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  • Paolo e Benedetto, Giovio illustri in Pinacoteca

    Paolo e Benedetto, Giovio illustri in Pinacoteca

    Cominciano questa settimana gli incontri comaschi nell’ambito del progetto “Dimore luoghi e cronache al tempo di Leonardo” che hanno già visto alcuni appuntamenti nella città di Milano con conferenze e degustazioni di cibi dell’epoca. Dà il via Fabio Cani che domani giovedì 10 ottobre alle 15.30 presso la Pinacoteca cittadina ci parlerà dei grandi storici comaschi, Benedetto e Paolo Giovio.I due fratelli Giovio con le loro opere disegnano perfettamente l’orizzonte culturale della città di Como nel pieno del Rinascimento: una piccola città di periferia, ma in relazione con le personalità più eminenti e i centri di elaborazione più aggiornati del periodo.La ricerca dei due studiosi è quasi complementare: rivolta alla valorizzazione delle vicende locali quella di Benedetto (ma non disgiunta da aspirazioni letterarie), votata all’indagine dell’attualità continentale e delle sue ragioni profonde quella di Paolo (in vicinanza con i centri del potere di Roma e Firenze).L’analisi delle loro storie permette di ricostruire un’immagine particolarmente vivace della città di Como tra Quattro e Cinquecento. Editore (Nodo Libri) e studioso di storia, Cani si occupa da tempo delle vicende comasche, con un’attenzione particolare alla modernità, alla contemporaneità e alla connessione tra vicende storiche, culturali e artistiche; ha collaborato a studi sull’industria tessile e sulla cultura imprenditoriale comasca del Novecento; con l’Istituto di Storia contemporanea “P.A. Perretta” e con la Camera del Lavoro per la storia del lavoro. Ha recentemente pubblicato due volumi dedicati all’architettura del Novecento comasco (XXCO. L’Architettura del XX secolo in provincia di Como).

  • Nel fine settimana il Milano Linate Air Show 2019 con le Frecce Tricolori. Informazioni utili e orari

    Nel fine settimana il Milano Linate Air Show 2019 con le Frecce Tricolori. Informazioni utili e orari

    Un nuovo evento aeronautico, a non troppa distanza da Como, con l’occasione di poter seguire dal vivo l’esibizione delle Frecce Tricolori, recentemente protagoniste di un apprezzatissimo spettacoli nei cieli del Lario (nella foto). L’appuntamento è per il prossimo fine settimana all’Aeroporto di Linate con il Milano Linate Air Show 2019.

    Sabato alle 10 l’inizio dell’evento con l’apertura dei cancelli, iniziative per grandi e piccoli e l’esposizione di aerei storici. Alle 13.30 le prove generali dell’Air Show del giorno dopo, mentre alle 20 ci sarà un appuntamento musicale con ospiti speciali i Subsonica e Manuel Agnelli. Non mancherà uno spazio speciale dedicato allo street food, con specialità da tutto il mondo.

    Domenica il via sarà ancora alle 10. Alle 12 ci sarà l’esibizione di Cristina D’Avena, mentre alle 13.30 scatterà l’Air Show con l’esibizione delle migliori pattuglie acrobatiche aeree, comprese le Frecce Tricolori. La giornata si chiuderà con uno spettacolo dei comici di Zelig (Raul Cremona, Paolo Cevoli, Antonio Ornano e i Boiler) alle 18.30 e con i fuochi d’artificio alle 20.30.

    Il costo dei biglietti parte da 23 euro, ma sono previsti riduzioni per i più piccoli e pacchetti speciali per le famiglie.

    Ulteriori informazioni sul sito www.milanolinateshow.it.

