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  • Proiettili al direttore del penitenziario: condannato un 31enne

    Proiettili al direttore del penitenziario: condannato un 31enne

    Si è concluso ieri un processo inviato a Como e nato da una indagine della Dda relativa al Locale di ’ndrangheta di Cabiate. Al centro dell’attenzione c’era un presunto transito di armi dalla Svizzera (Lugano) alla Brianza comasca – due calibro 38, una calibro 9 – da utilizzate per la difesa personale di quelli che poi sono diventati gli imputati.Ovvero un 61enne di Lipomo e un 53enne di Mariano Comense. Entrambi tuttavia ieri mattina sono stati assolti dal Collegio di Como. Una condanna – a due mesi e 15 giorni in continuazione – è stata comunque letta: riguardava, sempre nell’ambito dello stesso stralcio su Como, un episodio del maggio 2013 quando il direttore del carcere di Monza ricevette tre proiettili.Per questo fatto di cronaca a pagare sarà un 31enne di Seregno.

  • Ospedale di Cantù, entro la fine dell’anno si chiudono i lavori per il blocco operatorio

    Ospedale di Cantù, entro la fine dell’anno si chiudono i lavori per il blocco operatorio

    Il punto sugli appalti e tutte le cifre del progetto per il Sant’Antonio AbateEntro la fine dell’anno saranno conclusi i lavori di costruzione del nuovo blocco operatorio dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù. L’Asst Lariana ha bandito nei giorni scorsi la prima delle otto gare per l’acquisizione di arredi, attrezzature e forniture finalizzate ad allestire la nuova piastra chirurgica per un valore di 350mila euro. Sei gare saranno avviate entro giugno e l’ultima, per l’acquisto dei tavoli operatori, entro luglio, per un totale di un milione e 650mila euro di base d’asta.Annunciato anche un nuovo potenziamento tecnologico della Radiologia per un totale di 400mila euro. Il servizio del presidio di via Domea ha appena acquisito un nuovo ortopantomografo digitale di ultima generazione del valore di 48mila euro ed è inoltre in fase di aggiudicazione un ecografo da 62mila euro (Iva compresa) destinato al Day Hospital Medico e all’Ambulatorio di Epatologia. Tutte le novità sono state anticipate ieri nel corso di una conferenza stampa sul progetto di edilizia sanitaria in fase di completamento sopra il Pronto soccorso.«L’iter di realizzazione del nuovo blocco operatorio – hanno sottolineato i vertici di Asst Lariana – è blindato dalla Direzione generale e strategica e monitorato settimanalmente per garantire la piena integrazione e la maggior interdipendenza possibile tra le articolazioni organizzative e amministrative coinvolte».Il cantiere dovrebbe essere consegnato a fine dicembre e, secondo gli uffici competenti, in base al cronoprogramma stilato nei giorni scorsi, il blocco potrebbe essere operativo a partire da marzo 2020.Questa stima tiene conto dei tempi tecnici stabiliti per legge dalle procedure di gara, salvo contestazioni e ricorsi.La Direzione ha anche posto l’accento sul tema dell’assunzione di personale per recuperare il turn-over aziendale del 2018 e sullo studio di una progettualità per il rilancio dell’ospedale di Menaggio.Il Blocco operatorio si estende su una superficie di circa mille metri quadrati e sarà dotato di 3 sale. La sua posizione consentirà una fruizione ottimale dei servizi collocati nello stesso stabile: il Pronto soccorso al piano terra, la Diagnostica radiologica, il Laboratorio analisi e il Centro trasfusionale al piano seminterrato. Per le realizzazione delle opere edili e strutturali, per gli impianti termomeccanici e per quelli elettrici l’investimento complessivo è di oltre 3 milioni di euro, in buona parte assegnati dal Ministero della Salute, mentre la restante quota arriva dalla Regione.Infine, è in fase di acquisizione una nuova diagnostica radiologica digitale di Pronto soccorso per un investimento di 300mila euro che consentirà di eseguire gli esami anche nelle camere di degenza senza spostare il paziente.

