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  • In bocca al lupo a Mondonico, mister nel cuore dei comaschi

    Meglio l’ippicadi Paolo Annoni

    Emiliano Mondonico, l’allenatore controcorrente che a Como ha lasciato un ottimo ricordo, si avvia a vincere un’altra partita. L’intervento chirurgico al quale si è sottoposto ieri è riuscito e ora il “Mondo” va verso un breve periodo di convalescenza. Si era improvvisamente ritirato dalla panchina dell’Albinoleffe sabato scorso, per motivi di salute. “Emiliano Mondonico – si legge nella nota della società bergamasca – ringrazia tutti i tifosi e gli appassionati che in questi ultimi giorni

    gli hanno dimostrato tanto affetto e calore”. E tra questi tifosi personali di Mondonico ci sono anche molti comaschi. Il legame tra il Lario e Mondonico parte del resto da lontano, da prima di quella stagione sulla panchina azzurra, anno 1986-87, chiusa con il nono posto in serie A. Da calciatore, il “Mondo” ha trascorso due stagioni nel Torino, pochi mesi dopo la scomparsa di Gigi Meroni. “Mi cambiavo al suo posto nello spogliatoio – ricordava – portavo i capelli e i calzettoni come lui, così la gente mi prese subito in simpatia”. Il legame tra Como e Mondonico non si è mai chiuso. La sua ultima apparizione al Sinigaglia è stata nel settembre del 2010 per la prima partita benefica a sostegno di Stefano Borgonovo. Il bomber, nel Como di Mondonico, collezionò 18 presenze e due reti. Tra i due pure quell’episodio nel gennaio del 1990, che rimarrà negli annali del calcio. Coppa Italia, il Milan di Sacchi pareggia 1-1 contro l’Atalanta di mister Mondonico grazie a un rigore su Borgonovo all’89°.Il “Borgo” in quell’occasione aveva però raccolto un pallone che si sarebbe dovuto restituire agli atalantini. E l’anno scorso, ricordando quell’episodio, il bomber – ora malato di Sla – ha voluto chiedere scusa a tutta Bergamo.

  • Il ritorno dei superpredatori: sul Lario trovano cibo

    Insoliti abitanti – Gli esperti confermano: lupi, grifoni, aquile e linci sui nostri monti scovano gli ungulatiLupi, grifoni, aquile, linci: se davvero fosse confermato il ritorno sul Lario dei superpredatori, la causa di questa inaspettata situazione sarebbe riconducibile alla necessità di cibo, presente in abbondanza sulle nostre montagne sotto le specie di caprioli, cervi e cinghiali.I superpredatori, spiegano infatti gli esperti, iniziarono a sparire dal Comasco nel periodo di massimo sfruttamento del territorio montano, quando diminuiva il numero degli animali selvatici di cui si cibano.Leggi l’articolodiBambaceinCRONACA

  • Il pittore Alberti positivo al Covid racconta la sua esperienza

    «Tre settimane fa ho scoperto di essere positivo al Covid-19. Lo stesso ha fatto la mia compagna. Abbiamo trascorso questo tempo percorrendo tutte le fasi della malattia concentrati nello spazio chiuso di casa, spiando le trasformazioni del nostro corpo, facendo esperienza di un tempo assai diverso, ora rarefatto, ora dilatato, ora accelerato dalla febbre che distorce il pensiero».È la testimonianza di Emilio Alberti, pittore e scultore comasco di recente protagonista di una personale a Villa Mainona di Tremezzina, che attende un nuovo tampone per sapere se ha negativizzato il contagio. Domani sul quotidiano l’intervista esclusiva.

  • Il permaloso di “puzzadepur”

    L’odore e il presidenteLe parole hanno un peso, un valore. A volte anche più di uno: dipende. Dal tono, dal contesto, dall’interpretazione che a esse si vuole dare. Detto questo, non possiamo negare che “Puzzadepur” sia una definizione forte: certamente ironica, provocatoria, ma forte. Però altrettanto forte è il problema. Anzi, la puzza – perché di questo alla fine si parla – che la Comodepur da viale Innocenzo XI diffonde nei dintorni, in una larga fetta della città, da anni.Se, insomma, le parole contano

