Categoria: Cultura e spettacoli

  • Gio Ponti inedito, lo stile “Andrea Doria” in una raccolta comasca

    Gio Ponti inedito, lo stile “Andrea Doria” in una raccolta comasca

    In una collezione privata comasca il “Corriere di Como” ha scoperto due documenti storici importanti.Si tratta di due disegni, su carta da lucido e colorati a pastello, inediti del grande architetto e designer Gio Ponti. Rappresentano gli interni del primo transatlantico “Italian Style”, l’Andrea Doria, varato nel 1951.Il progetto della nave parte nel 1946, quando la Società Italia decide la costruzione di tre nuove navi passeggeri: saranno le motonavi Giulio Cesare (II) e Augustus (II), progettate da Niccolò Costanzi e la “costruzione 918”, da realizzarsi a Sestri Ponente, presso i Cantieri Ansaldo.Diventerà, a poche settimane dal varo, l’Andrea Doria. Irresistibile per eleganza e stile, l’Andrea Doria fu arredata dagli architetti più importanti e con maggiore esperienza nell’arredo navale dell’epoca. Un allestimento arricchito da opere d’arte di maestri insigni come Salvatore Fiume e Lucio Fontana. A Gio Ponti, maestro del design protagonista anche sul Lario, fu destinata la progettazione della “Suite dello Zodiaco”, realizzata dalla ditta Enrico Monti di Milano. Di Ponti anche il Giardino d’inverno, sul Ponte Passeggiata.Concepita per la Sunny Southern Route, la rotta che da New York portava a Gibilterra e da qui al Mediterraneo, l’Andrea Doria era pensata per una rotta in climi più miti. Un sogno che verrà interrotto con l’affondamento del transatlantico nel 1956: il 25 luglio, mentre era diretta a New York, l’Andrea Doria fu speronata ed affondata dal mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line al largo della costa di Nantucket, in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia. I disegni comaschi di Gio Ponti sono quindi un documento ancor più rilevante.I legami con cantùGio Ponti fu molto legato a Como, fu lui il talent scout che lanciò su “Domus” Ico Parisi e i suoi mobili.Della collaborazione di alcune aziende canturine con Gio Ponti, Emilio Lancia, Franco Albini, Tommaso Buzzi e altri progettisti lombardi di primo piano si era a conoscenza da tempo, ma soltanto recentemente si è potuto appurare la precocità, la portata e la loro importanza nel rinnovamento della manifattura del mobile, riconoscendo a questi rapporti, peraltro contrassegnati dai primi tentativi di produzione in piccola serie, l’atto preliminare di un percorso lungo il quale già si intravvedeva il terreno su cui, più tardi, si sarebbe sviluppato il design italiano. L’importanza di queste collaborazioni – se si accetta il giudizio di “Domus” secondo cui negli anni Trenta Cantù poteva essere considerato il principale centro mobiliero italiano – superano la ristretta sfera locale per assumere una ben più ampia dimensione. Centrale, in questo rinnovamento, è proprio la figura di Gio Ponti, che nel 2017 è stata valorizzata da Tiziano Casartelli in una mostra,Gio Ponti e Cantù 1923-1973, design e artigianato del mobile, dalla rinascente alla Selettiva, al Palazzo Permanente Mobili in piazza Garibaldi proprio a Cantù. Principale interlocutore di Ponti è la ditta Paolo Lietti e Figli, ai vertici dei produttori canturini: riconosciuta l’accuratezza del lavoro svolto, la perizia esecutiva e, nondimeno, la capacità nell’interpretazione dei disegni, Ponti se ne giovò per la realizzazione dei suoi primi progetti d’arredo: dai mobili di lusso per singoli committenti, alla produzione di piccola serie per La Rinascente, sino agli arredi per le sue abitazioni. Otto anni di proficua e intensa collaborazione.Quello dedicato a Gio Ponti è il terzo capitolo di un progetto iniziato nel 2015 con la mostra Il nome di Cantù. Il primato nella fabbricazione del mobile, e proseguito nel 2016 con la pubblicazione della monografia La Selettiva del mobile. 1955-1975

  • Mariano per tre giorni è la capitale della birra

    Mariano per tre giorni è la capitale della birra

    Il meglio della birra artigianale lombarda e probabilmente italiana, considerata la qualità e la concentrazione di birrifici nella nostra regione si dà appuntamento da domani a domenica a Mariano Comense per la terza edizione del Brianza Beer Festival, evento nato nel 2017 con l’obiettivo di essere la fiera di riferimento del mondo brassicolo artigianale sul territorio brianzolo.