  • Molesta due donne e ferisce uno straniero: il pomeriggio di follia di un 23enne somalo

    Molesta due donne e ferisce uno straniero: il pomeriggio di follia di un 23enne somalo

    Pomeriggio di ordinaria follia lunedì ai giardini a lago, a Como, dove un uomo di origini somale, alterato dall’alcol, ha importunato due donne e aggredito un ventenne gambiano.L’allerta a una pattuglia della polizia locale, in servizio in zona stadio, è arrivata alle 17 dalle due signore importunate dall’extracomunitario. Gli agenti hanno trovato l’uomo in via Vittorio Veneto. Poco distante c’era un secondo straniero, un 35enne gambiano, con abrasioni al collo e alla testa. Il ferito ha spiegato di essere stato colpito con un sasso di circa quattro chili. Ha una prognosi di 8 giorni, ma può ritenersi fortunato viste le dimensioni delle pietra. Alla richiesta di documenti, l’aggressore si è dato alla fuga.Decisamente movimentato anche il fermo dell’uomo, che ha aggredito i vigili (alcuni giorni di prognosi per un agente). Sono stati necessari rinforzi per portare il somalo al comando di viale Innocenzo. Durante il tragitto, il 23enne ha danneggiato anche l’auto della polizia locale. Addosso aveva pure un dose di mezzo grammo circa di marijuana, poi sequestra. L’aggressore, pochi mesi fa, era già stato condannato a due anni di reclusione per aver aggredito e ferito un agente della Questura. Ieri mattina il processo con rito direttissimo per resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento. Ha patteggiato altri due anni che sconterà in carcere al Bassone. Soddisfazione per l’intervento è stata espressa ieri dall’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti.

  • Margherita e il suo duello con il mostro di Auschwitz

    Margherita e il suo duello con il mostro di Auschwitz

    Margherita Nani, giovanissima autrice del romanzo “L’ospite. Le anatomie di Joseph Mengele” edito da Brioschi, sarà protagonista alla libreria Ubik di piazza San Fedele 32 a Como venerdì 11 ottobre alle 18 a cura del premio “Città di Como”.Il romanzo, una biografia romanzata di Josef Mengele, medico nazista che aveva l’abitudine di iniettare fenolo nel cuore delle sue vittime e blu di metilene nei loro occhi, poi in fuga da Auschwitz fino in Brasile, sarà presentata dal fondatore del premio Giorgio Albonico e da Lorenzo Morandotti, giornalista del “Corriere di Como”. Il romanzo si è aggiudicato il primo posto nella sezione inediti per la narrativa del premio nell’edizione del 2018.L’autrice, studentessa che ha già completato il suo terzo romanzo, ha iniziato a scrivere questo libro a 16 anni e l’impresa le è costata un lungo lavoro di ricerca storica. Si è appassionata alla figura dell’“angelo della morte” di Auschwitz e ai suoi terribili esperimenti di eugenetica durante una lezione in classe in occasione del “Giorno della memoria”. «Ho iniziato a scrivere dopo aver letto tutto quello che è disponibile nella saggistica storica sulla figura di Mengele, nonché documentari e film che parlano della sua vicenda. Ho scoperto che il servizio segreto israeliano era sulle tracce del mostro e si accingeva a catturarlo, ma fu impegnato in una operazione più urgente e ne perse le tracce».Al centro della storia è Pia, ventenne che viene attratta dal fascino del misterioso tedesco giunto nel 1955 in un villaggio nel cuore del Brasile. Un uomo la cui malvagità sfugge a qualsiasi definizione e comprensione, e che grazie a Pia conosce, tardivamente, la forza dell’amore. L’oscurità e la banalità del male sono tratteggiati in questo romanzo in tutta la loro crudeltà.«Molto è raccontato dalla parte delle donne, e in ognuno dei personaggi femminili c’è qualcosa di me – dice l’autrice – soprattutto in Pia».Mengele innamorato: non rischia accuse di revisionismo storico? «Non è una operazione di revisionismo – precisa l’autrice – Credo che non basti chiamare un nazista “pazzo”. Occorre andare più in profondità nell’analisi del male. I nazisti erano uomini e donne che di fronte a una scelta, come tutti, hanno preso la via del male. Per questo il libro si intitola “Le anatomie di Mengele”. Vuole essere una riflessione sul male che trascende le vicende pur avventurose della caccia ai nazisti in Sudamerica, è soprattutto una storia umana di esseri umani. Quando ho iniziato a studiare la storia di Mengele ho provato dolore e ribrezzo, ma ho imparato anche ad andare avanti e a guardare in faccia il male».

