Area ex Ticosa – La rissa tra tunisini con due agenti contusi ripropone l’emergenza. Sotto il cavalcavia di via Grandi veri e propri “alloggi”Già spesi 5mila euro per blindare l’edificio. L’assessore alla Sicurezza incontrerà il questoreLa rissa tra sei tunisini, costata il ricorso alle cure del pronto soccorso a due agenti della Questura, ha rilanciato l’emergenza dell’area ex Ticosa. Ieri non è stato difficile trovare tracce di insediamenti di disperati sotto il cavalcavia di via Grandi. E tra loro quelli che abitano nella Santarella sono in possesso della chiave del lucchetto che chiude un piccolo accesso laterale all’edificio. Entrano ed escono e ogni sera chiudono il portone a chiave, nonostante i 5mila euro spesi dal Comune di Como negli ultimi mesi per blindare l’edificio. Sconsolato l’assessore alla Sicurezza, Francesco Scopelliti, che annuncia un incontro con il questore.Leggi l’articolodiBarabesiinPRIMO PIANO
Categoria: Notizie locali
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Napolitano e Wulff, i presidenti di Italia e Germania a Villa Vigoni
Loveno di Menaggio – Ieri a Villa Vigoni entrambi i capi di Stato hanno sottolineato la necessità di un atteggiamento più corale e deciso da parte di BruxellesIl tedesco Wulff: «L’Italia non esageri su Lampedusa». Napolitano: «I migranti vogliono andare altrove»Ugualmente delusi dall’Europa, alla quale chiedono un atteggiamento più corale e deciso in tutti i campi. Divisi su come affrontare l’immigrazione. Uniti sulla necessità di investire sui giovani e sulla cultura.Sono alcuni dei punti che Giorgio Napolitano e il suo omologo tedesco Christian Wulff hanno toccato ieri a Villa Vigoni, a Menaggio, durante l’incontro che i due presidenti hanno avuto con i ragazzi italiani e tedeschi borsisti dell’associazione italo-tedesca che ha sede nella
storica villa di Loveno.Nel rispondere alle domande dei giovani studenti e stagisti, Napolitano e Wulff si sono trovati d’accordo su tutti i temi, tranne l’immigrazione. Su questo punto i due capi di Stato concordano solo su una cosa: l’Europa ha deluso, e profondamente.Ha cominciato il presidente tedesco, dicendo che l’intervento, in questa materia, «non spetta ai sindaci o alle istituzioni locali, ma all’Unione Europea», la quale però si è dimostrata incapace di prendere una posizione chiara e, soprattutto, comune. E quale dovrebbe essere questa politica?Wulff ha risposto chiaramente: «Dobbiamo, prima di tutto, pensare ai nostri giovani che sono senza lavoro, ai nostri anziani e alle nostre donne». Più che di immigrazione, il presidente tedesco ha parlato di «reclutamento», ovvero di dare il permesso di ingresso solo a chi può offrire specializzazioni professionali e capacità, a qualunque livello o in qualsiasi campo, di cui l’Europa ha bisogno.Anche Napolitano ha invocato un forte intervento da parte dell’Unione Europea che, in questa spinosa materia, deve avere una politica comune, necessaria «anche per evitare che le richieste di immigrazione si trasformino in una specie di asylum shopping, ovvero che gli immigrati si dirigano esclusivamente verso quei Paesi che offrono le condizioni migliori», trasformando di fatto la questione dei migranti in un mercato.«La via maestra per affrontare l’immigrazione – ha detto il presidente italiano – è l’integrazione, distinguendo fra immigrazione legale e illegale. La prima va accolta, l’altra va combattuta».«Ogni Paese deve fare il suo dovere – ha riconosciuto Wulff – e ha il diritto di stabilire requisiti e parametri di ingresso specifici». L’Italia, però, non deve «esagerare» sul caso Lampedusa. «La Germania – ha precisato il capo di Stato tedesco – negli anni Novanta si è fatta carico di oltre centomila richieste di asilo» giunte dai Paesi dell’ex Jugoslavia e dell’Europa dell’Est. «Lampedusa e la Sicilia – ha replicato Napolitano – sono solo la porta d’ingresso: gli immigrati vogliono poi andare altrove in Europa».La chiusura è stata di Giorgio Napolitano che, nel salutare i ragazzi presenti all’incontro, ha sottolineato l’importanza della cultura e ha sottolineato il suo impegno, in questi mesi, a stimolare il ministro dell’Economia Giulio Tremonti affinché eviti tagli ai bilanci in questo campo.
