Categoria: Cronaca

  • Etichette false sul salmone: conclusa l’operazione

    Etichette false sul salmone: conclusa l’operazione

    Prima di Natale era finito nei guai un imprenditore cinese della Bassa Comasca

    Sono stati diffusi ieri i numeri conclusivi dell’operazione della Guardia costiera denominata “Confine illegale” che aveva toccato anche Como e la Lombardia, oltre ad altre regioni come Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. In totale il blitz – in tutta Italia – ha portato al sequestro di 86 tonnellate di pesce (7 a Como) nel corso di 155 ispezioni. Sono state 92 le sanzioni elevate agli irregolari, per un totale 194 mila euro di multe. Sono sette in tutto le persone iscritte sul registro degli indagati.Come detto, anche la Bassa Comasca era rimasta coinvolta nel blitz: un cittadino cinese, titolare di una deposito di pesce che riforniva molti ristoranti etnici del Nord Italia, era finito nei guai proprio in seguito a “Confine illegale”. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’uomo avrebbe alterato le date di scadenza del salmone che distribuiva dopo averlo importato dalla Norvegia, modificando sull’etichetta (che veniva dunque falsificata) anche il peso. Un modo del tutto illegale per dare nuova “vita” al pesce che era poi stato posto sotto sequestro dalla Procura.

  • «Ex Sant’Anna, no alla lottizzazione». L’Ance crede in un unico quartiere

    «Ex Sant’Anna, no alla lottizzazione». L’Ance crede in un unico quartiere

    Como potrebbe seguire l’esempio di Milano per CityLife

    C’è un filo rosso che lega i costruttori edili di Como e l’ex ospedale Sant’Anna. Un filo che si può fare partire dal monoblocco, realizzato dalla Nessi & Majocchi, oppure dalla prima idea di trasferire l’ospedale, presentata vent’anni fa dal compianto ex presidente del Collegio Imprese Edili di Como, Sergio Pozzi. E oggi, che il tema del futuro dell’area torna di attualità, per la richiesta dell’Asst Lariana di rivedere l’accordo di programma del 2003 sulla dismissione dei vecchi padiglioni di via Napoleona, l’Ance non si sottrae al dibattito.La questione, come abbiamo più volte sottolineato su queste colonne, riguarda le difficoltà fino ad oggi incontrate per vendere i lotti dell’area. Si sono susseguiti una serie di bandi deserti.Francesco Molteni, presidente di Ance Como, crede ancora nelle potenzialità della zona.«L’importante è che sia considerata l’operazione nel suo insieme – spiega – In questo senso credo che il ruolo dell’amministrazione comunale sia fondamentale nella ridiscussione dell’accordo con Infrastrutture Lombarde. Serve un progetto per un nuovo quartiere. Se la scelta fosse invece di smembrare e di lottizzare l’area, sarebbe perdente. Capisco la necessità di mettere a reddito un bene, ma anche tante piccole aree devono rispondere a una logica complessiva».Molteni cita l’esempio della riqualificazione dei quartieri di Milano che hanno portato a CityLife, Isola e Porta Nuova, diventati esempi per l’Italia e per l’Europa.«Certo, si è partiti vent’anni prima a Milano – dice il presidente dell’Ance – Ma non è sbagliato pensare oggi alla Como del 2030. Sono però gli operatori pubblici a trasformare le aree appetibili, con la loro visione del futuro».Riguardo alle potenzialità dell’area, oltre alla presenza del grande parcheggio Valmulini e della viabilità che porta in pochi minuti in centro e in autostrada, il presidente dell’Ance ricorda il collegamento diretto con il parco della Spina verde, il polmone verde di Como.«Oggi un’area non si valuta più solo in termini di metri cubi edificabili, ma soprattutto dal punto di vista dei servizi. Il nostro mondo è profondamente cambiato. L’ex Sant’Anna va studiato attraverso concorsi di idee tra architetti e urbanisti. Noi, come Ance, siamo pronti a fare la nostra parte» conclude.

