Categoria: Territorio

  • L’Agenzia del Demanio rimette all’asta l’ex carcere di San Donnino a Como

    L’Agenzia del Demanio rimette all’asta l’ex carcere di San Donnino a Como

    L’ex carcere di San Donnino, a Como, sarà nuovamente messo in vendita con una gara ad evidenza pubblica entro la fine di questo mese.

    La notizia è annegata in un documento pubblicato sul sito Internet di Palazzo Cernezzi, una determina con cui il dirigente del settore Patrimonio del Comune di Como ha impegnato poco meno di 530 euro per la ricognizione catastale dei “confini” tra lo stesso ex carcere e Palazzo Volpi, oggi sede della Pinacoteca. Questa verifica era stata autorizzata dalla giunta già nel settembre dello scorso anno, ma era probabilmente rimasta tra le cose da fare.

    Alcuni giorni fa, però, l’Agenzia del Demanio ha inviato agli uffici di via Vittorio Emanuele una mail in cui, «nel sottolineare la necessità e l’ urgenza di procedere a porre il bene in oggetto in bando di gara entro giugno 2018», comunicava di aver richiesto tre preventivi ad altrettanti studi professionali e di essere pure disponibile a pagare la metà di quanto necessario, pur di abbreviare al massimo i tempi della pratica.

    Dopo mesi di incertezza, e al termine di una trattativa che non ha dato i frutti sperati, l’Agenzia del Demanio ha quindi deciso di procedere nuovamente alla vendita all’asta dell’ex carcere, un edificio collocato in una zona pregiatissima del centro storico di Como, alle spalle appunto della Pinacoteca e a due passi dalla Camera di Commercio, oltre che di Porta Torre.

    Un edificio rimasto praticamente integro dopo la sua chiusura, grazie al fatto che nessuno vi ha avuto accesso.

    Tra le righe della determina sono contenuti anche altre interessanti notizie sulla storia recente del carcere. Intorno alla metà degli anni Cinquanta del ’900, il Provveditorato alle opere pubbliche realizzò sul sedime del cortile della casa circondariale una casermetta per gli agenti di custodia.

    La cosa curiosa è che questo piccolo caseggiato venne in parte sul suolo di proprietà dello Stato «e in minima parte su un mappale catastalmente intestato al Comune di Como» (motivo per cui si rende necessaria la ricognizione prima della gara).

    Un altro locale, una legnaia, fu costruito (ma non si sa quando) a ridosso dell’ingresso pedonale delle carceri, in corrispondenza di una porzione di seminterrato del soprastante Palazzo Volpi.

    È del tutto chiaro che prima di mettere all’incanto l’ex carcere, si dovrà risolvere questo piccolo problema: verificare cioè con esattezza che cosa è di chi. Ed eventualmente immaginare una forma di rimborso. Perché se è improbabile che il Comune voglia rivendicare il possesso della legnaia del vecchio penitenziario, è altrettanto vero che – sul piano formale, almeno – l’ente pubblico non può “regalare” una porzione seppur minuscola del suo patrimonio.

    Serve quindi la «ricognizione». Che una volta completata permetterà di stilare il bando nel modo giusto.

  • Lago invaso da detriti e sporcizia, ma il battello spazzino si è guastato

    Lago invaso da detriti e sporcizia, ma il battello spazzino si è guastato

    L’Autorità di Bacino: Da domani si torna a lavorare giorno e notte

    Il maltempo che imperversa da giorni sulla provincia ha come conseguenza tangibile le isole galleggianti di detriti che si sono accumulate sulle acque del lago di Como, provenienti dall’Altolago e dalla Valtellina. Queste isole vanno dove le portano Breva e Tivano e la corrente, sono ad esempio a Carate e a Domaso. Nel capoluogo un tappeto di rami e detriti sosta nella zona di piazza Cavour, della passeggiata e della diga intitolata al grande fisico Piero Caldirola. Un pessimo biglietto da visita.

    Dopo l’emergenza dei giorni scorsi e il rischio esondazione, il livello del lago è tornato sotto quota 80 centimetri (ieri alle 19 era a 74,5 cm), ben lontano dalla soglia di esondazione fissata a 120. Ma resta il problema della sporcizia accumulata. Una situazione che peraltro potrebbe anche peggiorare, visto che i meteorologi annunciano ancora pioggia per gran parte della settimana.

