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  • Il ministro Bonisoli: il “Tesoro di Como” resterà in città

    Il ministro Bonisoli: il “Tesoro di Como” resterà in città

    Non accade spesso che il ministro dei Beni culturali si occupi direttamente di Como. È successo oggi, quandoAlberto Bonisoliè intervenuto alla conferenza stampa della Soprintendenza convocata per illustrare i dettagli del ritrovamento delle monete romane in via Diaz.

    «Se sono stati trovati in un posto i reperti “appartengono” a chi, in questo posto, vive e tutte le mattine magari ci passava davanti – ha detto il ministro, confermando quindi l’ipotesi che le monete siano conservate in futuro a Como – Questa è la cosa migliore, il messaggio importante che vogliamo dare».

    Dalle fondamenta dell’ex teatro Cressoni, quindi, le monete d’oro d’epoca romana dovrebbero finire in uno dei musei civici del capoluogo. E lo stesso ministro Bonisoli ha garantito che l’obiettivo è valorizzare questi reperti eccezionali nelle strutture pubbliche cittadine.

    Commenti e approfondimenti sull’edizione di domani delCorriere di Como.

  • Il ministro dei Beni culturali Bonisoli e il tesoro di Como:  «Le monete d’oro rimarranno in città»

    Il ministro dei Beni culturali Bonisoli e il tesoro di Como: «Le monete d’oro rimarranno in città»

    Le monete d’oro risalenti all’epoca dei Romani ritrovate in città durante i lavori in via Diaz rimarranno a Como. Lo ha detto – intervistato in diretta nel Tg delle 12.30 di Etv – il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli.  «E’ come per i Bronzi di Riace che sono esposti a Reggio Calabria – ha spiegato Bonisoli – E’ giusto che le monete rimangano nella città dove sono state ritrovate, sempre che il sindaco sia d’accordo». Risposta affermativa, ovviamente, dal primo cittadino Mario Landriscina, in prima fila alla conferenza stampa che si  è svolta a Milano.

  • Il meteo: dopo la pioggia di queste ore, da domani sul Lario è atteso il sole

    Il meteo: dopo la pioggia di queste ore, da domani sul Lario è atteso il sole

    “Come nelle attese il tempo sta peggiorando su diverse aree d’Italia per la formazione di un nuovo vortice ciclonico”. Lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che aggiunge:  “Oggi coinvolto soprattutto il Nord con fenomeni anche intensi e ritorno della neve su Alpi e Nord Appennino a tratti sin verso i 1500-1700 metri. Martedì il maltempo si porterà al Centrosud con piogge e temporali sparsi, localmente intensi, mentre al Nord il tempo andrà migliorando”.

    “Il prosieguo della settimana vedrà temperature in generale calo tempo particolarmente instabile al Sud, con il vortice che andrà sprofondando sui mari meridionali – prosegue l’esperto di 3bmeteo.com – Avremo dunque ulteriori rovesci e temporali, con a tratti marginale coinvolgimento anche del Centro e in particolar modo dell’Abruzzo. Nel contempo al Nord torneranno giornate ben soleggiate”.

