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  • Percepivano l’assegno di disoccupazione ma lavoravano in Svizzera: 8 persone denunciate

    Percepivano la cosiddetta Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione. In realtà lavoravano in Svizzera. Otto persone residenti nell’Olgiatese sono per questo motivo state denunciate per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”. Dalle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza si parla di una cifra di oltre 100mila euro percepiti, secondo l’accusa, senza averne diritto.L’operazione è stata condotta dalle fiamme gialle della Compagnia di Olgiate Comasco, nell’ambito delle attività di polizia economico-finanziaria finalizzate alla lotta agli sprechi di denaro pubblico.

    Gli accertamenti sono stati eseguiti nei confronti di otto lavoratori frontalieri i quali, nonostante fossero destinatari della indennità sociale, risultavano essere ancora in possesso del permesso di lavoro “G” rilasciato dalle Autorità elvetiche.

    Questa circostanza ha permesso di approfondire, attraverso controlli incrociati di banche dati e riscontri documentali, le posizioni contributive e previdenziali delle persone coinvolte per le quali non risultava interrotta la carriera assicurativa oltreconfine, testimonianza di una prosecuzione dell’attività lavorativa in concomitanza con i periodi di percezione dell’assegno di disoccupazione.

    I controlli hanno preso in considerazione  tre anni: 2016, 2017 e 2018.

    Gli otto frontalieri, come detto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como per il reato di “Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, mentre le erogazioni a titolo di disoccupazione saranno sospese al fine di procedere al recupero di quanto sarebbe stato percepito illegittimamente.

  • Passerella di vip a “ZelbioCult”

    Passerella di vip a “ZelbioCult”

    Torna il festival “ZelbioCult” che propone incontri d’autore con vip della cultura nazionale “su quell’altro ramo del Lago di Como” condotti da Armando Besio, giornalista di “Repubblica” da sempre innamorato della località lariana.Si parte il 30 giugno con un concerto dell’orchestra “I Pomeriggi musicali” di Milano in collaborazione con il “Festival di Bellagio e del Lago di Como” che proporrà musiche di Albinoni, Geminiani, Bach e Dvorák.Il valzer degli ospiti inizierà il 6 luglio con Lucetta Scaraffia – professoressa di Storia contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma – autrice di “Tra terra e cielo”, ossia l’avventura di Francesca Cabrini, la piccola grande suora lombarda che attraversò l’oceano per portare aiuto agli emigrati italiani nelle Americhe.Sabato 13 luglio toccherà a Elisabetta Vergani che racconterà vita e poesia della scrittrice lariana Antonia Pozzi in uno spettacolo teatrale. Il 19 luglio conferenza di Stefano Zuffi su Leonardo nel 500° della morte e il 27 luglio spazio a Nando Pagnoncelli, noto sociologo e presidente dell’istituto Ipsos, che parlerà sul tema “La penisola che non c’è”.Si discuterà poi di architettura il 3 agosto con Mario Botta nella conversazione su “Angeli, arcangeli e demoni del Ticino” ossia le grandi bellezze della Svizzera Italiana raccontate dal celebre architetto. Il 10 agosto Claudio Rossi racconterà la storia ritrovata di Giuseppe Pizzala, zelbiese da scoprire, con la partecipazione della cantante Angeles Aguado Lopez.Spazio al tennis sabato 17 agosto con lo scrittore e giornalista comasco Gianni Clerici che racconterà la sua straordinaria collezione di quadri e sculture. Si parlerà poi di media il 24 agosto con il grande giornalista Giulio Anselmi e spazio alla letteratura con Bjorn Larsson il 31 agosto: lo scrittore svedese, autore del bestseller “La vera storia del pirata Long John Silver”, parlerà del suo ultimo romanzoLa lettera di Gertrud(e della sua vita).Gli incontri del festival culturale si svolgeranno nel teatro di Zelbio in piazza della Rimbembranza dalle 21, ingresso libero.Il concerto del 30 giugno sarà nella chiesa della Conversione di San Paolo alle 17 e sarà esso pure a ingresso libero fino a esaurimento posti.

  • Pallacanestro Cantù, c’è la firma: Cesare Pancotto è il nuovo allenatore

    Pallacanestro Cantù, c’è la firma: Cesare Pancotto è il nuovo allenatore

    Cesare Pancotto è il nuovo allenatore della Pallacanestro Cantù. Dopo aver definito i dettagli dell’uscita con Montegranaro, il tecnico 64enne di Porto San Giorgio ha firmato il contratto che lo lega alla società brianzola per la prossima stagione.

    Nato nelle Marche l’8 gennaio 1955 a Porto San Giorgio, in provincia di Fermo, Pancotto è reduce da un ottimo campionato di A2 con i colori della Poderosa Montegranaro. L’esperto tecnico marchigiano fa ritorno nella massima serie dopo due anni e mezzo. La sua ultima apparizione in A, infatti, risale alla stagione 2016-’17, al timone della Vanoli Basket Cremona.