Franco Cavalleri
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Brucia una casa a Inverigo
Un violento incendio ha danneggiato ieri mattina una abitazione a Inverigo, in via Curcetto. Le fiamme, divampate per cause ancora in fase di accertamento, si sono propagate rapidamente e hanno creato ingenti danni. Fortunatamente nessun problema per i residenti.
Sono intervenuti i vigili del fuoco con le squadre di Erba e Cantù, che hanno spento l’incendio e messo in sicurezza lo stabile. In corso di valutazione i danni.
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Campionato 2020-2021 di basket: partenza il 27 settembre
Il consiglio della Federazione pallacanestro, presieduto da Gianni Petrucci, ha scelto la data d’inizio del prossimo campionato di basket, che vedrà al via anche la Pallacanestro Cantù. Appuntamento fissato al 27 settembre.Al termine dell’incontro sono stati ribaditi l’impegno e la volontà di far svolgere le gare a “porte aperte” non appena ci saranno le condizioni per questa soluzione.La stessa Federazione ha espresso la propria disponibilità a farsi parte diligente nel presentare alle autorità competenti eventuali iniziative che mettano gli appassionati nelle condizioni di poter assistere in sicurezza alle partite. «La presenza del pubblico – ha affermato il presidente Gianni Petrucci – è fondamentale; al contrario, le porte chiuse significherebbero la crisi del basket».
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Cinema Astra, raccolta fondi verso quota 20mila euro
Prosegue la campagna “SalviAmo il Cinema Astra!”. Questa settimana – da giovedì 17 a domenica 20 dicembre – il Cinema Astra di viale Giulio Cesare, al centro di una raccolta fondi per la riapertura, sarà eccezionalmente aperto tutti i giorni (dalle 15 alle 18.30) per consentire ai comaschi di regalarsi e regalare una delle oltre cinquecento locandine ancora a disposizione, insieme ai manifesti che ripercorrono la lunga storia della sala cittadina. È possibile aggiudicarsele con una donazione on-line tramite il sito della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca (raggiungibile all’indirizzowww.astracinema.it) o donando direttamente presso la sala di viale Giulio Cesare 3. Nel caso di donazione tramite il sito si riceverà un coupon con cui presentarsi alla sala di viale Giulio Cesare 3 per scegliere le locandine preferite. È possibile inoltre regalare anche le altre ricompense previste dalla campagna: biglietti omaggio, Cineforum sospeso e “il Cinema tutto per te”. Per informazioni scrivete ainfo@astracomo.it. La campagna è ad un passo dai 20 mila euro grazie alla generosità di 250 donatori. Il traguardo dei 75 mila euro, necessari alla riapertura, è però ancora lontano .
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Classica nel Mendrisiotto con Weber e Mozart
Prosegue venerdì 21 agosto alle 20.30 nella splendida cornice del Chiostro dei Serviti, presso il Museo d’arte a Mendrisio, la 42esima stagione concertistica diMusica nel Mendrisiotto.
Un’occasione unica per ascoltare due brani che hanno rivoluzionato la storia del clarinetto, aprendogli nuove e fino ad allora impensabili possibilità timbriche e virtuosistiche. Le due composizioni saranno eseguite da un quintetto di musicisti tutti ticinesi: Fabio Di Casola, clarinetto, pluripremiato e noto a livello mondiale, già musicista svizzero dell’anno e un quartetto d’archi formato da validissimi giovani strumentisti: Teira Yamashita, violino I; Andrea Mascetti, violino II; Giulia Wechsler, viola, e Alessandra Doninelli, violoncello.
Nel 1789 Wolfgang Amadeus Mozart era in serie difficoltà economiche, nonostante la fama acquisita grazie alla composizione di tre grandi sinfonie, K 543, K 550 e la celebre K 551 “Jupiter”, e soprattutto con l’opera “Don Giovanni”, eseguita con successo a Praga. Ma i guai non sembravano minare la sua serenità compositiva, tant’è che il Quintetto d’archi con clarinetto K 581, scritto per il celebre clarinettista Antonio Stadler, da cui prese il nome, è uno dei capolavori assoluti della musica mozartiana e una delle vette artistiche per questo strumento, usato per la prima volta in tutta la sua estensione.
Iniziato nel 1811 e terminato nel 1815, ilQuintetto per clarinetto e archi op. 34di Carl Maria von Weber, al contrario di quello mozartiano è pensato come un concerto per clarinetto solista piuttosto che come composizione cameristica in cui tutti gli strumenti hanno uguale voce e peso nel discorso musicale. Il brano fu ispirato dal grande virtuoso Heinrich Baermann, nato a Potsdam nel 1784, per il quale scrissero molti compositori, da Franz Danzi a Mendelssohn e Meyerbeer.
