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  • Lombardia, conto alla rovescia:  duello annunciato fra Nibali e l’iridato Valverde

    Lombardia, conto alla rovescia: duello annunciato fra Nibali e l’iridato Valverde

    Il Giro di Lombardia, che andrà in scena il prossimo 13 ottobre con conclusione a Como, sarà la prima uscita ufficiale del campione del mondo di ciclismo Alejandro Valverde. L’iridato di Innsbruck lo ha confermato subito dopo la vittoria iridata in conferenza stampa. La gara tra Bergamo e Como peraltro, con il suo finale, appare decisamente nelle corde dell’iberico.Ovviamente la certezza ci sarà solo con l’elenco iscritti definitivo, ma è facile pensare a un Valverde in corsa a battagliare con i grandi pedale, a partire da Vincenzo Nibali, vincitore a Como nel 2015 e nel 2017. Del resto da sempre il “Lombardia” è considerato la rivincita del Mondiale.Al via anche il Professionista comasco Davide Ballerini, portacolori del team Androni-Sidermec, che è in un ottimo momento di forma. Pochi giorni fa ha infatti vinto il Trofeo Pantani a Cesenatico e il Trofeo Matteotti. Nella prossima stagione Ballerini passerà in una squadra top come il Team Astana.Ma al “Lombardia” potrebbe essere un protagonista, come spiega il suo attuale team manager Gianni Savio. «Ballerini ha talento, per forza di cose conosce bene le strade del “Lombardia” ed è in grande forma – afferma – Tutti elementi che contano, soprattutto in una gara così difficile che arriva alla fine della stagione».Non mancheranno una serie di manifestazioni collaterali alla gara. La più importante sarà la consegna del Premio Vincenzo Torriani, che sarà alle 18.30 del 13 ottobre allo Yacht Club di Como.Come da tradizione i riconoscimenti – i nomi saranno comunicati domani in una conferenza stampa – andranno a un campione del pedale, a un imprenditore vicino al ciclismo e a un giornalista.Una cerimonia che ricorda lo storico patròn del Giro d’Italia e delle più importanti corse italiane, compreso lo stesso “Lombardia”: fu proprio Torriani a decidere di far passare la corsa dal terribile Muro di Sormano all’inizio degli anni ‘60.Il grande evento ciclistico si avvicina e sarà uno dei grandi eventi di un autunno caldissimo, per gli appassionati di sport comaschi. Il giorno dopo la gara dei professionisti ci sarà l’omonima Gran Fondo, mentre la settimana successiva andranno in scena il Rally Aci Como-Etv (19 e 20 ottobre) e la Centomiglia del Lario di motonautica (20 e 21 ottobre).Anche il prossimo weekend presenta momenti di sport importanti: sabato nel primo bacino del lago si svolge il Trofeo Villa d’Este di canottaggio (stamattina la presentazione alla Lario), mentre domenica, per tornare al ciclismo, ci sarà il Piccolo Giro di Lombardia per la categoria Elite-Under 23, con partenza e arrivo ad Oggiono.In totale i concorrenti dovranno percorrere 174,7 chilometri, disegnati tra le province di Lecco, Como, Monza Brianza e Bergamo.I protagonisti del “Lombardia baby” affronteranno le salite di Bevera, Sirtori, Madonna del Ghisallo (quota 754, tetto della competizione). Nel finale saranno decisivi i passaggi sul Colle Brianza (si salirà fino a quota 588) e a Marconaga di Ello. L’arrivo è previsto attorno alle 16.