  • Niki Lauda, tre anni fa l’incontro vicino a Como. L’intervista e il ricordo

    Niki Lauda, tre anni fa l’incontro vicino a Como. L’intervista e il ricordo

    Niki Lauda poco più di tre anni, nell’ambito di un tour promozionale per il suo sponsor, fu ospite del Casinò di Mendrisio. Oggi la sua scomparsa all’età di 70 anni. In suo ricordo riproponiamo il collegamento all’articolo pubblicato quel giorno, con una intervista a tutto campo su svariati argomenti sul mondo della Formula 1 e con un riferimento, prima di tutto, ad Arturo Merzario, il pilota comasco che gli salvò la vita dopo l’incidente a Nurburgring nel 1976.

  • Merzario ricorda Lauda: «Perdo un amico-nemico,  ma gli ho donato 42 anni»

    Merzario ricorda Lauda: «Perdo un amico-nemico, ma gli ho donato 42 anni»

    Tra i tantissimi che ieri hanno lasciato toccanti messaggi di addio a Niki Lauda, leggenda della Formula 1, scomparso a 70 anni in una clinica svizzera, c’è stato anche un ex collega, il comasco Arturo Merzario. E non poteva essere altrimenti, visto che Merzario, a Lauda, ha donato qualcosa come 42 anni e 10 mesi di vita. La seconda vita di Lauda, iniziata il 1º agosto 1976, dopo un drammatico incidente al Gran Premio di Germania, sul pericoloso circuito del Nürburgring. Fu Merzario, da avversario ed ex ferrarista, a estrarre il collega dall’abitacolo, quel giorno, salvandogli la vita. Una storia unica, che Merzario ha ricordato anche ieri a Espansione Tv.«Oggi provo un grande dispiacere, per aver perso un amico-nemico. Nemico, sì – ha spiegato Arturo Merzario – perché nello sport l’avversario viene sempre considerato nemico. Ma quando la corsa finisce, termina subito la competizione e l’avversario diventa allora un amico».«Lauda se ne va lasciando un segno benefico e una scia positiva non solo nella Formula 1 e nell’automobilismo, ma in tutto lo sport – ha aggiunto – Una storia incredibile, che però voglio ricordare, per una serie di circostante, ho contribuito anch’io a scrivere, quel giorno. Ecco, possiamo dire che l’automobilismo, grazie a me, ha potuto avere Niki Lauda per altri 42 anni. Grazie a me e ad altri colleghi, che lo aiutammo in quei drammatici secondi a Nürburgring».Merzario ripercorre ancora una volta quei momenti che lo avrebbero consegnato alla storia come il “salvatore di Niki Lauda”.«Furono dei momenti caotici – dice Merzario – Sono state dette tante cose. I posso dire che fu un incidente di percorso. Non è proprio il caso di andare alla ricerca di colpevoli o di presunti colpevoli. Analizzare se si sia trattato di un errore meccanico, piuttosto che del pilota, o dei tecnici. È stato un incidente di percorso, ripeto. Drammatico. In altri simili occasioni mi è capitato di perdere amici e colleghi. Niki sopravvisse. Anche perché ebbe la fortuna di incontrare sulla sua strada quel mio gesto».«A militare avevo imparato a praticare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale – dice ancora Merzario – In seguito i medici spiegarono che quel massaggio consentì a Lauda di guadagnare un paio di minuti di vita, indispensabili affinché arrivassero i soccorsi. Gli applicarono subito la maschera d’ossigeno e, poi la storia la conoscete».L’ex pilota, nato a Civenna 76 anni fa e capace in una lunga carriera di correre tutte le discipline, dalle piccole turismo fino alla Formula 1, ricorda poi gli ultimi due contatti con il campione austriaco.«Ci eravamo visti credo più di sei mesi fa e poi sentiti poco prima di Natale. Stavamo trasmettendo una puntata di Paddock tv su La6 – ricorda Merzario – Con il mio cellulare chiamai Lauda, che era convalescente da alcuni mesi, dopo il trapianto polmonare. Lui spiegò di essere in ripresa e di essere tornato a casa. Volle salutare tutti gli appassionati di automobilismo in diretta dicendo “Grazie a tutti per il vostro affetto, ora sto recuperando e dopo cinque mesi di ospedale ora va molto meglio”. Fece insomma gli auguri di Natale a tutti gli sportivi italiani. Riuscii credo a fare una sorpresa a tutti, compreso a Lauda».Quella telefonata di Merzario, senza preavviso, è stata anche l’ultima volta che la voce di Lauda è arrivata al grande pubblico di appassionati di motori, che tanto lo ha amato e che mai lo dimenticherà. Un altro segnale del legame tra i due piloti, iniziato nei primi anni Settanta, quando si contendevano il volante Ferrari, proseguito nei gran premi da avversari, con il solo Lauda sulla rossa, e segnato poi da quel gesto di coraggio e altruismo di Merzario, a Nürburgring.Anna Campaniello