Weber, da compositore d’opera, crea facilmente belle e articolate melodie che producono emozioni ed effetti drammatici; il clarinetto non è solo il mezzo per esaltare il virtuosismo del solista, ma fornisce una ricca e intricata tessitura sulla quale si esprime l’intero insieme strumentale.
La riservazione è raccomandata, tramite mail a musicamendrisiotto@ticino.com. È necessario indicare il nome, il numero di persone e il recapito telefonico.
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Con la Svizzera ora scoppia la “guerra” del turismo
Ancora ieri, in conferenza stampa a Berna, i dirigenti dell’ufficio federale della Sanità hanno insistito nel consigliare prudenza e chiesto ai cittadini di «non rovinare i risultati» positivi raggiunti sinora con comportamenti irresponsabili. Nel frattempo, però, la Confederazione decideva di aprire le piste da sci e di non aderire alla moratoria europea. Sulle nevi rossocrociate le settimane bianche non si fermano. Nonostante il Covid. E nonostante le restrizioni che impongono la chiusura di ristoranti e pub.A Zermatt, forse la località sciistica più famosa del Vallese, anche per lo spettacolo imponente del Cervino, le piste sono già in funzione. Mentre sul versante opposto, a Cervinia, regna un totale silenzio.La scelta delle autorità elvetiche è chiara. Ed è dimostrata dal fatto che qualsiasi italiano, da qualunque regione provenga, se volesse andare a sciare potrebbe in questo momento varcare la dogana senza trovare ostacoli. O meglio, li troverebbe in Italia, dove gli spostamenti interregionali o intercomunali sono vietati. Non oltrefrontiera.La pandemia ha di fatto scatenato una guerra tra operatori turistici. Svizzera e Austria non intendono frenare le vacanze sulla neve, incuranti dei rischi che derivano dagli affollamenti sulle piste, agli impianti di risalita, nei locali in quota. Non è un caso, allora, se il governo italiano ha immaginato di inserire, nel nuovo Dpcm (in vigore probabilmente dal 4 dicembre prossimo) la quarantena obbligatoria di due settimane per chi sarà andato a sciare fuori dai confini nazionali. Una scelta dettata dall’obiettivo di scongiurare i rischi di un’impennata dei contagi, cosa avvenuta la scorsa estate proprio a causa di un certo lassismo nelle regole indotto dalle richieste dell’industria del turismo. Una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbe poi includere tra quelli «a rischio» i Paesi che non aderiranno all’accordo europeo per chiudere le piste da sci. Intanto, i presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L’obiettivo è sempre lo stesso: colpire la concorrenza “sleale” degli Stati alpini che hanno permesso le vacanze sulla neve.
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Controllate oltre duemila persone: chiuso un locale, denunciato un contagiato che non ha rispettato la quarantena
Qualsiasi provvedimento contro il Covid per essere efficace necessita di controlli. Anche ieri, primo giorno di area arancione (con negozi aperti, mentre per bar e ristoranti solo asporto) a Como e in provincia le forze dell’ordine hanno sorvegliato attività e luoghi di possibili assembramenti.Ieri la Prefettura di Como ha diffuso il consueto report settimanale. Da sabato 2 gennaio a venerdì 8 le strade del territorio hanno visto impegnate 200 pattuglie delle varie forze dell’ordine per 420 uomini (polizia di Stato, carabinieri e finanzieri), oltre agli agenti della polizia locale nei vari comuni. Sono stati oltre duemila (2.009) i comaschi fermati, identificati e controllati, 450 le auto. Le sanzioni sono state una cinquantina (47), con una persona denunciata perché sorpresa in giro nonostante l’obbligo di quarantena per la positività al Covid. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 239. Soltanto due le sanzioni, per per un locale è stato decretata la chiusura precauzionale.Oltre al centro di Como e ad Albate, dove si sono verificati nelle scorse settimane episodi di assembramento incontrollato, sotto la lente delle forze dell’ordine restano tutti i comuni di maggiori dimensioni, ovvero Cantù, con il suo centro, Erba e la zona della stazione, Mariano Comense e Olgiate Comasco «con servizi concentrati prevalentemente nelle fasce orarie pomeridiane e serali» ribadisce la Prefettura.Intanto ieri a Como è stato chiuso per due giorni un centro massaggi in via Varesina per il mancato rispetto delle norme anticontagio. Segnalazione anche all’ispettorato del lavoro. Dall’inizio dell’anno è il quinto intervento analogo. In piazza San Rocco, chiuso per un giorno un market per la mancanza delle indicazioni del numero massimo accessi. Chiuso per due giorni un centro benessere di via Napoleona per la mancanza dell’elenco dei clienti. Stop anche a un negozio di riparazioni di telefoni di via Milano, dove gli agenti hanno trovato un numero di clienti superiore al limite massimo. Multa anche al gestore di una pizzeria di piazza Perretta.
