Un tavolo per la sicurezza interamente dedicato all’arrivo dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Laglio.Questa mattina, alle 10.30 in via Volta, il prefetto ha convocato i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle autorità comunali e provinciali per discutere i dettagli di una macchina organizzativa che si presenta comunque abbastanza complessa.La villa di George Clooney sarà sorvegliata da vicino da decine di persone: carabinieri e polizia, ma anche uomini della sicurezza Usa. Sia la vecchia Regina sia il tratto di lago antistante le dimore dell’attore hollywoodiano saranno pattugliati e tenuti sotto strettissima sorveglianza.Barack Obama, che dovrebbe arrivare a Laglio venerdì con la moglie e le due figlie, si fermerà sino a domenica. Dormirà quindi per due notti all’Oleandra.La sera di sabato è quasi scontato che l’ex presidente degli Usa andrà in barca all’Isola Comacina per assistere ai fuochi della sagra di San Giovanni. Uno spettacolo di cui Clooney è appassionatissimo, tanto da non mancare quasi mai all’appuntamento.Intanto a Laglio sono pronti a sbarcare anche giornalisti da tutto il mondo. Il sindaco Roberto Pozzi ha confermato ieri ai microfoni di Etv di aver ricevuto «richieste da tv nazionali» di piazzare i propri mezzi nei pressi della villa, in un punto che però la prefettura vorrebbe destinare alle auto delle forze dell’ordine.
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Bambino fuori pericolo dopo la paura in piscina a Cantù
È fuori pericolo il bambino di 9 anni che ieri ha rischiato di annegare nella piscina all’aperto di Cantù, dove stava trascorrendo la giornata con gli amici dell’oratorio estivo.Il bambino si è sentito male mentre nuotava con degli amici nella vasca più grande, che ha una profondità di un metro e 60 centimetri. L’intervento dell’assistente bagnanti è stato immediato. Il bagnino si è gettato in acqua, lo ha portato sul bordo della vasca e ha iniziato le pratiche di rianimazione con i colleghi. Trasportato in elicottero all’ospedale di Bergamo, era stato ricoverato in terapia intensiva, in prognosi riservata, anche se fortunatamente trapelava ottimismo. Oggi è giunta l’attesa buon notizia, il piccolo è fuori pericolo e sarà spostato in un reparto di degenza.
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Architetti e ingegneri, l’accordo di collaborazione: reciprocità tra Italia e Svizzera
Parola d’ordine reciprocità, da una parte e dall’altra del confine. Questo il senso della strada tracciata ieri tra Ordine Ticinese degli Ingegneri e degli Architetti Otia e gli Ordini degli Ingegneri e Architetti delle Province di Como, Lecco, Novara, Varese e Verbano Cusio Ossola. La collaborazione vuole garantire reciprocità di accesso ai mercati per ingegneri e architetti e combattere la concorrenza sleale. Si tratta di un iter complesso, che proseguirà nei prossimi mesi, step by step. Verrà affrontato il tema dei progetti per la realizzazione di opere edili sia con committenti pubblici sia con privati.Sul piatto della bilancia, anche la formazione continua degli ordini e la deontologia professionale, che andrebbero uniformate tra Italia e Svizzera.Il dibattito è in corso da tempo e il confronto proseguirà, come anticipato, nei prossimi mesi. Tra i primi obiettivo anche lo sviluppo di una applicazione digitale in modo da promuovere i progetti realizzati da una parte e dall’altra del confine.
