La nostra situazione è ormai drammatica»

    Un anno senza stipendio, un futuro sempre più incerto e lo spettro, sempre più concreto, di non poter guardare avanti con un minimo di serenità. È questo il mix devastante che sta purtroppo caratterizzando la vita dei dipendenti del Comune di Campione d’Italia, in dissesto finanziario. Situazione che – ovviamente insieme a quanto sta accadendo al Casinò – sta annientando una comunità intera.E proprio questa realtà ha spinto i dipendenti comunali a inviare un appello direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Ascolti il nostro grido di aiuto, siamo in una situazione drammatica e insostenibile», è l’inizio della lettera. La missiva, che punta a ottenere un incontro con il presidente Mattarella, è firmata dal coordinatore delle rappresentanze sindacali unitarie Marco Boffa ed è stata inviata ieri a Roma.«Non sembrano ancora profilarsi all’orizzonte quegli strumenti indispensabili e necessari per ristabilire condizioni di equilibrio economico – si legge nel testo – La voragine debitoria e lo stato di dissesto continuano a produrre mancate erogazioni di servizi, se non addirittura eliminazione degli stessi, impossibilità nel far fronte alle più banali spese di sopravvivenza e, per i dipendenti pubblici, mancate erogazioni delle retribuzioni da marzo del 2018». E la spiegazione prosegue. «Ci chiediamo come si possa anche solo immaginare che i dipendenti pubblici e le loro famiglie, spesso con minori a carico – si legge – non sentano il pieno abbandono delle istituzioni, come possano avere ancora fiducia nello Stato».Sottolineando al presidente della Repubblica che «i dipendenti continuano a lavorare con encomiabile senso di responsabilità», il rappresentante sindacale sollecita l’intervento di Mattarella, «nella speranza che possa essere accolta la nostra richiesta di incontro, pregandovi al contempo di interessarvi affinché si accelerino i processi per tornare a garantire i servizi e restituire dignità e senso di appartenenza a tutte le famiglie sull’orlo della disperazione». Un’invocazione che ricostruisce anche quanto accaduto. «Nel 2018 come noto il nostro Comune è andato in dissesto finanziario. Inoltre c’è stato il fallimento della società partecipata incaricata della gestione del Casinò municipale, azienda deputata, grazie alla concessione statale e a un preciso obbligo di natura giuridica, a garantire le necessarie risorse funzionali al Comune, alla collettività e all’erogazione dei servizi necessari alla stessa. Niente è stato casuale. Una politica locale miope e dissennata nella gestione degli equilibri economico-finanziari del Comune e della Casa da gioco ha portato nel corso degli anni al capovolgimento della ratio giuridica del Rdl del 2 marzo 1933, con una progressiva e ingiustificata sottrazione di risorse al soggetto teoricamente beneficiario degli effetti della concessione statale, ovverossia la collettività e con essa i suoi pubblici dipendenti». Una ricostruzione dei fatti che si conclude con la richiesta di un incontro con il presidente Mattarella.

  • Dal 10 al 12 febbraio il Lario alla Borsa Internazionale del Turismo

    Il Lago di Como sarà presente alla Borsa Internazionale del Turismo (la Bit di Milano) con un banco allo stand della Regione Lombardia. La Bit si svolgerà dal 10 al 12 febbraio nel polo fieristico di Fieramilanocity. Oltre a distribuire materiale istituzionale e informativo sulle proposte culturali e museali, il nostro territorio sarà presentato nell’ambito del sistema del Lago di Como in uno dei più importanti appuntamenti di settore. Lo stand sarà nel padiglione 3, area Leisure Italia, ingresso da Porta Colleoni e Porta Teodorico. «Questo evento rappresenta per il nostro sistema territoriale – dichiara l’assessore al Turismo Simona Rossotti – un luogo ideale per l’incontro tra domanda e offerta del turismo internazionale».

