(ANSA) – TEL AVIV, 19 MAG – “Una diplomazia del megafono”. Così il ministero degli esteri israeliano ha definito il messaggio di auguri dell’alto rappresentante Ue Josep Borrell per la formazione del nuovo governo israeliano. Un messaggio – ha spiegato – nel quale, tuttavia, non sono “menzionati ancora una volta, la sicurezza di Israele, partner chiave dell’Europa, e le minacce che fronteggia e a cui non viene data la centralità che avrebbero dovuto avere”. Questa diplomazia non è “un sostituto per un dialogo ravvicinato e non farà avanzare il ruolo che la Ue cerca di raggiungere”. Ieri il portavoce di Borrell aveva ribadito che gli stati della Ue, per quanto riguarda le intenzioni di Israele di procedere all’annessione di parti della Cisgiordania sulla scia del piano di pace di Trump, “non riconosceranno alcuna modifica delle frontiere del 1967 se non concordata da israeliani e palestinesi”. “Ci aspettiamo un dialogo significativo con i nostri alleati in Europa”.
Blog
-
Iraq: donna impiccata dai fratelli, stava divorziando
(ANSA) – BEIRUT, 23 NOV – Tre fratelli sono stati arrestati oggi nel Kurdistan iracheno perché hanno ucciso la propria sorella impiccandola nella sua casa. Lo riferiscono media curdo-iracheni. Si tratta, secondo le autorità locali, di un “crimine d’onore” – commesso in un contesto culturale e sociale conservatore e patriarcale – dai familiari della donna, che era in procinto di divorziare dal marito, una decisione considerata “disonorevole” per la famiglia. L’episodio è avvenuto a Kalar, località nel nord-est dell’Iraq al confine con l’Iraq. I tre sono ora in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. In tutta la regione mediorientale il “crimine d’onore” è una pratica molto diffusa. In gran parte degli ordinamenti giuridici dei Paesi dell’area il reato viene punito con pene relativamente lievi, che non superano i tre anni di carcere. (ANSA).
-
Iraq: 7 militari uccisi in agguato a nord di Baghdad
(ANSA) – BEIRUT, 23 NOV – Sette agenti delle forze di sicurezza irachene sono stati uccisi nelle ultime ore a nord di Baghdad in un agguato teso da miliziani che si pensa appartengano al sedicente Stato islamico. Lo riferiscono stamani media di Baghdad, secondo cui il governatore della regione di Salahuddin, a nord della capitale, ha annunciato un lutto ufficiale di tre giorni per le vittime dell’attacco “terroristico”. Questo è avvenuto, secondo le fonti, in una strada di montagna 200 km a nord di Baghdad, nella zona di Monte Makhul. Un ordigno improvvisato è esploso ieri al passaggio di un veicolo. Quando gli agenti sono arrivati sul posto sono stati falcidiati dalle raffiche di fucili automatici dei miliziani. Sei militari sono morti sul colpo, un settimo è deceduto in seguito alle ferite riportate. Non ci sono ancora rivendicazioni ufficiali dell’attacco, che secondo fonti locali è stato compiuto da miliziani dell’Isis. L’organizzazione era stata dichiarata sconfitta in Iraq a dicembre del 2017. Negli ultimi mesi si sono intensificati gli attacchi armati rivendicati o attribuiti all’Isis in varie regioni dell’Iraq. (ANSA).
-
Iran: baci sui tetti, arrestato atleta
(ANSA) – ISTANBUL, 20 MAG – Alcune foto pubblicate sui social in cui bacia una donna sui tetti di Teheran gli sono costate care. Forse anche per la sua notorietà sul web, dove conta 133 mila follower su Instagram, la polizia iraniana lo ha notato, arrestandolo con l’accusa di aver compiuto “atti osceni”. “Siamo contrari al comportamento in violazione delle regole e osceno di quest’uomo e della sua compagna”, ha dichiarato il capo della polizia di Teheran, Hossein Rahimi, citato dall’Isna, assicurando che anche la ragazza “verrà arrestata presto” anche per aver violato il codice di abbigliamento della Repubblica islamica, che permette alle donne di lasciare scoperti solo volto, mani e piedi. L’uomo non è stato identificato ufficialmente, ma sembra essere Alireeza Japalaghy, un atleta star del parkour in Iran, con molto seguito sui social. Disciplina metropolitana che consiste nell’eseguire un percorso estremo o acrobatico, il parkour è molto popolare in alcune zone della capitale
-
Incendio in garage,famiglie salvate con autoscala e evacuate
(ANSA) – RIPE, 23 NOV – A Ripe di Trecastelli (Ancona) nove famiglie evacuate, di cui solo tre rientreranno in casa in serata, a causa di un incendio scoppiato nel garage di una palazzina. Le fiamme sono divampate per cause accidentali da un elettrodomestico poco dopo le 16:30. Il fumo ha subito invaso, attraverso il vano scale, tutto l’edificio, coinvolgendo in parte anche un altro vicino. Per proteggersi dal denso fumo molte delle persone sono state costrette a ripararsi sui balconi: i vigili del fuoco di Senigallia e Ancona li hanno poi messi in salvo con l’autoscala. Per fortuna nessuno è rimasto intossicato o ferito. Sul posto anche i carabinieri e i sanitari del 118. Sei gli appartamenti di fatto al momento inagibili e 13 le persone di sei nuclei famigliari che per ora non potranno rientrare nelle loro abitazioni. (ANSA).