    «Siamo molto soddisfatti che il nostro nuovo allenatore sia Cesare Pancotto, un professionista di grande caratura sulla cui carriera sarebbe superfluo spendere parole – ha detto il general manager di Cantù, Daniele Della Fiori –  Cesare è un tecnico esperto ma ancora pieno di entusiasmo, che può calarsi in fretta nella nostra realtà e adattarsi fin da subito al tipo di sfida che ci apprestiamo a vivere. Abbiamo scelto non solo un ottimo coach, ma anche una persona dalle indubbie qualità umane»

  • Orti urbani in via Ennodio

    Orti urbani in via Ennodio

    Sono finalmente pronti a Como gli orti urbani realizzati in via Ennodio all’interno del progetto “La Rebbio che vorrei – partecipata, verde, resiliente”. La cerimonia di inaugurazione è prevista domani, sabato 15 giugno nell’ambito della grande festa del quartiere che vede al centro la parrocchia di San Martino. Si parte alle 11 con il laboratorio per bambini “Bee-bomb: bombe di semi in carta riciclata per seminare il mondo di piante amiche delle api”, alle 11.30 presentazione progetto con condivisione degli obiettivi raggiunti e brindisi. Dalle, 12 picnic autogestito aperto a tutti e alle 13.30 musica con la “Merendino band”.Gli orti urbani di Via Ennodio rappresentano per il quartiere di Rebbio un nuovo luogo strategico di aggregazione e coesione sociale, di incontro interculturale e intergenerazionale, di promozione culturale ed ecologica.Gli orti urbani di via Ennodio sono raggiungibili in pochi passi sia da via Grilloni sia dal Cimitero di Rebbio. In caso di pioggia l’inaugurazione sarà posticipata a data da destinarsi.“Rebbio in festa” prosgue anche il 16 con un ampio calendario di eventi ricreativi, ludici e culturali. Informazioni e programma completo sul sito www.facebook.com/rebbioinfesta.

  • Non consegnò le carte sul Lido: in aula l’ex sindaco di Argegno

    Non consegnò le carte sul Lido: in aula l’ex sindaco di Argegno

    Il Lido di Argegno e le vicende che ne seguirono, non smettono di far parlare nelle aule di tribunale. Ieri mattina si è aperto il processo a carico dell’ex sindaco, Roberto de Angeli, nella foto, accusato da un consigliere di omissione di atti d’ufficio. In pratica, secondo quanto contestato nel capo di imputazione, il primo cittadino in carica in quegli anni si sarebbe rifiutato di fornire la documentazione richiesta relativa al Lido entro il termine previsto di 30 giorni. Né, in seguito, avrebbe «risposto per esporre le ragioni del ritardo». Il consigliere di minoranza Renato Acquistapace, che ieri mattina si è costituito parte civile, aveva richiesto in due occasioni, il 13 marzo e il 9 aprile 2016, copia delle autorizzazioni paesistiche e altri atti relativi al Lido di Argegno che tuttavia non furono consegnati nei tempi previsti. Da qui il fascicolo che è approdato in aula con una imputazione coatta. L’udienza di ieri è servita – come detto – solo per le questioni preliminari e per accogliere la costituzione di parte civile. Poi tutto è stato rinviato a novembre quando verranno sentiti i testimoni, funzionari, tecnici e dipendenti comunali. L’ex sindaco è assistito dall’avvocato Walter Gatti. Il Lido era stato “processato” anche per le opere di ristrutturazione in cui la Procura aveva individuato abusi edilizi. Vicenda chiusa con assoluzione per tutti già diventata definitiva.

  • Mostra d’arte sui migranti nella chiesa di Rebbio

    Mostra d’arte sui migranti nella chiesa di Rebbio

    Il dramma quotidiano dei migranti ispira, come avviene alla Biennale di Venezia, una provocatoria mostra d’arte, con opere in cemento di colore azzurro a simboleggiare il mare e i corpi dei naufraghi in fuga dalla povertà di colore nero a bordo dei barconi nel Mediterraneo.Sono i soggetti di alcune opere recenti dello scultore comasco Pantaleo Cretì, volutamente scioccanti, ospitate per breve tempo all’interno della chiesa di San Martino a Rebbio in occasione della tradizionale manifestazione del quartiere cittadino “Rebbio in Festa” che è in programma il 15 e il 16 giugno.Un luogo non casuale quello scelto per la mostra, dato che la parrocchia prepositurale di San Martino a Rebbio da tempo grazie alle iniziative del parroco don Giusto Della Valle si è impegnata non senza polemiche nell’accoglienza dei migranti,sono una quarantina quelli ospitati attualmente.La parrocchia è già stata interessata dalla presenza di un artista contemporaneo: Vittorio Mottin ha infatti realizzato numerosi dipinti murali nelle aree riservate alle attività del Grest e dell’oratorio, all’accoglienza di associazioni e persone in difficoltà. Proprio il parrocodi San Martinodon Giusto ha voluto che le opere di Pantaleo Cretì vengano ospitate all’interno della chiesa di fronte all’assemblea della comunità in preghiera,nella cappella della Madonna della Consolazione detta anche “Madonna della cintura”.Una decina le opere di Cretì esposte domani e domenica, tra le sculture una evoca il dramma dei bambini abbandonati durante le traversate del Mediterraneo. Non mancano alcune tele pittoriche recenti del maestro comasco.