    Birra artigianale, non una festa della birra una Oktoberfest o Aprilfest che dir si voglia, considerato il periodo dell’anno. L’evento di Palazzo delle Esposizioni, a Mariano Comense è la celebrazione della birra artigianale italiana, che vive un momento di grande crescita, vince premi internazionali, si beve anche oltre oceano.

    Negli ultimi anni il pubblico ha imparato a conoscere un diverso lato della “birra”, ovvero non una semplice bevanda ghiacciata da spiaggia, ma un prodotto dai mille volti, dai mille gusti, dai mille abbinamenti.

    La terza edizione del Brianza Beer Festival è ricca di novità, di nuove collaborazioni, di ospiti importanti a livello di produttori, publican pub, ristoratori e formatori.

    La location preposta a ospitare l’evento è il Palazzo Storico delle Esposizioni di Mariano Comense, un tempo sede dei maestri artigiani del legno e ora sede dei maestri del luppolo.

    Grande novità per la parte culturale, infatti il Brianza Beer Festival si avvalorerà della collaborazione di Unionbirrai, l’associazione di categoria che promuove da sempre la birra artigianale italiana e che
    organizzerà una serie di workshop gratuiti all’interno del festival. Grandi ospiti come Kuaska (il più famoso beer taster al mondo), Luca Casati di “Paneliquido”, Michele D’angelo “Beer Brain” e tanti altri.

    Grande importanza anche agli Home Brewers, con il concorso “Brianza Beer Factor” che premierà la migliore birra fatta in casa con una giuria composta da Unionbirrai, Mastro Birrai presenti e una giuria popolare.

    Orari del festival:

    Venerdì 5 dalle 18.00 alle 2.00 (chiusura ingressi h.1.00)Sabato 6 dalle 16.00 alle 2.00 (chiusura ingressi h.1.00)Domenica 7 dalle 11.00 alle 23.00 (chiusura ingressi h. 22.00)

    Modalità Ingresso:

    10€ comprensivo di: bicchiere serigrafato con tacche degustazione, 5 gettoni degustazione dal valore di 1€ ciascuno, brochure informativa.

    Tutte le informazioni suwww.brianzabeerfestival.it

  • Cabaret al “Lucernetta” e cena con i comici

    Cabaret al “Lucernetta” e cena con i comici

    Bruce Ketta, celebre postino diZelig, torna alla guida di una banda di comici folli e irriverenti,provenienti dalle maggiori trasmissioni televisive dedicate alla comicità. Sabato 13 aprile alle 21 tornaComicomo, la rassegna di cabaret del Teatro Lucernetta di Como che coinvolge comici di livello nazionale ed artisti emergenti. Saliranno sul palcoscenico di piazza Medaglie d’Oro a cura della compagnia “Teatro in Centro” Mauro Villata (Colorado),Peppe e Ciccio (Colorado),Gianpiero Perone (Colorado) Tano Dibi (Made in Sud). Subito dopo la serata i comici aspettano tutto il pubblico alla “Comicena” al Bistrot Muralto di Via Muralto a Como. L’ultimo appuntamento della stagione sarà sabato 11 maggio,sempre alle ore 21. I biglietti possono essere acquistati sul sito della compagniawww.teatroincentro.comalla sezione biglietteria,presso i punti Sisal pay previa prenotazione tramite call center dedicato o direttamente presso la biglietteria del teatro che sara’ aperta  sabato 13 aprile dalle ore 19. Per informazioni contattare la biglietteria: (dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 18,dal venerdì alla domenica  dalle 9.30. alle 13.00) 345.67.15.852  oppure scrivere abiglietteria@teatroincentro.com. Ingresso 11/10 euro.

