ALLE 17Si apre domani, alle 17, la Fiera di Sant’Abbondio, con il taglio del nastro del sindaco Mario Lucini. La tradizionale kermesse, organizzata per festeggiare il santo patrono della città, rimarrà aperta fino al 3 settembre e si svolgerà, come di consueto, nel complesso dei Santi Cosma e Damiano. Sempre più ricco il programma degli eventi. Non mancherà il ristorante tipico lariano a cura dell’Associazione provinciale Cuochi di Como. Il ricavato delle vendite sarà devoluto alla Piccola Casa Federico Ozanam di Como. Spazio poi alle dimostrazioni di cucina e al mercatino di prodotti artigianali locali. Molti anche i giochi e i laboratori alimentari previsti per i più piccoli. Come di consueto, un “trenino” turistico su gomma collegherà la fiera con il centro storico.
Categoria: Notizie locali
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Dormitorio, la Provincia ci mette una pezza. Concessa per 6 mesi l’ex caserma di Borgovico
Alla fine, è stata la Provincia a metterci una pezza. Accogliendo una “preghiera” formulata dal vescovado con insistenza nelle ultime settimane. Il secondo dormitorio di Como, seppur provvisorio, si farà nella ex foresteria del comando provinciale dei carabinieri di via Borgovico, la stessa struttura che sino al giugno dello scorso anno aveva accolto una quarantina di migranti. L’annuncio è stato dato ieri pomeriggio dal presidente di Villa Saporiti, Fiorenzo Bongiasca, il quale ha parlato chiaramente di una «richiesta del vescovo Oscar Cantoni, della Caritas diocesana e del sindaco Mario Landriscina»: per «venire incontro alla necessità di spazi più volte espressa dal Comune, la Provincia di Como concederà l’uso della palazzina dell’ex caserma dei Carabinieri di via Borgovico come dormitorio temporaneo per i senzatetto».In realtà, da quando (luglio 2019) il consiglio comunale del capoluogo ha votato la mozione sul secondo dormitorio, Palazzo Cernezzi si era fatto sì avanti, ma in forma abbastanza blanda, con una lettera inviata a molte istituzioni (e tra queste, anche alla Provincia) in cui si chiedeva una generica disponibilità di locali. Decisivo, a quanto pare, è stato il passo avanti di monsignor Cantoni, fatto negli ultimi giorni.«Da parte mia – ha detto ieri sera alCorriere di Comoil presidente Bongiasca – non ne faccio una questione politica. Sono e resto convinto che non si possa non dare un pasto caldo e un letto a chi ha bisogno. In questo senso, la nostra disponibilità è stata totale». La palazzina alle spalle dell’edificio di via Borgovico avrebbe dovuto essere oggetto di una ristrutturazione in vista del trasferimento degli uffici del lavoro. Ma il cantiere è slittato di qualche mese, motivo per cui Bongiasca non ha avuto alcuna difficoltà a “cederlo” in gestione alla Caritas dal 1° novembre alla fine di aprile 2021 come dormitorio per i senzatetto.«Sappiamo che in città c’è la necessità di individuare al più presto un luogo da adattare a nuovo dormitorio cittadino – dice il presidente della Provincia – in attesa che si trovi una soluzione definitiva abbiamo deciso di proporre questo nostro spazio per i mesi invernali».I locali di via Borgovico si andranno quindi a sommare agli spazi di via Napoleona. E potrebbero finalmente aiutare i volontari e chi si occupa della marginalità grave a trovare una collocazione più dignitosa e sicura per i tanti che al momento trascorrono le loro notti all’addiaccio sotto i portici di San Francesco e della basilica del Crocifisso. «In passato la palazzina della ex caserma era stata utilizzata per l’accoglienza dei migranti – aggiunge Bongiasca – abbiamo quindi scelto di metterla nuovamente a disposizione della comunità. Nelle prossime settimane, di concerto con la Caritas diocesana, provvederemo all’allestimento del dormitorio, in modo da essere pronti per l’arrivo delle temperature più fredde».Nella ex foresteria dei carabinieri ci sono spazi attrezzati anche per la mensa. È molto probabile che la Caritas possa provvedere in loco a preparare pasti caldi per chi è in condizioni più difficili.