  • L’omaggio del Como di ieri a Clemente Porro

    L’omaggio del Como di ieri a Clemente Porro

    Il Calcio Como di ieri si è riunito per l’ultimo saluto a Clemente Porro, imprenditore del settore dei trasporti e storico dirigente della società lariana, scomparso domenica all’età di 90 anni. Ex dirigenti, collaboratori e giocatori della società lariana hanno partecipato alla cerimonia nella basilica del Crocifisso e si sono stretti ai figli, tra cui Pietro, presidente della società lariana in anni recenti.Clemente Porro ha legato la sua storia di dirigente sportivo agli anni più belli del Como. Fu infatti a fianco di Benito Gattei negli anni ’80, quando gli azzurri disputarono ben cinque stagioni in serie A e per il Sinigaglia passarono giocatori del calibro di Diego Armando Maradona, Michel Platini e Zico. La sua entrata nel consiglio fu nella stagione 1983-1984.Ma non solo. Dopo la scelta di Benito Gattei di passare la mano, lo stesso Porro decise di rimanere nel club e supportò Mario Beretta: assieme nel 1997 festeggiarono la vittoria della Coppa Italia di serie C prima dell’avvento di Enrico Preziosi. Di fatto il più importante successo del club lariano della sua storia sportiva.Clemente Porro è sempre rimasto un tifoso e appassionato del Como, prima della lunga malattia che l’ha colpito. «Spero che, se esiste, trovi in un altro mondo la serenità che negli ultimi anni gli è mancata per la sua infermità», ha scritto il figlio Pietro nel dare la notizia della scomparsa del padre.Alla cerimonia funebre il Como 1907 era rappresentato da Livio Prada con il gonfalone della società listato a lutto. Poi, come detto, c’erano alcuni giocatori, a partire da Giancarlo Centi, capitano degli azzurri nella serie A degli anni ’80, oltre a Roberto Galia e a Silvano Fontolan.Numerosi anche gli ex dirigenti, come Fabio Ferretti – che con Porro collaborò nella fase di Mario Beretta – il vicepresidente dell’epoca Eugenio Roncoroni; e poi Mario Priante, Aldo Lupi, Paolo Zerboni, Sergio Sallusti, Renato Pozzi, il medico Francesco Floris, i collaboratori del club come Emanuela Aliverti, Claudio Maspero e Carlo Corti.Nato a Como il 15 ottobre del 1928, Clemente Porro, oltre a essere stato un dirigente azzurro in anni importanti del club, è stato anche un apprezzato imprenditore nel settore dei trasporti. negli anni ’80 fu anche presidente dell’Alsea, Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori.

  • L’omaggio a Donzelli, il marianese che disegnò la “Graziella”

    L’omaggio a Donzelli, il marianese che disegnò la “Graziella”

    Presentato a Palazzo Pirelli il progetto ‘Rinaldo Donzelli: il Design Made in Italy’ che propone una serie di iniziative finalizzate a far conoscere e valorizzare le opere dell’artista che invento’ nel 1964 la bicicletta ‘Graziella’.

    Progettata da Donzelli nella ‘sua’ Mariano Comense (Co), la venne assemblata nelle officine della Teodoro Carnielli di Vittorio Veneto e rivoluziono’ il mondo delle due ruote. Alla conferenza stampa sono intervenuti il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese Fabrizio Sala, Eleonora Frigerio, presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro, Giovanni Marchisio, sindaco di Mariano Comense, la figlia del designer, Elena Donzelli, Massimo Farinatti, Vice Presidente ADI Lombardia, Luciano Galimberti, Presidente ADI e Alessia Galimberti, Art Director Progetto ‘Rinaldo Donzelli: il Design Made in Italy’.

    SIMBOLO DEGLI ANNI SESSANTA –“La ‘Graziella’ – ha commentato il vicepresidente Sala evoca la bellezza dei momenti dell’infanzia e dell’adolescenza, e’ un oggetto di alto design, attualissimo anche ora, e rappresenta una delle icone del ‘boom economico’ italiano degli Anni Sessanta”.

    IMPRESE LOMBARDE E CREATIVITA’-“La capacita’ di inventare, la creatività – ha chiosato il vicepresidente Sala – e’ nel Dna degli imprenditori lombardi: nella nostra regione su 10 milioni di abitanti contiamo più di 800.000 imprese di piccole e medie dimensioni che, proprio per questo, sono molto agili nell’adeguarsi ai mutamenti del mercato mantenendo alta la loro competitività”.

    “Abbiamo bisogno di aprirci al mondo – ha continuato Fabrizio Sala – e per questo abbiamo investito sulla internazionalizzazione oltre 40 milioni di euro e nel prossimo anno e mezzo accompagneremo le imprese in giro per il mondo”.