  • Fallimento Casinò e dissesto del Comune: la Finanza torna a Campione

    Fallimento Casinò e dissesto del Comune: la Finanza torna a Campione

    Guardia di finanza a Campione d’Italia nella giornata di oggi. I militari delle fiamme gialle si sono presentati (di nuovo) negli uffici del Comune dell’enclave per acquisire ulteriori documenti nell’ambito dell’indagine sulla crisi che ha travolto l’enclave, con il fallimento del Casinò e la dichiarazione di dissesto economico del municipio.

    Secondo le prime informazioni, i finanzieri avrebbero acquisito in particolare i bilanci del Comune di Campione degli ultimi quattro anni, forse anche cinque. I militari sono rimasti per buona parte della mattinata negli uffici del municipio e avrebbero analizzato numerosi documenti. Una mole di materiale documentale che si aggiunge a quello già oggetto dell’ampio fascicolo che riguarda l’ormai ex paradiso dorato italiano nel cuore del Canton Ticino.

  • Fallimento Como: salgono a sei i patteggiamenti. Ieri altra udienza

    Fallimento Como: salgono a sei i patteggiamenti. Ieri altra udienza

    Salgono a sei le richieste di patteggiamento nel corso dell’udienza preliminare sul fallimento del Calcio Como all’epoca del presidente Pietro Porro. Ieri, di fronte al giudice Carlo Cecchetti, anche Guido Geri, presidente della S3c nel periodo dal 28 novembre 2011 all’8 aprile 2013 (assistito dall’avvocato Angelo Giuliano), si è unito agli altri ex dirigenti azzurri. Decisioni che verranno ratificate in una prossima udienza fissata per il 31 gennaio. Geri patteggerà in quella occasione 1 anno e 2 mesi, con 5mila euro di risarcimento. In precedenza avevano già raggiunto un accordo con il pm Pasquale Addesso l’ex presidente Pietro Porro (2 anni), il vicepresidente Flavio Foti (patteggerà 1 anno e 6 mesi), il consigliere Fabio Bruni(1 anno e 4 mesi) e Stefano Roda, presidente della S3c che deteneva il 99% delle quote del Calcio Como (1 anno e 8 mesi). Patteggiamento a un anno anche per Franco Pagani, sindaco unico della S3c. I cinque che avevano già formalizzato le istanze di patteggiamento nelle precedenti settimane avevano anche messo sul piatto del fallimento 730mila euro tra contante, assegni circolari e cambiali, oltre alla rinuncia di altri 600mila euro (603mila per la precisione) come creditori privilegiati della vecchia società di calcio della città.Chi invece non ha voluto seguire la strada del patteggiamento o di riti alternativi sono i due commercialisti Giovanni Puntello e Fabrizio Milesi, che dunque “sfideranno” l’eventuale rinvio a giudizio di fronte al giudice. Anche per loro l’appuntamento è per la mattina del 31 gennaio.Le carte sono rimaste sostanzialmente le stesse che a inizio maggio portarono alla chiusura delle indagini preliminari sul fallimento del Calcio Como, società cittadina che aveva chiuso i battenti con la sentenza del giudice Marco Mancini del 21 luglio 2016. Otto le persone finite nella lente del magistrato. Per la Procura si tratterebbe di un crac causato dalla «distrazione e dissipazione» del patrimonio della società.

  • Fallimento del Casinò di Campione d’Italia, interrogazione in Senato di Riccardo Nencini

    Fallimento del Casinò di Campione d’Italia, interrogazione in Senato di Riccardo Nencini

    Il senatoreRiccardo Nencini, segretario nazionale del Partito Socialista, torna a muovere le acque attorno al Casinò di Campione d’Italia. Acque ferme, in realtà, da molti giorni, in attesa di nuovi incontri convocati per le prossime settimane a vari livelli per discutere su come uscire dalla situazione di crisi dovuta alla dichiarazione di fallimento della società di gestione della casa da gioco.

    Nencini ha depositato il 12 settembre scorso una lungainterrogazioneai ministri dell’Economia e dell’Interno per «sapere se e come intendano affrontare la situazione».