  • Il malato, la guarigione e la doppia lezione

    Il malato, la guarigione e la doppia lezione

    di Mario Guidotti

    Marco aveva 24 anni e lavorava già da un po’ nell’officina dello zio. Stava bene, nessun grillo per la testa, buoni amici, qualche ragazza ogni tanto e, come fanno quasi tutti, una o due birrette nel fine settimana. Così, quando quella mattina si è svegliato e non parlava bene i suoi genitori hanno pensato che le birrette fossero state più di una. Gli passerà, ha pensato il padre.  Ma quel linguaggio sbagliato, quel “tevolo per tavolo”, quell’uso eccessivo di parole passepartout come “coso, cosa”, quei giri di parole senza venire al dunque hanno impensierito i genitori che l’hanno portato dal medico. Solite ipotesi a sdrammatizzare: la stanchezza (a 24 anni?), lo stress (e di che?), la crisi post-adolescenziale (e quando mai non fa parlare?) ma alla fine si arriva al dunque. C’è una lesione, si parla spesso di “macchia” di “ombra” ma è un termine bruttissimo che fa sempre male presagire, nel cervello di Marco. L’ha vista prima la TAC e l’ha dettagliata meglio la Risonanza Magnetica Nucleare. È sul lobo frontale sinistro, adesa alle aree del linguaggio, questo spiega gli errori e incapacità  a parlare, con tutto il resto risparmiato, o quasi, perché a ben guardare piccoli altri segni di deficit neurologici si vedevano, ma è per gli addetti ai lavori. L’aspetto della lesione non è bello, sembra premere sul cervello, che risponde creando edema, cioè liquido, per proteggersi, determinando danno ulteriore. Insomma, l’avete capito, sembra un tumore, comunque qualcosa che cresce e con una certa aggressività, e che cosa vuoi che sia mai? Fino all’esame istologico sul pezzo che il chirurgo toglie, sempre che lo si possa togliere, non si è autorizzati a formulare diagnosi, se non generiche, dettate da quelli che si chiamano “indicatori radiologici di benignità o malignità”, e qui erano tutti per la seconda evenienza. Maledizione, a 24 anni è presto per certe malattie, è raro. Le uniche buone notizie, si fa per dire, erano la rapidità nella diagnosi e l’opzione chirurgica, fattibile per la sede della lesione tutto sommato superficiale, insomma raggiungibile con il bisturi. Sta di fatto che arriviamo all’operazione, pur con grande pessimismo dei medici, perché quelle lesioni possono solo rappresentare un cancro aggressivo, ma come sempre ci eravamo tenuti i pensieri peggiori per noi, offrendo parole di speranza a Marco ed ai suoi parenti. Fu così che il chirurgo estrasse una strana lesione gelatinosa, ben delimitata, all’apparenza in maniera radicale, cioè tutta. Ma la sorpresa più grande venne dall’istologia: era un parassita. Una cosa seria ma curabile, dopo l’operazione. Una strana “bestia” che Marco aveva preso probabilmente in una vacanza in campagna in Sardegna. Dopo un mese era guarito e per tutti noi sanitari restava in eredità una doppia lezione: mai perdere la speranza anche quando pochi ci si attaccano e come sempre saper comunicare la stessa senza generarne di false.

  • Il maestro Ezio Bosso in piazza Grande a Locarno

    Il maestro Ezio Bosso in piazza Grande a Locarno

    Per la prima volta nella sua naturale veste di direttore d’orchestra – che l’ha visto alla testa delle migliori compagini italiane – il 28 settembre arriva a Locarno in piazza Grande alle 20.30 Ezio Bosso con l’ensemble cameristico che ha tenuto a battesimo lo scorso ottobre al prestigioso StradivariFestival di Cremona con grande successo di pubblico e critica.La StradivariFestival Chamber Orchestra, a tutti gli effetti una vera All Stars Orchestra fondata da Bosso, è composta da stimati cameristi dei migliori ensemble italiani ed europei e sarà essa stessa una novità interessante per il pubblico ticinese, dopo i tanti debutti italiani, non ultimo a Trento nella sua formazione sinfonica.Il programma di Locarno è pensato inoltre come una festa dedicata ai suoi tanti fan grazie alla presenza di alcune delle sue musiche più note per pianoforte nel nuovo arrangiamento per piano ed ensemble d’archi, ma è anche una riflessione sul potere magico della trascrizione che svela i legami tra composizioni di autori e momenti storici apparentemente lontani, ma sempre connessi in un continuo dialogo in divenire che attraverso i secoli giunge fino a noi nuovo e rinnovato.Nella seconda parte del programma Bosso lascerà il pianoforte e dirigerà la Stradivari nella Serenata per archi di Cajkovskij, uno dei momenti che nella scorsa stagione hanno maggiormente colpito il pubblico in tante importanti sale italiane per la capacità del maestro di rileggere un repertorio poco frequentato con una potenza e al contempo una finezza di grandissimo impatto intellettuale ed emotivo. Prezzi: si va dal “Vip dinner package” a 249 franchi che comprende biglietto nelle primissime file sottopalco e cena in piedi con parcheggio riservato e hostess di accompagnamento. Altri biglietti a 119.90/ 99.90 / 79.90. Info su www.mediatickets.ch.