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Albertina Nessi ricorda il mitico chef “Cotoletta”
Albertina Nessi, figlia di Lino, nato nel 1908, che fu lo chef della Locanda dell’Isola noto come “Cotoletta”, ha scritto un libro utile per capire l’humus culturale del territorio,L’isola che c’era(pp. 255, 12 euro). Illustra la vita di una figura ormai mitica del Lario, appunto il padre di Albertina. Morto nel ’91, conquistò al locale dell’unica isola del Lario una stella Michelin con i suoi originali piatti. Su tutti il menù completo con primizie del lago: «Antipasto all’isolana, pesce alla contrabbandiera, rottami di pollo in padella, grana all’escavadora, arance alla castellana».Ma, soprattutto, Lino seppe far rivivere l’isola. «Ai tempi di papà le acque del lago erano più limpide e trasparenti» ha ricordato in una intervista al “Corriere di Como” Albertina, che nel libro scrive in prima persona ma alterna anche come voci narranti quella del padre e quella dello stesso Lario che ne ha vissuto le gesta culinarie e culturali. La famiglia del “Cuteleta” ebbe modo di soggiornare, sull’isola, in una delle case razionaliste dell’architetto Lingeri. E ospitò alla locanda illustri ospiti come l’attore Gregory Peck e il nostro Ugo Tognazzi. Tra le pagine del “libro degli ospiti” spiccano le firme di Cary Grant, Anne Baxter, Jeanne Moreau, e poi politici: Nenni, Craxi, Adenauer. E autografi del regista Alfred Hitchcock, che alla locanda scattò una celebre foto a un cameriere regalando poi uno dei primi modelli di Polaroid proprio allo chef, in segno di ringraziamento per la schietta ospitalità.«Ero una bambina – ha ricordato Albertina in una intervista al nostro giornale quando è stato introdotto il ticket d’ingresso all’isola – quando furono ultimati gli scavi archeologici, ricordo la fatica che si fece per portare alla luce quei reperti. Allora c’erano sull’isola con noi un custode e due contadini. E pertanto c’era un certo controllo per arginare il degrado. L’isola era meta di gitanti per i classici pic-nic domenicali. Al loro passaggio lasciavano rifiuti di ogni genere, e si portavano via anche reperti come i tasselli dei mosaici. Senza contare le case per artisti del razionalista Lingeri, devastate e saccheggiate nel corso degli anni. Con mia sorella il lunedì successivo sconsolate andavamo in perlustrazione sull’isola per fare la conta dei danni. Sono questi ricordi a farmi dire oggi che il ticket che si paga per salire sull’isola è utile».Lino con l’aiuto di un club di “Amici dell’Isola”, formato da industriali e setaioli di Como, «riportò la vita e la prosperità su quell’isolotto selvaggio e impervio, popolato da bisce e gatti selvatici, custodito da un contadino permaloso che al calar della sera lasciava l’isola con la sua barca a remi, scagliando mugugni e improperi contro chi pretendeva di usurpare la terra delle sue capre e vacche al pascolo – ricorda oggi Albertina – La prima locanda, costruita a mano sui resti di un’ antica chiesa, fu inaugurata, nel settembre del 1948».Non mancarono gli incidenti. «I primi due presidenti del club, Carlo Sacchi, e Sandro de Col, perirono tragicamente. Il primo ucciso a Villa d’Este da una dama infuriata dalla gelosia. Il secondo in un incidente di motonautica – ricorda Albertina – Ce n’era abbastanza per scoraggiare anche il più intrepido fra i soci di quella associazione: ma non il Cotoletta, il quale, forte e caparbio, decise di continuare in quell’impresa, con l’aiuto di un esorcismo suggeritogli da una scrittrice inglese, una delle prime ospiti della Vecchia Locanda. Un rito del fuoco nel quale mescolando in un ampio calderone di rame, bucce di arance, limone e erbe selvatiche irrorate e incendiate da robuste dosi di brandy e caffè, intratteneva i suoi ospiti dopo ogni pranzo e cena, raccontando loro la storia dell’isola, e invitandoli a ricollegarsi con il pensiero alle anime dei primi abitanti dell’isola».«Al culmine di un successo che vide la Locanda diventare famosa in tutto il mondo, meta privilegiata di Vip come Reza Pahlavi, lo Scià di Persia – ricorda Albertina – il Cotoletta si ritrovò a narrare la storia dell’isola con il rito propiziatorio del fuoco, proprio davanti ad Alfred Hitchcock, che dal 1964 al 1972, non mancò mai di visitare l’isola e pranzare alla Locanda, prediligendo le giornate tempestose, che sul lago illuminavano spesso sinistramente con lampi e tuoni l’intero paesaggio. Divenne amico del Cotoletta, e in segno di riconoscenza per la sua ospitalità gli fece dono anche di una Polaroid nuova e fiammante, con tre fotografie scattate personalmente e autografate dal grande regista. I fuochi dell’isola, spettacolo fortemente voluto anche dal Cotoletta nei primi anni Cinquanta, riportano così alla memoria tante cose custodite nel cuore di quest’isola, prezioso scrigno di storia che non finisce mai di stupire».
