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  • Leonardo e l’umanesimo scientifico a Lurago d’Erba

    Leonardo e l’umanesimo scientifico a Lurago d’Erba

    Giovedì 14 novembre alle 21 nella Sala consiliare di Lurago d’Erba si parla di Leonardo e di umanesimo scientifico. All’alba dell’epoca Moderna Leonardo da Vinci ha delineato un ambizioso programma di ricerca, tuttora non ancora realizzato, ovvero quello di saper costruire un umanesimo scientifico in grado di saper intrecciare la tradizione umanistica con quella scientifica. Per analizzare questo suo progetto occorre tuttavia chiedersi quale sia l’immagine della scienza elaborata da Leonardo. Riflettendo su alcune puntuali considerazioni leonardesche – concernenti la scienza, la teoria, la pratica e la stessa pittura – è possibile ricostruire anche questo aspetto della sua riflessione che mostra tutta l’attualità critica della sua geniale lezione. Se ne parla con Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia della scienza del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insurbia, membro titolare dell’Académie Internationale de Philosophie des Sciences di Bruxelles. Ha pubblicato, tra monografie e curatele, più di cento volumi, oltre a più di 600 saggi e studi (molti dei quali apparsi in inglese, francese, spagnolo, tedesco, cinese, etc.) nei quali ha approfondito, in particolare, la tradizione del razionalismo critico europeo occupandosi, in particolare, del pensiero di Galilei, Kant, Popper, Banfi, Preti, Geymonat, Petitot, Bachelard, del realismo scientifico e dei problemi della didattica della filosofia. Nel 2009 ha fondato il Centro Internazionale Insubrico che da allora dirige, avendo realizzato sia la pubblicazione di una ottantina di volumi, sia la realizzazione del progetto dei Giovani Pensatori che promuove da un decennio la diffusione della filosofia quale diritto di cittadinanza.

  • Kalongo, compie 60 anni la scuola di ostetricia della Fondazione Ambrosoli

    Kalongo, compie 60 anni la scuola di ostetricia della Fondazione Ambrosoli

    Un ponte d’amore lega con una lunga fedeltà Como e l’Uganda nel segno del “medico della carità” padre Giuseppe Ambrosoli.E sulle orme dell’amato zio, è in procinto di partire per un nuovo viaggio in Uganda, dove si reca due volte l’anno per coordinare le attività della fondazione che porta il suo nome, la presidente Giovanna Ambrosoli. Che fa il punto delle iniziative in agenda.«Nostro obiettivo è rendere sempre più efficiente l’ospedale di Kalongo, che per oltre vent’anni è stato al centro di una sanguinosa guerra civile e soffre di un forte deficit strutturale. Questo pone limiti alla qualità delle cure erogate, in termini di spazi riservati all’attività sanitaria. Entro un anno e mezzo intendiamo aprire il nuovo reparto di pediatria, area che da sola impegna l’ospedale per il 40% delle sue forze. Altro obiettivo è rinnovare tutte le abitazioni del personale dell’ospedale, grazie a un finanziamento della Cei. Siamo a metà del progetto, che è pluriennale».Como sostiene sempre con entusiasmo la Fondazione Ambrosoli, anche se in generale il dibattito sul tema dei migranti in corso in Italia non aiuta chi si impegna per l’Africa. «In Italia il tema divide, e non ci fa bene – dice Giovanna Ambrosoli – Non viviamo tempi facili, spesso si concentrano altrove le attenzioni dei sostenitori. Ma l’impegno economico del Lario si è intensificato e questo ci conforta».Ma quali difficoltà che trovate in Africa? «L’ospedale di Kalongo soffre per la sua collocazione, è in mezzo alla savana, non si raggiunge su strade asfaltate, ma è anche l’unico avamposto di salute per un’area che va oltre il distretto, su cui insistono 230mila persone. È l’unico ospedale con sale chirurgiche della zona e vi fa capo mezzo milione di persone. Sono decine di migliaia le persone cui l’ospedale salva la vita ogni anno, persone che altrove non avrebbero risposta, e questo ci incoraggia ad andare avanti. È anche un centro di sviluppo economico: è l’unica realtà aziendale che impiega 250 persone, tutte locali, quindi è un pilastro per il territorio, con un forte ruolo nella formazione qualificata in ambito sanitario. Stiamo finanziando la borsa di studio di un medico che sta per diventare pediatra in Uganda: tornerà a lavorare a Kalongo. È in linea con la visione comboniana far crescere professionalmente chi lavora con noi. Inoltre catalizziamo l’impegno di tanti professionisti italiani, sono medici con esperienza ma anche giovani. Abbiamo in corso collaborazioni con università italiane e stiamo cercando di svilupparle ancora di più per garantire l’invio continuativo di medici che fanno esperienza umana e professionale e supportino i medici locali».Negli ultimi sei mesi l’ospedale ha vissuto un grande stress. «Un’emergenza legata alla malaria che è durata molto oltre i canonici mesi delle piogge. Abbiamo avuto un’impennata di ricoveri in pediatria, 200 al giorno in un reparto di 60 letti», dice Giovanna Ambrosoli.Kalongo significa anche formazione. «La scuola di ostetricia che compie 60 anni è un’eccellenza formativa, con ricadute sociali importanti: dà alle donne la capacità di gestire le proprie risorse ed essere autonome. Si sta perseguendo l’obiettivo di avere una laurea in ostetricia».Quali difficoltà trova la Fondazione in questo periodo? «La precarietà è al primo posto, dato che il contesto in cui lavora l’ospedale è isolato e c’è difficoltà a trovare personale competente. L’altro aspetto è finanziario: la raccolta fondi è fondamentale perché Kalongo senza i finanziamenti ottenuti a seguito della guerra civile è spesso in debito di ossigeno. Il fabbisogno corrente è di un milione e mezzo di euro. Nemmeno tanti se visti dall’Italia, una cifra enorme se vista dall’Africa».E nel cuore c’è sempre la memoria di padre Ambrosoli, dichiarato “venerabile” dalla Chiesa e sulla via della beatificazione.«Quest’anno è stata attestata dalla commissione medica istituita dalla Congregazione per le Cause dei Santi la guarigione miracolosa di una giovane ugandese, Lucia Lomokol, nel 2008» dice Giovanna. Stava per morire di setticemia ma il medico chiese di invocare il missionario comboniano che lasciò l’azienda familiare del miele e delle caramelle e sacrificò la vita per l’Africa e dal 1987 riposa nella terra di Kalongo. «Saremmo enormemente felici se diventasse beato – dice Giovanna – è un modello per chiunque voglia fare del bene. Ha coniugato la professionalità e il rigore con lo spirito di dedizione che ha dedicato agli ultimi, portando avanti un suo modello laico di impegno in cui tutti si possono riconoscere. E in più ci ha messo uno spirito di carità che derivava da un profonda fede».