  • «Il lungolago sarà pronto ad aprile 2022». Il costo previsto è di 15 milioni di euro

    Ci vorranno 31 mesi per riavere la passeggiata. Costo stimato: 15 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 10 milioni già spesi in passato.Questo, in estrema sintesi, il futuro del nuovo lungolago, cantiere che da anni – per la precisione dal 2008 – naviga in acque agitate ma che adesso, o meglio ad aprile 2022, sarà concluso. Si parte infatti a settembre del 2019 per chiudere nel 2022. Ieri nella sede cittadina di Regione Lombardia la presentazione del nuovo progetto che, dalle slide esposte, mostra una passeggiata decisamente molto ampia e spoglia (si arriverà a una larghezza massima di 25 metri), che però attende, per essere valutata, di vedere anche quale sarà l’arredo urbano scelto dal Comune di Como.Ma ecco alcuni dettagli: la prima fase dei lavori, il cantiere cosiddetto “progressivo”, avrà una durata di 21 mesi, da settembre 2019 a giugno del 2021, e interesserà progressivamente l’area da Lungo Lario Trieste a Piazza Cavour e i giardini di Ponente. Nella fase 2, il cantiere “mobile” – la cui esecuzione dei lavori è prevista in 10 mesi con avvio nel giugno 2021 e termine nell’aprile del 2022 – sarà costituito da interventi puntuali mai superiori a 15 metri di lunghezza, che investiranno l’area della biglietteria e di Lungo Lario Trento. In questa fase verrà realizzato il pontile galleggiante per disabili che sarà collocato vicino ai giardini di Ponente. Dotato di una piattaforma mobile, consentirà l’accesso ai disabili, dalla costa al piano di imbarco.In caso di acqua alta, i nuovi pontili della Navigazione saranno dotati di pistoni idraulici per permettere di superare la quota delle paratie e garantire l’accesso in sicurezza alle imbarcazioni. Si procederà poi all’adeguamento sismico della vasca “B”, quella già esistente, e verrà demolita la scala a ventaglio; inoltre, sarà realizzata una scalinata in piazza Cavour. Le vasche dunque saranno due e avranno la capacità di raccogliere fino a 10mila metri cubi d’acqua, da riversare poi nuovamente nel lago, una volta passata l’emergenza.Le paratie saranno manuali, verranno stipate dentro degli appositi alloggiamenti presenti lungo la passeggiata e verranno poi estratte e montate da personale addetto in caso di necessità. Le paratie sono costituite da moduli di 30 centimetri, del peso di 18 chilogrammi, modificabili in altezza visto che il profilo del lungolago è differente e quindi potrebbero essere necessari di più moduli in un punto rispetto ad un altro. Altro elemento fortemente voluto dall’amministrazione era quello di mantenere inalterata, nel nuovo piano, l’ampiezza delle carreggiate, e così sarà.Sui tempi il cronoprogramma sembra chiaro, salvo imprevisti che negli anni si sono purtroppo presentati. Se tutto dovesse però andare regolarmente, si prevede che l’approvazione del progetto esecutivo possa essere fissato entro il mese di novembre, la procedura per gara sui lavori verrà avviata entro settembre 2019 e il completamento dell’opera ad aprile 2022.Il completamento dei lavori, le modalità di gestione dell’opera e di manutenzione verranno gestite e sostenute economicamente dalla Regione.

