Al Museo Hermann Hesse di Montagnola presso Lugano domenica 19 maggio dalle 11 alle 18 momenti di cultura e buon cibo offerti dal Comune di Collina d’Oro, dalla città di Calw e dalla Fondazione Hermann Hesse Montagnola. È stato allestito un ricco programma per ricordare l’arriv o di Hermann Hesse a Montagnola 100 anni fa. La giornata si apre alle 11 con una lettura musicale, tratta dalle storie di Knulp il vagabondo (a cura della Città di Calw), prosegue con proposte gastronomiche fino alle 15. Parallelamente alle 13 si terrà un concerto di “corni delle alpi”, mentre alcuni documentari verranno proiettati a ciclo continuo. Ingresso gratis al museo per tutta la giornata.
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Domenica sfilata di moda nel chiostro di Sant’Abbondio
Cias in collaborazione con Uninsubria e Confindustria Como presenta la sfilata “Mappe – avventure di creatività femminile” a cura di Francesca Gamba nel chiostro di Sant’Abbondio, domenica 19 maggio alle ore 17. “Mappe” come carte geografiche, itinerari da costruire, tesori da scovare, ma non solo. Nella sua origine latina mappa è lo scampolo, il pezzo di tessuto, il tovagliolo da portarsi con sé. Ricerca, viaggio, idee impresse sulla stoffa, vedute sartoriali. In questa duplice accezione del termine il progetto sfilata intende esplorare l’universo donna attraverso le mappe, girovagare negli “umori” della creatività femminile, alimentandone della nuova, attraverso creazioni in seta. La sfilata ideata da Francesca Gamba della scuola Cias Formazione professionale in collaborazione con Uninsubria e Confindustria Como ed il contributo della scuola Enaip di Cantù, intende raccontare attraverso la realizzazione di abiti abbinati ad acconciature e trucchi, la creatività femminile nelle sue molteplici forme, orientando l’attenzione su due protagoniste donne del passato- la sarta afro americana Rosa Parks – che disse no alla segregazione in Alabama nel 1955 – e la pioniera dell’ecologia e fondatrice dell’ingegneria ambientale Ellen Swallow Richards, prima donna a laurearsi al prestigioso Mit di Cambridge nel 1873, una delle sedi accademiche di ricerca più importanti al mondo. La Seta, uno dei simboli di eccellenza del nostro territorio, è la terza protagonista di questo iter creativo, narratrice di avventure femminili che produce bellezza e veicola contenuti importanti. Portatrice di valori sani, la seta diventa carezza ed antidoto contro gli stereotipi culturali e i pregiudizi, promuovendo l’ecologia nel senso più ampio del termine, che è rispetto dell’ambiente e dell’essere umano. A sfilare dieci ragazze di seta vestite, in cui la pregiata fibra naturale, ricuce con seducente bellezza la storia dell’umanità in chiave femminile, accostando emozionalmente Rosa Parks ad Ellen Swallow Richards. Gli abiti sono progettati e realizzati dalla scuola Cias. I due pantaloni “Oriente” eseguiti dal laboratorio di Rebbio Karalò. La struttura dell’outfit “Baco da seta”, un’opera che unisce moda e design. è su una progettazione dell’Enaip di Cantù. I foulard realizzati in occasione del 150° anniversario sono stati gentilmente concessi dall’Isis Paolo Carcano. In scena gonne a ruota variopinte, dai toni accesi, ispirate AL New look anni Cinquanta, gli anni in cui Rosa Parks si ribellò all’America segregazionista, che recano le impronte di una rivendicata africanità, ne testimoniano le origini, e recuperano il filo della matassa storica.
L’evento è
gratuito. Ad introdurre la sfilata breve monologo di Rosa Parks,
tratto dallo spettacolo “Antigoni” con Olga Bini di Teatro Gruppo
popolare. -
Cunego si svela a “LarioBook”
Evento sportivo di eccezione domenica 19 maggio, nell’ambito della rassegna “LarioBook” a cura di Lorenzo Morandotti. Alle 18 nell’auditorium di “Corriere di Como” ed Espansione Tv in via Sant’Abbondio 4, con ingresso libero fino a esaurimento posti, saranno infatti ospiti l’ex ciclista Damiano Cunego (tre “Lombardia” nel suo palmares) e Tiziano Marino per la presentazione del libro “Purosangue – Il Piccolo Principe, un campione a pane e acqua”, l’autobiografia dell’ex corridore veronese con prefazione di Davide Cassani. Il libro è pubblicato da Baldini+Castoldi.Soprannominato “il Piccolo Principe” e “l’Astore del Montello”, Cunego, che ha vinto anche un Giro d’Italia nel 2004, scrive nella sua autobiografia: «Finché sono stato in sella ce l’ho messa tutta, allenandomi duramente e sempre onestamente. Di certo sono un uomo che può camminare a testa alta e guardarsi allo specchio senza vergogna. Ho dimostrato che si può vincere a pane e acqua. Credetemi, anche se ho vinto “solo” un Giro d’Italia».Dal ricordo di un’infanzia felice passata sui monti veronesi – tra auto veloci, hockey su ghiaccio e corsa campestre – allo sbarco nel ciclismo che conta. Aneddoti, curiosità e foto inedite dell’ex enfant prodige che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità del più grande, Marco Pantani. Cunego ha avuto la sola colpa di voler correre onestamente, pagandone lo scotto sulla propria pelle e ottenendo molto meno rispetto a quanto avrebbe meritato.Un purosangue, Cunego, che ha dimostrato come, negli anni in cui il doping la faceva da padrone, fosse possibile vincere anche a pane e acqua. Presenta l’incontro il giornalista del “Corriere di Como” Massimo Moscardi.