  • L’operazione in città. L’intervento di Frangi (Confcooperative): «Una situazione gravissima che combattiamo da anni»

    L’operazione in città. L’intervento di Frangi (Confcooperative): «Una situazione gravissima che combattiamo da anni»

    Le notizie di oggi (ieri, ndr) hanno, giustamente, riportato all’evidenza una situazione gravissima che combattiamo con forza da anni.Le file della falsa cooperazione sono dure a morire. Diffondono nel sistema economico elevate soglie di illegalità contributiva e fiscale. Dietro a questi comportamenti sappiamo bene che spesso si annida ben altro.Sedicenti imprenditori, commercialisti e consulenti senza scrupoli hanno per anni utilizzato lo strumento cooperativo unicamente per sfruttare i lavoratori, evadere il fisco e la previdenza, compiere azioni illegali gravissime. Lo hanno fatto nel silenzio quasi generale.Sfruttando un sistema che consente a false cooperative di operare e acquisire appalti al di fuori di qualsiasi controllo di legalità. Ma è l’assenza dei controlli e di una efficace normativa di contrasto che consente di utilizzare impunemente per molti anni lo strumento cooperativo prima che fatti come quelli delineati oggi dal comunicato della Procura emergano. Per tre cooperative utilizzate nella vicenda, la revisione compiuta dall’associazione aveva richiesto da tempo al Mise lo scioglimento e la nomina di un liquidatore.Provvedimenti che arrivano sempre troppo in ritardo.Ma la gran parte dei soggetti indicati nel comunicato per anni è riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Le associazioni cooperative sono le uniche associazioni imprenditoriali che richiedono più controlli e più rigore nelle sanzioni conseguenti ai controlli.Perché il contrasto all’illegalità̀ e alle false cooperative è, per noi, non solo una difesa della nostra reputazione ma è un pezzo decisivo della battaglia per fare ripartire il Paese.Perchè́ meno corruzione e più legalità significano più̀ sviluppo. C’è un punto che stupisce tanto quanto la gravità dei fatti emersi. L’incomprensibile paradosso che riguarda l’assenza di provvedimenti seri e rigorosi contro le false cooperative. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ci ha lavorato duramente, mettendo a punto un disegno di legge adeguato e sul quale sono state raccolte oltre 100.000 firme. A parole tutti – Governo, forze politiche, organizzazioni sindacali – sono al nostro fianco per combattere i delinquenti che si vestono con la giacchetta di cooperatori unicamente per sfruttare il lavoro e utilizzare la forma cooperativa per fini illeciti.Qualcuno ci rimprovera pure di non fare abbastanza. Ma nei fatti il provvedimento legislativo non ha trovato effettivo sostegno e si è, quindi, arenato nella palude parlamentare, producendo sin qui solo pochi limitati interventi correttivi. Serve, invece, come chiediamo da tempo, una normativa capace di sostenere l’autenticità̀ cooperativa combattendo senza sconti e inesorabilmente le false cooperative che sfruttano il lavoro, drogano il mercato, mettono all’angolo la buona cooperazione e danneggiano prima di tutto i tanti cooperatori onesti. Le proposte in campo ci sono. Basta volerci mettere davvero mano. Noi non chiediamo altro.Mauro FrangiPresidente Unione Interprovinciale Confcooperative Insubria

  • L’operazione in città. L’intervento di Frangi (Confcooperative): «Una situazione gravissima che combattiamo da anni»

    L’operazione in città. L’intervento di Frangi (Confcooperative): «Una situazione gravissima che combattiamo da anni»