  • Maxi operazione contro lo spaccio di droga: perquisizione nel Comasco

    Maxi operazione contro lo spaccio di droga: perquisizione nel Comasco

    Una perquisizione (senza esito) anche nel Comasco nell’ambito della maxi operazione contro lo spaccio di droga che nella giornata di oggi ha interessato la provincia di Bergamo. Sono stati 6.300 gli episodi monitorati dalla squadra Mobile della città orobica che, per le perquisizioni di ieri, ha chiesto un supporto logistico anche ai colleghi di Como. Tredici gli arrestati tra albanesi, marocchini e italiani. Il gruppo criminale era in grado di fornire ogni tipo di stupefacente, hashish, marijuana, cocaina ed eroina.

  • Lauda era spesso ospite sul Lario, a Villa D’Este amava il risotto allo champagne

    Lauda era spesso ospite sul Lario, a Villa D’Este amava il risotto allo champagne

    Villa d’Este è da sempre una base dei team di Formula 1 in occasione del Gran Premio di Monza. Niki Lauda ha spesso soggiornato nell’albergo di Cernobbio e c’è anche un simpatico aneddoto che è stato raccontato in queste ore di ricordo del pilota austriaco scomparso a 70 anni.Quando arrivava sulle rive del Lago di Como, Lauda era solito chiedere allo chef di Villa d’Este il suo piatto preferito, il risotto allo champagne. Ma allo stesso tempo a chi preparava la pietanza diceva: «Per cortesia, non esagerate con lo champagne che domani devo guidare» era la sua garbata ma ferma richiesta.In tempi recenti Lauda è tornato a pochi passi dal Lario per una serata promozionale del suo sponsor personale al Casinò di Mendrisio. In una affollata e lunga conferenza stampa affrontò numerosi argomenti. Parlò anche di Arturo Merzario e dell’episodio del 1976 al Nurburgring.«Negli ultimi anni il nostro rapporto è stato cordiale – aveva spiegato Lauda – ma all’epoca non mancarono le polemiche. Tutto nacque dal fatto che dopo l’incidente, come in molti ricorderanno, tornai alle gare al Gran Premio di Monza. La ripresa non era stata completa, e mi trovai sballottato in una situazione confusa. Mi portarono a un centro medico dove dieci medici volevano visitarmi. Io stesso vivevo una situazione di grande nervosismo e stress: in pratica non riuscii ad andare da Arturo a ringraziarlo in tutta quella confusione. Lui non la prese bene, ma aveva ragione: io ero stato stupido».In quell’occasione non mancò anche un tributo a Clay Regazzoni, che del pilota austriaco era stato compagno di squadra alla Ferrari. «Lo ricordo volentieri – aveva spiegato Niki Lauda – Avevamo un buon rapporto ed era una persona perbene: un buon collega nel periodo che abbiamo passato assieme».Il tre volte campione del mondo si era poi soffermato sul Gran Premio di Monza, che, all’epoca non stava vivendo una fase semplice. Si parlava, infatti di una possibile cancellazione.«Ci sono piste che sono la base della Formula 1. Penso a Monza, Hockenheim, Nurburgring e Zeltweg – aveva risposto – Le gare su questi tracciati di grande tradizione devono essere mantenute. Quando vai soltanto ad Abu Dhabi o a Baku la F1 è finita».

