Categoria: Scuola e Università

  • All’Insubria la lezione di Bruti Liberati

    All’Insubria la lezione di Bruti Liberati

    Passione, storia e mestiere nel libro «Magistratura e società nell’Italia repubblicana» di Edmondo Bruti Liberati, già procuratore di Milano, presentato a studenti, docenti e pubblico questo pomeriggio nell’aula magna del Chiostro di Sant’Abbondio dell’Università dell’Insubria, sede del Dipartimento di Diritto economia e culture.Con Bruti Liberati hanno dialogato il giudice Giuseppe Battarino e l’accademica Francesca Ruggieri. Il seminario è stato organizzato dall’Istituto Perretta in collaborazione con l’ateneo.

  • Contrastare mobbing e molestie sul luogo di lavoro, all’Insubria un corso di alta formazione

    Contrastare mobbing e molestie sul luogo di lavoro, all’Insubria un corso di alta formazione

    «Contrastare con successo mobbing e molestie (sessuali e psicologiche) sul luogo di lavoro». Sono i temi affrontati dal nuovo corso di alta formazione al via il 5 novembre all’Università dell’Insubria, nella sede varesina di Monte Generoso e in videoconferenza con Como. Il corso è rivolto a operatori nel mondo sanitario, giuridico, politico, amministrativo, imprenditoriale, educativo, agli studenti universitari e a ogni lavoratore desideroso di approfondire l’argomento. Docenti saranno giuristi, psicologi, pedagogisti e medici dell’ateneo insubre, ma anche delle Università di Torino e di Parma. Sono previste in tutto 32 ore di lezione, compresi workshop, dal 5 al 30 novembre il martedì e il venerdì dalle 17 alle 21, nella sede universitaria di Monte Generoso, in videoconferenza con l’aula 4.15 di via Valleggio a Como

  • A Como pianificati interventi di miglioria per edifici comunali e scuole

    A Como pianificati interventi di miglioria per edifici comunali e scuole

    Oggi la Giunta di Como ha approvato alcuni interventi di manutenzione straordinaria e miglioramenti su edifici comunali e scuole, che inizieranno a breve e saranno eseguiti nell’ambito dell’accordo quadro, già contrattualizzato, per le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli edifici comunali. Due gli interventi di rifacimento dell’allaccio delle fognature su quattro edifici delle case comunali in via Spartaco e un rifacimento della fognatura delle case comunali in via San Bernardino (circa 270 mila euro in totale). Prevista poi la realizzazione di un accesso al sottotetto di un condominio in via Spartaco: verrà realizzata una botola con scala retrattile per poter effettuare le manutenzioni più facilmente (circa 40 mila euro). Previsto anche il rifacimento degli impianti elettrici e di illuminazione condominiale e delle cantine-box delle case di via Muggiò, anche con luci di emergenza per la parte interrata degli immobili (circa
    75 mila euro). L’esecutivo di Palazzo
    Cernezzi ha anche deliberato il completamento
    del campo da gioco della scuola media di Lora con pavimentazione in
    gomma granulare e sistema di allontanamento delle acque, creando con
    i tracciamenti due campi da gioco di basket e pallavolo (circa 70
    mila euro).

  • Giovani laureati: il lavoro sul Lario rimane un miraggio. Cervelli in fuga in Ticino e a Milano

    Giovani laureati: il lavoro sul Lario rimane un miraggio. Cervelli in fuga in Ticino e a Milano