    , a nostro modesto parere i fatti contano altrettanto, se non di più. La notizia della presa di posizione del presidente dell’ente, Andrea Coppa, ci pare perciò decisamente sbagliata. Il buon Coppa ha infatti più o meno detto così: i tecnici incontreranno i rappresentanti del comitato di cittadini che si lamentano della puzza emanata da Comodepur. Io no, perché il nome scelto è irriguardoso, insultante.Beh, caro Coppa, non ci siamo. In ballo non c’è una discussione da bar tra due amici, e nemmeno una litigata tra ragazzini a scuola. In discussione, qui, c’è il sacrosanto diritto di un pezzo di Como a vivere senza miasmi e odori. Ad aprire le finestre di casa senza ventate nauseanti. E se due amici o un gruppo di ragazzini possono anche arrivare al più classico quanto inutile “non ti parlo più”, lei non può.È vero che “Puzzadepur” è definizione per niente carina ma, d’altra parte, di quello si tratta. Di puzza generata dall’impianto di cui è presidente proprio quell’Andrea Coppa che rifiuta addirittura il colloquio. Come se fosse investito di un potere superiore per sedere – piccolo dettaglio, a pagamento – su quella poltrona.Se di odori nauseabondi si parla, “Puzzadepur” è insomma la definizione giusta. Per quel che può valere, invitiamo perciò con la massima decisione il presidente di Comodepur a un repentino dietrofront. Lui, in quell’incarico, è al servizio della città, compresi quei cittadini arrabbiati per la puzza che ammorba le loro case. Lui, insieme ai tecnici, anzi in prima fila e prima ancora dei tecnici, ha il dovere di ascoltare e di adoperarsi per risolvere i problemi, se ci sono. Fare l’offeso è profondamente sbagliato, non serve. Anzi, ha l’odore – anche questo nauseante – di arroganza di potere. In viale Innocenzo c’è un problema: la puzza che l’impianto di depurazione delle acque genera. Tutto il resto è vuoto, aria fritta, politichese della peggiore specie. Ma c’è anche un problema di modi, di metodo, che ci induce a un consiglio. Anziché ignorare la gente o fare l’offeso, il presidente di Comodepur risolva il problema.E se non ci riesce, o non ha gli strumenti, può sempre dimettersi.

    Giorgio Civati

  • Il Nord Africa tra rivoluzioni e timori di teocrazie islamiche

    Il dariosaurodi Dario CampionePrima la Tunisia, poi l’Egitto. Il Nord Africa è una pentola che ribolle. La rivolta sociale si fa sempre più ampia. I regimi di “finta democrazia” insediati da anni e supportati dall’Occidente soprattutto per paura dell’estremismo islamico non sono più in grado di reggere l’urto della protesta popolare.Siamo di fronte a una nuova “rivoluzione” che segue di oltre mezzo secolo quella panaraba. Nel secondo dopoguerra il Maghreb sciolse le catene colonialiste con il sostanziale appoggio

    dell’opinione pubblica degli stessi Paesi europei che per decenni avevano “occupato” le terre nordafricane. Oggi la paura prende il sopravvento. L’Europa guarda con grandissima preoccupazione a quanto accade nel mondo arabo. Si teme un secondo Iran. Si paventano la nascita e l’affermazione di Stati teocratici che possano diffondere la jihad, la guerra santa dell’islam.L’Egitto (e analogamente la Tunisia) è terra conosciuta, anche dai comaschi. Terra di turismo, di viaggi estivi e di vacanze al mare. Vedere in tv milioni di persone che chiedono riforme, democrazia, nuove classi dirigenti spiazza. Disorienta. Abituati, come siamo, a planare sulle spiagge del Mar Rosso o del Mediterraneo con le ciabatte ai piedi e le canotte sulle spalle, indifferenti a ogni problema che non sia la giusta collocazione in albergo e la possibilità di mangiare “internazionale”. Le cose sono cambiate. La ribellione dei popoli del Maghreb pone domande anche e soprattutto a noi, che in questi anni abbiamo accolto nel nostro Paese decine di migliaia di persone provenienti da quel mondo. Di questo parliamo stasera, in diretta, su Etv a partire dalle 20.30.

  • Il calciatore e la meteorina dicono sì a Blevio

    Oggi al “Casta Diva”Gli orfani della love story tra Clooney e la Canalis possono tirare un sospiro di sollievo. Anche se la storia d’amore più glamour del secolo è miseramente finita con un comunicato stampa, il Lago di Como non ha perso tutto il suo appeal sugli innamorati Vip.Dopo aver ospitato le nozze degli attori americani Emily Blunt e John Krasinski, infatti, questo pomeriggio il lussuoso “Casta Diva Resort” sarà la cornice del sì tra Giampaolo Pazzini, attaccante dell’Inter ed ex di Sampdoria

