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  • Campione, appello al presidente Mattarella. «La nostra situazione è ormai drammatica»

    Campione, appello al presidente Mattarella. «La nostra situazione è ormai drammatica»

    Un anno senza stipendio, un futuro sempre più incerto e lo spettro, sempre più concreto, di non poter guardare avanti con un minimo di serenità. È questo il mix devastante che sta purtroppo caratterizzando la vita dei dipendenti del Comune di Campione d’Italia, in dissesto finanziario. Situazione che – ovviamente insieme a quanto sta accadendo al Casinò – sta annientando una comunità intera.E proprio questa realtà ha spinto i dipendenti comunali a inviare un appello direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Ascolti il nostro grido di aiuto, siamo in una situazione drammatica e insostenibile», è l’inizio della lettera. La missiva, che punta a ottenere un incontro con il presidente Mattarella, è firmata dal coordinatore delle rappresentanze sindacali unitarie Marco Boffa ed è stata inviata ieri a Roma.«Non sembrano ancora profilarsi all’orizzonte quegli strumenti indispensabili e necessari per ristabilire condizioni di equilibrio economico – si legge nel testo – La voragine debitoria e lo stato di dissesto continuano a produrre mancate erogazioni di servizi, se non addirittura eliminazione degli stessi, impossibilità nel far fronte alle più banali spese di sopravvivenza e, per i dipendenti pubblici, mancate erogazioni delle retribuzioni da marzo del 2018». E la spiegazione prosegue. «Ci chiediamo come si possa anche solo immaginare che i dipendenti pubblici e le loro famiglie, spesso con minori a carico – si legge – non sentano il pieno abbandono delle istituzioni, come possano avere ancora fiducia nello Stato».Sottolineando al presidente della Repubblica che «i dipendenti continuano a lavorare con encomiabile senso di responsabilità», il rappresentante sindacale sollecita l’intervento di Mattarella, «nella speranza che possa essere accolta la nostra richiesta di incontro, pregandovi al contempo di interessarvi affinché si accelerino i processi per tornare a garantire i servizi e restituire dignità e senso di appartenenza a tutte le famiglie sull’orlo della disperazione». Un’invocazione che ricostruisce anche quanto accaduto. «Nel 2018 come noto il nostro Comune è andato in dissesto finanziario. Inoltre c’è stato il fallimento della società partecipata incaricata della gestione del Casinò municipale, azienda deputata, grazie alla concessione statale e a un preciso obbligo di natura giuridica, a garantire le necessarie risorse funzionali al Comune, alla collettività e all’erogazione dei servizi necessari alla stessa. Niente è stato casuale. Una politica locale miope e dissennata nella gestione degli equilibri economico-finanziari del Comune e della Casa da gioco ha portato nel corso degli anni al capovolgimento della ratio giuridica del Rdl del 2 marzo 1933, con una progressiva e ingiustificata sottrazione di risorse al soggetto teoricamente beneficiario degli effetti della concessione statale, ovverossia la collettività e con essa i suoi pubblici dipendenti». Una ricostruzione dei fatti che si conclude con la richiesta di un incontro con il presidente Mattarella.