    Le notizie di oggi (ieri, ndr) hanno, giustamente, riportato all’evidenza una situazione gravissima che combattiamo con forza da anni.Le file della falsa cooperazione sono dure a morire. Diffondono nel sistema economico elevate soglie di illegalità contributiva e fiscale. Dietro a questi comportamenti sappiamo bene che spesso si annida ben altro.Sedicenti imprenditori, commercialisti e consulenti senza scrupoli hanno per anni utilizzato lo strumento cooperativo unicamente per sfruttare i lavoratori, evadere il fisco e la previdenza, compiere azioni illegali gravissime. Lo hanno fatto nel silenzio quasi generale.Sfruttando un sistema che consente a false cooperative di operare e acquisire appalti al di fuori di qualsiasi controllo di legalità. Ma è l’assenza dei controlli e di una efficace normativa di contrasto che consente di utilizzare impunemente per molti anni lo strumento cooperativo prima che fatti come quelli delineati oggi dal comunicato della Procura emergano. Per tre cooperative utilizzate nella vicenda, la revisione compiuta dall’associazione aveva richiesto da tempo al Mise lo scioglimento e la nomina di un liquidatore.Provvedimenti che arrivano sempre troppo in ritardo.Ma la gran parte dei soggetti indicati nel comunicato per anni è riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Le associazioni cooperative sono le uniche associazioni imprenditoriali che richiedono più controlli e più rigore nelle sanzioni conseguenti ai controlli.Perché il contrasto all’illegalità̀ e alle false cooperative è, per noi, non solo una difesa della nostra reputazione ma è un pezzo decisivo della battaglia per fare ripartire il Paese.Perchè́ meno corruzione e più legalità significano più̀ sviluppo. C’è un punto che stupisce tanto quanto la gravità dei fatti emersi. L’incomprensibile paradosso che riguarda l’assenza di provvedimenti seri e rigorosi contro le false cooperative. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ci ha lavorato duramente, mettendo a punto un disegno di legge adeguato e sul quale sono state raccolte oltre 100.000 firme. A parole tutti – Governo, forze politiche, organizzazioni sindacali – sono al nostro fianco per combattere i delinquenti che si vestono con la giacchetta di cooperatori unicamente per sfruttare il lavoro e utilizzare la forma cooperativa per fini illeciti.Qualcuno ci rimprovera pure di non fare abbastanza. Ma nei fatti il provvedimento legislativo non ha trovato effettivo sostegno e si è, quindi, arenato nella palude parlamentare, producendo sin qui solo pochi limitati interventi correttivi. Serve, invece, come chiediamo da tempo, una normativa capace di sostenere l’autenticità̀ cooperativa combattendo senza sconti e inesorabilmente le false cooperative che sfruttano il lavoro, drogano il mercato, mettono all’angolo la buona cooperazione e danneggiano prima di tutto i tanti cooperatori onesti. Le proposte in campo ci sono. Basta volerci mettere davvero mano. Noi non chiediamo altro.Mauro FrangiPresidente Unione Interprovinciale Confcooperative Insubria

  • Lo Stato si ricorda finalmente dell’enclave. Il viceministro dell’Interno Matteo Mauri venerdì a Campione d’Italia

    Il viceministro dell’InternoMatteo Mauri, esponente del Partito Democratico, sarà venerdì prossimo 11 ottobre a Campione d’Italia per un duplice incontro in Comune: prima con il commissario prefettizioGiorgio Zanzie poi con i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori del municipio e del Casinò.

    Mauri sarà accompagnato dalla deputata comascaChiara Braga, componente della segreteria nazionale del Pd, e dal consigliere regionaleAngelo Orsenigo.

    A un anno e tre mesi dal fallimento della casa da gioco, il governo batte così un colpo. «L’obiettivo – dicono gli stessi promotori dell’iniziativa – è prendere direttamente visione della difficile situazione in cui versa l’enclave».