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È morto Remo Grigliè. Diresse la “Rosea”
LUTTO NEL GIORNALISMO COMASCOLutto nel giornalismo comasco per la scomparsa di Remo Grigliè, direttore della “Gazzetta dello Sport” negli anni ’70 e da tempo residente nell’Erbese. Al quotidiano sportivo Grigliè era entrato nel 1973 come amministratore delegato della società editrice, poi, nel 1975, il suo ruolo era passato da dirigente a giornalista, come direttore, appunto, della “Gazzetta”. Alla guida del giornale rimase per un anno, poi al suo posto arrivò nel 1976 Gino Palumbo. Negli ultimi anni Grigliè, 91 anni, ha vissuto in maniera estremamente riservata fra Erba (dove è scomparso) e Parigi. Per sua volontà non si svolgeranno i funerali. Lunedì pomeriggio sarà celebrata una cerimonia di commemorazione, in suo ricordo, all’Ospedale Fatebenefratelli.
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Eros camaleonte con Miniartextil
Esposizioni – Nelle nove sale al pianterreno di via Cantoni 69 artisti selezionati per la 23ª kermesse internazionale di arte tessileDa domani al 1° dicembre torna “Miniartextil”
In quanti modi si può declinare il concetto di “eros” in una mostra d’arte contemporanea? Praticamente infiniti, a eccezione della pornografia, che nell’edizione numero 23 della rassegna internazionale d’arte tessile Miniartextil – inaugurazione domani alle 17, visitabile fino al 1° dicembre – è stata volutamente tralasciata. Per il resto a Villa Olmo in via Cantoni (per la seconda volta sede della rassegna, e da quest’anno con un prolungamento di 15 giorni rispetto al 2012 a sede unica
perché si è rinunciato alle location parallele) c’è davvero di tutto. L’impaginazione è rigorosa e sontuosa. Ci sono il corpo e l’anima dell’amore, la sensualità esplicita e golosa di opere che richiamano l’arte dolciaria, il sottile gioco d’ombre che dice più di tante parole e immagini esplicite, gli esotismi orientali, la ridondante sontuosità di macchinari barocchi che mettono alla berlina la retorica e le illusioni dell’umanità, il gioco semantico sui simboli e sui materiali: veri capelli umani, corde di pianoforte, semplici fili tessili, semplici (ma quantomai “parlanti”) lenzuola.Non mancano i riferimenti espliciti al sesso, ma è evidente che l’amore può essere anche “platonico” come ci insegna la lettura del Simposio.“Eros” è insomma il titolo dell’edizione di quest’anno, curata come sempre dall’associazione culturale comasca “Arte&Arte” di Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro (insignita dell’Abbondino d’Oro) che ospita 69 artisti selezionati da Luciano Caramel, noto critico d’arte comasco. C’è come di consueto una selezione di “minitessili” nel salone centrale (54 sui 430 giunti in concorso da 43 nazioni diverse, un risultato invidiabile per una manifestazione unica in Europa) e non si possono mancare le scenografiche installazioni che coprono l’intero percorso delle nove sale al pianterreno della storica dimora. Tra gli artisti più convincenti il londinese Yinka Shonibare, l’argentino Manuel Ameztoy, la statunitense Mandy Greer (ottima la sua performance nel teatrino di Villa Olmo), dal Sudafrica Fiona Kirkwood. Non mancano esponenti giapponesi come Kumi Yamashita, Noriko Narahira, Keiichi Nagasawa e Takaaki Tanaka. Tra gli italiani ricordiamo in particolare il comasco Giuseppe Coco e Daniele Delfino con Blaise Cayol, autori di una interessante installazione realizzata con legni del Triangolo Lariano, alta 5 metri, Piante celesti: due figure umane che si ispirano alle incisioni rupestri del Neolitico e invitano a un rispetto delle forze e delle energie della natura proprio nel segno di Eros.