    Cervelli sempre più in fuga dal Lario. Il motivo? Semplice, un laureato comasco fatica molto a trovare occupazione nella sua provincia di residenza. Lo stesso vale anche per i “cugini” lecchesi. Cresce così il tasso di mobilità dei lavoratori verso il Canton Ticino, l’area milanese e quella brianzola.I dati del rapporto “Scuola e lavoro, dalla formazione alla professione” sono stati presentati ieri al salone Young di Lariofiere a Erba. Lo studio è stato realizzato dalla Camera di Commercio di Como e Lecco.La fotografia di maggiore impatto riguarda il fenomeno del pendolarismo dei lavoratori dipendenti. Soprattutto i laureati comaschi cercano lavoro oltre i confini provinciali. Una situazione che si specchia anche nelle vicine Varese e Lecco. I dipendenti comaschi che ogni giorno escono dai confini provinciali per lavorare sono oltre 75mila. Quelli che si dirigono verso Sud sono 36mila (dati 2018), 19mila dei quali vanno a Milano. In 25.700 sono frontalieri in Canton Ticino. Ci sono poi 5.200 comaschi che lavorano nel Lecchese e 8.200 nel Varesotto. Esiste anche un pendolarismo di ritorno verso il Lario, non tanto dalla Svizzera, ma dalle altre province. Così sono 7.800 i residenti in provincia di Varese che ogni giorno vengono a lavorare nel Comasco, 4.700 i Lecchesi, 7mila dal Milanese e altri 25mila da altre province.Dall’altra parte, lo studio evidenzia come le imprese del territorio segnalino spesso difficoltà nel reperire personale funzionale alle esigenze. Si crea, insomma, quello che si può definire un “mismatch”, un mancato incontro tra imprese e lavoratori. La distanza tra chi programma assunzioni e i giovani con un livello di istruzione medio-alta, che si offrono per entrare nel mercato del lavoro, viene colmata grazie all’immigrazione e all’emigrazione.Uno sfogo che mantiene il livello della disoccupazione giovanile comasca a livelli molto bassi. I ragazzi dai 15 ai 24 anni in cerca di occupazione sono passati dal 22,6% del 2017 al 22,1% del 2018. È per contro cresciuta l’occupazione giovanile. Lo studio censisce 12.600 under 24 occupati nel 2018, contro i 12mila del 2017, numeri migliori del territorio lecchese, dove gli occupati sono invece scesi da 8.600 a 8.400.Rimanendo nella fascia dei 15-24 anni, anche gli avviamenti al lavoro in provincia di Como sono aumentati, dai 15.540 del 2017 ai 16.800 del 2018. Il quadro percentuale dei giovani comaschi dai 15 ai 24 anni era formato, nel 2018, dal 56% di studenti, il 27% di occupati, l’8% di persone in cerca di un lavoro e il restante 9% di Neet, termine che identifica le persone che non studiano e non lavorano (“Not in education, employment or training”).Dove studiano i comaschiLa scorsa estate in provincia di Como si sono diplomati 5.550 giovani, ovvero 50 in più rispetto al 2018. Di questi, 4mila sono usciti dagli istituti superiori della provincia, mentre la parte restante dalle scuole professionali. La scuola superiore preferita dai comaschi è il liceo, che comprende il 49% dei diplomati (contro il 47% del 2018). L’indirizzo scientifico coinvolge il 47% dei liceali, seguito da quello linguistico al 20%. I diplomati a indirizzo tecnico pesano invece per il 34% sul totale dei diplomati, con una prevalenza degli indirizzi amministrativo e turistico. In calo le scuole di formazione professionale di circa due punti percentuali, dal 29 al 27,2%. Che fine fanno i diplomati? Oltre il 65% di chi ottiene un diploma sul Lario si indirizza verso un percorso universitario. L’ultimo dato disponibile è relativo all’anno accademico 2017-2018, con 2.550 immatricolati dalla provincia di Como, +4,5% rispetto all’anno precedente. Le discipline economico-statistiche (14,3%) e ingegneristiche (13,3%) raccolgono i maggiori consensi, seguite dai corsi del gruppo politico-sociale (12,3%).

  • Almeno 600 le cattedre ancora scoperte. Rientro a scuola con il brivido nel Comasco

    Almeno 600 le cattedre ancora scoperte. Rientro a scuola con il brivido nel Comasco