    LA MOSTRA RETROSPETTIVA A MARIANO COMENSE –Tra gli eventi che caratterizzano il progetto anche una mostra retrospettiva su Donzelli che sara’ ospitata dal 1 dicembre a Villa Sormani, in via Montebello a Mariano Comense. L’itinerario propone pittura, grafica, design e tecnologia Made in Italy, in un percorso tra le creazioni del marianese che si sono distinte in un panorama internazionale.

    IL ‘GRAZIELLA DAY’ –Il 28 ottobre e’ in programma il ‘Graziella Day’, un raduno non competitivo tra le vie della Brianza, che sara’ percorso in bicicletta attraversando il Parco della Valle del Lambro, partendo dal Comune di Mariano Comense per arrivare al Parco di Monza. “Un evento che fonde design, storia e cultura ma anche natura e sport” ha commentato Eleonora Frigerio, che oltre ad essere presidente del Parco Valle Lambro e’ anche assessore al bilancio e alle attività produttive del comune di Carate Brianza.

    “La ‘Graziella’ – ha proseguito la presidente – era la bicicletta con cui si diventava grandi. Oggi, grazie anche a iniziative come questa, riaffermiamo il concetto di mobilita’

    dolce che consente di apprezzare il fascino e la bellezza dei nostri territori”.

    Nel corso dell’evento e’ stato promosso da Adi, l’Associazione per il disegno industriale, un concorso rivolto ad architetti emergenti per ridisegnare la bicicletta del futuro.

  • L’Olimpia Milano vince il derby: per Cantù è il quinto stop consecutivo

    L’Olimpia Milano vince il derby: per Cantù è il quinto stop consecutivo

    Pronostico rispettato a Desio. Per la Pallacanestro Cantù, per la prima volta in versione Acqua S.Bernardo, è arrivata la sconfitta interna con l’Olimpia Milano, formazione che finora ha conquistato tutti gli incontri disputati. I brianzoli sono stati in partita per tre quarti di gioco, poi nell’ultima frazione sono caduti sotto i colpi di Milano. Per gli uomini di coach Evgeny Pashutin è la quinta sconfitta consecutiva: 74-101 il finale per gli ospiti di coach Simone Pianigiani.

    Alla fine Pashutin non ha nascosto la sua delusione. «Come contro Pesaro, nell’ultimo quarto ci siamo smarriti, subendo i canestri degli avversari senza reagire; non abbiamo più difeso. La riposta a questa partita sono proprio i 37 punti presi negli ultimi dieci minuti. La difesa non è stata accettabile. È una mia responsabilità far capire questo alla squadra. Abbiamo giocato male, sopratutto alla fine. Ho detto ai miei giocatori che devono reagire, così non va. Dobbiamo ringraziare i tifosi per il supporto e perché sono sempre qui per proteggerci. Ho visto l’arena piena e questo l’ho apprezzato davvero tanto. Però loro hanno bisogno di vedere in campo dei guerrieri, dei giocatori che reagiscono, e noi stasera non lo abbiamo fatto. Prima serve la testa e poi le gambe. Se non c’è la testa, è inutile avere il fisico, senza quella non si va da nessuna parte».

    «Nella squadra ci sono troppe individualità, bisogna anche difendere – ha aggiunto il tecnico russo – Il gruppo ha bisogno di più disciplina. Questi “up and down” non vanno bene. Cosa che certo non manca a Milano, dove ognuno  sa esattamente cosa deve fare. Quando si perde, si perde. Ma ogni volta che succede poi, bisogna essere in grado di reagire. Senza dubbio la prossima volta dobbiamo cercare di risollevarci. Bisogna giocare da squadra».

  • Locatelli: «Ora linea dura su San Francesco. Parte l’igienizzazione»

    Locatelli: «Ora linea dura su San Francesco. Parte l’igienizzazione»

    Confesercenti aveva inviato una lettera-denuncia al sindaco e al prefetto

    I senzatetto che dormono ormai da mesi sotto il portico dell’ex chiesa di San Francesco, ma pure davanti alla porta del Tribunale di Como, dovrebbero presto lasciare i loro giacigli improvvisati. Quantomeno nelle intenzioni del vicesindaco e parlamentare leghista, Alessandra Locatelli.