Lorenzo Morandotti
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Esposto per calunnia da un dipendente contro un vigile
Ca’ d’IndustriaTornano a far parlare di sè le proteste per la decisione di esternalizzare il servizio mensa della Ca’ d’Industria. Sulla questione pende già una richiesta di giudizio per Davide Scarano, un dipendente accusato di istigazione a delinquere e diffamazione. Lo stesso Scarano ha ora presentato un esposto per calunnia contro la testimonianza di un vigile. Proprio per questo motivo, nelle scorse ore, in Procura sono stati chiamati i presenti di quel pomeriggio, a partire dal sindaco Stefano Bruni, per proseguire con Veronica Airoldi ed Enrico Cenetiempo.Leggi l’articolodiPeverelliinCRONACA
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Ex Politeama, Palazzo Cernezzi stringe la “mano tesa” del Sociale
Tesori da salvareIantorno: Palchettisti e teatro potranno avere un ruolo importanteCaso Politeama, il Comune stringe la mano tesa dal Teatro Sociale. Ieri sul “Corriere di Como” il presidente della Società dei Palchettisti proprietaria dello storico teatro di piazza Verdi – che oggi compie 200 anni di storia – aveva lanciato l’idea di un tavolo comune per gestire le sorti della struttura di piazza Cacciatori, giunta in eredità a Palazzo Cernezzi che ne è proprietario all’85% in attesa di acquisire tutte le quote. «Mi piacerebbe che il Comune avviasse insieme con il Sociale
un progetto di recupero», ha detto Peronese, riferendosi all’imminente scadenza dell’Expo 2015 come obiettivo primario da tenere presente per qualsiasi investimento sul patrimonio culturale della città, anche in vista di eventuali bandi per fondi europei da finalizzare al restauro e al recupero del bene storico. Tale è infatti il Politeama, che nel 2005 ha dato addio all’ultima forma di spettacolo che l’ha accompagnato nel terzo millennio, il cinema, ma che è stato inaugurato nel 1910 e ha ospitato artisti del calibro di Duke Ellington e Vittorio Gassman, oltre ai futuristi di Marinetti.Oggi l’assessore al Patrimonio della giunta Lucini, Marcello Iantorno, si dice lieto della proposta di Peronese. «Senza contributi di soggetti ed enti pubblici e privati e l’appoggio della città – dice Iantorno – sarà ben difficile recuperare l’ex Politeama e in particolare destinare la parte non commerciale a teatro, spettacolo e cultura. In questa opera di recupero il contributo di idee che possono dare i Palchettisti e il Sociale è fondamentale e ritengo, per i contatti avuti, che Peronese e Barbara Minghetti (la presidente dell’As.Li.Co. che gestisce gli spettacoli del Sociale, ndr), siano senz’altro interessati e – il che ci fa molto piacere – disponibili».La strada verso il recupero – da dietro le quinte affiora un progetto per mantenere concretamente una parte ad uso commerciale e destinare l’altra a servizi culturali – è però lunga.Da luglio, ricorda Iantorno, «l’immobile è stato liberato da bar e ristoranti che in questi anni lo hanno impropriamente occupato e in questi giorni verrà ripulito dall’enorme immondezzaio che hanno lasciato all’interno in questi anni. Siamo ora in grado di intensificare, come stiamo facendo, gli incontri e i confronti con enti e soggetti interessati al recupero e che avverranno sin dai prossimi giorni. Palchettisti e Teatro Sociale potranno avere, se lo vorranno, un ruolo importante».Da parte sua Barbara Minghetti, ospite ieri sera in diretta nel telegiornale Etg di Espansione Tv per il bicentenario del Sociale, si dice fiduciosa sull’esito di questa fase ma richiama a un sano realismo: «I Palchettisti sono una risorsa per la città e lo è anche il Politeama, se Como avrà la forza di recuperarlo. Se ne sente parlare da quasi un decennio. L’importante è che ci siano effettivamente le volontà e le energie per arrivare a una soluzione».
L.M.