    Insegnanti cercansi: in provincia di Como ci sono 600 posti scoperti. La crisi c’è, in particolare nel mondo del sostegno (di ogni ordine e grado) e nella scuola primaria.I dati lariani arrivano nel giorno in cui il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, lancia l’allarme parlando di 13mila cattedre scoperte in regione.«Definire il numero preciso è un problema perché sono in corso le operazioni di assegnazione degli incarichi e le nomine – conferma Albino Gentile, segretario generale della Cisl Scuola dei Laghi – ma per dare un ordine di grandezza possiamo dire che ci sono 300 posti scoperti sul sostegno e altrettanti nella primaria». Per il sostegno, il sindacalista spiega che il problema è a monte.«Lo scorso anno per il percorso di specializzazione in questo ambito la Lombardia ha attivato soltanto 220 posti su tre università; in Veneto, per fare un esempio, erano 850». Ottenere la specializzazione è un iter lungo e complesso. Chi frequenta la facoltà universitaria di Scienze della Formazione e sostiene esami specifici esce già abilitato, ma soltanto per il sostegno nella scuola elementare. Un dato che fa riflettere e che fa sorgere spontanee due domande: chi ricoprirà questi ruoli e, nello specifico, chi si troverà a gestire gli alunni che necessitano del sostegno?«Nella migliore delle ipotesi – chiarisce Gentile – chiameranno personale abilitato all’insegnamento ma non specializzato nel sostegno; nella peggiore, verrà reclutato personale che ha un titolo idoneo per stare dietro a una cattedra ma non è neppure abilitato all’insegnamento. Chi lavora sul sostegno è un docente titolato, abilitato e specializzato. Il problema – conclude – è proprio che non ci sono abbastanza specializzati».Sul Lario, come detto, sarebbero circa 300 i posti scoperti anche nella primaria secondo le stime della Cisl dei Laghi. Con ogni probabilità i presidi si vedranno costretti ad attingere non solo tra i docenti di terza fascia, ossia non ancora abilitati all’insegnamento, ma addirittura tra le candidature spontanee (tecnicamente le Mad – Messa a Disposizione) che consentono di accedere a ruoli di supplenza tra chi semplicemente ha un titolo di studio idoneo.Per quanto riguarda i presidi, dopo le assegnazioni restano sei sedi vacanti in provincia di Como che saranno gestite con le reggenze, ovvero con un dirigente scolastico che si occuperà di più di un istituto.Insomma, l’anno scolastico non è ancora iniziato ma se questi sono i dati di partenza si avvia già all’insegna dell’emergenza.

  • Asili ed elementari di Como si “svuotano”: alla primaria 600 alunni in meno

    Asili ed elementari di Como si “svuotano”: alla primaria 600 alunni in meno

    Per la prima volta dal dopoguerra, la scuola d’infanzia e la scuola primaria di Como avranno meno sezioni dell’anno precedente. Gli effetti del calo demografico, sinora studiati soltanto sulla carta o rilevati in modo freddo dagli statistici, si trasformano in realtà. Così determinando uno scenario che si annuncia complicato.

    Nei giorni scorsi, in un convegno organizzato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) a Milano, nell’Auditorium di Palazzo Pirelli intitolato a Giorgio Gaber, il responsabile degli organici della scuola dell’Ufficio Scolastico Regionale,Luca Volontè, ha tracciato un quadro molto negativo.

    «Dal prossimo mese di settembre – ha detto – nella scuola primaria lombarda (le elementari,ndr) vi saranno circa 10mila alunni in meno», in gran parte concentrati nelle grandi aree urbane.

    A Como, i numeri sono ovviamente inferiori, ma ugualmente preoccupanti. Proprio perché fanno segnare un’inversione di tendenza destinata nei prossimi anni a crescere. Una sorta di palla di neve che, rotolando, rischia di diventare in breve tempo una valanga.

    Secondo i dati ufficiosi comunicati dal Provveditorato ai dirigenti sindacali, nell’anno scolastico 2019-2020 si perderanno sul Lario tre sezioni di scuola dell’infanzia e sei sezioni delle elementari. Ma proprio nella primaria, i numeri assoluti parlano addirittura di seicento bambini in meno. La differenza si spiega con il fatto che le scuole hanno ridotto il numero di alunni per classe e quindi evitato la falcidia delle sezioni. In molti istituti, da 27 o 28 bambini per classe si è passati a 20o 21, proprio per limitare i “danni”.

    Un palliativo, utile sicuramente per non perdere insegnanti e risorse finanziarie, ma che non risolve il problema. Diversamente dagli anni scorsi, poi, nemmeno la presenza degli stranieri ha ristabilito l’equilibrio. A Como e in Lombardia iniziano infatti a mancare pure i bambini nati da genitori immigrati.