    Il battello spazzino che dovrebbe ripulire il lago nell’area di Como al momento non è funzionante per la rottura di un braccio meccanico.«Ci stiamo occupando della pulizia in base a un accordo con l’amministrazione provinciale ma al momento il battello spazzino di Como è fermo – dice Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di Bacino – Abbiamo lavorato anche nel giorno di festa, il 1° novembre. Siamo in attesa del pezzo da sostituire, che dovrebbe essere disponibile entro poche ore. Domani contiamo di riprendere subito l’attività di pulizia, lavoreremo senza sosta, giorno e notte. Non è un’impresa semplice, tenendo conto che si tratta di rifiuti speciali che come tali hanno costi di smaltimento maggiorati».

    «Tenendo presente che queste situazioni sono probabili anche nei prossimi anni – aggiunge Lusardi – il parco mezzi avrebbe bisogno di essere rinnovato e per questo chiederemo l’intervento della Regione: ci auguriamo che questo possa avvenire in tempi brevi. Ogni battello costa dai 400mila ai 500mila euro, non possiamo essere lasciati soli, anche perché ci facciamo carico di lavori che non sono di nostra competenza».

  • L’allarme: fondi per gli ultimi, a rischio 800mila euro

    L’allarme: fondi per gli ultimi, a rischio 800mila euro

    Ci sono 800mila euro di fondi europei destinati agli ultimi, ai più poveri del Lario, che potrebbero non arrivare.Questo a causa dei ritardi accumulati dalle istituzioni nel mettere in moto le procedure per giungere alla realizzazione delle diverse attività per cui è stata prevista una copertura economica. L’allarme viene lanciato dalle colonne del Settimanale della Diocesi di Como. I Comuni dell’ambito territoriale lariano, e in particolare il Comune capoluogo, che ne è capofila, rischiano quindi di perdere una cifra vicina agli 800mila euro, proveniente da fondi europei – già stanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – per progetti legati al contrasto alla grave marginalità e all’inclusione sociale dei senza dimora. Si tratta di risorse preziose per sostenere le iniziative già presenti a Como all’interno della rete dei servizi per la grave marginalità – centri diurni, mense, dormitori o l’ambulatorio per senza dimora Santa Lucia – ma anche per potenziare interventi in via di sperimentazione o totalmente nuovi. Iniziative, almeno sulla carta, da realizzare nei tre anni di durata del progetto, ovvero dal 2017 al 2019.I soldi vanno spesi e rendicontati entro la fine del 2019, pena la non concessione dei contributi, ma i ritardi hanno iniziato ad accumularsi, tanto che, ad oggi, il Comune di Como e la segreteria del Piano di zona non avrebbero ancora individuato le realtà che saranno chiamate concretamente ad attuare le iniziative previste dal progetto. Non tutto, però, è perduto. Come riporta “Il Settimanale”, è di pochi giorni fa la notizia di una richiesta di proroga inoltrata al Ministero. La speranza è che si possa trovare una soluzione in extremis per evitare di perdere risorse fondamentali da destinare ai più bisognosi.Ieri sera è arrivata anche la replica del Comune di Como. «Questo progetto è stato approvato dal Ministero a settembre 2017 e i fondi sono stati messi a disposizione a maggio 2018, quasi con un anno di ritardo – spiega il vicesindaco di Como e parlamentare leghista, Alessandra Locatelli – Si è quindi perso molto tempo sin dall’inizio, anche perché le procedure non sono snelle. Noi non molliamo e abbiamo chiesto una proroga. Attendiamo una risposta in merito, ma se non dovessero concedercela, provvederemo a ricalibrare il progetto su quello che riusciremo a fare in un anno».

  • L’alpinista Marco Confortola presenta il suo libro in piazza San Fedele

    L’alpinista Marco Confortola presenta il suo libro in piazza San Fedele

    Sabato 10 novembre alle 18, è atteso alla libreria Ubik di Como lo scalatore Marco Confortola che presenta il suo “Il cacciatore di 8.000. La mia sfida alle montagne più alte del mondo”. Confortola dialogherà con Anna Adami, presidente del Cai di Como. Confortola è uno dei protagonisti dell’ alpinismo mondiale e vive la montagna come professionista e come autentico innamorato. Il 22 maggio 2004 ha conquistato l’Everest, la vetta più alta del pianeta, e negli anni successivi è salito su altri nove Ottomila.