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Concorrente comasco a “La prova del cuoco”
Un giovane comasco originario dello Sri Lanka settimana prossima parteciperà da lunedì a venerdì alle semifinali della gara culinaria in tv condotta da Elisa Isoardi “La Prova del Cuoco”. In lizza la partecipazione alla finale.Il giovane lariano era già stato ospite lo scorso ottobre nella stessa edizione del programma, si chiama Piergiorgio Ronchi, ha 27 anni e abita a San Fermo della Battaglia. In occasione di una precedente puntata aveva portato in scena anche una pietanza tipicamente comasca come i missoltini, agoni lasciati essiccare al sole, utilizzati come ingrediente per il piatto composto e preparato al momento in diretta su RaiUno nella sfida finale della settimana.
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Che passione la bacomania, un filo di seta avvolge il Lario
Il baco risorge come filiera economica grazie a un carnet di eventi sulla gelsibachicoltura al Museo della Seta di via Castelnuovo 9. In occasione del mese della bachicoltura, parte il progetto “#bacomania” che intende valorizzare una memoria storica lariana come la gelsibachicoltura. L’iniziativa si deve a Francesca Paini, presidente della cooperativa sociale “Tikvà”. Dietro ai bachi c’è una serie di memorie storiche legate al lavoro che il progetto intende recuperare cercando di capire quali condizioni ci siano per una ripresa della gelsibachicoltura che di fatto a Como non è mai morta come economia di integrazione.Il carnet prevede un mese di eventi per capire, anche con il censimento di tutti i gelsi lariani con la georeferenziazione, se ha una sostenibilità come fattore di promozione soprattutto in aiuto a economie fragili come imprese agricole e cooperative di inserimento lavorativo dei disabili.Como deve alla seta la sua ricchezza, la sua cultura, il suo paesaggio. Lo deve da secoli, con le alterne fortune che il tempo porta con sé. Le parti più pregiate di questa lavorazione trovano in Como, oggi come sempre, qualità, innovazione ed eccellenza. I segmenti più prettamente agricoli sono invece del tutto scomparsi, a Como come nel resto d’Italia. Eppure la gelsibachicoltura è parte del nostro territorio. I gelsi sono ancora numerosissimi (e spesso misconosciuti) nei campi vicino alla città. Ancora qualche appassionato alleva in casa alcuni esemplari di baco da seta.Il carnet prevede tra l’altro il 22 maggio alle ore 17.30 al Museo della Seta “Gelso: uno di noi! Conoscere e curare una pianta tipica del nostro paesaggio”, incontro con Giandomenico Borelli, dottore agronomo. In collaborazione con Orticolario. E il 29 maggio alla stessa ora e nella stessa sede “Seta: femminile e singolare. Cosmetica, estetica e un pizzico di curiosità”, incontro conviviale con Amelia Cairoli, Ornella Gambarotto, Giada Mieli e Lucia Mantero. Danzerà negli spazi del museo, Beatrice Carbone, ballerina solista del Teatro alla Scala di Milano.Inoltre ogni settimana alcuni chef della città, che fanno capo all’Associazione provinciale cuochi, proporranno ai clienti piatti a base di gelso pensati per “#bacomania”.Grande festa l’8 giugno alle ore 15 nel giardino del museo con giochi e laboratori per bambini. Per aggiornamenti seguite la pagina Facebook “Bacomania”.