    Una situazione altrettanto difficile si vive infine sul versante delle dirigenze scolastiche. Sembra incredibile, ma a Como mancano tuttora 45 prèsidi. Il concorso bandito pochi mesi fa è finito nuovamente negli ingranaggi stritolanti dei ricorsi giudiziari.

    Il ministero, dopo una richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato, ha ottenuto il via libera per nominare sub judice i nuovi dirigenti, molti dei quali assumeranno servizio in attesa di sapere se il loro incarico sarà confermato o meno da una sentenza dei tribunali amministrativi

  • Il ministro Bussetti a Novedrate: «Edilizia scolastica, tema delicato»

    Il ministro Bussetti a Novedrate: «Edilizia scolastica, tema delicato»

    Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione del governo Conte, ha tenuto ieri una lectio magistralis a Novedrate all’interno dell’incontro “L’Italia e l’Europa del futuro” organizzato all’auditorium Università degli Studi eCampus di Novedrate.L’ateneo brianzolo, accreditato dal 2006, ha occupato gli spazi dell’ex Ibm. Proprio dai luoghi in cui venivano studiati e prodotti computer per tutto il mondo, Bussetti ha annunciato il cofinanziamento tra fondi europei (120 milioni) e italiani (altri 120 milioni) per avere in Italia, a Bologna, il più grande super-computer del mondo, per capacità di calcolo.«Immaginate – ha spiegato Bussetti – un capannone pieno di server e pc che lavorano a velocità incredibile. In grado di fornire dati utili anche per il miglioramento della nostra vita».Bussetti ha parlato anche della ricerca dell’eccellenza anche nella formazione. In tal senso si è detto soddisfatto dei miglioramenti effettuati dalle università italiane anche nelle graduatorie internazionali.«Vedo con piacere che le nostre Università stanno crescendo – ha detto – è aumentato molto il numero degli iscritti. Anche nel ranking internazionale si sono aggiunte altre quattro università italiane rispetto all’anno scorso».Bussetti confida ora che si siano create le possibilità per estendere il sistema universitario e della ricerca italiana all’estero, soprattutto in Europa.È uno degli obiettivi del ministro dell’Istruzione.Il ministro ha parlato anche del tema della carenza di laureati in Medicina e sull’argomento dell’edilizia scolastica. Una questione, questa, che la Provincia e il Comune di Como si trovano ad affrontare in piena emergenza.«Un tema delicato. Gli enti si sono attivati. Ringrazio sia le Regioni sia l’Anci per il lavoro svolto finora – ha detto il ministro – Da parte governativa sono in arrivo 2,6 miliardi che devono giungere velocemente laddove c’è maggiore necessità».Un’ultima battuta anche sulle fughe di cervelli. «Viviamo in un mondo ormai globale – ha detto Bussetti – la sfida più importante per noi è sicuramente farli rimanere qui».

  • Esame di maturità a prova di fake news. La Polizia postale contro le truffe telematiche

    Esame di maturità a prova di fake news. La Polizia postale contro le truffe telematiche

    Esame di maturità, si parte domani mattina con la prima prova. E sicuramente saranno in tanti, accade ogni anno, gli studenti arrivati in classe pensando di avere l’asso nella manica, ovvero di conoscere già le tracce dell’esame. Ma non è così. A dirlo la campagna di sensibilizzazione rivolta ai maturandi contro “fake news, bufale e leggende metropolitane” che mette in risalto come – secondo una ricerca di Skuola.net – uno studente su 6 crede che su Internet sia possibile trovare le tracce d’esame prima del tempo, mentre 1 su 5 è convinto di essere spiato dalla Polizia durante l’esame. L’unica certezza per i maturandi è che usare lo smartphone durante le prove comporta la bocciatura. Sul resto il rischio fake news è dietro l’angolo. Dall’annuale monitoraggio realizzato da Skuola.net, per la Polizia di Stato, su un campione di circa 3mila studenti del quinto anno, risultano appunto le false credenze messe in risalto dai numeri sopra citati. Per l’undicesimo anno consecutivo la Polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, ha così lanciato la campagna di sensibilizzazione “Maturità al sicuro”, con l’obiettivo di debellare il fenomeno delle fake news e evitare che i ragazzi magari possano anche rimetterci del denaro alla ricerca della “soffiata giusta”. L’impatto di queste iniziative è dimostrato dai dati. Dal 2014 ad oggi, ad esempio, si può notare una riduzione del fenomeno: prima, infatti 1 su 3 era convinto di poter conoscere le tracce d’esame in anticipo dal Web. Anche se purtroppo le false credenze sono diverse: il 42% teme di poter essere “perquisito” dai professori di commissione e circa il 19% crede che la scuola sarà “schermata” per impedire ai cellulari di connettersi a Internet. Per il 31% dei ragazzi non costituisce reato invece ricevere le soluzioni delle tracce dall’esterno, mentre la prova è in pieno svolgimento. L’iniziativa usa le forme di comunicazione preferiti dai giovani: così è stato realizzato un video in collaborazione con Skuola.net e lo youtuber Nikolais, che verrà diffuso su Facebook, Instagram e Youtube.