  • Il Lario è vicino al minimo storico. La denuncia di Legambiente:  «Bacino in uno stato pietoso»

    Il Lario è vicino al minimo storico. La denuncia di Legambiente: «Bacino in uno stato pietoso»

    Allarme rosso per il livello del Lago di Como. In attesa delle piogge attese per queste ore, da Malgrate arriva la segnalazione di un calo continuo e sensibile del livello del Lario, ormai a pochi centimetri dal minimo storico (dal 1946 ad oggi) fatto registrare nel 1993. I dati di ieri pomeriggio alle 14 segnavano un preoccupante -28,4 sullo zero idrometrico, quando la media di questo periodo dell’anno dovrebbe essere di +45,5. Il record storico, come detto, è ormai vicinissimo, posto a -36. Ma rispetto a ieri mattina il lago è sceso di più di un centimetro, due centimetri solo se paragonato alla quota di mercoledì.Un calo importante dunque che potrebbe essere salvato solo dalle piogge in arrivo. L’allarme del resto era già stato lanciato a inizio settimana da Legambiente, che con un comunicato stampa aveva segnalato lo stato di crisi dell’invaso lariano, il peggiore di tutti i laghi prealpini. «È ormai chiaro che è stato superato il limite delle disponibilità idriche», scriveva Legambiente, puntando il dito però non contro la siccità – «gli apporti di acqua al Lago di Como sono stati dall’inizio dell’anno perfettamente in media con gli ultimi 70 anni» – bensì contro l’agricoltura e la coltivazione del mais, che è «coltivato su quasi 300mila ettari di terreno in Lombardia» ed è la coltura che in assoluto «più esigente d’acqua di tutte» ed arriva «a maturazione proprio in agosto».Nessuna siccità dunque per Legambiente, ma precise scelte dettate dalle regolazioni delle dighe che operano «in funzione dei bisogni della pianura», senza contare però «lo stato pietoso in cui versano i laghi prealpini e in particolare il Lario».E i numeri rilevati ieri a Malgrate, in effetti, confermano le previsioni che erano state fatte a inizio settimana. Del resto che la situazione fosse al limite lo si era già capito nei giorni scorsi con l’affiorare di spiagge e ciotoli un po’ ovunque, dove di solito però c’è acqua.«Quella del 2018 è stata finora, dal punto di vista delle precipitazioni, un’annata assolutamente normale – commenta al riguardo Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Gli apporti di acqua al Lago di Como sono stati perfettamente allineati con quelli degli anni passati. E perfino agosto il bacino montano dell’Adda si è rivelato piovoso». Nessuna siccità, dunque, ma precise scelte.E solo le precipitazioni di queste ore potrebbero salvare la situazione.

  • Il Giro di Lombardia diventa anche un’occasione solidale

    Il Giro di Lombardia diventa anche un’occasione solidale

    Il Giro di Lombardia diventa anche un’occasione solidale. L’organizzazione e l’amministrazione comunale hanno scelto di promuovere l’iniziativa della parrocchia Sant’Antonio di Padova di Como in programma domenica 7 ottobre, a sostegno dei francescani conventuali che ospitano centinaia di persone rimaste senza casa dopo le gravi inondazioni nello stato del Kerala in India. Domenica alle ore 21 in parrocchia (via Kolbe 3, Como) si svolgerà il concerto di solidarietà con la partecipazione straordinaria di Megumi Akanuma, soprano, laureata in canto in Giappone e diplomata in Italia, nominata cavaliere per meriti culturali e artistici, accompagnata dal maestro Filippo Farinelli. Tutte le offerte raccolte durante le messe di sabato e domenica inoltre saranno devolute a questo progetto di carità

