Categoria: News

  • Da martedì via ai cantieri stradali

    Da martedì via ai cantieri stradali

    ComoDa martedì 26 agosto prenderà il via una serie di ripristini stradali in alcune vie cittadine, a carico delle imprese che avevano effettuato degli scavi. Il 26 agosto, dalle 21, si freserà e riasfalterà largo Silo (la rotonda all’incrocio tra le vie Madruzza, Monte Grappa e Carso).

    Mercoledì 27 agosto, di giorno, i lavori interesseranno gli imbocchi di via Volta e di Diaz (i due tratti in asfalto) e via Belvedere (il marciapiede nel tratto da via Canturina al civico 8 di via Belvedere). Sempre il 27 agosto si freserà via Calvi, strada che sarà poi riasfaltata giovedì 28 agosto. Ancora giovedì 28 agosto, di giorno, si lavorerà in via San Giacomo (la bretella laterale all’incrocio con via Deledda, in direzione di Sagnino) e in via Sinigaglia che sarà poi asfaltata il 29. Gli interventi non comporteranno la chiusura al transito dei tratti interessati dai lavori anche se, ovviamente, potranno verificarsi dei rallentamenti. In via Sinigaglia verrà istituito il divieto di sosta nei parcheggi.

  • Ricordi comaschi. Dai “firun” di Sant’Agostino alla narcisata

    Ricordi comaschi. Dai “firun” di Sant’Agostino alla narcisata

    Corrono i primi anni ’50, un mattino di sole del maggio comasco. Il treno da Milano si ferma con un lacerante cigolio di freni. Colgo nel cicaleccio confuso di voci le parole di un signore di buona età, intorno i nipoti: «Mio papà mi portava spesso a Como, da qui si intravede la chiesa di Sant’Agostino; sul sagrato per la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, c’era la benedizione degli animali. Ricordo la lunga fila con i carri, attorno bancarelle piene di dolciumi, giocattoli e lunghecollane di castagne arrosto, i “firun”, un pasticciere della piazza che offriva in piccoli cartocci “cinq ghej de freguj”, cinque centesimi di briciole».

    Un gruppo di ragazzi e ragazze si incammina vociante verso viale Geno. Un occhialuto e saputo giovincello, pantaloni alla zuava, bretelle e camicia della domenica, spiega ai compagni che il parapetto del lungolago è stato costruito utilizzando i marmi del vecchio tiburio della cupola del duomo distrutta da un incendio tra il 27 e il 28 dicembre del 1935. Scrive in proposito Gadda nel saggio “Verso la Certosa”: “…sfuggita dall’apparecchio di un operaio saldatore la favilla si insinuò nella buia intercapedine tra il rivestimento di rame e l’estradosso della cupola. Incontrò i ragnateli di un intero secolo… fu dato l’allarme, il popolo di Como accorse tutto, quasi a voler difendere, a salvare il suo duomo”.Eccola la funicolare, gialla, un colore aggressivo, il verde dei boschi ne ingentilisce la violenza. Si parte, le orecchie “tappate”, il miracolo dell’incontro puntuale a metà salita con la vettura che scende, l’albergo Milano, San Maurizio. I prati sono pieni di narcisi, distese a perdita d’occhio… La “narcisata”, la raccolta di narcisi, è festa di colori, voci, allegria. Prime luci della sera: il giovane occhialuto e i suoi amici, ciascuno con un mazzo di narcisi in mano, seduti sui sedili di legno della terza classe, aspettano il fischio del capotreno.

  • Dal 27 potature di alberi in città

    Dal 27 potature di alberi in città

    DALLE 9 ALLE 16Tra pochi giorni, esattamente da martedì 27 dicembre, in città saranno potate le piante nelle vie Briantea, Dottesio e Dante. I giardinieri lavoreranno dalle 9 alle 16. In via Briantea devono essere potati 4 lecci, e in totale 186 ligustri tra le vie Dottesio e Dante.