    Il documento del senatore socialista è interessante perché ricostruisce alcuni passaggi della tormentata vicenda della casa da gioco, non ultimi i vari pronunciamenti con cui la Corte dei Conti, dal 2013 al 2016, aveva previsto il potenziale dissesto del bilancio comunale. Bilancio, è noto a tutti, legato a triplo filo con i versamenti della casa da gioco.

  • Falsa identità “social” per avvicinare la ex. Stalking e maltrattamenti, patteggia 18 mesi

    Pur di “stanare” la ex e la vita che cercava di ricostruirsi, si era creato un finto profilo Instagram con cui circuirla e convincerla ad uscire.Tentativo non andato in porto, che tuttavia non aveva placcato le sue attenzioni morbose per quella ragazza con cui aveva avuto una storia che era finita da tempo.Un ragazzo di Grandate di 27 anni – già colpito dalla misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa – è finito con l’essere iscritto sul registro degli indagati non solo per lo stalking (proseguito dal novembre 2016 fino al maggio 2017) ma anche per gli antecedenti maltrattamenti in famiglia nel periodo che precedettero la separazione dalla ragazza con cui conviveva.Pugni sulle braccia e spintoni che si conclusero proprio con la fine della relazione sentimentale. La brutta storia è approdata nei giorni scorsi di fronte al giudice di Como Maria Luisa Lo Gatto che ha ratificato la volontà delle parti (avvocati Stefano Sonvico per l’aggressore, Riccardo Guido per la parte lesa) di patteggiare la pena ad un anno e mezzo. Il tutto con l’accordo del pubblico ministero Giuseppe Rose che aveva seguito il fascicolo.Lo stalking contestato dalla procura era iniziato – come detto – dopo la fine della convivenza.Non solo appostamenti sul posto di lavoro, pedinamenti e inseguimenti (in un caso la ragazza fu costretta a rinchiudersi nell’auto della madre) ma anche minacce via WhatsApp con frasi perentorie come «ormai devo agire… sarà la volta buona che mi cacciano al Bassone… qui faccio saltare qualcosa».Comportamenti che erano ulteriormente peggiorati quando la ragazza aveva avviato una nuova relazione.Fino, appunto, al costruirsi una falsa identità su Instagram per potersi di nuovo avvicinare alla ragazza.

  • Febbre del Nilo, può tornare a casa il pensionato di Carugo

    Febbre del Nilo, può tornare a casa il pensionato di Carugo

    È tecnicamente guarito e così è potuto tornare a casa il pensionato di Carugo che era stato ricoverato all’ospedale Valduce di Como per una forma di una forma di West Nile virus, la febbre del Nilo.

    «Gli ultimi controlli su siero e urine effettuati al Sacco di Milano hanno dato esito negativo così abbiamo potuto dimettere il paziente» spiega il primario di Neurologia, Mario Guidotti, dove era ricoverato il 71enne. L’uomo si era presentato al pronto soccorso del Valduce il 20 agosto. Le analisi effettuate sempre al “Sacco” dopo il ricovero avevano confermato i sospetti dei medici comaschi: “Febbre del Nilo”.

    Si è chiuso così positivamente il decorso del primo e al momento unico primo caso segnalato sul territorio, causa dalla puntura di una zanzara infetta.

  • Febbre del Nilo, stabile il 71enne di Carugo

    Febbre del Nilo, stabile il 71enne di Carugo

    È in condizioni stabili l’uomo di 71 anni ricoverato da qualche giorno all’ospedale Valduce di Como dopo aver contratto il virus della cosiddetta “Febbre del Nilo”.

    Il primo caso di West Nile virus era stato confermato martedì scorso dalla direzione sanitaria di via Dante, anche sulla scorta di analisi specifiche effettuate nei laboratori del “Sacco” di Milano. Il paziente, un uomo di Carugo, è come detto in condizioni stabili. Avrebbe ancora una febbre leggera e prosegue ovviamente le terapie.