  • Landriscina: «Non date da mangiare ai piccioni»

    Landriscina: «Non date da mangiare ai piccioni»

    Condominio di Como “assediato”: ordinanza del sindaco

    Decine di piccioni. Guano e piume sui balconi, in particolar modo in uno degli appartamenti del condominio, ma anche nel giardino e nelle aree comuni dello stabile. Il sindaco di Como, Mario Landriscina, ha firmato nelle scorse ore una ordinanza che obbliga l’amministratore dello stabile e i condomini a ripulire tutto, non dare da mangiare ai piccioni e ad applicare, in caso di bisogno, dei dissuasori per evitare che le situazioni critiche – da un punto di vista igienico – possano ripresentarsi. È quanto sta accadendo in un condominio della città che è stato preso di mira e assediato dai volatili. Situazione limite che è emersa nel corso di un sopralluogo avvenuto lo scorso mese di settembre effettuato dall’Unità specialistica di tutela del territorio e dell’ambiente.

    Il sindaco, si legge nell’ordinanza che è stata trasmessa anche alla polizia locale, «vieta di alimentare i piccioni presenti nello stabile, con espresso divieto di gettare o posizionare nei balconi o nel cortile granaglie, scarti di avanzi alimentari o altri alimenti per volatili».I condomini dovranno anche provvedere «a propria cura e spese allo sgombero, risanamento e pulitura periodica dei locali e degli anfratti nei quali i piccioni abbiano nidificato o depositato guano», impedendo come detto che vi stazionino posizionando, «laddove necessario, idonei dissuasori per l’allontanamento» dei volatili.Chiunque violi quando contenuto nell’ordinanza andrà incontro a sanzioni amministrative da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro.

    Secondo quanto rilevato nel sopralluogo dello scorso mese si settembre, «la massiccia presenza di popolazione aviaria potrebbe causare danni alla salubrità dell’ambiente, poiché le loro deiezioni costituiscono un pericoloso ricettacolo di germi patogeni trasmissibili anche all’uomo». Da qui l’esigenza di intervenire e di porre un freno – con il contributo attivo dei condomini – alla presenza dei piccioni sul tetto, sui terrazzi del condominio ma anche all’interno delle aree verdi dello stesso stabile.

  • L’appello del sindaco di Como: «Tenete i termosifoni spenti»

    L’appello del sindaco di Como: «Tenete i termosifoni spenti»

    È scattata lunedì la possibilità di accendere i riscaldamenti. Viste le temperature miti, però, sulla scia dell’appello lanciato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche il primo cittadino di Como Mario Landriscina ha deciso di tenere spenti i riscaldamenti negli edifici comunali almeno per questa settimana.

    «Fanno eccezione asili nido, scuole materne, elementari, strutture e case comunali con utenza protetta», si legge in una nota diffusa da Palazzo Cernezzi. «Il sindaco, in accordo con gli assessori Marco Galli e Vincenzo Bella – prosegue il comunicato – fa appello alla cittadinanza per un uso misurato del riscaldamento che tenga conto anche dell’inquinamento atmosferico e della tutela della salute di tutti».

    Intanto anche a Como il dato delle polveri sottili (Pm10) sta salendo. La centralina di Arpa Lombardia posizionata in centro città ha segnato ieri un livello di polveri sottili pari a 44 microgrammi al metro cubo, il più alto registrato in provincia. A Cantù si arriva a quota 41, a Erba a quota 37. Proseguono le limitazioni alla circolazione in vigore dal 1° ottobre. In garage anche gli Euro 3 Diesel. Euro 0 benzina ed Euro 1 e 2 Diesel erano già inclusi nel provvedimento. Non possono circolare dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 19.30 fino al 31 marzo.