-
In Procura i “libri dell’Usura” in città. Il giudice: «Attività molto intensa»
«No al telefono non parlare Gabro, che fino ad adesso ce la siamo “scappottata”». A parlare è Paolo Barrasso, 59 anni, residente a Como. Dall’altra parte c’è Gabro Panfili, 74 anni di Laglio. Sono due dei tre arrestati nella inchiesta della Procura sul giro di usura in città e in provincia. I due si conoscevano, «cooperavano» come scritto nelle pagine dell’ordinanza, spesso si spartivano anche i clienti e le informazioni sulla solvibilità delle vittime.L’intercettazione riportata all’inizio era dei giorni in cui avevano appreso – da un loro “cliente” chiamato in Procura per raccontare il giro di usura – di una indagine a loro carico. E in effetti i loro nomi erano già sul tavolo del pm, con tanto di promemoria scritti da Bruno De Benedetto (commercialista che con le sue dichiarazioni aveva fatto partire le indagini) con – messe nero su bianco – le cifre ricevute e dovute. Una sorta di “libro dell’usura”, secondo l’accusa, che conteneva tutto. C’era una cartelletta con scritto “Gregorio Usura” (il terzo arrestato), ma anche due con scritto “Usura Gabro” e “Usura Paolo”. Secondo il gip, Barrasso e Panfili «operavano in maniera coordinata», creando una «organizzazione rudimentale per esercitare abusivamente l’attività finanziaria» e una «intensa attività di usura». La base operativa era l’ufficio di Panfili in via Volta, che avrebbe dovuto essere dedicato ad altre attività ma in cui in pratica venivano gestiti i prestiti erogati.Il fine ultimo, secondo l’accusa, non era solo il contante, ma la compravendita di immobili sottratti alle vittime. Il modo di agire era spesso uguale, e si vede in più ipotesi di reato contro Panfili: prestava i soldi a chi ne aveva bisogno. Quando le vittime non riuscivano più a pagare, la casa veniva ipotecata spesso in favore della figlia dell’indagato. Quest’ultimo lasciava l’usurato nell’abitazione, chiedendogli però una sorta di mutuo mensile. Senza però saldargli la differenza tra quanto era il debito e il reale valore della casa, superiore al “buco”. Quando il pm ha chiamato in Procura una delle vittime di questo “gioco”, le risposte sono state sconfortanti: queste condizioni venivano accettate perché in futuro le vittime (che non potevano accedere al credito regolare) avrebbero potuto ancora aver bisogno di contanti.
-
In bocca al lupo a Mondonico, mister nel cuore dei comaschi
Meglio l’ippicadi Paolo Annoni
Emiliano Mondonico, l’allenatore controcorrente che a Como ha lasciato un ottimo ricordo, si avvia a vincere un’altra partita. L’intervento chirurgico al quale si è sottoposto ieri è riuscito e ora il “Mondo” va verso un breve periodo di convalescenza. Si era improvvisamente ritirato dalla panchina dell’Albinoleffe sabato scorso, per motivi di salute. “Emiliano Mondonico – si legge nella nota della società bergamasca – ringrazia tutti i tifosi e gli appassionati che in questi ultimi giorni
gli hanno dimostrato tanto affetto e calore”. E tra questi tifosi personali di Mondonico ci sono anche molti comaschi. Il legame tra il Lario e Mondonico parte del resto da lontano, da prima di quella stagione sulla panchina azzurra, anno 1986-87, chiusa con il nono posto in serie A. Da calciatore, il “Mondo” ha trascorso due stagioni nel Torino, pochi mesi dopo la scomparsa di Gigi Meroni. “Mi cambiavo al suo posto nello spogliatoio – ricordava – portavo i capelli e i calzettoni come lui, così la gente mi prese subito in simpatia”. Il legame tra Como e Mondonico non si è mai chiuso. La sua ultima apparizione al Sinigaglia è stata nel settembre del 2010 per la prima partita benefica a sostegno di Stefano Borgonovo. Il bomber, nel Como di Mondonico, collezionò 18 presenze e due reti. Tra i due pure quell’episodio nel gennaio del 1990, che rimarrà negli annali del calcio. Coppa Italia, il Milan di Sacchi pareggia 1-1 contro l’Atalanta di mister Mondonico grazie a un rigore su Borgonovo all’89°.Il “Borgo” in quell’occasione aveva però raccolto un pallone che si sarebbe dovuto restituire agli atalantini. E l’anno scorso, ricordando quell’episodio, il bomber – ora malato di Sla – ha voluto chiedere scusa a tutta Bergamo.