  • Bottone, Rapinese e Marzorati salgono sul podio

    Bottone, Rapinese e Marzorati salgono sul podio

    Due new entry e un ritorno tra i consiglieri più “indesiderati”Un ritorno e due new entry caratterizzano la quarta giornata del gioco lanciato dal “Corriere di Como” per chiedere ai comaschi quali consiglieri comunali non vorrebbero più vedere rieletti tra i banchi di Palazzo Cernezzi alle prossime elezioni amministrative, in programma nella primavera del 2012.Il verdetto dei comaschi, alle 18 di ieri – ma tutto può cambiare perché si vota on line fino alla mezzanotte di sabato 12 novembre – ha collocato sul gradino più elevato del podio degli “indesiderati” Luigi Bottone, che ha ottenuto il 25,2% dei voti espressi via Internet. Per il consigliere del gruppo misto si tratta della prima “nomination” ai vertici del sondaggio.Al secondo posto, invece, ritorna Alessandro Rapinese, che aveva conquistato la medesima posizione già nella prima giornata del gioco, per poi essere spodestato dalla terna Veronica Airoldi, Mario Pastore e Marco Butti, ora usciti di scena. Rapinese, anch’egli confluito nel gruppo misto, è stato indicato dal 13,7% dei votanti.Una new entry anche al terzo posto: si tratta di Roberta Marzorati, consigliere della lista Per Como, salita per la prima volta sul podio, sul gradino più basso, con il 10,7% dei voti.Rispetto alla prima giornata, quando la terna di indesiderati era composta dal presidente del consiglio comunale Mario Pastore (Fli), seguito da Rapinese e da Emanuele Lionetti (Forza Como), la situazione è dunque in continua evoluzione.Ricordiamo che chiunque lo desideri può prendere parte al gioco “Chi non vorresti vedere rieletto a Palazzo Cernezzi tra gli attuali consiglieri comunali?” che, come detto, si concluderà sabato 12 novembre. È possibile votare sia online, collegandosi al sito www.corrieredicomo.it e cliccando il link che apre la pagina del sondaggio, sia utilizzando il tagliando pubblicato in questa pagina e riproposto ogni giorno sul nostro quotidiano.I coupon possono essere consegnati in orario d’ufficio alla redazione del “Corriere di Como”, in via Sant’Abbondio 4, dove è stata preparata un’apposita urna. Sono validi solo i tagliandi originali, non le fotocopie. Su Internet, invece, è possibile votare una sola volta.I voti espressi attraverso i tagliandi verranno conteggiati solo al termine del sondaggio. I risultati di cui diamo conto giorno per giorno sono pertanto relativi ai soli voti espressi via Internet.

  • Banchini: «Vietato pensare  al Mantova. Prima c’è il Villa d’Almè»

    Banchini: «Vietato pensare al Mantova. Prima c’è il Villa d’Almè»

    «Tre punti per arrivare con entusiasmo e carica alla successiva partita contro il Mantova». Mister Marco Banchini, allenatore del Como, traccia la strada in vista della sfida di domenica prossima al Sinigaglia contro il Villa d’Almè, gara che precede di sette giorni il match interno contro la capolista Mantova, la contesa che davvero può valere una stagione per gli azzurri.Ieri mattina il Como si è allenato a Bulgarograsso su un terreno innevato. Nel pomeriggio la squadra si è spostata allo stadio, dove il manto erboso non aveva particolari problemi.I lariani arrivano dalla vittoria in trasferta per 3-0 sul campo del Ciserano (che era reduce da sei risultati utili consecutivi) e in classifica sono secondi a due punti di distanza dal Mantova, che nell’ultimo turno si è imposto sul terreno dell’Olginatese e che domenica attende i veronesi dell’Ambrosiana.«Nella vittoria di Ciserano c’è stata la risposta della squadra rispetto a quanto avevamo chiesto dopo il pari interno con l’Olginatese – spiega ancora Marco Banchini. Ho apprezzato l’atteggiamento dei giocatori, che hanno avuto il giusto approccio; sul campo si è rispecchiata la preparazione che avevamo fatto in settimana».Ma ora è già tempo di pensare all’incontro con il Villa d’Almè, una formazione che non evoca buoni ricordi. All’andata il confronto in terra bergamasca terminò 1-1, Azzurri in vantaggio con un uomo in meno – Anelli era stato espulso al 5’ del secondo tempo – e raggiunti al 93’.«Sicuramente è un pari che, alla luce della classifica attuale, pesa molto – spiega ancora l’allenatore – visto che abbiamo perso sul filo di lana due punti. Il Villa d’Almè ha mostrato di essere una formazione determinata e sicuramente farà di tutto per metterci in difficoltà anche domenica, ma noi dobbiamo andare oltre ogni cosa: per conquistare la promozione è necessario puntare a vincere sempre. Questo sarà l’obiettivo da qui alla fine del campionato».«L’Olginatese ha interrotto il nostro cammino vincente al Sinigaglia – conclude l’allenatore – ma va ripreso il ritmo che abbiamo sempre avuto. Lo ribadisco: i tre punti servono per la classifica e per arrivare con il giusto entusiasmo alla sfida con il Mantova. Ma va essere chiaro un fatto: per ora tutta l’attenzione è riservata al Villa d’Alme. Al match con i virgiliani penseremo esclusivamente nella settimana successiva».Contro gli orobici Banchini non potrà schierare il capitano Federico Gentile e Pietro Valsecchi, entrambi squalificati. Fuori causa per un problema muscolare accusato prima della partita di Ciserano anche il difensore Simone Sbardella.