  • Fondazione Scalabrini, cinquecento idee di casa

    Fondazione Scalabrini, cinquecento idee di casa

    La casa è uno spazio architettonico che delimita e custodisce ma è anche un luogo in cui si cresce fisicamente e umanamente. Il pianista e compositore Ezio Bosso, affetto da una grave disabilità, nell’operaThe 12th roomdefinisce le sue composizioni “storie di stanze”, le stanze della sua casa e le stanze della sua musica. L’abitare declinato in arte è anche il senso della mostra “Verso Casa” organizzata dalla Fondazione Scalabrini Onlus. Verrà inaugurata domani sabato 6 aprile allo Spazio Natta di Como. Oltre cinquecento le opere visibili che sono – come anticipa Francesca Paini della Fondazione Scalabrini – «cinquecento idee di casa». Disegni, installazioni, dipinti di artisti famosi e non, di tutte le età, ispirate da parole e idee legate alla casa hanno generato mondi e universi che, oltre a fare mostra di sé, parteciperanno a un concorso benefico. Dalle 10 alle 19 sarà possibile apprezzare le opere che sono state realizzate sia da studenti delle scuole di Como sia da importanti artisti della città, che hanno risposto alla chiamata della Fondazione, contribuendo con una loro creazione. Sarà possibile portare a casa una o più opere preferite a fronte di una piccola donazione. L’autore verrà svelato solo al momento dell’acquisto. Il ricavato andrà alla raccolta fondi per il progetto “La casa dei bambini” della Fondazione stessa, attiva da oltre dieci anni nell’assistenza abitativa per famiglie fragili.Durante la mostra verranno scelte le migliori venti opere selezionate da una giuria di artisti locali. L’evento è organizzato in memoria dei quattro bimbi che persero la vita nel rogo di via per San Fermo, a Como, il 20 ottobre 2017. Info: fondscalabrini@confcooperative.it.

  • De Sfroos: sì al ritorno della musica allo Stadio Sinigaglia

    «Aspetti che abbasso la musica». Davide Van De Sfroos riduce al minimo il volume e parte l’intervista. Cosa stava ascoltando? «Un disco di Byron Metcalf, lo conosciamo in pochi, è un bravo percussionista e compositore americano, garanzia di ritmi tribali, lo metto su nello studio quando scrivo, ti tiene in dima».De Sfroos è di nuovo in pista con il suo nuovo tour nei teatri, il “Tour de nocc” disseminato di successi e “tutto esaurito”, a Como e non solo. «Stiamo ormai arrivando alla fine – commenta il menestrello della Tremezzina – mancano poche date e devo dire che è andato tutto ben oltre le aspettative. Ho puntato molto sulla formazione di un quintetto poco invasivo, con musica a portata di platea, senza basso e la possibilità di trasformare i miei brani storici con le suggestioni tipiche della notte: atmosfere swing e jazz, senza stravolgerle. Così De Sfroos si è travestito da “Blue note” con sonorità mai fastidiose. Il che mi permette di parlare molto, di tornare a un mio vecchio amore che è il teatro canzone, raccontando di volta in volta pagine della mia vita di musicista. Il pubblico vive l’esperienza con emozione, per ben tre ore, senza scomporsi. E per me è una grande vittoria, un bel risultato».«Abbiamo avuto spesso dei sold out nel tour e standing ovation anche in teatri distanti dal Comasco come Trento, Novara e Mantova, ho sempre trovato una accoglienza calorosissima».Prossime tappe? Il popolo dei “desfan” è sempre caldo. «Adesso è tempo di trasformare il viaggio on the road nei teatri nella tournée estiva. non ci sono ancora le date ma ci stiamo lavorando. Torneranno basso e tastiere ma vorrei mantenere lo spirito con cui ho suonato nei teatri in questi ultimi intensi mesi. L’idea di base è diventare una band che propone De Sfroos in versione “global fusion” cioè con mescolanza di ritmiche varie, dal reggae a un certo tipo di music etnica al folk. E il tour potrebbe essere anche un banco di prova per testare i nuovi brani, ho una ventina di canzoni nel cassetto per il nuovo album».Che uscirà quando? Per De Sfroos è prematuro: «Tutto dipende da che sonorità ricaveremo dal tour, certo ci piacerebbe in autunno tornare a registrare, ma oggi dobbiamo domandarci che senso abbia fare un disco, nell’era della musica digitale, di Spotify, dove però tornano di moda i vinili».E anche le musicassette, Björk ristampa tutto il suo catalogo su nastro. «Beh, i De Sfroos sono partiti incidendo proprio una audiocassetta, sarebbe bello tornare allo stesso supporto» commenta Davide.Di recente si è tornati a parlare, l’ha auspicato il sindaco Mario Landriscina, di eventi allo stadio Sinigaglia. Lei ha suonato a San Siro. La alletta? «Como se lo meriterebbe, un bel concerto allo stadio. Ma ora non fa per me, ho ripreso a suonare ripensandomi fin dalle radici e ho bisogno di contatti con piccole platee, teatri e piazze, e voglio continuare a viaggiare e a incontrare il mio pubblico. Certo l’emozione del Sinigaglia è unica, quando l’hai provata ti resta dentro. Mi è capitato di suonare di fronte alla curva. E lo so. Lo stadio di fianco al tuo lago, lo stadio che è una pagina di storia della città ha un fascino incredibile, per un comasco ma credo anche per un artista di fuori. Sì, in bocca al lupo, spero che la musica torni al Sinigaglia. Se lo merita perché è un luogo magico, unico».De Sfroos è anche scrittore, “La Nave di Teseo” ha appena pubblicato il suoTaccuino d’ombre, un diario di appunti, frammenti, fantasticherie (sarà presentato il 7 aprile a “OlgiateCult” alle 20.30 al centro congressi Medioevo). «È un libro cui sono affezionato, nato dalla mia rubrica sul “Corriere della Sera”, un flusso di coscienza in stile beat generation, è come se Il pasto nudo di William Burroughs fosse stato scritto sul lago. È tutta roba che nasce istintivamente, a seconda di dove mi trovo. È un libro sincero, che racconta le mie peregrinazioni, sempre a caccia del senso della vita. Nel libro per la prima volta metto i miei disegni, ne ho centinaia. Sono segnaletiche mentali, in questo caso nate quando stavo lavorando a Brèva e Tivàn».