  • Influenza, vaccini e regole di buon senso. Chiusa la prima settimana di campagna

    Influenza, vaccini e regole di buon senso. Chiusa la prima settimana di campagna

    Quali sono i metodi per restare immuni dall’influenza invernale ormai alle porte? Alcuni sono semplicissimi e di buon senso, li si potrebbe definire i classici “rimedi della nonna”.Li ha ribaditi durante il telegiornale di Espansione Tv, il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Como, Gianluigi Spata.«Prima di tutto, ci si deve lavare molto bene le mani. Quando si hanno le mani sporche si deve evitare di toccarsi il naso o la bocca – ha spiegato Spata – Le infezioni spesso si trasmettono anche così. Poi, si deve evitare di frequentare persone affette dall’influenza».L’ultimo consiglio è invece per i malati ed è quello di «starsene a casa», sottolinea il dottor Spata.Perché i portatori del virus dell’influenza, che non si curano, possono creare seri problemi a chi li frequenta o anche semplicemente li incontra in ufficio, a scuola, su un treno, un autobus o un vagone della metropolitana.Martedì scorso è partita la campagna antinfluenzale 2019-2020.Sono più di 150mila i comaschi ai quali l’iniezione preventiva è raccomandata e offerta gratuitamente. Più o meno un residente su quattro rientra nelle cosiddette categorie a rischio. La campagna è rivolta a tutte le persone che abbiano compiuto i 65 anni, fascia d’età che sul Lario comprende circa 137mila persone. Agli over 65 si aggiungono poi i malati cronici e i soggetti a rischio, che possono a loro volta ricevere gratuitamente il vaccino. Tra le categorie per cui la vaccinazione è invece consigliata, ci sono i bambini a rischio di età superiore ai sei mesi, le donne che si trovano nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, i donatori di sangue e gli addetti ai servizi pubblici di interesse collettivo, a partire dalle forze dell’ordine.Ats Insubria, in collaborazione con medici di famiglia, pediatri, strutture sanitarie accreditate e residenze sanitarie del territorio, ha attivato tutte le azioni necessarie per la campagna vaccinale stagionale contro l’influenza che ha come obiettivo primario proteggere i soggetti che, in caso di infezione, potrebbero riportare complicanze più gravi, come, appunto, gli anziani o i soggetti già affetti da patologie croniche.Chi ha 65 anni o più si può recare direttamente dal proprio medico di medicina generale negli orari previsti. Sul sito dell’Ats Insubria è disponibile un approfondimento sulla campagna vaccinale con tutti gli orari e i giorni di apertura di tutte le sedi territoriali.Ma torniamo con il presidente dell’Ordine dei Medici per scoprire un’altra questione spesso sottovalutata. Ovvero che vaccinarsi è spesso più utile per chi sta vicino a chi viene vaccinato.«È vero – ha spiegato ieri Gianluigi Spata davanti alle telecamere di Etv – Vaccinarsi è utile per se stessi e soprattutto per gli altri, ovvero per chi purtroppo non può essere vaccinato per una serie di problemi. Parliamo dei soggetti immunodepressi o con patologie che non permettono l’assunzione del vaccino. Quindi, se si vuole dare la cosiddetta protezione gregge, è necessario che venga vaccinata un’importante fetta della popolazione».