  • Bambini complessi, giovedì il convegno all’Ospedale Sant’Anna

    Bambini complessi, giovedì il convegno all’Ospedale Sant’Anna

    Giovedì 31 gennaio, è in programma nell’Auditorium dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo la seconda edizione del convegno “I mille volte dei bambini complessi” (dalle 8.30 alle 18), di cui è responsabile scientifico Angelo Selicorni, primario della Pediatria. L’evento è rivolto ai pediatri ospedalieri e del territorio e sarà l’occasione per condividere le nuove informazioni scientifiche. I bambini “complessi”, disabili, affetti da malattie rare o oncologiche, rappresentano una delle sfide assistenziali prioritarie della pediatria.

  • Baby gang operava in centro a Como e in provincia: 17 ragazzi nei guai

    Baby gang operava in centro a Como e in provincia: 17 ragazzi nei guai

    Sono 17 i minorenni colpiti dalle misure cautelari emesse dal Tribunale competente di Milano. Notifiche che giungono al termine dell’operazione “Baby Gang” condotta dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri.

    Sarebbero i componenti della banda giovanile che da mesi operava in centro città e anche in provincia. I reati contestati sono furto, rapina, danneggiamento, ricettazione, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

    Il loro obiettivo era la supremazia in città, soprattutto tra i coetanei. La banda si stava allargando sempre di più.Altri giovani e giovanissimi, attirati dal «prestigio sociale» che ne avrebbero guadagnato nell’affiancarsi alla baby gang, si stavano avvicinando al gruppo ampliando il numero dei componenti in modo preoccupante.

    La squadra Mobile e i carabinieri di Como, che da mesi indagavano sulla banda di ragazzini che infestava le vie del centro e non solo, coordinati dalla Procura dei minori di Milano, in queste ore sono passati al contrattacco.All’alba di questa mattina è così andato in scena un blitz che – a memoria – non ha precedenti nel capoluogo lariano. «Una città tranquilla, in cui non si pensava di poter assistere a una cosa del genere», è stato detto ieri in conferenza stampa.Diciassette ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni (appena compiuti), per la stragrande maggioranza italiani (sono solo cinque gli stranieri) sono stati raggiungi da una misura restrittiva in cui vengono contestati (a vario titolo) ben 38 reati tra furti, ricettazioni, rapine, danneggiamenti, estorsioni e altro. Il tutto in quelle che è stata definita come una «escalation criminale» partita in luglio e conclusa proprio in queste ore.Tra di loro c’erano anche dei 13enni, età che li rende non punibili dalla legge.Cinque ragazzi sono finiti in carcere, altri sette sono stati portati in una comunità, agli ultimi cinque è stata imposta la misura della permanenza nell’abitazione, una sorta di arresto domiciliare per chi non ha ancora 18 anni. In pratica potranno vedere solo i genitori e, anche per andare a scuola, dovranno chiedere l’autorizzazione al giudice tramite istanze dei rispettivi avvocati.Tutti i particolari dell’operazione, gli approfondimenti e i commenti sul fenomeno babygang nelle pagine del Corriere di Como in edicola giovedì 31 gennaio.