  • Gwendolyn Masin, violino olandese al Sociale

    Gwendolyn Masin, violino olandese al Sociale

    Gwendolyn Masin, olandese (classe 1977), virtuosa del violino, nei suoi concerti, e ancor più nelle sue performance con l’ensemble Origin (violini: Abigail McDonagh, Priyanka Ravanelli, Ernst Jan Vos; viola: Martin Moriarty; violoncello, Patrick Moriarty; contrabbasso: Massimo Pinca) propone un mélange di culture, musica e tradizioni, che hanno influenzato la sua complessa e alquanto versatile vita musicale; enfant prodige, nota a livello internazionale, è musicista che non ha voluto rimanere ancorata ad un genere o a un repertorio circoscritto, ma ha preferito affrontare anche contaminazioni e stili diversi. Gwendolyn Masin suona un violino Lorenzo Carcassi, realizzato a Firenze nel 1761, di proprietà della sua famiglia da più di 50 anni. Terzultimo appuntamento della stagione concertistica 2018/2019, il concerto di martedì 9 aprile al Sociale di Como dimostrerà grande padronanza tecnica e una consapevole raffinatezza, nel ripercorrere alcuni capolavori, da Camille Saint-Saëns a Fritz Kreisler: il programma inizia infatti con laDanse macabree ilPoème symphonique op. 40di Camille Saint-Saëns (1835-1921), procede conHumoresquedi Rodion Konstantinowitsch Schtschedrin (*1932),Zigeunerweisen op. 20di Pablo de Sarasate (1844- 1908),Bucolics, 5 pezzi per viola e violoncello di Witold Lutoslawski (1913-1994), affronta successivamente laPassacagliaper violino e viola da un tema di Georg Friedrich Händel di Johan Halvorsen (1864-1935) e iDuosdi Béla Bartók (1881-1945), LaGitanadi Fritz Kreisler (1875-1962). La seconda parte inizierà conNigun (Improvisation) da Baal Shem – Drei Bilder aus dem chassidischen Lebendi Ernest Bloch (1880-1959),Rumänische Volkstänze Sz. 68di Béla Bartók (1881- 1945) e terminerà conPièce en forme de Habanera e Tzigane e Rhapsodie de concertdi Maurice Ravel (1875-1937).