  • Hockey Como a punteggio pieno nel torneo di serie B

    Hockey Como a punteggio pieno nel torneo di serie B

    Seconda gara di campionato e secondo successo per l’Hockey Como, che, dopo la vittoria nell’esordio a Casate contro il Feltreghiaccio, ha concesso il bis nella prima trasferta del torneo di serie B. Nella partita di Egna contro l’Ora i lariani si sono infatti imposti con il punteggio di 4-3. Una gara in cui i biancoazzurri sono scesi sul ghiaccio con una formazione rimaneggiata, con soli 12 uomini di movimento per gli infortuni di Costa, Podestani e Riva. Ma alla fine il Como è riuscito a portare a casa il risultato pieno grazie a un guizzo di Filippo Ambrosoli nei minuti finali.

    Nel prossimo turno, domenica 12 Ottobre, l’Hochey Como torna a casa. Alle 18.45 attende il  Vinschgau

  • Francobolli e treni in mostra con il Club Esperia

    Francobolli e treni in mostra con il Club Esperia

    Il Centro Cardinal Ferrari di Como, in Viale Battisti 8, ospiterà, nei giorni 14,15 e 16 prossimi ( ore 10 – 18, ingresso libero) la mostra celebrativa del Centenario del Club Esperia 1919. La manifestazione prevede l’esposizione di alcune delle migliori collezioni italiane a tema sportivo, grazie al supporto della Associazione nazionale Unicos, oltre a rare raccolte di rare cartoline d’epoca di Como e a collezioni del Circolo Canturium di Cantù. Grazie alla collaborazione dell’Associazione “Como in treno” vengono anche esposti esempi di fermodellistica in memoria della sezione che a suo tempo fu attiva all’interno del Club Esperia. Non manca una selezione di trofei e coppe conquistati dall’Esperia nei decenni passati. Nella giornata inaugurale di giovedì 14 un momento di ufficialità è previsto per le ore 10 mentre alle ore 16 è in programma una conferenza di Oliviero Emoroso rievocativa della storia del Club Esperia e degli uomini che hanno guidato il sodalizio. Nel corso di venerdì 15 sarà attivo, sempre nella sede della mostra, un ufficio postale distaccato con annullo speciale figurato.

  • Dissesto idrogeologico, dalla Regione 200mila euro per la messa in sicurezza del territorio di Sorico

    Dissesto idrogeologico, dalla Regione 200mila euro per la messa in sicurezza del territorio di Sorico

    «Regione Lombardia finanzierà, con 200 mila euro, interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nella nostra provincia e nello specifico nell’area di Sorico. Un provvedimento molto importante, perché questo territorio è stato duramente colpito dall’incendio dell’anno scorso. E perché, in quanto area di montagna, necessita di una forte attenzione, affinché venga tutelata contro il rischio di spopolamento».

    Così Gigliola Spelzini, Presidente della Commissione speciale montagna e Consigliere regionale della Lega, annuncia il provvedimento varato dalla giunta.

    «Ringrazio l’assessore al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni per questo atto concreto a favore dei lombardi e, nel caso specifico, degli abitanti della provincia di Como – spiega Spelzini – in totale per le sei province lombarde interessate si tratta di 2,7 milioni di euro. Di questi, una cifra importante, ovvero 200mila euro, andranno a Sorico».

    «Il territorio comunale – continua il Presidente della Commissione Montagna – sarà quindi interessato da interventi per il consolidamento della strada colpita da dissesto idrogeologico, che collega la frazione Bugiallo con il capoluogo».