  • Aperture straordinarie dei negozi per il ponte festivo in arrivo

    Aperture straordinarie dei negozi per il ponte festivo in arrivo

    Così come previsto dal calendario delle aperture straordinarie definito con le associazioni di categoria, domenica 30 ottobre a Como i negozi potranno essere aperti. E saranno presenti nel capoluogo lariano, nella stessa giornata ma dalle 7 alle 13, anche  le bancarelle del Mercato coperto di via Sirtori. Apertura

    al pubblico anche nella giornata di Ognissanti, martedì primo  novembre (i negozi e le bancarelle del mercato mercerie in via Battisti tutto il giorno, il mercato coperto solo dalle 7 alle 13). Per Halloween, il 31 ottobre, i titolari degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, compresi quelli situati in città murata, nonché i titolari degli esercizi di pubblico spettacolo e le sale pubbliche da gioco, potranno posticipare la chiusura fino alle ore 6 del giorno successivo, senza obbligo di comunicazione e in deroga a quanto previsto dall’ordinanza  sindacale sugli orari. La deroga è stata concessa dall’amministrazione a fronte delle richieste avanzate dalle associazioni dicategoria. Le altre due date dell’anno in cui sarà possibile derogare alle norme che regolano il commercio saranno solamente il 24 e il 31 dicembre prossimi.

  • Anzano-Nuova Zelanda, il cammino interrotto in Iran. Moja: «Mi sono fermato per pensare a nuovi progetti»

    Anzano-Nuova Zelanda, il cammino interrotto in Iran. Moja: «Mi sono fermato per pensare a nuovi progetti»

    «Arrivato ad un certo punto ho pensato ad una serie di progetti che avrei potuto portare avanti e mi sono anche detto che stare lontano per tre anni da casa sarebbe stato troppo. Ho preferito prendere il primo aereo e tornare a casa». Claudio Moja, classe 1993, di Anzano del Parco, da qualche giorno è nella sua Brianza.Nell’aprile del 2018 era partito a piedi, con l’intento di raggiungere, nel giro di tre anni appunto, la Nuova Zelanda. Ma il suo viaggio è terminato in Iran, nella città di Shiraz, nei primi giorni di quest’anno. In ogni caso il suo viaggio è stato ragguardevole. Sulle sue gambe Moja ha attraversato Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Kosovo, Macedonia, Bulgaria, Grecia, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Armenia e, appunto, Iran, prima dello stop. I momenti peggiori in Bosnia, dove è stato scambiato per un terrorista e ha subito un tentativo di rapina. Per molti l’appuntamento sui social era diventato quotidiano con Claudio che, compatibilmente con la situazione e la possibilità di collegarsi a Internet, aggiornava i suoi tifosi e amici.«Andando avanti ho perso un po’ di entusiasmo, non lo nego – spiega ancora Moja – e ho iniziato a pensare ad una serie di cose che avrei potuto fare se fossi stato a casa, anche legate ai Paesi che ho visto, che offrono opportunità e che meritano di essere conosciuti. Mi è venuta la sensazione che proseguendo avrei perso del tempo prezioso, per me e per i progetti che avrei voluto mettere in cantiere. Alla fine ho pensato che la soluzione più giusta fosse quella di tornare in Italia, dove sono ripartito da zero. Con l’idea di stare via tre anni ho anche venduto la macchina: mi devo riorganizzare un po’ su tutto, anche nel cercare un lavoro, ma mi rimetto volentieri in gioco, senza rimpianti e con entusiasmo».