    Pantaleo Cretì è nato nel 1948 a San Donato (Lecce), e vive a Como. Ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte all’istituto “Teresa Ciceri”. Ha iniziato a esporre  al  Broletto in piazza Duomo a Como nel 1976, dove ora torna con Corpi celesti. La prima personale risale invece al ’71. Più recenti le esposizioni comasche in San Pietro in Atrio e alla “Famiglia Comasca”. Il suo discorso   è teso tra irridente ironia e interrogazioni esistenziali profonde, di matrice espressionista. Qualcuno l’ha definito un pittore «primitivo» in cerca di una forte identità spirituale.

  • Minacce e violenze, ospedali sotto attacco

    Minacce e violenze, ospedali sotto attacco

    Minacce e violenze, ospedali sotto attacco

    di Mario Guidotti

    Sono sempre più frequenti gli episodi di violenza sugli operatori negli ospedali. Pronto Soccorso presi d’assalto, minacce, pugni, testate e violenze di vario genere per essere visitati, per avere la precedenza, per far eseguire ai propri congiunti gli esami o le terapie che si è già deciso debbano essere fatte. Ancora, vagabondi nelle sale d’attesa. Botte da orbi tra senza tetto che litigano per il posto più vicino al calorifero, oppure all’aria condizionata, sempre nei locali dei Pronto Soccorso.

    Violenze a carico degli operatori sanitari nei reparti nosocomiali, per far eseguire più velocemente gli esami, per andare a casa prima, per non portare a casa il proprio ingombrante congiunto malato, per portare la torta al parente ricoverato (diabetico, aggiungiamo noi), per fumare nei reparti, per usare, i frequentatori esterni, i bagni dei degenti, e ultimo, chiudiamo in bellezza si fa per dire, per portare la “roba” all’amico che anche in ospedale non vuole proprio farsi mancare niente.

    Così non si può più andare avanti. E non lo diciamo per difendere la categoria, ma gli utenti in primo luogo. Vorreste passare alcune ore in una sala d’attesa magari con il mal di schiena o il mal di testa accanto ad un clochard che russa, bestemmia e fuma? Vorreste essere ricoverati con la mascherina d’ossigeno e la finestra aperta dove l’amico del vostro vicino di letto è fuori a fumare una sigaretta i cui prodotti di degradazione entrano nelle camera di degenza? Vorreste essere curati da un medico e da un infermiere minacciati? Pensate che le loro scelte e decisioni saranno quello più giuste e più scientifiche o quelle più opportune?

    C’era un tempo in cui la sacralità dell’ospedale non veniva messa in discussione, non per privilegi alcuni, ma perché era considerato un approdo sicuro per tutti. “Non si sa mai” si pensava. Ora si è talmente imbarbarito il clima che nessuno si preoccupa di mandare a quel paese (il termine esatto è molto più forte) il medico che ti chiede di non fumare, lo stesso sanitario che ha in mano la tua salute o quella del tuo caro. La difesa a prescindere del proprio io e l’appagamento dei propri desideri immediati supera la ragionevolezza di che cosa è veramente il proprio interesse, in questo caso la salute.

    Soluzioni? Poche ma certe. C’è una guardia giurata che timidamente e timorosamente gira in ospedale la notte, ma immaginatevi voi se si trova davanti da due a cinque energumeni come spesso accade. Le forze dell’ordine, regolarmente chiamate, arrivano quando tutto è ormai successo e servono appena a stilare interminabili verbali quando i nasi sono ormai rotti (oltre ad altri attributi).

    Militarizziamo gli ospedali? Se serve, ben venga. Davanti alla stazione San Giovanni stazionano soldati con jeep militare, li aspettiamo anche in via Ravona e via Santo Garovaglio. Scelgano il Ministero dell’Interno ed i cittadini se sia più opportuno proteggere chi viaggia o chi è malato. Anzi, facciamo entrambi.