  • Daniele Tenca, il blues del Delta a Cantù

    Daniele Tenca, il blues del Delta a Cantù

    Quando, tempo fa, un insospettabile amico architetto mi disse che era andato al concerto de Il Management del Dolore Post-Operatorio, lì per lì pensai che mi stesse prendendo in giro. Invece no, dopo una rapida verifica mi accorsi che la band esisteva davvero e che si chiamava proprio così. Nel frattempo, molti altri hanno imparato a conoscere questo gruppo abruzzese fino a ritenerlo una delle novità più frizzanti emerse di recente dal panorama punk rock nostrano. Il quartetto di Lanciano (Chieti)

    ha registrato il primo album ufficiale Auff! nel 2012 con la produzione artistica di Manuele “Max Stirner” Fusaroli, già al lavoro con Zen Circus, Luci della centrale elettrica, Nada, Tre Allegri Ragazzi Morti, Teatro degli Orrori e chi più ne ha più ne metta.La pasticca blu è il singolo che ha dato il nome al tour estivo e dal quale è stato tratto anche un videoclip registrato con Paolo Maria Cristalli, vincitore del Premio Fabrizio De André 2010 per la poesia. I quattro, che amano definirsi poeti provinciali, sono ora alle prese con la registrazione del prossimo album, la cui uscita è prevista a breve. Dal vivo all’interno della rassegna musicale “Fall in Milan”, venerdì 20, alle 21, al Biko di Milano.Se l’album d’esordio di Daniele Tenca era un buon compromesso tra rock e tradizione cantautorale, sia Blues For the Working Class che il suo nuovo lavoro Wake Up Nation dimostrano come Daniele e la sua band mastichino perfettamente il linguaggio del Delta: le musiche e le tematiche hanno lo stesso spirito del blues del Mississippi. Dopo aver riflettuto e cantato della classe operaia, Daniele si rivolge ora alla propria nazione, cercando di scuoterla da un torpore che ormai la sta distruggendo lentamente e inesorabilmente. Circondato da ottimi musicisti, in pratica il meglio del blues italiano, Tenca ha pubblicato un disco completo, sferzante, che lancia un grido di allarme. In Dead and Gone Daniele è diretto e tutt’altro che rassegnato, con Big Daddy è crudo, sferzante e con What Ain’t Got, brano che richiama già nel titolo la canzone di Fabrizio De André e Massimo Bubola (Quello che non ho), reclama esigenze che assumono diverse sfumature odierne. E citiamo anche The Wounds Stay With You, una canzone che parla di ferite e cicatrici, che spinge la gente a stringersi per fare muro contro le ingiustizie. Insomma un disco con tanto impegno, musicale e sociale, da assaggiare dal vivo, sabato 21 dicembre, alle 21 al live club All’1&35circa di Cantù. Da segnalare, sullo stesso palco, anche i Vino Raro, che il giorno seguente si cimenteranno in un tributo a Rino Gaetano.Anno nuovo musica nuova? No, il 4 gennaio 2014 si riparte, alle 21, agli Arcimboldi di Milano con Claudio Baglioni.Imperturbabile nel suo giubbetto di pelle nera che fa tanto giovane, con il suo viso che non concede spazio al pallore e con la sua luccicante chioma argentea, il Claudio nazionale torna in concerto da solo. O meglio, con il suo pianoforte e le sue canzoni. Che poi, in questi tempi in cui X-Factor riabilita chiunque sia venuto prima, possiamo anche ricordare che negli anni ’70, quando ovunque imperava il miglior rock di tutti i tempi, da noi Baglioni rispondeva con dischi come Questo piccolo grande amore, E tu…, Sabato pomeriggio, E tu come stai. Dire che quelle canzoni sono ancora piccoli capolavori di poesia adolescenziale non è certo un’eresia. Anche se continua a cantarle un signore di 62 anni.

  • De Cataldo “comasco”, via alle prove

    Da qualche giorno sono iniziate a Roma, al Teatro dell’Opera le prove diAcquaprofonda, opera commissionata a Giovanni Sollima, su libretto del noto scrittore Giancarlo De Cataldo, in coproduzione appunto con il Teatro dell’Opera di Roma, con debutto a Roma venerdì 3 dicembre e nuovamente a Como al Teatro Sociale venerdì 17 dicembre (per la regia di Luis Ernesto Doñas, scene di Chiara La Ferlita e costumi di Elisa Cobello).