  • Lascia il cagnolino in auto, va a processo

    Lascia il cagnolino in auto, va a processo

    A processo per abbandono di animali. È l’accusa che la Procura di Como ha rivolto a un 60enne residente in città per aver lasciato il proprio cane di piccola taglia in auto senza acqua e con solo una piccola porzione del finestrino aperta.

    L’auto era stata parcheggiata sotto il sole lungo una strada della periferia. Sul posto arrivarono un veterinario e i carabinieri.

    «Il cagnolino si riparava dove ci sono i pedali – ha detto ieri un militare – nell’unico punto dove non batteva il sole».

    L’animale fu lasciato in auto dalle 9.30 alle 13 ma all’arrivo dei soccorsi «era in buone condizioni».

  • La Pop Economy arriva a Como, c’è Specchia a LarioBook

    La Pop Economy arriva a Como, c’è Specchia a LarioBook

    Come investire in tempi di crisi? Come trovare lavoro? L’Euro avrà un futuro? Questi e altri temi al centro del dibattito con il giornalista Francesco Specchia, direttore di Pop Economy (popeconomy.tv), la prima piattaforma di economia dedicata ai millennials, con notizie e tendenze per orientarsi sul mercato. Venerdì alle 20.30 Specchia sarà ospite di LarioBook, il festival letterario di Corriere di Como ed Espansione Tv che si svolge nel nostro auditorium in via Sant’Abbondio 4 a Como.A intervistare il direttore di Pop Economy sarà Giorgio Civati, giornalista economico, collaboratore del nostro giornale. Temi forti, di grande attualità quelli sul tappeto. L’economia è un tema spesso ostico, specie per i giovani che non hanno una prospettiva di futuro allettante come quella che ebbero di fronte, alla loro stessa età, mamme e papà. “PopEconomy” è nata per loro, è la prima multipiattaforma multimediale, ottimizzata per il mobile, che racconta il mondo dei numeri, dell’economia, del lavoro e del futuro come fosse un luna park.«I nostri contenuti sono dedicati alla generazione dei venti-quarantenni ma sono ispirati dai loro padri per i loro figli. In conformità alle leggi vigenti, si assicura che nessun economista è stato maltrattato durante la produzione dei nostri contenuti», recita il simpatico testo introduttivo. Che però sottintende un approccio ai temi molto pragmatico e molto concreto.«I millennials sono irrequieti, ingabbiati dalla prospettiva di un ascensore sociale che li porta verso il basso – dice Specchia – il loro presente è fatto di paghe basse, più basse di quelle dei padri, in un panorama che vedrà aumentare le diseguaglianze sociali. Se ne vanno sempre più all’estero, dall’Italia ne partono 100mila all’anno secondo le più recenti statistiche».Quindi che sfida ha di fronte chi vuole raccontare l’economia a questo pubblico? «Abbiamo ripreso il modello di Mtv quando erano in voga i videoclip: molto colore, molta grafica, molti video, molti spot. Raccontiamo l’economia mettendo sotto i riflettori ogni aspetto della vita, dallo sport al sesso, di ogni cosa raccontiamo i risvolti economici. E sperimentiamo: immaginiamo cosa vuol dire per un ragazzo vivere tre giorni a Berlino con 50 euro in tasca, cosa vuol dire partire dall’Italia senza un lavoro e diventare a Londra la maggiore produttrice di mozzarelle. Raccogliamo storie di startup che hanno voglia di fare e credere nel futuro. Alcuni ragazzi ad esempio creano tessuti partendo dalla polpa degli agrumi. E ce n’è anche per i comaschi: abbiamo dedicato due intere sezioni della nostra piattaforma a legno-arredo e tessile e alle relative startup. Cerchiamo di raccontare i nostri cervelli in fuga, sperando di vederli rientrare».Un modo di raccontare l’economia che è a sua volta un modello di comunicazione: «Siamo una redazione molto snella, otto redattori e circa 25 cronisti sul campo che riuniscono tre figure professionali – dice Specchia – Ossia sono sia giornalisti tradizionali che videomaker e montatori. Stiamo partendo con una collaborazione con le scuole di cinema e con lo Iulm perché crediamo molto nella formazione in questo settore. Il giornalismo non è morto come sostengono certe cassandre, e quello cartaceo men che meno, reagirà e si manterrà vivo, ma in generale la comunicazione deve muoversi a 360 gradi». Basta però parlare della categoria dei media e torniamo all’economia perché a poche ore dalle elezioni e con venti di crisi che spirano da tempo sull’Europa c’è poco da stare allegri. «La via della seta è una sfida a sua volta – dice Specchia – L’invasione cinese può essere utile perché garantirebbe 30 miliardi di giro d’affari, ma occorre attenzione: i cinesi non rinvigoriscono le economie di cui si appropriano ma le piegano ai propri bisogni, operano cioè solo a proprio vantaggio. Sanno ad esempio che l’Africa è l’Asia del futuro e quindi l’hanno aggredita e spolpata per tempo, senza portarvi peraltro pace e prosperità ma infrastrutture che usano a proprio piacimento. Per cui servono paletti e filtri ben chiari».Come, in una Europa che tende al sovranismo?«Vedremo dopo le elezioni. È tempo di dire basta alle furbizie: se saremo capaci di rispettare tutti insieme patti che siano davvero condivisi, arriveremo anche a far pagare le tasse a chi le evade, penso in primis a chi fa enormi profitti con la rete».E se non ci riuscissimo, come è avvenuto finora?«Allora dovremo fare come il Portogallo e trasformare l’Italia in un bengodi per i pensionati, con agevolazioni fiscali adeguate».