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Centi chiama a raccolta gli ex azzurri: «I valori del passato per guardare al futuro»
Un ritorno gradito che va ad allineare il Como al suo passato, con gli uomini che ne hanno scritto la storia e che ora si preparano a costruirne il futuro. Va letto in questo senso l’arrivo di Giancarlo Centi come responsabile del settore giovanile. A 60 anni, compiuti lo scorso 14 maggio, è tornato in viale Sinigaglia il capitano degli azzurri della serie A anni ’80.Negli scorsi giorni l’annuncio ufficiale, ieri la presentazione con un Centi emozionato, commosso nel ricordare la figura di Mino Favini, recentemente scomparso, e i suoi insegnamenti.L’ex numero 4 azzurro nel spiegare il suo progetto cita Catone, Socrate, la Bibbia e Mark Elliot Zuckerberg, il fondatore di Facebook.Per la stagione 2019-2020 il settore giovanile del Como avrà cinque formazioni, si allenerà nello stesso centro sportivo della prima squadra, con open day fissato per il 1° luglio allo stadio Sinigaglia per i ragazzi nati fra 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010.Sul fronte degli allenatori che saranno a fianco di Centi nel vivaio, l’unico nome certo è quello di Christian Boscolo. Contatti in corso con Giacomo Gattuso, Massimo Cicconi e Mario Corti.«Siamo allineati nel modo di intendere il settore giovanile e accompagnare i ragazzi in termini educativi e calcistici, con lui ci sono una visione comune e la voglia di fare qualcosa di importante» ha detto il direttore sportivo Carlalberto Ludi, nel presentare il nuovo coordinatore del vivaio del club lariano.«Volevo rimanere nel mondo del calcio ma non mi andava di fare il responsabile del settore giovanile – ha detto Centi – Ma parlando con Ludi ho ritrovato passione ed entusiasmo».Giancarlo Centi è stato chiaro sui principi che caratterizzeranno il suo lavoro. «Como è sempre stato un posto che ha aiutato a crescere i calciatori e che ha insegnato valori: senso di appartenenza, altruismo, amore per quello che stai facendo, il sacrificio. Parole alla base di un settore giovanile, da insegnare soprattutto a quel 90% dei ragazzi che non firmeranno un contratto da calciatori professionisti».Il responsabile del vivaio ha ammesso di essere in ritardo, valuterà i ragazzi che già fanno parte del settore giovanile e quelli che erano al Como e che sono andati in altre realtà. C’è poi da «scegliere la squadra degli adulti – ha aggiunto – le persone adatte a stare con i giovani: devono avere responsabilità, lealtà e iniziativa, ossia dare qualcosa in più se si sentono partecipi del progetto».Centi si è commosso nel ricordare Mino Favini, storica guida del vivaio del Como, scomparso poche settimane fa. «Non è andato via, è dentro ogni persona che è stata a contatto con lui. Diceva sempre: non è importante quello che si lascia, ma quello che si riesce a trasmettere. E ciò che ci ha trasmesso rimane dentro di noi».E non è un caso che Centi stia guardando, nello scegliere le persone che saranno al suo fianco, a personaggi che sono legate, in un modo o nell’altro, ai colori della società lariana. «Le persone contattate hanno vissuto esperienze al Como come calciatori o istruttori – ha concluso – Un dato importante perché, conoscendo il passato si può costruire il futuro, ragionando sul presente».