    e Fiorentina, e Silvia Slitti, ex meteorina del Tg4 e sua fidanzata da quasi 10 anni. Un lungo fidanzamento che questo pomeriggio culminerà in giuste nozze, celebrate con rito religioso all’interno del bellissimo resort sorto nell’area di Villa Roccabruna.La struttura di Blevio, in realtà, non sarebbe stata la prima scelta dalla coppia. Gli sposini avevano pensato a un ricevimento alle Terme di Montecatini, poi scartate secondo i ben informati per un preventivo troppo alto. Dalla struttura toscana precisano di aver chiesto la cifra prevista dal tariffario. Ma quanto hanno speso quindi al “Casta Diva”? Visto il numero degli invitati (300 persone), difficilmente la coppia avrà strappato un ricevimento low cost a Blevio, dove da giorni fervono i preparativi. Un matrimonio, quello di oggi pomeriggio, che tra l’altro non attirerà l’attenzione soltanto degli amanti del gossip, ma di tutti gli appassionati di calcio. Alla cerimonia, infatti, sono stati invitati tutti i giocatori dell’Inter, oltre al presidente nerazzurro Massimo Moratti. E ci saranno pure due noti ex compagni di squadra di Pazzini come Antonio Cassano (nella Sampdoria) e Luca Toni (nella Fiorentina) con rispettive signore.Un neo in questa favola d’amore in realtà c’è ed è l’assenza del viaggio di nozze. Da domenica Pazzini sarà infatti in ritiro pre-campionato. Ritrovo ad Appiano Gentile e poi tutti in albergo Pinzolo. Con mogli al seguito, ma in camere separate.

    Alessandra D’Angiò

  • Il Brasile supera l’Italia per contagi

    (ANSA) – ROMA, 17 MAG – Con 15mila nuovi casi in 24 ore, il numero di contagi in Brasile supera quello di Italia e Spagna e arriva ad un totale di 233.511. Secondo i dati della Johns Hopkins University il Brasile diventa così il quarto paese per numero di contagi, dopo Usa, Russia e Gran Bretagna. Sale inoltre a 15.662 il numero delle vittime.

  • Hong Kong: Wong si dichiarerà colpevole

    (ANSA) – HONG KONG, 23 NOV – Il dissidente per la democrazia a Hong Kong, Joshua Wong, ha annunciato che si dichiarerà colpevole all’apertura del processo per il suo coinvolgimento nelle proteste dello scorso anno, aggiungendo che si aspetta di essere incarcerato. “Non sarà sorpreso se oggi sarò mandato immediatamente in carcere” ha detto ai giornalisti prima dell’udienza. “Continueremo a lottare per la libertà – ha concluso – e ora non è il momento per noi di inchinarci a Pechino e arrenderci”.

  • Hong Kong: Joshua Wong in carcere in attesa della sentenza

    (ANSA) – ROMA, 23 NOV – Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam, tre dei più noti attivisti delle proteste pro-democratiche a Hong Kong nel 2019, sono stati posti in detenzione dalla Corte dell’ex colonia britannica dove sono comparsi oggi in apertura del loro processo dichiarandosi colpevoli. La misura di restrizione della libertà è stata decisa in attesa della sentenza, prevista il 2 dicembre. (ANSA).

  • Gualtieri,al lavoro per indennizzi entro metà novembre

    (ANSA) – ROMA, 25 OTT – “Stiamo lavroando perché” gli indennizzi “arrivino il più presto possibile. Pensiamo che l’Agenzia delle Entrate possa erogare questi contributi già entro metà novembre, forse persino entro l’11 novembre, perché ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato per il vecchio fondo perduto. Quindi tutti quelli che hanno già fatto domanda per questi contributi lo riceveranno in automatico”. Lo ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri al Tg1, spiegando che per chi aveva già fatto domanda in precedenza sarà facile ricevere questi soldi, perché “verranno erogati automaticamente”; mentre “per quelli che non hanno fatto domanda o con fatturato superiore ai 5 milioni di euro che inseriamo ci sarà una domanda da fare e quindi ci sarà qualche settimana in più per avere l’erogazione che comunque sarà entro l’anno”. “Daremo un indennizzo superiore questa volta di quello ricevuto la volta scorsa. Perché sappimao che anche i mesi scorsi sono stati mesi difficili e quindi sarà una quota un po’ superiore a quella dell’altra volta”, ha spiegato il ministro, aggiungendo che le aziende interessate dai ristori “sono molte, sono più di 300 mila, forse 350 mila, tutte le aziende ed esercizi pubblici che sono oggetto delle restrizioni introdotte dal Dpcm”. (ANSA).