  • Da “Guerre Stellari” a  “Innamorato pazzo”. Sul Lario  gli attori mettono in scena la passione

    Da “Guerre Stellari” a “Innamorato pazzo”. Sul Lario gli attori mettono in scena la passione

    Uno dei grand tour possibili è quello che usa la storia del cinema come mappa.Il Lario è un grande set internazionale fin dal 1925, anno in cui Alfred Hitchcock giròThe Pleasure Gardena Villa d’Este.Fin da qui la mappa ha molte pagine rosa.Era il 1925 quando il futuro maestro del brivido firmò la regia del suo primo film, girato anche a Cernobbio.Facilmente riconoscibili sono gli scorci dedicati al prestigioso albergo e al primo bacino del lago, rifugio d’amore dove i due protagonisti, interpretati da Virginia Valli e Miles Mendes, trascorrono la luna di miele. Il muto si trova anche su YouTube; attorno al minuto 36 si vedono scorci lariani. Memorie legate a quel set (compreso il sequestro di 3mila metri di pellicola vergine alla dogana) sono nelle pagine autobiografiche del regista: nella storica intervista rilasciata a François Truffaut e nel saggio I miei ricordi cinematografici del 1936.Un salto di qualche decennio ed eccoci a Dongo. Altro titolo celebre fuUna vita difficileimportante titolo del maestro Dino Risi, storia agrodolce di un partigiano che ha velleità di scrittore e giornalista e si innamora di una fanciulla sul lago (la grande Lea Massari), dove torna dopo la Liberazione per indagare sull’oro di Dongo.Un po’ di anni dopo eccoci in via Volta a Como (nella foto) durante il set diInnamorato pazzo, protagonista Adriano Celentano folle d’amore per Ornella Muti, siamo nel 1981. Il set toccò anche Villa Olmo. È solo uno dei tanti film nazionali girati sul Lario.Un altro salto cronologico, a inizio XXI secolo ed eccoGuerre Stellari. Fantascienza, sì, tante spade laser e navi ribelli contro flottiglie imperiali oscurate dal male, ma da tre lustri il film alimenta il cineturismo e il già fulgido destino di Villa Balbianello, storica proprietà del Fai a Lenno, protagonista nell’episodio L’attacco dei cloni del 2002. Ossia il secondo pannello di un polittico di cui arriverà a Natale il nono capitolo.Ed ecco gli amori e i tremori della senatrice Padme Amidala e Anakin Skywalker, apprendista jedi e futuro Dart Fener, nella loggia Durini della villa, la monumentale struttura ad archi inverdita da uno stupefacente Ficus Repens, e le nozze dei due, con tanto di robottini a porgere gli anelli (come fanno oggi in villa tanti sposini eccentrici), nel giardino a lago della sontuosa dimora che il Cardinal Durini a fine ’700 volle realizzare in questo angolo lacustre come ritiro di delizia e svago letterario.Altro mito del cinema è l’agente segreto007uscito dalla penna di Ian Fleming. Casinò Royale con Daniel Craig ed Eva Green vide un appassionato bacio sempre a Villa Balbianello.L’altro set del blockbuster dedicato all’eroe inventato da Ian Fleming è stato a Villa La Gaeta a San Siro.Da citare in questo rapido excursus di film d’amore ambientati sul lago ancheLa peggior settimana della mia vita, con Fabio De Luigi e Cristina Capotondi eUna bella giornatacon Checco Zalone. E non può mancare un cenno alla soap opera che ha lanciato attori come Alessandro Preziosi ed è stata ambientata proprio sul Lago di Como, tra il capoluogo e Torno. Stiamo parlando diVivere, produzione Mediaset di fine anni Novanta. Una pagina di storia della televisione che ha fatto innamorare migliaia di fans.

  • Controlli: sei espulsioni. L’attività voluta dalla Prefettura di Como

    Controlli: sei espulsioni. L’attività voluta dalla Prefettura di Como

    Sei espulsioni, migliaia di controlli e multe per quasi 3mila euro nel corso dell’ultima settimana di controlli straordinari delle forze dell’ordine sul territorio lariano, nell’ambito del piano di prevenzione e repressione voluto dalla Prefettura di Como e attivo da un anno.Secondo i dati forniti ieri, dal 2 all’8 novembre 2019 in strada (soprattutto nelle ore serali e notturne) hanno lavorato oltre 60 pattuglie per un totale di 147 tra agenti e militari dei diversi corpi.In sette giorni sono state controllate 500 persone e quasi 2mila veicoli in 41 posti di controllo. I risultati conseguiti parlano di 11 multe, 1.741 veicoli fermati con l’identificazione delle persone a bordo, 6 espulsioni di stranieri dal territorio nazionale, di cui cinque con l’ordine di abbandonare lo Stato e uno accompagnato alla frontiera.L’attività di prevenzione straordinaria proseguirà anche nei prossimi periodi.