-
Il ritorno dei superpredatori: sul Lario trovano cibo
Insoliti abitanti – Gli esperti confermano: lupi, grifoni, aquile e linci sui nostri monti scovano gli ungulatiLupi, grifoni, aquile, linci: se davvero fosse confermato il ritorno sul Lario dei superpredatori, la causa di questa inaspettata situazione sarebbe riconducibile alla necessità di cibo, presente in abbondanza sulle nostre montagne sotto le specie di caprioli, cervi e cinghiali.I superpredatori, spiegano infatti gli esperti, iniziarono a sparire dal Comasco nel periodo di massimo sfruttamento del territorio montano, quando diminuiva il numero degli animali selvatici di cui si cibano.Leggi l’articolodiBambaceinCRONACA
-
Il pittore Alberti positivo al Covid racconta la sua esperienza
«Tre settimane fa ho scoperto di essere positivo al Covid-19. Lo stesso ha fatto la mia compagna. Abbiamo trascorso questo tempo percorrendo tutte le fasi della malattia concentrati nello spazio chiuso di casa, spiando le trasformazioni del nostro corpo, facendo esperienza di un tempo assai diverso, ora rarefatto, ora dilatato, ora accelerato dalla febbre che distorce il pensiero».È la testimonianza di Emilio Alberti, pittore e scultore comasco di recente protagonista di una personale a Villa Mainona di Tremezzina, che attende un nuovo tampone per sapere se ha negativizzato il contagio. Domani sul quotidiano l’intervista esclusiva.
-
Il permaloso di “puzzadepur”
L’odore e il presidenteLe parole hanno un peso, un valore. A volte anche più di uno: dipende. Dal tono, dal contesto, dall’interpretazione che a esse si vuole dare. Detto questo, non possiamo negare che “Puzzadepur” sia una definizione forte: certamente ironica, provocatoria, ma forte. Però altrettanto forte è il problema. Anzi, la puzza – perché di questo alla fine si parla – che la Comodepur da viale Innocenzo XI diffonde nei dintorni, in una larga fetta della città, da anni.Se, insomma, le parole contano
, a nostro modesto parere i fatti contano altrettanto, se non di più. La notizia della presa di posizione del presidente dell’ente, Andrea Coppa, ci pare perciò decisamente sbagliata. Il buon Coppa ha infatti più o meno detto così: i tecnici incontreranno i rappresentanti del comitato di cittadini che si lamentano della puzza emanata da Comodepur. Io no, perché il nome scelto è irriguardoso, insultante.Beh, caro Coppa, non ci siamo. In ballo non c’è una discussione da bar tra due amici, e nemmeno una litigata tra ragazzini a scuola. In discussione, qui, c’è il sacrosanto diritto di un pezzo di Como a vivere senza miasmi e odori. Ad aprire le finestre di casa senza ventate nauseanti. E se due amici o un gruppo di ragazzini possono anche arrivare al più classico quanto inutile “non ti parlo più”, lei non può.È vero che “Puzzadepur” è definizione per niente carina ma, d’altra parte, di quello si tratta. Di puzza generata dall’impianto di cui è presidente proprio quell’Andrea Coppa che rifiuta addirittura il colloquio. Come se fosse investito di un potere superiore per sedere – piccolo dettaglio, a pagamento – su quella poltrona.Se di odori nauseabondi si parla, “Puzzadepur” è insomma la definizione giusta. Per quel che può valere, invitiamo perciò con la massima decisione il presidente di Comodepur a un repentino dietrofront. Lui, in quell’incarico, è al servizio della città, compresi quei cittadini arrabbiati per la puzza che ammorba le loro case. Lui, insieme ai tecnici, anzi in prima fila e prima ancora dei tecnici, ha il dovere di ascoltare e di adoperarsi per risolvere i problemi, se ci sono. Fare l’offeso è profondamente sbagliato, non serve. Anzi, ha l’odore – anche questo nauseante – di arroganza di potere. In viale Innocenzo c’è un problema: la puzza che l’impianto di depurazione delle acque genera. Tutto il resto è vuoto, aria fritta, politichese della peggiore specie. Ma c’è anche un problema di modi, di metodo, che ci induce a un consiglio. Anziché ignorare la gente o fare l’offeso, il presidente di Comodepur risolva il problema.E se non ci riesce, o non ha gli strumenti, può sempre dimettersi.
Giorgio Civati