    «Campione d’Italia è un comune della provincia di Como eppure, per un anno, il precedente governo non ha mosso un dito, non ci ha mai messo la faccia – hanno scritto oggi in un comunicato stampa Braga e Orsenigo – Ricordiamo ancora benissimo le parole dell’ex ministro dell’InternoMatteo Salviniche, in visita nel Comasco, a domanda specifica rispose che la questione non lo riguardava. La presenza di Mauri è importante perché significa cominciare ad affrontare seriamente una situazione diventata da tempo insostenibile per i cittadini campionesi. È un primo, vero e tangibile segnale di attenzione e interesse da parte del nuovo governo verso una vicenda grave che riguarda, lo ribadiamo, cittadini italiani».

    La notizia dell’arrivo di Mauri si è diffusa subito a Campione, dove per venerdì è annunciato un presidio informale di residenti davanti al municipio.

    «Noi ci siamo sempre stati: nel disinteresse totale anche del centrodestra che governa la Lombardia, abbiamo insistito più volte per ottenere audizione sia con Zanzi sia con i sindacati in commissione speciale», dice Orsenigo.

    «Vogliamo davvero che Campione d’Italia i suoi abitanti, ribadisco famiglie italiane, esca dall’incubo in cui è piombato da fin troppo tempo. Saremo con il viceministro Mauri e ascolteremo ancora una volta le parole del commissario Zanzi e le richieste dei sindacati e dei cittadini», conclude Braga.

  • L’inchiesta della Procura lariana: la gestione dei Lidi nel mirino, le “magie” della Houdini srl

    L’inchiesta della Procura lariana: la gestione dei Lidi nel mirino, le “magie” della Houdini srl

    La società definita dall’ordinanza «inesistente e mai operativa», ma che in barba alla concorrenza si era aggiudicata la gestione del ristorante “Spiaggia” di Villa Olmo, non poteva avere nome più azzeccato: Houdini srl. Solo che i giochi di prestigio e illusionismo, secondo la Procura di Como che ha coordinato le indagini, erano stati compiuti a spese del Comune e, di conseguenza, della cittadinanza. La storia dei tentativi di assegnare (con bandi pubblici) la gestione di una delle zone più belle della città, quella di Villa Olmo, merita un racconto a parte. Vicenda che, se le accuse dovessero essere confermato anche nei prossimi mesi, aggiunge tinte fosche a un quadro già desolante.L’incipit risale a venti anni fa, al 1999. Risale ad allora la concessione del Comune per la gestione dell’attività di ristorazione nei pressi della celebre villa: a capo c’è una Snc che vede tra i soci il commercialista Bruno De Benedetto. La società, tuttavia, arrivò a maturare una esposizione debitoria di 98.318 euro, costringendo Palazzo Cernezzi a mettere nero su bianco una ordinanza di sgombero, intimando il pagamento di quanto dovuto. De Benedetto, intervenne per ottenere una dilazione dei pagamenti. Il tutto, occorre aggiungere, a fronte di una concessione che nel frattempo dal 2011 era scaduta. Nel 2016, finalmente, si giunse al primo tentativo di gara per rinnovare la concessione. Il bando prevedeva in modo chiaro l’esclusione della precedente Snc in quanto «occupante senza titolo dell’immobile oggetto di gara». Lo stesso bando escludeva pure tutti coloro che si fossero trovato in una situazione di morosità rispetto al Comune. Nacque allora quella che oggi gli inquirenti definiscono «turbata libertà degli incanti». Al commercialista comasco, viene oggi contestato l’aver presentato a quella gara quattro società tutte e a lui riconducibili, anche se all’apparenza intestate ad altre persone, tra cui parenti, amici, conoscenti.Ci fu in quei giorni un completo «sviamento dei valori di trasparenza», scrive il giudice firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri.Le prime due società erano – per la Procura – entrambi riconducibili a De Benedetto, come pure quelle al sesto e al nono posto della graduatoria. La gara venne revocata. Il Comune di Como ci riprovò nel 2018, e fu in questo momento che dal nulla apparve la Houdini srl. Una vera magia, essendo quest’ultima – poi vincitrice della gara – una società «priva di personale e mezzi» con amministratore la sorella di un vecchio socio del commercialista. La Pec, tuttavia, faceva sempre riferimento allo studio professionale di De Benedetto. Ma di colpi di bacchetta magica, in questa vicenda, ce ne sono stati altri. Come il pagamento – nel luglio del 2019, e siamo ai giorni nostri – di 105mila euro per sanare interamente la posizione debitoria con il Comune. La Houdini, tuttavia, «non diveniva mai operativa», costringendo così il Comune a lasciare l’immobile – ancora, dal 1999 – in gestione alla vecchia società, guarda a caso con nell’organico De Benedetto e soci. Una strategia che, ritengono gli inquirenti, era stata tentata anche per il Lido di Villa Olmo, via interrotta prima dell’assegnazione dall’esclusione – già all’apertura delle buste – di «soggetti riconducibili allo stesso centro di interesse». Ovvero Bruno De Benedetto.