    Il 71enne si era presentato la sera del 20 agosto al pronto soccorso del Valduce in stato confusionale, con febbre alta e cefalea. Subito i medici avevano ipotizzato che potesse trattarsi del West Nile virus. Una malattia che con ogni probabilità era stata trasmessa all’uomo con la puntura di una zanzara infetta, forse nel giardino di casa.

    La “Febbre del Nilo” si è purtroppo diffusa nelle ultime settimane anche in Lombardia. Da maggio sono pervenute oltre 20 segnalazioni in Regione dalle Ats della Valpadana, di Brescia, di Pavia e della Città metropolitana e ora anche dal Comasco. Due casi di positività sono emersi dai controlli sui donatori di sangue.

  • Federconsumatori, Mara Merlo confermata presidente

    Federconsumatori, Mara Merlo confermata presidente

    Il congresso di Federconsumatori, tenutosi ieri in via Castellini, ha riconfermato Mara Merlo alla guida dell’associazione dei consumatori.  Merlo è presidente di Fedeconsumatori Sunia dal dicembre 2016, succedendo a Silvana Brenna.

    Dal 2002 al 2007 è stata già presidente di Federconsumatori Como, successivamente  ha ricoperto i ruoli di funzionaria di Nidil Cgil assistenza/tutela sindacale lavoratori parasubordinati atipici, mentre dal 2010 al 2015 è stata coordinatrice dell’ Ufficio vertenze Cgil Como. Dal 2015 al 2016 è stata responsabile del servizio successioni del Caaf.

    «Sono soddisfatta per il consolidamento sul territorio di Federconsumatori, sempre più importante presidio di difesa del diritto – commenta Merlo – sono oltre 1300 i cittadini comaschi che si sono rivolti al nostro sportello nell’ultimo anno. La nostra ambizione è rappresentare una comunità sempre più ampia e rendere i consumatori consapevoli delle loro scelte, così da non subire passivamente il mercato e le sue trasformazioni».

  • Felleca: «Se cambiano idea pagheranno il biglietto»

    Felleca: «Se cambiano idea pagheranno il biglietto»

    «Ci sono anche altre squadre da tifare. Io ci ho messo l’anima e i soldi»

    Ha la voce rotta dalla tristezza e dalla rabbia, Roberto Felleca. Per ore ha ricevuto insulti e inviti a lasciare il Como dopo la “sconfitta” al Coni. Affida la sua reazione a un messaggio WhatsApp vocale di quasi due minuti, che non fa certo sconti ai tifosi.«Noi stiamo andando avanti per la nostra strada lavorando da un anno con delle basi solide per dare solidità al Como – dice Felleca – Con un campionato non vinto stiamo continuando a lavorare su un progetto a lunga scadenza». Poi la risposta agli attacchi e alla minaccia di sciopero della tessera.«Se la gente non vuole fare l’abbonamento ci spiace, è evidente, ma rispettiamo le scelte. Se decideranno un domani di venire a vedere il Como che tanto dicono di amare pagheranno il biglietto – aggiunge – Non abbiamo commesso reati. Abbiamo semplicemente perso la possibilità di salire in serie C. Non era un obbligo. Abbiamo preso l’impegno l’anno scorso di mettere a posto una società distrutta e lo abbiamo fatto con le nostre possibilità e nel miglior modo possibile. Continueremo a migliorarci».«Chi ci vuole seguire troverà la porta aperta – dice Felleca – altrimenti ci sono anche altre squadre da tifare o da tifare a distanza. Mi spiace dover essere così duro con le parole, ma oggi sono io il più amareggiato di tutti. Ci ho messo anima, corpo e denaro. Sto ricevendo da giorni insulti da tutte le parti».«Mi sono oggettivamente stancato di essere colpito. Anche perché – conclude l’amministratore delegato – invece questo è il momento di dimostrare di essere uniti e c’è chi sta facendo di tutto tranne che unire. Non abbiamo fatto cose scorrete o sleali, cose che non si dovevano fare. Abbiamo provato a fare il meglio. Ci siamo riusciti per una parte e per un’altra non ci siamo riusciti. Ribadisco, io so di avere la coscienza pulita – conclude – Non so tutti gli altri».