  • L’assessore regionale: «Giù le mani dai ristorni»

    L’assessore regionale: «Giù le mani dai ristorni»

    L’intervento di Massimo Sertori al congresso Uil Frontalieri di Milano

    Collaborazione con il Canton Ticino? «Sicuramente sì. Ma giù le mani dai ristorni dei frontalieri».L’assessore alla Montagna della Regione Lombardia, Massimo Sertori, è intervenuto oggi al congresso nazionale della Uil Frontalieri celebrato a Milano, al Palazzo delle Stelline.Sertori, che è stato presidente della Provincia di Sondrio e ha ricevuto dal governatore Attilio Fontana la delega ai rapporti con la Svizzera, ha preso la parola per fare il punto di una situazione che resta comunque complessa e incerta. A partire proprio dalle prese di posizione della Regione.L’assessore ha infatti ricordato l’incontro dei giorni scorsi tra Fontana e il presidente del governo ticinese, Claudio Zali. «Un confronto – ha detto – dal quale è emersa la necessità di migliorare la collaborazione» su temi che «devono essere individuati soprattutto da parte dei territori».Sertori ha proseguito dicendo che «si stanno creando le condizioni per risolvere in modo definitivo le problematiche attuali, soprattutto per i piccoli comuni che necessitano di maggiori risorse per ottimizzare le infrastrutture e i collegamenti con la Svizzera. Anche per questo è fondamentale la condivisione degli obiettivi e dei progetti strategici che potranno essere finanziati sia dall’Italia sia dalla Svizzera senza però attingere dai ristorni dei frontalieri».In pratica, l’assessore regionale ha detto no all’idea di Zali di congelare parte dei ristorni. Uno stop che è arrivato a distanza, e non nel faccia a faccia di qualche giorno fa.Insomma: si va d’amore e d’accordo se non si toccano i ristorni. Che ai Comuni di frontiera servono soprattutto per sopravvivere e non certamente per completare le infrastrutture di cui favoleggia il consiglio di Stato di Bellinzona.Il congresso dei frontalieri Uil ha poi confermato alla segreteria Raimondo Pancrazio il quale ha chiesto al nuovo governo di salvare e riattivare il tavolo interministeriale che da anni si occupa delle tematiche dei pendolari italiani del lavoro all’estero.Pancrazio ha anche lanciato – questa volta al Ticino – l’idea di una più stretta collaborazione amministrativa e ha proposto ispezioni congiunte degli ispettorati del lavoro lombardi e ticinesi, «anche per contrastare i fenomeni di dumping salariale».

  • Lavatoi, le certezze del sindaco e i dubbi dei periti. Nelle relazione tecnica affermazioni preoccupanti

    Lavatoi, le certezze del sindaco e i dubbi dei periti. Nelle relazione tecnica affermazioni preoccupanti

    Martedì sera, in diretta su Etv durante il tradizionale appuntamento in diretta telefonica con i cittadini, il sindaco di Como Mario Landriscina ha dato «ampie rassicurazioni» sulla stabilità del viadotto dei Lavatoi, le stesse da lui ricevute «dai tecnici».Le indiscrezioni sulla relazione stilata dai consulenti del Tribunale di Como in vista di un eventuale procedimento giudiziario avevano scatenato molte polemiche e spinto alcuni a chiedere addirittura la chiusura del viadotto. Ma il Comune non ha sin qui preso decisioni in tal senso. Limitandosi a mantenere in vigore il divieto di transito per il solo traffico pesante.Le parole del primo cittadino in Tv sono state chiare, ma qualche dubbio rimane. Soprattutto alla luce di quanto scritto da Bernardino Chiaia e Fabrizio Mario Vinardi nella loro relazione.Alcuni passaggi delle 100 pagine del documento, in particolare nelle conclusioni, sono infatti molto preoccupanti. A partire da quanto scritto a pagina 80: «È chiaro che l’opera risulta oramai del tutto compromessa, senza essere più in grado di garantire un comportamento strutturale certo e prevedibile. La messa in opera di interventi definitivi di adeguamento non solo è assolutamente necessaria, ma è anche doveroso che venga effettuata con la massima urgenza».Secondo i calcoli dei due periti nominati dal Tribunale «gli interventi necessari per il ripristino completo della funzionalità del viadotto, sulla base dei prezzari in vigore e di costi per appalti simili, sono quantificabili in un intervallo compreso tra 900mila e 1,1 milioni di euro». Una cifra tutto sommato non così elevata, inferiore alle stesse previsioni del Comune.Tuttavia, sottolineano Chiaia e Vinardi, «è fortemente probabile che qualora vi fosse stata un’attività vigile di controllo durante i lavori da parte della direzione lavori o all’atto del collaudo statico, i professionisti impegnati in tali attività avrebbero potuto già da subito rilevare i vizi e porvi rimedio. Allo stesso modo, qualora il Comune di Como avesse provveduto alle ispezioni periodiche obbligatorie per legge, si sarebbe accorto immediatamente dei vizi e quindi avrebbe potuto facilmente evitare di mantenere in esercizio, per vari anni, un’opera potenzialmente molto pericolosa». Più che un giudizio di merito, una sorta di sentenza anticipata.