    Ieri anche Confesercenti Como aveva inviato una lettera-denuncia al sindaco Mario Landriscina e al prefetto Ignazio Coccia per chiedere un intervento immediato su una situazione giudicata non più sostenibile per i residenti, per i commercianti e per i clienti del mercato, sia di quello coperto e sia di quello sotto le mura. Nell’ambito della Fiera di Sant’Abbondio, tra l’altro, una parte delle attrazioni è prevista proprio sotto le mura, a pochi metri da San Francesco e dal degrado.

    Dopo la chiusura del servizio “Emergenza freddo” al Centro Cardinal Ferrari, lo scorso 28 aprile, gli ex ospiti avevano iniziato a dormire sotto il portico di San Francesco, chiesa sconsacrata oggi Spazio Antonio Ratti, un luogo dedicato al grande imprenditore serico, pensato per mostre ed eventi e non certo per diventare un dormitorio.

    «Siamo per la linea rigida, anche rigidissima sul decoro urbano – spiega il vicesindaco Alessandra Locatelli – E posso garantire che la situazione verrà messa a posto».La parlamentare leghista spiega poi come la situazione sia sotto la lente del Comune da tempo.«Abbiamo cercato in ogni modo di evitare lo sgombero forzato per non creare un clima di tensione – aggiunge il vicesindaco – Da tempo abbiamo preso accordi con le associazioni che si occupano dell’accoglienza in città. I volontari si stanno adoperando per scoraggiare queste persone a rimanere. Lì comunque non possono stare».

    No allo sgombero forzato, quindi, ma quali armi può mettere in campo dunque il Comune di Como per risolvere la situazione?«Innanzitutto abbiamo in programma una serie di interventi di igienizzazione dell’area – spiega Alessandra Locatelli – l’accordo con le forze dell’ordine è che vengano identificati ogni volta tutti i soggetti presenti. In caso si tratti di persone che hanno commesso reati l’intervento è immediato».

    Tra San Francesco e il Tribunale vi sarebbe anche un’intera famiglia. Le aiuole fino a piazza Vittoria vengono utilizzate come latrine. Alcuni degli ospiti del dormitorio improvvisato fanno inoltre abuso di alcol.«Abbiamo ben presente la situazione – conclude il vicesindaco – a iniziare dalle carenze igieniche, e per questo stiamo intervenendo. Credo sia stato messo in campo ogni mezzo per risolvere la situazione nel modo più civile possibile, senza creare altre tensioni».

  • Locarno celebra Chia con una grande mostra

    Locarno celebra Chia con una grande mostra

    Locarno punta sulla Transavanguardia italiana. Al pittore Sandro Chia (nella foto una sua opera) verrà dedicata una grande mostra dal 9 settembre al 6 gennaio alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca, a cura di Rudy Chiappini, critico che fu artefice delle grandi mostre di Lugano negli anni Novanta. Sandro Chia è uno degli interpreti più significativi della cultura artistica contemporanea, la cui produzione è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. L’esposizione rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in Svizzera, un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.

  • Lo storico piroscafo comasco “Patria” cerca un gestore: servono 300mila euro

    Lo storico piroscafo comasco “Patria” cerca un gestore: servono 300mila euro

    Nemmeno la gestione del Patria sfugge alla tagliola del bando pubblico.

    Il piroscafo, che per anni è stato al centro di una battaglia politica condotta dall’allora presidente della Provincia Leonardo Carioni, cerca una nuova casa.

    O meglio, cerca qualcuno che voglia prendersene carico. E che per fare questo sia disposto a spendere 25mila euro l’anno, oltre che rivestirlo e arredarlo di sana pianta.

    Ecco quindi il bando pubblicato ieri da Villa Saporiti che suona un po’ come una speranza. La speranza che qualcuno, un “privato”, si faccia avanti per completare il restauro dello storico piroscafo e provveda letteralmente a tenerlo a galla: ormeggiato sì davanti a Villa Olmo ma pronto a navigare nuovamente le acque del Lago di Como.

    La durata della concessione prevista dalla Provincia è di 12 anni, motivo per cui chi volesse tentare la gestione del Patria dovrebbe mettere in preventivo una spesa minima di 300mila euro. Tuttavia, come detto, il futuro gestore dovrà anche farsi carico di manutenzioni, revisioni e allestimenti interni. Un conto che potrebbe essere salatissimo.