  • Degrado in città, coro di proteste

    Degrado in città, coro di proteste

    C’è chi dice no – Davanti a telecamere e fotografi lo sconforto dei comaschiStazione San Giovanni, buche, area Ippocastano: lungo elenco di lamenteleUn elenco che occupa un intero foglio, scritto fitto fitto a computer e corredato da una ricca documentazione fotografica. Pensando alle “magagne” che affliggono il capoluogo, c’è persino chi ha pensato di metterle tutte nero su bianco, per evitare di dimenticarne qualcuna, visto che la lista si presenta tutt’altro che breve. Prima, però, una premessa: «Como è una bellissima città, indubbiamente».Con gli occhi di un cittadino che conosce – e ama – la sua città, Angelo Mambretti ha stilato una lista che conta 21 voci, dai giardini dissestati di largo Ramelli al degrado della passeggiata di Villa Olmo, dall’abbandono della stazione San Giovanni alle buche sulle strade.«In una città bella come Como, le “magagne” stridono ancora di più – dice Mambretti – Purtroppo, non solo i problemi segnalati non vengono risolti, ma anzi la situazione peggiora in continuazione senza

    che nessuno intervenga. Il degrado evidente anche nelle zone di maggiore pregio si aggiunge a situazioni di abbandono che si trascinano da anni, al dramma delle aree dismesse, alle opere incompiute».I residenti della zona dell’Ippocastano sono più che mai agguerriti. «Il quartiere nel suo complesso è completamente abbandonato a se stesso – attacca Gabriella Nicora – Non so quante volte abbiamo segnalato e denunciato la situazione ma non cambia mai nulla. Il parcheggio dell’Ippocastano è in condizioni pietose e mi chiedo con che coraggio il Comune pretenda dagli automobilisti il pagamento della sosta. Attorno, la situazione è di totale degrado, i muri sono imbrattati dai graffiti, le poche aree a verde sono diventate esclusivamente una toilette a cielo aperto per i cani. Periodicamente si annunciano progetti di riqualificazione e di rilancio dell’area, poi non si muove nulla».«Il degrado avanza e non si fa nulla per impedirlo – dice Maddalena Negri – Spostarsi a piedi è un pericolo. I marciapiedi sono in condizioni pietose e in molti punti le strisce pedonali sono ormai invisibili. In via Magenta ci sono tre scuole e gli attraversamenti sono quasi del tutto cancellati, il rischio incidenti è altissimo. Anche il livello della sporcizia è oramai indecente, dagli escrementi dei cani ai cestini non svuotati l’immagine è davvero desolante».«Camminare sui marciapiedi è difficilissimo – dice anche Vincenzo Gessaga – tra buche e dislivelli, chiunque abbia qualche difficoltà di movimento, oppure le persone che spingono un passeggino hanno enormi problemi a spostarsi. Spesso si è costretti a scendere sulla strada, con i rischi che questo comporta».«Il degrado generale è sempre più evidente – aggiunge Sergio Cavallari – Le condizioni delle strade sono sotto gli occhi di tutti, e non va certo meglio nelle aree che dovrebbero essere di maggiore pregio, come la zona dei giardini a lago e la diga foranea».Il pensionato lariano Ugo Lattuada sposta l’attenzione sulla zona della stazione di Como Lago.«Proprio in prossimità dell’uscita della stazione sono state posizionate una pensilina del bus e una bacheca per le informazioni che intralciano il passaggio – dice – Bastava poco per evitare questa situazione, invece anche qui sono riusciti a creare un disagio. Chiunque abbia passeggini e carrozzine è costretto a scendere sulla strada per passare, ovviamente mettendo a rischio la propria sicurezza. Non parliamo poi dei bagni pubblici della stazione, davvero indecenti». «Vivo sei mesi a Como e altrettanti a Bolzano – aggiunge sconsolato Lattuada – Quando torno sul Lario il primo impatto è davvero desolante. Il paragone con Bolzano è sicuramente impietoso».«Ho 84 anni ma amo ancora passeggiare per le strade della città – dice Emilio Sabbatini – Purtroppo le condizioni dei marciapiedi lasciano molto a desiderare e spesso muoversi è davvero un problema».«In via Milano, all’altezza di via Giulini il marciapiede è rotto in due punti – attacca Carlo Bianchi – Si comincia con qualche cubetto di porfido, poi se nessuno ripara il danno il problema si allarga rapidamente. Ho segnalato la situazione anche all’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune. Una volta sono intervenuti, poi il problema si è ripresentato e nessuno ha fatto più nulla. A questo aggiungo il problema dell’illuminazione: sono decine i lampioni che non funzionano. In viale Giulio Cesare ci sono voluti due anni e 8 mesi prima che intervenissero, in via Anzani e via Leoni il problema è identico ma le ripetute segnalazioni non portano a nulla». In tema di illuminazione, resta la denuncia dei pendolari che utilizzano la stazione di Albate-Camerlata, che lamentano il problema dell’area di sosta buia e pericolosa. Nei giorni scorsi infine è tornata alla ribalta anche la questione della mancata illuminazione della facciata esterna del Duomo, sul lato dell’abside.