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Casellati: «A Como non si cede mai. C’è la forza di tradizione e innovazione». La presidente del Senato in visita in città
«Como è davvero uno scrigno d’arte e un punto di riferimento del turismo nazionale e internazionale». Queste alcune delle parole usate dal presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati per descrivere la città di Como. La visita istituzionale sul Lario della seconda carica dello Stato è iniziata oggi alla Camera di Commercio, dove la presidente ha incontrato il sindaco Mario Landriscina, il presidente della Fondazione Alessandro Volta, Luca Levrini e i vertici dell’ente di via Parini, di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e dell’Ordine degli Architetti.«Como – ha detto ancora la presidente del Senato – è la dimostrazione del saper fare. La forza della tradizione, ma anche dell’inventiva, della modernità e dell’innovazione. Qui non si molla mai, perché la vostra gente è gente che ha imparato a rimboccarsi le maniche e a non cedere alle difficoltà».La presidente ha poi incontrato all’Hotel Vista di Piazza Cavour, Benedetto Madonia e Claudio Ramaccini del Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco e ha poi preso parte all’evento “Da Galileo Galilei allo sbarco sulla luna” al Teatro Sociale.
L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola venerdì 17 maggio
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Campione, invendute le due ville che il Comune voleva cedere
Naufraga, almeno per il momento, l’ipotesi di mettere nelle casse del Comune di Campione d’Italia un paio di milioni di euro con la vendita all’asta di due immobili di pregio. L’incanto per la cessione al migliore offerente di una villa a Bordighera, sulla riviera di ponente, e di una lussuosa villa con piscina in paese, in via Marco da Campione, è andato deserto. Nessuna offerta.E presa d’atto del passaggio a vuoto pubblicata martedì scorso sul sito Internet del municipio, sul quale è apparsa la determina – controfirmata dal segretario generale Lucia Amato – con cui si dava conto appunto dell’assenza di offerte. I due immobili erano stati messi all’asta per cifre considerevoli. La villa di Bordighera era stata valutata 780mila euro, mentre la villa campionese addirittura 1,69 milioni di franchi svizzeri. Il commissario prefettizio Giorgio Zanzi aveva avviato le procedure di vendita già nel novembre dello scorso anno.La speranza era di trovare acquirenti, anche per dare una boccata d’ossigeno ai conti disastrati del Comune. Ma il mercato immobiliare, soprattutto quello legato alle vendite all’asta, non si è fatto intenerire. E le due ville sono così rimaste senza compratori interessati.
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Campione, i residenti chiedono lo stato di calamità. E il municipio si oppone al fallimento che non c’è
Un paese allo stremo, dove i residenti chiedono ai rappresentanti del governo di valutare la proclamazione dello «stato di calamità». Perché il fallimento dell’unica impresa che dava lavoro a tutti è paragonabile a un cataclisma. Ma anche un paese in cui la burocrazia, cieca, gioca una partita irrazionale. Tentando di opporsi a un fallimento che, per ora, non c’è. Campione d’Italia sta conoscendo la sua stagione più inverosimile. Tutti ne sono consapevoli. Anche se nessuno trova (o vuole trovare) una via d’uscita.Con la certezza di non poter eleggere un sindaco – nessuno si è candidato alle elezioni del 26 maggio – e senza bilancio preventivo da due anni, il Comune si trova costretto, suo malgrado, a compiere alcuni passi formali che sanno di beffa. L’ultimo è l’opposizione allo stato passivo della società di gestione della casa da gioco. Un atto già compiuto dal commissario liquidatore Angela Pagano per la parte relativa ai crediti vantati sino al 2017 e ora ribadito, per ciò che riguarda il 2018, dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi.Sicuramente si tratta di una procedura dovuta e necessaria, ma la delibera pubblicata ieri sul sito del municipio somiglia tanto a un manifesto surrealista. Il Comune chiede ai curatori fallimentari decine di milioni di euro – oltre 80, se il calcolo non è sbagliato – e questi rispondono garantendo al privilegio soltanto 30mila euro. Inevitabile il ricorso, affidato a un avvocato comasco per una parcella di 18mila euro.Surreale perché il fallimento, per ora, è congelato in attesa della Cassazione (che per decidere impiegherà uno o due anni). E perché chiedere vagonate di milioni è come pretendere la luna.Nel frattempo, da 15 mesi i dipendenti del Comune lavorano senza stipendio. La gente non sa più come andare avanti. E invoca lo stato di calamità. Per sopravvivere.