  • Martedì prossimo sciopero generale nella sanità privata

    Martedì prossimo sciopero generale nella sanità privata

    Sciopero generale, martedì prossimo, nel settore della sanità privata, proclamato da Cgil, Cisl e Uil della Lombardia. In una conferenza stampa, le organizzazioni sindacali hanno ricordato come il contratto della categoria sia fermo da 12 anni, con una conseguente, notevole perdita del potere d’acquisto e non pochi problemi nell’organizzazione dei servizi erogati nel privato accreditato lombardo in centinaia di strutture. Nella nostra regione gli operatori della sanità privata sono oltre 50mila.

  • Lariowood su Netflix: è il giorno di “Murder Mystery

    Lariowood su Netflix: è il giorno di “Murder Mystery

    Il conto alla rovescia è terminato. Da oggi, infatti, sulla piattaforma Netflix è disponibile per il pubblico la visione del film “Murder Mystery”, girato la scorsa estate sul Lago di Como.L’opera, come sempre avviene su Netflix, dovrebbe essere disponibile questa mattina dalle ore 9.L’attesa è grande per “Murder Mystery”, del colosso californiano fondato da Reed Hastings e Marc Randolph, leader nella distribuzione via Internet di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento.Un film che vede protagonisti Jennifer Aniston e Adam Sandler. Da tempo gira on line il trailer dell’opera, con immagini del centro di Como, di Villa Erba, di inseguimenti nella zona dello stadio Sinigaglia e sulla Statale Regina.Tra i momenti che in molti ricorderanno, ai primi di agosto di un anno fa, l’incidente (vero) di una Ferrari ad Argegno durante le riprese, o piazza Medaglie d’Oro off limits. Da oggi è dunque visibile questo nuovo ed enorme spot per il Lario, Como e tutto il territorio.

  • Il mondo del lusso e il rilancio del Lario

    Il mondo del lusso e il rilancio del Lario

    di Giorgio Civati

    Mentre Como continua a interrogarsi sul proprio futuro economico, dopo un tessile che per decenni ha generato ricchezza e ora stenta un po’ di più, pur restando basilare, voglie di un turismo in crescita ma tutto da consolidare, specie sul fronte delle infrastrutture, proprio dal mondo del lusso arrivano notizie che possono infondere speranze per entrambi gli ambiti. Altagamma, associazione di industrie leader nel lusso e nel bello made in Italy, ha infatti diffuso recentemente i risultati di una ricerca secondo cui fra cinque anni l’Italia avrà bisogno di 236mila nuovi addetti. Raccolta in una pubblicazione dal titolo “I talenti del fare”, l’analisi ha evidenziato con precisione i profili che, da oggi al 2023, diventeranno fondamentali per la crescita delle aziende che “vendono” lo stile di vita italiano, anche oltre confine. Eccellenze che comprendono la ristorazione e il turismo, senza dimenticare l’abbigliamento e quindi il tessile. Ben 236mila posti di lavoro totali, per lo più profili tecnici e professionali, tra i quali oltre 46mila nella moda e 33mila nel settore ospitalità. Altagamma e il suo presidente Andrea Illy lanciano anche un allarme: non sarà semplice formare queste professionalità, fondamentali per le aziende. Ovviamente la riflessione sulle strategie formative proseguirà a livello nazionale, e dalla profonda periferia – quale è Como – poco si può fare. Il territorio lariano, però, non può ignorare questa riflessione e, nel suo piccolo, può e deve cercare di agganciare al meglio la crescita occupazionale. Moda e turismo, infatti, sono due realtà importantissime per la provincia: prepararsi al futuro è un obbligo, anche sul fronte delle nuove competenze da inventare o delle “solite” da consolidare e aggiornare. Un aspetto importante è che il mondo del lusso, del bello e del ben fatto cercherà ancora e sempre manualità, capacità di fare. Artigiani, insomma, in una sintesi forse non correttissima ma vicina alla realtà. Alla presentazione della ricerca, il ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli ha per esempio parlato della necessità di “un serio lavoro di recupero dei mestieri manifatturieri e un’offerta formativa adeguata”. L’economia che ha sostenuto Como nei decenni passati – stiamo parlando del tessile – e quella che sta crescendo a ritmi per certi versi inaspettati – e cioè il turismo – rappresentano dunque una grande opportunità. Siano tessuti o moda, vino o cibo, uno dei must sarà sempre di più la concretezza del saper fare. E se per ristoratori e hotel e divertimento molto è ancora da inventare, il settore tessile parte già  da una grande eccellenza: il Setificio, l’istituto tecnico di settore che ha festeggiato i 150 anni di vita qualche mese fa e che può fare da “base” anche per il futuro. Como ha una grande opportunità: siamo artigiani, magari diventeremo artigiani 4.0 ma la strada dei successi futuri passa da un passato che non deve essere trascurato.