  • “Forza Manuel”: dal liceo Ciceri solidarietà al nuotatore ferito

    “Forza Manuel”: dal liceo Ciceri solidarietà al nuotatore ferito

    “Forza Manuel”, “Contro ogni tipo di violenza”, “Lo sport non è violenza”: con questi striscioni gli studenti del liceo “Teresa Ciceri” di Como, riuniti nel cortile dell’istituto, mercoledì hanno voluto far sentire la loro vicinanza a Manuel Bortuzzo, il nuotatore ventenne ferito a colpi di pistola a Roma perché scambiato per un’altra persona. «L’iniziativa è nata nell’ambito dell’assemblea d’istituto, dopo il messaggio audio con cui Manuel ha ringraziato tutti per l’affetto ricevuto. L’ho proposta al dirigente scolastico, Nicola D’Antonio, che l’ha subito condivisa – afferma Vittorio Mottola, docente di Scienze motorie al Ciceri – I ragazzi e le ragazze hanno così realizzato gli striscioni con cui sono poi scesi nel cortile. In seguito gli striscioni sono stati appesi all’esterno della scuola, per rendere pubblico il nostro messaggio. Invitiamo altri istituti ad associarsi a questa nostra iniziativa di solidarietà nei confronti di Manuel».

  • Emergenza bullismo, il Liceo Volta vara il “Team di emergenza”

    Emergenza bullismo, il Liceo Volta vara il “Team di emergenza”

    Il liceo classico e scientifico “Alessandro Volta” di via Cesare Cantù 57 a Como risponde all’emergenza bullismo con uno sportello dedicato, gratuito, attivo il primo e il terzo giovedì del mese dalle 15 alle 18. Ieri mattina è stato presentato “Tea”, il “Team di emergenza bullismo e cyberbullismo”, servizio specialistico fornito da operatori esperti dell’associazione Inframente, che da giovedì 7 febbraio avrà una sede proprio al Volta.Lo Sportello punta a diventare un punto di riferimento non soltanto per ragazzi e famiglie del liceo, ma anche di quelle scuole del territorio che vorranno convenzionarsi al servizio. Avvocati, psicologici, esperti informatici saranno a disposizione non soltanto delle vittime di bullismo, ma anche dei bulli stessi, dei compagni di classe, delle famiglie, dei docenti.«Possono accedere ragazzi, famiglie e docenti per chiedere informazioni. Un lavoro di rete è fondamentale», dice Sonia Monticelli, responsabile del progetto.Per Francesca Ballabio, presidente di Inframente, è «importante monitorare il fenomeno sul territorio per capire le emergenze già in fase nascente, come fa capire il recente episodio della baby gang comasca. In un anno di sperimentazione abbiamo avuto 25 casi e oltre 300 interventi tra colloqui e lezioni nelle classi. E abbiamo capito che lo sportello che stiamo aprendo è di estrema necessità. Si può arginare il fenomeno solo con una vigilanza capillare sul disagio dei giovani».Lo Sportello sarà aperto due volte al mese, ma il servizio è attivo 24 ore su 24: è possibile chiamare o inviare un messaggio al 320.081.9654.