  • Investe nel gioco d’azzardo on-line, ma il sito non c’è, due condanne

    Investe nel gioco d’azzardo on-line, ma il sito non c’è, due condanne

    Una assoluzione (per un 31enne di Cantù, difeso dall’avvocato Raffaele Bacchetta) e due condanne a 1 anno e 6 mesi (per un 30enne di Como) e a un anno per una 70enne originaria di San Giovanni Rotondo e residente a Como.Si è concluso così, ieri pomeriggio nel Tribunale cittadino, il processo per una truffa che sarebbe andata in scena tra il novembre e il dicembre del 2015.Gli imputati – tranne nel caso del ragazzo assolto, cui veniva contestato un solo episodio – avrebbero sottratto una somma di 72mila euro a cinque vittime (da un minimo di 10mila euro a un massimo di 17mila) nell’ambito di un presunto raggiro legato al mondo del gioco d’azzardo on-line.In pratica, i due condannati (in primo grado) avrebbero richiesto una quota associativa che avrebbe dovuto essere utilizzata per la realizzazione di un sito Internet per il gioco d’azzardo, piattaforma che tuttavia mai divenne operativa.L’uomo e la donna promettevano, contestualmente alla sottoscrizione della quota, importanti guadagni in pochissimo tempo. Una raccolta di soldi che avrebbe riguardato tutta l’Italia: le vittime infatti arrivavano da Pescara, da Parma, da Seregno, da Prato e anche dalla provincia dell’Aquila.Ai due imputati condannati era contestata la truffa in concorso. Sentenza che, come detto, è stata letta ieri pomeriggio e che ha portato anche a una assoluzione per la posizione di un giovane canturino.

  • Il ricordo di Niki Lauda. Il video in occasione della serata a Mendrisio

    Il ricordo di Niki Lauda. Il video in occasione della serata a Mendrisio

    Tre anni fa Niki Lauda, scomparso nella notte all’età di 70 anni, partecipò ad una serata promozionale organizzata al Casinò di Mendrisio. Vi riproponiamo il video con la domanda fatta dal giornalista del Corriere di Como Massimo Moscardi. Era il periodo in cui il Gran Premio di Monza pareva in dubbio, e questo fu l’argomento posto al tre volte campione del mondo di Formula 1.

    Niki Lauda a Mendrisio. Massimo Moscardi, alla conferenza stampa per il nostro giornale, chiede al campione austriaco un parere sul destino del Gran Premio di Monza