  • Dipinti e cimeli, l’Arma in vetrina

    Dipinti e cimeli, l’Arma in vetrina

    In tre negozi del centro storicoSempre in occasione del 4 novembre, il comando provinciale Carabinieri di Como, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri di Lurago d’Erba, ha allestito un’esposizione di quadri e cimeli in tre vetrine della città di Como. Numerose anche le uniformi in mostra: da quella ordinaria da maresciallo donna, a una da pilota elicotterista. Esposti anche quadri del maestro Marco Monaldi, celebre per i suoi dipinti dedicati all’Arma.Tra le curiosità in vetrina anche una rievocazione storica, con documenti d’epoca, dell’istituzione dell’Arma dei Carabinieri (13 luglio 1814). Una mostra decisamente insolita che attira l’attenzione dei passanti nel centro storico.

  • Disastro Como, perde in casa della matricola Giana Erminio

    Fatale una rete negli ultimi scampoli del match«Forse abbiamo sentito il peso del primo posto». Con queste parole Giovanni Colella, allenatore del Como, ha commentato la prima sconfitta stagionale della sua squadra, arrivata ieri allo stadio Brianteo di Monza. Uno stop clamoroso, visto che la capolista è stata battuta dalla matricola Giana Erminio per 1-0, con una rete segnata a pochi minuti dalla fine da Sarao. Un tiro da lontano che ha avuto l’involontaria collaborazione del portiere azzurro Crispino, non ineccepibile nella circostanza.

    Uno stop che costituisce anche una occasione persa, visto che venerdì sera, nell’anticipo della sesta giornata di campionato, la squadra che condivideva la vetta con gli azzurri, il Pavia, era stata battuta seccamente per 4-0 dal Novara.

    «Un risultato che conferma che in questo campionato puoi vincere e puoi perdere ogni incontro – ha aggiunto Colella – Come è capitato a noi in una gara in cui nel primo tempo siamo stati limitati dalla tensione. Non abbiamo sottovalutato la partita. Purtroppo, però, abbiamo perso più tempo a protestare piuttosto che a pensare e a correre. La Giana non ha rubato niente – ha detto ancora Colella – C’è comunque il rammarico per come sono andate le cose, perché nella seconda frazione abbiamo fatto bene ed eravamo tranquilli, stavamo controllando la partita. Ma abbiamo pagato per un errore». Il mister ha negato di essere preoccupato: «No. È la prima sconfitta in sei partite, con la seconda rete subita. Abbiamo sbagliato il primo tempo, cosa che non ci era mai capitata da quando abbiamo iniziato il lavoro di questa stagione. Non sono preoccupato, anche se ovviamente analizzeremo con attenzione quello che è successo».Antonio Giosa difende il portiere Diamante Crispino. «Lo sbaglio sul gol? Sono cose che capitano. Non dimentichiamo che Crispino finora era sempre stato tra i migliori. Può succedere». Più in generale sulla squadra il difensore ha spiegato: «Il primo tempo è stato giocato al di sotto delle nostre possibilità, anche per merito della Giana Erminio. Poi nella ripresa siamo diventati padroni del campo. A tirare le somme, il pareggio sarebbe stato un risultato equo».Rammarico anche nelle parole del capitano Andrea Ardito: «Dispiace aver perso per un episodio all’ultimo momento, ma dobbiamo guardare la sfida nel suo complesso. È vero, nel primo tempo non abbiamo giocato una grande partita, ma nella ripresa abbiamo fatto bene, anche se poi gli avversari ci hanno infilato con un tiro da 25 metri e sono riusciti a vincere. Abbiamo subito poco e questo è il lato positivo che dobbiamo guardare, oltre allo spirito con cui abbiamo affrontato la seconda parte dell’incontro».Sul fronte degli avversari, l’allenatore Cesare Albè – da vent’anni mister della formazione di Gorgonzola – non nasconde la soddisfazione. Per lui e la sua squadra una affermazione di grande prestigio. «Un bel primo tempo da squadra vera, tosta – ha affermato – Il secondo tempo è stato del Como, che ha fatto di tutto per portare a casa i tre punti. I nostri avversari ci hanno spinto, ci hanno messo in difficoltà, ma come spesso capita nel calcio… abbiamo fatto gol noi. Questa partita ci conferma che noi ce la possiamo giocare alla pari con tutti, seppur soffrendo».