    La cosa che fa riflettere (e propendere qualcuno per un esito non favorevole del bando) è però un’altra: il futuro gestore, oltre ad avere le necessarie autorizzazioni “navali”, dovrà portare sul Patria anche un equipaggio completo: un capitano, un macchinista autorizzato, un timoniere, un fuochista abilitato e due marinai o allievi marinai.

    La nuova vita del piroscafo costruito 94 anni fa è tutta un punto interrogativo. Una domanda che troverà risposta (forse) il 19 ottobre.

  • “Lo sport non è un’isola”. Il libro del Panathlon nel ricordo di Antonio Spallino

    “Lo sport non è un’isola”. Il libro del Panathlon nel ricordo di Antonio Spallino

    Ad un anno dalla scomparsa di Antonio Spallino, morto il 28 settembre del 2017, il Panahlon di Como pubblica un libro a lui dedicato, che sarà presentato lunedì 24 settembre in biblioteca a Como alle ore 21. Saranno presenti illustri ospiti, come Irene Camber. amica di Spallino e oro alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952, e rappresentanti delle istituzioni, sportive e non solo.

    “Lo sport non è un’isola” è stato curato da Monica Molteni ed edito dal Panathlon Como. Oggi la presentazione del progetto, con l’attuale presidente del club, Achille Mojoli e i suoi predecessori Renata Soliani e Claudio Pecci. L’opera non è una biografia, e si sofferma soprattutto sul ruolo di Antonio Spallino nello sport e in particolare nel Panathlon, di cui fu presidente mondiale  tra il 1988 e il 1996. Sono presenti testimonianze, interviste, foto e immagini ad acquarello della pittrice Anna Castiglioni.  Tra gli interventi, quello di Giancarlo Bergamini. classe 1926, compagni di squadra di Spallino  a Melbourne, quando la squadra azzurra di scherma vinse l’oro olimpico. Ovviamente non mancano cenni anche al ruolo di politico, di sindaco di Como e di uomo di cultura.

    “La figura  di Spallino non ha paragoni – ha detto Mojoli – ed è stata centrale nella storia del Panathlon. Con questa opera lo vogliamo ricordare attraverso i valori etico-culturali che aveva appreso dallo sport e che ci ha lasciato. Valori che intendiamo tramandare a una società come quella moderna, poco propensa alla memoria”.

    “All’inizio il Panathlon era quasi un circolo chiuso di ex sportivi che si ritrovavano e ricordavano i loro trascorsi – ha ricordato Claudio Pecci – Con Spallino c’è stata una svolta epocale: il nostro è diventato a tutti gli effetti un club di servizio, legato al territorio, che ha iniziato a diffondere i suoi valori e i suoi progetti educativi, nelle scuole e nelle società. La sua visione è stata soddisfatta, una rivoluzione non semplice che continua a dare i suoi frutti”.  Di questo, dunque, si parla soprattutto nel libro, di una vita dettata, in ogni campo, dalla filosofia dell’olimpismo, che lo ha sempre guidato.

    Il libro sarà messo in vendita al pubblico al costo di 25 euro, anche se, per la serata di lunedì in biblioteca, è intenzione degli organizzatori fare una promozione a prezzo scontato.