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Rischia di annegare in piscina: salvato dall’intervento del bagnino
C’erano circa 300 bambini degli oratori, ieri mattina, nell’impianto all’aperto della piscina comunale di Cantù in via papa Giovanni XXIII. Una situazione di gioiosa confusione, con le vasche e gli scivoli d’acqua pieni di ragazzi pronti a tuffarsi per giocare e rinfrescarsi. Una giornata di sole e spensieratezza che ha rischiato, in un attimo, di trasformarsi in tragedia. Dramma evitato grazie alla prontezza dei bagnini dell’impianto che sono intervenuti immediatamente salvando un ragazzo di 9 anni dall’annegamento.Il giovane, da quanto è stato possibile ricostruire, si trovava in mezzo a un altro gruppo di amici, in un punto dove la vasca è profonda un metro e 60 centimetri. All’improvviso avrebbe accusato un problema, non si sa se per un malore oppure per altri motivi.Il bagnino si è però accorto che qualcosa non andava, che il bambino annaspava e piano piano finiva sott’acqua. È subito intervenuto, recuperando il giovane (un ragazzo che era giunto con il gruppo di un oratorio di Cantù) portandolo a bordo vasca.Il piccolo però aveva già bevuto acqua in abbondanza, perdendo i sensi. Con le manovre consone lo staff della piscina è riuscito a far rigettare l’acqua bevuta e a recuperare il ragazzino che è poi stato affidato alle cure del 118, nel frattempo contattato e intervenuto sul posto con un’ambulanza della Croce rossa di Cantù, un’automedica e l’elicottero decollato da Milano. I genitori, avvisati dell’accaduto, avevano nel frattempo raggiunto la piscina.Il bambino è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Bergamo dove la prognosi è tenuta riservata. È ricoverato nel reparto di Terapia intensiva.Non verranno forniti ulteriori dettagli prima di 24 ore, il tempo necessario allo staff medico nel nosocomio orobico per valutare la situazione del giovane che tuttavia sembrerebbe fuori pericolo.Nell’impianto di Cantù sono arrivati anche i carabinieri della stazione del paese che hanno raccolto informazioni sull’accaduto. L’incidente è avvenuto pochi minuti prima delle 11.
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La chiusura dell’asilo Sant’Elia: si cerca un’altra struttura per gli 80 alunni
Asilo Sant’Elia, è subito scattata la ricerca di un nuovo posto per gli 80 bambini che a settembre non potranno rientrare nell’edificio di via Alciato.«Già nelle prossime ore la dirigente scolastica, Valentina Grohovaz, insieme agli uomini del settore tecnico, farà dei sopralluoghi nelle strutture in cui si potrebbero ospitare gli alunni del Sant’Elia», spiega l’assessore all’Edilizia pubblica, Vincenzo Bella. Come noto l’asilo Antonio Sant’Elia chiuderà a fine giugno per non riaprire prima di Pasqua 2020. Si sono infatti rivelati urgenti una serie di lavori sull’edificio che porteranno al completo rifacimento di 1.000 metri quadrati di controsoffitti all’interno della struttura razionalista progettata da Giuseppe Terragni negli anni Trenta. Interventi per i quali sono stati stanziati dalla giunta 450mila euro.E immediata è scattata la preoccupazione per riuscire a trovare una nuova casa ai bambini. «Si tenterà di non smembrare le classi ma al momento ogni ipotesi è prematura perchè devono essere fatte tutte le valutazioni del caso», aggiunge sempre l’assessore Bella. Su questo tema molto delicato interviene anche l’assessore competente, Angela Corengia. «Stiamo valutando possibilità limitrofe all’asilo stesso. Dobbiamo però verificare la sussistenza di tutta una serie di requisiti. Dovranno ad esempio avere i bagni per un certo numero di bambini, aule e refettori abbastanza grandi», spiega l’assessore Corengia. «Insieme all’ufficio tecnico abbiamo già avviato queste verifiche e stiamo valutando ogni possibile alternativa». E rivolta ai genitori dei bambini, che ovviamente vivono con apprensione questa situazione, l’assessore chiude dicendo: «mi auguro di poter dire qualcosa entro fine mese. Allo stato attuale non sappiamo ancora niente. Tutto dipenderà anche dalle decisioni che verranno condivise anche con il preside e i tecnici».