  • Il giardino di Pupa Frati diventa un libro

    Il giardino di Pupa Frati diventa un libro

    Da discarica abusiva a parco di eccellenza. Un punto d’incontro per la comunità locale e per i molti turisti che visitano il Lago di Como. Un’oasi di pace, lungo il greto di un torrente e lungo la cinta di Villa d’Este. Che si dipinge di colori e odori fragranti in ogni stagione dell’anno e recentemente è diventata un vero e proprio percorso botanico. Che include piante ed essenze provenienti, originariamente, da luoghi lontani ed esotici, ma che con il tempo furono assimilate dall’habitat locale, diventando piante comuni. Il tutto arricchito da un rigoroso sistema di cartelli con etichette in porcellana a prova di intemperie. È la storia esemplare del “Giardino della Valle” di via Plinio a Cernobbio. E della sua artefice, Pupa Frati, donna discreta quanto caparbia, oggi 90enne. Per tutti è “Nonna Pupa”.  Il Giardino della Valle è in realtà un parco pubblico visitabile ogni giorno dell’anno e a ogni ora del giorno. Piccolo, se confrontato con l’attigua tenuta a cinque stelle del grand hotel Villa d’Este, ma comunque significativo proprio per la sua storia. Tenacemente strappato al degrado, e costantemente oggetto di cure amorevoli della sua principale salvatrice ma anche di tanti volontari che lo hanno, stagione dopo stagione, arricchito di tantissime essenze, dell’area mediterranea, ma anche di provenienza esotica. Ormai divenute “di casa”, a Cernobbio. E si tratta di un parco spesso animato da eventi culturali. All’inizio il “Giardino della Valle” ha dovuto soffrire qualche vandalismo. È stato preda di sbandati. Ma col tempo per fortuna l’incuria è stata man mano circoscritta.Pupa ha iniziato a lavorare al giardino cernobbiese 36 anni fa. Allora era un’impenetrabile giungla di frasche e immondizie.

    Ora questa storia è diventata un libro,Il giardino di Nonna Pupaedito da Carlo Pozzoni, sarà presentato venerdì 9 novembre alle ore 18.30 con l’autrice Manuela Moretti e Pupa Frati che  dialogheranno  con Pierluigi Ratti, paesaggista, presso “The Art Company” in via Borgovico 163 (cortile interno) a Como. Ingresso gratuito.

  • Il Ghisallo pronto ad accogliere Museeuw. Venerdì l’incontro con l’iridato di Lugano 1996

    Il Ghisallo pronto ad accogliere Museeuw. Venerdì l’incontro con l’iridato di Lugano 1996

    Una serata con un campione che ha scritto grandi pagine di storia del ciclismo in attesa del Giro di Lombardia 2018.Venerdì prossimo al Museo del Ghisallo di Magreglio sarà ospite il belga Johan Museeuw. Classe 1965, l’ex ciclista salirà sul colle sacro ai ciclisti con un folto gruppo di amatori del suo Paese. Museeuw sarà al Museo alle 18.30, dove si racconterà e sarà disponibile ad incontrare i suoi ammiratori; poi parteciperà ad una cena aperta a tutti gli appassionati (per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 031.965885).Nel suo curriculum sportivo il belga vanta undici successi nelle gare di Coppa del Mondo, tre Parigi-Roubaix e altrettanti Giri delle Fiandre. Spicca poi la vittoria ai Mondiali di Lugano del 1996.E proprio per ricordare quella giornata, venerdì sarà ospite a Magreglio lo svizzero Mauro Gianetti, secondo in quell’edizione della corsa iridata e tra l’altro trionfatore, da Professionista, in un’Amstel Gold Race e in una Liegi-Bastogne-Liegi. Altri invitati, Marino Vigna e Domenico De Lillo.Il presidente della Fondazione Museo ha invitato anche Paolo Bettini, che ha dato una disponibilità di massima, ma il campione toscano solo all’ultimo saprà se potrà essere o meno presente, a seconda dei suoi impegni con gli sponsor legati all’imminente “Lombardia”.Proprio a Bettini al Ghisallo è dedicata una mostra fotografica; nell’imminenza dell’arrivo della “classica”, a Magreglio da ieri si possono trovare altre due esposizioni speciali. Una è dedicata proprio al Giro di Lombardia, l’altra a Vincenzo Torriani, lo storico patròn delle competizioni ciclistiche del nostro Paese.Un nuovo evento, quello di venerdì, con un ospite prestigioso, che in questo 2018 fa seguito alle visite al Museo di personaggi del calibro di Vincenzo Nibali, Andrew Hampsten e il già citato Paolo Bettini.