  • Albese, doccia gelata alla Manzardo. Quaranta dipendenti senza lavoro

    Albese, doccia gelata alla Manzardo. Quaranta dipendenti senza lavoro

    La società è fallita. Ieri presidio davanti ai cancelli dell’aziendaIl 20 ottobre non verrà dimenticato facilmente dai dipendenti della Manzardo spa di Albese con Cassano, azienda attiva nel settore idrotermosanitario con sede a Bolzano e 350 dipendenti in tutta Italia. Una quarantina quelli che fanno capo allo stabilimento in provincia di Como. La società è fallita, i libri contabili sono in tribunale e si conosce già il nome del curatore fallimentare. Tutto è accaduto all’insaputa dei dipendenti, regolarmente in ditta e ignari di quanto stava per succedere

    .Sono gli stessi lavoratori a ricordare lo shock subìto lo scorso 20 ottobre quando, intorno alle 17.50, sui loro computer è arrivata una mail. In tanti non l’hanno neanche letta perché impegnati. Nessuno, aprendola, si sarebbe infatti potuto immaginare di vedere sconvolta la propria vita in pochi secondi.«Il testo era glaciale e il messaggio di una semplicità disarmante. Dal giorno dopo eravamo tutti invitati a restare a casa, in ferie, fino al 31 ottobre – dice Antonio Di Vietri che insieme agli altri dipendenti ha protestato, ieri mattina, fuori dai cancelli della Manzardo di Albese con Cassano – Dopodiché, il mistero più totale. Buio fitto».In quel momento i lavoratori non sapevano ancora che nella medesima mattina del 20 ottobre Nicola Gasparoni, amministratore delegato della Manzardo spa, aveva già portato i documenti contabili in Tribunale.Nelle stesse ore, identica comunicazione è arrivata anche ai dipendenti della sede logistica di Mantova dove si teneva un’assemblea sindacale alla quale erano presenti anche alcuni dipendenti di Albese con Cassano. E così, via web e in pochi istanti, tutti i lavoratori del gruppo Manzardo spa hanno saputo dell’apertura dell’istanza di fallimento. Tutti a casa.Ora si attendono le prime decisioni del curatore fallimentare. Si punta, ovviamente, alla concessione della cassa integrazione straordinaria. Domani, intanto, scade il periodo di “ferie” e i dipendenti non sanno cosa fare. «È una vicenda incredibile. Qui da noi il lavoro andava bene. Prima dell’estate abbiamo riempito i magazzini. Dopo la pausa estiva abbiamo ricominciato a lavorare. I clienti erano contenti. E poi a un certo punto ci siamo accorti che i fornitori non venivano pagati – dice Cosimo Romeo, dipendente e membro della Rsu aziendale – Ci siamo insospettiti e abbiamo subito coinvolto i sindacati che sono però stati tenuti all’oscuro, fino al 20 ottobre quando abbiamo saputo l’incredibile verità».Il 23 dicembre del 2010, infatti, una mail spedita ai dipendenti dall’amministratore delegato parlava chiaro. «Con riferimento ai risultati economici di Manzardo spa, i primi 4 mesi dell’anno fiscale (per politiche del gruppo inglese Wolseley che ha rilevato l’azienda nel 1999, l’anno contabile non coincide con l’anno solare ma va da agosto a luglio) sono incoraggianti con una crescita delle vendite sullo stesso periodo del 2009 e un forte miglioramento del risultato economico (ciò che rimane dopo aver dedotto i costi aziendali)».Nel febbraio del 2011, intanto, è anche arrivato un nuovo azionista (la Hadleigh Partners) che ha acquistato il 100% delle azioni di Manzardo spa, ribadendo il buon momento. «La realtà, invece, è che ora siamo senza lavoro. Abbiamo tutti una famiglia e non sappiamo che cosa ne sarà di noi – dice Paolo Mazzon – È stato umiliante come ci è stato comunicato il tutto».Nel frattempo i dipendenti di Albese con Cassano si stanno mobilitando in prima persona per cercare di trovare un imprenditore locale e del settore «disponibile a rilevare, se possibile, l’attività – aggiunge Cosimo Romeo – Abbiamo avuto alcuni contatti promettenti. Stiamo inoltre raccogliendo le firme dei lavoratori per inviare una lettera al curatore fallimentare e far presente la nostra situazione».E se in provincia di Como il lavoro, in base alle testimonianze dei dipendenti, non faceva pensare neanche lontanamente a una situazione di difficoltà, sembra invece che la crisi sia in parte dovuta all’apertura a Mantova, ormai sei anni fa, di un mega-deposito, con 20mila metri quadrati di capannone. Un investimento eseguito, sembrerebbe, con un leasing che avrebbe generato pesanti perdite.A ciò si sarebbe aggiunto un calo nei ricavi dei 36 punti vendita dislocati in Italia. Sei nel nostro territorio, oltre alla sede di Albese con Cassano. Ora, comunque, spetterà al curatore fallimentare analizzare l’intera vicenda.«Non ci resta che protestare – dice Piero Beretta – Vogliamo chiarezza. Gli affari sono sempre andati bene». Ma non solo. «Avevamo i clienti fuori dalla porta. I fornitori erano contenti. Tutto procedeva senza intoppi – conclude Marco Benzoni – Abbiamo svuotato il magazzino in un mese, subito dopo le ferie estive. E poi la doccia gelata. C’è qualcosa che non quadra».