  • Letteratura nordica a Villa Bernasconi di Cernobbio

    Letteratura nordica a Villa Bernasconi di Cernobbio

    I Boreali, il più grande festival italiano interamente dedicato alla cultura del Nord Europa e alla quinta edizione, ideato e organizzato dall’editrice con radici lariane Iperborea, fa tappa con un dialogo insubrico transfrontaliero a Cernobbio a Villa Bernasconi e al centro polivalente Lac di Lugano dal 9 all’11 aprile.Tra gli ospiti, lo scrittore e poeta islandese Jón Kalman Stefánsson, che il 9 aprile alle 18 incontra lo scrittore bellanese Andrea Vitali per parlare del suo ultimo libroStoria di Ásta(Iperborea 2018), dei segreti della sua scrittura e della sua Islanda; lo svedese Björn Larsson, che presenta il suo nuovo romanzo La lettera di Gertrud con Rossana Maspero e, dopo la partecipazione lo scorso settembre al progetto I Classici dentro e fuori il Bassone, dialoga con un ex detenuto della Casa Circondariale di Como di libertà e detenzione; Valerio Millefoglie con il suo Arto Paasilinna Memorial Tour, uno spettacolo e reading dedicato all’umorista finlandese Arto Paasilinna, recentemente scomparso. Si partirà il 9 aprile alle ore 14.30 a Villa Bernasconi con Aiuto! Sono diventato un bambino mannaro per bambini dai 6 agli 11 anni basato sul racconto di Ulf Stark Il bambino mannaro (Iperborea 2019).L’incontro con Larsson sarà l’ 11 aprile alle 18 nel Giardino del Museo Villa Bernasconi. Moderano Katia Trinca Colonel del “Corriere di Como” ed Eletta Revelli. Nel settembre 2018, Björn Larsson ha partecipato a un incontro con i detenuti all’interno della Casa Circondariale di Como. Uno dei temi più importanti venuti fuori dal confronto con l’autore era stato il concetto di libertà a partire dalla Vera storia del pirata Long John Silver (Iperborea 1998), testo che i partecipanti al progetto I Classici dentro e fuori il Bassone avevano precedentemente letto e analizzato.

  • Balbianello, nel 2018 record di visitatori

    Balbianello, nel 2018 record di visitatori

    Ennesimo record a Villa Balbianello, che ieri ha riaperto i battenti (i primi visitatori sono stati due fidanzati brasiliani provenienti da San Paolo). Per la quarta volta è il bene del Fai più visitato d’Italia. E in attesa del prevedibile effetto Netflix dopo l’estate che porterà nuovi turisti internazionali dopo l’uscita diMurder Mysteryambientato sul Lario e dell’uscita dell’ultimo (nono) capitolo di Guerre stellari in dicembre, si gode l’anticipo di primavera con un nuovo successo: 125mila ospiti lo scorso anno, la stragrande maggioranza stranieri, oltre 85.000 – di cui 3.000 nel periodo natalizio, a conferma di una capacità di attrazione che supera la stagionalità del turismo.«Destagionalizzare» è ora la parola d’ordine: l’obiettivo, volano virtuoso per il comparto turistico di tutto il centro lago, è lavorare con la filiera della ricettività lacustre per 10 mesi l’anno, fino all’Epifania. Incentivando ad esempio le crociere invernali alla scoperta dei presepi illuminati sulle rive. «Siamo in una fase fortunatissima – ha detto il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra – ma non dobbiamo diventare Disneyland, occorre governare la crescita».Durante la chiusura della storica dimora sul promontorio di Lavedo a Tremezzina donata al Fai dall’ultimo proprietario Guido Monzino, manager ed esploratore, nel 1988, sono proseguite le attività di manutenzione: è stata restaurata la lunetta dell’ ex convento francescano del XII secolo che fa parte del complesso, si è messo mano agli impianti igienici e a quelli idraulici nel parco.Intanto anche sulla scia della romantica presenza di Star Wars di George Lucas nel 2002 con L’attacco dei cloni Balbianello continua a essere meta d’eccellenza per i matrimoni. Ha fatto il giro del mondo la notizia del matrimonio in Villa tra i due attori indiani più amati di Bollywood, Ranveer Singh e Deepika Padukone. I giovani sposi hanno voluto riprodurre a Mumbai la loggia di Villa del Balbianello per replicare in grande stile in patria la festa di nozze. Se nel 2018 sono stati celebrati 120 matrimoni (di cui 25 con rito civile grazie a una convenzione con il comune di Tremezzina), il calendario per il 2019 è già molto fitto, con oltre 110 prenotazioni, e si è in trattativa top secret con alcuni vip mentre sono già molte le domande fino al 2022. Anche con richieste bizzarre: uso di elicotteri, di carrozze trainate da cavalli, e di cagnolini per portare agli sposi le fedi nuziali. Il costo per l’affitto del Balbianello per una cerimonia varia dai 2.100 euro a 46,500 euro, extra esclusi.