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Omicidio di Veniano. «Hanno iniziato a litigare, è stato un attimo». Sentiti gli amici del giovane ucciso a Veniano
«È durato un attimo». «Abbiamo visto che litigava, poi che veniva verso di noi». «È caduto a terra, privo di sensi». Erano una decina gli amici di Hans Junior Krupe che si trovavano con lui a Veniano la sera delle coltellate che sono costate la vita al ragazzo 25enne. I giovani, comprensibilmente sotto shock, sono stati sentiti in queste ore dai carabinieri della compagnia di Cantù che stanno indagando sull’assurdo omicidio avvenuto domenica intorno alle 22.20. Il giovane, al momento della lite mortale, era da solo, accanto alla fontanella del campo sportivo appena fuori dagli spogliatoi.L’uomo che ha posto fine alla sua esistenza in modo tanto barbaro quanto inspiegabile, era poco lontano.Non si conoscevano, non si erano mai visti.La lite sarebbe partita per uno schizzo d’acqua. Forse più di uno, ma tanto non basta per levare dalle contestazioni del pm anche l’aggravante dei futili motivi. Perché di questo si tratta.L’arrestato, Gabriele Luraschi, papà 47enne di Fenegrò, che era al parco con la moglie e i due figli piccoli, di 11 e 7 anni, non solo ha litigato con il ragazzo, ma ha anche estratto dalla tasca un coltello a serramanico.«Lo portavo sempre con me», avrebbe detto a chi lo interrogava. Vero, perché negli anni ’90 era stato segnalato proprio per il porto di oggetti atti ad offendere.Ma il fatto non è solo questo. L’arma usata è infatti un coltello a serramanico, non di quelli che si aprono a scatto premendo un bottone, bensì del tipo con la lama che deve essere aperta a mano, con un gesto volontario. La lama non può “scattare” per errore, dopo aver accidentalmente premuto il bottone. No, la lama deve essere presa e tirata, armando il coltello. Un gesto quindi che il 47enne avrebbe compiuto nei pochi attimi passati dalla lite alla colluttazione nel parco di Veniano. L’incarico per l’autopsia è stato affidato ieri mattina dal pubblico ministero di turno in Procura a Como, il sostituto Pasquale Addesso. Anche dall’esame autoptico dipenderanno molti punti che finiranno nelle contestazioni all’operaio serigrafico che, fino a domenica sera, era descritto da chi lo conosce come dedito solo al lavoro e alla famiglia. Perché il fendente già si sa che non è stato uno solo. Per almeno due volte il braccio dell’uomo ha colpito il 25enne, forse anche tre o addirittura più volte, anche se molte lesioni sarebbero superficiali. L’arma è stata posta sotto sequestro, consegnata spontaneamente dall’arrestato quando i carabinieri sono arrivati a suonare alla sua porta, nemmeno un’ora dopo il fatto. Sequestrati anche gli indumenti sporchi di sangue, la maglietta e i pantaloncini. Ha confessato tutto. Prima alla moglie, che a sua volte ha chiamato i carabinieri di Appiano Gentile, poi direttamente ai militari. «Non pensavo di averlo ucciso».L’accusa parla di omicidio volontario aggravato sia dalla presenza di minori, sia dai futili motivi che stanno all’origine del diverbio. Viene contestato anche il porto abusivo d’arma bianca.Contro di lui anche le testimonianze degli amici di Hans Krupe e le telecamere che l’hanno ripreso – prima e dopo l’accaduto – allontanarsi dal parco di Veniano in compagnia della sua famiglia.