  • Lo specchio e le brame

    Lo specchio e le brame

    L’autocelebrazione è sempre un segnale di debolezza. Come recita il proverbio, chi si loda s’imbroda. Una lezione di saggezza popolare che, in tutta evidenza, non è presa in grande considerazione dalle parti della Città dei Balocchi. Nulla di grave. Ciascuno guarda sé stesso nello specchio delle proprie brame. E ha il diritto di giudicarsi come meglio crede. Tuttavia, poiché non siamo nel mondo delle favole, è data agli altri la possibilità di vedere le cose in modo diverso. Senza per questo dover temere di ritrovarsi sulla tavola un cesto di mele avvelenate dalla strega cattiva. Uscendo dalla metafora, la conferenza stampa di ieri mattina è servita agli organizzatori per darsi 10 in pagella. E per ripetere il mantra della manifestazione più bella del mondo. Tutto già visto. Tutto già sentito. Peccato, perché approfittando delle 10 domande formulate dalCorriere di Comogli stessi organizzatori e il Comune avrebbero potuto da un lato spezzare la catena che li tiene avvinghiati a un clichè ormai stantio, e dall’altro lato fare chiarezza su alcuni punti essenziali. Il primo dei quali riguarda il bilancio della manifestazione. Pensando forse di avere di fronte degli sprovveduti, il patron della Città dei Balocchi ha pensato di risolvere la questione facendo coincidere il bilancio della kermesse con quello del consorzio che materialmente mette in piedi ogni anno la baracca. Un clamoroso autogol. Che dimostra quanto necessario sia il bisogno di trasparenza attorno alla Città dei Balocchi. L’evento è una cosa. L’organizzatore un’altra. Se l’evento produce una barca di quattrini, non si può sostenere che gli stessi pareggino in un altro bilancio. È proprio questo che contestiamo. A conti fatti, per le sole casette l’incasso dovrebbe aggirarsi attorno ai 400mila euro. Ci sono poi gli sponsor, i contributi e tutto il resto. Vorremmo credere alla storiella dei bilanci in pareggio, ma prima ci piacerebbe dare un’occhiata alle fatture. A proposito delle quali abbiamo chiesto di conoscere il nome del revisore che ne certificherà la corretta elencazione (da quest’anno sono elettroniche, i problemi dovrebbero essere in parte risolti). Anche qui, la risposta alla nostra domanda è stata vaga e sfuggente. Oltre che imprecisa. Il rimando alla Camera di Commercio non ha alcun senso, dato che l’ente di via Parini non certifica un bel niente, si limita a fare da deposito dei documenti contabili delle aziende. No, la questione resta interamente irrisolta. Tra due mesi leggeremo questo bilancio e capiremo se sarà stato scritto, così come richiesto dal bando di gara, in modo analitico ed esaustivo. Nessuna risposta è arrivata nemmeno alla domanda sui criteri di scelta dei commercianti cui affittare le casette. Non è una questione da poco. Perché il mercatino di Natale è diventato ormai da qualche anno una kasbah in cui si vendono più caciocavalli e soppressate di presepi e palle di neve. Si dirà: piace a moltissimi ed è affollatissimo. Vero. Ma non a tutti. Infine, i numeri. I milioni di passaggi e le decine di milioni di indotto. Curioso il fatto che gli organizzatori, dopo le nostre critiche, abbiano ammesso di non poter confondere i passaggi con i visitatori. Anche se subito dopo, per calcolare l’indotto, hanno moltiplicato proprio ciascun passaggio per la potenziale spesa pro capite, tornando a fare confusione. Il fatto è che lo specchio delle brame reclamava un numero tonitruante e 25 milioni di euro suonava in modo quasi unico.

  • Lo sfogo dell’Alebbio dopo l’ennesimo atto vandalico alla palestra di via Giussani

    Lo sfogo dell’Alebbio dopo l’ennesimo atto vandalico alla palestra di via Giussani

    La denuncia è arrivata direttamente sulla pagina Facebook della società sportiva, l’Us Alebbio 1954. Una foto immortala il parquet della palestra delle scuole elementari di via Giussani rovinato spruzzando sopra il contenuto degli estintori. Un commento si sovrappone però all’immagine: «Dei vandali sono entrati nella nostra palestra e ci hanno rovinato il parquet con la polvere di un estintore. Volevamo far loro sapere che non sarà un estintore a spegnere la nostra passione». Con in alto la firma “Alebbio”.

    L’incursione riporta all’attenzione non tanto (o non solo) il parquet rovinato ma l’intera scuola che già in passato aveva ricevuto – nel corso della notte – visite poco gradite. L’incursione nello stabile di via Giussani sarebbe avvenuta già da qualche giorno anche se è stata resa nota solo grazie alla foto pubblicata su Facebook.

    Pare tra l’altro che nel corso dell’incursione notturna i vandali se la siano presa anche con una macchinetta del caffè e con altri utensili. Lo stabile non è però dotato di allarme e soprattutto di videocamere consultabili in casi come questi.