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Artigiani comaschi in Canton Ticino, numeri in crescita
Torna a crescere, in Canton Ticino, il cosiddetto “lavoro notificato”, ovvero l’impiego di manodopera straniera – in prevalenza artigiana – nei cantieri e nelle singole attività d’impresa. La conferma arriva dall’Ufficio di Statistica di Bellinzona (Ustat), che ieri ha pubblicato il report completo sul mercato del lavoro ticinese.Alcune di queste cifre sono state anticipate ieri dal Corriere del Ticino. In particolare, quelle relative ai “padroncini”, con l’obiettivo di dimostrare che l’abolizione della Lia – la legge che aveva istituito l’obbligo di iscrizione a un albo per le aziende artigiane – ha causato un ritorno massiccio delle piccole imprese italiane nel mercato del lavoro ticinese.Nel primo trimestre di quest’anno, le persone notificate alle autorità del Cantone sono state 9.048, ovvero 551 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In percentuale, si tratta di una crescita del 6,5%. Tra i veri e propri “padroncini”, ovvero i «prestatori di servizio indipendenti», l’aumento percentuale è stato più elevato: 20,1%, anche se i numeri assoluti testimoniano una situazione del tutto gestibile: 1.232 notifiche nel primo trimestre del 2019 a fronte delle 1.026 dello stesso periodo del 2018.Che il dato non sia così straordinario – non tale, almeno, da alimentare allarmismi e riaccendere una discussione sull’efficacia della Lia – lo dimostrano anche i numeri delle giornate di lavoro notificate: 150.250 tra gennaio e marzo del 2019 contro le 144.481 del primo trimestre del 2018.Un aumento del 4% (in cifra assoluta 5.769), inferiore quindi a quello delle singole persone impiegate.Come leggere, allora, i dati provenienti da Bellinzona? Secondo Roberto Galli, presidente di Confartigianato Como, «in questi ultimi mesi c’è stata sicuramente una maggiore domanda di imprese artigiane italiane nel mercato del lavoro svizzero. Per noi è ovviamente una situazione positiva, qualcosa che segna una ripresa di attenzione, non tale però da risolvere i problemi della nostra economia».Insomma, dice Galli, il Ticino si «mantiene fattore importante per la crescita delle aziende delle province di confine, ma da solo non fronteggia la crisi che scuote il nostro tessuto economico ormai da troppo tempo».L’analisi di Enzo Fantinato, responsabile dello sportello svizzero della Cna di Como, è più articolata. «Di certo – dice – si è riaperto per le nostre aziende il mercato oltrefrontiera, dove però i controlli si sono fatti più severi».Fantinato racconta di una segnalazione della polizia all’ispettorato del lavoro ticinese per un furgone di una ditta comasca che sabato scorso ha fatto una consegna ad Agno.«Ciò che si può dire – prosegue il funzionario della Cna lariana – è che non siamo comunque tornati ai tempi pre-Lia, anche perché paradossalmente l’introduzione dell’albo è servita a far capire agli italiani di avere un maggiore potere di contrattazione. Oggi i nostri migliori artigiani si fanno pagare di più».A proposito dei numeri in crescita, Fantinato spiega che «sono inevitabili. Da oltre 4mila aziende attive, in un modo o nell’altro in Ticino, eravamo arrivati a 180 iscritte all’albo della Lia». Albo di cui si discuterà il 29 maggio prossimo, a Berna, nel bilaterale Italia-Svizzera che ha all’ordine del giorno il rimborso delle iscrizioni pagate dagli artigiani italiani.
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All’Officina della Musica “Heimat”, il ritorno dei mitici “Delta V”
L’Officina della Musica, in collaborazione con Alta Fedeltà Como, porta in città, sabato 18 maggio alle 21, una tra le band elettropop più seguite d’Italia negli anni a cavallo tra i ’90 e i 2000, i Delta V (nella foto), per un imperdibile showcase del nuovo album Heimat. Svariate collaborazioni con tanti big della musica italiana, una ricca discografia e centinaia di concerti passati per palchi nobili, ne fanno una delle realtà più interessanti anche del panorama attuale. Con loro in concerto ci sarà anche Garbo: «Lo conosciamo da tempo – racconta Carlo Bertotti dei Delta V – con lui abbiamo collaborato ai tempi di Psychobeat e negli anni abbiamo mantenuto forte un rapporto di amicizia e stima reciproca. Non sta a noi ribadire quanto sia stato importante per la formazione di un certo tipo di musica qui in Italia. Possiamo solo dire che l’attualità, l’eleganza e la coerenza di alcuni suoi brani rimangono episodi inarrivabili per stile e contemporaneità. Con lui suoneremo Vorrei regnare e Quanti anni hai. Il loro album di debutto Spazio è uscito nel 1998, e nei loro circa dieci anni di attività hanno realizzato altri 4 dischi fino al 2006. Nelle varie tracklist anche cover di successo come Se telefonando, Un’estate fa e Ritornerai. Il gruppo negli anni si è avvalso sempre di voci femminili diverse che hanno aderito al progetto musicale. L’ultima arrivata, dallo scorso anno, è Martina Albertini che ha partecipato al nuovo lavoro. Nelle dichiarazioni della band appare la volontà di battezzare questa nuova stagione della loro musica con un impianto differente rispetto ai primi album: l’esigenza diventa l’uso della parola, i suoi significati anche “politici”, i panorami contemporanei, il potente realismo dei testi e la voce unica di Martina.