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Gregory Molteni, vittoria internazionale nell’Alps Tour
Golf, successo comasco a livello internazionale: lo ha ottenuto Gregory Molteni, che si è imposto nell’Acaya Open Dailies Total 1, disputato sull’impegnativo percorso dell’Acaya Resort a Vernole (Lecce). Il comasco ha superato di misura, dopo un acceso duello, l’austriaco Timon Baltl, con l’argentino Maximiliano Godoy terzo e con Edoardo Raffaele Lipparelli quarto. Quella di Molteni è stata la nona vittoria in campo internazionale dei professionisti azzurri nel 2019, la quarta nell’Alps Tour.Per Gregory Molteni, 37enne comasco, professionista dal 2003, è il primo successo nella serie internazionale Alps Tour.«Sono felicissimo – ha detto il lariano dopo la sua vittoria – perché questo successo è arrivato nel giorno del compleanno di mio padre, a cui lo dedico. E la cosa francamente mi ha emozionato».«È stato un finale veramente complicato – ha aggiunto Molteni – perché Baltl non ha mai ceduto, impegnandomi fino sull’ultima buca. Io ho effettuato degli ottimi colpi al green con i ferri, una delle parti migliori del mio gioco, che sono stati determinanti su un percorso di livello assoluto, che può ospitare tornei di qualsiasi tour per le sue ottime caratteristiche».Il comasco, infine, ha rivelato quella che potrebbe essere stata la ricetta del suo successo: «Ultimamente ho cominciato a insegnare, mi sono distaccato un po’ dal mondo delle gare e questa probabilmente è stata la chiave del risultato, poiché sono rimasto sempre abbastanza rilassato, senza subire tensioni come accadeva in passato».
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Festival estivi, Lugano batte Como
Si prepara al via la nona edizione delLongLake Festival. Dal 28 giugno al 4 agosto, Lugano sarà animata da oltre 500 eventi da vivere all’aperto tra musica, letteratura, teatro, danza, incontri, spettacoli e installazioni d’arte.Impietoso ogni confronto con Como, alle prese con l’annosa emergenza lungolago e un calendario degli eventi estivi che il capoluogo lariano non ha ancora approntato e diffuso in attesa di emanare bandi che coinvolgano più dicasteri, dal turismo alla cultura al commercio. L’idea è far uscire un cartellone da metà luglio a settembre, fa sapere Palazzo Cernezzi per unificare tutti gli eventi in un unico palinsesto, cosa attesa da tempo. Quindi per giugno ci dobbiamo accontentare di iniziative promosse da privati, pur sempre encomiabili, e dai mercatini già da tempo in calendario.Ma torniamo a Lugano. Inaugurazione venerdì 28 giugno alle ore 21 con Francesco De Gregori & Orchestra che proporrà il suo Greatest Hits Live.Il fitto cartellone di eventi del Longlake Festival è articolato in diversi festival tematici, Estival Jazz, Wor(l)ds, Buskers, Roam, Experience e National Days.A inaugurare il festival sarà come detto un grande ospite della scena musicale italiana: venerdì 28 giugno alle 21 Piazza della Riforma ospiterà Francesco De Gregori accompagnato da una grande orchestra che ripercorrerà per la prima volta in un contesto sinfonico i suoi più grandi successi. Aprirà il concerto l’artista Tricarico.Inoltre da giovedì 4 a sabato 6 luglio torna il Lugano Estival Jazz con la sua 41esima edizione, portando in Piazza della Riforma a Lugano nove concerti e in particolare tre serate all’insegna della grande musica con personaggi di altissimo livello.Giovedì 4 luglio saliranno sul palco Marcin Patrzalek, 19enne chitarrista e compositore che lo scorso anno ha vinto “Tu si que vales” Italia, Ray Lema, pianista, chitarrista e compositore fra gli artisti più eclettici accompagnato dall’Orchestra della Svizzera italiana e da Etienne Mbappé, virtuoso del basso famoso in tutto il mondo. E ancora, l’inimitabile crooner italiano Mario Biondi.Il venerdì successivo toccherà a Billy Cobham, uno dei più acclamati batteristi jazz, con il trombettista Randy Brecker. A seguire Zara McFarlane, una delle stelle più luminose del jazz e la grande tradizione musicale brasiliana di Mart’nàlia. Sabato 6 luglio Franco Ambrosetti con la Smum Big Band, Marcus Miller e, in chiusura di festival, gli spagnoli Patax.