  • Como-Inter, il bilancio della serata di follia: due poliziotti feriti e tre tifosi in ospedale

    Como-Inter, il bilancio della serata di follia: due poliziotti feriti e tre tifosi in ospedale

    Scontri tra ultras prima e dopo il match amichevole. Il momento più delicato alla fine dell’incontro. Un supporter lariano accoltellato a una gamba

    {youtube}xQJCqk4lGNA|600|400{/youtube}E’ di cinque persone ferite, due uomini delle forze dell’ordine e tre tifosi, il bilancio della serata di follia che ieri sera ha guastato la festa di sport del Sinigaglia. Tensioni tra ultras dell’Inter e del Varese da una parte, e supporter del Como dall’altra, che hanno fatto passare in secondo piano il bagno di folla (oltre 7 mila presenze) che nonostante il periodo estivo non hanno voluto mancare alla prestigiosa amichevole chiusa con il successo dell’Inter per 3-2. I tafferugli tra ultras sono andati in scena sia prima sia, soprattutto, dopo il match.

    Il primo momento di tensione intorno alle 19, quando il corteo di ultras ospiti è calato sul Sinigaglia dalla stazione. Qui però la polizia è riuscita a evitare che le tifoserie venissero in contatto. Un agente è tuttavia rimasto ferito dopo essere stato colpito con l’asta di una bandiera. La situazione è precipitata però dopo la gara, quando una cinquantina di tifosi (o meglio, pseudotifosi) dell’Inter è riuscita a mischiarsi tra la folla, abbandonando il Sinigaglia da una uscita diversa da quella degli altri ultras. Il gruppo, nascosto tra normali tifosi, ha così raggiunto l’incrocio tra viale Rosselli e viale Masia entrando in contatto con i supporter del Como che stavano tornando a casa. Qui tre lariani sono stati feriti. Due da un lancio di sassi e uno da una coltellata a una gamba . Nessuno è per fortuna in gravi condizioni. Un altro agente, nel tentativo di dividere le tifoserie, è stato colpito alla schiena da un oggetto contundente. Dopo la follia, è ora il tempo delle indagini della Digos: due tifosi dell’Inter sarebbero già stati identificati e per loro dovrebbe essere in arrivo il Daspo. Ma i coinvolti potrebbero essere molti di più.

  • Claudio Bossi a Garzola presenta il suo libro sul Titanic “comasco”

    Claudio Bossi a Garzola presenta il suo libro sul Titanic “comasco”

    Dall’archivio della memoria torna a galla una storia singolare. È uscito per i tipi di Macchione, editore varesino, un libro sul comasco che uscì vivo dalla tragedia del Titanic. Si tratta di Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, scultore di professione (nella foto, sul lungomare di Alassio dove amava soggiornare), uno dei pochi italiani sopravvissuti. Era nato nel 1881 ad Arcisate, ora in provincia di Varese ma all’epoca località lariana. Figlio di Carlo e Giuseppa Perlatti, scultore, era partito per Barre, Vermont, capitale mondiale del granito, nel 1903. Si fece strada alla Tonella & Sons Granite and Manufacturing Company, azienda specializzata in monumenti funerari e in pavimentazioni e opere in pietra. Negli Usa Portaluppi si sposò con la concittadina Caterina Pelegatta, dalla quale ebbe una figlia, Ines; poi si separò nel 1910. Madre e figlia tornarono in Italia. Nell’autunno 1911, Portaluppi fece un viaggio in Italia allo scopo di rivedere la famiglia. Nella primavera del 1912, decise di tornare in America. Sul Titanic. E salvò. La storia sarà raccontata con particolari inediti e un ricco apparato iconografico nella presentazione comasca del volume intitolatoIl picasass sopravvissuto al Titanicda parte dell’autore, Claudio Bossi, tra i massimi esperti del Titanic in Italia. Appuntamento domenica 17 novembre alle 15.30 al Sacrario degli Sport Nautici intitolato a Nostra Signora del Prodigio a Garzola presso Como. Ingresso libero, presenta lo scrittore Emiliano Pedroni. Ingresso libero.