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Festival dei sapori di lago con il nuovo “Gastrolario”
Una partenza con successo quella che ha fatto registrare nel primo fine settimana di ottobre la terza edizione della rassegna “Gastrolario”, che da quest’anno si concentra sui sapori d’acqua dolce e ha tra i media partner “Corriere di Como” ed Espansione Tv. Fino al 31 ottobre, un festival dei sapori comaschi tutto dedicato al missoltino e al pesce di lago.Venticinque i ristoranti che hanno aderito e che propongono in questa maratona culinaria piatti unici e menù degustazione con i prodotti tipici della cucina del lago, proposti in versione classica o rivisitata dagli chef.Il re è naturalmente il missoltino, il più tipico dei prodotti del nostro lago, affiancato dal superclassico persico col riso in cagnone, dal lavarello al burro e salvia, in carpione o in salsa verde, dal paté di cavedano e dai tanti altri piatti tipici della nostra cucina.Il patron della manifestazione, Claudio Bizzozero, è soddisfatto della partenza del tour gastronomico. «In novembre partiremo con un altro mese e altri 25 locali per carni in umido e bolliti tipici della cucina brianzola, il titolo è “GustoBrianza”».Ora invece ci si concentra sull’ottobre “laghée”. «I locali permettono di soddisfare ogni palato: si va dalla cucina tradizionale di osteria a quella ricercata del ristorante gourmet – dice Bizzozero – Siamo partiti molto bene, con ottimi riscontri tra ristoratori e pubblico, con un ottimo flusso di prenotazioni in rete e con tutti i locali che hanno lavorato, senza particolari differenze. Tutti i ristoranti aderenti lavorano a buon regime e con anche gruppi numerosi e comitive, questo significa che la formula è azzeccata». Non è una passerella o una vetrina ma un trampolino di lancio che richiede lavoro e impegno: «I ristoranti devono studiare menu dedicati e premieremo soprattutto chi difende la tradizione – dice Bizzozero – e rispetta al massimo la filiera a impatto e chilometro zero. Nasciamo allo scopo di valorizzare la tipicità locale: i pesci sono di provenienza lariana, al massimo lombarda, ci teniamo a dirlo, non sono “stranieri”».come si partecipaSul sito della rassegna, www.gastrolario.it, si sceglie quali ristoranti visitare, quali piatti gustare e che giudizio dare ai piatti assaggiati. Compilando poi l’apposita scheda di valutazione online, si potranno selezionare i piatti d’eccellenza della cucina lariana e i più fortunati potranno essere sorteggiati per vincere una cena di lago. E per i più curiosi, un lungo viaggio di un mese, alla scoperta dei nuovi piatti creati dagli chef aderenti nel solco della tradizione.
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Fondazione Braglia, l’arte invade Lugano
Va in scena da oggi la mostra “Conversations with a Changing World”, il nuovo progetto del giovane artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia, a cura di Beatrice Audrito.Il progetto, promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia con il Patrocinio della Città di Lugano, è il frutto dell’ultima fase di ricerca dell’artista. La mostra, visibile fino al 31 gennaio 2021, è un percorso di sei sculture e installazioni a cielo aperto immerse nella natura del Parco Ciani, dove Braglia sceglie di conversare con un mondo che cambia rivolgendo ancora il suo sguardo alla questione ambientale.In mostra anche la grande scultura ambientale “The Twin Bottles. Message in a Bottle”, realizzata insieme allo scultore internazionale Helidon Xhixha. Due grandi bottiglie di plastica in scala aumentata, schiacciate e gettate come rifiuti abbandonati, galleggiano sulle acque del lago Ceresio per lanciare un forte messaggio di denuncia dell’inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica.