  • Como festeggia i 150 anni della Tavola Periodica

    Como festeggia i 150 anni della Tavola Periodica

    Anche il Lario festeggia la “Tavola periodica degli elementi”, schema che ordina gli elementi chimici sulla base di numero atomico ed elettroni, compie centocinquant’anni: è stata pubblicata per la prima volta il 6 marzo 1869 dal chimico russo Dmitrij Mendeleev.Per celebrare questo importante anniversario l’Unesco ha proclamato il 2019 Anno Internazionale della Tavola Periodica e l’Università dell’Insubria risponde con una serie di attività e incontri in collaborazione con Unindustria, Federchimica e alcune scuole del territorio.Spiega Gianluca Broggini, docente di Chimica del Disat, il Dipartimento di scienza e alta tecnologia diretto da Umberto Piarulli: «La Tavola periodica degli elementi è uno strumento fondamentale per gli scienziati in quanto permette di predire le proprietà e le caratteristiche della materia sulla Terra e nell’intero universo. La sua scoperta si colloca quindi tra gli eventi più significativi della scienza moderna, risultando un cardine non solo per la chimica, ma anche per la fisica, la biologia e tutte le scienze di base. Questo evento rappresenta un’opportunità per riflettere su molti spunti che la Tavola Periodica offre: la sua storia e le prospettive della scienza per uno sviluppo sostenibile».Apre il calendario degli eventi celebratici a Como, venerdì 5 aprile alle 10 nella Biblioteca Civica di piazza Lucati 1, l’incontro con Luigi Cerruti dell’Università di Torino su Il sistema periodico di Primo Levi, raccolta di racconti del 1975 dedicati non solo alla prigionia ad Auschwitz, ma anche alla sua professione di chimico. Il titolo di ogni racconto è quello di un elemento della Tavola periodica.Sempre il 5 aprile, dalle 16.30 alle 19.30 nella sede di Unindustria di Como, interventi divulgativi di Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze, centrato sul racconto delle opere di Primo Levi, e di Stefano Cicchi, dello stesso ateneo, che parla della Penicillina.Il 17 maggio in Biblioteca Civica mattinata per le scuole con una relazione sulla «Chimica dell’acqua» di Andrea Pozzi, docente dell’Università dell’Insubria.

  • Con Balzano dietro le quinte del mestiere di scrivere

    Con Balzano dietro le quinte del mestiere di scrivere

    La settimana scorsa è stata inaugurata la Casa della
    letteratura per la Svizzera italiana, con sede a Villa Saroli (Viale
    S.Franscini 9) a Lugano, pronta ad accogliere eventi letterari e scrittori e
    diventare una fucina creativa per tutto l’anno, per i prossimi anni.  Ne è
    presidente  il poeta Fabiano Alborghetti.
    Il primo incontro pubblico e aperto a tutti sarà mercoledì 10 aprile alle 18.30  e
    con due ospiti d’eccezione: lo scrittore Marco Balzano, più volte ospite della
    Rsi e vincitore di una moltitudine di premi (ultimo è lo Strega)  e
    Michele Fazioli che solleciterà risposte, aprirà scenari, scaverà in quello che
    è il “dietro le quinte” del mestiere di scrivere. Sarà un percorso
    per parlare di come i personaggi dei libri di Balzano siano in realtà persone
    comuni, talvolta piegate dalla vita ma sempre con la schiena dritta e lo
    sguardo rivolto al domani. Scopriremo come ciò che riteniamo essere
    finzione letteraria nasca invece da tutti noi e di noi parla. L’ingresso
    è libero. Info:segreteria@casadellaletteratura.ch.