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Covid, dehors comaschi in piazza a Bergamo
A Bergamo Alta, nel cuore del territorio più ferito dal coronavirus nel nostro Paese durante la fase acuta della pandemia, un architetto comasco disegna fino alla fine del prossimo ottobre nuovi spazi in funzione delle normative sanitarie in una delle piazze simbolo della città.E si propone implicitamente come alternativa per l’arredo urbano anche per Como, città a vocazione turistica colpita dalla pandemia proprio nelle attività commerciali ed economiche legate all’accoglienza e alla ricettività.Artefice dell’intervento è l’architetto Paolo Albano, già autore del monumento all’ingegner Alessandro Rossi, “papà” dei mitici trenini Rivarossi a Sagnino, e di altre opere di interesse pubblico in varie parti d’Italia.Albano a Bergamo Alta ha realizzato a inizio estate un sistema di dehors “ecologici” in piazza Vecchia, attorno alla fontana in marmo di Zandobbio, regalata ai bergamaschi dal podestà Alcide Contarini, dove si affaccia la biblioteca dedicata all’Angelo Mai di leopardiana memoria.Ogni locale della piazza, dice Albano, ha accettato «di inserire tra i suoi tavolini 35 vasi alti 2,5 metri con piante Miscanthus Sinensis e Panicum che abbelliscono con il loro verde la piazza stessa, costituendo così un divisorio naturale che però non obbliga all’uso del plexiglas».E al tramonto un sistema strategico di lampade accende in modo suggestivo l’intero arredo della piazza, legando lo spazio urbano alle attività commerciali in una unica soluzione abitativa che si vuole più accogliente e unificata di tante soluzioni autonome.«Ho lavorato su una delle piazze più belle d’Europa facendo condividere un principio di bellezza e armonia legato al verde. Il verde è il denominatore comune in una operazione che non ha considerato i singoli esercizi commerciali ma l’intera piazza come un unicum – prosegue l’architetto Paolo Albano – con l’obiettivo di ottenere un risultato unico e significativo che accresca la qualità dello spazio urbano. Una decisione unanime che potrà dare un valore aggiunto alle singole attività e a tutta la città di Bergamo in termini di accoglienza, attrattiva e bellezza. Il verde è il colore della speranza, non dimentichiamolo, e non dimentichiamo nemmeno che Bergamo nel 2023 con Brescia sarà capitale europea della cultura e sulla riqualificazione urbana e sulla cultura intende investire in modo significativo. Tutta la piazza si è rivitalizzata e inoltre per tutto il mese di settembre l’allestimento si arricchirà di eventi dedicati al tema del verde e del paesaggio come avviene in terra comasca con la manifestazioneOrticolario».
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Da lunedì la Lombardia in zona arancione: la decisione dopo gli ultimi dati sui contagi
Da lunedì la Lombardia sarà in zona arancione. La decisione è stata presa dopo le ultime valutazioni dell’Istituto superiore di Sanità e la constatazione del fatto che la curva epidemiologica sta ricominciando a salire. Ecco allora scattare le nuove disposizioni. Nella nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, non sono previste zone rosse ma, da lunedì 11 gennaio, ci sarà il colore arancio in cinque regioni: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia. Per il resto d’Italia sarà invece zona gialla. Di fatto anche il week end in corso è contraddistinto, in tutta Italia, dal colore arancione. E allora ecco cosa è previsto fino al 15 gennaio: vige innanzitutto il coprifuoco dalle 22 alle 5. Ogni giorno, dunque, dalle 5 alle 22 sono ammessi gli spostamenti nel Comune senza autocertificazione mentre i movimenti tra comuni diversi della Regione sono ammessi, con autocertificazione per lavoro, situazioni di necessità e salute. Sono consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, ma con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Rimangono vietati gli spostamenti tra Regioni, eccetto i casi richiamati. I bar e i ristoranti saranno aperti solo per l’asporto. I negozi al dettaglio saranno aperti, i centri commerciali chiuderanno nei giorni festivi e prefestivi. Rimangono infine chiuse le palestre e anche le piscine.