    Massimo Moscardi

  • Dodici mesi con Sant’Elia

    Dodici mesi con Sant’Elia

    Maestri lariani – È in distribuzione il calendario del Comune di Como dedicato al grande architetto futuristaGhiotta anticipazione – da conservare gelosamente – della grande mostra sul futurista Antonio Sant’Elia ormai imminente nella Pinacoteca Civica di via Diaz 84 a Como. Il Comune del capoluogo partirà da gennaio con la distribuzione in 33mila copie (corrispondenti ad altrettante famiglie) del suo tradizionale “Calendario 2012” con 12 immagini (più la tredicesima in copertina) tutto dedicato, per l’appunto, al grande architetto lariano prematuramente scomparso durante la prima guerra mondiale. Le cui visioni stupiscono ancora per la loro profetica modernità.

    La scelta del tema è caduta sui disegni conservati nella Pinacoteca e dedicati alla “Città Nuova”, l’immaginaria metropoli avveniristica alla Fritz Lang ideata dal grande futurista, ipotesi urbanistica di cui ricorrono nel 2012 i cento anni. I disegni per il calendario, accompagnati da utilissimi ingrandimenti di particolari, sono stati scelti da Chiara Rostagno, studiosa dell’architettura del Novecento, in collaborazione con la conservatrice di Palazzo Volpi Letizia Casati.«Il percorso – annota la Rostagno descrivendo la carrellata – ha inizio con lo schizzo per una torre faro, che è stato poi tradotto tra il 1931 e il 1933 da Giuseppe Terragni (a partire dalla rielaborazione dello schizzo di Sant’Elia eseguita da Prampolini) nella mole monumentale del Monumento ai Caduti di Como. Il confronto tra lo schizzo giovanile e il monumento cittadino permette di prendere confidenza con l’opera di Sant’Elia, di toccarla con mano e sentirla propria, tangibile. Seguono centrali elettriche, stazioni, edifici pubblici e religiosi, strade e viadotti brulicanti di vita, opere di architettura residenziale».la mostraCome detto, il calendario anticipa la tanto attesa mostra della primavera 2012 nella Pinacoteca, parallela a quella di Villa Olmo sulla dinastia fiamminga dei Bruegel. I curatori, Luciano Caramel e Alberto Longatti (che mezzo secolo fa firmarono una fondamentale mostra su Sant’Elia a Villa Olmo) hanno fissato per la rassegna il periodo dal 20 aprile al 30 settembre. Non si potrà vedere “dal vivo”, come si sperava, tutto il Sant’Elia “pubblico” disponibile a Como (altri disegni sono di proprietà degli eredi). Lo si potrà fare solo virtualmente. Infatti, nel 2012 sarà esposta soltanto una selezione dei 164 disegni del maestro futurista conservati in Pinacoteca. Questo per ragioni di “taglio” critico dato alla mostra e anche per motivi di conservazione, dato che si tratta di lavori su supporti molto fragili. Saranno esposti al primo piano della Pinacoteca di via Diaz, in tre distinte salette e anche al secondo piano. Confermato poi il già annunciato apporto del Rotary Club che coprirà le spese delle postazioni multimediali grazie alle quali il pubblico potrà consultare a video tutta la collezione dei disegni. Che sarà riprodotta per intero anche sul catalogo cartaceo, edito in occasione della mostra. Per realizzare i due apparati, l’analogico e il digitale, sarà obbligatoria una nuova campagna fotografica ad alta definizione per immortalare tutti i disegni. Caramel con Longatti curò anche l’ultima tappa espositiva importante sull’architetto lariano celebre in tutto il mondo (il Guggenheim di New York ha chiesto a Como alcuni disegni per una mostra sul Futurismo prevista nel 2014). Fu sostenuta dal cavaliere Antonio Ratti a Ca’ Pesaro a Venezia (1991) e poi al Deutsches Architekturmuseum di Francoforte (1992). La mostra negli intenti di Ratti sarebbe poi dovuta approdare a Como dopo la tournée europea. Ma, purtroppo, per il Lario non se ne fece nulla. E ora l’evento del 2012, giusto vent’anni dopo, suona anche come un doveroso risarcimento postumo.il buono spesaIl calendario del Comune offre anche un’opportunità economica non trascurabile alle famiglie di Como. Agli inserzionisti è stato chiesto di partecipare all’operazione editoriale favorendo gli acquisti. Ogni mese del calendario ospita infatti un buono sconto da ritagliare e presentare al rispettivo punto vendita per ottenere sconti e agevolazioni. Il totale per ogni fascicolo è di 80 euro per un paniere del valore totale di 2 milioni e 640mila euro. Con l’aria di recessione che spira anche sul Lario, non è poco.