    Fabrizio Barabesi

  • Ai domiciliari per motivi medici: la finanza lo sorprende al bar

    Ai domiciliari per motivi medici: la finanza lo sorprende al bar

    Gli era stata concessa la misura cautelare dei domiciliari. Una scelta dettata dalle esigenze manifestate dall’indagato di recarsi in strutture sanitarie della provincia di Como e di Sondrio per sottoporsi a cure mediche. In realtà, secondo quando verificato dagli uomini della guardia di finanza, le “visite mediche” comprendevano anche soste nei bar, nei ristoranti e passaggi dalla banca.

    Alla fine, il giudice delle indagini preliminari di Como, su richiesta del pubblico ministero titolare del fascicolo (a sua volta informato dalla guardia di finanza delle frequenti trasgressioni ai divieti e prescrizioni imposti) ha disposto il ripristino della custodia cautelare in carcere, eseguita nelle scorse ore.

    La vicenda ruota attorno al paese di Porlezza e riguarda un imprenditore (residente in Svizzera) tratto in arresto dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Como lo scorso novembre con l’accusa di turbata libertà degli incanti e tentata estorsione.

  • Addio all’editore De Michelis, Cocco: «Coraggioso e libero»

    Addio all’editore De Michelis, Cocco: «Coraggioso e libero»

    Lutto nella cultura, è morto ieri Cesare De Michelis, presidente della casa editrice veneziana Marsilio. Era in vacanza a Cortina e avrebbe compiuto 75 anni il 19 agosto. Tra i nuovi entrati nella squadra Marsilio, che ha lanciato autori come Susanna Tamaro e Margaret Mazzantini, ci sono Amneris Magella e Giovanni Cocco, comaschi e autori, in coppia, di gialli ambientati sul Lario tra cui il recente “Morte a Bellagio” (nela foto, la copertina), primo in classifica nella vendite online.«Tra i tanti meriti di De Michelis – dice Cocco, finalista al Campiello 2013 – l’indipendenza che ha sempre rivendicato con grande forza sin dagli anni Ottanta. Questo ha permesso di affrontare e vincere sfide importanti come l’introduzione in Italia dei gialli scandinavi, si pensi a Henning Mankell e Stieg Larsson. I grandi editori sono tali se hanno indipendenza e coraggio e difendono il proprio prodotto».«Oggi Marsilio è in solide mani – conclude Cocco – grazie anche alla joint venture con Feltrinelli. De Michelis ha insistito molto per valorizzare la narrativa italiana e autori importanti e da recuperare come Paolo Barbaro. Uno scrittore tuttora meritatamente in catalogo».