  • Lavatoi, un altro anno per la progettazione. Gara e lavori non prima dell’estate 2019

    Lavatoi, un altro anno per la progettazione. Gara e lavori non prima dell’estate 2019

    Un altro anno. Il cantiere che dovrebbe rimettere in sicurezza il viadotto dei Lavatoi non partirà prima di un altro anno. Lo ha detto martedì sera in diretta su Etv l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Como, Vincenzo Bella, rispondendo alle domande che gli venivano poste dal conduttore, Andrea Bambace, e dai telespettatori dell’emittente lariana.Il cronoprogramma indicato martedì da Bella non è all’insegna della rapidità. Se tutto dovesse andare come nelle previsioni dell’assessore, i lavori dovrebbero infatti cominciare dopo la metà del 2019.«Conto, entro la fine di quest’anno – ha detto Bella davanti alle telecamere – di avere come minimo il progetto preliminare approvato; confido anche nel progetto definitivo sebbene non del tutto completo».I passaggi di un’opera pubblica, giova ricordarlo, sono stabiliti dalla legge: studio di fattibilità (quando necessario), progetto preliminare, progetto definitivo, progetto esecutivo, gara d’appalto, assegnazione dei lavori. La fase più delicata, ovviamente, è quella che segna il passaggio tra la progettazione definitiva e la progettazione esecutiva. Nel caso del viadotto dei Lavatoi, la progettazione esecutiva si sovrappone a una necessaria conferenza dei servizi, una riunione di tutti i soggetti pubblici interessati all’opera che – dice ancora Bella – si dovrebbe tenere «entro la primavera del 2019».A quel punto, «a essere ottimisti – ha specificato l’assessore – progetto esecutivo, appalto e lavori potrebbero» arrivare prima dell’estate del prossimo anno. Il costo dell’operazione, sempre a detta di Bella, potrebbe però aggirarsi attorno ai 2 milioni di euro. La procedura d’appalto non sarebbe comunque rapidissima. E l’inizio dei lavori potrebbe facilmente slittare al 2020.Tempi lunghi, insomma. Durante i quali non dovrebbero esserci in ogni caso preoccupazioni per la tenuta del viadotto. «Il ponte è sicuro – ha ripetuto Bella martedì sera ai microfoni di Etv – e viene monitorato 24 ore al giorno, 7 giorni su 7». Peraltro, nel caso in cui i sensori registrassero un movimento superiore ai limiti, verrebbe inviata una segnalazione in tempo reale ai tecnici, i quali interverrebbero immediatamente.Una volta iniziato il cantiere, il transito sul ponte potrebbe non essere interrotto. «Non è detto che durante i lavori si debba chiudere il viadotto, anzi spero che questa chiusura venga limitata al massimo», ha concluso l’assessore.

  • Lavori alla piscina di  Muggiò, corsa contro il tempo verso il campionato di A2

    Lavori alla piscina di Muggiò, corsa contro il tempo verso il campionato di A2

    Se sul fronte della gestione dell’impianto di viale Geno, la Pallanuoto Como aspetta le carte per valutare se fare ricorso contro l’assegnazione alla Como Nuoto o complimentarsi con i vincitori del bando, proprio la storica società natatoria, che nel 2019 festeggerà i suoi primi cento anni, sta vivendo con apprensione le vicende della piscina di Muggiò.Il cantiere per la rimozione del controsoffitto della vasca olimpica «procede come da programma» ha spiegato ieri l’assessore allo Sport del Comune di Como, Marco Galli.Il 24 novembre, tra poco meno di un mese, è previsto però l’avvio del campionato di serie A2 maschile, che vede impegnata proprio la Como Nuoto e che attualmente si sta allenando fuori provincia.