    Lorenzo Morandotti

  • Droga e giovani, genitori in difficoltà. C’è chi ricorre al detective privato

    Droga e giovani, genitori in difficoltà. C’è chi ricorre al detective privato

    Il fiume di marijuanaIantorno: «Maggiore presidio nelle piazze dello spaccio»È un fiume di droga quello che corre tra i giovani del Comasco. Il fenomeno è sotto la lente delle forze dell’ordine. Denunce, segnalazioni in Prefettura sono all’ordine del giorno. I numeri non sono tornati quelli dei tempi dei canapai ticinesi, ma poco ci manca. E preoccupano soprattutto i genitori. Ci sono famiglie che si rivolgono a investigatori privati per sorvegliare i propri figli. Carlo Rocci, titolare dell’Investigate di via Volta a Como, conferma un aumento di richieste negli ultimi

    tempi.«Sono servizi che svolgiamo abitualmente – spiega – Sono soprattutto le mamme a chiedere il nostro aiuto. Vogliono che controlliamo le frequentazioni dei figli e naturalmente l’eventuale assunzione di droghe».È un servizio costoso che, probabilmente, si possono permettere pochi?«Assolutamente no. C’è anche chi ricorre a noi solo per l’esame del capello del figlio» (le tracce di stupefacente rimangono a lungo nella struttura capillare ndr).«Anche la sorveglianza – prosegue – viene limitata a precise fasce orarie, con costi più bassi. Ma l’osservazione più importante viene svolta dagli stessi genitori. Ci sono chiari sintomi che possono indicare l’assunzione di droghe. Il comportamento diventa scostante, alterato. E poi si devono guardare gli occhi del ragazzo».Come si rapporta poi l’agenzia con i clienti?«Viene fatta una relazione con delle fotografie. Di solito, sconsigliamo un tipo di sorveglianza troppo invadente sul modello spyphone (controllo di tutte le chiamate e degli spostamenti ndr). È indispensabile anche per noi che i giovani vengano poi recuperati».Nel lavoro di prevenzione contro l’uso di sostanze la scuola ha un ruolo fondamentale. I presidi si trovano in prima linea sulla questione.«L’attenzione è alta in tutti gli istituti – dice Domenico Foderaro, dirigente del Pessina – Siamo stati, nostro malgrado, al centro dell’attenzione per un episodio che non riguardava la scuola».Il preside ricorda il controllo di uno studente accompagnato dagli agenti a casa, dove sono state trovate dosi di droga. «Abbiamo 1.200 ragazzi e la pecora nera ci può essere, però non c’è stato spaccio a scuola. Abbiamo invitato anche don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, che si era espresso su questo episodio non conoscendo la realtà della nostra scuola ed è stato un incontro formativo. Erano collegati con noi anche gli studenti di Appiano e di via Scalabrini».«Come ogni anno – aggiunge Foderaro – stiamo seguendo dei progetti con le forze dell’ordine sulla prevenzione. Scuola e famiglie hanno un ruolo importante nella prevenzione, ma poi ci sono anche gli altri attori. E i media hanno un ruolo importante. Siamo un istituto professionale, abbiamo tanti studenti che provengono da situazioni disagiate, tanti stranieri. Però dentro la scuola – conclude – non ci sono mai stati episodi di spaccio».Un altro attore in campo nella lotta alla droga è il Comune di Como.«Seguiamo la situazione con attenzione – dice l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Cernezzi, Marcello Iantorno – La polizia locale intensificherà i passaggi tra i Portici Plinio e piazza Vittoria, che sembrano le principali zone dello spaccio tra i giovani e i giovanissimi».Di recente, proprio in Comune si è tenuto un incontro con i presidi e le forze dell’ordine per esaminare il problema.«Con me c’era il vicesindaco Silvia Magni – spiega Iantorno – I casi che riguardano i minori sono i più delicati perché manifestano anche una condizione di disagio. Non ci si può quindi limitare alla repressione, si devono anche spiegare i danni causati alla salute dalle sostanze stupefacenti e instillare la cultura della legalità».Sul fronte dei controlli con le telecamere, Iantorno spiega che, al momento, non sono previste nuove installazioni.«Piazza Gobetti è coperta e oggi le immagini si possono visionare in seguito agli episodi. Certo, si dovrebbe potenziare il controllo in tempo reale, ma gli occhi elettronici sono già un deterrente».

    Paolo Annoni