  • Auto usate: mercato in crescita del 5,4%. A Como nel 2018 ben 29.331 passaggi di proprietà

    Auto usate: mercato in crescita del 5,4%. A Como nel 2018 ben 29.331 passaggi di proprietà

    Cresce il mercato dell’auto usata in provincia di Como, e cresce anche in modo sensibile parallelamente a quanto avviene nel resto della Lombardia.È quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio di AutoScout24, portale di annunci rivolto ad auto e moto usate.Sono state 29.331 le vetture passate di mano nel nostro territorio, un numero che è riferito al 2018 e che – rispetto al 2017 – ha fatto registrate un incremento del +5,4%.Da segnalare inoltre che rispetto alla popolazione residente maggiorenne, a Como si sono registrati 585,8 passaggi di proprietà ogni 10mila abitanti.La classifica regionale è guidata da Pavia con 653,5, poi Sondrio (644,4), Mantova (636,9), Varese (620,9), Lodi (611), Bergamo (603,4), Cremona (603,1), Lecco (595,9), Como (585,8), Monza e Brianza (577,2). Milano è ultima con 513,6.Tra le auto più richieste vince su tutte la Volkswagen Golf, mentre tra le vetture “green” sia ibride sia elettriche spicca la Toyota Auris.Il +5,4% del 2018 rispetto al 2017 pone Como in perfetta linea con la media regionale che è appunto del 5,4%. Nell’usato al primo posto in assoluto c’è sempre il diesel (61% delle richieste totali), mentre le auto “green”, nonostante stiano registrando un interesse crescente, al momento rappresentano ancora una quota limitata.Il prezzo medio delle vetture offerte sul mercato nella regione è pari a 13.880 euro – un dato superiore alla media nazionale – mentre l’età media delle auto in vendita è di 7,2 anni.I numero appena elencati testimoniano l’interesse crescente di lombardi (e dei comaschi) per il mercato delle auto usate: dopo aver archiviato il 2017 con un incremento del +4,6%, nel 2018 le vendite di auto di “seconda mano” nella regione sono aumentate del già annunciato ed ulteriore +5,4% rispetto allo scorso anno.

  • Boom del turismo sul Lario: con il mercato estero Como batte Garda

    Boom del turismo sul Lario: con il mercato estero Como batte Garda

    Sul totale dei turisti che arrivano in provincia di Como, ben il 75% sono stranieri, una performance migliore come incidenza dei visitatori da altri Paesi rispetto a tutto il resto della Lombardia (comprese Milano e Brescia, le più agguerrite). Il dato supera anche la media incidenza su scala nazionale.Inizio d’anno col botto sul fronte statistico per il turismo lariano. Secondo i dati presentati ieri nella sala giunta della Camera di Commercio di Como, la provincia di Como è terza in Lombardia per flusso di turisti e segna un +23% di presenze nel decennio compreso tra il 2007 e il 2016. I dati relativi al 2017, da gennaio a settembre, confermano questo trend, registrando 1 milione e 11mila arrivi e 2 milioni e 628 mila presenze. È quanto emerge dall’analisi presentata da Camera di Commercio Como con Polis Lombardia e Provincia di Como, presentato come detto ieri mattina a margine dell’evento “Turismo 5. Il nuovo software per la rilevazione di arrivi e partenze di turisti e la gestione delle strutture ricettive”. Si tratta di un nuovo portale che dovrà essere utilizzato da tutte le strutture ricettive della Lombardia proprio per la comunicazione dei dati statistici sul settore.Grande crescita delle strutture extra-alberghiere: nel 2007 i posti letto disponibili per questa tipologia, che comprende anche gli appartamenti vacanza gestiti da privati, erano 335, nel 2016 sono saliti a 3891.A conferma che il lago di Como è una meta speciale, anzi “un mondo unico al mondo” come recita lo slogan promozionale di cui si possono fregiare le imprese del Comasco e del Lecchese, tra 2006 e 2017 sono cresciute del 31,8% gli arrivi passati da 852.084 unità (sono il numero delle persone arrivate sul Lario) a 1.122.972, mentre le presenze (ossia il numero di notti trascorse effettivamente nelle nostre strutture ricettive) sono passate da 2 milioni e 325.688 unità a 2.874.038, con una crescita del 23,6%.Nello stesso periodo preso in esame dalla statistica presentata ieri in Camera di Commercio, mentre gli alberghi tradizionali sono diminuiti di 11 unità, sono cresciuti in maniera importante gli esercizi a carattere extra-alberghiero, garantendo un aumento di 3.891 posti letto.«Arredo urbano e qualità dei servizi, dobbiamo ingegnerizzare un sistema virtuoso» ha detto ieri l’albergatore Andrea Camesasca, componente della giunta camerale di Como, richiamando tutto il territorio a una lotta al degrado per non compromettere luoghi che sono un biglietto da visita e una garanzia di futuro economico.Lorenzo Morandotti