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Fondi Cariplo, il Comune punta su Villa Olmo
Il Comune di Como dribbla il sogno del campus e scommette su Villa Olmo. La giunta di Palazzo Cernezzi ha approvato un progetto di riqualificazione della storica dimora e si prepara a partecipare al bando straordinario della Fondazione Cariplo destinato a interventi “emblematici” per il territorio lariano. Le domande devono essere presentate entro il 15 novembre prossimo.Complessivamente, la Fondazione Cariplo mette a
disposizione della Provincia di Como circa 7 milioni di euro. Sulla carta, il territorio avrebbe indicato come prioritario il primo lotto del campus al San Martino. In realtà, la possibilità di avere un progetto con tutti i requisiti per la finanziabilità entro la scadenza del bando appare remota. Il Comune di Como si prepara dunque a giocare una carta alternativa: la riqualificazione di Villa Olmo.La giunta di Palazzo Cernezzi ha già dato il via libera al progetto, condiviso con la Provincia e la Camera di Commercio. «L’intervento – si legge in una nota del Comune – prevede la riqualificazione del parco storico di Villa Olmo, la realizzazione di un orto botanico con una collezione di piante tipiche dei giardini storici del lago, la ristrutturazione delle serre comunali, il restauro dei monumenti e la realizzazione di un teatro all’aperto». Passando all’edificio vero e proprio, il progetto comprende «l’eliminazione delle barriere architettoniche e il recupero degli interni al piano terra, al primo e secondo piano, la ristrutturazione dei pavimenti in legno, delle facciate, degli impianti, delle due palazzine di servizio e del ristorante». Il piano complessivo comprende anche il recupero dei giardini e di alcune sale al piano terra di Villa Saporiti, sede della Provincia. In quest’ambito, è stato proposto anche l’ormeggio permanente del piroscafo Patria davanti a Villa Olmo.Il preventivo di spesa per l’intera opera è di 7,2 milioni di euro e l’ipotesi è di suddividere i lavori in due lotti funzionali.Palazzo Cernezzi ha già messo a disposizione 700mila euro destinati alla riqualificazione degli impianti e per garantire una migliore efficienza energetica. Villa Saporiti ha messo invece sul tavolo 500mila euro. Infine, la Camera di Commercio ha garantito la progettazione del recupero delle serre e della realizzazione del teatro all’aperto.«Con questi interventi puntiamo al recupero di un bene culturale di notevole importanza per tutta la provincia – ha detto Daniela Gerosa, assessore all’Edilizia pubblica del Comune di Como – Villa Olmo potrà essere inserita nel circuito delle ville del lago, completando così l’offerta culturale e turistica del nostro territorio. L’intervento, inoltre, si inserisce nella riqualificazione di tutto il fronte lago della città e nel progetto del cosiddetto “Chilometro della Conoscenza”».Il sindaco di Como, almeno formalmente, continua ad assicurare comunque il pieno sostegno al progetto del campus universitario. Ma mette le mani avanti.«Con tutto il Comasco sosteniamo il progetto del campus – commenta Mario Lucini – Tuttavia, se per qualunque motivo quel percorso dovesse presentare criticità insormontabili, riteniamo che la nostra provincia non possa rischiare di perdere la grande opportunità offerta dal bando Cariplo. È importante, quindi, disporre di un’altra proposta forte, ricca di contenuti e di chiara emblematicità per il territorio quale quella della valorizzazione del compendio di Villa Olmo».