  • L’inchiesta della Procura. «È possibile fare una gara che non sia inquinata?» Il duro intervento del pubblico ministero Addesso

    L’inchiesta della Procura. «È possibile fare una gara che non sia inquinata?» Il duro intervento del pubblico ministero Addesso

    «A Como siamo al paradosso… È possibile che ci sia in ballo la gestione di una villa prestigiosa (Villa Olmo, ndr) e dal 2016 non si riesca ad assegnare con un bando pubblico? È possibile che non si riesca a celebrare una gara che garantisca la parità tra i soggetti e non sia inquinata da prestanome?».Il sostituto procuratore Pasquale Addesso ha preso la parola nel corso della conferenza stampa di ieri mattina che ha illustrato i motivi dell’esecuzione delle ordinanze che hanno scosso la città. Ma, più che entrare nel dettaglio delle indagini e degli arresti appena conclusi, per cui ha lasciato spazio alla guardia di finanza e alla squadra Mobile di Milano, ha preferito dare uno sguardo su quanto sta avvenendo da anni nella nostra città. «Queste condotte impunite proseguono da tempo – ha detto – E non solo per le turbative. Molti dei soggetti che abbiamo indagato, sono già stati destinatari di precedenti indagini. Ma questo non ha sortito alcun effetto deterrente su di loro… anzi, si sono riorganizzati».«Da 10 anni nel Comasco aprono e chiudono cooperative con l’unico fine di frodare lo stato. L’abuso dello “strumento cooperativa” ha finito con il creare delle nuove schiavitù. Soggetti stranieri, paghe bassissime, il tutto per permettere di creare una sovrafatturazione e il successivo svuotamento delle casse delle società con modalità anche molto complesse. Ma tutto questo porta alla concorrenza sleale e all’inquinamento del mercato. Soggetti che hanno lucrosi guadagni ma che non adempiono gli obblighi imposti dalla legge».

  • Indagine “Nuovo Mondo”: iniziano venerdì gli interrogatori

    Indagine “Nuovo Mondo”: iniziano venerdì gli interrogatori

    Iniziano venerdì gli interrogatori successivi all’esecuzione delle 34 ordinanze di custodia cautelare divise tra carcere (22 indagati) e domiciliari (altri 12). Sono due i sospettati che sarebbero ancora all’estero e che non avrebbero ancora ricevuto di conseguenza la notifica dell’ordinanza. Gli arrestati sono stati condotti in diversi istituti penitenziari e dunque parte degli interrogatori saranno fatti per rogatoria. Ben 19 degli arrestati risiedono nella provincia di Como, ma l’indagine “Nuovo Mondo” ha toccato anche la provincia di Monza Brianza (Lentate sul Seveso, Lissone, Lazzate e Cogliate), Senago e Cesate (Milano), Gioia Tauro (Reggio Calabria), Castronno, Duno, Saronno, Castellanza e Castelseprio (Varese), Merate (Lecco). I sequestri per equivalente hanno toccato i 13 milioni di euro.