  • Crisi Canepa, tra i politici prevale la cautela. Nessuno si sbilancia sull’esito della vicenda

    «Le notizie positive giunte ieri da Roma non devono far dimenticare il momento difficile che vive il settore tessile. Anche per questo il sindacato, in modo unitario, ha chiesto che il Tavolo della competitività dia vita a un osservatorio che sia in grado di monitorare in modo costante il comparto manifatturiero lariano storicamente più importante».Il giorno dopo la riunione al ministero dello Sviluppo economico in cui sembra essere emersa una possibile via d’uscita alla crisi della Canepa di San Fermo, il segretario generale della Cgil di Como, Giacomo Licata, richiama tutti a un maggiore realismo.«L’impegno del governo era un segnale necessario anche per ciò che rappresenta la Canepa. Ma qui non c’è in gioco soltanto una singola azienda, quanto piuttosto il distretto tessile nel suo complesso. Canepa è un simbolo del made in Como e di fronte alla sua crisi i clienti esteri potrebbero diversificare e orientarsi verso altri fornitori. Per questo crediamo che sia indispensabile tenere alta l’attenzione a tutti i livelli. E per questo il sindacato ha proposto di istituire un osservatorio che aiuti in questa fase tutti gli attori in campo».Una situazione in chiaroscuro, quella descritta dal segretario della Cgil, nella quale prevale la cautela.Atteggiamento condiviso da molti altri. Ad esempio, il deputato di Fratelli d’Italia, Alessio Butti: «Il mio auspicio è che vi sia davvero un compratore seriamente interessato a rilevare la Canepa – dice Butti – Da lì in avanti si può ripartire con l’obiettivo di salvare il lavoro e di consolidare brand e prodotto. La Canepa è sempre stata un punto di riferimento per il distretto tessile e credo che continuerà a esserlo».Anche il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo, sottolinea l’importanza di «mantenere alta l’attenzione sul caso Canepa. Il nuovo amministratore delegato è parso molto determinato a trovare una soluzione ed è bene che vi siano proposte reali di acquisto dell’azienda. Ciò che conta, però, è il mantenimento dei livelli occupazionali e del cosiddetto perimetro aziendale: sarebbe grave che l’impresa venisse “spacchettata” prima di essere ceduta».Sulla stessa linea il commento di Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle presente mercoledì al tavolo ministeriale. «La fase in corso è delicata. Occorre porre attenzione al piano industriale di rilancio dell’azionista che subentrerà. È necessario che il piano industriale illustri con chiarezza come riposizionare una azienda come Canepa nel mercato tessile. Le priorità devono essere la tutela occupazionale e la prosecuzione della produzione», ha detto Currò.Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi (Forza Italia) sottolinea infine il «segnale positivo che si intravvede all’interno di una situazione che resta difficile. Non è sicuramente il momento di cantare vittoria ma non era scontato che accadesse. Certamente ha fatto premio la qualità del lavoro sempre espressa dalla Canepa e dalle sue maestranze. La scelta della Regione di chiedere la mediazione del ministero si è rivelata giusta».