Anna Campaniello
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Fondi Cariplo: «Il “Tavolo” non rappresenta il territorio»
I piedi dei sindaci sul “Tavolo”. Un’immagine forse un po’ brutale può spiegare meglio di molte parole ciò che sta accadendo attorno alle ultime decisioni assunte dal “Tavolo per la competitività e lo sviluppo della provincia di Como”, organismo emanazione della Camera di Commercio su cui si è abbattuta, negli ultimi giorni, una autentica bufera.Lo scorso 23 settembre, al termine della sua ultima riunione, il “Tavolo” ha indicato due priorità «da candidare alla Fondazione Cariplo
nell’ambito delle “Erogazioni Emblematiche Maggiori”», contributi straordinari che quest’anno ammontano a 7 milioni.Le due priorità sono il campus del San Martino e, in subordine, la ristrutturazione di Villa Olmo e delle sue serre, queste ultime inserite nel cosiddetto “Km della conoscenza”.La scelta del “Tavolo”, compiuta con un blitz quasi al termine della seduta, ha scatenato una quantità industriale di polemiche. Prima è intervenuto il presidente della Fondazione Ca’ d’Industria, Paolo Frisoni, per lamentare il sostanziale disinteresse verso altri progetti ugualmente importanti.Subito dopo, è stata la volta di alcuni consiglieri regionali, che hanno bocciato in toto il metodo utilizzato per le deliberazioni e la gestione dello stesso “Tavolo”. Un fuoco di sbarramento al quale ieri hanno aggiunto le loro pesanti munizioni gli amministratori comunali di Erba e di Cantù.I progetti brianzoli«Prima o poi, la questione sarebbe dovuta emergere», dice Claudio Ghislanzoni, vicesindaco di Erba. La questione cui si riferisce l’avvocato erbese è relativa al metodo utilizzato dal “Tavolo per la competitività” nell’indicare scelte e priorità.«Serve un maggiore coinvolgimento del territorio, scontiamo il fatto che il “Tavolo” sia composto da interlocutori che non rappresentano tutto il Comasco. È un errore che si può correggere dando rappresentatività ai Comuni più grandi e all’Altolago. La logica di guardare soltanto al capoluogo è perdente – insiste Ghislanzoni – oltretutto, ci sono zone sul Lario più dinamiche della città dal punto di vista delle prospettive. Purtroppo, scontiamo anche il vuoto politico lasciato dalla chiusura di fatto della Provincia».Entro il 15 ottobre, Erba presenterà per il finanziamento Cariplo ben due progetti: la ristrutturazione di un capannone di Lariofiere nel quale realizzare un incubatore per imprese artigiane e l’ammodernamento del complesso architettonico di Villa Candiani, in cui sono ricompresi anche il Teatro Licinium e la scalinata Terragni. «La nostra è una delle città più vivaci del territorio ed è punto di riferimento per almeno 60mila abitanti – dice il sindaco di Erba, Marcella Tili – Noi non intendiamo rinunciare ai fondi delle “Erogazioni Emblematiche”. Su questo ci siamo anche noi e chiediamo al “Tavolo per la competitività” che i progetti erbesi vengano presi nella giusta considerazione». Complessivamente, sul capannone di Lariofiere e sul complesso di Villa Candiani la città di Erba e il polo fieristico brianzolo hanno ipotizzato investimenti per circa tre milioni di euro.Le critiche di CantùParole dure e giudizi decisamente severi giungono anche dal sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, il quale sposta la discussione su un terreno politico. «L’incapacità del “Tavolo per la competitività” di rappresentare l’intero territorio è evidente e da tempo abbiamo sollevato il problema – dice – Condivido quindi la proposta del vicesindaco di Erba di invitare alle discussioni anche gli amministratori dei comuni più grandi». Ma ciò che Bizzozero mette sotto accusa in modo esplicito è il «comocentrismo» del “Tavolo” e «anche della Camera di Commercio».Spiega il sindaco di Cantù: «Noi non siamo soliti andare a elemosinare niente a nessuno. Prendiamo però atto delle scelte compiute». La tesi di Bizzozero è molto chiara: «Se in Camera di Commercio prevale la componente legata al turismo e al comparto alberghiero, allora è ovvio che tutto si concentri sul capoluogo. Ma noi facciamo mobili».Gli ultimi investimenti della Camera di Commercio, aggiunge il primo cittadino di Cantù, «sono andati all’incubatore di Lomazzo e al “Km della conoscenza”. Nel nostro territorio, da quando non c’è più Marco Citterio (l’ex presidente di via Parini, ndr), il cambiamento è stato significativo. Registro la forte insoddisfazione dei nostri imprenditori. Credo che non si possa dargli torto».Le bordate di Bizzozero sono quindi rivolte sì al “Tavolo”, ma molto di più alle scelte di politica economica dell’ente camerale. «Il Canturino traina l’export della provincia, ma per la Camera di Commercio il legno-arredo non è degno di investimenti significativi. Purtroppo – conclude il sindaco di Cantù – sono i dati a parlare».
Da. C.